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Barilla: donne il 38,5% dei manager, entro 10 anni 42% in ruoli leadership

Barilla: donne il 38,5% dei manager, entro 10 anni 42% in ruoli leadershipMilano, 7 mar. (askanews) – In vista della Giornata internazionale della donna anche Barilla si unisce al coro di chi vuole raccontare il volto femminile dell’azienda. E in quel di Parma questo volto rappresenta il 38,5% tra gli executive e i manager, con il 47% delle dipendenti che lavora a diretto riporto del global leadership team. Per i prossimi 5-10 anni l’impegno è quello di portare il 42% delle professionalità femminili ad assumere ruoli di leadership, mentre, nell’ultimo anno, il turnover in entrata femminile (9,3%) ha superato la media aziendale (8,7%).


Dietro questi numeri, che rappresentano le tappe di un percorso che dovrà portare alla parità, ci sono storie di talento femminile che quotidianamente contribuiscono a fare di Barilla l’azienda che è. Sono le storie di cinque esperte del team ricerca, sviluppo e qualità, tra le quali c’è quella di Rosamaria Petrosino, Global RD&Q capabilities vice president. In Barilla dal 1993, guida un team di 35 ricercatori in diverse aree della ricerca e sviluppo. incrociando “l’arte della gastronomia e la scienza” per “garantire che un prodotto possa essere replicato con costanza su larga scala, mantenendo le stesse caratteristiche di qualità e affidabilità”. Un altro tassello del processo aziendale è la sicurezza alimentare: in questi laboratori di ricerca opera Francesca Lambertini, Allergens research & Labs’ Management Scientist. “Sono in Barilla dal 2011 e il mio lavoro spazia dalla gestione operativa del laboratorio alla ricerca avanzata, migliorando le metodologie analitiche per rilevare allergeni negli alimenti e materie prime”, racconta. Ma l’innovazione e le analisi di qualità non si basano solo sulla tecnologia: “L’elemento umano resta insostituibile – spiega Federica Quaini, Sensory and Analytical Food Science Associate Director di Barilla, che, dal 2016, guida un panel di circa 20 assaggiatori esperti addestrati per valutare con metodo scientifico ogni dettaglio sensoriale del prodotto. “La consistenza è una sfida unica nell’analisi alimentare. Esistono tecnologie avanzate per rilevare aromi e sapori, ma nessuno strumento può replicare con precisione le sensazioni della masticazione. Per questo, l’analisi sensoriale umana resta essenziale”. Un altro volto dell’innovazione in Barilla Claudia Berti, Head of Open Innovation, che oggi si occupa di creare sinergie per lo sviluppo di nuove soluzioni alimentari attraverso la collaborazione con università, startup ed imprese innovative. “Lavorare in questo campo significa spesso confrontarsi con l’ignoto – afferma Berti – ci troviamo di fronte a tecnologie e approcci dal potenziale ancora inesplorato. Il nostro obiettivo è capire se possano avere un valore per l’azienda e trovare il modo migliore per svilupparle”. Anche quando l’innovazione arriva nello Spazio, con il progetto “Pasta nello Spazio”, c’è il contributo di una donna Cristina Gallina, Director of Global Discovery Center di Barilla, che da anni si dedica alla sperimentazione di nuove tecnologie applicate al mondo alimentare. “Il bello della scienza applicata al cibo è che coinvolge tutti i sensi: il risultato non si ferma alla conoscenza, ma diventa piacere” – spiega Gallina, che è la mente dietro lo sviluppo di prodotti innovativi, come le Focaccelle Mulino Bianco o i Ready meals per il mercato statunitense. “Testare la nostra pasta nello spazio è una tra più le recenti e accattivanti sfide, non di certo l’ultima. Per chi desidera innovare – afferma – ogni traguardo è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, di più lontano che possa rispondere ai nascenti bisogni o alle richieste non ancora soddisfatte delle persone”.


Barilla, che oggi conta 9.000 dipendenti, nel 2020 ha raggiunto la parità retributiva di genere per tutti i dipendenti, mentre nel 2023 ha annunciato una nuova policy per il congedo di paternità e maternità, che garantisce a tutti i genitori del gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. E dal 2024 è stata avviata una partnership Lead Network, organizzazione non profit che sostiene l’avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa.

