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Calcio, Mourinho: “Eliminato da chi di calcio sa poco”

Calcio, Mourinho: “Eliminato da chi di calcio sa poco”Roma, 15 feb. (askanews) – “Stanno per iniziare le competizioni europee, in particolare la Champions League, forse la competizione più importante del calendario mondiale. Non ci sarò a queste fasi finali, non perché sia già stato eliminato, ma perché sono stato ‘eliminato’ da qualcuno che di calcio ne sa poco. Così è la vita, piena di alti e bassi, e io sono in crescita, nonostante il licenziamento tanto inaspettato quanto ingiusto. Ma tornerò, e con ancora più entusiasmo e fiducia, per queste partite Uefa”. Parola di José Mourinho tornato a far sentire la sua voce in qualità di global ambassador di Football.com. Mourinho ha pubblicato il suo nuovo articolo su ‘Pulse Nigeria’, per commentare le coppe europee. Il portoghese, poi, ha parlato della sua esperienza in Europa. “Ho partecipato a tantissime partite e sono arrivato più volte in finale. Sono partite speciali per allenatori, tifosi e giocatori. Ho quindi esperienza per sapere come andare avanti. In queste sfide nella prima partita si gioca sempre per vincere, nella seconda sai cosa ti serve per andare avanti. Ma devi conoscere sempre bene i valori dei tuoi avversari”.

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-Adriatico

Accordo Italia-Albania è legge,due centri italiani oltre-AdriaticoRoma, 15 feb. (askanews) – Via libera definitivo al ddl di ratifica del protocollo Italia-Albania da parte del Senato: i sì sono stati 93, i no 61 e nessun astenuto. Il provvedimento che punta a costruire due centri per migranti nel Paese delle Aquile è stato approvato, in seconda lettura, nel testo blindato arrivato dalla Camera. Né a Montecitorio né a Palazzo Madama è servito porre la fiducia, tanta la compattezza sul tema all’interno della maggioranza. Tutti gli emendamenti delle opposizioni, fortementi critici sulla strategia complessiva dell’esecutivo, sono stati respinti in entrambi i passaggi parlamentari. L’approdo in aula ieri senza mandato ai relatori.


Il protocollo, fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come uno dei tasselli della politica del governo di destra sui migranti (“difesa dei confini esterni” e “lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani”, le parole della premier), prevede un hotspot presso il porto di Shengjin e un Cpr nell’entroterra presso Gjder. Di due giorni fa l’incontro tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il suo omologo albanese Taulant Balla. L’intenzione è di rendere operative le strutture entro la primavera. Nelle due strutture, con una capienza complessiva per non più di 3mila migranti, saranno condotti stranieri salvati in operazioni di soccorso in acque extra-Ue e il primo screening sarà effettuato, secondo quanto riferito dall’esecutivo durante i lavori sul provvedimento, in alto mare. Non dovranno essere portati in Albania soggetti vulnerabili (“minori, minori non accompagnati, disabili, anziani, donne, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta di esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone per le quali è accertato che hanno subito torture, stupri o altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali”, ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli di Fdi) e dunque la scelta dovrebbe cadere su uomini provenienti da Paesi considerati “sicuri”. Uno screening non banale e non privo di incognite.


Le aree concesse in uso all’Italia e, di cui il nostro Paese avrà la concessione, la responsabilità e la gestione, e di cui inoltre sosterrà tutti i costi (entro 90 giorni verrà versato un anticipo di 16,5 milioni di euro nel conto speciale di tesoreria costituito dalla Parte albanese, complessivamente si ipotizza una spesa di 670 milioni di euro) sono equiparate a zone di frontiera e di transito dove è prevista la procedura accelerata di identificazione ed espulsione. Nel caso in cui venisse riconosciuto a qualcuno dei migranti il titolo di rifugiato, la persona in questione dovrà essere condotta in Italia, così come coloro per i quali si dovessero oltrepassare i tempi massimi di detenzione amministrativa senza aver terminato le procedure necessarie. Durissime le critiche dei gruppi di opposizione secondo cui si tratta di una “vergognosa operazione propagandistica, costosissima, che mette a rischio le tutele e i diritti umani” dei migranti e dei richiedenti asilo e che crea una narrazione che “genera paura e disprezzo” per chi cerca rifugio al di fuori del proprio Paese. Uno “spot” in vista delle elezioni europee. Tutte accuse respinte al mittente dalla maggioranza con Fdi che annuncia che è finita la “politica delle porte aperte a tutti e dell’accoglienza indiscriminata”.


