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Autore: Redazione StudioNews

Banco Bpm boccia Ops di Unicredit: il prezzo non riflette il valore, rischi occupazionali

Banco Bpm boccia Ops di Unicredit: il prezzo non riflette il valore, rischi occupazionaliMilano, 26 nov. (askanews) – Banco Bpm si esprimerà formalmente sull’offerta di scambio annunciata da UniCredit con le tempistiche e secondo le modalità previste dalla legge, ma per il momento arriva una sonora bocciatura all’operazione da parte del cda dell’istituto. Più netto (“è ostile”) è stato un consigliere entrando nella sede di Piazza Meda prima della riunione del board. Le condizioni dell’Ops, che non è stata in alcun modo preventivamente concordata, “risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia – scrive Banco Bpm – e, nell’opinione del cda, non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti della banca”. Potenziale ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, come l’Opa su Anima e l’investimento in Mps.


Il cda all’unanimità ha rilevato, in via preliminare, che il prezzo dell’offerta riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di Banco Bpm del 22 novembre e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo di ieri. La banca guidata da Giuseppe Castagna ribatte punto su punto all’Ops di UniCredit, lanciando in primis l’allarme occupazione: le sinergie di costo lorde stimate da Unicredit sono pari a 900 milioni, ossia più di un terzo della base costi di Banco Bpm, e destano “forti preoccupazioni” sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale.La fusione tra le due banche, inoltre, “fa venir meno l’autonomia giuridica di Banco Bpm, a discapito del brand” e “riduce significativamente la concorrenza sul mercato bancario italiano sia per i clienti retail sia per i clienti corporate, in particolare per le pmi”, ossia il tessuto produttivo a cui storicamente la banca si rivolge. L’offerta, evidenzia ancora il cda, “espone gli stakeholder di Banco Bpm all’alea connessa all’esito delle iniziative di espansione avviate da UniCredit in Germania” con l’operazione Commerzbank, “nonché a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco Bpm nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico”.


La passivity rule, scattata a seguito dell’Ops, infine, condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, soprattutto per quanto riguarda le condizioni dell’Opa su Anima e il recente investimento in Mps, “determinandosi così un quadro di elevata incertezza”, sottolinea la banca.Banco Bpm rimane quindi focalizzata sull’implementazione del piano al 2026, sull’esecuzione dell’Opa su Anima – di cui depositerà oggi alle autorità di vigilanza le istanze autorizzative del documento di offerta – e sul conseguente aggiornamento del piano, “non trascurando – conclude il lungo comunicato del cda – alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo”.


 

Banco Bpm boccia Ops: prezzo non riflette valore, rischi occupazionali

Banco Bpm boccia Ops: prezzo non riflette valore, rischi occupazionaliMilano, 26 nov. (askanews) – Banco Bpm si esprimerà formalmente sull’offerta di scambio annunciata da UniCredit con le tempistiche e secondo le modalità previste dalla legge, ma per il momento arriva una sonora bocciatura all’operazione da parte del cda dell’istituto. Più netto (“è ostile”) è stato un consigliere entrando nella sede di Piazza Meda prima della riunione del board. Le condizioni dell’Ops, che non è stata in alcun modo preventivamente concordata, “risultano del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia – scrive Banco Bpm – e, nell’opinione del cda, non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti della banca”. Potenziale ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, come l’Opa su Anima e l’investimento in Mps.


Il cda all’unanimità ha rilevato, in via preliminare, che il prezzo dell’offerta riflette un premio dello 0,5% rispetto al prezzo ufficiale di Banco Bpm del 22 novembre e uno sconto implicito del 7,6% rispetto al prezzo di ieri. La banca guidata da Giuseppe Castagna ribatte punto su punto all’Ops di UniCredit, lanciando in primis l’allarme occupazione: le sinergie di costo lorde stimate da Unicredit sono pari a 900 milioni, ossia più di un terzo della base costi di Banco Bpm, e destano “forti preoccupazioni” sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale. La fusione tra le due banche, inoltre, “fa venir meno l’autonomia giuridica di Banco Bpm, a discapito del brand” e “riduce significativamente la concorrenza sul mercato bancario italiano sia per i clienti retail sia per i clienti corporate, in particolare per le pmi”, ossia il tessuto produttivo a cui storicamente la banca si rivolge. L’offerta, evidenzia ancora il cda, “espone gli stakeholder di Banco Bpm all’alea connessa all’esito delle iniziative di espansione avviate da UniCredit in Germania” con l’operazione Commerzbank, “nonché a una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica che, in luogo di un’attrattiva concentrazione di Banco Bpm nelle regioni più dinamiche del Paese e dell’Eurozona, si riposizionerebbe su aree oggi caratterizzate da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico”.


