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Sanremo, Sisal: Geolier e Angelina Mango più quotati per vincere

Sanremo, Sisal: Geolier e Angelina Mango più quotati per vincereMilano, 8 feb. (askanews) – Dopo la serata che ha aperto il voto alle radio e al pubblico, la classifica Sisal vede Annalisa scendere in terza posizione e lasciare il posto a Geolier, la cui vittoria è ora quotata a 3,50. Il rapper di Secondigliano, infatti, ha dimostrato di saper battere ogni barriera linguistica per arrivare direttamente al cuore degli ascoltatori e confermato di essere uno dei nomi di spicco della gara sanremese di quest’anno.


Risale anche Irama, offerto a 9,00, che grazie al sostegno del pubblico nella classifica parziale di ieri sera – come gli esperti Sisal avevano previsto – si è posizionato secondo, divenendo uno dei candidati al podio. Un posizionamento che al momento contende con Loredana Berté la cui quota vittoria è a 7,50. La rocker, infatti, non accenna a perdere consensi, che arrivano numerosi sia da parte della giuria popolare sia dalla tecnica: la Bertè rimane la principale favorita al Premio della Critica e del Premio Sala Stampa, la sua vittoria in entrambi i casi è data a 1,65. La terza serata, però, vedrà esibirsi la grande promessa del Festival: Angelina Mango, stabile nei pronostici Sisal in prima posizione con quota 3,50. Saliranno, inoltre, sul palco alcuni nomi molto amati dal pubblico italiano che, per quanto sembrino non ancora entrati in gara, sono pronti a reclamare il proprio posto in classifica: tra i possibili vincitori rimonta Alessandra Amoroso, a quota 12,00, seguita da Diodato e i Negramaro offerti a 20,00, come Mahmood posizionatosi quinto ieri sera.

Energia: ricerca sulla fusione, nuovo record del tokamak europeo JET

Energia: ricerca sulla fusione, nuovo record del tokamak europeo JETRoma, 8 feb. (askanews) – Il Joint European Torus (JET), il più grande esperimento di fusione nucleare al mondo, ha ottenuto un nuovo record di energia prodotta durante l’ultima e conclusiva campagna sperimentale, dimostrando la capacità di generare in modo affidabile energia da fusione. Il consorzio europeo EUROfusion, a seguito della verifica e validazione dei dati scientifici ottenuti negli esperimenti in deuterio e trizio (DT3) a fine 2023, ha, infatti, annunciato oggi che il 3 ottobre 2023 si sono ottenuti 69 megajoule (MJ) di energia con 0,2 milligrammi di combustibile nell’arco di 5 secondi, superando il precedente record mondiale di 59 MJ del 2022. La campagna sperimentale DT3 ha confermato la capacità di replicare e migliorare i risultati degli esperimenti di fusione ad alta energia già ottenuti e ha dimostrato l’affidabilità delle metodologie operative di JET, essenziali per il successo del reattore sperimentale internazionale ITER in via di realizzazione. Agli esperimenti, svolti sull’impianto europeo sito presso l’UKAEA (Regno Unito), hanno partecipato più di 300 scienziati provenienti da tutti i laboratori di fusione europei, con una forte partecipazione italiana in ruoli chiave di leadership scientifica e organizzativa. Al successo degli esperimenti hanno contribuito i principali laboratori europei coordinati da EUROfusion. L’Italia è partner con ENEA, Consiglio nazionale delle ricerche (principalmente tramite l’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi, Cnr-Istp), Consorzio RFX e alcuni atenei. Il Joint European Torus (JET) ha così concluso la sua vita sperimentale. È stato il più grande impianto a fusione europeo, l’unico in grado di operare con una miscela di combustibile composto da deuterio e trizio, la stessa miscela ad alte prestazioni che verrà utilizzata nelle future centrali a fusione.

Stellantis, Vestager: sussidi? “Se non discriminatori non ci toccano”

Stellantis, Vestager: sussidi? “Se non discriminatori non ci toccano”Roma, 8 feb. (askanews) – “Non abbiamo, come sapete ovviamente, sussidi europei ai consumatori per acquistare veicoli. Ci sono diversi schemi nazionali, alcuni paesi li hanno, altri no. Finché non sono discriminatori non ci riguardano”. Così la vicepresidente della Commissione europea, Magrethe Vestager, responsabile delle politiche Antitrust, ha replicato, nel corso di una conferenza stampa, a una domanda sul dibattito tra governo italiano e Stellantis sui sussidi.


