Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Fabriano, Urso: pronti a agire se confermato uso ingannevole marchio

Fabriano, Urso: pronti a agire se confermato uso ingannevole marchioRoma, 14 mar. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha risposto alla lettera del sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, e ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, rassicurando entrambi rispetto al potenziale utilizzo improprio del marchio “Fabriano”.


Urso ha evidenziato che, “qualora venissero confermate le notizie riportate dagli organi di stampa, secondo cui l’azienda Fedrigoni avrebbe concesso in licenza l’uso del marchio Fabriano al distributore internazionale Jacob Jurgensen per produrre e distribuire in Europa carta per fotocopie – precedentemente realizzata nello stabilimento di Giano, a Fabriano, chiuso il 31 dicembre scorso – si configurerebbe una ipotesi di ‘uso ingannevole del marchio’, rilevante ai sensi sia dell’art.14 del Codice della Proprietà Industriale, sia delle norme corrispondenti previste dalla direttiva e dal Regolamento del Marchio dell’Unione Europea, che sanzionano con la decadenza del marchio la sua sopravvenuta ingannevolezza, in particolare proprio sulla provenienza geografica dei prodotti contrassegnati”. Di fronte a questa evenienza, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy “interverrà prontamente, sostenendo qualunque soggetto interessato a presentare un’istanza nelle sedi competenti per l’accertamento della decadenza del marchio d’impresa registrato ‘Fabriano’, attualmente di proprietà dell’impresa Fedrigoni, e per l’applicazione delle altre sanzioni previste dalla legge per l’uso ingannevole, anche a tutela dei consumatori”, ha assicurato Urso.

Difesa Ue, Fitto: da Commissione von der Leyen risposte all’altezza

Difesa Ue, Fitto: da Commissione von der Leyen risposte all’altezzaRoma, 14 mar. (askanews) – “Ci vuole una nuova consapevolezza rispetto allo scenario che viviamo, che è cambiato, e quindi c’è bisogno di avere risposte all’altezza. A me sembra che la Commissione europea lo stia facendo e lo stia facendo bene. In questi primi 100 giorni credo l’abbia fatto anche in modo molto efficace”. Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Raffaele Fitto a margine della presentazione, all’università Luiss, del libro “Governare le fragilità” di Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella.


“Io colgo una consapevolezza e un approccio nel lavoro che la Commissione ha messo in campo, anche di sistema, che si ricollega a quello che da qui ai prossimi giorni sarà affrontato sul fronte della Difesa – ha spiegato più in dettaglio Fitto nel corso del suo intervento – ed è collegato anche a una organizzazione diversa della Commissione europea. Avere per la prima volta un commissario per la difesa e avere per la prima volta un commissario per la semplificazione – ha sottolineato Fitto – penso che rappresenti anche un messaggio chiaro che l’Europa mette in campo su due tematiche fondamentali” per l’Unione.

Ex Ilva, verso uno slittamento per scelta dell’offerta d’acquisto

Ex Ilva, verso uno slittamento per scelta dell’offerta d’acquistoRoma, 14 mar. (askanews) – Servirebbe ancora qualche giorno per l’individuazione della migliore offerta per l’acquisto degli stabilimenti dell’ex Ilva. Il termine di oggi, 14 marzo, indicato anche dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ai sindacati, per la scelta dell’offerta tra le tre pervenute, potrebbe slittare alla prossima settimana (almeno per l’ufficializzazione delle decisione). Fino alla mezzanotte di oggi, infatti, le aziende potrebbero presentare rilanci e aggiornamenti ci sarebbero stati anche nelle ultime ore. I commissari avrebbero quindi bisogno di un surplus di tempo per esaminare nel dettaglio la documentazione pervenuta.


