Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Cantina di Bolzano lancia nuova linea superior “TAL” con due cuvée

Cantina di Bolzano lancia nuova linea superior “TAL” con due cuvéeMilano, 6 nov. (askanews) – La Cantina di Bolzano-Kellerei Bozen inaugura una nuova linea “superior” con due vini denominati “TAL” che puntano a posizionarsi al vertice della produzione dell’importante realtà cooperativa bolzanina. Cru di vigna, selezione dei grappoli, vinificazioni separate e numero ridotto di bottiglie danno vita a due cuvée: il rosso “TAL 1908”, che nasce da 80% Lagrein, 17% Cabernet e 3% Merlot, e il bianco “TAL 1930” con 69% Chardonnay, 21% Sauvignon e 10% Pinot Grigio. Le nuove referenze escono per la prima volta in commercio con l’annata 2020.

“Dal 2014 abbiamo intuito che c’erano alcune zone super vocate per la produzione delle uve che compongono i due blend” spiega l’enologo Stephan Filippi, aggiungendo che “dopo molti anni di sperimentazioni e assaggi, finalmente siamo pronti ad uscire sul mercato”. “Questa annata ha visto temperature un po’ più alte della media in valle, con ottimi risultati per le uve a bacca rossa, mentre in collina si sono registrati picchi di escursione termica che sono andati a beneficio delle uve a bacca bianca” precisa, sottolineando che “la 2020 è un’annata che resterà impressa nella storia dell’enologia dell’Alto Adige”. “TAL” sta per “Tradizione Autenticità Longevità”, mentre le due date ricordano le fondazioni delle Cantine da cui nasce Cantina di Bolzano-Kellerei Bozen: 1908 Gries e 1930 Santa Maddalena. Il “TAL 1908” nasce da viti che arrivano a 50 anni, cresciute nei migliori siti di Gries e San Maurizio, su terreni alluvionali su sottosuolo porfirico, adiacenti al fiume Talvera. La maturazione di 12 mesi avviene in piccole botti di rovere e barrique francesi, e l’affinamento per 15 mesi in fusti di cemento. Il “TAL 1930” è prodotto invece da viti che hanno più di 30 anni, adagiate lungo i migliori pendii porfirici da Bolzano al Renon, tra i 400 e i 700 metri di altitudine. La maturazione è di un anno in piccole botti di rovere e barrique francesi, a cui segue un affinamento per 14 mesi in fusti di acciaio.

La realtà cooperativa è nata nel 2001 dalla fusione tra la Cantina Gries e la Cantina Santa Maddalena, e oggi riunisce 224 soci, l’80% dei quali si dedica in maniera esclusiva alla coltivazione di 15 varietà di uve su complessivi 350 ettari. La produzione annua si aggira intorno a tre milioni di bottiglie, di cui circa il 20% vengono esportate. Le sedi produttive delle Cantine di Gries e di Santa Maddalena furono unificate nel 2015 e nell’ottobre dell’anno successivo fu posata la prima pietra della nuova Cantina di Bolzano-Kellerei Bozen nel quartiere San Maurizio alle porte del capoluogo altoatesino.

Al via “Maestri di Cantina”, format tv dedicato al turismo del vino

Al via “Maestri di Cantina”, format tv dedicato al turismo del vinoMilano, 6 nov. (askanews) – Alle 19 del 6 novembre va online sulla piattaforma Mediaset Infinity, “Maestri di Cantina – Winery Masters”, il primo format di intrattenimento dedicato ai produttori vitivinicoli. Un viaggio nei diversi territori del nostro Paese alla scoperta del mondo del vino attraverso il racconto dei vignaioli, che regala al pubblico “pillole di conoscenza in modo semplice e immediato”. Dimore storiche, antichi borghi, Cantine di design e piccole realtà emergenti faranno da cornice allo storytelling principalmente legato al vino e alle molteplici esperienze che è possibile fare durante le visite. Quindi degustazioni ma anche itinerari consigliati con soggiorni in hotel, passeggiate a cavallo fra le vigne, giri in bicicletta, tappe nei ristoranti.

