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Effat: rafforzare condizionalità sociale in Pac post 2027

Effat: rafforzare condizionalità sociale in Pac post 2027Roma, 20 mar. (askanews) – Rafforzare la condizionalità sociale nella Pac post 2027. E’ la richiesta contenuta nel documento adottato oggi dall’assemblea generale del settore agricolo dell’Effat, che sintetizza le istanze delsindacato europeo in vista della revisione della PAC post 2027. Ne dà notizia il presidente del settore agricolo dell’organizzazione, Fabrizio De Pascale, che ha presieduto i lavori dell’assemblea svoltasi oggi a Budapest.


“Il documento è frutto di un ampio e approfondito confronto al quale hanno attivamente contribuito i sindacati italiani presenti a Budapest”, spiega De Pascale. “La richiesta principale dell’Effat è di rafforzare la condizionalità sociale, attuandola pienamente in tutti i paesi membri dell’Unione e includendo nel suo ambito di applicazione altre direttive europee in materia di lavoro. Chiediamo, inoltre, di mantenere il livello di finanziamento della PAC e di ampliare i criteri per i pagamenti diretti, basandoli non solo sul numero di ettari posseduti ma anche sulla quantità e qualità del lavoro utilizzato dai beneficiari”. Il documento, che sarà definitivamente approvato in aprile dal comitato esecutivo Effat, costituirà la base del futuro confronto che il sindacato europeo e i sindacati nazionali avvieranno con la Commissione europea, l’Europarlamento e i governi nazionali.


“La condizionalità sociale della Pac è stata una grande conquista del sindacato europeo che si basa su un principio semplice e di buon senso: le aziende agricole che violano i diritti del lavoro non meritano di avere un aiuto pubblico”, spiega De Pascale che aggiunge: “grazie all’impegno del sindacato, l’Italia è stata tra i primi paesi ad applicarla, prevedendo la totale sospensione dei premi Pac in caso di violazione della legge 199/2016 contro il caporalato”.

Balneari, Silvetti (Anci): indicazioni chiare per bandire le gare

Balneari, Silvetti (Anci): indicazioni chiare per bandire le gareRoma, 20 mar. (askanews) – “Nel Decreto indennizzi occorre che siano indicati con chiarezza i criteri per la determinazione dell’indennizzo dovuto al concessionario uscente senza lasciare margini di interpretazione e discrezionalità per evitare contenziosi e disparità di trattamento. I Comuni, sui quali ricade già l’onere di gestione delle gare per l’assegnazione delle concessioni marittime, non devono essere messi nelle condizioni di dover affrontare anche gli inevitabili ricorsi intentati sul valore dell’indennizzo indicato nei bandi”. Così Daniele Silvetti, vicepresidente vicario e delegato Anci al Demanio marittimo, a margine dell’incontro di oggi con il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini.


“Da una prima ricognizione Anci, su circa 650 Comuni costieri, solo una quarantina hanno avviato le gare e in molti casi già si sono aperti contenziosi. Apprezziamo quindi la volontà del Ministero di redigere un ‘bando tipo’ per il corretto svolgimento delle gare e ci dichiariamo fin da subito disponibili ad aprire un tavolo di lavoro congiunto”, ha proseguito Silvetti. “Al ministro Salvini abbiamo anche rinnovato la richiesta di un riconoscimento per la complessa attività amministrativa dei Comuni, necessaria per l’espletamento delle procedure competitive richieste dalla normativa di settore. Almeno a parziale ristoro di questi maggiori oneriabbiamo quindi chiesto una compartecipazione dei Comuni rispetto ai canoni previsti dal decreto”, ha concluso il vicepresidente e delegato Anci.

Piattaforma Mediterra DataCenters si presenta ufficialmente al mercato

Piattaforma Mediterra DataCenters si presenta ufficialmente al mercatoRoma, 20 mar. (askanews) – Mediterra DataCenters sceglie l’Italia per il lancio istituzionale, posizionandosi come il nuovo attore che contribuirà ad accelerare la crescita delle infrastrutture digitali regionali nell’Europa meridionale.


