Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Autore: Redazione StudioNews

Oscar, dalle citazioni più memorabili ai momenti “indimenticabili”

Oscar, dalle citazioni più memorabili ai momenti “indimenticabili”Roma, 7 mar. (askanews) – Sin dalla sua creazione il cinema è stato in grado di rappresentare i cambiamenti culturali e le trasformazioni sociali, oltre che ad emozionare generazioni di spettatori con storie di ogni genere. Ed è proprio per promuovere le eccellenze di questo settore – che continua ad attirare il pubblico nonostante lo sviluppo di nuovi mezzi e piattaforme, tanto che nel 2023 in Italia sono stati registrati ben 70.6 milioni di biglietti venduti (una crescita del 58,6% rispetto al 2022)1 – che viene celebrata la notte degli Oscar.


In occasione della cerimonia del più prestigioso premio cinematografico del mondo, che il prossimo 11 marzo intratterrà gli appassionati e non solo, Babbel – la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live – ha realizzato un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le 10 espressioni più famose tratte da film da Oscar e ha selezionato alcuni dei momenti più memorabili delle cerimonie di premiazione. “Molte frasi che utilizziamo nella vita di tutti i giorni sono riconducibili a momenti chiave di grandi capolavori cinematografici. Il linguaggio dei film richiede la conoscenza di codici narrativi provenienti da più ambiti (per esempio, culturali e artistici) ed invita ad immedesimarsi nelle storie che vengono raccontate. Proprio grazie a questa capacità pervasiva molti termini sono in grado di trasformarsi ed essere applicati nella descrizione di diversi fenomeni sociali” commenta Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Creator a Babbel.


Alcune frasi, informa una nota, sono diventate così iconiche che spesso ci si dimentica che a renderle popolari sono stati proprio dei film: “Zitto e nuota”: da leggere canticchiando, questo mantra della pesciolina Dory del film d’animazione “Alla ricerca di Nemo” (2003) è rimasto impresso nella mente degli spettatori oltre che per la semplicità dell’affermazione, anche per il significato implicito: nelle situazioni difficili, infatti, occorre stringere i denti e continuare a “nuotare”. Una vera e propria perla di saggezza da parte di un capolavoro firmato Disney-Pixar, vincitore della statuetta per “miglior film d’animazione”. “Al mio segnale scatenate l’inferno”: la citazione, ripresa oggi anche sotto forma di “meme”, viene pronunciata dal generale Massimo Decimo Meridio nel celebre film “Il Gladiatore” (2000) vincitore di ben 5 premi Oscar tra cui ‘miglior attore protagonista” a Russell Crowe. La battuta è utilizzata nella pellicola per esortare l’esercito romano al combattimento prima dell’inizio della battaglia contro i nemici germanici.


“Sono il re del mondo!”: una frase da urlare in un momento di estrema gioia in cui i sogni di una vita si stanno realizzando. Proprio come succede a Jack Dawson (interpretato da Leonardo Di Caprio) quando vince un biglietto per salire sul transatlantico più lussuoso di sempre nel kolossal “Titanic” (1997) e incontra l’amore della sua vita, Rose DeWitt Bukater (interpretata da Kate Winslet): per questo, in piedi sulla prua della nave con le braccia aperte rivolte verso l’oceano, urla la frase diventata cult “Sono il re del mondo”. Il film segna ancora oggi un record di riconoscimenti, tra cui la vittoria di ben 11 premi Oscar. “Houston, abbiamo un problema”: una delle citazioni più famose della storia del cinema, viene impiegata in modo colloquiale per esprimere l’imprevedibilità degli esiti di una situazione. È stata pronunciata nel film “Apollo 13” (1995) da Tom Hanks, nei panni dell’astronauta Jim Lovell. L’origine di questa esclamazione si deve all’astronauta Jack Swigert che in occasione della tragedia sfiorata della missione “Apollo 13” del 1970 disse: “Ok Houston, we’ve had a problem here” (“Ok Houston, abbiamo avuto un problema qui”); nel film è stato deciso di riportare il verbo al presente per aumentare la suspence. La pellicola diretta da Ron Howard ha vinto i premi “miglior montaggio” e “miglior sonoro”.


