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Autore: Redazione StudioNews

Collezione Farnesina: 28 aprile prossima apertura al pubblico

Collezione Farnesina: 28 aprile prossima apertura al pubblicoRoma, 18 apr. (askanews) – Sono aperte le prenotazioni per la visita alla Collezione ed al Palazzo della Farnesina prevista per il prossimo 28 aprile.

La giornata rientra nell’iniziativa “Aperti per voi” del Touring Club Italiano, a cui il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale aderisce dal 2016. Oltre a visitare i principali ambienti del palazzo, dove sono allestite le opere dei più grandi artisti del Novecento italiano, e le sezioni tematiche della Collezione Farnesina – tra cui la galleria della fotografia e del reportage e quella dell’illustrazione e della street art – sarà possibile percorrere gli spazi dell’Unità di Crisi e scoprire le principali attività svolte per la tutela dei cittadini italiani all’estero. Sarà inoltre aperta la “Sala delle Bandiere”, dove è custodita la più grande raccolta di bandiere internazionali della Pubblica Amministrazione italiana.

L’evento comprende quattro diversi tour: ore 11.30 visita del primo piano (opere dei maestri del Novecento) e del quarto piano dedicato alle ricerche del XXI secolo. ore 14.30 visita del primo piano (opere dei maestri del Novecento) e del quinto piano – galleria della fotografia e del reportage. ore 15.00 visita ai principali ambienti di rappresentanza del Palazzo al primo piano (45 minuti ca.), alla Sala delle Bandiere e all’Unità di Crisi (45 minuti circa). In caso di impegni istituzionali improvvisi, la visita all’Unità di Crisi sarà sostituita con il tour a una delle gallerie tematiche della Collezione. ore 15.30 visita del primo piano (opere dei maestri del Novecento) e del piano rialzato – galleria dell’illustrazione e della street art. La prenotazione è personale e non cedibile. Una volta effettuata la prenotazione non è più possibile effettuare modifiche. Non è, inoltre, possibile prenotarsi per più turni di visita consecutivi ed è richiesta una prenotazione per ogni singolo visitatore.

Si rammenta, infine, che ciascun turno ha una durata di circa 90 minuti, di cui i primi 60 minuti corrispondono alla visita del percorso d’onore al primo piano, uguale per ciascun turno. La restante durata del turno, circa 30 minuti, è dedicata alla visita del piano indicato dal percorso selezionato. Le prenotazioni per questo evento resteranno aperte fino al 24 aprile.

La Collezione Farnesina, raccolta d’arte contemporanea del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nasce nel 2000 su iniziativa dell’allora Segretario Generale Amb. Umberto Vattani, per sottolineare un preciso indirizzo progettuale del Ministero, che ha fatto della ricerca artistica contemporanea un ambito d’intervento strategico della propria politica culturale. A partire da un primo significativo nucleo di acquisizioni, che videro la commissione di un importante apparato decorativo e di numerose opere d’arte nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, l’operato di diversi comitati scientifici ha dato vita nel corso del tempo a una selezione che ha raccolto opere di altissimo profilo per la storia dell’arte italiana del XX e del XXI secolo. Le scelte effettuate hanno privilegiato nel tempo maestri storici della prima metà del XX secolo, fra Futurismo (Balla, Boccioni, Depero), Metafisica (de Chirico) e ritorno alla figurazione, nella sua duplice declinazione novecentista (Carrà, Sironi, Soffici) e antinovecentista (Cagli, Campigli, Pirandello, Scipione, Martini), così come protagonisti del secondo dopoguerra, sia in ambito realista (Guttuso) e astrattista (Accardi, Sanfilippo, Dorazio, Consagra, Perilli), sia in ambito informale (Afro, Burri, Vedova) che spazialista (Fontana). Ugualmente documentati nella storia della raccolta d’arte della Farnesina, gli svolgimenti della seconda metà del XX secolo d’ambito poverista (Kounellis, Merz, Paolini), pop (Angeli, Pascali, Rotella, Schifano), concettuale (Isgrò, Mauri, Manzoni) e percettivo (Castellani, Bonalumi, Marchegiani), fino agli ultimi decenni del secolo, fra Nuova figurazione (Vespignani), Anacronismo (Mariani, Galliani, Gandolfi) e Transavanguardia (Chia, Cucchi, Paladino). La formula di acquisizione adottata, del comodato d’uso gratuito, ha consentito un costante sviluppo della consistenza della collezione e un regolare avvicendamento delle opere, attualmente oltre 500. L’iniziativa diretta degli artisti o dei loro eredi, così come la collaborazione con prestigiose istituzioni museali, gallerie e fondazioni, si è dimostrata un segnale forte di fiducia nell’azione di valorizzazione e promozione del Ministero. Grazie al contributo del Comitato scientifico, la Collezione Farnesina continua ad arricchirsi di opere dei maggiori protagonisti della scena artistica italiana del finire del secolo scorso e con uno sguardo sempre più attento alle ricerche e ai linguaggi più attuali. L’obiettivo di rappresentare la varietà e ricchezza delle espressioni artistiche contemporanee italiane è perseguito grazie al lavoro costante di acquisizioni e alla particolare attenzione ai nuovi allestimenti per promuovere la natura enciclopedica di questa straordinaria raccolta.

