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L’IA arriva in cucina con Liffo: il robot che cucina (e impara) da solo

L’IA arriva in cucina con Liffo: il robot che cucina (e impara) da soloMilano, 12 apr. (askanews) – L’Intelligenza artificiale promette grandi cose, anche in cucina. E un esempio di quello che può fare ai fornelli non poteva che arrivare dall’Italia. E’ nato, infatti, nella Food valley Liffo, il primo robot da cucina dotato di IA che può preparare le ricette in autonomia, senza bisogno di supervisione, e capace di imparare a prepararne di nuove nel tempo. Insomma un personal chef di acciao, plastica, chip e App.


Concepito oltre 10 anni fa grazie a un’intuizione di Massimiliano Delsante e poi realizzato dalla startup emiliana Robomagister, guidata da Delsante e Stefano Pedrazzi, Liffo promette una vera e propria rivoluzione in cucina in uno spazio di 50 centimetri per 50 circa. A differenza dei tradizionali robot da cucina, grazie all’integrazione dell’Intelligenza Artificiale, l’apparecchio riconosce gli ingredienti e, soprattutto, impara a cucinare nel tempo. Dispone, infatti, di una funzione di apprendimento che gli consente di imparare a preparare ricette e piatti della tradizione, per prepararli quando si vuole. Inoltre, il sistema di raffrescamento integrato, consente di conservare gli ingredienti fino a 24 ore prima di iniziare a cucinare. A completarne le funzioni, la capacità di preparare i piatti in autonomia, senza bisogno di supervisione: con la funzione di programmazione da remoto, e per mezzo di un’apposita App, può essere gestito direttamente dallo smartphone. La presenza di una telecamera integrata e di un’App dedicata consente di monitorare il processo di cottura a distanza, mentre la funzione stand by o annullamento offre la possibilità di sospendere, ritardare o annullare, sempre da remoto, la preparazione della ricetta.


Fin qui le carateristiche tecniche. Ma il know-how da dove arriva? Liffo per questo vanta partnership con istituzioni della tradizione culinaria italiana come l’Accademia Gualtiero Marchesi, Fratelli Desideri, Casa Artusi e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Accademia Gualtiero Marchesi firma alcune delle ricette storiche dello Chef Marchesi disponibili per la preparazione con Liffo e certifica la qualità dell’intero ricettario a disposizione degli utenti. Grazie alla collaborazione con Fratelli Desideri, l’automazione in cucina si unisce alla qualità di piatti realizzati dai più famosi chef stellati al mondo. Ma ci sono anche le ricette della tradizione culinaria italiana di Casa Artusi e l’impegno con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo per progettare e costruire nuovi scenari di crescita sostenibile e modelli alimentari e culturali innovativi. In pre-order dal 10 aprile, Liffo dopo il debutto al Ces di Las Vegas è stato protagonista di uno degli eventi del Fuorisalone 2025 a Milano. Per le consegne, invece, occorrerà, invece, aspettare settembre.

Per i suoi 50 anni Mulino Bianco riporta in vita premi storici anni ’80

Per i suoi 50 anni Mulino Bianco riporta in vita premi storici anni ’80Milano, 12 apr. (askanews) – Hanno appassionato intere generazioni, milioni di famiglie impegnate a completare raccolte punti per vincere premi che nel tempo sono diventati veri e propri oggetti da collezione. Oggi alcuni di quei premi tornano in occasione delle iniziative per i 50 di Mulino Bianco. E lo fanno grazie alla collaborazione con alcuni brand italiani, come Ariete per il Fornetto Sfornabontà, Celly per la MulinoSveglia e Seletti per il portapane Pancestì.