“Stupido è chi lo stupido lo fa”: tratta da “Forrest Gump” (1994), è una delle frasi diventate popolari di questo commovente e intenso film vincitore di ben 6 statuette, tra cui “miglior film” e “migliore attore protagonista” a Tom Hanks. Il protagonista Forrest pronuncia questa frase per rispondere alle offese rivolte alle sue capacità cognitive, suggerendo che l’intelligenza e la saggezza non sono misurabili in relazione al quoziente intellettivo, ma piuttosto sulle azioni e sul comportamento di una persona. Un’altra indimenticabile citazione del film: “La vita è come una scatola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita!” “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”: questa frase viene di solito impiegata come esagerazione per descrivere una situazione surreale ed è tratta dal film “Blade Runner” (1982), nominato nelle categorie “migliori effetti speciali” e “migliore scenografia”. Nella pellicola, l’espressione è inserita nel monologo dell’androide Roy Batty pochi istanti prima della sua morte. “Potrebbe andar peggio: potrebbe piovere!”: tratta dal lungometraggio “Frankenstein Junior” (1974), la citazione è entrata nel linguaggio comune per descrivere situazioni in cui le cose potrebbero peggiorare da un momento all’altro. Viene spesso usata con ironia per ricordare che non si può prevedere il corso di certi fenomeni (come, per esempio, la pioggia). Il film fu nominato in due categorie: “miglior sceneggiatura non originale” e “miglior sonoro”, ma non riuscì a “strappare” nessuna statuetta. “Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”: al secondo posto nella classifica delle 100 migliori battute di tutti i tempi secondo l’American Film Institute (preceduta solo da “Francamente, me ne infischio” tratta da “Via col Vento”), la frase è pronunciata da don Vito Corleone (interpretato da Marlon Brando), il temuto capo di una grande organizzazione mafiosa nel primo capitolo della trilogia “Il Padrino” (1972). Il film vinse tre statuette: “miglior film”, “miglior attore” a Marlon Brando e “miglior sceneggiatura adattata”. “Dopotutto, domani è un altro giorno”: una frase piena di speranza per il futuro, che invita a non arrendersi nonostante le difficoltà. È la battuta finale del film cult “Via col Vento” (1939) tratto dall’omonimo libro di Margaret Mitchell: la protagonista Rossella O’Hara è stata abbandonata dall’uomo che ama, Rhett Butler, ma si convince che riuscirà a riconquistarlo. Vinse otto Premi Oscar, tra cui “miglior film”, “miglior regista” e “miglior attrice” all’attrice inglese Vivien Leigh. “Nessun posto è bello come casa mia”: racchiude il senso di familiarità, affetto e appartenenza che solo un posto che si considera “casa” può trasmettere. La protagonista de “Il Mago di Oz” (1939), Dorothy, pronuncia queste parole dopo aver realizzato che si possono vivere delle straordinarie avventure in tanti posti diversi, ma che il luogo che si considera “casa” resterà sempre il posto del cuore. La pellicola ha vinto per la “migliore colonna sonora originale” e la “migliore canzone” per la famosissima “Over the rainbow”. I momenti indimenticabili tra gaffe e primati. La cerimonia di premiazione più attesa nel mondo del cinema regala sempre tante sorprese nel corso della serata: La La Land e la busta sbagliata: nel 2017 si è assistito ad una delle più grandi gaffe della storia del cinema. A causa della consegna di una busta sbagliata, l’attore Warren Beatty ha proclamato come vincitore del premio “miglior film” il musical “La La Land”, mentre avrebbe dovuto vincere il film indipendente “Moonlight”. L’errore è stato subito corretto dal vivo, anche se l’episodio verrà sempre ricordato per il clamoroso colpo di scena. Il gesto inaspettato di Will Smith: dal 2022 e per i prossimi 10 anni Will Smith non è più autorizzato a partecipare a nessun