Sul tavolo le offerte per l’acquisto dell’intero complesso degli stabilimenti dell’ex Ilva presentate dai tre colossi nella produzione dell’acciaio: la società dell’Azerbaijan Baku Steel Company, l’indiana Jindal e Bedrock Industries che fa capo ad un fondo statunitense. Le prime due, al momento, sarebbero quelle ritenute più accreditate per investimenti proposti, garanzie occupazionali e piano di sostenibilità. Con Baku in pole position. Ma valutazioni diverse sono sempre possibili. Perderebbe quota, a quanto si apprende, l’ipotesi della cordata mista Baku-Jindal, che presenterebbe criticità operative. Il governo sta anche lavorando alla norma che permetterebbe il mantenimento della partecipazione pubblica in quota di minoranza nella nuova compagine societaria, una richiesta questa sostenuta dai sindacati che vedono nel coinvolgimento dello Stato una garanzia per l’occupazione e il processo di decarbonizzazione. Si tratterebbe di una partecipazione molto inferiore al 38% che Invitalia detiene in Acciaierie. Ma anche questo passaggio dipenderà dall’offerta che sarà selezionata.

Vino, Assovini Sicilia al ProWein di Dusseldorf con sei aziende

Vino, Assovini Sicilia al ProWein di Dusseldorf con sei aziendeMilano, 14 mar. (askanews) – Dal 16 al 18 marzo Assovini Sicilia sarà al ProWein di Dusseldorf con un gruppo di sei aziende associate, all’intero dell’Area Sicilia gestita dall’Istituto regionale del vino e dell’olio (Hall 16/F69).


Il 17 marzo alle 11.30 si terrà la conferenza stampa sul progetto “Innonda”, dedicato alle strategie enologiche per la produzione sostenibile e innovativa del Nero d’Avola, promosso in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e quattro aziende associate ad Assovini Sicilia. Secondo un report dell’Università di Messina, l’Europa si conferma il principale mercato di esportazione per il 95,7% delle aziende di Assovini Sicilia, evidenziando l’integrazione del vino siciliano nel contesto internazionale.


“Per le nostre aziende, ProWein rappresenta un’occasione di confronto e un’opportunità commerciale unica” commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia, aggiungendo che “il nostro obiettivo è continuare a promuovere la qualità dei nostri vini all’estero, in un momento segnato dalla minaccia dei dazi e dal calo dei consumi. Il vino siciliano – conclude – può affrontare le sfide globali solo attraverso la qualità e la varietà che caratterizzano la nostra produzione”. Le aziende associate presenti nell’Area Sicilia sono: Alessandro di Camporeale, Baglio di Pianetto, Baglio Oro, Feudo Solaria, Firriato e Tenute Nicosia. Le aziende di Assovini Sicilia presenti autonomamente sono invece Cusumano, Cva Canicattì, Donnafugata, Duca di Salaparuta, Gorghi Tondi, Musita, Planeta, Rallo, Cantine Settesoli, Dei Principi di Spadafora e Cantine Pellegrino.

Difesa Ue, Gentiloni: RearmEu è primo importantissimo passo

Difesa Ue, Gentiloni: RearmEu è primo importantissimo passoRoma, 14 mar. (askanews) – Sul piano RearmEu proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen “siamo nell’ambito di un primo passo che è stato però importantissimo, ha rotto un tabù, che era quello di dare un finanziamento comune” per la difesa europea, tant’è che “attualmente l’agenzia di difesa europea ha in dotazione 2,5 miliardi e ora si passa a 150 miliardi”. Lo ha detto l’ex premier ed ex commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni intervenendo, all’università Luiss, alla presentazione del libro “Governare le fragilità” di Roberto Garofoli e Bernardo Giorgio Mattarella.


Secondo Gentiloni, però, è essenziale procedere, così come successo con la vicenda Covid, con un fondo di Grants, “che sarebbe un incentivo ancora maggiore, per i paesi membri, per andare verso una difesa comune, più incoraggiante che non solo i prestiti”.