L’arrivo di Mediterra nel Belpaese – si legge in una nota – si inserisce in un panorama europeo in costante evoluzione, in cui si osserva uno spostamento dell’interesse degli investitori dai tradizionali mercati FLAPD (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino), oggi in forte rallentamento, a quelli emergenti, fra cui spicca l’Italia. A porre in evidenza questo trend è l’ultimo report dell’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, secondo cui l’Italia, con una previsione – entro il 2025 – di 83 nuove aperture e potenziali investimenti fino a 15 miliardi, è destinata a consolidare la propria posizione di hub strategico digitale a livello europeo. Anche se sotto il profilo geografico, la Lombardia, in particolare Milano, dove Mediterra ha basato la sua sede operativa italiana, si conferma il primo polo infrastrutturale per il Paese, si sta facendo strada una nuova tendenza che porta sempre più operatori a guardare verso il Centro-Sud. A confermarlo sono i dati appena rilasciati da IDA, l’Associazione Italiana Data Center, secondo cui il Mezzogiorno, grazie alla sua posizione geografica, alla crescente disponibilità di energia da fonti rinnovabili e agli investimenti infrastrutturali in corso, ha tutte le carte in regole per diventare un centro nevralgico per l’intero settore nel bacino del Mediterraneo. In questo contesto si inserisce la scelta di Mediterra DataCenters di cavalcare la spinta di sviluppo del Sud, andando ad investire, in prima battuta, in regioni italiane particolarmente strategiche ma che ad oggi godono di scarsa copertura digitale. Di qui l’acquisizione a Roma, nel cuore del Tecnopolo Tiburtino, di Cloud Europe, un data center green di livello Tier IV che è stato progettato per un’operatività sostenibile con un basso impatto ambientale e alimentato da energia rinnovabile. “Si tratta di un’operazione di notevole rilevanza – spiega Emmanuel Becker, CEO di Mediterra DataCenters – con un investimento fino a 80 milioni di Euro, di cui una parte sarà dedicata a sostenere, entro la fine dell’anno, i progetti di espansione e ulteriori avanzamenti tecnologici. La nostra missione è sviluppare la più completa piattaforma di Premium Data Centers in tutto il territorio italiano, creando valore non solo per il sistema Paese ma anche per l’ecosistema del Sud Europa, a cui guardiamo come obiettivo d’insieme. Tornando all’Italia – precisa Becker – siamo impegnati in discussioni esclusive su ulteriori investimenti per oltre 100 milioni di euro nel Centro-Nord Italia, mentre la nostra pipeline complessiva prevede, nei prossimi 24 mesi, ulteriori progetti che superano i 150 milioni di euro con sviluppi significativi previsti anche nel Sud Italia. Questo fa parte di un piano più ampio con investimenti per centinaia di milioni di euro che ha tra gli obiettivi l’efficientamento del settore, caratterizzato da numerosi CED (Centri Elaborazione Dati) aziendali distribuiti sul territorio italiano, promuovendone il consolidamento in ecosistemi di Data Center locali più sicuri e resilienti con una considerevole diversificazione del rischio energetico”.


Dietro Mediterra DataCenters – prosegue il comunicato – c’è la solidità di PEIF III (Pan-European Infrastructure III), un fondo istituzionale gestito da DWS Infrastructure. DWS è un asset manager indipendente di primaria importanza, quotato alla Borsa di Francoforte e controllato per il 79% da Deutsche Bank che a dicembre 2024 è arrivato a gestire €1.012 miliardi di asset (AuM) con 4.700 dipendenti a livello globale. “Siamo stati tra i primi investitori infrastrutturali a credere nel potenziale trasformativo del settore dei data center enterprise colocation in Europa”, aggiunge Aparna Narain, Partner di DWS Group Infrastructure Investments. “Il nostro impegno con Mediterra DataCenters si inserisce in una strategia di investimento infrastrutturale mirata a sostenere la crescita di un settore che funge da catalizzatore per l’intero sistema economico. Siamo entusiasti di collaborare con il nostro eccezionale management team per creare una rete leader di data center regionali, posizionando il Sud Europa come un hub digitale sempre più competitivo e interconnesso”.