evento dell’Academy. Il motivo è stato un gesto del tutto inaspettato: mentre l’attore e comico Chris Rock stava facendo una battuta infelice sulla moglie dell’attore Jada Pinkett Smith, Will Smith si è alzato per colpire il presentatore sul volto. Premiato poco dopo come “miglior attore protagonista” per il film “King Richard”, si è scusato in lacrime con i colleghi e l’Academy. Parasite e il record sudcoreano: nel 2020, per la prima volta nella storia della cerimonia degli Oscar, è stato candidato un film sudcoreano, “Parasite”. Non solo: ad oggi è l’unico film ad aver vinto sia il premio più ambito della serata, “miglior film” sia il premio “miglior film in lingua straniera”. Il lungometraggio sudcoreano ha inoltre conquistato altre due statuette: ‘miglior sceneggiatura originale” e “miglior regista” a Bong Joon-ho. Il discorso di Christopher Reeve: nel 1996 l’attore Christopher Reeve, diventato famoso per il ruolo di Superman, fece la sua prima apparizione pubblica dopo essere rimasto paralizzato a seguito di un’incidente a cavallo. Per l’occasione, l’attore fece uno dei discorsi più commoventi della storia degli Oscar, ricordando che il cinema deve sempre andare oltre il mero intrattenimento, perché è uno strumento con il potere di accendere i riflettori su tematiche sociali importanti. Per il coraggio dimostrato ricevette una lunga e sentita standing ovation. Roberto Benigni e i salti di gioia: nel 1999 il film “La vita è bella” vinse ben tre statuette, tra cui “miglior film straniero”. Nel momento in cui fu proclamata la vittoria della pellicola, Roberto Benigni regalò uno dei momenti più memorabili di sempre: dopo l’urlo di Sophia Loren “And the winner is…Roberto!”, l’attore infatti iniziò a saltare sulle poltrone dalla gioia per raggiungere il palco, abbracciò poi Sophia Loren e nel suo discorso di ringraziamento menzionò persino alcuni versi del poeta Dante. I ringraziamenti più lunghi e più corti della storia: nel 1943 Greer Garson passò alla storia non solo per aver vinto il premio “migliore attrice protagonista” per la pellicola “La signora Miniver”, ma anche per la lunghezza del discorso di ringraziamento, dato che l’attrice parlò per più di 5 minuti. Non è dunque un caso che dopo l’episodio, l’Academy decise di introdurre un limite di 45 secondi ai discorsi sul palco. E i ringraziamenti più corti? Nel 1968 Alfred Hitchcock ritirò sul palco il premio alla memoria del produttore ‘Irving G. Thalberg’ e si limitò ad un veloce “Thank you”. Marlon Brando rifiuta il premio: nel 1973 Marlon Brando vinse la statuetta per “miglior attore protagonista” per il kolossal “Il Padrino”, ma fu il primo attore a rifiutare il premio. Non si presentò alla cerimonia, ma delegò al ritiro l’attivista nativa americana Sacheen Littlefeather, che rifiutò a nome dell’attore il premio specificando che Marlon Brando non condivideva il trattamento riservato dall’industria cinematografica alle comunità native americane. I premi al femminile: il percorso per vincere una statuetta è stato molto più complesso e pieno di ostacoli per le donne nell’industria cinematografica, in tutti i ruoli. Tuttavia, alcune di loro sono riuscite comunque a segnare la storia degli Oscar con le loro vittorie e i riconoscimenti ricevuti, sebbene la strada per i pari diritti in questo settore sia ancora lunga. Alcuni esempi: nel 2002 il premio come “migliore attrice” fu consegnato ad Halle Berry per il film “Monster’s Ball” che l’ha resa la prima donna nera a vincere nella categoria; nel 2010 Kathryn Bigelow è passata alla storia come la prima donna a vincere il premio “migliore regista” per il film “The Hurt Locker” e solo l’anno scorso Michelle Yeoh ha vinto il premio Oscar per “migliore attrice” nel film “Everything everywhere all at once” diventando la prima attrice asiatica ad ottenere la tanto ambita statuetta.