In ogni episodio della durata di circa 35 minuti, i produttori si sfidano su tre prove: “terroir e Cantina”, “esperienza di Cantina” e “degustazione con storytelling” di un vino da raccontare in un minuto. Giudici della competizione, diversi di volta in volta, saranno un esperto di vino e un influencer. “La novità è che i produttori non vengono messi in competizione sul vino ma sulla loro capacità di raccontare anche tutto ciò che ci sta intorno” affermano le due autrici, la wine educator e conduttrice Alessandra Fedi e la regista Alessandra Cardone, spiegando che si tratta di “un format che mira a rendere il mondo del vino più divertente, ad avvicinare i giovani e a promuovere la cultura enologica italiana in tutto il mondo”. Il primo episodio ad andare in onda si intitola “Chicche del Piemonte” e ha per protagonisti Guido Alleva di Tenuta Santa Caterina nel Monferrato, Lidia Carbonetti di Rocco di Carpente nell’Ovadese, e Alessandro Locatelli di Rocche Costamagna nelle Langhe, e come giudice il sommelier Vincenzo Donatiello. Dal 13 novembre andrà online “Ragazze sul trattore” dedicato a tre produttrici under-35, e dal 20 novembre “Vini nobili in Toscana” con “tre produttori appartenenti a famiglie aristocratiche”.

Esce prima Riserva Chianti Classico di Vignamaggio certificata biologica

Esce prima Riserva Chianti Classico di Vignamaggio certificata biologicaMilano, 5 nov. (askanews) – La Riserva di Chianti Classico Docg Gherardino 2018 di Vignamaggio è la prima a riportare il marchio biologico in etichetta. Dedicato a Gherardino Gherardini, il capostipite della casata che edificò Vignamaggio nel XIV secolo, questo vino è prodotto con il 90% di uve Sangiovese delle microzone Solatìo, Vitigliano e Querceto, e con il 10% di Merlot della microzona Prato, tutte comprese tra i comuni di Greve e Panzano in Chianti (Firenze), ad un altezza tra i 275 e i 450 metri slm.

Sette secoli di storia documentata fanno di Vignamaggio, che sorge esattamente a metà strada tra Firenze e Siena, una delle più antiche aziende agricole d’Italia. Una pergamena del 1404 è la testimonianza che la produzione di vino ha attraversato le epoche e le proprietà: dalla famiglia Gherardini a quella rinascimentale dei Gherardi, dal conte Bino Sanminiatelli all’avvocato Gianni Nunziante, fino al proprietario attuale, il noto architetto paesaggista francese Patrice Taravella. Sotto la sua guida, Vignamaggio ha intrapreso l’ampliamento dei giardini storici, il rinnovo degli edifici e l’estensione delle attività agricole con l’obiettivo di trasformare la Tenuta nel “Gran Giardino del Chianti Classico”. Vignamaggio, tra le aziende fondatrici nel 1924 del Consorzio Chianti Classico, il primo in Italia, conta oggi 65 ettari vitati sui 400 complessivi, grazie ai quali produce circa 220mila bottiglie all’anno, divise in undici referenze, il 60% delle quali viene esportata.

L’annata 2018 che ha dato vita a questa Riserva tirata in 50mila bottiglie, “è stata caratterizzata da un inverno tipico chiantigiano, arrivato a 10 gradi sotto lo zero, ben diverso da quello mite degli ultimi anni” spiega l’agronomo della Cantina, Francesco Naldi, aggiungendo che “le piogge hanno attraversato la primavera e l’inizio dell’estate ma tuttavia sono cessate ad agosto, e settembre ha visto un susseguirsi di giornate soleggiate con una grande escursione termica fra giorno e notte, che ha consentito di portare ad una corretta maturazione fenolica e aromatica le uve”. Per questo “Gherardino” il Sangiovese affina in botti di rovere da 15 a 20 ettolitri, mentre il Merlot riposa in barrique, e dopo circa 18 mesi vengono assemblati e l’ultima parte dell’affinamento avviene sul taglio fatto. Il millesimo 2018 è stato imbottigliato a inizio del 2022, e affina fino all’immissione in commercio.