G7, tra Usa e alleati nessun vincitore: accordo di compromesso

G7, tra Usa e alleati nessun vincitore: accordo di compromessoLa Malbaie (Canada), 14 mar. (askanews) – Accordo di compromesso, in Canada, tra i ministri degli Esteri del G7. Dopo due giorni di lavoro e un confronto serale tra gli sherpa a poche ore dalla chiusura, i capi della diplomazia dei Paesi membri sono riusciti a evitare il rischio di una spaccatura, ipotesi avanzata ieri da fonti presenti a La Malbaie, sede della ministeriale, e rilanciata da alcuni organi di stampa. La dichiarazione finale concordata al termine della riunione è la sintesi di una mediazione diplomatica che, nella partita giocata al tavolo dei colloqui dagli Stati Uniti e gli alleati del Gruppo, non ha sortito né vincitori né vinti. Il testo, rivisto nella tarda serata di ieri, cede alle pressioni europee e canadesi da una parte, a quelle di Washington dall’altra rispettivamente su Ucraina e Medio Oriente. Un risultato accolto comunque con soddisfazione dalla presidente di turno, la ministra Melanie Joly, che al termine dei lavori ha sottolineato la “forte unità” del Gruppo sui temi affrontati.


Nella sezione dedicata alla guerra in Ucraina, Washington ha dovuto cedere alle pressioni degli alleati sul linguaggio da adottare a proposito di un chiaro sostegno “all’integrità territoriale” del Paese, un passaggio che la nuova amministrazione di Donald Trump, rappresentata dal segretario di Stato Marco Rubio, avrebbe voluto evitare. La dichiarazione finale ha così riportato “l’incrollabile sostegno” a Kiev, “nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto a esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza”. Il documento “invia un chiaro messaggio a favore di una pace giusta”, in linea con la carta dell’Onu, ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine dell’incontro, ricordando che il testo chiede anche la liberazione dei prigionieri politici e la restituzione a Kiev dei bambini ucraini attualmente in Russia. I ministri degli Esteri hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere una tregua, in particolare l’incontro dell’11 marzo tra Stati Uniti e Ucraina a Gedda, ma hanno chiesto alla Russia “di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente”. Una formulazione su cui si è lavorato fino all’ultimo. In una bozza preliminare del testo, rilanciata dai media, infatti si chiedeva a Mosca di accettare il cessate il fuoco “senza condizioni”. “Mi pare una richiesta politicamente saggia, non c’è nessun arretramento su chi è l’aggressore e su chi è l’aggredito, ma se vogliamo porre fine alla guerra dobbiamo fare in modo che la Russia accetti il cessate fuoco”, ha commentato Tajani. Mentre Rubio – con cui il ministro italiano ha avuto un incontro bilaterale durato poco meno di un’ora durante il quale l’Italia ha chiesto un dialogo sui dazi – ha espresso “cauto ottimismo” sulla tregua.


Ma se Washington ha dovuto cedere sull’integrità territoriale ucraina, gli alleati hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco sulle posizioni dell’amministrazione Trump sul Medio Oriente. Nessun riferimento alla soluzione dei due popoli e due Stati figura infatti nella dichiarazione finale, così come fortemente preteso da Rubio. Il passaggio era invece previsto in una bozza preliminare, prima di essere eliminato nella versione approvata dai ministri. Nel testo definitivo si sottolinea invece “l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese, raggiunto attraverso una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e promuova pace, stabilità e prosperità globali in Medio Oriente”. Il mancato riferimento non modifica però la posizione italiana che, ha sottolineato Tajani, “non cambia assolutamente”. Frutto di un tenace lavoro di mediazione è anche il risultato raggiunto sulla Cina e sul contrasto alle cosiddette “flotte ombra”, a cui è stata dedicata una dichiarazione a parte. Adottando un linguaggio fermo, come richiesto dagli americani, i ministri si sono detti preoccupati dall’accumulo di materiale militare da parte di Pechino e dal “continuo e rapido aumento dell’arsenale nucleare cinese”. I capi della diplomazia hanno così chiesto alla Cina di impegnarsi in “discussioni strategiche sulla riduzione del rischio” e di “promuovere la stabilità tramite la trasparenza”.