Autonomia, De Luca: Italia come piccola Baviera, ci ridono in faccia

Autonomia, De Luca: Italia come piccola Baviera, ci ridono in facciaNapoli, 7 mar. (askanews) – “Già oggi non contiamo molto, al di là dell’autoesaltazione che fa il nostro presidente del Consiglio. Sul piano internazionale non contiamo niente, figuriamoci se ci riduciamo a essere una piccola Baviera nella Padania, ci ridono in faccia”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo al Cardarelli di Napoli a un convegno sulle ricadute dell’autonomia differenziata sulla sanità del Mezzogiorno.


Il governatore è tornato sull’unità nazionale e, rivolgendosi ai suoi colleghi del Nord ha proseguito: “Mantenendo un Paese che brucia ogni anno 100 miliardi di euro da pagare sul debito pubblico e con una disoccupazione nel Sud di 20 punti più alta di quella della Germania, in queste condizioni, voi al Nord non vi salverete mai. Ci salviamo insieme se vinciamo il debito pubblico e se cresce la quantità di cittadini italiani che lavorano cioè producono ricchezza altrimenti siamo morti”, ha concluso De Luca.

Prada: ricavi 2023 salgono a 4,7 miliardi, utile netto +44%

Prada: ricavi 2023 salgono a 4,7 miliardi, utile netto +44%Milano, 7 mar. (askanews) – Il gruppo Prada ha chiuso il 2023 con ricavi netti pari a 4,7 miliardi, in aumento del 13% rispetto al 2022, e un utile netto a 671 milioni (+44%). In ulteriore miglioramento la redditività con ebit margin al 22,5%, pari a 1,1 miliardi. Proposto un dividendo di 0,137 euro. A fine 2023, la posizione finanziaria netta è positiva per 197 milioni, che riflette cash-out per investimenti di 759 milioni, incluse acquisizioni strategiche in ambito real estate.


Il Giappone (+44%) si è confermata l’area con la migliore performance nel 2023. l’Asia Pacifico ha registrato una forte crescita nel corso dell’anno (+24%), l’Europa un +14%, mentre le Americhe hanno chiuso l’anno con vendite invariate. “Siamo soddisfatti degli ottimi risultati raggiunti nel 2023, merito della desiderabilità dei nostri marchi”, ha dichiarato Patrizio Bertelli, presidente e amministratore esecutivo del Gruppo Prada. “Innovazione, dinamismo e flessibilità saranno ancora più cruciali per il nostro successo nel 2024 e sono fiducioso che la nostra organizzazione rafforzata saprà far evolvere ulteriormente il gruppo”.


“Nel 2023 abbiamo raggiunto i nostri obiettivi, con una performance molto positiva nel corso dell’intero anno”, ha commentato l’amministratore delegato Andrea Guerra. “Guardando al futuro, siamo consapevoli della persistente incertezza dello scenario geopolitico e macroeconomico, così come delle basi di confronto sfidanti. Come per il 2023, la crescita su base trimestrale potrebbe avere una traiettoria irregolare nel corso dell’anno, ma la nostra ambizione rimane invariata: continuare a generare una crescita solida, sostenibile e superiore alla media di mercato.”

Bce conferma i tassi per l’eurozona, rifinanziamento al 4,50%

Bce conferma i tassi per l’eurozona, rifinanziamento al 4,50%Roma, 7 mar. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente confermato i livelli di riferimento sui tassi di interesse: 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principali, 4% sui depositi presso la stessa banca centrale e 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale.


La decisione, comunicata al termine del Consiglio direttivo, è in linea con le attese, mentre da mesi ormai gli interrogativi dei mercati riguardano la tempistica con cui l’istituzione inizierà a ritoccare al ribasso questi riferimenti, portati a livelli fortemente restrittivi allo scopo di frenare la domanda e favorire il ritorno dell’inflazione ai valori obiettivo. Su questo il comunicato del Consiglio non si discosta dalla formula degli ultimi mesi: “ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”. mentre le decisioni future “assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.


Va però rilevato che la Bce ha ritoccato al ribasso sia le previsioni di inflazione per l’area euro, sia quelle per la crescita economica. Intanto i dati preliminari di febbraio hanno mostrato che il caro vita medio nell’area euro si è moderato al 2,6%. La Bce punta a una inflazione che sul medio termine si attesti al 2% in maniera simmetrica. Ora l’attenzione si sposta sulla imminente conferenza stampa esplicativa della presidente, Christine Lagarde.

Covid, De Luca: nostra smart card fatta 3 mesi prima del governo

Covid, De Luca: nostra smart card fatta 3 mesi prima del governoNapoli, 7 mar. (askanews) – “Dobbiamo rispondere alla Corte dei Conti per aver avuto il coraggio di realizzare la green card tre mesi prima del governo nazionale che ha copiato la Campania per certificare l’avvenuta vaccinazione contro il Covid”. A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo al Cardarelli di Napoli a un convegno sulle ricadute dell’autonomia differenziata sulla sanità del Mezzogiorno.