Rialzo moderato temperature positivo o neutro per colture Italia

Rialzo moderato temperature positivo o neutro per colture ItaliaRoma, 18 apr. (askanews) – Un riscladamento climatico moderato da qui al 2023 avrebbe un effetto “pressoché nullo o positivo” per tutte e tre le principali colture in Italia. E’ la stima di uno studio pubblicato nella collana “Questioni di economia e finanza” della Banca d”Italia (un Occasional paper intitolato “Il cambiamento climatico e l’agricoltura italiana: evidenza da shock metereologici”).

L’analisi avverte tuttavia come sia “plausibile” che gli ulteriori aumenti delle temperature attesi nelle decadi successive (o prima, qualora le previsioni climatiche utilizzate si rivelassero troppo ottimistiche) determinino “effetti complessivamente negativi”. Il lavoro stima l’effetto degli shock metereologici sulla produzione agricola in Italia e quantifica gli effetti a livello nazionale e provinciale che uno scenario climatico di riscaldamento moderato avrebbe nel 2030. Lo studio, si legge, si concentra su tre dei principali prodotti agricoli italiani (mais, grano duro e vite da vino), tra loro eterogenei in termini di zona di produzione, stagione vegetativa ed esigenze climatiche.

“La relazione fra resa e temperatura è non-lineare: positiva fino a una data soglia (circa 28° per i cereali e 32° per la vite) e negativa oltre – spiega l’analisi -. Le stime, combinate alle proiezioni climatiche, implicano che l’effetto medio sul territorio nazionale nel 2030 sarà pressoché nullo o positivo per tutte e tre le colture. È tuttavia plausibile che gli ulteriori aumenti delle temperature attesi nelle decadi successive (o prima, qualora le previsioni climatiche utilizzate si rivelassero troppo ottimistiche) determinino effetti complessivamente negativi”.

Ok dall’Europarlamento al nuovo Ets: dazi su CO2

Ok dall’Europarlamento al nuovo Ets: dazi su CO2Strasburgo, 18 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, oggi a Strasburgo, cinque nuove proposte legislative, dopo gli accordi raggiunti con il Consiglio Ue alla fine del 2022, che fanno parte del pacchetto “Fit for 55”, la strategia dell’Ue per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra al 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Sono stati così approvati una riforma del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione (Ets), che includerà il trasporto aereo e marittimo, i dazi climatici (“meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere”) per l’importazione di energia e di determinati prodotti che provengono da paesi in cui non ci sono sistemi simili all’Ets, e il Fondo sociale per il clima per combattere la “povertà energetica”. La riforma del sistema Ets è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. Le emissioni dei settori economici coperti dall’Ets dovranno essere ridotte del 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Prevista anche la graduale eliminazione fra il 2026 e il 2034 delle attuali quote gratuite concesse ad alcune imprese europee forti consumatrici di energia. Verrà creato un nuovo sistema “Ets II” per i carburanti usati nel trasporto su strada e per l’energia usata negli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell’energia saranno eccezionalmente elevati).

Inoltre, verrà inserito nel sistema Ets anche il settore marittimo (misura approvata con 500 voti favorevoli, 131 e 11 astensioni), e vengono rivedute le modalità di partecipazione all’Ets del settore del trasporto aereo, (misura approvata con 463 voti favorevoli, 117 e 64 astensioni), eliminando gradualmente entro il 2026 le quote gratuite oggi disponibili per l’aviazione entro il 2026 e promuovendo l’uso di combustibili alternativi più sostenibili. L’istituzione dei nuovi “dazi climatici” con il nuovo “Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere” (Cbam) è stata approvata con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni. Obiettivo della misura è incentivare i paesi extraeuropei ad adottare misure equivalenti all’Ets e garantire che non vi sia una delocalizzazione della produzione delle imprese dell’Ue in paesi terzi con politiche climatiche meno ambiziose.

