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Fonti Chigi: Mattarella-Meloni hanno discusso di manovra e Ue

Fonti Chigi: Mattarella-Meloni hanno discusso di manovra e UeRoma, 28 nov. (askanews) – Il pranzo di ieri tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durato circa un’ora, era “programmato da almeno una settimana” e “non a sorpresa”. E’ quanto sottolineano fonti di Palazzo Chigi.


“Sono pranzi che hanno fatto molto spesso da quando Meloni è arrivata a Palazzo Chigi e che sono quasi ‘automatici’ quando ci sono missioni all’estero di rilievo, in questo caso la visita di Stato in Cina del presidente della Repubblica, il G20 e la missione in Argentina per Meloni”, assicurano le fonti, precisando che “Mattarella quando tornò dalla Cina aveva sentito la presidente del Consiglio e organizzato per ieri questo pranzo. Non c’entrano assolutamente nulla le fibrillazioni che ci sono state ieri in Parlamento. Le altre volte non era mai uscita la notizia, questa volta è trapelata”. Tra i temi affrontati da Mattarella e dalla premier – concludono le fonti – “i viaggi internazionali, è stato fatto un excursus sull’Europa dopo l’ok alla Commissione Ue con la nomina di Raffaele Fitto come vice presidente esecutivo, la manovra”.

Domani a Roma assemblea annuale Cia con Lollobrigida e Leo

Domani a Roma assemblea annuale Cia con Lollobrigida e LeoRoma, 28 nov. (askanews) – “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce”. È con questo claim che Cia-Agricoltori Italiani annuncia la sua Assemblea annuale, a Roma, domani venerdì 29 novembre, presso l’Auditorium Antonianum in Viale Manzoni 1.


Secondo programma, dopo l’apertura dei lavori alle 9.30, spazio all’intervento introduttivo del presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, e a seguire, a cura di Denis Pantini per Nomisma, alla relazione tecnica su “La competitività dell’agricoltura italiana di fronte alle complessità di contesto: scenari evolutivi e prospettive future”. Diversi gli ospiti istituzionali, a partire dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.

Accordo fino a 2034 Masaf-Philip Morris su filiera tabacco

Accordo fino a 2034 Masaf-Philip Morris su filiera tabaccoRoma, 28 nov. (askanews) – Il ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e Philip Morris Italia hanno firmato un accordo di durata decennale, fino al 2034, per sostenere la filiera made in Italy del tabacco. La firma è avvenuta nel corso della prima giornata dei lavori del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato da Coldiretti in collaborazione con The European House-Ambrosetti.


Si tratta, spiega la Coldiretti, di un accordo “importante per dare certezze alla filiera e garantire la programmazione delle imprese agricole impegnate a coltivare tabacco in Italia”. La visione pluriennale, fino al 2034, “è decisiva per la filiera tabacchicola – sottolinea Coldiretti – grazie agli impegni di acquisto del tabacco che si affiancano al trasferimento di competenze e innovazione, favorendo in questo modo gli investimenti”.


L’intesa Pmi-Masaf va peraltro a sostenere l’accordo di filiera promosso da Coldiretti con Philip Morris Italia fino al 2034, sottoscritto nell’ambito al Forum, che coinvolge oltre mille imprese con importanti investimenti per promuovere sistemi di coltivazioni sostenibili, con la diffusione di soluzioni di agricoltura di precisione per il risparmio energetico e la riduzione fino al 50% dell’impiego di acqua. “La strada degli accordi di filiera è determinante – conclude Coldiretti – per la crescita del sistema Paese poiché va a promuovere il vero Made in Italy creando valore in termini di reddito e di occupazione, oltre che di sostenibilità ambientale”.

Auto, Urso: urgente anticipare revisione norme Ue su emissioni

Auto, Urso: urgente anticipare revisione norme Ue su emissioniStrasburgo, 28 nov. (askanews) – Occorre intervenire urgentemente per affrontare l’attuale crisi del settore automotive europeo, caratterizzata da “un bollettino di guerra” con chiusure di fabbriche e licenziamenti ogni giorno, e anticipare all’inizio del 2025 la revisione del regolamento Ue che ha fissato al 2035 l’obiettivo zero emissioni di CO2 (“net zero”) per tutti i veicoli immessi sul mercato. Le clausole di revisione del regolamento prevedono invece di aspettare la fine del 2026 per i veicoli leggeri e il 2027 per i veicoli pesanti.


Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante il suo intervento nel dibattito pubblico del Consiglio Competitività dell’Ue, in corso a Bruxelles “Il settore delle auto – ha detto Urso – è il simbolo della transizione energetica ed ecologica ed è quello su cui si sta sviluppando il confronto a livello mondiale, e anche la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina. Noi abbiamo indicato una strada ambiziosa e straordinariamente sfidante per il 2035, perché pensiamo che questa strada poi debba essere percorsa anche dagli altri continenti. Se raggiungiamo l’obiettivo con un’industria ‘net zero’ avremo indicato una strada di successo, anche agli altri”. Ma “se invece raggiungiamo quella data con zero industria – ha avvertito il ministro -, avremmo certificato il nostro fallimento, e nessuno ci seguirà”.


“Quello a cui assistiamo – ha rilevato Urso – è un bollettino di guerra: ogni giorno vengono annunciate la rinuncia a realizzare ‘gigafactory’ o la chiusura delle ‘gigafactory’ già create nel nostro continente. E ogni giorno vengono annunciate chiusure degli stabilimenti con licenziamenti di decine di migliaia di operai, perché le imprese automobilistiche non vogliono cadere sotto le penalità miliardarie che dal prossimo anno saranno loro somministrate”. Il riferimento è alle multe che le industrie automobilistiche dovranno pagare se non raggiungeranno gli obiettivi del 2025, già fissati da tempo, per la riduzione delle emissioni del loro parco auto. “Per questo – ha continuato il ministro rivolto ai suoi colleghi dell’Ue -, insieme ad altri paesi, con la Repubblica Ceca proponente e poi Slovacchia, Romania, Bulgaria, Austria, e Polonia, vi presentiamo questo ‘Non Paper’ in cui confermiamo l’obiettivo della piena decarbonizzazione al 2035, ma chiediamo che siano create le condizioni, come indica anche il report di Mario Draghi, per giungere competitivi a quell’obiettivo. E quindi chiediamo che siano anticipate all’inizio dell’anno prossimo le clausole di revisione già previste per la fine 2026 per i veicoli leggeri e nel 2027 per i veicoli pesanti”, nel nuovo regolamento Ue.


Secondo Urso, altrimenti, “in questa incertezza su quello che comunque decideremo fra due anni nessuno più investe, né le imprese, né i consumatori. Paralizziamo il percorso”. E invece “occorre intervenire subito, e noi riteniamo di farlo con una visione di piena neutralità tecnologica, che è l’espressione migliore della libertà su cui si fonda il nostro continente, la nostra Unione europea, chiedendo di coniugare una sostenibilità industriale e sociale con il percorso della decarbonizzazione, e con risorse significative al sostegno delle imprese, come fanno gli Stati Uniti”. Inoltre, occorre garantire, “una politica commerciale di tutela della concorrenza leale, come fanno altri continenti”, e “un sostegno importante, attraverso un Piano automotive, anche alle famiglie europee che oggi non si possono permettere di comprare un’auto elettrica o ecologicamente sostenibile”.


“Dobbiamo decidere insieme, perché questa è la sfida e queste sono le sfide per l’Europa, e dobbiamo decidere subito – ha insistito Urso – perché il nostro ritardo con gli altri continenti si accumula ogni giorno di più. E dobbiamo decidere con realismo affrontando la realtà per quella che essa è: dobbiamo rispondere – ha sottolineato il ministro – all’accorato appello delle imprese e dei lavoratori europei che si sentono minacciati nella propria sopravvivenza”. “Io credo che siamo in condizione di farlo, e nel farlo – ha aggiunto Urso – dobbiamo anche considerare che alla fine del percorso dobbiamo raggiungere l’autonomia strategica. Perché – ha concluso – se alla fine del percorso passiamo dalla subordinazione drammatica ai carburanti fossili della Russia, a una peggiore subordinazione tecnologica ad altri attori statuali (il riferimento implicito è alle materie prime, soprattutto cinesi, ndr), allora passeremmo dalla padella alla brace”.

La Cina assedia il “Mare della morte” con una cintura di alberi

La Cina assedia il “Mare della morte” con una cintura di alberiRoma, 28 nov. (askanews) – La Cina ha chiuso d’assedio del deserto del Taklamakan – il secondo più grande deserto mobile del mondo, conosciuto come “Mare della morte” e raccontato già da Marco Polo – con una cintura di alberi e arbusti, per cercare di mettere sotto controllo le tempeste di sabbia. Lo hanno segnalato oggi i media statali di Pechino.