Riferendosi al rinvio a giudizio da parte della magistratura contabile per la realizzazione della ‘smart card’ voluta dalla Regione Campania che attestava l’avvenuta vaccinazione, il governatore ha aggiunto: “Pensavamo di fare una scheda magnetica nella quale ci fosse non solo la certificazione dell’avvenuta vaccinazione, ma anche la possibilità di usufruire di tutta una serie di servizi che offre la Regione Campania”. “Affronteremo tutti i problemi, ma abbiamo avuto il coraggio di decidere e di andare avanti”, ha concluso De Luca.

8 marzo, a Firenze la mostra ‘Donne del cielo: da muse a scienziate’

8 marzo, a Firenze la mostra ‘Donne del cielo: da muse a scienziate’Roma, 7 mar. (askanews) – “Donne del cielo: da muse a scienziate”, questo il titolo della mostra che propone per la prima volta in Italia un percorso incentrato sul ruolo delle donne nella ricerca astronomica e sulle immagini femminili che ricorrono con maggior frequenza nelle rappresentazioni del cosmo dal Rinascimento al primo Novecento. La mostra sarà visitabile nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Sala Dante) dall’8 marzo all’8 giugno. La mostra è ideata dal Museo Galileo e organizzata congiuntamente alla Biblioteca Nazionale Centrale con la curatela di Natacha Fabbri, Caterina Guiducci e Simona Mammana. L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Firenze e del sostegno di Regione Toscana, GiovaniSì, InContemporanea e Caserma Archeologica, e del contributo di Calliope Arts.


Attingendo al ricco patrimonio della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’esposizione presenterà opere scientifiche, letterarie e cartografiche che rivelano la presenza di interlocutrici e/o di autrici femminili in testi caratterizzati dall’associazione tra donne e sfere celesti. La mostra sarà allestita nella Sala Dante della Biblioteca Nazionale, ove i testi selezionati (sul piano filosofico, letterario e scientifico) creeranno un dialogo inedito con strumenti scientifici, alcuni dei quali molto rari – provenienti dal Museo Galileo e da collezioni private – e creazioni artistiche. La mostra si articola in sette sezioni: “Donne di stelle. Costellazioni e divinità planetarie”; “Recondite armonie. Muse, sirene e macchine del mondo”; “Dignità e pregiudizio. L’astronomia per tutti”; “Nuovi sguardi su nuovi mondi. Telescopi, satelliti ed echi galileiani”; “Viaggiatrici del cosmo. Tra sogno e scienza”; “Donne di scienza. Dall’astronomia per signore alle signore dell’astronomia”; “Quando il corpo è celeste. Immagini astrali sul femminile”.


Al piano terreno un focus su “Canzoni stralunate”. Parte integrante dell’esposizione sono le sette grandi tele dell’artista Ilaria Margutti dal titolo “Le variabili del Cigno. Sette tele per il cielo di Henrietta Leavitt”, che prendono spunto dagli studi condotti dall’astronoma statunitense, nota anche per i suoi importanti lavori sul periodo e la luminosità delle stelle Cefeidi. Margutti ha interpretato i complessi calcoli matematici di Leavitt mediante l’antica tecnica del ricamo, riportando su tele di grande formato (70 x 280 cm) le coordinate delle 1777 variabili delle Nubi di Magellano registrate da Henrietta Swan Leavitt tra il 1904 e il 1908. Una parte della mostra è dedicata ai temi astronomici presenti nella cosiddetta “querelle des femmes”, ossia in opere che argomentano l’eguaglianza intellettuale e sociale tra uomini e donne, esaltando la dignità delle donne e rivendicando il loro diritto ad accedere anche agli studi scientifici.


L’esposizione offre una rara opportunità di ammirare tre preziosissimi globi celesti e terrestri in miniatura, risalenti alla fine del Settecento e l’inizio Ottocento, oltre a strumenti astronomici di fattura italiana, inglese e francese. Saranno esposti anche due manoscritti del fondo galileiano che testimoniano l’uso del telescopio da parte della regina di Francia Maria de’ Medici e di Margherita Sarrocchi, che difese pubblicamente la veridicità delle novità celesti rivelate da Galileo. Otto video, fruibili tramite QR code, illustrano i temi principali della mostra, offrendo inoltre la possibilità di ascoltare le musiche di alcune compositrici, tematicamente e/o cronologicamente affini agli argomenti trattati.