Il nuovo meccanismo include le importazioni di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. La normativa imporrà alle aziende che importano nell’Ue i prodotti coperti dal sistema Ets di acquistare certificati sulle emissioni di carbonio corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all’interno dell’Ue. I dazi climatici del Cbam saranno introdoti gradualmente dal 2026 al 2034, e in parallelo vi sarà l’eliminazione progressiva delle quote gratuite nell’Ets. L’accordo con il Consiglio Ue sull’istituzione di un Fondo sociale per il clima (Scf) a partire dal 2026, volto a garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva, è stato adottato con 521 voti favorevoli, 75 e 43 astensioni. A beneficiare del Fondo saranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica. Non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote dell’Ets II fino a un importo di 65 miliardi di Euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi di euro).

I testi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio Ue, per poi essere pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrere in vigore 20 giorni dopo.

Convenzione Istanbul, associazioni: applicazione in Italia ancora carente

Convenzione Istanbul, associazioni: applicazione in Italia ancora carenteRoma, 18 apr. (askanews) – “È stato pubblicato il secondo Rapporto delle organizzazioni di donne sull’attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia. Ancora molte le aree di intervento nelle quali lo Stato italiano è carente. Molti i punti che preoccupano D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza e che necessitano di un approfondimento. Per questo, D.i.Re lancia una campagna di informazione sulle insufficienze ancora presenti nell’attuazione della Convenzione di Istanbul nel nostro Paese”. E’ quanto annuncia una nota che spiega: “Per il momento politico attuale, preoccupa in particolare la situazione delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate che arrivano in Italia – anche alla luce delle politiche annunciate dal Governo in questi giorni. Nella maggior parte dei casi, queste donne hanno subito diverse forme di violenza sessuale e di genere, sia nei loro Paesi di origine che in quelli di transito. Rimangono esposte al rischio di violenza anche in Italia, dove alcune circostanze strutturali e il rischio di isolamento sociale minano le possibilità di ricevere supporto per le situazioni che vivono. Di fatto, le donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate incontrano ancora barriere nell’accesso ai servizi e in particolare, al supporto per le situazioni di violenza”.

Tra i principali ostacoli D.i.Re evidenzia “la mancanza di un meccanismo di referral per la tutela e sostegno delle donne migranti, richiedenti asilo e rifugiate in situazione di violenza, in grado di informarle dei propri diritti e offrire supporto adeguato; l’assenza di personale formato, sia alle frontiere che nel sistema di accoglienza, rispetto alle dinamiche della violenza; il limitato accesso alle informazioni sull’esistenza e il supporto offerto dai Centri antiviolenza; lo scarso ricorso alla possibilità di rilasciare al permesso di soggiorno per le vittime di violenza domestica (art. 18 bis)”. “Preoccupano le misure securitarie dichiarate dal Governo – dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – che limitano, o addirittura negano l’accesso al territorio italiano, il diritto d’asilo o altre forme di protezione; tra queste desta sgomento l’annunciato obiettivo di abolire l’istituto della protezione speciale, che è presente in modo analogo in altri paesi UE, contrariamente a quanto recentemente dichiarato dalla Presidente Meloni. Questo si tradurrebbe in un aumento delle persone irregolari in Italia, senza possibilità di percorsi strutturati volti all’inclusione sociale, acuendo fragilità soprattutto dei gruppi più vulnerabili – tra cui le donne – più facilmente reclutabili e sfruttabili dalle reti criminali nel mercato del sesso, del lavoro irregolare e delle economie illegali”, conclude la presidente. Il report è stato prodotto da un gruppo di lavoro composto,insieme a D.i.Re, da ActionAid Italia, Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo – Aidos; Forum Associazione Donne Giuriste; Forum Italiano sulla Disabilità – FID; GIUdiT- Associazione Giuriste d’Italia; Esperte indipendenti (Letizia Lambertini).

Europarlamento approva nuovo Ets: dazi su CO2, fondo sociale clima

Europarlamento approva nuovo Ets: dazi su CO2, fondo sociale climaStrasburgo, 18 apr. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in via definitiva, oggi a Strasburgo, cinque nuove proposte legislative, dopo gli accordi raggiunti con il Consiglio Ue alla fine del 2022, che fanno parte del pacchetto “Fit for 55”, la strategia dell’Ue per ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra al 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Sono stati così approvati una riforma del sistema europeo di scambio dei permessi di emissione (Ets), che includerà il trasporto aereo e marittimo, i dazi climatici (“meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere”) per l’importazione di energia e di determinati prodotti che provengono da paesi in cui non ci sono sistemi simili all’Ets, e il Fondo sociale per il clima per combattere la “povertà energetica”. La riforma del sistema Ets è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. Le emissioni dei settori economici coperti dall’Ets dovranno essere ridotte del 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Prevista anche la graduale eliminazione fra il 2026 e il 2034 delle attuali quote gratuite concesse ad alcune imprese europee forti consumatrici di energia. Verrà creato un nuovo sistema “Ets II” per i carburanti usati nel trasporto su strada e per l’energia usata negli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell’energia saranno eccezionalmente elevati).