Il “Fornetto Sfornabontà” è un elettrodomestico rétro che coi suoi colori pastello richiama l’atmosfera degli anni ’80, periodo a cui risalgono alcuni dei premi più noti di Mulino. La MulinoSveglia, invece, si ripropone in una versione digitale mentre il Pancestì è una veste moderna del portapane. Quello di Mulino Bianco, per i suoi 50 anni, è un omaggio a un pezzo di storia del brand, quello delle raccolte punti, che hanno contribuito alla fidelizzazione dei consumatori. La prima risale al 1978, che aveva in palio il celebre Coccio, una scodella in terracotta per la prima colazione che ricorda le tazze dove i nostri nonni consumavano la zuppa di pane e latte. Il Coccio è il capostipite di una lunga serie di regali: tazze, zuccheriere, biscottiere, bricchi, teiere, piatti, vassoi e tovaglie dall’inconfondibile fondo giallo e dai disegni un po’ naif. Per vincere il Coccio vengono raccolte oltre 600 milioni di “spighe” e alla fine 20 milioni di cocci sono entrati nelle case di 6 milioni di famiglie. Nel 1989 la “simpatica Sveglia” fece il suo debutto nei cataloghi della raccolta punti Mulino Bianco, dopo l’esordio del Mulino come radio nel 1988, con l’antenna che spuntava dal comignolo e che negli anni è diventata anche una custodia per i giochi da tavola e oggetti di cancelleria.


“Il ritorno di questi premi è un omaggio ai ricordi che, oggi più che mai, rappresentano un valore prezioso per l’azienda dopo mezzo secolo di storia – spiega Elena Bernardelli, vice president brand activation & consumer engagement Mulino Bianco – Quando le raccolte punti Mulino Bianco hanno fatto il loro debutto, hanno subito conquistato il cuore delle famiglie italiane, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume. Erano più di una semplice promozione: diventavano un rito familiare, un momento di condivisione che univa grandi e piccoli, consentendo alla marca di vivere nella quotidianità delle famiglie italiane non solo con i proprio prodotti ma anche con oggetti iconici. Oggi vogliamo ricreare quella stessa magia, costruendo un ponte tra passato e presente. Questi oggetti non sono solo premi, ma simboli di una storia intrecciata di piccoli e grandi momenti che continuano a infondere calore e significato alle nostre vite”. I premi saranno in palio fino all’8 dicembre 2025.

Dazi, Unionfood: confidiamo in ruolo Meloni per scongiurare contromisure Ue

Dazi, Unionfood: confidiamo in ruolo Meloni per scongiurare contromisure UeMilano, 11 apr. (askanews) – “Sul futuro del made in Italy pesa l’incertezza determinata dalle misure daziarie stabilite dall’Amministrazione americana, nonostante la sospensione di 90 giorni annunciata nelle ultime ore per i dazi cosiddetti ‘reciproci’, che comunque tiene fermo il dazio aggiuntivo di base del 10% fino alla scadenza del termine dei 90 giorni. Confidiamo non solo nell’azione diplomatica dell’UE per una positiva composizione della vicenda, ma anche nel ruolo incisivo che sta svolgendo la nostra Premier per scongiurare contromisure UE che potrebbero rivelarsi per le nostre imprese tanto dannose quanto le misure stesse”. Lo fa sapere in una nota Unione italiana food, associazione che riunisce 530 aziende alimentari italiane, a proposito della guerra commerciale innescata dai dazi Usa.


“La preoccupazione maggiore – prosegue – è quella legata alle variazioni dei mercati finanziari mondiali che rischia di travasarsi sull’economia reale, imprese e consumatori, rallentando i consumi a livello globale, in un contesto in cui il nostro mercato interno ha iniziato a flettere da inizio anno”.

Unionfood: export 2024 sale dell’11% a 23 miliardi di euro

Unionfood: export 2024 sale dell’11% a 23 miliardi di euroMilano, 11 apr. (askanews) – Unione Italiana Food che, in occasione della seconda Giornata nazionale del made in Italy (15 aprile) istituita da Mimit, ha diffuso i dati dell’export 2024 dei settori che rappresenta: dati in crescita dell’11% per un totale che sfiora i 23 miliardi di euro. Un contributo significativo tenendo conto che nel gennaio/dicembre 2024 il settore alimentare ha esportato beni per circa 57 miliardi di euro, di cui oltre il 40% delle aziende dei settori di Unione italiana food. Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Spagna e Polonia si confermano i principali mercati di destinazione.