La passivity rule, scattata a seguito dell’Ops, infine, condizionerà la flessibilità strategica del gruppo, soprattutto per quanto riguarda le condizioni dell’Opa su Anima e il recente investimento in Mps, “determinandosi così un quadro di elevata incertezza”, sottolinea la banca. Banco Bpm rimane quindi focalizzata sull’implementazione del piano al 2026, sull’esecuzione dell’Opa su Anima – di cui depositerà oggi alle autorità di vigilanza le istanze autorizzative del documento di offerta – e sul conseguente aggiornamento del piano, “non trascurando – conclude il lungo comunicato del cda – alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo”.

In un convegno i retroscena dell’inaugurazione di Radio Vaticana

In un convegno i retroscena dell’inaugurazione di Radio VaticanaMilano, 26 nov. (askanews) – “Guglielmo Marconi: Radio Vaticana e i primi film sonori di Pio XI”: questo il titolo del convegno in programma giovedì 28 novembre alle ore 11:00 all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Un appuntamento organizzato dalla Fondazione Memorie dell’Audiovisivo del Cattolicesimo (MAC) e dal centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies (CAST) dell’Università Telematica internazionale Uninettuno in concomitanza di tre anniversari che ricorrono in questo 2024: i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi; i 100 anni di Radio in Italia; e i 100 anni dalla nascita dell’Istituto Luce.


Interverranno: il regista e scrittore Pupi Avati; monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia accademia delle scienze e delle scienze sociali e presidente della Fondazione MAC; Chiara Sbarigia, presidente dell’Archivio Luce Cinecittà; e Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università Telematica Internazionale UniNettuno e direttore del CAST. Al centro dei lavori i retroscena dell’inaugurazione della Radio Vaticana, avvenuta il 12 febbraio 1931, sulla base dell’intreccio di reperti audiovisivi e documenti tratti da diversi archivi vaticani. “Fino ad oggi – afferma monsignor Viganò, anticipando i contenuti della giornata – nessuno poteva sospettare che questa data avesse segnato anche un momento molto significativo nella storia del rapporto tra la Santa Sede e il cinema e, più nello specifico nella piccola storia del rapporto tra la Santa Sede e l’Istituto Luce”.


Gli studi effettuati – presentati da Gianluca della Maggiore – dimostrano che non esistono immagini filmate realizzate in occasione dell’avvenimento in questione, nonostante l’interesse mostrato da alcuni player statunitensi come la Fox e la Paramount che avrebbero fatto di tutto pur di avere il primo ‘film parlante’ di un papa. All’epoca l’industria cinematografica si stava muovendo verso l’innovazione del sonoro. Tuttavia – spiega Viganò – “Pio XI fin dal 1925 aveva dato precisa disposizione affinché venisse assolutamente esclusa la riproduzione cinematografica della sua persona”. Inoltre – prosegue Viganò – “fu proprio il papa in persona a impedire che fossero altre società cinematografiche a riprendere l’evento: egli, come documentano le carte della Segreteria di Stato, avrebbe voluto concedere ancora una volta al Luce questa esclusiva. Ma c’era un impedimento di pura natura storico-tecnologica che non permise di dar corso a questa disposizione: il Luce, infatti, in quel momento non aveva ancora operato la conversione al sonoro, evento che si verificò solo qualche mese dopo a partire dal settembre 1931, epoca alla quale risalgono i primi cinegiornali e documentari sonori dell’istituto Luce”.


(Foto Marconi Crediti Vatican Media)

Nei primi sei mesi export distretti agroalimentari +6,5% a 14 mld

Nei primi sei mesi export distretti agroalimentari +6,5% a 14 mldRoma, 26 nov. (askanews) – Cresce l’export dei distretti agroalimentari italiani che nei primi sei mesi de 2024 ha raggiunto un valore di 14 miliardi di euro, con un aumento del 6,5% tendenziale. Sostanzialmente invariato l’export della filiera dei distretti vitivinicoli (+0,7% tendenziale), bene quella di pasta e dolci (+6,2%) e filiera dei distretti agricoli con un + 2,2% rispetto alla prima meta del 2023. La Germania si conferma il primo partner commerciale per i distretti agroalimentari italiani (+3,4% nel primo semestre), ma si segnalano anche incrementi a doppia cifra verso gli Stati Uniti (+16,2%). Positivi anche i flussi destinati alla Francia (+3,6%), stabile il Regno Unito (+0,5%). E’ quanto emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 30 giugno 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.