Inoltre, verrà inserito nel sistema Ets anche il settore marittimo (misura approvata con 500 voti favorevoli, 131 e 11 astensioni), e vengono rivedute le modalità di partecipazione all’Ets del settore del trasporto aereo, (misura approvata con 463 voti favorevoli, 117 e 64 astensioni), eliminando gradualmente entro il 2026 le quote gratuite oggi disponibili per l’aviazione entro il 2026 e promuovendo l’uso di combustibili alternativi più sostenibili. L’istituzione dei nuovi “dazi climatici” con il nuovo “Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere” (Cbam) è stata approvata con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni. Obiettivo della misura è incentivare i paesi extraeuropei ad adottare misure equivalenti all’Ets e garantire che non vi sia una delocalizzazione della produzione delle imprese dell’Ue in paesi terzi con politiche climatiche meno ambiziose.

Il nuovo meccanismo include le importazioni di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. La normativa imporrà alle aziende che importano nell’Ue i prodotti coperti dal sistema Ets di acquistare certificati sulle emissioni di carbonio corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all’interno dell’Ue. I dazi climatici del Cbam saranno introdoti gradualmente dal 2026 al 2034, e in parallelo vi sarà l’eliminazione progressiva delle quote gratuite nell’Ets. L’accordo con il Consiglio Ue sull’istituzione di un Fondo sociale per il clima (Scf) a partire dal 2026, volto a garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva, è stato adottato con 521 voti favorevoli, 75 e 43 astensioni. A beneficiare del Fondo saranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica. Non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote dell’Ets II fino a un importo di 65 miliardi di Euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi di euro).

I testi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio Ue, per poi essere pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrere in vigore 20 giorni dopo.

Dl Cutro, stop lavori in commissione. Partita si riapre in Aula

Dl Cutro, stop lavori in commissione. Partita si riapre in AulaRoma, 18 apr. (askanews) – La commissione Affari costituzionali del Senato non è riuscita a concludere l’esame del dl Cutro varato dal governo dopo la tragedia dei migranti sulle coste calabresi. A mezzogiorno, con una manciata di proposte di modifica votate sui circa 346 subemendamenti ai due maxi-emendamenti dell’esecutivo e senza neanche cominciare a dibattere del giro di vite sulla protezione speciale contenuta in un emendamento unitario del centrodestra, il presidente della commissione Alberto Balboni (Fdi) ha definito “inverosimile” poter concludere l’esame e ha riferito che si apprestava a chiedere l’approdo in Aula del decreto senza il mandato al relatore.

Il provvedimento è in calendario per le 16.30, prima con il voto sulle pregiudiziali presentate dalle opposizioni e poi con la discussione generale. In mattinata i lavori stavano procedendo un po’ più spediti rispetto a lunedì, ma le votazioni sono state poco più di una trentina e ora il cantiere delle modifiche verrà riaperto in Aula, come ha rimarcato lo stesso Balboni, il quale ha aggiunto di auspicare che quanto fatto in commissione possa essere “la base delle riflessioni” dei colleghi. Un finale annunciato dopo che il provvedimento, il cui iter è stato avviato oltre un mese fa, ha visto le prime votazioni a ridosso delle feste di Pasqua e solo sui tre articoli meno divisivi, mentre sulla parte più contestata dai gruppi di minoranza i pareri del governo sono arrivati con il contagocce: i due maxi-testi firmati ‘esecutivo’ sono giunti giovedì 13 aprile e solo lunedì è ricominciato il voto, ad oltranza, caratterizzato dall’ostruzionismo delle opposizioni.