ETF, dall’Italia all’Ucraina: scambi sulla Garanzia Giovani

ETF, dall’Italia all’Ucraina: scambi sulla Garanzia GiovaniRoma, 7 mar. (askanews) – La visita di una delegazione ucraina di alto livello in Italia, durata una settimana e ospitata dalla Fondazione Europea per la Formazione (ETF), si è conclusa oggi con un rinnovato impegno a sostenere l’attuazione della Garanzia Giovani dell’Unione Europea in Ucraina, in un contesto più ampio di riforme del mercato del lavoro, dell’istruzione e della formazione, e delle politiche sociali. L’iniziativa costituirà un passo molto importante per la ripresa economica del Paese e un passo cruciale verso l’adesione all’UE, offrendo ai giovani ucraini opportunità di istruzione, formazione e impiego di qualità.


La visita, che si è svolta tra Torino e Roma, ha riunito rappresentanti del governo e dei ministeri ucraini, della società civile e delle organizzazioni giovanili, delle parti sociali – oltre a istituzioni dell’UE e delle organizzazioni internazionali – per uno scambio di conoscenze e di buone pratiche in Italia. Il viceministro ucraino per la Gioventù e lo Sport, Andriy Chesnokov, ha guidato la delegazione che si è confrontata con le parti interessate italiane ed europee, concentrandosi sulle misure integrate a sostegno dei giovani, in particolare di quelli che non frequentano corsi di istruzione, lavoro o formazione (NEET). La Direttrice dell’ETF Pilvi Torsti ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Sostenere i giovani ucraini è un investimento nel futuro dell’Europa. La Garanzia Giovani contribuirà ad allineare le politiche occupazionali dell’Ucraina agli standard dell’UE, garantendo che nessun giovane venga lasciato indietro. Questa settimana ho visto una delegazione eterogenea e di alto livello di appassionati sostenitori: non bisogna mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini impegnati possa davvero cambiare il mondo”.


“La Garanzia Giovani è un potente strumento che ci aiuta a prevenire la perdita di capitale umano, a sostenere i giovani nella realizzazione del loro potenziale e a guidare la ripresa nazionale”, ha dichiarato il viceministro Andriy Chesnokov. “Stiamo portando a casa idee politiche concrete che speriamo si traducano in un’attuazione di successo della Garanzia Giovani in Ucraina”. La visita ha offerto spunti concreti sulle migliori pratiche dell’Italia e di altri Stati membri dell’UE. A Torino, la delegazione ha visitato istituti di formazione professionale e ha incontrato autorità locali, venendo a conoscenza con casi di successo dell’attuazione della Garanzia Giovani a livello locale. A Roma, i colloqui con la Rappresentanza della Commissione europea in Italia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero degli Affari Esteri, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP) e i rappresentanti dei servizi per i giovani hanno rafforzato la necessità di politiche coordinate e di un forte coinvolgimento delle parti interessate.


“L’Italia svolge un ruolo centrale nell’UE e nello sviluppo del capitale umano”, ha dichiarato Oleksandr Yarema, Segretario di Stato del Consiglio dei Ministri dell’Ucraina. “Il supporto dell’ETF è prezioso per la preparazione della Garanzia Giovani, fondamentale per il nostro obiettivo finale di adesione all’UE”. La Task Force Ucraina dell’ETF, guidata da Iwona Ganko, ha sottolineato la collaborazione di lunga data con l’Ucraina: “L’unità crea prosperità – questo è stato il nostro motto per la settimana e lo sarà anche nei prossimi anni. L’ETF rimane impegnata a sostenere l’Ucraina nella costruzione di politiche solide che diano potere ai giovani”.


I risultati di questa visita contribuiranno ai preparativi dell’Ucraina per la Ukraine Recovery Conference che si terrà a Roma a luglio 2025, e nella quale le politiche per l’occupazione e lo sviluppo delle competenze dei giovani costituiranno un tema trasversale. In qualità di partner di lunga data dell’Ucraina, l’ETF è attivamente impegnata a sostenere lo sviluppo del capitale umano attraverso consulenze politiche per le riforme del mercato del lavoro e del sistema educativo. Il Programma di Condivisione delle Conoscenze dell’ETF sulla Garanzia Giovani dell’UE riflette il suo impegno affinché l’Ucraina tragga vantaggio dall’esperienza e dalle migliori pratiche europee nella definizione di politiche del lavoro inclusive. L’ETF ha già sostenuto l’attuazione della Garanzia Giovani in paesi candidati all’UE, come i Balcani occidentali, e a livello globale, ad esempio in Thailandia, offrendo consulenza politica e facilitando l’apprendimento tra pari con gli Stati membri dell’UE. La visita rappresenta un passo significativo negli sforzi dell’Ucraina per allineare le proprie politiche agli standard dell’UE e promuovere la resilienza economica e sociale a lungo termine.