Preoccupazione è stata espressa in queste settimane dalle organizzazioni che si occupano del tema e che sono state ascoltate nelle audizioni alla Camera, come l’Asgi, il tavolo Asilo e Amnesty international. Oggi Emergency: “ennesima esternalizzazione delle frontiere che mette a rischio i diritti e usa male fondi pubblici”.

Vino, Carloni: Chianti Classico importante per intero sistema agricolo

Vino, Carloni: Chianti Classico importante per intero sistema agricoloFirenze, 15 feb. (askanews) – “Quello che è stato fatto qui in cento anni è qualcosa di davvero importante per il sistema agricolo italiano e credo che oggi più che mai serva un messaggio su come si crea distintività e di come la nostra qualità posso creare valore aggiunto ai produttori. Il tema principale dell’agricoltura oggi per riuscire a dare la giusta ricompensa al lavoro è creare ‘mark up’ sui prodotti agricoli: il vino è per eccellenza il miglior prodotto su cui fare marketing, sul quale si può aumentare il valore percepito e questo Consorzio che è il primo d’Italia e ancora oggi insegna al resto del Paese come si fa questo lavoro. Sono qui per dirvi bravi, per tributarvi il giusto merito e per ringraziarvi per l’esempio che date a tutti”. Lo ha detto il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, intervenuto all’apertura della 31esima edizione della “Chianti Classico Collection” alla Stazione Leopolda di Firenze.


“Attraverso i Consorzi, attraverso l’unione che fa la forza, si crea qualità, si diventa più forti sui mercati e si riesce anche a creare quell’elemento di distintività che rende il prodotto agricolo italiano davvero eccellente” ha proseguito Carloni, sottolineando che “quello che ci interessa alla fine è che il lavoro dell’agricoltore diventi un lavoro remunerativo, pagato il giusto, e che sia continuato dalle nuove generazioni: soltanto in Toscana io sento l’entusiasmo dei giovani di proseguire a fare gli agricoltori e questo significa che è dentro nella cultura e nell’anima”.

I Santi Francesi arrivano live in autunno con il “Club Tour 2024″

I Santi Francesi arrivano live in autunno con il “Club Tour 2024″Roma, 15 feb. (askanews) – A pochi giorni dalla conclusione di Sanremo, i Santi Francesi, tra le rivelazioni della kermesse grazie agli ottimi riscontri ottenuti dal brano “L’amore in bocca” e dall’esibizione con Skin sulle note di “Hallelujah”, annunciano un “Club Tour 2024” che in autunno li vedrà protagonisti sui più importanti palchi d’Italia.


Il tour del duo composto da Mario Francese e Alessandro De Santis farà seguito a “L’amore torna. Piccole liturgie musicali”, quattro showcase intimi che hanno registrato il sold out in pochi secondi e che a marzo prenderanno forma il 15 e 16 marzo a Milano, nella Chiesa di San Vittore e 40 Martiri, e il 20 e 21 marzo a Napoli, nella Chiesa San Giuseppe Le Scalze. Questo il calendario completo del club tour prodotto da Vivo Concerti: 20 novembre Venaria Reale (TO), Teatro della Concordia; 23 novembre Padova, Gran Teatro Geox; 26 novembre Firenze – Tuscany Hall; 29 novembre Bologna – Estragon; 3 dicembre Molfetta (Ba) – Eremo Club; 5 dicembre Napoli – Casa della Musica; 10 dicembre Milano – Fabrique; 13 dicembre Roma – Atlantico Live (biglietti in vendita solo su Ticketone.it dalle ore 14 del 16 febbraio. Apertura prevendite online sugli altri circuiti e nei punti vendita autorizzati alle ore 11 di mercoledì 21 febbraio).