Dopo aver chiuso il primo trimestre del 2024 con un incremento tendenziale del 6,6%, l’export dei distretti agroalimentari italiani prosegue allo stesso ritmo nel secondo trimestre e i primi sei mesi dell’anno consentono di raggiungere oltre 14 miliardi di euro di esportazioni a valori correnti, il 6,5% in piu (ossia 857 milioni) rispetto alla prima meta del 2023. L’evoluzione è in linea con quella del totale agroalimentare italiano (+7,4%), di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati. Nel dettaglio, la filiera dei distretti vitivinicoli, che rappresenta circa un quarto del totale export dei distretti agroalimentari, chiude sostanzialmente invariata il primo semestre del 2024 con quasi 3,3 miliardi di export (+0,7% tendenziale). Il distretto piu importante in termini di valori esportati, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, chiude il semestre con un calo tendenziale del 4,7%. Rallenta ma resta in territorio ampiamente positivo, il distretto dei Vini del Veronese (+6,7%); stessa dinamica per i Vini dei colli fiorentini e senesi (+3,6%), mentre il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene accelera nel secondo trimestre e chiude il semestre con un progresso del +6,1%.

Confagri: su olio evo più info e promozione per salvare filiera

Confagri: su olio evo più info e promozione per salvare filieraRoma, 26 nov. (askanews) – Aumenta la produzione di olio, ma non in Italia: il nostro Paese, stando alle ultime stime di campagna, perde un terzo dei quantitativi rispetto allo scorso anno e chiude il 2024 con circa 224mila tonnellate di olio di oliva (-32%). Nel bacino mediterraneo la produzione globale sarà maggiore del 30% e del 12% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Per effetto dell’alternanza produttiva, ma anche dei cambiamenti climatici, il nostro Paese per la prossima campagna sarà il quinto produttore al mondo dopo Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia.


Oltre a una minore produzione generale di olive, quest’anno i produttori italiani, tranne in alcune zone, hanno dovuto scontare una resa in olio fra le più basse mai registrate. L’appello di Confagricoltura in occasione della giornata mondiale dell’olivo è di salvaguardare il giusto valore della filiera, che vede ancora costi di produzione elevati e in particolare di frangitura, ma anche evitare speculazioni e mantenere a un livello adeguato il prezzo minimo. Il mercato, infatti, non remunera adeguatamente il produttore: dai 9.9 Euro/kg dello scorso anno si è passati in questi giorni ad alcuni scambi dell’olio extravergine italiano a 7.8 Euro/kg. “L’Italia è il Paese olivicolo con più biodiversità al mondo, con oli EVO di altissima qualità, unici per proprietà organolettiche e analitiche di cui si deve tenere conto: non si può ridurre tutto a un mero calcolo algebrico – dice Walter Placida, presidente della Federazione Olivicola Olearia di Confagricoltura -. Mai come in questa stagione il prodotto italiano assume un connotato di rarità e prestigio; mai come in questa stagione, falcidiata in termini produttivi da un’alternanza esasperata e da eventi climatici acuti, va riconosciuto il giusto pregio all’EVO italico. Dobbiamo prestare attenzione alle speculazioni e ai tentativi di quotazioni al ribasso, richiamando alla responsabilità tutti gli attori della filiera, con il supporto delle istituzioni”.


In quest’ottica, ad avviso di Confagricoltura, sarà di aiuto anche implementare efficaci azioni di controllo sugli oli in commercio, soprattutto di provenienza estera, per accertarne l’origine e la qualità. Queste azioni, unitamente a una corretta informazione al consumatore, sono di vitale importanza per la tutela e sviluppo del prodotto olio extravergine di oliva italiano. Non dimentichiamo poi, aggiunge la Confederazione, che alcune zone in cui la coltivazione dell’olivo è secondaria rispetto ad altri comparti produttivi sono sovente aree di grande vocazione turistica: l’eventuale abbandono o incuria degli uliveti causerebbe un grave danno economico all’intero territorio.


“Oltre alla necessità di attivare specifiche campagne informative ed educative sulle peculitarità dell’olio di oliva italiano – conclude Placida – riteniamo utile attivare percorsi di consumo guidato nella ristorazione e nei consueti canali di distribuzione organizzata. Una maggiore consapevolezza della qualità del nostro prodotto non può che rafforzare il comparto”.