“Aspettando l’arrivo della prima donna sulla Luna, che avverrà nell’ambito della missione Artemis della Nasa – si legge nel testo di presentazione – la mostra presenta una ‘costellazione’ di donne, ci parla dei loro successi ma anche degli ostacoli e delle sfide che hanno dovuto superare per passare dal ruolo di muse a quello di assistenti prima e colleghe poi degli scienziati uomini: astronome, filosofe, scrittrici, mecenati e artiste che hanno offerto contributi importanti alla ricerca astronomica e difeso il valore della parità di genere anche in ambito scientifico”.

Franciacorta: convegno su Denominazioni e IG per sviluppo territorio

Franciacorta: convegno su Denominazioni e IG per sviluppo territorioMilano, 7 mar. (askanews) – “Oltre la Franciacorta. Denominazioni di Origine e Indicazioni Geografiche: le logiche di rete come opportunità di sviluppo territoriale”. Questo il titolo del convegno che si terrà il 15 marzo alle 17.30 al Salone Vanvitelliano in piazza della Loggia a Brescia, che si propone di esaminare il ruolo delle Denominazioni e delle IG nello sviluppo territoriale, con particolare attenzione alle opportunità che le logiche di rete offrono per la valorizzazione del territorio.


Al convegno, promosso dal Consorzio Franciacorta, si ragionerà sull’efficacia degli eventi sul territorio e sull’attivazione di altri canali, sia pubblici che privati, per estendere la conoscenza della Franciacorta e del territorio circostante, e di come organizzare e coordinare tali iniziative per massimizzarne l’impatto e coinvolgere un pubblico sempre più ampio. Moderato dalla presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, Roberta Garibaldi, all’appuntamento interverranno la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, e l’assessore comunale Andrea Poli, il direttore della Treccani, Massimo Bray, lo storico e critico d’arte, Davide Dotti, il docente di Storia medievale presso l’Università Cattolica, Gabriele Archetti, e il rettore dell’Accademia Symposium, Padre Luigi Cavagna.


L’incontro segna l’apertura del “Festival di Primavera, cibo e cultura in Franciacorta”, una celebrazione della cultura, dell’enogastronomia e del territorio. La scelta di Brescia come sede anticipata del Festival “riflette l’importanza della città come parte integrante dell’areale della Denominazione: Brescia, con il suo ricco patrimonio archeologico, la fervida vita culturale e l’economia florida, rappresenta un punto di riferimento ideale per questa prima edizione della manifestazione”. “Questo – sottolinea l’ente consortile – evidenzia la strategia di crescita territoriale del Franciacorta, “volta a coinvolgere una molteplicità di attori per ampliare le collaborazioni e i legami con il territorio”.

Verbali di Amara: a Davigo 1 anno e 3 mesi anche in appello

Verbali di Amara: a Davigo 1 anno e 3 mesi anche in appelloBrescia, 7 mar. (askanews) – Nessuna revisione della condanna, nessuno sconto di pena: Piercamillo Davigo è stato condannato anche nel secondo grado di giudizio per il caso della diffusione dei verbali segreti sulla Loggia Ungheria. La Corte d’Appello di Brescia ha infatti confermato la condanna a 1 anno e 3 mesi di reclusione (con pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziario) per rivelazione del segreto d’ufficio, la stessa pena che venne inflitta all’ex consigliere del Csm nel giugno scorso nel processo di primo grado.


