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Ue, Draghi: servono enormi investimenti pubblici e privati

Ue, Draghi: servono enormi investimenti pubblici e privatiGand, 24 feb. (askanews) – A causa dei profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nell’ordine mondiale sono necessari enormi investimenti in Europa sia di denaro pubblico che del risparmio privato, ed è ora importante capire come potranno essere finanziati e mobilizzati questi investimenti. Lo ha affermato oggi a Gand, in Belgio, l’ex premier italiano Mario Draghi, incaricato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di elaborare un rapporto sulla competitività dell’economia dell’Ue.


Draghi è stato inviato oggi alla riunione informale di Gand dell’Ecofin, con i ministri delle Finanze dei Ventisette, per un primo scambio sull’impostazione del suo rapporto, che sarà pubblicato in estate, dopo le elzioni europee. “Siamo qui – ha detto Draghi ai giornalisti, al suo arrivo alla riunione dei ministri – nel quadro di un primo scambio di vedute che sto avendo con diversi stakeholder sulla preparazione del rapporto sulla competitività in Europa. Come sappiamo tutti – ha osservato -, molti profondi cambiamenti sono avvenuti negli ultimi anni nell’ordine economico mondiale”.


“Questi cambiamenti – ha rilevato – hanno una grande varietà di conseguenze. Una di queste conseguenze è chiara: dovremo investire un enorme ammontare di denaro in un tempo relativamente breve”. “Non vedo l’ora – ha continuato Draghi – di avere questa discussione per sapere che cosa i ministri delle finanze pensano, e come sono preparati per finanziare questi bisogni di investimenti. E non mi riferisco solo al denaro pubblico, ma anche – ha precisato – al risparmio privato: come possiamo mobilizzare questo risparmio privato, su una scala molto più grande che in passato”, ha concluso l’ex premier, che non ha accettato domande dalla stampa.

Si arricchisce il roster di IMARTS cinque new entry

Si arricchisce il roster di IMARTS cinque new entryMilano, 24 feb. (askanews) – In un panorama musicale sempre più dinamico e ricco di talenti, IMARTS | International Music and Arts si conferma come una delle realtà più influenti e innovative nel settore delle arti e dello spettacolo, con una storia di oltre 35 anni di successi e una visione sempre rivolta al futuro. L’impegno costante nella promozione della cultura e dell’eccellenza artistica, ha permesso a IMARTS di creare un roster che comprende alcune delle figure più emblematiche della musica contemporanea, del teatro e della danza tra cui Vinicio Capossela, Elio e le Storie Tese, Alice, Tony Hadley, Vasco Brondi, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Alessandra Ferri e molti altri…


Oggi siamo lieti di annunciare l’arricchimento del nostro roster con l’ingresso di cinque new entry che porteranno un valore aggiunto alla nostra offerta artistica: Ron, Irene Grandi, Goran Bregovic, Silvia Salemi per la sezione musica contemporanea e Veronica Pivetti per la sezione teatro. Ron, con la sua profonda sensibilità e il suo impegno artistico, continua a essere un punto di riferimento nel cantautorato italiano, offrendo spettacoli che toccano l’anima e il cuore del pubblico. La sua musica, che abbraccia temi universali e personali con maestria, si integra perfettamente nel contesto di eccellenza di IMARTS. Il booking dell’artista sarà affidato a Serena Sgarbi, storica collaboratrice dell’agenzia. L’ufficio stampa Daniele Mignardi Promopressagency, nella persona di Nadia Rosciano invece sarà affiancato nella promozione delle date del tour dal nuovo ufficio stampa interno di IMARTS, Viviana Tasco. Management Paolo Maiorino e Daniele Mignardi.


Irene Grandi, con la sua energia contagiosa e la sua voce inconfondibile, rappresenta una delle voci femminili più potenti e versatili del panorama musicale italiano. La sua capacità di spaziare tra generi diversi, mantenendo sempre una forte identità artistica, la rende una figura chiave nel nostro roster. Il booking dell’artista sarà affidato a Silvia Marasti, new entry della sezione booking dell’agenzia. L’ufficio stampa Big Time, nella persona di Fabio Tiriemmi, sarà affiancato, nella promozione delle date del tour, dall’ufficio stampa interno di IMARTS. Goran Bregovic musicista e compositore di fama mondiale, porta con sé un universo musicale unico, in cui si fondono le sonorità balcaniche, la tradizione gitana e influenze rock, creando uno spettacolo live di energia pura e travolgente che si lega alla visione di IMARTS di offrire esperienze live indimenticabili. Il booking dell’artista sarà affidato a Silvia Marasti. La promozione del tour sarà seguita dall’ufficio stampa interno di IMARTS.