Nel dettaglio, il 2024 ha visto brillare soprattutto l’export di pasta che registra un incremento del 4,8%, per un totale a valore di 4,02 miliardi; dei prodotti da forno (+ 13,3%), per un valore di 4,3 miliardi di euro; c’è poi un +8,9% del caffè, per un valore di 2,66 miliardi di euro e un +17,2% di cacao e cioccolato che si attestano a 2,88 miliardi di valore dell’export. Performance brillanti anche per altri comparti: brodi, minestre, salse e sughi (+13,4%), cereali da prima colazione (+18,4%), chips e snack (+44,6%), confetteria (+20,5%), gelati (+10,8%) e integratori (+12,4%) Secondo Unione italiana food, il successo del made in Italy alimentare non si basa solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sull’esperienza emotiva che genera. Il ricordo di un piatto gustato in Italia crea un legame con il prodotto, che spinge il consumatore internazionale a ricercarlo anche nel proprio Paese. Secondo le stime di Istat, sono oltre 250 milioni i turisti stranieri che nel 2024 hanno visitato l’Italia. E un’indagine del Touring Club Italia rivela che 7 ristoratori italiani su 10 hanno riscontrato una crescita nella cultura enogastronomica degli ospiti internazionali, che risultano particolarmente interessati a conoscere la provenienza degli ingredienti (28%), la storia (25%) e le tecniche di preparazione dei piatti che consumano (14%).

Premio Industria Felix a Oropan: miglior impresa a conduzione femminile

Premio Industria Felix a Oropan: miglior impresa a conduzione femminileMilano, 11 apr. (askanews) – Oropan, produttore di pane e altri prodotti da forno di Altamura, è tra le 47 aziende pugliesi premiate alla 63esima edizione del Industria Felix – Basilicata, Calabria, Molise e Puglia. L’analisi che ha decretato la vittoria di Oropan l’ha giudicata, si legge nelle motivazioni, come “miglior impresa a conduzione femminile per performance gestionale e affidabilità finanziaria”.


In tutto sono state le 90 imprese ritenute più performanti a livello gestionale, affidabili finanziariamente e talvolta sostenibili nelle regioni coinvolte. La Puglia era la prima per numero di aziende premiate, con 18, tra cui Oropan, della provincia di Bari. L’evento è stato dedicato al docente universitario dell’Università di Bari Federico Pirro, tra i fondatori del Comitato scientifico di Industria Felix, e organizzato da Industria Felix Magazine. Oropan stata scelta dal comitato scientifico di Industria Felix partendo da un algoritmo vincolante che ha selezionato complessivamente circa 700 mila società di capitali con sede legale in Italia e ha individuato solo imprese che nelle rispettive categorie hanno registrato tra i migliori Mol, con un utile, un Roe positivo, un rapporto oneri finanziari/Mol inferiore al 50%, un delta addetti pari o crescente rispetto all’anno precedente e un Cerved Group Score di solvibilità o sicurezza finanziaria (parametri vincolanti), che è una valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane realizzata da Cerved.


“Sono davvero onorata di ricevere questo prestigioso riconoscimento da Industria Felix, che premia l’impegno costante di Oropan verso l’eccellenza gestionale, l’affidabilità finanziaria e la valorizzazione della leadership femminile – ha commentato Lucia Forte, amministratore delegato di Oropan – Una importante conferma del nostro lavoro e una motivazione ulteriore a continuare ad investire in innovazione, sostenibilità e crescita responsabile nel nostro territorio. Ringrazio Industria Felix, il Comitato Scientifico e Cerved per aver apprezzato il nostro lavoro e per aver valorizzato il ruolo delle imprese guidate da donne. Ma il ringraziamento più sentito va al mio team: dietro ogni traguardo di Oropan c’è il talento, la passione e la dedizione delle nostre Persone. Insieme siamo pronti ad affrontare nuove sfide con determinazione, entusiasmo e rinnovata fiducia”.

15 aprile protocollo intesa Crea-R. Lazio su sviluppo aree rurali

15 aprile protocollo intesa Crea-R. Lazio su sviluppo aree ruraliRoma, 11 apr. (askanews) – Martedì 15 aprile, alle 11.30, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e il presidente del Crea, Andrea Rocchi, firmeranno un accordo quadro di collaborazione tecnico-scientifica, per perseguire lo sviluppo integrato e sostenibile delle aree rurali e delle filiere produttive regionali, anche in un’ottica di salvaguardia ambientale e del tessuto socioeconomico. Tra gli obiettivi: valorizzare la multifunzionalità delle aziende agricole e sostenere programmi per l’innovazione, la ricerca e la sperimentazione di nuovi prodotti, processi e tecnologie.