Donatella Cinelli Colombini lancia l’itinerario dei vini dolci toscani

Donatella Cinelli Colombini lancia l’itinerario dei vini dolci toscaniMilano, 5 nov. (askanews) – “Il Vin Santo e gli altri vini dolci vengono venduti soprattutto nel luogo di produzione grazie allo storytelling che affascina i visitatori, quindi se da un lato sarebbe auspicabile la creazione di un ‘itinerario di vini dolci toscani’ che ne incentivi la conoscenza e le vendite, dall’altro, la particolarità del loro sistema produttivo, la rarità e la territorialità di questi vini rafforzano l’appeal turistico delle Cantine rispetto ad un viaggiatore sempre più attratto da ciò che è raro e autentico”. Lo ha affermato Donatella Cinelli Colombini, produttrice e delegata delle Donne del Vino della Toscana, nel corso dell’incontro “Dolce Toscana nel vino” organizzato alla Fattoria del Colle di Trequanda (Siena).

L’iniziativa è stata anche l’occasione per discutere, con l’aiuto del giornalista enogastronomico Gianni Fabrizio, del rilancio futuro dei passiti e dei vini dolci toscani in genere, provati da contraffazioni e accorgimenti produttivi che riempiono il mercato di Vin Santo scadente a prezzi bassissimi e incompatibili con il costoso processo produttivo tradizionale. Roberto Scalacci, direttore Agricoltura e Sviluppo rurale presente in rappresentanza della Regione Toscana per recepire le necessità del comparto, ha ricordato come “grazie al lavoro fatto dalla Regione Toscana negli anni Novanta, il Vin Santo può essere prodotto solo in Toscana e quindi costituisce un’esclusiva di questa Regione”, e ha portato il suo contributo di esperienza al fine di trovare soluzioni adeguate sul piano normativo per ampliare la riconoscibilità di queste produzioni, obiettivo che per i vini dolci della Toscana potrebbe rientrare nel progetto regionale di “Valorizzazione e recupero delle produzioni tradizionali toscane elementi essenziali nella narrazione di secoli di esperienza”.

Dagli interventi è emerso la necessità di individuare nuovi mercati come l’Asia, dove i consumatori sono più inclini ai sapori dolci, così come percorrere strade diverse alla ricerca di nuove esperienze gustative. Donatella Cinelli Colombini ha invece proposto di collaborare per la commercializzazione di questi vini con caseifici o affinatori al fine di fare promozione insieme ai formaggi toscani, e ha evidenziato l’importanza di una comunicazione più efficace che punta a mettere in evidenza la rarità dei prodotti e un packaging più accattivante, importante nella promozione del prodotto al fine di creare valore tanto da farli diventare oggetti da collezione.

Vino, Donne della Vite: 15 novembre convegno su sostenibilità sociale

Vino, Donne della Vite: 15 novembre convegno su sostenibilità socialeMilano, 5 nov. (askanews) – L’associazione Donne della Vite torna a occuparsi di sostenibilità sociale nella filiera vitivinicola, con un convegno che si svolgerà il 15 novembre nell’azienda Castello di Gabbiano a Mercatale Val di Pesa (Firenze).