L’”incircling” del deserto del Taklamakan, situato nella regione autonoma uigura dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina, un’area grande quanto la Germania, è stato progettato per prevenire le tempeste di sabbia, proteggere le infrastrutture locali e promuovere opportunità economiche regionali. La cintura verde, lunga 3.050 km è stata completata oggi, dopo che l’ultimo lotto di diverse specie di vegetazione è stato piantato nella contea di Yutian, al confine meridionale del deserto.


I deserti mobili, come il Taklamakan, sono caratterizzati da dune di sabbia mosse dal vento e da frequenti tempeste di sabbia, che possono influenzare il clima, l’agricoltura e la salute umana. Circa l’85% dei 337.600 kmq del deserto è coperto da dune mobili. “L’azione del vento e della sabbia ai bordi del deserto è estremamente forte, e le dune di sabbia si espandono verso l’esterno”, ha dichiarato Lei Qiang, ricercatore presso l’Istituto di ecologia e geografia dell’Accademia cinese delle scienze dello Xinjiang.


Lei ha affermato che l’iniziativa per “bloccare” i bordi del deserto utilizzando cinture verdi e misure di controllo delle sabbie basate sull’energia solare, come i pannelli solari, proteggerà l’ecologia e al tempo stesso salvaguarderà ferrovie e strade. Ci sono voluti 40 anni per costruire i primi 2.761 km della cintura verde. Nel novembre dello scorso anno, sono stati avviati i lavori per completare gli ultimi 285 km intorno al deserto, secondo l’emittente statale CCTV.


Un esercito di 600.000 persone ha lavorato per piantare specie come pioppo del deserto, salice rosso e saxaul per completare l’ultimo tratto della cintura.

Sciopero, Mit: il Tar respinge il ricorso dei sindacati

Sciopero, Mit: il Tar respinge il ricorso dei sindacatiMilano, 28 nov. (askanews) – Il presidente della terza sezione del Tar respinge il ricorso d’urgenza promosso da alcuni sindacati contro la precettazione firmata da Matteo Salvini. Lo fa sapere il Mit. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti esprime “grande soddisfazione”. “Difendo il diritto alla mobilità degli italiani”, sottolinea Salvini.


Il ministro due giorni fa ha firmato l’ordinanza di precettazione per lo sciopero di venerdì 29 nel settore dei trasporti proclamato da Cgil e Uil. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, stamattina – in attesa della decisione del Tar – aveva spiegato che “in ogni caso però per quel che ci riguarda lo sciopero è confermato tranne che nei settori dove c’è la precettazione dove i lavoratori faranno sciopero per quattro ore”.

Da Stato-Regioni ok decreto 10 mln a sostegno filiera apistica

Da Stato-Regioni ok decreto 10 mln a sostegno filiera apisticaRoma, 28 nov. (askanews) – Raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul decreto del Masaf che riguarda gli interventi a sostegno della filiera apistica e con il quale saranno stanziate risorse pari a 10 milioni di euro. Ne dà notizia il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo.


Il decreto definisce finalità, criteri e modalità di utilizzo delle risorse, pari a 10 milioni di euro, a valere sul “Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”, destinate a concedere un aiuto una tantum, finalizzato al ristoro delle aziende aventi alla data del 31 dicembre 2023 un numero di alveari non inferiori a 105, come risultanti dalla Banca dati nazionale zootecnica. “Un impegno mantenuto con i nostri apicoltori e un’importante risposta alla filiera, alle prese ormai da tempo con una crisi economica a cui hanno contribuito più elementi, dagli effetti delle conseguenze dei cambiamenti climatici, fino alla concorrenza sleale di prodotti importati e venduti a bassissimo prezzo, di dubbia composizione e scarsa qualità”, commenta D’Eramo.


“Con questo decreto, frutto di un lavoro che abbiamo condiviso con il settore, e per il quale ringrazio il ministro Francesco Lollobrigida – conclude il sottosegretario con delega – diamo una risposta concreta a una filiera in difficoltà e che consideriamo strategica, per tutta l’agricoltura, la tutela della biodiversità e dell’ambiente”.

Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezzi

Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezziRoma, 28 nov. (askanews) – Audizioni in corso presso la Commissione VIII della Camera in merito allo Schema di Decreto Legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36”. Su questo decreto correttivo al nuovo Codice Appalti Askanews ha raccolto l’opinione di Massimo Stronati presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi.