In corso il Cdm per il ddl che introduce l’ergastolo per il femminicidio

In corso il Cdm per il ddl che introduce l’ergastolo per il femminicidioRoma, 7 mar. (askanews) – E’ in corso a Palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno, il ddl per l’introduzione del “delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”. “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo”. Lo si legge nella nozza del ddl che introduce il delitto di femminicidio grazie a un comma inserito all’577 del codice penale che regolamenta l’applicazione della circostanza aggravante al reato di omicidio.


“Quando ricorre una sola circostanza attenuante ovvero quando una circostanza attenuante concorre con taluna delle circostanze aggravanti di cui al secondo comma, e la prima è ritenuta prevalente, la pena non può essere inferiore ad anni ventiquattro – si legge ancora nella bozza del provvedimento all’esame del Cdm -. Quando ricorrono più circostanze attenuanti, ovvero quando più circostanze attenuanti concorrono con taluna delle circostanze aggravanti di cui al secondo comma, e le prime sono ritenute prevalenti, la pena non può essere inferiore ad anni quindici”.

L’Arabia Saudita: l’incontro Ucraina-Usa si terrà la prossima settimana a Gedda

L’Arabia Saudita: l’incontro Ucraina-Usa si terrà la prossima settimana a GeddaRoma, 7 mar. (askanews) – I colloqui tra Stati Uniti e Ucraina si terranno la prossima settimana a Gedda, in Arabia Saudita. Lo ha confermato oggi il ministero degli Esteri saudita, sottolineando in un comunicato “il continuo impegno del Regno per arrivare a una pace duratura che metta fine alla crisi ucraina”.


Ieri il presidente ucraino, Volodymr Zelensky, ha annunciato che lunedì sarà in visita in Arabia Saudita “per un incontro con il principe ereditario”, precisando che dopo questo incontro “il mio team rimarrà in Arabia Saudita per lavorare con i nostri partner americani”.