Silvia Salemi, con il suo progetto “Voce”, non solo dimostra le sue eccezionali doti vocali e interpretative ma sottolinea anche un messaggio di empowerment e uguaglianza di genere, temi che IMARTS sostiene con convinzione. Il booking dell’artista sarà affidato a Francesco Fabbri. La promozione del tour sarà seguita dall’ufficio stampa interno di IMARTS. Veronica Pivetti si unisce al roster di IMARTS nella sezione teatro, portando con sé un’eccezionale versatilità artistica che spazia dal piccolo schermo al teatro, ma sempre con un impegno profondo nel trattare temi di rilevanza sociale con intelligenza e sensibilità. La sua capacità di immergersi in ruoli complessi e di narrare storie che incantano e provocano riflessione, la rende un’artista completa che arricchisce notevolmente la varietà del nostro roster. Con la sua esperienza nel teatro e nella televisione, apporta una nuova dimensione interpretativa e una ricchezza di contenuti che si allineano perfettamente con la visione artistica e culturale di IMARTS. Il booking dell’artista sarà affidato a Isabella Ruggeri. La promozione del tour sarà seguita dall’ufficio stampa interno di IMARTS.


L’ingresso di questi artisti nel nostro roster rappresenta un impegno verso la diversità, l’innovazione e la qualità, valori che da sempre guidano IMARTS nella sua missione di promuovere la cultura musicale in Italia e all’estero.

Arturo Brachetti in “Solo”, 85 date per il trasformista da Guinness

Arturo Brachetti in “Solo”, 85 date per il trasformista da GuinnessRoma, 24 feb. (askanews) – Da sabato 9 marzo ad agosto 2024 Arturo Brachetti torna a grande richiesta per 85 specialissime repliche con “Solo the Legend of quick change”, one man show del più grande trasformista al mondo che raggiunge la settima edizione, dopo più di 720.000 spettatori, 600 repliche, 140 teatri visitati in Italia ed Europa, circa 12.000 foto con il pubblico dopo lo spettacolo e innumerevoli sold out e standing ovation.


La settima stagione si aprirà a Fabriano per concludersi a Torino per un totale di 41 spettacoli in Italia. A seguire Brachetti si sposterà a Barcellona e a Edimburgo, ospite dell’Edinburgh Fringe Festival, uno dei più autorevoli palcoscenici internazionali. Queste le date: 9 marzo, Fabriano; 11-12 marzo, Ravenna; 14-17 marzo, Salerno; 10-21 marzo, Sant’Arpino (CE); 23 marzo, Avellino; 26-27 marzo, Napoli; 6-7 aprile, San Marino; 9 aprile, San Benedetto del Tronto (AP); 11-14, Pesaro; 17 aprile, Mantova; 20 aprile, Brescia; 21 aprile, Padova; 24-26 aprile, Asti; 2 maggio, Varese; 4-5 maggio, Legnano; 7 maggio, Sacile (PN); 9-12 maggio, Milano; 14-19 maggio, Torino; 24 maggio – 9 giugno, Barcellona (Spagna); 31 luglio – 25 agosto, Edimburgo (U.K.).


In “Solo” protagonista è il trasformismo, quell’arte che lo ha reso celebre in tutto il mondo e che qui la fa da padrone con oltre 65 personaggi, molti ideati appositamente per questo show, che appariranno davanti agli spettatori in un ritmo incalzante e coinvolgente. Ma Brachetti propone anche un viaggio nella sua storia artistica, attraverso le altre affascinanti discipline in cui eccelle: grandi classici come le ombre cinesi, il mimo e la chapeaugraphie, e sorprendenti novità come la poetica sand painting e il magnetico raggio laser. Il mix tra scenografia tradizionale e videomapping, permette di enfatizzare i particolari e coinvolgere gli spettatori.