Questo appuntamento rappresenta, inoltre, un’occasione per fare il punto sui dati relativi all’agricoltura del Lazio e sulle ricerche in corso in merito a due temi particolarmente importanti per l’agricoltura regionale quali il kiwi e i vitigni resistenti. Concluderà l’evento l’Assessore al Bilancio, Programmazione Economica, Agricoltura e Sovranità Alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste della Regione Lazio Giancarlo Righini.

Serpillo (Uci): passi avanti in nuovo regolamento Ue imballaggi

Serpillo (Uci): passi avanti in nuovo regolamento Ue imballaggiRoma, 11 apr. (askanews) – “Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi nasce con obiettivi nobili e condivisibili, ma presenta ancora molte criticità operative che rischiano di tradursi in un aggravio per le imprese, soprattutto quelle agricole e agroalimentari”. Così il presidente dell’UCI, Mario Serpillo, commenta l’approvazione definitiva del Regolamento UE 2025/40, frutto di un lungo e complesso iter legislativo che ha attraversato due legislature e numerose revisioni.


“Ridurre i rifiuti da imballaggio, favorire il riciclo e prevenire l’uso di sostanze pericolose sono delle priorità che ci vedono pienamente d’accordo – prosegue Serpillo – ma è fondamentale che le modalità con cui si perseguono questi obiettivi siano sostenibili anche dal punto di vista economico e organizzativo per le imprese, soprattutto le più piccole”. Serpillo riconosce alcuni elementi positivi del testo, come la promozione di materiali più sicuri, l’introduzione di criteri di progettazione più attenti alla riciclabilità e la valorizzazione di contenuti riciclati. “Sono indicazioni importanti – dichiara – che potranno stimolare l’innovazione nei materiali e nelle soluzioni di confezionamento. Tuttavia, il regolamento richiederà uno sforzo notevole di adattamento e comporterà nuovi obblighi burocratici e documentali che non tutte le realtà produttive sono pronte ad affrontare”.


Particolarmente delicato, secondo Serpillo, è l’impatto sulle filiere agroalimentari: “molti prodotti freschi e deperibili richiedono imballaggi specifici per motivi di conservazione, igiene e trasporto. È giusto contrastare l’abuso del monouso, ma serve un approccio pragmatico che tenga conto della realtà produttiva e logistica dei territori”. Sul fronte della prevenzione, il regolamento prevede una riduzione del 30% del flusso di rifiuti da imballaggio entro il 2040, con target di riuso significativamente ridimensionati rispetto alle versioni precedenti del testo. “Una scelta che dimostra una certa flessibilità e apertura al confronto, ma che andrà monitorata con attenzione, per evitare che gli oneri si spostino su altri fronti, meno visibili ma altrettanto impattanti”.


Per rendere davvero efficace l’attuazione del Regolamento, sarà fondamentale affiancare le imprese con strumenti di supporto, informazione e semplificazione. “È essenziale che le Istituzioni, a tutti i livelli, lavorino affinché questa normativa non si traduca in un freno all’attività produttiva. Occorre evitare un eccesso di burocrazia e garantire l’accesso a soluzioni tecniche ed economiche realmente praticabili”.

Spesa di Pasqua: in calo prezzi fave e tonnetto alletterato

Spesa di Pasqua: in calo prezzi fave e tonnetto alletteratoRoma, 11 apr. (askanews) – Prezzi in calo per alcuni prodotti ortofrutticoli e delle pesca a pochi giorni dalla Settimana Santa. La Borsa della Spesa, il servizio settimanale creato da BMTI e Italmercati Rete di Imprese, sottolinea che tra la frutta più consigliata, questa settimana non mancano i limoni siciliani che, grazie al bel tempo, presentano un’ottima qualità e sono molto richiesti. I loro prezzi all’ingrosso sono regolari per la media del periodo e vanno da 1,30 a 1,50 euro/kg. Limoni chiamano fragole, anche se questa settimana hanno subito un leggero aumento.