Dopo Sanremo i Santi Francesi hanno scelto come prima cosa di raccontare e raccontarsi attraverso la musica con quattro show intimi nelle chiese, per poi dare sfogo alla loro energia live sui palchi dei club. “La prima esigenza è stata quella di ritrovarsi in luoghi piccoli e speciali come le chiese da riempire di poesia, suoni, parole ed emozioni, luoghi dove guardarsi negli occhi e confrontarsi con persone che possano condividere le stesse intenzioni – hanno detto – Sanremo ci ha fatti crescere, come una maratona affollatissima che ti spinge a cercarti dentro la verità. Abbiamo provato a raggiungervi attraverso uno schermo, e ora scalpitiamo all’idea di sentirvi vicini, se lo vorrete, anche nei club”.

Dl milleproroghe, Ricciardi (Pd): nulla su frontalieri, vergogna

Dl milleproroghe, Ricciardi (Pd): nulla su frontalieri, vergognaRoma, 15 feb. (askanews) – “Ci sono due macchie indelebili e incomprensibili che non avete voluto correggere. Si sono trovate le risorse per tante cose, si sono prorogate misure che fanno mancare introiti alle casse dello Stato e non si capisce perché vi siate incaponiti, ad esempio, sui rimpatriati. Questa cosa sul rientro dei cervelli è una cosa che grida vendetta. Stiamo parlando di quella misura che prevedeva il rientro di persone che vivevano almeno da 2 anni all’estero con dei vantaggi fiscali, per cui, al carico familiare, si aggiungeva un surplus di vantaggio fiscale”. Lo ha detto Toni Ricciardi, vice presidente del Pd, eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Europa, nel corso del suo intervento in aula in discussione generale.


“Dio solo sa l’inverno demografico che stiamo vivendo. Avevamo una misura che prevedeva uno sgravio del 70 per cento sul territorio nazionale e del 90 per cento per coloro che rientravano nel Mezzogiorno d’Italia per 5 anni. Perché vi siete incaponiti: perché non vi siete presi un altro anno? State ammazzando una misura importante. A ciò si aggunga la vergogna assoluta targata Lega sui frontalieri a cui sono stati chiesti 2.000 euro di tassa sanitaria per sanare il buco nero della Regione Lombardia”, ha proseguito. “Infatti, voi sapete meglio di me che esiste il divieto della doppia imposizione fiscale: una persona non può pagare le tasse sulla stessa cosa due volte. Questi sono soggetti – 100.000 persone – che pagano le tasse in Svizzera, il cui Paese ne riversa in Italia il 40 per cento, tra i 115 150 milioni di euro, e che prediligono quei comuni e quei territori, nell’ambito dei 20 chilometri, che notoriamente hanno una colorazione politica molto chiara. Allora, io non riesco a capire. Vi avevamo chiesto con un emendamento a costo zero – il costo sarebbe stato virtuale, così come sarebbe stata virtuale l’entrata, che avete spostato a bilancio – di dare un anno di deroga per approfondire, perché nell’accordo, che avevamo siglato all’unanimità, di ratifica del Protocollo con la Svizzera era previsto un tavolo governativo con le parti sociali. Allora non si capisce perché, a giugno, abbiamo approvato questo e, due mesi dopo, introducete, su richiesta della regione Lombardia, l’ingiusta tassa sanitaria”, ha concluso.

Scuola, Aci e Upi promuovono iniziative su sicurezza stradale

Scuola, Aci e Upi promuovono iniziative su sicurezza stradaleRoma, 15 feb. (askanews) – Definire insieme programmi di educazione stradale per le scuole superiori, realizzare corsi ed iniziative divulgative sui temi della sicurezza e della mobilità sicura e sostenibile, promuovere attività culturali integrate, stringendo una collaborazione stabile e duratura.