“E’ un tema che ci sta particolarmente a cuore e durante il convegno lo approfondiremo sotto diversi aspetti, a nostro giudizio utili alle aziende produttrici” ha dichiarato la presidente delle Donne della Vite, Valeria Fasoli, spiegando che “si parla moltissimo degli altri due pilastri della sostenibilità, quello ambientale e quello economico, ma poco o nulla di concreto si è finora detto su questo delicato argomento. L’ambizione – ha concluso – è di fornire definizioni e spunti per attuare la sostenibilità sociale in pratica e ovviamente calarla nel mondo agricolo in genere e più specificatamente in quello viticolo”. “La sostenibilità include aspetti che riguardano la dimensione sociale, che si sostanzia nella necessità del rispetto delle normative in materia di diritto del lavoro, ma che abbraccia anche il concetto di benessere del lavoratore” ha ricordato l’avvocata e docente universitaria, Silvia Rolandi, precisando che “l’introduzione della condizionalità sociale nella nuova Pac fa emergere come l’argomento non possa essere considerato marginale e necessiti di un approfondimento”.

“Quando certifichiamo la sostenibilità, per esempio con lo standard Equalitas che interessa in modo particolare il settore del vino, come Valoritalia – ha evidenziato il direttore operativo Giuseppina Amodio – verifichiamo anche il rispetto dei diritti dei lavoratori e le scelte dell’azienda in materia sociale, che peraltro è diventata una discriminante importante nelle scelte di acquisto dei consumatori”. Ma per “fare davvero” sostenibilità sociale, le aziende necessitano di standard e linee guida a cui fare riferimento. “Nell’ambito di progetti di ricerca dedicati, presso l’Università di Verona – afferma Laura Calafà, docente presso l’Ateneo veneto – ci occupiamo di prevenire e contrastare lo sfruttamento lavorativo e il caporalato in agricoltura, promuovendo la filiera dell’agricoltura responsabile, non solo in Veneto ma anche nelle regioni limitrofe, grazie alla stesura di linee guida per prevenire lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, utili alle aziende per evitare infiltrazioni della malavita e per non incorrere in sanzioni”.

Sono tanti, dunque, gli aspetti che verranno approfonditi dai relatori e che saranno oggetto di dibattito nella tavola rotonda che seguirà, con la partecipazione di Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’Agroalimentare di Regione Toscana, Marco Caprai, Ad di Arnaldo Caprai, Francesco Caselli, Ad e agronomo di Castello di Gabbiano, e Laura Passera, socia fondatrice e consigliera dell’associazione Donne della Vite.

Esce nuovo Barolo Riserva di Giacomo Fenocchio: “90 Dì” sulle bucce

Esce nuovo Barolo Riserva di Giacomo Fenocchio: “90 Dì” sulle bucceMilano, 5 nov. (askanews) – “Con la nuova annata della Riserva, la 2010 che presenteremo quest’anno, possiamo dire che nasce un nuovo vino, che in realtà è però un vino ‘antico’, figlio della tradizione”. Così il vignaiolo Claudio Fenocchio, dal 1999 alla guida della Cantina Giacomo Fenocchio di Monforte d’Alba (Cuneo), presenta il “90 Dì”, la sua nuova Riserva Bussia Docg, un Barolo rimasto per tre mesi a contatto con le bucce per estrarre tutto quello che i grappoli di Nebbiolo riescono a dare. Un vino prezioso tirato in circa trecento bottiglie.

“Io credo che il vino sia un valore che può conservare la storia delle nostre terre” afferma il produttore che nel 2023 compie sessant’anni, spiegando che questo metodo veniva usato dal suo bisnonno, poi dal nonno e infine da suo padre Giacomo (di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita), che utilizzavano solo le uve dei vigneti migliori. Dopo le microproduzioni sperimentali nell’annata 2008, Claudio Fenocchio ha pensato di dare vita ad una Riserva da affiancare ai quattro cru aziendali: Bussia, Cannubi, Castellero e Villero. Il “90 Dì” fa fermentazione naturale senza lieviti aggiunti in vasche di acciaio inox, e poi subisce l’immersione della calotta fino a 90 giorni. Invecchia sei mesi in vasche di acciaio inox, quattro anni in botti di rovere di Slavonia di 35-50 ettolitri e poi affina in bottiglia.