Se il governo non porrà la fiducia sul decreto, dovrà gestire l’Aula, con votazioni emendamento per emendamento. Sul tavolo ci saranno i due maxi-testi che il governo aveva depositato in commissione (sul potenziamento dei centri di prima accoglienza, sulla stretta su chi domanda la protezione internazionale, sui trattenimenti nei Cpr e i rimatri), il testo unitario del centrodestra sul giro di vite sulla protezione speciale, un emendamento annunciato dal ministero della Salute per istituire una postazione del 118 a Lampedusa ma anche proposte della Lega, secondo quanto puntualizzato dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo, perchè ci sono altri “temi che devono essere affrontati”. Oltre, ovviamente, alle modifiche che tornerà a sollecitare la minoranza che saranno anche di più, secondo quanto si apprende, di quelle depositate in commissione.

L’ultimo saluto a Julia Ituma

L’ultimo saluto a Julia ItumaRoma, 18 apr. (askanews) – “Non vergognatevi di avere paura del buio. Le paure vanno dette per poterle cacciare via. Le paure sono nelle tenebre ma quando sono messe nella luce scoppia la verità”. Sono le parole di don Ivan Bellini, parroco in San Filippo Neri, che cita Papa Francesco per dare l’ultimo saluto a Julia Ituma nel giorno del suo funerale. Don Bellini ricorda le parole del Papa che in piazza San Pietro a Roma, per l’incontro tra il Papa e gli adolescenti, “parlò in questo modo, riferendosi alla pandemia che ci stavamo lasciando alle spalle. Disse che la vita a volte ci fa sentire soli e toccare con mano la fragilità. Ma noi meritiamo di essere amati per come siamo, prima di ogni merito”. In tanti ai funerali della pallavolista 18enne della Igor Gorgonzola Novara morta nella notte tra il 12 e il 13 aprile precipitando dal sesto piano di un hotel a Istanbul, in Turchia, dove si trovava con la squadra dopo aver giocato in Champions League. Tra i presenti il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il presidente della Lega Volley femminile, Mauro Fabris, e Francesca Piccinini, ex campionessa azzura e ora dirigente dell’UYBA. Con i pullman della squadra anche le giocatrici della Igor Novara, con tutto lo staff tecnico. Con loro suor Giovanna Saporiti, la presidente della società ed Enrico Marchioni, il direttore generale che fino all’ultimo era rimasto in Turchia ad attendere l’esito dell’autopsia. A Milano giunte anche delegazioni di altri club, tra cui Vero Volley (per cui gioca la sorella Vanessa, nella società satellite del Viscontini), Billa Volley e Chieri, Club Italia, altro team in cui ha militato Ituma.

Don Ivan Bellini ha anche ricordato un proverbio africano: “Per generare la vita bastano i genitori, ma per educare un bambino occorre un villaggio intero. La storia di Julia è stata per noi una buona notizia, la dimostrazione che i nostri ‘villaggi’ possono essere luoghi di integrazione e di educazione. Anche dopo il suo salto di qualità nelle grandi squadre l’abbiamo seguita e abbiamo tifato per lei, ed è diventata motivo di rinnovato entusiasmo nella nostra piccola realtà sportiva”. Infine ha aggiunto: “Vogliamo rivendicare anche il diritto di essere fragili, di sbagliare qualche volta. Julia, figlia nostra, grazie per ciò che sei stata per tutti noi. Continua a camminare con noi”. Rose bianche su una bara di legno chiaro, la salma di Julia è arrivata alla parrocchia 15 minuti prima dell’inizio della celebrazione. Tanta compostezza, un applauso, palloncini colorati, blu e giallo come i colori della parrocchia, e tante corone di fiori sul sagrato. Nelle prime file mamma Elizabeth, la sorella Vanessa e il fratellino Daniel. Presente anche la zia Ethel, che aveva accompagnato la mamma di Julia a Istanbul per il riconoscimento. Nel corso della cerimonia è stato letto un messaggio dell’arcivescovo da Milano, Mario Delpini, che ha parlato di “enigma incomprensibile della morte” davanti al quale tutti stanno vivendo “un momento di strazio”. “Si affollano tante domande – prosegue Delpini -. Perché la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità. Preghiamo per Julia: ne venga la consolazione per la famiglia trafitta da un dolore troppo grande”. L’unico intervento durante il funerale concordato con la madre Elizabeth è quello di un amico di famiglia. “Julia ha affascinato il mondo a cui appartengo, quello della ricerca, dell’Università e della medicina. Julia era una giovane donna studiosa e con un’intelligenza spiccata, curiosa di imparare e apprendere nel campo della nutrizione. Aveva delle caratteristiche molto rare, quelle del ricercatore curioso che non si sente mai soddisfatto. Una ricercatrice vera, un genio. Penso a tutti i progetti che si facevano con Julia dopo la maturità per prepararsi all ingresso all’Università, il grande vero progetto di Julia oltre allo sport. Quando uno ha tante dualità in diversi campi, allora è un genio”. Poi l’appello ai giovani e alle istituzioni: “Prego tutti voi giovani di coltivare la cultura, lo studio, queste sono le cose che vi danno la vera libertà di potervi esprimere. La costruzione di un progetto è la costruzione di una persona. Noi adulti dobbiamo aumentare i nostri recettori per intercettare, capire e voi giovani dovete cercare di allungare questa mano. Ma soprattutto vi prego di parlare al cuore. Bisogna permettere a queste persone, agli atleti di continuare a studiare, dobbiamo agevolarli al di là dei risultati sportivi. Perché studiare è difficile, si fa fatica e le soddisfazioni a volte ci mettono anni ad arrivare, ma quando arrivano ti rendono libero e questo Julia l’ha sempre sentito e aveva voglia di raggiungere questi desideri. Julia, genio. Julia, simply the best”.