Prato entra nell’anno del Drago, corteo e festa il 2 e 3 marzo

Prato entra nell’anno del Drago, corteo e festa il 2 e 3 marzoRoma, 24 feb. (askanews) – Prato entra nell’anno del Drago, preparandosi ai festeggiamenti del Capodanno cinese in programma nel mese di febbraio e la cui sfilata si svolge sabato 2 e domenica 3 marzo. L’evento coinvolge la comunità pratese e quella cinese e attira migliaia di turisti per il colorato corteo e la grande festa in centro storico.


Le celebrazioni a Prato erano iniziate il 9 febbraio, alle 17, la mezzanotte di Pechino, con il suono della campana al tempio buddista Pu Hua il primo giorno del nuovo anno del Drago (10 febbraio). Sabato 2 e domenica 3 marzo saranno dedicati alle sfilate (inizialmente programmate il 17 e 18 febbraio e rinviate a marzo in segno di rispetto per i gravi lutti sul lavoro nella vicina Firenze).


Il 2 marzo, in particolare, il corteo si muoverà nel quartiere Macrolotto 1, con un’iniziativa rivolta principalmente alle tante aziende tessili in attività in questa zona della città. Domenica 3 marzo sarà la volta della consueta sfilata del Drago, che per tre ore attraverserà l’area del Macrolotto Zero, per arrivare in centro tra i danzatori. Nel cuore della città, sullo sfondo del Palazzo Pretorio, si terranno le esibizioni, sotto alla statua di Marco Datini, storico mercante trecentesco e nume tutelare di Prato. Il Capodanno cinese (o Festa della Primavera) è festeggiato da milioni di persone in tutto il mondo. Non ha un giorno fisso, perché l’inizio dell’anno deve coincidere con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno, una data che, seguendo il calendario gregoriano, cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio.


Il 10 febbraio 2024 si è dunque entrati nell’anno del Drago, sinonimo di potere magnanimo, forza ed armonia. I festeggiamenti durano due settimane, con numerose iniziative pubbliche. Molto famosa è la danza del Leone, con dei danzatori che muovono leoni di diverse dimensioni, ballando a ritmo di musica per le vie delle città. Il leone è simbolo di forza e coraggio e per questo offre felicità e sicurezza per il nuovo anno.

Tolfa, incontro con la fotografa Valentina Vannicola

Tolfa, incontro con la fotografa Valentina VannicolaRoma, 24 feb. (askanews) – Oggi alle 17.30 si terrà al Teatro Claudio di Tolfa (Roma) un evento speciale: l’incontro con la fotografa Valentina Vannicola, per presentare e raccontare La Processione mistica, un’opera fotografica lunga oltre 7 metri creata nell’ambito del suo progetto sul Purgatorio, realizzata con il sostegno del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e acquisita nel 2022 nella Collezione di Fotografia del Museo stesso. L’opera è ospitata fino al 3 marzo 2024 nella mostra Fuori Tutto: il nuovo allestimento della Collezione che mette in mostra la sperimentazione della scena creativa più attuale, tra le acquisizioni più recenti, i grandi maestri e le giovani generazioni.


L’evento al Teatro Claudio sarà un focus sulla genesi dell’opera fotografica comunitaria di Valentina Vannicola – dal territorio al museo, dal museo al territorio – che riporta quest’imponente opera nei luoghi della sua creazione: a Tolfa, nelle campagne della Tuscia a nord di Roma. Il progetto è stato realizzato in collaborazione del Museo Civico Archeologico di Tolfa, dell’Accademia d’alta moda e d’arte del costume Koefia di Roma e con il supporto del Comune di Tolfa. Insieme all’artista, interverranno Simona Antonacci, Responsabile Fotografia MAXXI Architettura, Benedetta Cestelli Guidi, docente universitaria e storica dell’arte e Giordano Iacomelli, direttore del Museo Civico Archeologico di Tolfa. Esponente della staged photography – la tendenza della fotografia contemporanea a presentare come reali scene costruite secondo le dinamiche proprie della cinematografia – Valentina Vannicola ha esposto i suoi progetti in diverse gallerie e festival in Italia e all’estero: Brasile, Australia, Germania, Quatar, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Malta. Con La Processione mistica prosegue il suo progetto di ricerca sulla Divina Commedia di Dante Alighieri iniziato nel 2011 con L’Inferno di Dante.