Mediterra DataCenters è molto più di una piattaforma che offre soluzioni di datacenter, colocation e connettività. Il suo valore distintivo risiede nell’approccio service-oriented che consiste nel portare a livello regionale i benefici tipici dei Data Center Premium, dall’accesso ai principali service provider (Network, Application, Security…) alla fruizione di tutta quella vasta gamma di servizi a valore aggiunto resi possibili dall’alleanza con i Partner territoriali. Un altro importante punto di forza di Mediterra è l’internazionalità del suo team di management. Non si tratta solo di professionisti che provengono dal mondo Data Center, ma di esperti che, proprio in virtù del loro know-how cross-settoriale e altamente qualificato, sono in grado di rispondere alle esigenze più diverse dei clienti. In aggiunta, l’azienda può contare su figure di rilievo a livello europeo, fra cui spiccano Alexandra Schless, Chairwoman di Mediterra, nonché CEO di NorthC con alle spalle ruoli apicali in Equinix Telecity e Mike Tobin, Non-Executive Director della società, in passato CEO di TeleCity Group, che vanta oltre vent’anni di esperienza nel settore e diversi ruoli nei CdA di importanti realtà Data Center.


L’altro grande pilastro su cui poggia l’affidabilità di Mediterra – si evidenzia inoltre nella nota – è la stabilità dell’azionariato rappresentato da DWS Infrastructure, il cui fondo infrastrutturale istituzionale detiene il 100% del capitale del gruppo Mediterra. DWS Infrastructure gestisce circa 26 miliardi di Euro in AuM suddivisi tra private equity (13,5 miliardi), private debt (2,9 miliardi) e infrastrutture quotate (9,6 miliardi). PEIF III, con 3,1 miliardi di capitale impegnato e nove investimenti effettuati, è uno dei quattro fondi infrastrutturali flagship gestiti da DWS Infrastructure che ha una forte presenza in Italia e si avvale di un team senior basato a Milano. DWS Infrastructure è un investitore esperto in equity, con un portafoglio di investimenti che spazia dalla transizione energetica alle energie rinnovabili e ai trasporti. Inoltre, vanta una solida esperienza nel settore dei data center, avendo fondato NorthC, il principale fornitore indipendente di colocation regionale nei Paesi Bassi. “Con il lancio di Mediterra DataCenters – conclude Becker – siamo certi che sapremo portare quell’elemento di differenziazione che il mercato cercava, realizzando Data Center regionali Premium nelle città digitalmente strategiche del Sud Europa con il duplice vantaggio di generare valore per il territorio grazie agli scambi con l’ecosistema dei Partner commerciali e di supportare la crescita di un’economia digitale di interconnessione grazie alla rete capillare dei cavi sottomarini del Mediterraneo”.

Ancora polemica su Ventotene, un caso parole (smentite) Meloni

Ancora polemica su Ventotene, un caso parole (smentite) MeloniBruxelles, 20 mar. (askanews) – All’indomani della ‘bagarre’ alla Camera, continua a infuriare la polemica politica sulle parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni su Ventotene. E c’è il ‘caso’ su quanto la premier avrebbe detto ai suoi eurodeputati, in una ricostruzione smentita da Palazzo Chigi.