“Ovviamente se sono sussidi diretti alle imprese sono questioni da valutare. Ma se è fatto in maniera non discriminatoria non dovrebbe riguardarci e non abbiamo uno schema europeo. Se ci sono questioni – ha aggiunto – sono semmai per le autorità nazionali”.

Amadeus: nessun tranello a Travolta. La Rai: cachet basso e no accordo commerciale

Amadeus: nessun tranello a Travolta. La Rai: cachet basso e no accordo commercialeSanremo, 8 feb. (askanews) – Il ballo del qua qua? “Mi sono divertito tantissimo, pensavamo potesse funzionare 10, ma che magari ha funzionato 8. John Travolta è stato avvisato di tutto. Nessun tranello, non è stato costretto a fare nulla. Tutto quello che è accaduto sul palco ne era a conoscenza, sapeva tutto; nessuna sorpresa, nessun tranello”. così Amadeus sull’episodio del ballo di John Travolta ieri sera al Teatro Ariston, che ha sollevato numerose critiche e valanghe di proteste sui social per la gag del ballo del qua qua fatta da Ama-Fiorello e il superospite di ieri sera John Travolta.


“Fiorello è il più grande showman che abbiamo e fa parte della comicità far fare a persone molto importanti cose che apparentemente non farebbero mai”, ha aggiunto Amadeus in conferenza stampa sollecitato dai giornalisti. “È una cosa che possono fare poche persone: in Italia solamente Fiorello, in America Jimmy Fallon”, ha proseguito il conduttore. Intanto la Rai ha precisato che “non c’è stato nessun accordo di carattere commerciale con Travolta né con società che lo rappresentano. Sul tema ‘scarpe’ non c’è alcun tipo di accordo commerciale”, sull’accusa di pubblicità occulta per aver ripreso in tv l’immagine e la marca delle scarpe indossate da John Travolta.


Inoltre, sempre la Rai sul cachet per l’ospitata di John Travolta: “Si è trattato di un rimborso spese, basso”.

Assopellettieri: 2023 atteso in parità, ripresa vista nel II semestre

Assopellettieri: 2023 atteso in parità, ripresa vista nel II semestreMilano, 8 feb. (askanews) – “Ci auguriamo di chiudere il 2023 più o meno in parità rispetto al 2022 con un outlook di una ripresa nella seconda metà del 2024”. A dirlo Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri, a margine della presentazione delle fiere dedicate alla moda nel calendario di FieraMilano a Febbraio. “Il 2023 è stato un anno che è partito molto bene perché avevamo un fatturato in crescita dell’11,7%. Poi c’è stato un rallentamento, quello che noi abbiamo definito una gelata autunnale, un rallentamento a partire dal secondo e dal terzo trimestre che porta a fine dei nove mesi ad un aumento del fatturato del più 2,2% quindi ci siamo erosi quello che era il picco e il sentiment per l’ultimo trimestre non è buono” ci ha detto Sequi, da luglio 2023 alla guida dei pellettieri.


“E’ un andamento ciclico, che nel mondo della moda non è la prima volta che succede: abbiamo avuto un grande rimbalzo dopo Covid che chiaramente ha portato una crescita double digit che ora ha trovato un suo assestamento – spiega – Sappiamo che il momento non è tra i più felici però il comparto c’è”. Sul 2024, riconosce la Sequi, “di ombre ce ne sono molte sinceramente abbiamo un’ampia possibilità di scelta. Chiaramente c’è una situazione geopolitica complessa, una guerra che abbiamo praticamente alle porte e tra l’altro, per quel che riguarda il nostro settore, Russia e Ucraina erano mercati di sbocco molto importanti. Chiaramente il fatto che ci sia una guerra tra questi due Paesi non aiuta e poi c’è l’indebolimento del rublo che non aiuta”. La presidente di Assopellettieri ricorda poi “il costo del denaro: anche questo avere difficoltà al credito e avere dei tassi di interesse sempre molto impegnativi, anzi in crescita rispetto magari a quelli che uno si aspettava, chiaramente questo non aiuta”.


A questo si aggiungono i costi della materia prima, legati anche alla situazione nel Canale di Suez: “E’ estremamente difficile perché questo comporterà un aumento dei costi: dovendo passare dal Capo di Buona Speranza c’è una settimana in più di transito, c’è la paura anche che vengano scansati dei porti italiani a favore di altri porti – sottolinea – Il costo dei container dalla Cina è aumentato del 92%, ci sono anche materie che solo esportiamo ma di cui ci approvvigiona dall’estero. “. “Quindi le difficoltà sono molte però rimane secondo me la certezza di un comparto forte – conclude – di un comparto che ha una grande tradizione alle spalle che ha delle radici solide e che credo come sempre troverà le energie per superare anche questo”.