Presentata nell’allestimento insieme a quattro ritratti, una video installazione, disegni, materiali di lavoro, abiti, accessori e il documentario di Alessandro Toscano, l’opera si ispira alla processione descritta da Dante nel XXIX Canto del Purgatorio. Al centro della foresta del Paradiso terrestre si dispiega un corteo di simboli: i sette candelabri, che segnano il passaggio dalla ragione alla luce della fede; i ventiquattro bianchi seniori; gli animali dell’Apocalisse, con le loro ali riveste di occhi; il grifone dorato, bianco e vermiglio, simbolo della natura terrena e divina di Cristo. (segue)

Meloni a Kiev:Italia-Europa-G7 avanti al fianco Resistenza Ucraina

Meloni a Kiev:Italia-Europa-G7 avanti al fianco Resistenza UcrainaRoma, 24 feb. (askanews) – “Che l’Italia, l’Europa e l’Occi- dente devono continuare ad essere al fianco di Kiev, perché difendere l’Ucraina non vuol dire amare la guerra, ma esattamente il contrario. Vuol dire allontanare la guerra, tutelare il nostro interesse nazionale e impedire che il sistema interna- zionale fondato sulle regole vada definitivamente in frantumi. Non conviene a nessuno, a noi europei per primi, un mondo nel quale vige il caos e non la forza del diritto”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in arrivo a Kiev da presidente del G7 insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, al premier belga presidente di turno del Consiglio Ue Alexander De Croo e al premier canadese Justin Trudeau per incontrare il presidente ucraino Vlodomir Zelesnky a due anni dall’invasione russa dell’Ucraina.


“Quando il 24 febbraio di due an-ni fa la Russia ha invaso l’Ucraina – afferma Meloni intervistata da il Giornale- in molti hanno pensato che fossimo davanti ad un ‘cigno nero’ della storia, ovvero un evento del tutto imprevedibile. In realtà, l’invasione russa era la naturale e prevedibile conseguenza della visione neoimperialista di Putin, già manifestata da molti anni e su vari fronti. Ma due anni fa le ambizioni di Mosca si sono infrante contro un vero ‘cigno nero’: l’incredibile resi- stenza del popolo ucraino. Nei piani di Putin la guerra sarebbe dovuta durare pochissimo e, una volta capitolata l’Ucraina, l’attenzione si sarebbe rivolta ad altri Stati confinanti, non solo europei. Ciò non è successo. L’Ucraina non è capitolata in pochi giorni. Ha liberto gran parte del territorio occupato, ha reso inimmaginabile ogni ipotesi di invasione totale e ha inferto alla Russia perdite estremamente ingenti. Obiettivi strategici che la disinformazione russa cerca di nascondere”. “Il desiderio di pace dei nostri cittadini – sottolinea ancora la presidente del Consiglio- è sacrosanto. Comprendo perfettamente. Ma ciò che sta accadendo in Ucraina non è qualcosa di lontano da noi nello spazio e nel tempo: è qualcosa di molto più vicino di quanto si possa credere. . La guerra in Ucraina ci riguarda tutti: e ci tocca da vicino. Molto di più di quello che si possa pensare. Non solo dal punto di vista umano, ma ancor di più da quello geo-politico e di sicurezza”.


“La fine della guerra e la costruzione di una pace giusta e duratura – assicura Meloni- sono i nostri obiettivi. Dobbiamo spendere ogni energia in questa direzione. Ma Putin può essere convinto a sedersi al tavolo dei negoziati solo se viene garantito l’equilibrio delle forze in campo. E questo può essere assicurato solo se l’Italia, l’Europa e l’Occidente continueranno ad aiutare l’Ucraina. Questo è un fattore decisivo. E sono orgogliosa del contributo che questo governo ha dato in Europa per raggiungere l’accordo in Consiglio europeo sul sostegno all’Ucraina per i prossimi quattro anni. Non era affatto scontato”. Quanto al futuro prossimo dell’Ucraina, “noi crediamo nel futuro euroeo dell’Ucraina perché l’Ucraina è un pezzo d’Europa e come diceva Giovanni Paolo II il nostro continente per respirare, ha bisogno dei suoi due polmoni: quello occidentale e quello orientale. Il sostegno italiano al processo di adesione dell’Ucraina all’Unione europea non è mai mancato e siamo molto soddisfatti dei progressi che si stanno facendo in questa direzione”.