La premier ieri sera a Bruxelles ha riunito a cena la pattuglia di Fdi a Bruxelles e secondo quanto riportato da diversi partecipanti, nella conversazione “conviviale” sarebbe stato toccato anche il ‘caso’ Ventotene. Secondo quanto riferito, la premier avrebbe rivendicato di aver fatto una mossa “geniale” dal punto di vista “mediatico” con gli esponenti dell’opposizione che “sono caduti nella trappola”. Una ricostruzione smentita “categoricamente” da Palazzo Chigi, secondo cui “Meloni non ha mai definito la propria citazione del Manifesto di Ventotene alla Camera come ‘una trappola’ in cui sarebbero ‘cascati esponenti dell’opposizione con reazioni isteriche’, né ‘una mossa mediatica’ che ‘ha fatto impazzire la sinistra’”, garantiscono fonti della Presidenza, esprimendo anche “preoccupazione” per “le ormai quotidiane notizie diffuse da alcuni media su fatti mai accaduti”. Comunque sia, le parole della premier sul Manifesto sono state sicuramente accolte con entusiasmo dai suoi. “92 minuti di applausi come quando Fantozzi dice che ‘la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”, ha commentato uno dei partecipanti alla serata mentre un altro, con i cronisti, si è lasciato andare a una battuta: “Abbiamo brindato a Spinelli…”. E mentre da Bruxelles la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ricorda che il Manifesto “è un pezzo di storia”, in Italia si continua a discutere. Il Pd Lazio organizza per sabato una manifestazione sull’isola del confino di Spinelli e sul caso oggi c’è stato un duro scontro tra maggioranza e opposizione in Senato. La prima a intervenire è stata la capogruppo di Iv Raffella Paita, la quale ha stigmatizzato quanto avvenuto a Montecitorio, un fatto “grave per la democrazia e l’Europa”. Seguita a ruota dagli altri gruppi di minoranza. Ma dal centrodestra è giunta un replica secca con Claudio Borghi della Lega che è arrivato a definire “ripugnanti” le parole del Manifesto, un “testo – ha detto – tra i più orribilmente antidemocratici” e con il presidente dei senatori di Fdi Lucio Malan che ha rivendicato il ‘diritto’ a “dissociarsi da quelle idee”. Il dibattito è stato lungo e acceso, con scambi di accuse reciproche.


Fuori dalle Aule, sulla questione è intervenuto anche il vice premier Matteo Salvini, che ricollega il tema alla battaglia che sta portando avanti contro la difesa comune e il ‘ReArm Europe’: “Il dibattito fascismo-antifascismo, Ventotene o contro Ventotene, lo lascerei agli storici. Certo i padri fondatori non pensavano all’Europa che si riarma”, ha detto. Dall’altro Antonio Tajani, non insegue la polemica: “Io rispetto tutti ma la mia europa e quella di De Gasperi, Schuman e Adenauer, non una visione socialista dell’Europa. Non condivido alcuni contenuti del Manifesto ne condivido altri ma rispetto gli autori, il loro coraggio e la voglia di combattere per la libertà”, ha detto a Bruxelles il ministro degli Esteri. Scandendo – due volte – che “possiamo trattare su tutto il resto, ma sull’appartenenza all’Unione europea non si tratta”.

Ciocchetti-Maselli: oltre 75mila euro con Natale solidarietà 2024

Ciocchetti-Maselli: oltre 75mila euro con Natale solidarietà 2024Roma, 20 mar. (askanews) – “Quest’anno con il Natale di Solidarietà sono stati raccolti ben oltre 75 mila euro da devolvere in beneficenza. L’evento che abbiamo organizzato insieme al Comitato ‘Per chi da solo non ce la fa’, presso l’Auditorium della Conciliazione lo scorso 9 dicembre è stato un grande successo, oltre le nostre aspettative”. Lo hanno dichiarato il deputato Luciano Ciocchetti e l’assessore regionale Massimiliano Maselli nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sala Tevere della Regione Lazio.


“Il Natale di Solidarietà – hanno aggiunto – è un tradizionale appuntamento che promuove da anni, in occasione del Santo Natale, una raccolta fondi per sostenere le numerose attività di tante associazioni impegnate nel settore del sociale, sanitario e del volontariato. Quest’anno, oltre ad aver raggiunto la cifra record di 75 mila euro, abbiamo anche ampliato la platea dei beneficiari. Sono infatti ben 30 le associazioni che riceveranno il contributo economico dal Comitato ‘Per chi da solo non ce la fa’ che permetterà loro di realizzare interventi a favore delle persone più bisognose. Un sentito ringraziamento va al Presidente del Comitato Mauro Ascione e a quanti, persone fisiche e aziende, hanno contribuito alla raccolta fondi, trasformando la generosità in una azione concreta a favore di chi è più debole e vulnerabile. Un ringraziamento anche ai tanti volontari che hanno permesso la realizzazione dell’evento, a tutti gli artisti che hanno messo la loro arte a disposizione di una buona causa e al presidente Agis Lazio Francesco Carducci. Appuntamento a dicembre prossimo sempre all’Auditorium della Conciliazione”, hanno concluso Ciocchetti e Maselli.