D’Eramo: a fine gennaio sintesi proposte su marchio biologico

D’Eramo: a fine gennaio sintesi proposte su marchio biologicoRoma, 26 nov. (askanews) – “Il marchio sul biologico è attesissimo dal settore: il bando è stato pubblicato circa 2 mesi fa e sono arrivate oltre 35 domande: questo marchio non deve essere solo un esercizio grafico ma una sintesi rappresentativa del nostro biologico. A breve, spero per fine gennaio avremo una sintesi delle proposte per poi stabilire la scelta definitiva del marchio biologico italiano”. Lo ha detto il sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo, intervenuto oggi alla Camera alla conferenza stampa “Il Bio dentro di Noi”, nel corso della quale è stato studio innovativo che esplora l’impatto di un’alimentazione bio sulla salute umana.


“Tante di queste proposte – detto D’Eramo, sono arrivate da scuole superiori e università, c’è una consapevolezza dell’importanza del settore”. Il sottosegretario ha ricordato che “Dieta Mediterranea e biologico sono un connubio vincente: insieme hanno un potenziale enorme sia per quanto riguarda il tema della salute, sia della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della biodiversità territoriale”. “Siamo la nazione che meglio interpreta la varietà del biologico – ha aggiunto – entro il 2030 è necessario che il 25% della Sau sia a biologico, oggi noi siamo già oltre il 20% e in sei regioni abbiamo superato la quota del 30%. Siamo il punto di riferimento per i mercati internazionali”.


Ovviamente, ha riconosciuto D’Eramo, “una politica che sostenga il consumo, anche interno, del biologico è fondamentale. Su questo stiamo portando avanti delle riflessioni”.

Casa, idealista: affittare casa costa più del 30% del reddito

Casa, idealista: affittare casa costa più del 30% del redditoRoma, 26 nov. (askanews) – Nel terzo trimestre del 2024, il tasso di sforzo per affittare una casa in Italia è aumentato del 2,9% rispetto all’anno precedente. Secondo uno studio di idealista, portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia, la quota di reddito familiare necessaria per affittare un’abitazione con due camere da letto è salita dal 27,4% del 2023 al 30,3% nello stesso periodo del 2024. Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi: “Il crescente tasso di sforzo per gli affitti in Italia è legato a diversi fattori strutturali ed economici. L’aumento dell’inflazione sta comprimendo il potere d’acquisto delle famiglie, aggravando la situazione per chi è soggetto all’adeguamento annuale del canone di locazione. La situazione è ulteriormente aggravata nei centri urbani con una forte presenza di affitti brevi o temporanei, spesso destinati a turisti. In queste aree, i residenti locali devono affrontare una concorrenza indiretta, trovandosi a sostenere uno sforzo economico nettamente superiore per affittare un’abitazione”.

Alert viaggi 3G: Il vademecum di per vivere al meglio i viaggi multigenerazionali on the road

Alert viaggi 3G: Il vademecum di per vivere al meglio i viaggi multigenerazionali on the roadRoma, 26 nov. (askanews) – Viaggiare con i membri della propria famiglia può sembrare un’impresa ardua: priorità differenti, caratteri diversi e ritmi disallineati possono rendere difficile l’organizzazione di una vacanza insieme. Eppure, i viaggi multigenerazionali sono una tendenza che da qualche anno cresce sempre di più: secondo il report condotto da Family Travel Association, oltre il 50% degli intervistati ha scelto di viaggiare con genitori, nonni e figli.


Questa esperienza, chiamata anche di viaggio 3G perché il termine rappresenta le tre generazioni coinvolte – nonni (prima generazione), genitori (seconda generazione) e figli (terza generazione), guadagna terreno proprio per la possibilità di riscoprire e consolidare legami con la propria famiglia, magari anche estesa, e creare ricordi preziosi destinati a rimanere per tutta la vita. Le differenze generazionali sono, infatti, la vera forza di queste vacanze: i membri di età diverse possono imparare molto gli uni dagli altri e crescere insieme. In vista della fine dell’anno e delle pianificazioni di viaggi nel corso del 2025, CamperDays, la piattaforma di noleggio camper leader in Europa, presenta una guida per mettere in luce come le vacanze on the road siano perfette per stare in famiglia, suggerendo una lista di consigli e destinazioni adatte a tutte le generazioni.


‘Viaggiare in famiglia significa riscoprire il valore del tempo di qualità trascorso insieme. In un mondo sempre più frenetico, i viaggi offrono un’opportunità unica per rallentare e connettersi. È un’esperienza che arricchisce ogni generazione, rafforzando i legami familiari e promuovendo una vera condivisione, lontano dalla routine quotidiana’ commenta Maximilian Schmidt, Managing Director di CamperDays. Guida di sopravvivenza al road-trip multigenerazionale Per viaggiare on the road con la propria famiglia all’insegna dell’armonia, ci sono alcuni piccoli accorgimenti su cui puntare.