Superando le resistenze degli Stati Uniti, invece, i ministri hanno infine invitato gli 8 Paesi nordici e baltici (Danimarca, Estonia, Finlandia, Islanda, Lettonia, Lituania, Norvegia, Svezia), “e possibilmente altri”, a unirsi ai membri del G7 in “una Shadow Fleet Task Force per migliorare il monitoraggio e il rilevamento e per limitare in altro modo l’uso di flotte ombra impegnate in attività illegali, pericolose o pericolose per l’ambiente, basandosi sul lavoro di altri attivi in questo settore”. La Task Force costituirà una risposta degli Stati partecipanti all’appello dell’Organizzazione marittima internazionale per “promuovere azioni volte a prevenire operazioni illegali nel settore marittimo da parte di flotte ombra e dei loro stati di bandiera, comprese operazioni illegali allo scopo di eludere le sanzioni”. (di Corrado Accaputo)

De’ Longhi: fatturato 2024 +14% grazie a caffè e nutrition, utile a 310 mln

De’ Longhi: fatturato 2024 +14% grazie a caffè e nutrition, utile a 310 mlnMilano, 14 mar. (askanews) – Nel 2024 il gruppo De’ Longhi ha registrato ricavi per 3,49 miliardi, in aumento del 13,7% grazie al consolidamento de La Marzocco da marzo 2024 (crescita che a parità di perimetro è stata pari al 6,6%). L’utile netto ha raggiunto i 310,7 milioni, in crescita del 24,1% rispetto ai 12 mesi precedenti. In crescita anche l’Ebitda a 548,4 milioni (+26%) mentre la posizione finanziaria netta a fine 2024 era positiva per 643,2 milioni, sostanzialmente in linea con quella registrata nel 2023. Il consiglio di amministrazione, nell’approvare il consolidato, ha proposto la distribuzione di un dividendo complessivo di 1,25 euro per azione, in aumento dell’87% rispetto all’anno precedente, pari ad un pay-out ratio nell’intorno del 60% (rispetto al 40% ordinario previsto dalla dividend policy).


“Il gruppo ha evidenziato nel corso dell’anno continuità e solidità di risultati, con un robusto trend di crescita organica per il sesto trimestre consecutivo, grazie allo sviluppo strutturale nel caffè ed alla rinnovata attenzione per la nutrition – ha commentato il Ceo Fabio de’ Longhi – Tale trend, assieme al consolidamento de La Marzocco e al momentum favorevole del brand, ha sostenuto un’espansione del fatturato pari al 14%, in accelerazione al 18% nell’ultimo trimestre. Sono estremamente soddisfatto per il raggiungimento di un Ebitda record, con una marginalità al 16% che ha beneficiato della crescita dei volumi, della stabilizzazione dei costi industriali e del miglioramento del mix, oltre che dell’allargamento del perimetro nel caffè professionale che ha ulteriormente rafforzato la profittabilità del gruppo”. Il ceo sottolinea che questi risultati hanno portato a “un’importante generazione di cassa, consentendo al gruppo di mantenere piena flessibilità in termini di capital allocation verso potenziali opportunità di crescita esterna, oltre che nei confronti di una maggior remunerazione per il mercato. I recenti trend di crescita, confermati anche nei primi mesi dell’anno, ci portano a stimare per il nuovo perimetro un fatturato per il 2025 in espansione tra il 5% e il 7%, sostenuto anche dal lancio di nuovi prodotti e dagli investimenti in comunicazione. A livello di marginalità ci attendiamo un adjusted Ebitda nell’intorno 580-600 milioni (nuovo perimetro), considerata l’attuale situazione sulle tariffe relative ai prodotti destinati al mercato americano”.

Auto, produzione vetture in Italia sprofonda a gennaio: -63,4%

Auto, produzione vetture in Italia sprofonda a gennaio: -63,4%Roma, 14 mar. (askanews) – A gennaio in Italia la produzione di autovetture è collassata a 10.800 unità, il 63,4% in meno rispetto allo stesso mese di un anno prima: lo riferisce l’Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica. Con un comunicato, l’associazione aggiunge che in base ai dati Istat, la produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme ha registrato un calo del 25,3% rispetto a gennaio 2024.