Gender pay gap Partita Iva: donne guadagnano 18,3% in meno degli uomini

Gender pay gap Partita Iva: donne guadagnano 18,3% in meno degli uominiMilano, 7 mar. (askanews) – Gli uomini in Partita Iva guadagnano mediamente il 18,3% in più delle donne, cioè 3.343 euro l’anno. Un gap che si presenta già dai primi passi nel mondo del lavoro autonomo e cresce con l’età: tra i 18 e i 24 anni, infatti, è del 7,4%, cresce poi al 20,6% tra i 25 e i 35 anni, periodo durante il quale molte donne diventano madri, e arriva al 28,5% tra i 55 e i 65 anni. In quest’ultima fascia, gli uomini guadagnano in media 5.886 euro in più. Guida la classifica della disparità retributiva il settore manifatturiero, ci si avvicina invece alla parità nel mondo dell’istruzione, mentre i servizi di alloggio e ristorazione vedono le donne guadagnare il 26,2% in più dei colleghi. È quanto fotografato da un’indagine sul gender pay gap della tech company Fiscozen, prendendo in esame i dati aggregati di oltre 30.000 Partite Iva attive nel 2024. Analizzando le attività, suddivise per codice ATECO, la disparità più ampia è nel settore manifatturiero, con un considerevole gap del 91,4% (27.939 euro degli uomini contro i 14.643 delle donne), seguito da un più moderato divario del 27,3% nel mondo dell’informazione e della comunicazione (31.937 euro degli uomini contro i 25.080 delle donne) e dal 26,5% della categoria “Altri servizi”, che comprende una vasta gamma di figure professionali eterogenee tra cui, ad esempio: stylist, caregiver, pedagogisti, massaggiatori, personal trainer, OSS, cuochi a domicilio, sommelier e persino gamer di e-sport. Per quanto riguarda i settori con la maggiore concentrazione di Partite Iva, le attività legate ad un albo professionale e quelle scientifiche o tecniche presentano un gap di fatturato medio pari a 11,7% (21.045 euro degli uomini contro i 18.830 delle donne), quelle legate alla sanità e all’assistenza sociale vedono gli uomini guadagnare il 17,6% in più (25.496 contro 21.665), mentre è del 15,8% il gap nel campo delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento, con gli uomini che fatturano 15.673 euro a fronte dei 13.531 delle donne. La parità è avvicinata solamente nel mondo dell’istruzione, dove il divario è del 4,5%. Sono invece tre i settori in cui le libere professioniste guadagnano più dei colleghi uomini: servizi di alloggio e ristorazione, con +9.857 euro annui e un fatturato medio di 37.589 euro, ovvero +26,2%; attività legate al noleggio e ai viaggi, con +1.480 euro annui e un fatturato di 15.926 euro (+9,2%); le attività immobiliari, con +1.679 euro e un fatturato di 23.418 euro (+7,1%). Più in generale, i settori in cui si registrano i fatturati medi più alti per le donne, dopo i servizi di alloggio e ristorazione e quelli legati a informazione e comunicazione, sono l’immobiliare (23.418), sanità e assistenza sociale (21.665) e commercio (20.306). “Nei cinque anni tra il 2020 e il 2024, il gender pay gap in Partita Iva è diminuito progressivamente, dato che nell’anno della pandemia era di oltre il 10% più alto. Tuttavia, i dati che abbiamo modo di analizzare, anche se non prendono in considerazione altre forme reddito, ci dicono senza mezzi termini che c’è ancora molta strada da fare nel mondo della libera professione per avvicinarci sempre più alla parità tra donne e uomini, soprattutto se si compara con il gap nel lavoro dipendente, decisamente più basso” commenta Enrico Mattiazzi, CEO e co-founder di Fiscozen.


Nel 2022, secondo i dati Istat, il gender pay gap tra i lavoratori dipendenti in Italia era del 5,6% a favore degli uomini, con una retribuzione media annua di 39.982 euro per gli uomini e 33.807 euro per le donne, con una differenza di circa 6.000 euro. Nel settore privato, la disparità retributiva raggiungeva il 15,9%, mentre nelle società pubbliche si fermava al 5,2%. In confronto, tra i lavoratori con Partita Iva, il divario di genere appare ancora più marcato: il fatturato medio annuo degli uomini era di 21.622 euro, mentre quello delle donne risultava inferiore del 15,5%, fermandosi a 18.279 euro. Le disparità di genere nel mondo del lavoro si riflettono anche sulle pensioni. Secondo il Rendiconto di Genere 2024 dell’Inps, le donne pensionate sono più numerose degli uomini (7,9 milioni contro 7,3), ma ricevono assegni mediamente più bassi. Nel settore privato, le pensioni di anzianità e di invalidità delle donne sono rispettivamente più basse del 25,5% e del 32% rispetto a quelle degli uomini. Il divario è ancora più ampio per le pensioni di vecchiaia, che risultano inferiori del 44,1%. Per le ex lavoratrici autonome, la situazione è ancora più svantaggiosa: le pensioni di anzianità e di invalidità sono rispettivamente più basse del 43,9% e del 36,1%, mentre quelle di vecchiaia registrano un gap del 38,2% rispetto agli uomini.


“Questo divario pensionistico riflette le minori opportunità di guadagno che le donne incontrano nel corso della loro carriera. Per molte giovani, aprire la Partita IVA significa investire sul proprio talento e sulla propria indipendenza, nonostante retribuzioni inferiori e minori tutele rispetto al lavoro dipendente. Per una generazione che considera autonomia e flessibilità valori essenziali, lavorare con la Partita IVA è una scelta naturale: renderla più sostenib

Rugby, cinque cambi di Quesada per l’Italia anti Inghilterra

Rugby, cinque cambi di Quesada per l’Italia anti InghilterraRoma, 7 mar. (askanews) – Gonzalo Quesada rivoluziona l’Italia e in vista della sfida di domenica con l’Inghilterra a Twickenham, per la quarta giornata del Sei Nazioni, rispetto alla batosta con la Francia cambia cinque uomini e apporta in tutto sei cambi nel XV. Alle ali rientra dall’infortunio Monty Ioane e debutto stagionale di Matt Gallagher, con Ange Capuozzo che trasloca a estremo al posto di Tommy Allan (che sarà in panchina). Prima da titolari nel Torneo poi per Stephen Varney a mediano di mischia e per Ross Vintcent a numero 8, mentre in prima linea torna titolare Marco Riccioni, con Martin Page-Relo, Lorenzo Cannone e Simone Ferrari tutti in panchina.