– Pianificare insieme la vacanza: l’organizzazione del road trip è già parte dell’esperienza e può essere un momento di condivisione e di creazione di ricordi, senza ovviamente dimenticare una buona dose di improvvisazione che può portare a sorprendenti scoperte. – Organizzare al meglio gli spazi: ‘vivere’ la vacanza in uno spazio come un camper può mettere alla prova. Fondamentale è quindi mantenere l’ordine, per esempio, assegnando ad ogni membro della famiglia una propria area dove custodire gli effetti personali. – Creare momenti di convivialità: un aspetto positivo dei viaggi on the road è la loro capacità di rafforzare i legami. Innumerevoli sono i momenti ludico-creativi che si possono condividere in camper per mantenere vivo l’entusiasmo di tutto il gruppo e svagarsi durante gli spostamenti più lunghi come la creazione di playlist musicali condivise o di giochi semplici, ma coinvolgenti (un esempio potrebbe essere l’identificazione lungo la strada di particolari modelli di automobili). – Ritagliarsi momenti individuali: altrettanto rilevante è non obbligare tutti i componenti della famiglia a svolgere le stesse attività per tutta la durata del viaggio, ma lasciare la libertà di scegliere cosa fare in base ai propri interessi e preferenze. – Seguire i ritmi della famiglia: è fondamentale rispettare questo principio, ancora di più se si viaggia con persone di diverse generazioni: per esempio, è opportuno prevedere frequenti soste durante gli spostamenti, per sgranchirsi le gambe e liberare la mente. Allo stesso modo, è consigliabile ruotare spesso i guidatori, così che ognuno possa riposare e godersi l’avventura da passeggero. – Appianare divergenze e discussioni: la vicinanza (anche fisica) di un viaggio on the road può rivelarsi benefica per affrontare in modo costruttivo piccole divergenze, favorendo così un dialogo aperto tra tutti i membri della famiglia, adulti e più giovani. In questo contesto, non va sottovalutato il potere del buonumore, essenziale per incoraggiare a vedere sempre il lato positivo e risolvere velocemente le discussioni quotidiane. Da Miami al Cile fino a Lisbona: il giro del mondo in famiglia Un’altra grande incognita può essere data dalla scelta delle destinazioni più adatta a esigenze e preferenze di diverse generazioni. CamperDays propone una selezione di itinerari in grado di accontentare tutti i membri della famiglia:


– Florida, Stati Uniti: caratterizzata da un clima soleggiato per gran parte dell’anno (fatta eccezione per la stagione degli uragani che raggiunge il picco tra ottobre e metà novembre), questa meta è ideale per avventure multigenerazionali. Un ottimo punto di partenza è visitare uno o più parchi tematici: da Disney World a SeaWorld, i viaggiatori di tutte le età hanno moltissime opzioni tra cui scegliere, rendendo questo stato la culla dei divertimenti degli Stati Uniti. A Miami, conosciuta anche come la ‘Magic City’, si può poi trovare la magnifica Ocean Drive, il cuore pulsante della capitale floridiana che ne cattura l’anima caotica e divertente: un museo a cielo aperto punteggiato da coloratissimi edifici storici in stile art déco si alterna ad una infinità di ristoranti, bar e caffè all’aria aperta dove poter gustare un’elevata selezione di cucine, il tutto a breve distanza da South Beach, nota in tutto il mondo per la sua sabbia fine e per le sue iconiche ‘lifeguard towers’, per un tuffo nell’Oceano Atlantico. Se si prosegue verso sud, si consiglia alle famiglie più avventurose un salto nella natura selvaggia del Parco Nazionale delle Everglades, la più grande riserva naturale subtropicale protetta dove, tra paludi erbose e mangrovie, è possibile partecipare a tour in airboat per avvistare alligatori e coccodrilli. – La Fortuna, Costa Rica: natura, relax e avventura sono le tre parole chiave che contraddistinguono il territorio tra La Fortuna e il vulcano Arenal, una meta sicura ed ospitale dove ogni membro della famiglia può trovare attività su misura. L’itinerario parte dalla vivace San José, dove è possibile esplorare il centro storico ed approfittare dei mercati locali per rifornirsi di specialità e scorte alimentari per il viaggio. Proseguendo verso la città montuosa di La Fortuna, si consiglia di visitare il Parco Nazionale del Vulcano Arenal per incontri ravvicinati con la fauna locale come bradipi, tucani e scimmie ragno. Da non perdere anche le cascate situate in questa località, dove poter sostare per picnic e pause immersi nel verde. A breve distanza, si trovano anche le terme di Tabacón, perfette per momenti di benessere e relax per nonni e genitori, mentre i bambini si divertono nelle piscine termali. Per i componenti della famiglia più avventurosi, La Fortuna offre anche esperienze ‘da brivido’ come zipline tra le chiome degli alberi, cavalcate nella giungla ed attraversamenti su ponti sospesi con viste mozzafiato sulla foresta pluviale (come, per esempio, il celebre Mistico Arenal Hanging Bridges Park). – Norimberga, Germania: la seconda città più grande della Baviera stupisce per l’ampia gamma di attività, che spaziano tra storia, cultura e divertimento. L’Altstadt, il centro storico, è stato ricostruito nel corso della seconda metà del ‘900, dando vita ad un’atmosfera senza tempo. Il prestigioso Staatstheater Nürnberg, fondato nel 1905 ed oggi uno dei teatri d’opera più grandi della Germania, propone spettacoli di opera, balletto, teatro e concerti, in grado di affascinare tanto nonni e genitori quanto i più giovani. L’Hauptmarkt, la piazza principale, è un’altra tappa per tutta la famiglia: ospita la Schöner Brunnen, una fontana gotica alta 19 metri, rifinita in oro e adornata da statue, famosa per i suoi anelli portafortuna incastonati nel cancello. É d’obbligo poi una visita all’Handwerkerhof, il quartiere degli artigiani, dove si può respirare la vera anima di Norimberga e fare acquisti dando un’occhiata alle bancarelle di prodotti locali, spezie e fiori del mercatino settimanale di Wochenmarkt. Si può poi abbinare la visita in città a gite presso il maestoso castello imperiale di Kaiserburg, con le sue imponenti mura e i tetti rossi che si stagliano contro il cielo bavarese, ed il parco Playmobil, che promette momenti di condivisione e svago per le famiglie. – Cile, Punta Arenas: sebbene possa sembrare una destinazione non particolarmente ‘family-friendly’, in realtà questo angolo del Cile è una meta dove poter viaggiare tranquillamente on the road con i propri affetti più cari e vivere – tra paesaggi unici e storie straordinarie – esperienze mozzafiato in grado di incontrare le esigenze di tutti. La prima gita è senza dubbio da dedicare alla Isla Magdalena, dove migliaia di pinguini magellanici si radunano in una scenografica colonia: numerosi tour in barca permettono di osservare da vicino questa straordinaria fauna locale, affascinando grandi e piccoli. Per gli amanti della natura, è imperdibile il trekking nella Reserva Nacional de Magallanes, situata a soli cinque chilometri dal centro di Punta Arenas: qui un’escursione di sei chilometri permette di raggiungere due spettacolari punti panoramici, il Mirador de Agostini e il Mirador Zapador Austral, da cui si può ammirare il maestoso Stretto di Magellano. Inoltre, la riserva offre attività per tutte le età, compreso un percorso accessibile per persone con mobilità ridotta, assicurando a ciascun visitatore un’esperienza immersiva nel cuore della foresta. Se si preferisce rimanere in prossimità di Punta Arenas, il centro storico è perfetto per una piacevole passeggiata: da Plaza de Armas, con la sua chiesa principale e la statua di Magellano (si dice che baciare il piede della statua porti fortuna) al lungomare, decorato da splendidi murales ispirati alla vita dei pescatori. Non lontano dal centro, l’area marina protetta ‘Francisco Coloane’ regala emozioni uniche con i suoi tour di avvistamento delle balene megattere, che durante l’estate trovano rifugio attorno all’isola di Carlos III. – Portogallo, da nord a sud: il Paese dei pastéis de nata e degli azulejos è una meta ideale per un viaggio in camper con tutta la famiglia. Si parte dal nord, più precisamente da Porto, dove tra le attività imperdibili per le famiglie vi sono passeggiate e biciclettate sul lungofiume nel coloratissimo quartiere di Ribeira, una delle zone più caratteristiche del centro storico e dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. In particolare, un luogo spettacolare dove gustare specialità locali e godere della splendida vista è sull’imponente ponte Dom Luis I che collega il centro storico a Vila Nova de Gaia, nota per le sue cantine vinicole. Se si organizza una vacanza multigenerazionale durante la bella stagione, il suggerimento è di spostarsi (per esempio durante la notte per risparmiare tempo) verso la regione più a sud, l’Algarve, raggiungibile in circa cinque ore, per tuffarsi nell’Oceano Atlantico e rilassarsi sulle immense spiagge dorate di cittadine come Faro, Albufeira e Portimão. Questo itinerario non può dichiararsi completo senza una tappa a Lisbona, a sole 3 ore di distanza dall’Algarve: imperdibile è una corsa sul tram 28, così da avere una panoramica delle attrazioni principali della città come gli iconici quartieri di Alfama e Barrio Alto. Per i più piccoli, una gita all’Oceanário (nel quartiere più moderno della capitale portoghese, Parque das Nacoes o quartiere Expo) li stupirà, lasciandoli a bocca aperta.