“Anche l’apertura del nuovo anno si conferma in pesante ribasso per l’indice della produzione automotive italiana, che registra ancora una flessione a doppia cifra (-25,3%)”, rileva Gianmarco Giorda, Direttore Generale di Anfia. “D’altra parte, mantengono il segno meno sia l’indice della fabbricazione di autoveicoli (-37%), complice il forte calo, -63,4%, registrato, secondo i dati preliminari di Anfia dalla produzione di autovetture, per un totale di circa 10.800 unità prodotte, sia l’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (-15,4%)”.


“Il ‘Piano d’azione per l’Automotive’ presentato lo scorso 5 marzo dalla Commissione europea ci lascia purtroppo insoddisfatti e non risponde pienamente alle necessità dell’industria in questo momento critico per tutto il settore automotive europeo, tralasciando alcuni punti essenziali come la messa in campo di misure a salvaguardia della competitività delle nostre imprese, in primis per riequilibrare i costi dell’energia rispetto a Paesi competitor come Usa e Cina”, prosegue Giorda. “Per affrontare seriamente la gravità della situazione attuale, serve un piano che, al di là delle linee guida e delle raccomandazioni, preveda azioni concrete, date certe e importi allocati per i vari interventi da programmare, tra cui anche, in nome dell’obiettivo della decarbonizzazione, un piano almeno decennale di rinnovo del parco circolante auto, che in Europa ha un’età media di 12,5 anni ed è quindi ad alte emissioni”.


Guardando ai singoli comparti produttivi del settore, l’indice della fabbricazione di autoveicoli2 (codice Ateco 29.1) registra una variazione tendenziale negativa del 37% a gennaio 2025; quello della fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (codice Ateco 29.2) cresce del 7% nel mese, e quello della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori3 risulta in calo del 15,4%. A gennaio-novembre 2024 (ultimo dato disponibile), l’export di autoveicoli (autovetture e veicoli industriali nuovi) dall’Italia vale 16,4 miliardi di Euro, mentre l’import vale 33,7 miliardi di Euro. Gli Stati Uniti rappresentano, in valore, il primo Paese di destinazione dell’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 19%, seguiti da Germania (15,4%) e Francia (11,3%).


Nello stesso periodo, dice ancora l’Anfia, l’export della componentistica automotive vale 23 miliardi di Euro, con un saldo positivo di 6,4 miliardi di euro. Il fatturato del settore automotive nel suo complesso presenta una flessione del 14,3% a dicembre (ultimo dato disponibile), a causa di una componente interna in calo del 17% e di una componente estera a -11,4%. Nell’intero 2024, il fatturato cala invece del 14,7% (-16,9% il fatturato interno e -12,6% quello estero). Infine, il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori presenta una variazione tendenziale negativa del 18% a dicembre (-27,3% la componente interna e -8,1% la componente estera). Nel periodo gennaio-dicembre 2024, l’indice del fatturato di questo comparto registra un decremento del 14,4%, con un calo del 24,3% della componente interna e del 2,3% della componente estera. (fonte immagine: Anfia).

Wonderwoods Vertical Forest di Stefano Boeri vince MIPIM Award 2025

Wonderwoods Vertical Forest di Stefano Boeri vince MIPIM Award 2025Milano, 14 mar. (askanews) – La “Wonderwoods Vertical Forest”, progettata da Stefano Boeri Architetti e realizzata dal developer G&S& nella città di Utrecht nei Paesi Bassi ieri sera a Cannes si è aggiudicata il MIPIM Award 2025 nella categoria Best Mixed-Use Project.