Sono questi alcuni degli obiettivi del protocollo d’intesa siglato oggi dal Presidente di Upi, Michele de Pascale, e dal Presidente di Aci, Angelo Sticchi Damiani. Tra i compiti statutari dell’Automobile Club d’Italia rientra anche quello di supportate Enti e Associazioni nella definizione dei programmi di educazione stradale per le scuole di ogni ordine e grado. Un tema su cui l’UPI da sempre sostiene l’impegno delle Province, che gestiscono le oltre 7.100 scuole superiori in cui studiano più di 2 milioni e mezzo di studenti medi, attraverso campagne di comunicazione e progetti educativi.


“Questo protocollo – dichiarano il Presidente di UPI e il Presidente di ACI – ci permetterà di essere ancora più incisivi, contribuendo a diffondere tra i giovani modelli avanzati di mobilità sicura e sostenibile. Ma ci consentirà anche di avviare un lavoro di analisi e approfondimento sulle questioni relative alla interoperabilità delle banche dati pubbliche per rendere sempre più accessibili e fruibili le informazioni su mobilità, trasporti, educazione e sicurezza”.

L’ambasciata israeliana presso la Santa Sede aggiusta il tiro: dal cardinale Parolin parole “sfortunate”

L’ambasciata israeliana presso la Santa Sede aggiusta il tiro: dal cardinale Parolin parole “sfortunate”Roma, 15 feb. (askanews) – Le parole del segretario di Stato Vaticano in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi sono ritenute “sfortunate” piuttosto che “deplorevoli” precisa oggi in una nota ufficiale diffusa oggi, l’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede con un nota. In termini diplomatici la precisazione è importante e la missione israeliana spiega che si è trattato di una imprecisa traduzione.


“In riferimento al comunicato stampa del 14 febbraio si desidera precisare che il comunicato originale era in lingua inglese e successivamente è stato tradotto in italiano. In inglese il comunicato, in riferimento alle parole di sua Eminenza il cardinale Parolin, così recitava: “It is a regrettable declaration”. Nella traduzione in italiano è stata scelta la parola “deplorevole” che poteva essere anche tradotta in modo più preciso con “sfortunata”, si legge nella nota diffusa oggi. Ieri l’ambascia israeliana presso la Santa Sede ha duramente criticato le parole del cardinale Parolin, che ha definito la reazione all’attacco di Hamas non “proporzionata”. Nella nota diventata motivo di forte tensione con il Vaticano si affermava che “giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e i dati rilevati porta inevitabilmente a conclusioni errate”.

Vino, la Gran Selezione del Chianti Classico compie dieci anni

Vino, la Gran Selezione del Chianti Classico compie dieci anniFirenze, 15 feb. (askanews) – Sono passati esattamente dieci anni dalla prima presentazione di fronte alla stampa mondiale del Chianti Classico Gran Selezione, una tipologia dalle caratteristiche più restrittive nel panorama delle Denominazioni italiane. Furono 33, i produttori che per primi credettero nel progetto, un numero simbolico, che richiama gli altrettanti padri fondatori del Consorzio nel 1924, che verranno celebrati in questo centesimo anniversario dall’istituzione del primo Consorzio vitivinicolo d’Italia.