“Noi schieriamo sempre quella che riteniamo sia la miglior squadra possibile rispetto all’avversario che si va a incontrare, ma è anche vero che avere a disposizione giocatori che hanno un legame con l’avversario o con il loro campionato ti dà l’opportunità di avere qualcosa in più”, spiega Quesada. Che è ripartito dalla settimana vissuta dalla squadra dopo la pesante sconfitta con la Francia: “Segnare 24 punti a una squadra forte come la Francia non è cosa da poco, ma purtroppo, come era successo anche in Scozia, abbiamo avuto diversi problemi in difesa. Soprattutto nel secondo tempo abbiamo fatto fatica a difendere come vogliamo. Non è stato solo un problema tecnico o di organizzazione, piuttosto non c’è stato rispetto dei ruoli e dei principi, non mi era mai capitato di vedere la squadra persa, cercare di risolvere le cose individualmente, senza un’organizzazione collettiva. Prima della partita non pensavo che sarebbe stato possibile vincere, ma perdere in questo modo non è la stessa cosa. La squadra è indubbiamente tornata a lavoro segnata, ma poi con l’impegno quotidiano ce la siamo messa alle spalle, focalizzandoci sulle basi, sull’identità, su cultura e carattere. Anche questa fa parte del percorso, ora ci sarà da valutare però se è stato incidente di percorso di una squadra che sta insieme da poco più di un anno e se saprà riprendere un percorso lineare e far vedere chi siamo veramente”. Questa la formazione italiana: Italia: 15 Ange Capuozzo; 14 Monty Ioane, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Matt Gallagher; 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney; 8 Ross Vintcent, 7 Michele Lamaro (c), 6 Sebastian Negri; 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone; 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti. A disposizione: 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Riccardo Favretto, 20 Manuel Zuliani, 21 Lorenzo Cannone, 22 Martin Page-Relo, 23 Tommy Alla.

Calcio, Conceiçao: “Inzaghi vuole il triplete, noi due trofei”

Calcio, Conceiçao: “Inzaghi vuole il triplete, noi due trofei”Roma, 7 mar. (askanews) – Non c’è pace in casa Milan. Ieri la lunga lista di accuse del portavoce di Conceicao, Francisco Empis, secondo il quale il tecnico sarebbe insoddisfatto di Milanello, della preparazione atletica con Fonseca, dell’impegno, della mancanza di supporto della dirigenza. Oggi, alla vigilia di Lecce-Milan ne parla il tecnico: “Mi dispiace di tutta questa situazione. Voglio capirne di più anche nelle sedi legali. Non si capisce ciò che mi ha fatto questo collaboratore, non so se per cattiveria o se pagato da qualcuno. Un giornalista mi ha mandato uno screen dei punti che lui ha mandato, lo ha fatto sicuramente per cattiveria. Mi dispiace per tutti, anche per chi lavora qua al Milan. Noi siamo qua tutti i giorni, Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni, parliamo con la squadra, abbiamo lavorato in una settimana pulita. Dal Porto sono uscito in una situazione non bella e non ho ancora mai parlato di quello che mi successe al Porto; figuriamoci se, qua, quando ancora non sono andato via, mi metto a parlare di ciò che succede. Dovrà risponderne nelle sedi legali”. Come si esce da questo periodo negativo: “Con i risultati. Ci vogliono due caratteristiche importanti: lavorare al massimo facendo di più come squadra e limitare gli episodi, gli errori non forzati, la sfortuna che abbiamo in partita. Non c’è altra strada se non lavorare. Non si deve credere per credere, ma credere per fare”. C’è ancora modo di raggiungere la Champions: “Da quando sono arrivato qua ci sono state partite decisive. Non dobbiamo pensare troppo in là: abbiamo 13 partite sicure, 11 in campionato e le due in Coppa Italia. Vedendo le dichiarazioni di Inzaghi, ha detto che possono fare il triplete, ma noi possiamo vincerne due anche in una stagione negativa”. Conceicao vede nei suoi la voglia di reazione: “Quando sono arrivato qua abbiamo avuto 10 giorni incredibili con la Supercoppa, poi contro il Cagliari si è persa quell’anima e quell’energia grandissima presa a Riyad. Le due partite col Feyenoord c’è stata un po’ di sfortuna, a livello di mentalità sembravamo essere un po’ più sereni”. Poi tutto è cambiato Quanto manca per vedere il Milan che vuole tatticamente: “Si sta lavorando. In questo momento non voglio entrare nello specifico. Giampaolo sarebbe contento se dicessi qualcosa del genere. Stiamo lavorando, la settimana è stata importante per le dinamiche che vogliamo quando abbiamo e non abbiamo la palla”. Cosa ha sbagliato Conceiçao: “Ho sbagliato come sbagliano tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante. Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un’esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere”. Che cosa piacerebbe vedere di quel suo Porto che oggi non riesce a vedere qui: “Parlavo di questo quando ho visto la partita dell’Arsenal… La solidità, la compattezza della squadra, anche con meno qualità rispetto ai giocatori che ho oggi, era fantastica. Deve essere un comportamento armonioso, dove tutti sanno cosa stiamo facendo per rubare palla agli avversari. Tutti i giocatori devono avere un comportamento da soldato: sto trovando più difficoltà di far passare questo messaggio. Ora stiamo lavorando con chi ha giocato di più, abbiamo cominciato questa settimana. Vedremo qualcosa di diverso già domani? Io lavoro veramente su questo… Domani un Milan migliore? Dopo una settimana? Va bene, accetto la sfida (sorride, ndr)”.