Il calo delle temperature, infatti, ha rallentato la produzione e portato i prezzi all’ingrosso intorno ai 5,00 euro/Kg per l’Inspire lucana, ai 4,50 euro/kg per la Sabrosa lucana e intorno ai 3,50 euro/kg le produzioni campane, calabresi e siciliane. La qualità rimane comunque ottima ed è questo il momento giusto per consumarle. Tra le produzioni tipicamente invernali, si trovano i mandarini, all’ingrosso intorno a 1,50 euro/kg. Infine, ancora consigliate le mele, stabili intorno a 1,80 euro/Kg. Tra gli ortaggi, bene i carciofi: il calo termico di questa settimana ne ha favorito la produzione e fatto calare i prezzi all’ingrosso. E’ possibile trovare il violetto senza spine intorno ai 0,20 euro al pezzo mentre il romanesco sugli 0,50 euro al pezzo. Giorni ideali per le fave, con prezzi in calo del 9,2% rispetto alla scorsa settimana, intorno a 1,50 euro/kg.


A causa del calo termico, invece, è leggermente rallentata la produzione di agretti, con prezzi in calo di quasi il 3% all’ingrosso, arrivando a 3,00 euro/kg. Al contrario, hanno resistito bene le bietole, che si confermano intorno a 1,00 euro/kg, all’ingrosso. Per quanto riguarda il settore ittico, arile è il mese delle seppie che, avvicinandosi alla costa vengono pescate più facilmente. Questo ha portato i loro prezzi in calo di quasi il 2% rispetto a sette giorni fa, confermandosi intorno a 13,00 euro/Kg. Sempre convenienti i prezzi all’ingrosso del granchio blu, sui 3,00 euro/kg.


Abbonda nei mercati il tonnetto alletterato, che arriva all’ingrosso dai 4 ai 6 euro/Kg a seconda della pezzatura con un calo del 37,5% rispetto a un anno fa. Tra i molluschi l’indicazione resta sulla vongola lupino, con prezzi sempre convenienti intorno 3,50 euro/kg. Infine, è particolarmente consigliato il consumo dei cefali, nelle diverse specie: il lotregano ha prezzi all’ingrosso intorno a 1,50 euro/kg (-14,3% rispetto a una settimana fa), il botolo sui 2,00 euro/Kg, il bosega intorno ai 6,00 euro/Kg (-7,7% rispetto a sette giorni fa) e il muggine o volpina, di una qualità maggiore e con cui si produce la bottarga, intorno ai 7,00 euro/kg. Infine, durante la Settimana Santa, non può mancare il lumachino, che presenta prezzi all’ingrosso bassi, intorno ai 7,00 euro/kg. Tra le carni, l’equilibrio tra domanda e offerta ha mantenuto stabili i prezzi della carne di tacchino che variano da 8,10 a 8,30 euro/kg. Infine, la maggiore stabilità osservata anche per i prezzi dei capi da macello di vitellone, mantiene i prezzi stazionari tra 8,70 e 9,10 €/kg.

Copa Cogeca a Ue: chiarire Direttiva Nitrati su tecnologia Renure

Copa Cogeca a Ue: chiarire Direttiva Nitrati su tecnologia RenureRoma, 11 apr. (askanews) – Copa e Cogeca, Eba e Cema hanno inviato una lettera ai Commissari europei Roswall e Hansen, sollecitando un’azione rapida in merito alla modifica della Direttiva Nitrati per chiarire la deroga relativa alle tecnologie RENURE (azoto recuperato da letame). Un appello fatto in un momento di crescente pressione sugli agricoltori dell’UE, in particolare a causa delle imminenti sanzioni sui fertilizzanti russi e bielorussi.