Davigo, ora in pensione, era presente in aula al momento della lettura del verdetto ma dopo la sentenza ha lasciato il palazzo di giustizia di Brescia senza rilasciare nessuna dichiarazione a telecamere e giornalisti. “Continuo ad essere convinto dell’innocenza del mio assistito. Leggeremo le motivazioni e ricorreremo in Cassazione”, ha commentato l’avvocato Davide Steccanella che lo difende insieme al collega Francesco Borasi. Il caso giudizario che ha travolto il magistrato simbolo della stagione delle inchieste di Tangentopoli riguarda il passaggio di mano e la successiva diffusione dei verbali con gli interrogatori segreti resi nel dicembre 2019 da Piero Amara, legale esterno di Eni, al pm milanese Paolo Storari: interrogatori in cui Amara aveva rivelato l’esistenza della cosiddetta “Loggia Ungheria”, un’associazione segreta che – secondo il legale siciliano – sarebbe stata in grado di pilotare nomine nella magistratura e nei più importanti incarichi pubblici. Rivelazioni che secondo il pm Storari andavano verificate tempestivamente, attraverso una serie atti investigativi e alcune iscrizioni nel registro degli indagati. Ma le sue richieste di procedere con indagini mirate sarebbero state ignorate dai vertici della procura Milano, tanto da spingerlo a consegnare il plico con i verbali di Amara all’allora consigliere del Csm Davigo. Dopo aver ricevuto i verbali da Storari, Davigo ne consegnò una copia all’allora vicepresidente del Csm David Ermini che nel corso della sua testimonianza nell’aula del Tribunale di Brescia assicurò: “Quei verbali li ho distrutti. Erano non utilizzabili, non firmati ed erano arrivati in modo non ufficiale”.


Ermini parlò comunque della vicenda con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre Davigo rivelò il contenuto dei verbali all’allora procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, all’ex presidente della Suprema Corte, Pietro Curzio, e tre componenti del comitato di Presidenza del Csm. Tra gli altri, fu messo al corrente della vicenda anche l’allora presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il senatore pentastellato Nicola Morra. Una copia di quei verbali secretati che fu anche consegnata ad alcuni organi di stampa: una fuga di notizie che ha portato sotto processo a Roma Marcella Contraffatto, ex segretaria di Davigo al Csm, poi prosciolta dalle accuse. Tra i presunti iscritti alla Loggia Ungheria figurava anche il nome dell’ex consigliere del Csm Sebastiano Ardita che, nella convinzione di aver subito un pesante danno di immagine dalla diffusione dei verbali, si è poi costituito parte civile nel processo contro Davigo. “Non c’è da sorpredersi, visto che in fondo l’imputato aveva anche confessato di aver commesso i reati per i quali oggi è stata confermata la condanna”, ha puntualizzato dopo la lettura della sentenza l’avvocato di parte civile Fabio Repici che assiste Ardita. Secondo il legale, la sentenza di secondo grado ha “anche confermato che Davigo ha agito al fine di screditare Ardita in un momento delicato della vita del Csm e in un momento in cui Ardita al Csm era un ostacolo da abbattere”. La speranza, ora, è che “si possa mettere un punto su questo”. Perciò, ha sottolineato ancora Repici, “confido che a Milano si potranno individuare ed accertare le ragioni che portarono Piero Amara a verbalizzare le calunnie che furono poi divulgate da Davigo. Penso che si potranno individuare sia gli interessi che hanno mosso Amara sia i danti causa del suo operato”.


L’altro protagonista della vicenda, il pm Storari, è finito sotto processo per la stessa accusa ma è già stato assolto in via definitiva. Il magistrato milanese raccontò di aver consegnato i verbali con gli interrogatori secretati di Amara a Davigo come atto di “autotutela” di fronte al presunto “immobilismo” dei suoi diretti superiori che non intendevano – sempre secondo Storari – minare la credibilità di Amara, uno dei testimoni chiave della procura di Milano nel processo sulla presunta maxi corruzione di Eni e Shell in Nigeria che si è chiuso con l’assoluzione dell’ad di Eni, Claudio Descalzi, del suo predecessore Paolo Scaroni e di tutti agli altri imputati. Quanto è bastato per spingere la procura di Brescia, titolare nelle indagini che coinvolgono le “toghe” milanesi, ad avviare un’indagine nei confronti dell’allora procuratore di Milano, Francesco Greco, per far luce su eventuali omissioni nella gestione dell’inchiesta sulla Loggia Ungheria. Ma il fascicolo che vedeva l’ex capo della procura meneghina indagato per omissione d’atti d’ufficio è stato archiviato su richiesta degli stessi pm di Brescia. Di Francesco Catanzaro

Bandecchi (Ap): governo Meloni è incapace di governare,

Bandecchi (Ap): governo Meloni è incapace di governare,Roma, 7 mar. (askanews) – “Il governo è incapace di governare, dopo quasi due anni di governo Meloni non hanno fatto niente di concreto”. Così Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e coordinatore di Alternativa Popolare, intervistato da Radio Cusano Campus.