Roma, don Ciotti torna al campo “don Pino Puglisi” a Montespaccato

Roma, don Ciotti torna al campo “don Pino Puglisi” a MontespaccatoMilano, 23 feb. (askanews) – Dopo il sostegno mostrato nei mesi scorsi alla campagna di azionariato popolare del Montespaccato, il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti, è tornato a Roma nel campo sportivo “Don Pino Puglisi” di via Stefano Vaj per esprimere la sua vicinanza al programma di riscatto sociale “T&T Crescere nella legalità” portato avanti sul territorio dal luglio 2018 da Asp Asilo Savoia. Nell’occasione il sacredote antimafia ha incontrato i giovani calciatori delle divisioni maschili e femminili della società, insieme a tutte le realtà associative del quartiere.


All’incontro erano presenti anche il presidente di Asilo Savoia Massimiliano Monnanni, l’amministratore del Gruppo Sportivo Montespaccato Antonello Tanteri, la vice presidente della squadra Bina Nigro e la presidente del XIII Municipio Sabrina Giuseppetti. Hanno partecipato, inoltre, il gruppo scout di Cornelia; il circolo territoriale di Amnesty International, l’associazione giovanile “Argo”, una rappresentanza del corpo docenti dell’Istituto comprensivo di via Cornelia 73; i volontari di AVPC Praesidium di Roma; i componenti del Centro Anziani Cornelia e i volontari della Parrocchia di Santa Maria Janua Caeli. Don Ciotti si è speso in un lungo e accorato ringraziamento per le azioni svolte dalle tutte queste realtà solidali a sostegno della legalità nel municipio XIII. “Montespaccato è montevulcano! – ha detto il fondatore di Libera – Un vulcano in continua eruzione fatto di meraviglie, di azioni solidali, di reti condivise, di incontri, di legalità, istruzione, sport e cultura. Tutto questo è fondamentale per sconfiggere le mafie. Le cosche sono più potenti oggi di trent’anni fa, anche se non sparano più”.


Tanti altri sono stati, poi, i temi toccati dal prete nel suo discorso: dalle sue umili origini trascorse tra le Dolomiti e Torino, alla missione sacerdotale iniziata proprio organizzando attività sportive per i giovani reclusi in carcere, passando per il “caffè mancato” con Giovanni Falcone, incontrato l’ultima volta due mesi prima che il magistrato fosse assassinato a Capaci, un evento che lo ha spronato a creare una rete solidale di contrasto alla criminalità e alla corruzione, senza dimenticare mai l’esempio di Don Pino Puglisi, il sacerdote palermitano assassinato dalle organizzazioni criminali il 15 settembre 1993, cui il Gruppo Sportivo Montespaccato ha deciso di intitolare il suo campo di gioco. Prima di andarsene don Ciotti ha rivolto un appello rivolto a tutta la comunità locale: “Voglio rivedervi tutti e tutte il 21 marzo in strada a Roma in occasione della Giornata del Ricordo e della Memoria delle vittime di mafia. Dobbiamo camminare insieme per non dimenticare migliaia di donne, bambini e giovani spazzati via dalle cosche, per riportare finalmente legalità e giustizia sociale in questo Paese”.


“La presenza e il sostegno di don Luigi – ha dichiarato il capitano della prima squadra maschile e consigliere del Montespaccato Riccardo Tassi – è per noi uno stimolo in più a portare avanti con orgoglio la storia di riscatto di un intero quartiere. Continueremo come dice lui parafrasando Don Pino Puglisi ad essere dei “rompiscatole” e “Montevulcano”!

Sardegna, Soru chiude campagna auspicando “un mattino nuovo”

Sardegna, Soru chiude campagna auspicando “un mattino nuovo”Milano, 23 feb. (askanews) – Renato Soru, candidato alla presidenza della Regione Sardegna per la Coalizione Sarda, ha chiuso a Cagliari la campagna elettorale per le regionali del 25 febbraio di fronte a circa mille persone al Teatro Massimo. È “un mattino nuovo”, quello auspicato dal candidato presidente. “In questi mesi – ha detto Soru – abbiamo fatto un viaggio nostro in una Sardegna che si sta rialzando, che ha aperto le porte e vede entrare una corrente d’aria nuova. Abbiamo tutto quello che ci vuole per ripartite e compiere quel pezzo di storia che ancora ci manca”.