L’anniversario nell’anniversario viene celebrato alla 31esima edizione della due giorni “Chianti Classico Collection” che si è aperta oggi alla Stazione Leopolda di Firenze, dove sono in assaggio 151 campioni di questa tipologia. Oggi sono 169 i produttori che hanno nel proprio portfolio prodotti almeno un Chianti Classico Gran Selezione, come espressione più alta di territorialità. È l’inscindibile legame con il proprio territorio che questa tipologia rappresenta, non solo come prodotto delle migliori uve aziendali, ma anche, dallo scorso anno, dall’accento più marcato del Sangiovese (nel nuovo Disciplinare di produzione il Sangiovese passa da un min. 80% a un min. 90%), e dalla possibilità di unire ad esso solo vitigni autoctoni a bacca rossa autorizzati (ciliegiolo, colorino, mammolo, malvasia nera, pugnitello, ecc.). Sempre con questo spirito il nuovo Disciplinare introduce le Unità geografiche aggiuntive (Uga), i cui undici nomi, storicamente affermati, compaiono solo sulle bottiglie di Chianti Classico Gran Selezione. Questa novità, divenuta realtà il primo luglio 2023, è da questa Chianti Classico Collection visibile a tutti, sui banchi dei produttori di Chianti Classico.


La tipologia, divenuta nota sempre di più grazie anche ai punteggi stellari su riviste e guide di settore, rimane comunque un prodotto ricercato, che in volume rappresenta circa il 5% di tutta la produzione di Chianti Classico, nonostante ogni anno il numero di produttori cresca fino ad arrivare ai 169 attuali per 213 etichette.

Vino, Manetti: sistema e filiera del Chianti Classico sono solidi

Vino, Manetti: sistema e filiera del Chianti Classico sono solidiFirenze, 15 feb. (askanews) – “Nel 2023 abbiamo prodotto meno, ma abbiamo prodotto un vino di altissima qualità, che è la cosa più importante, perché è solo con i grandi vini che si riesce ad intercettare l’attenzione dei consumatori. Come quasi tutte le altre Denominazioni, anche noi abbiamo registrato una flessione nelle vendite intorno al 10%, dovuta però essenzialmente a fenomeni fisiologici di riduzione delle scorte e infatti si è concentrata soprattutto sui mercati esteri. Si confermano invece le quantità vendute al consumatore finale in linea con quelle degli anni precedenti, quindi è tutto sotto controllo”. Lo ha detto il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti, all’apertura della 31esima edizione della due giorni “Chianti Classico Collection” alla Stazione Leopolda di Firenze.


“Negli ultimi quattro anni abbiamo venduto più di quello che abbiamo prodotto, quindi non abbiamo scorte eccedenti, e questo permette l’ulteriore crescita del valore della Denominazione, con un prezzo medio della bottiglia di Chianti Classico che è cresciuto l’anno scorso del 7% (+13% sul 2021), quindi più dell’inflazione” ha continuato Manetti, sottolineando che “questo va a tutto vantaggio della remunerazione del lavoro dell’agricoltore, perché il nostro obiettivo ultimo deve essere quello di garantire la remunerazione a tutti i soggetti della filiera, dal più grande al più piccolo. Questo aumento c’è stato anche per le uve e il vino sfuso, quindi il sistema e la filiera del Chianti Classico stanno funzionando e mostra grande solidità ed equilibrio nel rapporto tra domanda e offerta”. In merito all’exploit della tipologia Gran Selezione “che sta contribuendo in maniera sempre più significativa alla valorizzazione del Chianti Classico”, Manetti ha sottolineato che “i numeri oramai rasentano i due milioni di bottiglie, e si trovano oramai nelle carte dei vini dei ristoranti più importanti e nelle cantine dei collezionisti: grazie alla Gran Selezione migliorano il posizionamento e la reputazione della Denominazione”.


Sulle undici Unità geografica aggiuntiva (Uga) che dall’anno scorso possono essere scritte in etichetta, il presidente ha evidenziato che “la loro portata va ben oltre il trovare in etichetta il nome del Comune o delle frazioni, perché per noi viticoltori ha significato un cambio di mentalità e di passo, una filosofia nuova che è quella di produrre vini territoriali, capaci di incorporare i profumi, i sapori e i saperi del luogo dove insiste il vigneto che ha dato origine a quella bottiglia di vino”. “Questo – ha concluso – è l’unico modo per riuscire a produrre vini unici e inimitabili e con un’anima, ed è una direzione ben chiara che abbiamo intrapreso tutti noi e che ci sta dando grandi soddisfazione”.