Sammontana si espande in Nord America: acquisisce La Rocca creative cakes

Sammontana si espande in Nord America: acquisisce La Rocca creative cakesMilano, 20 mar. (askanews) – Sammontana Italia, attraverso la neocostituita società Sammontana North America, ha firmato l’accordo per l’acquisizione di La Rocca creative cakes, società canadese fondata dalla famiglia Givens, con base a Toronto, che opera nel canale retail in-store bakery. L’azienda con un impianto produttivo dedicato alla produzione di torte, dessert e pasticceria surgelata, distribuisce i suoi prodotti in Canada e negli Stati Uniti. Il processo di acquisizione è soggetto alle consuete condizioni di closing e sarà perfezionato nel corso di questo mese.


L’accordo, spiega in una nota il gruppo italiano, rappresenta il primo tassello del percorso annunciato dal nuovo gruppo Sammontana Italia che punta all’espansione sui mercati esteri attraverso la crescita organica e le acquisizioni mirate nel settore del dessert, gelato e frozen pastry. L’ingresso di La Rocca nel portfolio sarà complementare e sinergico, in termini di canali di vendita e proposta assortimentale, al brand Bindi già presente nel mercato nordamericano principalmente nel canale food service. Il nuovo marchio affiancherà l’arte pasticcera dei maestri del dessert di Bindi, rafforzando la presenza del gruppo in Canada e negli Stati Uniti al fine di consolidare una presenza nel segmento dell’in-store bakery. Il nome La Rocca nasce quasi 40 anni fa per l’iniziativa della famiglia Givens. Sotto la loro guida, l’azienda è cresciuta fino a diventare uno dei più grandi produttori di dessert premium del Canada. Negli ultimi 25 anni, Michael Givens ha guidato La Rocca in un periodo di significativa espansione. Operando dalla sua sede di Toronto, La Rocca creative cakes produce ogni settimana oltre 120.000 torte in media, rifornendo i principali retailers del Nord America. Nel 2024, La Rocca ha generato un fatturato di oltre 70 milioni di dollari canadesi.


“A inizio anno ci siamo posti degli obiettivi di crescita e internazionalizzazione molto sfidanti e l’acquisizione di La Rocca creative cakes concorrerà a sostenere le nostre ambizioni. Inoltre, il brand presenta importanti affinità anche dal punto di vista valoriale e del fare impresa, elementi per il nostro gruppo imprescindibili nel valutare la scelta di nuovi partner – ha dichiarato Alessandro Angelon, amministratore delegato di Sammontana Italia – Con La Rocca condividiamo, non solo l’esperienza nel segmento del dessert, ma anche una forte cultura e attenzione nella selezione di materie prime di qualità e per un saper fare in pieno stile italiano”. Michael Givens, presidente e amministratore Delegato di La Rocca, continuerà a guidare La Rocca in questa nuova fase. “Unire le forze con Sammontana Italia rappresenta un’opportunità incredibile per La Rocca – ha dichiarato Givens – Con la nostra comune passione per i dessert di qualità e l’impegno per l’eccellenza, non vediamo l’ora di aprire nuove opportunità di crescita e di offrire ai nostri clienti prodotti ancora più eccezionali”

FIMAA-Confcommercio, Welcome Agent essenziale per strutture ricettive

FIMAA-Confcommercio, Welcome Agent essenziale per strutture ricettiveRoma, 20 mar. (askanews) – “La figura del Welcome Agent è al momento l’unica in grado di identificare correttamente gli ospiti di una struttura ricettiva extra-alberghiera, assicurando gli obiettivi richiesti dal Ministero degli Interni con la circolare del 18 novembre scorso”. Lo ha detto Alessandro Simonetto, Vicepresidente di FIMAA Italia con delega all’internazionalizzazione e allo sviluppo del comparto turistico, intervenendo alla riunione con le associazioni di categoria convocata dal Gabinetto del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che si è appena conclusa.