“Il futuro dipende da noi, non ce lo porterà nessuno, non c’è lo porterà Giorgia Meloni. Da fuori arriverà un’altra servitù, un’altra bugia, un’altra delusione. Abbiamo un nostro progetto e una nostra visione, nostra idea di come acchiappare questo futuro” ha ribadito. “E allora – ha concluso Soru – facciamo insieme quello che abbiamo fatto in questi mesi. Risolleviamo la speranza, parliamo con tutti perché non è il tempo di stare a casa, di mettersi da parte ma di partecipare. È tempo di prenderci questa storia che ci appartiene, con la nostra semplicità, la nostra forza, la responsabilità e la fede in noi stessi. Questa lunga notte può finire, sta per finire e diventare un mattino nuovo per la Sardegna e tutti noi”.

Schlein replica su terzo mandato, minoranza Pd insiste: chiarimento

Schlein replica su terzo mandato, minoranza Pd insiste: chiarimentoRoma, 23 feb. (askanews) – Elly Schlein prova a chiudere le polemiche sul terzo mandato, anche se la minoranza del partito ancora reclama un “chiarimento” per la prossima settimana. La leader Pd va in Tv a La7 e racconta di avere già sentito Stefano Bonaccini, invitandolo ad “andare avanti”, perché le polemiche su questo argomento a poche ore dal voto in Sardegna le avrebbe evitate volentieri e certo non accetta l’accusa di aver violato i patti. Se i bonacciniani attaccano rinfacciando il mancato rispetto dell’accordo raggiunto in direzione – quello che ha dato vita al tavolo interno sul terzo mandato e sulla riforma degli enti locali – la leader Pd replica rilanciando proprio le intese raggiunte. Il no pronunciato ieri all’emendamento della Lega non cancella la decisione di trovare insieme una “sintesi” nel Pd.


“L’impegno a discutere internamente al Pd proseguirà” assicura. Ma, precisa, “in direzione abbiamo provato a trovare una sintesi immaginando una riforma complessiva che, oltre al numero dei mandati, preveda i necessari pesi e contrappesi. Ma ieri non si stava parlando di questo, non si parlava di una riforma complessiva, ma di un emendamento della Lega ‘salva Zaia’”. Parole che per il momento non placano la minoranza. “Serve un chiarimento”, ribadisce uno dei parlamentari di ‘Energia popolare’. “Ci hanno fregato. Non hanno rispettato l’accordo pensando che non potevamo più dire niente perché c’era la Sardegna”. E proprio per evitare l’accusa di remare contro alla vigilia del voto la minoranza ha deciso di rimandare alla prossima settimana “il chiarimento. Sennò questi sono anche capaci di dire che è colpa nostra se perdiamo la Sardegna”.


Altri esponenti, vicini alla segretaria, sono convinti che le cose si appianeranno, magari dopo un nuovo colloquio tra la Schlein e Bonaccini: “Si stanno rendendo conto che fare casino sul terzo mandato è fare casino su una questione personale, Bonaccini altri che vorrebbero ricandidarsi…Queste cose fatte per ragioni personali sono antipatiche, la gente se ne accorge”. Senza contare che molti dei sindaci che spingono per il terzo mandato sono anche probabili candidati alle europee e “non è nel loro interesse tirare troppo la corda”, aggiunge la stessa fonte. Si vedrà la prossima settimana. Di sicuro Dario Nardella prova a suggerire una ricucitura: “Sul terzo mandato l’indicazione della Direzione Pd era quella dell’astensione, poi credo si sia voluto dare la priorità alla posizione unitaria delle opposizioni ma il tema rimane aperto: spero che nel partito ci sia l’occasione per ridiscuterne e per trovare una sintesi”. Vincenzo De Luca, intanto, sferza la segretaria come sua abitudine: quello sul terzo mandato è “un dibattito demenziale”, è “sconcertante” che i “parassiti a livello centrale” vogliano decidere chi deve essere eletto, ma “la Campania è del tutto indifferente a questo dibattito, perché la Campania il terzo mandato lo può fare tranquillamente non avendo recepito a legge nazionale sui due mandati”.