Per lo Studio Stefano Boeri Architetti alla cerimonia a Cannes hanno ritirato il premio l’arch. Stefano Boeri e l’arch. Francesca Cesa Bianchi partner di Stefano Boeri Architetti, che hanno dichiarato: “Wonderwoods Vertical Forest accoglie al suo interno funzioni diverse – zone commerciali, servizi, residenze di varie tipologie e taglio , uffici, atelier, aree verdi e spazi per attività sportive e culturali – sia pubbliche che private, destinate un’utenza eterogenea. Inoltre, al settimo piano, una piazza pubblica e una strada pedonale collegano la torre all’edificio di MVSA. Tra le sue facciate verdi e alberate, il nostro bosco verticale di Utrecht ospita dunque una vera e propria città. Il riconoscimento del MIPIM Award come migliore edificio “Mixed Use” del mondo, ha colto il carattere profondamente urbano di Wonderwoods: un’architettura polivalente e ad alta biodiversità, aperta alla vita quotidiana dei cittadini, delle piante e dei volatili di Utrecht”. Il MIPIM Award è il premio internazionale che celebra i progetti più utili, sostenibili e visionari del settore che cercano di migliorare le prospettive dell’ambiente costruito, in linea con gli obiettivi ESG. All’edizione 2025 del premio, creato nel 1991 dal MIPIM (il più grande evento mondiale dedicato all’immobiliare e la principale piattaforma di contatto tra i capitali globali e le soluzioni più innovative in ambito real estate e sviluppo urbano, aperto quest’anno da Mario Draghi e dal Sindaco di Londra Sadiq Khan), hanno partecipato oltre 200 progetti provenienti da 36 paesi: di questi, 39 progetti provenienti da 22 paesi sono giunti in finale nelle 10 categorie. Nella categoria Best Mixed-Use Project sono giunti in finale insieme a Wonderwoods Vertical Forest, One Dojima Project di Tokyo in Giappone, Praça Henrique Monteiro a San Paolo in Brasile e True Digital Park West a Bangkok in Thailandia. Lo studio Stefano Boeri Architetti è l’unico italiano tra i vincitori di questa edizione.


La Wonderwoods Vertical Forest fa parte del più ampio progetto Wonderwoods, che comprende anche un secondo edificio progettato da MVSA. Le due torri unite da un ponte compongono complessivamente un’oasi verde nell’area di Beurskwartier, la nuova zona pedonale vicina alla stazione centrale di Utrecht (centro città) mei Paesi Bassi. L’edificio Wonderwoods Vertical Forest ospita circa 200 appartamenti di varie tipologie pensati per un’utenza eterogenea, insieme ad attività commerciali, aree per lo sport e il tempo libero e spazi per la ristorazione. A livello di mix funzionale il basamento ospita, al piano terra, parcheggi per le biciclette e spazi pubblici, mentre ai piani superiori, si trovano uffici, ambienti per il fitness, insieme ad un articolato sistema di residenze duplex in grado di combinare spazi residenziali e atelier. Al settimo piano, spazi per la ristorazione, sia indoor che outdoor, animano il ponte di raccordo tra i due edifici, caratterizzato da giardini pensili e da un’ampia vista sulla città.


Con i 360 alberi e le 50.000 piante di 30 specie autoctone differenti, equivalenti alla vegetazione di un ettaro di bosco, la Wonderwoods Vertical Forest è un’architettura viva con facciate cangianti nella composizione cromatica e nelle dimensioni delle chiome. L’aspetto delle facciate infatti varia secondo le stagioni, l’incidenza della luce solare e la crescita delle piante. Si tratta di un vero e proprio ecosistema urbano, presidio per la biodiversità delle specie viventi e in particolare dei volatili che popolano i cieli olandesi e che trovano riparo nei fori circolari realizzati appositamente nelle facciate di Wonderwoods Vertical Forest per ospitare i nidi.