Fondata nel 1864, l’azienda oggi produce circa 45mila bottiglie all’anno, grazie a dieci ettari di vigneti con un’età media di circa 30 anni, posti nel cuore della zona tipica del Barolo. La Cantina, che sostanzialmente non utilizza prodotti chimici, esporta quasi l’80% del vino che produce, caratterizzato da uno stile assolutamente tradizionale, che il tempo non ha fin qui intaccato. Come la maggior parte dei vignaioli langhetti, oltre al Barolo, produce anche le Doc Nebbiolo, Freisa, Dolcetto d’Alba e Barbera d’Alba, e la Docg Roero Arneis, prodotto in un migliaio di bottiglie anche in una versione macerata con il nome di “Anima Arancio”.

”Guida Oro I Vini di Veronelli 2024″: Tre Stelle Oro a 508 etichette

”Guida Oro I Vini di Veronelli 2024″: Tre Stelle Oro a 508 etichetteMilano, 5 nov. (askanews) – Sono 1.944 i produttori recensiti e 15.786 i vini selezionati dalla “Guida Oro i Vini di Veronelli 2024”, la storica pubblicazione ideata dal grande Luigi Veronelli come strumento di incontro e conoscenza dei vini e dei territori italiani. Il volume, risultato di un intero anno di degustazioni e assaggi, analisi e confronti, tra vigneti e Cantine che da Nord a Sud popolano il panorama enologico italiano sarà presentato in anteprima agli addetti ai lavori lunedì 20 novembre alle 14.30 al “Paganini Congressi” di Parma.

La guida attribuisce quest’anno il suo massimo riconoscimento, le “Tre Stelle Oro”, a 508 etichette, mentre 30 sono i “Grandi Esordi”, ovvero quei vini eccellenti degustati per la prima volta, oltre a 208 Luoghi del “Buon Bere”, locali che si sono distinti per l’offerta enologica e gastronomica. Alla presentazione, condotta dalla caporedattrice del Seminario Veronelli, Simonetta Lorigliola, interverranno i curatori Gigi Brozzoni, Marco Magnoli, Alessandra Piubello e Andrea Alpi, e la presidente del Seminario Veronelli, Angela Maculan. Nel corso dell’evento, oltre a tracciare un profilo aggiornato del settore vitivinicolo italiano d’eccellenza, saranno conferiti i dieci “Sole 2024”, assegnati all’unanimità dai curatori a quei vini e quelle aziende d’eccellenza “che sono anche simboli di creatività, competenza, impegno e storia e che si fanno testimoni e portatori di valori e idee particolarmente lungimiranti. Verranno infine assegnati anche i cinque riconoscimenti ai “Migliori Assaggi 2024”, vini che hanno conseguito il più elevato giudizio in centesimi nella rispettiva tipologia.

Disponibile nelle librerie dal 21 novembre prossimo e sul sito del Seminario Veronelli, la Guida è curata e pubblicata dal Seminario Permanente Luigi Veronelli, l’associazione senza scopo di lucro per la cultura del vino e degli alimenti, che riunisce vignaioli, agricoltori, artigiani del gusto, ristoratori, distillatori, cultori della gastronomia e opera dal 1986 per valorizzare la rilevanza culturale del mondo del vino, attraverso un appassionato e preciso lavoro di ricerca e valorizzazione, guardando sempre con viva attenzione ai mutamenti e alle evoluzioni. Come di consueto, l’acquisto del volume dà diritto a consultare in modo completo e gratuito l’app “I Vini di Veronelli 2024” sul proprio smartphone. La novità di quest’anno sarà un evento speciale: “i capolavori in forma liquida” premiati dalla Guida saranno proposti (fino alle 21) in degustazione aperta al pubblico, un’occasione unica per incontrare i vignaioli premiati e per conoscere da vicino il mondo veronelliano, accompagnati da una accurata selezione di eccellenze gastronomiche.