Horeca e “fuori casa”, grande opportunità per rilancio italiano

Horeca e “fuori casa”, grande opportunità per rilancio italianoRoma, 18 apr. (askanews) – Presentato in Senato il secondo Rapporto Censis-Italgrob ‘Distribuzione Horeca e filiera del fuori casa: una grande opportunità per il rilancio italiano’. Italgrob è la Federazione Italiana dei Distributori Horeca (Hotel, restaurant, cafè), unica associazione nazionale di riferimento nella filiera distributiva che alimenta il circuito dei consumi ‘fuori casa’.

QUANTO VALE IL MERCATO HORECA IN ITALIA – Il secondo Rapporto Censis-Italgrob offre una fotografia nitida dell’importanza centrale che il settore della Distribuzione nel canale Horeca riveste per il Paese, sia sotto il profilo economico sia dal punto di vista sociale, con 3.800 imprese, oltre 60mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato. Complessivamente, il mercato Horeca, in Italia, conta circa 330.000 pubblici esercizi e 1.400.000 occupati, circa il 6,1% della popolazione lavorativa italiana e soddisfa la spesa delle famiglie per ristorazione che nel 2022 è stata pari a 84 miliardi di euro. La distribuzione Horeca è anche fulcro cruciale del settore turistico italiano il quale, a sua volta, incide per il 6,2% sul valore aggiunto italiano e il 5,6% sul PIL del Paese. SOSTENIBILITÀ, DISTRIBUZIONE E SPRECHI – Il settore della distribuzione Horeca è un soggetto industriale forte, con un volume importante sui mercati e che ha saputo adattarsi ai profondi cambiamenti dei consumi, mostrandosi altresì attento alla sostenibilità. L’istituzione del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare rappresenta un messaggio chiaro, poiché pone al centro le tutele delle eccellenze agroalimentari del ‘Made in Italy’. Le imprese del ‘fuori casa’ sono da tempo impegnate a praticare forme di sostenibilità, visto che ben il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le proprie pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la raccolta differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti biologici o a ‘chilometro zero’. È una pressione rilevante che la domanda esercita sull’offerta, stimolandola ad adattarsi. Anche sugli sprechi, il ‘fuori casa’ si va adeguando, visto che ormai oltre il 57% dei giovani è pronto a portarsi via dal ristorante gli alimenti avanzati dai pasti.

CRESCITA POST PANDEMIA – Il 2022 si è chiuso con un risultato positivo per il comparto dei distributori bevande dopo due anni di fatica. In particolare, è stato registrato un +18% come incremento di fatturato con una crescita di volumi del 9% circa verso il 2021. Come si evince dal Rapporto Censis-Italgrob, il ‘fuori casa’, grazie all’allentarsi dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, è ripartito, modulando l’offerta sulle esigenze dei cittadini, anche grazie alla Distribuzione Horeca che, connettendo industrie produttrici e imprese, ha garantito l’approvvigionamento di cibi e bevande a costi sostenibili per imprese piccole e piccolissime alle prese con enormi difficoltà a seguito dell’ondata inflazionista. Dalla ricerca, inoltre, emerge come il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere e mangiare è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano. Il 47,3% quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della Movida: l’8,8% (il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, perché ritiene che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita. Per il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, ‘la pandemia non ha fermato la voglia degli italiani di socializzare e di vivere il ‘fuori casa’, questo è nel nostro Dna ed è una cosa positiva che ci permette di guardare al futuro con ottimismo. L’inflazione in base ai dati è in calo anche se è un aspetto che dobbiamo tenere sotto controllo, ma nonostante ciò gli italiani hanno voglia di trascorrere tempo in compagnia, di uscire e questo è un punto di forza del nostro Paese, è un qualcosa che altrove succede meno. Bisogna sottolineare che in Italia la socializzazione non è uno sballo, ma quando si esce si fa un consumo moderato e di qualità. Tra le priorità del settore c’è sicuramente la lotta agli sprechi, con un’attenzione particolare ai prodotti a chilometro zero’.