“Il Governo di destra si fa beffe di noi: il barile di petrolio era arrivato a 140 euro, oggi ne costa 80/70 euro. Come mai la benzina non è scesa vistosamente così quanto è salita? Siamo governati da incapaci, di destra e di sinistra, che nella vita hanno fatto poco, e purtroppo hanno messo poche volte insieme il pranzo con la cena”, ha sottolineato. Bandecchi ha poi voluto aggiungere ulteriori dettagli anche sulla situazione dell’Italia in vista delle elezioni europee: “Gli italiani devono confrontarsi con la verità. Abbiamo 10,8% dei parlamentari che sono seduti su 26 stati, quindi già la matematica ci dovrebbe aiutare a capire che la media sarebbe i 3,8 per uno. Noi abbiamo tre volte quello che hanno gli altri stati. Solo noi italiani mandiamo in Europa gli incompetenti. Non è l’Europa che deve fare le leggi per l’Italia, sono i parlamentari italiani che abbiamo mandato in Europa per 20mila euro al mese che dovrebbero fare il bene per il nostro Paese”.


In merito a chi dice che l’Italia stia meglio rispetto alla Germania, Bandecchi ha aggiunto: “Non è vero, gli imprenditori italiani sono più intelligenti degli imprenditori tedeschi e se la cavano. Il prodotto interno lordo lo fanno gli imprenditori, lo fanno i cittadini, non lo fanno i governanti. Il cittadino che va nei supermercati trova ancora i prodotti agli stessi prezzi di sei mesi fa, quindi aumentati”.

Ncc, Occhiuto: Calabria vince battaglia del buon senso

Ncc, Occhiuto: Calabria vince battaglia del buon sensoRoma, 7 mar. (askanews) – “Sugli Ncc la Calabria vince una battaglia storica, che abbiamo combattuto nell’interesse collettivo, a favore dei consumatori, per avere servizi più efficienti, per la libertà di impresa. Perdono le corporazioni e perde la logica protezionistica”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, dopo la decisione della Corte Costituzionale.


“Mesi fa il Consiglio regionale ha approvato una legge, nata su mia specifica iniziativa, che avrebbe consentito il rilascio di 200 nuove licenze Ncc in Calabria. Abbiamo tanti turisti che arrivano nel nostro territorio, ne vogliamo attrarre sempre di più, ed è nostro dovere impegnarci per garantire loro una mobilità adeguata. Il governo, qualche settimana dopo, aveva deciso di impugnare quella norma dinanzi alla Corte Costituzionale, decisione alla quale la Regione Calabria si è immediatamente opposta”, aggiunge. “Successivamente ho dunque proposto e fatto approvare in Consiglio regionale una nuova legge organica della materia, che ci consentisse il rilascio delle licenze. Anche in quel caso il governo impugnò la norma e la Regione Calabria si oppose. Oggi la Consulta ci dà ragione, chiedendosi inoltre se sia legittimo il divieto, che dura ormai da più di cinque anni, di rilascio di nuove autorizzazioni per l’espletamento del servizio di noleggio con conducente”, prosegue.


“Dal sistema normativo – sottolinea la Corte – non si può evincere alcun ‘radicale e indiscriminato divieto di erogare servizi innovativi’ per coloro che svolgono il servizio di Ncc. Le innovazioni, oggi capillarmente diffuse nel settore dei trasporti, si legge nella sentenza, ‘rappresentano il cardine della libertà d’iniziativa economica privata e dell’interazione fra le imprese in un mercato efficiente e attento ai bisogni dei consumatori’. Un divieto assoluto di fornire servizi innovativi, dice la Consulta, ‘configurerebbe una misura protezionistica a favore di una determinata categoria di imprese, pregiudicando non soltanto la libertà di iniziativa economica privata, che ha la sua cifra caratteristica nella costante ricerca di innovazioni, ma anche il benessere del consumatore’”, puntualizza il governatore. “Siamo davvero felici di aver provocato questa importante presa di posizione da parte della Corte Costituzionale: ci saranno ricadute estremante positive per i cittadini e per chi vuole intraprendere. Abbiamo vinto la battaglia del buon senso”, conclude Occhiuto.