RENURE offre una soluzione sostenibile a livello locale che potrebbe aumentare significativamente l’autonomia dell’UE in materia di fertilizzanti nei prossimi anni. Le tecnologie RENURE, inclusi alcuni digestati, sono infatti “esempi di innovazione a livello aziendale con molteplici vantaggi ambientali ed economici e meritano un maggiore riconoscimento – spiega il Copa Cogeca – Tuttavia, gli agricoltori necessitano di un quadro normativo chiaro e stabile per investire e ampliare queste soluzioni”. Per il sindacato, nonostante la Commissione europea abbia riconosciuto il potenziale di RENURE nella sua Vision for Agriculture and Food, l’attuale quadro normativo non è riuscito a liberare tale potenziale.


RENURE rimane infatti limitato dalla Direttiva Nitrati e “l’emendamento proposto dalla Commissione europea non è pienamente in linea con i criteri RENURE sviluppati dal Centro Comune di Ricerca, né con il principio di neutralità tecnologica da esso previsto”. “È profondamente preoccupante che il Comitato Nitrati – spiegano Copa e Cogeca – non sia riuscito a migliorare e portare avanti questo emendamento nelle sue ultime quattro riunioni”. Per questo motivo il Copa e la Cogeca, insieme all’Associazione europea del biogas (EBA) e all’Associazione europea dell’industria delle macchine agricole (CEMA), invitano la Commissione “ad agire con rapidità e coerenza. Se intende seriamente garantire l’autonomia strategica, l’Europa non può permettersi di ignorare RENURE”, concludono.

Un trattore su 3 senza dispositivi di sicurezza

Un trattore su 3 senza dispositivi di sicurezzaRoma, 11 apr. (askanews) – Il rischio di ribaltamento del trattore è ancora oggi predominante in agricoltura e la causa principale degli infortuni mortali o gravi. E questo perché un trattore su tre è privo dei dispositivi di sicurezza: non solo della roll bar (arco di protezione), ma anche della cintura. È quanto è emerso nel convegno di Inail sulla valutazione dei rischi connessi con l’uso delle macchine nel comparto vitivinicolo e agricolo, promosso al Vinitaly di Verona da Alleanza Bilaterale, la prima sinergia di enti bilaterali italiani per l’agricoltura di cui fanno parte Agribi di Verona, Ebat di Brescia, Cimi di Mantova, Ebat di Catania e Ebat di Trapani.


In agricoltura “il numero di infortuni e decessi rimane elevato rispetto ad altri settori – hanno spiegato Leonardo Vita e Daniele Puri, ingegneri che si occupano di sicurezza in Inail -. Nel quinquennio 218-2022 i decessi sono stati in media 150 all’anno e la causa principale di morte è stata la perdita totale o parziale del controllo del mezzo di trasporto o delle attrezzature in movimento. Il rischio di ribaltamento del trattore è ancora oggi predominante”. Colpa di trattori non adeguati e con età media molto elevata. Non basta la roll bar: serve anche la cintura di sicurezza, che andrebbe resa obbligatoria anche con soluzioni tecniche che costringono all’uso come un cicalino, o il blocco macchina, come avviene con i carrelli industriali. Un traguardo lontano da raggiungere, perché in Europa tutto è ancora in discussione e un regolamento su questo punto è ancora lungi da venire. “Servono anni per arrivare a varare normative sulla sicurezza – hanno sottolineato i due esperti – ma tutta la filiera dovrebbe nel frattempo intervenire per sensibilizzare al problema. Una causa degli infortuni è l’alto numero di contratti a tempo determinato, che non consente un’adeguata formazione. Per guidare una mietitrebbiatrice o una macchina per la raccolta è sufficiente la patente B, ma senza una formazione specifica per il corretto utilizzo delle macchine il rischio incidente è alto. Bisogna rinnovare la parte più obsoleta delle attrezzature, facendosi aiutare anche dalle molte opportunità di finanziamento come i bandi regionali Psr o quelli Inail. Le istituzioni, dal canto loro, devono fare la loro parte, accelerando su soluzioni tecniche e normative per tutelare la sicurezza dei lavoratori”.


“Il datore di lavoro è determinante nella formazione e informazione del dipendente – chiosa Luigi Bassani, direttore di Agribi Verona, costituita da Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – Dai nostri dati risulta che più il lavoratore ha un’età avanzata e un livello culturale basso, meno attenzione ha per la propria salute. Perciò dobbiamo lavorare per individuare strumenti che consentano di garantire la salute e la tutela dei lavoratori”.