Secondo Antonio Portaccio, Presidente Italgrob, ‘dopo l’odissea del Covid-19 il mercato Horeca ha reagito in maniera importante secondo il più classico schema all’italiana: quando la ragione ti vieta di sperare, si recuperano le risorse migliori. È quello che ha fatto il ‘fuori casa’. Il nostro settore sta dimostrando una grandissima vitalità per due ordini di motivi: il primo, come ampiamente evidenziato dal Rapporto Censis-Italgrob, è la voglia di uscire e condividere con parenti e amici un momento di socialità che costituisce un booster del benessere soggettivo per gli italiani; il secondo è rappresentato dalla voglia di recuperare il fatturato perso durante il periodo pandemico. Grava in questo scenario l’incognita della spirale inflattiva che ha eroso profondamente il potere d’acquisto delle famiglie. Siamo fiduciosi ma al tempo stesso molto preoccupati’. ‘Il Rapporto – ha detto Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali – è molto interessante, evidenzia che la socialità è tornata. L’Italia ha un fabbisogno enorme di personale e di politiche attive del lavoro. In tal senso, occorre incentivare il ‘matching’ tra domanda e offerta di lavoro puntando sulla formazione dei lavoratori e non soltanto sui meri sussidi’.

Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati, ha dichiarato che ‘il Paese ha bisogno di una semplificazione fiscale fondamentale per rilanciare il settore. In proposito la delega per la riforma del fisco prevista dal Governo è molto puntuale e contiene tre principi: semplificazione, equità e riduzione della pressione fiscale’. Secondo Francesco Battistoni, vicepresidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, ‘il secondo Rapporto Censis-Italgrob offre una fotografia nitida dell’importanza che il settore della distribuzione nel canale Horeca riveste per il Paese. I dati che emergono dal Rapporto evidenziano come la socialità post pandemia, quella che noi definiamo del ‘fuori casa’, sia una esigenza imprescindibile nella nostra vita con numeri in costante crescita. Ciò dimostra che grazie al settore la voglia di socialità non è solo una nostra esigenza, ma un vero e proprio stile di vita che si declina in tutti gli ambiti della quotidianità e che ci fa percepire il comparto come elemento di prossimità delle nostre vite, al quale non possiamo rinunciare’. ‘La distribuzione specializzata nel food and beverage Horeca è pilastro del ‘fuori casa’ – ha osservato Francesco Maietta, Responsabile Area Consumer, Mercati Privati, Istituzioni Censis – a sua volta filiera essenziale per economia e società italiana per numero di imprese, occupazione creata e redditi distribuiti. Il ‘fuori casa’, poi, è apprezzatissimo dagli italiani perché incide positivamente sulla qualità della vita dei singoli e sulla vivibilità dei territori. Pertanto, la distribuzione Horeca, garantendo la sostenibilità economica di tante piccole e piccolissime imprese del ‘fuori casa’, contribuisce anche alla vitalità di tante comunità locali. In estrema sintesi: distribuzione Horeca e ‘fuori casa’ sono fonti essenziali di valore economico e sociale per il nostro Paese’. Secondo Dino Di Marino, direttore generale Italgrob, ‘il Rapporto Censis-Italgrob conferma il prezioso ruolo che ha avuto la categoria dei distributori Horeca in questi delicati e turbolenti anni. Se oggi parliamo di un mercato di ristorazione in ripresa dobbiamo dire grazie anche al lavoro ‘invisibile’ che svolgono in Italia 3800 aziende di distribuzione food and beverage, autentici ambasciatori del miglior Made in Italy, la spina dorsale del mercato del ‘fuori casa’, una categoria che, nonostante le criticità dovute alla pandemia prima e ai tanti problemi ingenerati dal conflitto russo-ucraino poi, non ha mai smesso di supportare e sostenere, anche economicamente oltre che con prodotti e servizi, la rete dei punti di consumo. Per noi di Italgrob, in rappresentanza di tutti i distributori italiani, è stato un onore aver potuto presentare alle massime Istituzioni italiane le istanze di una categoria fondamentale per il mercato Horeca e l’economia del Paese’.