Gli appartamenti della Wonderwoods Vertical Forest sono caratterizzati da una forte presenza del verde sui terrazzi e i balconi e godono di un’elevata illuminazione naturale e della vista aperta sul paesaggio urbano circostante; la manutenzione del verde è gestita mediante una stazione centralizzata condominiale che grazie a un sistema di sensori rende possibile controllare il sistema di irrigazione e programmare gli interventi di potatura. Nello specifico, il progetto dell’edificio, realizzato attraverso la tecnica della prefabbricazione per le facciate e il sistema di balconi, si distingue per un’attenta articolazione dei volumi calibrata, sui diversi livelli, con le specifiche condizioni del sito. L’edificio è infatti scandito da “ordini” sovrapposti, che definiscono lungo l’asse verticale una rotazione del corpo di fabbrica: un movimento che lo distacca progressivamente dall’allineamento con il tracciato di via Croeselaan, consentendogli di disporsi secondo un orientamento est-ovest. Se sull’angolo nord la torre costituisce la “prua” di un sistema di isolati che si dispongono sull’asse viario, sul lato sud è orientato per consentire un collegamento in quota al settimo piano con l’edificio contiguo, progettato da MVSA. Tra gli elementi di sostenibilità del progetto Wonderwoods, l’area è stata resa interamente pedonale e, sotto gli edifici, un sistema di accumulo idrico consente di raccogliere, recuperare e smaltire l’acqua piovana. Dopo il progetto di edilizia sociale Trudo Vertical Forest a Eindhoven (realizzato da Stefano Boeri Architetti nel 2021), Wonderwoods Vertical Forest è il primo Bosco Verticale nei Paesi Bassi che accoglie funzioni pubbliche e aperte a tutti i cittadini, con l’obiettivo di rendere questa nuova tipologia architettonica sempre più integrata con il tessuto urbano e accessibile a tutti.

Intelligenza del mare per Padiglione Italia in Biennale Architettura

Intelligenza del mare per Padiglione Italia in Biennale ArchitetturaMilano, 14 mar. (askanews) – Dal 10 maggio al 23 novembre 2025, alle Tese delle Vergini dell’Arsenale a Venezia, le riflessioni architettoniche, scientifiche e culturali sul mare saranno le protagoniste di “Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare”, titolo del progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Guendalina Salimei.


La partecipazione italiana è dedicata a un Mediterraneo allargato ai vicini oceani: la centralità del rapporto strutturale tra l’acqua e la terra, tra naturale e artificiale, tra infrastruttura e paesaggio, tra città e costa, incide sull’identità del Paese e sui delicati equilibri tra ambiente, uomo, cultura ed economia che devono essere sia tutelati nella loro integrità, sia ri-progettati per quell’imprescindibile adattamento a un futuro pervaso da nuove pressanti esigenze. Guardare l’Italia dal mare implica un cambiamento di prospettiva, impone la necessità di ripensare il progetto del confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio. “Il mare: è questa da sempre la proiezione naturale dell’Italia, sin dai primordi della civiltà prima che i coloni greci approdassero sulle nostre coste per costruire le loro città. Un carattere geografico che ci ha sempre contraddistinto, e che a Venezia, massima espressione di sapienza e bellezza, ha trovato la propria sintesi. Giusto quindi che il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2025 rifletta sul nostro rapporto con il mare: ripensare e progettare in modo sostenibile le nostre coste, tenendo conto di sfide globali e urgenti, è la chiave del futuro della Nazione”, ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli.


“L’Italia – ha aggiunto il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco – è al centro del Mediterraneo, bagnata e benedetta da tre diverse acque, sino a poco più di un secolo e mezzo fa nel suo destino c’era ancora il mare. Abbiamo dimenticato di avere il Mediterraneo intorno, immaginandoci e assimilandoci, come collettività, a esperienze forse virtuose, efficienti, produttive, ma senza mare. In cui è difficile identificarsi nel senso più profondo, perché non sono le nostre radici e i nostri paesaggi. Ribaltare la prospettiva, guardando l’Italia dall’acqua, e non l’acqua dall’Italia, è un esercizio che Guendalina Salimei ci invita a fare, immersi in onde virtuali a osservare le proposte che vengono dal mare, per il mare. Un luogo, Il Mediterraneo. Una Soluzione, Il Mediterraneo”. “In linea con il tema della 19esima Mostra Internazionale di Architettura – ha spiegato la curatrice Salimei – condividiamo l’idea che sia possibile mettere in gioco molteplici forme di intelligenza coordinate tra loro nell’elaborazione di nuove strategie che possano salvare le coste italiane e dei paesi che si siano messi all’ascolto dei messaggi del Padiglione Italia. L’Architettura, come disciplina sistemica, è chiamata in causa per elaborare visioni del mondo e, proprio per la sua indiscutibile capacità di comprendere le relazioni tra le parti, e tra le parti e il tutto, deve scendere in prima linea per poter mettere in campo energie cariche di creatività ed empatia. Per far questo è necessario riferirsi ai deep data, ovvero a quell’insieme di conoscenze approfondite e specifiche – spesso nascoste o poco note – generate da individui diversi, che possono fornire punti di vista e soluzioni inedite capaci di aprire a un dibattito proiettato verso azioni future”. La mostra accoglierà gli elaborati di singoli e gruppi, sia affermati sia emergenti, innescando un confronto intergenerazionale, interculturale e senza distinzioni di genere in cui passato e presente verranno accomunati, coinvolgendo progettisti, studiosi e operatori della cultura – ma anche giovani, poeti, artisti, enti di ricerca e del terzo settore – nel ripensamento del rapporto tra terra e mare, con l’esposizione sia di progetti di riqualificazione realizzati, sia di contributi prodotti ad hoc tramite l’uso di metodi multidisciplinari e multimodali, sia degli esiti di ricerche istituzionali e accademiche.