Nuovo codice dei contratti pubblici, ovvero come aumentare la produttività e salvaguardare i salari per uscire dalle secche dei ribassi? “Proprio in questo quadro si comprende l’impianto dell’articolo 11 del nuovo codice dei contratti pubblici, che mette in relazione diretta ed esplicita l’appalto al contratto del lavoro, collegando così l’affidamento pubblico al salario. La stazione appaltante deve cioè indicare il cnnl strettamente connesso all’oggetto dell’appalto. E’ sicuramente un passo in avanti – dichiara Stronati -. Le modifiche apportate con il correttivo attualmente all’esame delle camere sono necessarie e possono essere utili nella misura in cui serviranno per chiarire il concetto di equivalenza, affinché cioè, sia misurabile più agevolmente da parte delle stazioni appaltanti, rendendo così concreta la connessione tra appalto e ccnl sancita dall’articolo 11, che ha anche il pregio di riconoscere il ruolo della contrattazione, oltre quello di tendere ad evitare il dumping contrattuale e la compressione dei salari. Certo ci sono attività che si sviluppano trasversalmente in più settori che vanno tutelate cosi come è impensabile che siano le stazioni appaltanti ad assumersi la responsabilità di razionalizzare l’attività di rappresentanza ed in questo senso credo si muovano le modifiche apportate con il correttivo, che però, come detto, devono servire a rendere cogente ed concretamente applicabile il principio affermato dall’articolo 11”.


C’è poi l’aspetto di come investire sull’economia sociale. Serve una revisione dei prezzi? “La cosiddetta “economia dei servizi” – risponde ancora Stronati – rappresenta da anni un ambito di molteplici attività in costante espansione, che alla luce delle transizioni in atto sono chiamate a professionalizzarsi costantemente. Per il loro sviluppo gli acquisti pubblici rappresentano una leva fondamentale. Attraverso l’acquisto di beni e servizi i decisori pubblici posso immettere nel sistema risorse economiche creare occupazione salari dignitosi e inclusione sociale, garantendo opere e servizi adeguati alle crescenti esigenze della collettività. Si tratta di uno dei meccanismi più articolati che un’economia moderna può utilizzare. In questo contesto il codice dei contratti pubblici è un riferimento determinante soprattutto alla luce delle transizioni in atto, del loro impatto in termini burocratici, nonché dei costi che molte imprese si trovano ad affrontare. In virtù di tutto questo è fondamentale garantire un meccanismo di revisione prezzi snello chiaro e certo che non si presti ad interpretazioni incerte e non generi confusioni. Siamo quindi preoccupati per le modifiche apportate su questo tema con il correttivo, ci saremmo aspettati un intervento nella direzione opposta, a sostegno cioè di un meccanismo chiaro e certo di revisone prezzi senza incertezze di sorta”.

Nardella: i soldi dell’agricoltura vadano agli agricoltori veri

Nardella: i soldi dell’agricoltura vadano agli agricoltori veriRoma, 28 nov. (askanews) – “I soldi dell’agricoltura devono andare agli agricoltori veri e non a quelle figure che chiamano multiactive, e vanno concentrati sulle produzione agricole strategiche – ha poi aggiunto Nardella – Io lavorerò per questo nella Dg Agri. Va fatta una mappatura vera dei multiactive e, a partire da questa, dalla prossima primavera potremo elaborare una nuova Pac”. Lo ha detto Dario Nardella, deputato europeo del Pd e membro della Dg Agri, la Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, intervenendo a uno dei panel del Forum internazionale di Coldiretti in corso oggi e domani a Villa Miani a Roma.

Nardella: sostengo Fitto, sono contento che lavori con Hansen

Nardella: sostengo Fitto, sono contento che lavori con HansenRoma, 28 nov. (askanews) – “Vanno messe insieme le politiche di coesione con i fondi agricoli o rischiamo di dare carta bianca alla nuova Commissione europea che temo voglia riprendere in mano il progetto del 2018, ovvero centralizzare tutto il budget europeo, spingendolo verso una rinazionalizzazione, eliminando le politiche agricole e i fondi di coesione”. Lo ha detto Dario Nardella, deputato europeo del Pd e membro della Dg Agri, la Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, intervenendo a uno dei panel del Forum internazionale di Coldiretti in corso oggi e domani a Villa Miani a Roma.


“Io sosterrò il vice presidente Fitto che coordina anche le politiche di coesione e sono contento che lavori insieme ad Hansen, perché il rischio di avere un bilancio Ue completamente diverso da quello su cui abbiamo lavorato è un rischio reale”. “L’agricoltura – ha aggiunto Nardella – è il settore più vecchio che può fare le cose più nuove”. “Dobbiamo smettere quindi di giocare in difesa, questa – ha concluso Nardella sarà la legislatura della nuova Pac e se noi ci lavoriamo provando a limitare i danni sbagliamo. Dobbiamo giocare all’attacco”.