Nuova Renault Clio, a Milano l’anteprima mondiale

Nuova Renault Clio, a Milano l’anteprima mondialeMilano, 18 apr. (askanews) – Renault svela in anteprima mondiale agli East End Studios di Milano, in occasione della Design Week, la nuova Clio E-Tech Full Hybrid, il restyling della 5° generazione presentata nel 2019. Clio è stata venduta nel mondo in 16 milioni di esemplari dal lancio nel 1990 ed è stata per due volte Auto dell’Anno in Europa. In Italia ne sono state vendute 1,6 milioni, è stata per cinque volte la vettura estera più venduta e oggi può contare su un parco circolante di 400mila vetture.

“Clio è una storia di amore senza fine che dura da 33 anni. E’ la vettura che abbiamo venduto meglio nella nostra storia e ha tutto per essere una grande macchina”, ha detto il Ceo del brand Renault, Fabrice Cambolive in collegamento da Parigi. “Nel momento in cui si stanno affacciando nuovi player senza storia è importante capitalizzare sui propri modelli iconici”, ha detto invece l’Ad di Renault Italia, Raffaele Fusilli. In Italia nuova Clio si inserisce nel segmento B che vale il 50% del mercato, si rivolge a un pubblico molto ampio, dalle flotte alle famiglie fino ai giovani attirati da sostenibilità, costi contenuti e tecnologia. Due le caratteristiche che hanno determinato il successo di Clio: la sicurezza che si traduce in 20 sistemi di assistenza alla guida che la proiettano ai vertici della categoria e l’ampia gamma di motorizzazioni che spazia dal full hybrid, al bifuel benzina/gpl fino al diesel.

Il design di nuova Clio è caratterizzato da linee più tese e secche, da un frontale moderno con la nuova identità visuale con firma luminosa e nuovo logo della Losanga. All’interno spiccano il cockpit digitale, e lo schermo centrale touch con mirroring wireless e aggiornamenti over the air. Il 60% dei tessuti dell’abitacolo è di origine biologica. A livello di motorizzazioni, il top di gamma è rappresentato dall’E-Tech full hybrid che offre un’autonomia fino a 900 km, con consumi pari a 4,1l/100 km, con una riduzione di costi del 40% rispetto a un termico tradizionale, ed emissioni di CO2 di 93 g/km. La potenza complessiva è di 145 CV grazie a due motori elettrici, un e-motor da 36 kW e uno starter ad alta tensione da 18 kW, abbinati a un motore termico benzina 4 cilindri 1,6 litri da 69 kW (94 cv). Il cambio solo per questa versione è automatico con 4 rapporti per il motore termico e due per l’elettrico. La batteria è da 1,2 kWh e consente di viaggiare in città in elettrico per l’80% del tempo. Le altre motorizzazioni tutte con cambio manuale a 5 o 6 rapporti sono il Tce 90 3 cilindri turbo benzina da 90 CV; l’SCe aspirato 3 cilindri da 65 CV; il diesel Blue dCi 100 CV. Molto apprezzato soprattutto in Italia il bifuel benzina/gpl con motore Tce da 100 CV e oltre mille km di autonomia.

Nuova Clio, prodotta in Turchia e Slovenia, sarà proposta in tre allestimenti oltre allo sportivo Esprit Alpine, ma maggiori dettagli saranno forniti in seguito, insieme ai prezzi. Gli ordini saranno aperti a fine maggio con le prime consegne a partire da settembre e tempi di attesa stimati in 4 mesi.

Pnrr, Rocca: rivedere qualche progetto ma scadenza 2026 non sia flop

Pnrr, Rocca: rivedere qualche progetto ma scadenza 2026 non sia flopRoma, 18 apr. (askanews) – “Oggi è un bel momento di confronto con la Cisl sullo stato dell’arte rispetto ai tanti progetti legati al Pnrr nella Regione Lazio, per fare il punto su quanti progetti sono messi a terra, su quale è il potenziale importante per la trasformazione della nostra regione e anche un momento per sottolineare come alcuni interventi del Pnrr probabilmente avranno bisogno di una rilettura e rivisitazione, ma ciò senza floppare la scadenza del dicembre del 2026”. Così il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine del convegno Cisl Lazio “Precorriamo il futuro: il Pnrr, gli scenari, le opportunità per il Lazio e per i territori della Regione” a Roma.

“Questo è un obiettivo che ci siamo dati e l’amministrazione sta lavorando senza sosta per conseguire i risultati. Ci sono ambiti come quello dell’edilizia residenziali pubblica, le case popolari, dove siamo abbastanza avanti come progettazione e fase esecutiva. Sono ottimista per il prossimo futuro”, ha concluso.