Oxfam, Etiopia: nel Tigray è catasfrofe umanitaria

Oxfam, Etiopia: nel Tigray è catasfrofe umanitariaRoma, 8 feb. (askanews) – A 2 anni dall’inizio di uno delle più brutali conflitti degli ultimi anni, oltre 3 milioni e mezzo di persone nella regione etiope del Tigray sono sull’orlo della carestia. Quasi 400 persone – soprattutto bambini e anziani – sono morte letteralmente di fame solo negli ultimi sei mesi, in un contesto in cui alla guerra si è unita la totale assenza di piogge che rischia di compromettere i raccolti nei prossimi mesi. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte ad una situazione che nelle prossime settimane rischia di precipitare ulteriormente. Nonostante il cessate il fuoco nel novembre 2022, tra il governo etiope e le forze del Tigray, la guerra in corso in alcune parti della regione dell’Amhara ha infatti già costretto oltre 1,55 milioni di persone a fuggire dalle proprie case, lasciando 9,4 milioni di persone nel nord dell’Etiopia in condizioni di fame estrema, circa 1 persona su 3. L’impatto della crisi climatica tra siccità e invasioni di locuste ha dimezzato i raccolti Alle conseguenze del conflitto si è aggiunto l’effetto della crisi climatica: la siccità, la carenza di sementi e l’invasione di locuste, tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno, hanno causato la perdita della metà dei raccolti: da 1,32 milioni di ettari disponibili a 660 mila. 132 mila ettari di coltivazioni sono state letteralmente arse dalla mancanza di precipitazioni e decine di migliaia di capi di bestiame sono morti. Se la stagione delle piogge tarderà ancora, la situazione potrebbe precipitare ulteriormente colpendo altri milioni di persone. Il calo della produzione alimentare ha inoltre fatto schizzare alle stelle i prezzi dei generi alimentari, ai livelli più alti degli ultimi 5 anni. La conseguenza è che milioni di persone non possono più permettersi l’acquisto dei beni alimentari di base e la gran parte degli agricoltori non ha più nulla. “La situazione nel Tigray sta precipitando. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Oltre 1 persona su 3 è alla fame, senza un aumento immediato e massiccio degli aiuti internazionali, molte altre persone rischiano di morire nei prossimi mesi”. “Siamo costretti a far dormire il più possibile i nostri figli per lenire i morsi della fame” “La fame è insopportabile, i nostri figli non hanno niente da mangiare per giorni e giorni, al punto che l’unica soluzione possibile è far dormire il più possibile i bambini o nutrirli con le radici che diamo agli animali”, racconta Hareyat (50 anni), madre di quattro ragazze che si trova con altri sfollati a Kola Tambien presso la scuola Meles Preparatory. “L’emergenza che sta colpendo l’Etiopia settentrionale è una delle più gravi al mondo – conclude Pezzati – Il calo dei finanziamenti per la risposta umanitaria, compresa la sospensione dell’invio di aiuti alimentari per 6 mesi l’anno scorso, da parte di USAID e World Food Program, ha aggravato ulteriormente la situazione: l’appello delle Nazioni Unite per l’Etiopia nel 2023 è stato finanziato solo per il 34%, con 1,3 miliardi di dollari su un totale di 4 miliardi di dollari necessari. E sebbene gli aiuti abbiano ripreso adesso ad arrivare la situazione resta disperata, soprattutto perché in Etiopia in questo momento ci sono quasi 1 milione di rifugiati e circa 4 milioni di sfollati interni allo stremo. Senza un cambio di passo nella risposta all’emergenza, tantissimi potrebbero essere investiti da una vera e propria carestia”.

Sanità, Fedriga: Regioni chiedono a Governo di fare scelte forti

Sanità, Fedriga: Regioni chiedono a Governo di fare scelte fortiMilano, 8 feb. (askanews) – “Vogliamo formulare proposte al Governo” in materia di sanità “con una convinzione: servirà e serve, e le Regioni vogliono prendersi questa responsabilità, la voglia e la determinazione di fare scelte forti, anche prospettiche, non soltanto per affrontare l’emergenza di oggi”. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine della riunione dell’organismo di coordinamento delle amministrazioni regionali.