Congresso Forza Italia con vista Europee.Tajani: Berlusconi come Maradona

Congresso Forza Italia con vista Europee.Tajani: Berlusconi come MaradonaRoma, 23 feb. (askanews) – Il repertorio della mozione degli affetti – e non potrebbe essere altrimenti – c’è tutto. C’è la commozione di Antonio Tajani nell’intervento di oltre un’ora e mezza con cui si candida, in una corsa senza rivali, a fare il segretario di Forza Italia. C’è il ricordo costante e ricorrente di Silvio Berlusconi: la proiezione del suo ultimo discorso in Senato, l’applauso e la standing ovation della platea, il fratello Paolo che arriva a sorpresa in rappresentanza della famiglia (grande assente Marta Fascina).


Tajani lo omaggia, cominciando quello che definisce “il discorso più difficile e importante” della sua vita, con un riferimento calcistico. “Ti senti come un giocatore della squadra di Maradona che deve fare la finale di Champions, ma Maradona non c’è più. E tu hai una sola possibilità, chiedere aiuto a tutta la squadra e alla curva perché ti sostenga. Voi siete la squadra, Berlusconi era Maradona”. Il congresso del partito azzurro che si celebra all’Eur era un passaggio obbligato: dopo la morte del fondatore su cui erano plasmate tutte le regole interne, era inevitabile costruire il nuovo vertice in punta di statuto. E così domani Tajani sarà eletto ufficialmente come segretario, ruolo che ricopre “pro tempore” da luglio, quando fu indicato da quel consiglio nazionale che ha cancellato la carica di presidente, associandola per sempre al solo nome di Berlusconi.


E’ un congresso senza colpi di scena, anche perché il ministro degli Esteri si è preoccupato di sminare ogni possibile fronte di tensione nelle fasi precedenti all’appuntamento. Per esempio, nella corsa al ruolo di vice: ci sono quattro candidati per quattro poltrone (Deborah Bergamni, Stefano Benigni, Roberto Occhiuto e Alberto Cirio) e nessun vicario, anche se il più votato (o a parità di voti il più anziano) sarà un po un primus inter pares. Ed è probabilmente anche per questo che il congresso, più che essere un momento di democrazia interna, si trasforma quasi in un appuntamento elettorale con vista sulle Europee di giugno. Tajani ricorda che dopo la morte di Berlusconi in tanti davano il movimento per spacciato, ora si presenta davanti alla platea dei 1300 delegati con dei sondaggi che fanno sperare addirittura in un sorpasso sulla Lega. Ed è proprio la competizione con Salvini, pur apertamente negata, a fare da sfondo alla due giorni. Il segretario rimarca l’appartenenza al popolarismo europeo che in apertura del congresso è rappresentato dal presidente Manfred Weber e che domani vedrà la presenza di Roberta Metsola e Antonio Lopez. Ripete che non c’è nessuna corsa ai danni degli alleati. “Noi possiamo in questo momento tornare a essere i grandi protagonisti della politica italiana, c’è un grande spazio tra Elly Schlein e Giorgia Meloni e quello spazio noi abbiamo il dovere di occuparlo”, sottolinea.


E tuttavia mentre la liturgia del congresso mostra con evidenza la sintonia che in questo momento regna con Fratelli d’Italia, altrettanto non si può dire dei rapporti con il Carroccio. La presidente del Consiglio non può essere presente per impegni internazionali, ma invia un messaggio di sostegno. “Antonio e la classe dirigente del partito hanno saputo raccogliere l’eredità politica e Forza Italia continua a rappresentare una parte significativa dell’elettorato di centrodestra”, dice. La delegazione dei meloniani è rappresentata dai capigruppo, oltre che dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Alla premier Tajani dedica un passaggio molto affettuoso: “Io ho grande stima di Giorgia Meloni che considero un alleato leale, soprattutto perché rispetta l’identità di Forza Italia, non mi ha mai chiesto di fare qualcosa che andasse contro quello che noi pensiamo”. Nessun riferimento esplicito, invece, a Matteo Salvini che in rappresentanza della Lega ha scelto di inviare solo la deputata Simonetta Matone. Lo scontro diventa esplicito anche per una dichiarazione del governatore Occhiuto che fa infuriare i leghisti. “Io vedo che c’è tanto entusiasmo, forse più da noi che nei luoghi dove si riunisce la Lega”, sostiene il presidente della Regione Calabria.”Affermare di avere imparato la lezione impartita da Berlusconi, grande amico della Lega e promotore di un centrodestra unito, per poi attaccare gli alleati lo troviamo davvero sgradevole”, la replica affidata a due deputati salviniani.