Migranti, la Cassazione: Italia aveva l’obbligo di soccorso in mare

Migranti, la Cassazione: Italia aveva l’obbligo di soccorso in mareMilano, 7 mar. (askanews) – “L’obbligo del soccorso in mare corrisponde ad una antica regola di carattere consuetudinario, rappresenta il fondamento delle principali convenzioni internazionali, oltre che del diritto marittimo italiano e costituisce un preciso dovere tutti i soggetti, pubblici o privati, che abbiano notizia di una nave o persona in pericolo esistente in qualsiasi zona di mare in cui si verifichi tale necessità; come tale esso deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare”. Lo scrivono i giudici delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nell’ordinanza con cui condannano il governo italiano al risarcimento dei danni a favore di un gruppo di migranti trattenuti sulla nave diciotti dal 16 al 25 agosto del 2018.


Nel provvedimento, i giudici evidenziano che l’italia ha aderito a una serie di Convenzioni internazionali che “costituiscono un limite alla potestà legislativa dello Stato e, non possono costituire oggetto di deroga sulla base di scelte e valutazioni discrezionali dell’autorità politica, poiché assumono, in base al principio ‘pacta sunt servanda’, un rango gerarchico superiore rispetto alla disciplina interna”. L’Italia “era tenuta” organizzare lo sbarco dei migranti a bordo dalla nave Diciotti “nel più breve tempo ragionevolmente possibile”sottolineano i giudici delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione nell’ordinanza con cui condannano il governo italiano al risarcimento dei danni a favore di un gruppo di migranti trattenuti sulla nave Diciotti dal 16 al 25 agosto del 2018.


In base alla convenzione Sar, si legge in un passaggio del provvedimento, “lo Stato responsabile del soccorso deve organizzare lo sbarco ‘nel più breve tempo ragionevolmente possibile’, fornendo un luogo sicuro in cui terminare le operazioni di soccorso”. E “per ‘luogo sicuro’ si intende un ‘luogo’ in cui sia garantita non solo la ‘sicurezza’ – intesa come protezione fisica – delle persone soccorse in mare, ma anche il pieno esercizio dei loro diritti fondamentali, tra i quali, ad esempio, il diritto dei rifugiati di chiedere asilo”. I singoli Stati, evidenziano ancora i giudici della Suprema Corte, hanno sì un margine di “discrezionalità tecnica”, ma “solo ai fini dell’individuazione del punto di sbarco più opportuno, tenuto conto del numero dei migranti da assistere, del sesso, delle loro condizioni psicofisiche nonché in considerazione della necessità di garantire una struttura di accoglienza e cure mediche adeguate”.