“Nelle ultime ore nella Conferenza delle Regioni abbiamo approfondito il tema sanitario in modo innovativo rispetto al passato, cioè non guardando soltanto all’emergenza. Formuleremo delle proposte al Governo, delle proposte per le singole Regioni, per affrontare le criticità che esistono nel sistema sanitario”, ha ribadito. “Questo significa, per esempio”, affrontare il tema della “carenza del personale sanitario con prospettive diverse rispetto alla componente medica, che secondo le previsioni troverà dal 2028 un numero di medici formati superiori a quelli che vanno in pensione quindi l’emergenza della disponibilità di medici dal 2028 verrà superata, quando invece la carenza di infermieri sarà sempre più consistente sulla quale dobbiamo intervenire” ha aggiunto.


“Abbiamo chiesto e faremo anche una riflessione sulle competenze delle professioni sanitarie, così da permettere un ampliamento dell’utilizzo dei professionisti per dare maggiori risposte e magari alleggerire la parte medica da alcune incombenze che distolgono dall’attività professionale per la quale i medici si sono formati e poi molti altri temi verranno formulati dalla commissione, in accordo con esperti, in modo propositivo”, ha concluso Fedriga.

Trattori: “a Sanremo non saremo sul palco, forse diamo fastidio”

Trattori: “a Sanremo non saremo sul palco, forse diamo fastidio”Roma, 8 feb. (askanews) – Presìdi e cortei di protesta degli agricoltori con i loro trattori ancora in tutta Italia, dalla Puglia alla Basilicata alla Sardegna, con i centri nevralgici, almeno mediaticamente parlando, collocati a Sanremo e a Roma. Nella cittadina ligure, dove è in corso il festival di Sanremo, stamattina sono arrivati una decina di trattori partiti nella notte da Brescia e Melegnano, dopo avere percorso oltre 250 chilometri di strade statali.


Con il grande palcoscenico e la grande visibilità di Sanremo, sembrava che sarebbe stato possibile un intervento sul palco dell’Ariston di una delegazione di agricoltori. Invece, non sarà così. La Rai, in un comunicato, ha ufficializzato che non ci sarà nessun rappresentante degli agricoltori sul palco ma che sarà Amadeus a leggere venerdì sera un comunicato con le istanze della protesta. Davide, agricoltore di Brescia del movimento Riscatto Agricolo, spiega ad Askanews: “Amadeus purtroppo leggerà solo un nostro comunicato, non vogliono farci salire sul palco. Forse diamo fastidio. A Sanremo siamo presenti con i nostri trattori ma a noi interessa ben poco che il comunicato lo legga Amadeus. Quello che diciamo viene dal cuore e dalla pancia e questo sicuramente non verrà trasmesso al pubblico”. I trattori, in ogni caso, non potranno neanche arrivare all’Ariston, anche se c’è un piccolo presidio a 400 metri circa dal teatro.


A Roma, invece, stanno convergendo già da giorni diversi trattori e mezzi agricoli dalle regioni limitrofe, soprattutto dall’Umbria, dalla Valdichiana posizionati nel presidio permanente di via Nomentana 1111. La mobilitazione è descritta dai rappresentanti del Cra, i comitati agricoli riuniti, come un assedio che durerà più giorni e non legato a una singola manifestazione. Secondo quanto concordato con la Questura di Roma, i trattori provenienti da tutta Italia saranno ospitati in punti specifici e venerdì mattina una decina di trattori, scortati dalle forze dell’ordine, insieme a 1.500 manifestanti dovrebbero potere arrivare in piazza San Giovanni dal presidio della Nomentana.

Cos’ha detto La Russa per il Giorno del Ricordo

Cos’ha detto La Russa per il Giorno del RicordoRoma, 8 feb. (askanews) – Dopo “cinquant’anni, e non fu solo per colpa di chi aveva legami ideologici con Tito che aveva decretato quegli orrori, fu una responsabilità molto più ampia, il silenzio che calò su quella vicenda è stato per fortuna strappato e io oggi sono qui insieme a tutto il Senato per ricordare quella drammatica realtà con il rispetto che merita”. Così il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, in aula, per il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. La Russa ha invitato l’assemblea a osservare “qualche secondo di silenzio”.

Giorno ricordo,La Russa:strappato silebzio su Foibe dopo 50 anni

Giorno ricordo,La Russa:strappato silebzio su Foibe dopo 50 anniRoma, 8 feb. (askanews) – Dopo “cinquant’anni, e non fu solo per colpa di chi aveva legami ideologici con Tito che aveva decretato quegli orrori, fu una responsabilità molto più ampia, il silenzio che calò su quella vicenda è stato per fortuna strappato e io oggi sono qui insieme a tutto il Senato per ricordare quella drammatica realtà con il rispetto che merita”. Così il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, in aula, per il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. La Russa ha invitato l’assemblea a osservare “qualche secondo di silenzio”.