Vino, Ais Veneto annuncia i sette vincitori del Premio Fero 2024

Vino, Ais Veneto annuncia i sette vincitori del Premio Fero 2024Milano, 5 nov. (askanews) – E’ stata presentata all’Hotel Ca’ Sagredo di Venezia la decima edizione di “Vinetia”, la guida ai vini del Veneto pubblicata on-line da Ais Veneto, che ogni anno seleziona le eccellenze enologiche della regione. L’evento ha visto anche l’assegnazione del “Premio Fero” ai sette migliori vini del Veneto, uno per ciascuna categoria: con l’edizione 2024 sono stati introdotti due nuovi premi di qualità, conferiti alle etichette più meritevoli da commissioni distinte e composte rispettivamente da giornalisti e ristoratori.

I vincitori del “Premio Fero – Miglior Vino del Veneto 2024” sono il “Cartizze Dry 2022 Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg” de La Tordera e “Montpré Cuvée del Fondatore 2013 di Tenuta Chiccheri” per le categorie Miglior Spumante Metodo Charmat e Miglior Spumante Metodo Classico, “Lison Classico 150 2021 Lison Classico Docg” di Borgo Stajnbech come Miglior Vino Bianco e “Le Morandine 2021 Chiaretto di Bardolino Doc” de Il Pignetto come Miglior Vino Rosa. Per i rossi, il titolo di Miglior Vino Rosso è andato a “Sante Rosso Igt Marca Trevigiana 2021” di Cecchetto e quello di Miglior Vino Rosso da Invecchiamento a “Decem Riserva 2012 Amarone della Valpolicella Docg” di Zardini Pietro. È stato premiato come Miglior Vino Dolce “Septemviri 2013 Recioto della Valpolicella Docg” di Ilatium Morini. Infine, la giuria di giornalisti ha voluto premiare “Cartizze Dry 2022 Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg” de La Tordera, mentre i ristoratori hanno assegnato il premio di qualità a “Lison Classico 150 2021 Lison Classico Docg” di Borgo Stajnbech. I degustatori di Vinetia 2024 hanno assaggiato in tutto 2.120 vini di 412 produttori. La guida ha premiato 218 etichette con i “4 Rosoni”, che rappresentano la fascia di punteggio più alta assegnata dalla commissione di degustazione, e altre 72 hanno ricevuto il “Ducato”, il riconoscimento dedicato alle referenze che combinano alta qualità con prezzi vantaggiosi. Infine, i migliori 50 produttori su un totale di oltre 400 sono stati insigniti del “Premio Rialto”.

“La partecipazione delle Cantine è in continuo aumento sia ai nostri panel di degustazione, sia alle diverse manifestazioni che organizziamo durante l’anno per promuovere i vini della nostra regione e l’attività dell’Associazione italiana sommelier (Ais)” spiega il curatore della guida, Giovanni Geremia, sottolineando che “con l’edizione 2024 abbiamo implementato la nuova app, disponibile su Apple Store e Google Play, per poter avere Vinetia sempre a portata di smartphone”. “In questa edizione abbiamo coinvolto attivamente la stampa di settore e il mondo della ristorazione nella divulgazione della cultura del vino, da sempre scopo fondante di Ais” commenta il presidente di Ais Veneto, Gianpaolo Breda, aggiungendo che “il racconto di un luogo, del lavoro e delle scelte di un produttore sono le chiavi per conoscere a fondo le potenzialità e la bellezza di un territorio. Si tratta di un’opera corale, che si compone di più voci – conclude – e che dipinge il Veneto come una terra ricca di eccellenze enologiche da scoprire”.