Con la circolare dello scorso novembre, si legge in una nota, il Viminale ha evidenziato la “necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose e/o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche”. Secondo il Ministero, in particolare, l’identificazione degli ospiti non deve avvenire “mediante trasmissione informatica delle copie dei documenti”, ma si deve accertare “l’identità degli ospiti mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti”. “Oggi – prosegue Simonetto, – un numero consistente di agenti immobiliari offrono servizi al settore dell’extra alberghiero turistico, e di fatto quindi operano già come Welcome Agent. Quando ricoprono questo ruolo assicurano tutta la professionalità propria dell’agente immobiliare, categoria che invece è pienamente regolamentata. Conoscono infatti tutte le operazioni di check-in, check-out e di incoming, e non solo, e possono quindi svolgere adeguatamente i controlli previsti dalla normativa antiterrorismo. Lo stesso non avviene quando a svolgere il ruolo di Welcome Agent è una società di servizi o un altro intermediario”.


Il Vicepresidente di FIMAA Italia con delega all’internazionalizzazione e allo sviluppo del comparto turistico è anche intervento sulla necessità di identificare – e quindi accogliere – di persona gli ospiti. “Se dispone dell’opportuna tecnologia – ha detto Simonetto, – l’agente immobiliare può anche effettuare il check-in da remoto. Anche a distanza, infatti è in grado infatti di svolgere l’identificazione biometrica degli ospiti alloggiati. Per inciso, il Ministero del Turismo ha dato vita circa un anno fa alla Banca Dati delle strutture ricettive, imprimendo un’evidente spinta in avanti per l’automatizzazione delle operazioni di accoglienza. L’obiettivo principale ovviamente deve essere quello di garantire l’ordine pubblico, e quindi è necessario adottare tutte le misure possibili per identificare le persone che possono creare disordini o situazioni di pericolo – ha concluso il Vicepresidente di FIMAA Italia. – Ma un agente immobiliare, con il supporto di una tecnologia adeguata, è in grado di assicurare che questo obiettivo venga perseguito anche effettuando il check-in da remoto”.

Vino, Marzia Varvaglione eletta nuova presidente del Ceev

Vino, Marzia Varvaglione eletta nuova presidente del CeevMilano, 20 mar. (askanews) – Marzia Varvaglione è la nuova presidente del Comité europeen entreprises vins (Ceev), la sua nomina è stata ratificata oggi dall’Assemblea generale dei soci.


“La sua nomina porta una ventata di freschezza” ha commentato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, sottolineando che “siamo convinti che saprà traghettare il settore in questo momento critico per il vino europeo, e siamo fieri che a riportare questa carica all’Italia sia la competenza non solo della prima presidente donna, ma anche della persona più giovane a ricoprire questo ruolo, a testimonianza di un comparto che, oggi più che mai, ha bisogno di essere dinamico, reattivo e proiettato al futuro”. “Varvaglione ha presentato un ottimo programma condiviso con le federazioni europee, che affronta tutti i temi cruciali per lo sviluppo e salute del settore” ha aggiunto Lamberto Frescobaldi, spiegando che “si va dalla difesa del vino alla competitività delle imprese, dalla necessità di adottare strategie per invertire il trend dei consumi anche parlando ai giovani con il loro linguaggio, senza dimenticare di sostenere il ricambio generazionale”.