MIBA 2025, la sfida della riqualificazione edilizia

MIBA 2025, la sfida della riqualificazione ediliziaMilano, 26 nov. (askanews) – Sono 12 milioni gli edifici a uso residenziale e il 60% ha più di 45 anni. Il dato emerge dal report Enea 2024 “La consistenza del parco nazionale immobiliare” e apre a importanti riflessioni. Il tema della riqualificazione del costruito risulta essere un punto centrale della Direttive Case Green. In Europa alta è l’attenzione per la riduzione dell’impatto degli immobili sull’ambiente, con specifici obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, al fine di raggiungere il target comunitario di diminuzione delle emissioni del 55%. Queste premesse spingono l’edilizia – intesa quale progettazione, materiali, impianti, tecnologie – a studiare interventi in grado di adeguare gli edifici alle nuove normative europee. Le imprese edili, non possono più porsi come mere esecutrici di cantiere nelle riqualificazioni energetiche degli immobili ma devono rivestire un nuovo ruolo, informativo e di orientamento, nei confronti dei condomini coinvolti nella scelta degli interventi da realizzare.


Questo è emerso dalla presentazione realizzata dall’architetto Cecilia Hugony, amministratrice delegata di Teicos, azienda edile milanese specializzata in interventi di riqualificazione energetica del costruito, nel suo speech in occasione della presentazione della prossima edizione di MIBA, Milan Internation Building Alliance, l’appuntamento di Fiera Milano che nel novembre 2025, attraverso la proposta di quattro fiere verticali, racconterà l’evoluzione dell’edificio e della città in chiave sostenibile e smart, coinvolgendo operatori del settore nazionali e internazionali. La case History milanese: riqualificazione dell’edificio opera di Albini Il condominio di Via Birago rientra in un intervento più ampio, realizzato dall’Architetto Albini alla fine degli anni ’30: il quartiere Filzi, che rappresenta il primo esperimento milanese di edilizia popolare con edifici a stecca. Tra gli interventi effettuati da Teicos, impresa edile specializzata in riqualificazione energetica degli edifici, vi sono: l’isolamento a cappotto con lana di roccia realizzato sull’involucro esterno, un’importante operazione di rimozione di lastre in cemento amianto dai parapetti di 114 balconi e l’installazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 19.90 Kw. L’edificio ha ottenuto un salto di tre classi energetiche, passando dalla G alla D con una riduzione dei consumi pari al 45% (da 261,11 a 144,67 kWh/mq). Le emissioni inquinanti invece sono state abbattute del 56% passando da 65,11 tonnellate di CO2 pre intervento a 29,04 tonnellate post lavori.


L’edificio è sottoposto a vincolo paesaggistico e l’intervento di efficientamento energetico, realizzato insieme al progettista architetto Andrea Savio, ha avuto l’obiettivo di non alterare il progetto architettonico originale, riproponendolo fedelmente. Il quartiere popolare Filzi venne realizzato tra il 1935 e il 1938 su progetti degli architetti Franco ALbini, Renato Camus e Giancarlo Palanti in seguito alla vincita di un concorso dell’Istituto Fascista Autonomo Case Popolari. Si tratta di uno degli esempi più compiuti di quartiere razionalista nella città di Milano. Gli edifici sono distribuiti su otto stecche parallele di circa cinque piani realizzate con l’utilizzo di elementi modulari; in origine immobile ospitava al piano terra lavatoi e bagni comuni. CoRen: la metodologia di co-progettazione degli interventi Il condominio di via Birago ha beneficiato dell’approccio integrato del metodo CoREn® utilizzato da Teicos dal 2018, volto al coinvolgimento informato dei condomini nella definizione del progetto di riqualificazione. “Questo progetto dimostra come sia possibile unire l’esigenza di restauro del moderno con quella della riqualificazione energetica. Un problema per le nostre città ricche di architetture importanti che però sono anche edifici degradati e per cui ogni intervento di ripristino solo conservativo è una occasione persa di ridurre anche i consumi energetici e migliorare il comfort interno; e sono proprio gli abitanti la leva di questo approccio alla ristrutturazione. Con CoREn è quindi possibile coinvolgere attivamente chi gli edifici li usa e li abita, rendendoli più consapevoli dell’importanza della riqualificazione energetica e non solo estetica degli edifici, come è stato il caso di Via Birago”. spiega Hugony. CoREn, realizzato dal 2018 al 2021 su 85 edifici milanesi ha portato nell’80% dei casi allo sviluppo di interventi definitivi più vicini agli scenari ambiziosi illustrati che agli interventi di base e, nel 100% delle situazioni, le tempistiche decisionali in assemblea condominiale si sono ridotte del 30%, grazie alla condivisione delle scelte di intervento durante tutto il percorso. La co-progettazione della riqualificazione, quindi, non solo risulta determinante nel promuovere interventi di deep renovation ma anche nell’accelerare i processi decisionali che costituiscono una delle principali barriere all’efficienza energetica nell’ambito del residenziale privato. Il salto di classe medio registrato negli interventi deliberati con CoREn® è pari a oggi 3 e in totale, sono state risparmiate 2436 tonnellate di Co2 pari a 275 campi di calcio.