L’ascolto di voci differenti, accolte secondo uno spirito inclusivo di persone, idee e mezzi espressivi, mira a stimolare il risveglio di una intelligenza collettiva capace di innescare un rinnovamento che parte dalle coste italiane per espandersi a livello globale. Spesso negate, abbrutite e abusate, le nostre coste sono in realtà luogo di incontro tra ecosistemi, culture, attività e religioni diverse, in cui l’azione umana sa e deve esprimersi anche con poesia e rispetto. Un rapporto così viscerale che proprio a Venezia aveva trovato il suo simbolismo più alto con il rito dello sposalizio del mare, celebrato ogni anno dal Doge a bordo del Bucintoro all’imboccatura del porto di San Niccolò al Lido, dove, dopo aver versato un vaso d’acqua santa, gettava tra i flutti l’anello benedetto dal Patriarca pronunciando le parole “Desponsamus te, mare nostrum, in signum veri perpetuique dominii” (Ti sposiamo, mare nostro, come segno di vero e perpetuo dominio). Le tematiche su cui siamo chiamati a riflettere derivano dalla necessità di garantire una gestione sostenibile e una valorizzazione ambientale e culturale delle aree costiere e portuali, fondamentale per la resilienza dei territori, la conservazione del patrimonio naturale e, in generale, un dialogo più equilibrato tra terra e mare. Tra le tematiche, alcune emergono con più urgenza: ripensare le cesure, determinate da aree portuali, strade litoranee, insediamenti turistici e strutture abusive che interrompono la continuità sia tra città e mare sia tra ecosistemi naturali; reinterpretare i dispositivi di soglia, elementi di transizione tra terra e mare come dighe, moli, frangiflutti e barriere costiere, fari, piattaforme artificiali; riscrivere i waterfront come processo di rigenerazione urbana che può trasformare le aree costiere, urbane e non, in luoghi vivibili, accessibili e sostenibili; ripensare le infrastrutture ricettive e portuali per adattarsi ai cambiamenti climatici riducendo il rischio di dissesti idrogeologici e l’impatto sull’ecosistema naturale; riconvertire l’archeologia industriale, portuale e produttiva, abbandonata lungo le coste; riscoprire il patrimonio sommerso, naturale e archeologico; ridefinire le strategie di tutela attiva del patrimonio ambientale.


Il Padiglione Italia, per tutta la durata della mostra, sarà accompagnato da un Programma Pubblico intitolato Il mare dell’intelligenza. Dialoghi, articolato in numerosi appuntamenti – seminari, conferenze, laboratori, workshop – organizzati in luoghi cari alla cultura veneziana e internazionale, che saranno comunicati nel dettaglio prossimamente. Il progetto Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare è illustrato da un catalogo edito da Electa che contiene le riflessioni di cultori della materia, i contributi selezionati a seguito della Call for visions and projects, i saggi fotografici, le incursioni artistiche, gli esiti della ricerca e altre suggestioni culturali e progettuali.