“A questo si aggiunge il rafforzamento dell’organizzazione nella rappresentatività e nel ruolo di advocacy, fino al perseguimento degli obiettivi del Piano Strategico 2023-2027” ha proseguito, parlando di “un piano programmatico tanto ambizioso quanto necessario, che ribadisce l’impegno già intrapreso dal Ceev sui tavoli comunitari e internazionali. E proprio per il lavoro serrato verso le Istituzioni Europee e la visione a lungo termine sul futuro dell’Associazione, nonché per aver rafforzato il dialogo tra i soci, voglio ringraziare a nome di tutta l’Unione italiana vini il presidente uscente Mauricio González-Gordon e tutto il gruppo di lavoro”. Pugliese, classe 1989, Marzia Varvaglione è presidente dal 2023 dell’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani (Agivi) e membro del Consiglio Uiv dal 2020. Con una laurea in Economia Aziendale presso l’Università Cattolica di Milano, studi avanzati a Lugano, Losanna e Londra e un diploma WSET Level 3 Award in Wines, dal 2013 lavora nell’azienda di famiglia Varvaglione 1921, che esporta 5 milioni di bottiglie in oltre 70 Paesi. Con il fratello Angelo e la sorella Francesca, Marzia rappresenta la quarta generazione in azienda, oggi a fianco del padre Cosimo alla guida di una delle più innovative Cantine italiane.

Meloni e il manifesto di Ventotene, Palazzo Chigi smentisce alcune ricostruzioni

Meloni e il manifesto di Ventotene, Palazzo Chigi smentisce alcune ricostruzioniBruxelles, 20 mar. (askanews) – Fonti di Palazzo Chigi “smentiscono categoricamente le ricostruzioni riportate da alcuni organi di stampa in merito ai colloqui tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e gli eurodeputati di Fratelli d’Italia a Bruxelles”.


In particolare, precisano le fonti, “Meloni non ha mai definito la propria citazione del Manifesto di Ventotene alla Camera come “una trappola’ in cui sarebbero ‘cascati esponenti dell’opposizione con reazioni isteriche’, né ‘una mossa mediatica’ che ‘ha fatto impazzire la sinistra’. Ogni interpretazione attribuita alle parole del Presidente al di fuori di quanto detto pubblicamente è da considerarsi priva di fondamento. Preoccupano le ormai quotidiane notizie diffuse da alcuni media su fatti mai accaduti”, concludono le fonti. (Nella foto la protesta delle opposizioni per le affermazioni fatte dalla premier Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene il 19 marzo scorso alla Camera dei deputati, durante le comunicazioni della Presidente del Consiglio in vista del Consiglio Ue)

Euro digitale, Lane (Bce): serve a garantirci controllo monetario

Euro digitale, Lane (Bce): serve a garantirci controllo monetarioRoma, 20 mar. (askanews) – Con l’euro digitale non si tratta unicamente di “assicurare che il nostro sistema monetario si adatti al digitale”. In ballo c’è anche la capacità di “garantire che l’Europa controlli il suo destino monetario e finanziario, in un contesto di crescente frammentazione geopolitica”. Lo ha affermato il capo economista della Bce, Philip Lane Nel suo lunghissimo intervento all’Università di Cork, città nel sudovest dell’Irlanda.


A differenza di quanto fanno altri esponenti europei e della stessa Bce, in subbuglio per le sparate mediatiche del presidente Usa Donald Trump, in cui leggono minacce alla sovranità monetaria europea, l’economista irlandese si è anche e piuttosto concentrato sulle – forse molto più concrete – manovre dei giganti emergenti, per creare piattaforme monetarie alternative. Lane ha menzionato il progetto dei Bricks – acronimo per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica – battezzato “Bridge” e “mBridge”, che coinvolge anche Thailandia, Hong Kong e i Emirati Arabi Uniti, e che era stato allestito in collaborazione con la Banca dei regolamenti internazionali. Ha anche citato i lavori di Pechino per creare uno yuan digitale.


“I motivi per creare una valuta digitale della Banca centrale (Cbdc) sono particolarmente forti per una unione monetaria, specialmente nel contesto di sistemi di pagamento frammentati e dipendenti dall’estero – ha sostenuto -. In una fase di incertezza e shock geopolitici, l’euro ha mantenuto la sua reputazione di valuta forte e stabile. Tuttavia mentre tecnologie e economie si evolvono dobbiamo assicurare che manteniamo l’autonomia, per preservare la stabilità monetaria in qualunque situazione”. Oggi a spingere per l’euro digitale è stata anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, che invece ha concentrato le sue preoccupazioni sulla sfida dovuta alle mosse di Trump. Ha nuovamente sollecitato il Parlamento europeo a portare avanti le legiferazione proposta dalla Commissione Ue.