Nel 2025 si prevede la digitalizzazione della gran parte dei processi della metodologia, volta ad agevolare la partecipazione dei condomini e a facilitare le attività grazie alla realizzazione di una piattaforma ad hoc. Sarà possibile entrare virtualmente nel proprio condominio per visualizzare tutti i dettagli dell’intervento in sviluppo, si potrà interagire con tecnici e altri condomini attraverso un sistema di lavagne virtuali. Sarà presente un vademecum con le guide agli incentivi fiscali sempre aggiornato e sarà possibile scoprire dove si trovano gli altri condomini CoREn®.

Nato, Rutte: bisogna “fare di più” nel sostenere l’Ucraina

Nato, Rutte: bisogna “fare di più” nel sostenere l’UcrainaMilano, 26 nov. (askanews) – L’Alleanza “deve fare di più” per sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro l’invasione russa. Lo ha detto il segretario della Nato Mark Rutte in visita ad Atene. “Accolgo con favore il fatto che la Grecia contribuirà ad accelerare l’addestramento per gli F 16 per piloti e tecnici ucraini, rafforzandoli in questa guerra brutale”, ha detto Rutte nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Le dichiarazioni sono state trasmesse in streaming.


“La Grecia investe il 3% in difesa” ha sottolineato, definendola “la patria di un’industria della difesa in crescita. Ospita importanti strutture ed esercitazioni di addestramento, tra cui il recente esercizio di potenza aerea Ramstein Flag. E i soldati greci hanno fatto la loro parte nella KFOR e nella Missione della NATO Iraq”, ha aggiunto Rutte la cui visita ad Atene segue gli incontri con Trump in Florida e con i leader turchi ad Ankara del 25 novembre. Il Segretario generale ha ringraziato la Grecia per il suo sostegno alla lotta dell’Ucraina contro l’aggressione russa. Solo il mese scorso, Atene ha firmato un accordo bilaterale di sicurezza con Kiev. “Il nostro sostegno all’Ucraina li ha tenuti in lotta, ma dobbiamo andare oltre per cambiare la traiettoria di questo conflitto”, ha aggiunto il Segretario generale. “Dobbiamo fornire difese aeree critiche e rispettare gli impegni assunti al vertice della NATO a Washington. Il nuovo comando, il comando della NATO per coordinare l’assistenza e l’addestramento alla sicurezza (NSATU), l’impegno finanziario di 40 miliardi di euro nel 2024 e ulteriori misure per avvicinare l’Ucraina alla NATO. Dobbiamo anche rafforzare la nostra deterrenza e la difesa, anche stimolando gli investimenti e la produzione della difesa”.


Rutte ha sottolineato che l’uso da parte della Russia di armi e truppe nordcoreane, di droni iraniani e di beni a duplice uso cinesi ha contribuito a creare un ambiente di sicurezza “sempre più pericoloso” e rappresenta una “sfida alla pace e alla sicurezza globali”. Per poi affermare con un aperto sorriso: “La buona notizia è che nella NATO abbiamo l’Alleanza di cui abbiamo bisogno per difendere ogni centimetro del nostro territorio, e lo abbiamo in Grecia, grazie alla vostra leadership, un convinto alleato. Quindi, ancora una volta, Kyriakos, grazie”. Nel corso della sua visita ad Atene, il Segretario generale ha incontrato anche il ministro della Difesa nazionale greco Nikolaos Dendias e il ministro degli Esteri George Gerapetritis.