”L’Atlante dei Cuochi”: un libro che racconta la storia della cucina

”L’Atlante dei Cuochi”: un libro che racconta la storia della cucinaMilano, 5 nov. (askanews) – “L’Atlante dei Cuochi – I miti, i maestri, gli allievi”, volume appena pubblicato da Slow Food Editore, è uno strumento pensato per orientarsi nel panorama contemporaneo della gastronomia mondiale. Gli autori, il giornalista enogastronomico, Marco Bolasco, e il “direttore sportivo” dell’Osteria Francescana, Enrico Vignoli, raccontano le relazioni, le influenze e le eredità che hanno determinato le maggiori correnti culturali dell’enogastronomia. Le 304 pagine del volume fanno da guida alla grande mappa stellare allegata al libro, raffigurante le costellazioni internazionali degli chef, ovvero le relazioni, le scuole di pensiero e le influenze culturali della cucina.

Partendo dagli chef contemporanei che, oltre alla notorietà, la bravura e il successo, possono essere considerati come modelli di riferimento, gli autori hanno tracciato un lavoro di stampo genealogico, ricostruendo i legami di generazioni di allievi e maestri, arrivando fino ai padri fondatori della cucina moderna come Auguste Escoffier. Complessivamente sono più di 250 gli chef raccontati in biografie, impreziosite dalle illustrazioni a china realizzate a mano da Martina Dirce Carcano, e ritrovabili connessi tra loro in un ambizioso progetto grafico: una grande mappa stellare, ideata e realizzata da Matteo Riva, che accompagna alla scoperta degli astri nascenti, delle costellazioni e delle stelle polari che popolano il firmamento della storia della cucina mondiale. Il lettore potrà così navigare nella corrente culturale segnata dal passaggio di Ferran Adrià, conoscere i nomi di chi, da tutto il mondo, ha deciso di fare tappa al Noma di René Rezdepi, ricostruire i legami dei grandi chef francesi, da Alain Ducasse a Michel Bras, da Paul Bocuse a Joel Robuchon.

A novembre la “Festa dell’olio e del vino novello” di Vignanello

A novembre la “Festa dell’olio e del vino novello” di VignanelloMilano, 5 nov. (askanews) – Giunge alla sua 23esima edizione la “Festa dell’olio e del vino novello” di Vignanello, la storica manifestazione che celebra i due tipici prodotti della Tuscia viterbese nel momento della loro massima freschezza. Per due fine settimana, dal 10 al 12 novembre e dal 17 al 19 novembre, il borgo offrirà degli itinerari del gusto, la rievocazione di antichi mestieri, cortei in costume e spettacoli di musici e sbandieratori, oltre a visite guidate nei luoghi più caratteristici del paese.

“La nostra festa è l’occasione più consona per festeggiare la nuova stagione del vino e dell’olio, che in questo periodo dell’anno si esprimono al meglio” ha dichiarato il presidente della Pro Loco di Vignanello, Marcello Lagrimanti, spiegando che “l’idea che è alla base di quello che oramai consideriamo un vero e proprio evento-spettacolo, è la creazione di un percorso nato sia per esaltare le nostre tradizioni folkloristiche ed enogastronomiche, sia per far conoscere i luoghi storici della nostra comunità”. Ogni giorno, ad intervalli regolari, le visite guidate accompagneranno i visitatori all’interno del Castello Ruspoli, nella Vignanello Sotterranea con i suoi caratteristici “Connutti”, e alla scoperta della barocca Chiesa Collegiata. Gli itinerari dei sapori saranno invece articolati all’interno di oleifici e Cantine, dove sarà possibile degustare, acquistare ed esplorare da vicino l’affascinante mondo della produzione e trasformazione dell’olio e i segreti del vino novello. Tra le tappe toccate gli uliveti, il Frantoio Cioccolini e le storiche Cantine scavate nel tufo. Presso la sala consiliare del Comune verrà proposto un percorso guidato per i primi approcci e la conoscenza dei due prodotti.

Nel corso dei sei giorni della Festa, i ristoranti e le cantine del luogo offriranno un ventaglio di menu a tema, all’insegna della tradizione vignanellese. Nei due fine settimana sarà presente anche un mercatino dell’artigianato, con prodotti non solo enogastronomici.