Il rifiuto del governo italiano di autorizzare lo sbarco dei migranti a bordo della nave Diciotti non può essere considerato un “atto politico sottratto al controllo giurisdizionale”. Secondi i giudici della Suprema Corte, più che di un atto politico “si è in presenza di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico, al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini. Le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che è, e resta, ontologicamente amministrativo. Non vi è dunque difetto assoluto di giurisidizione”. In particolare, rilevano ancora i giudici, “nella misura in cui l’ambito di estensione del potere discrezionale, anche quello amplissimo che connota un’azione di governo, è circoscritto da vincoli posti da norme giuridiche che ne segnano i confini o ne indirizzano l’esercizio, il rispetto di tali vincoli costituisce un requisito di legittimità e di validità dell’atto, sindacabile nelle sedi appropriate. E tra tali vincoli rilievo primario ha certamente il rispetto e la salvaguardia dei diritti inviolabili della persona. L’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”.

Euro estende rally a 1,0852 dollari, bilancio settimanale da record

Euro estende rally a 1,0852 dollari, bilancio settimanale da recordRoma, 7 mar. (askanews) – Prosegue e si estende per la terza seduta consecutiva il rally rialzista dell’euro, la valuta condivisa si scambia a 1,0852 dollari nel pomeriggio, continuando ad aggiornare i massimi dallo scorso novembre. A spingere l’euro è stata la prospettiva di un ondata di spese pubbliche su infrastrutture e difesa, dopo l’accordo tra Cdu e Spd in Germania per superare i limiti costituzionali sulle spese in deficit.


Secondo il Financial Times per l’euro – che finora è salito del 4,5% sul dollaro – si profila il maggior apprezzamento su un bilancio settimanale dal 2009 ad oggi.

8 marzo delle “Sovversive”, podcast su donne che sfidarono il sistema

8 marzo delle “Sovversive”, podcast su donne che sfidarono il sistemaRoma, 7 mar. (askanews) – L’8 marzo è delle “Sovversive”. Sindacaliste, socialiste, comuniste, donne istruite o fuori dalle righe. Fin dalla nascita dell’Italia unita, le questure hanno avviato la sorveglianza sulle persone “pericolose per la sicurezza dello Stato”. Storie che riemergono dagli archivi attraverso verbali di pedinamento, perquisizioni, fotografie segnaletiche, lettere intercettate e mai consegnate. Una testimonianza di vite che altrimenti sarebbero dimenticate.


“Sovversive” è il nuovo podcast di Alice Facchini e Guido Balzani, ideato e realizzato dall’Archivio di storia delle donne di Bologna-Associazione Orlando e dall’Archivio di Stato di Bologna, prodotto e distribuito da Altreconomia, con il sostegno della Fondazione Carisbo e della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli. L’editing è di Michele Lapini. Il montaggio e il sound design di Claudio Cadei – SMK Factory. Musiche originali di Valentino Pirino. Le voci degli attori sono di Elena Pirazzoli e Valerio Monteventi. Disponibile sul sito di Altreconomia e sulle principali piattaforme di ascolto.


“Alcune donne venivano sorvegliate perché erano militanti, altre semplicemente perché erano ‘sopra le righe’”, spiega Francesca Delneri, vicedirettrice dell’Archivio di Stato di Bologna e una delle referenti del progetto “Persone pericolose. Tracce di sovversive e sovversivi negli archivi bolognesi”. “La polizia controllava i loro spostamenti, i cambi di residenza. Annotava ogni dettaglio che potesse renderle sospette, come il fatto di saper tenere ‘pubbliche conferenze’: immaginiamo che cosa significasse a quei tempi per una donna parlare in pubblico, per di più davanti a una platea di soli uomini”. Tra i fascicoli c’è quello di Norma Mazzoni, rinchiusa in manicomio semplicemente perché aveva comportamenti insoliti secondo le norme sociali del tempo. C’è Argentina Bonetti Altobelli, sindacalista che difendeva i diritti delle lavoratrici della terra. Ines Oddone Bitelli, giornalista e fondatrice del periodico La donna socialista. E poi Enrica Astorri, sorvegliata per tutta la vita solo perché era stata la compagna del socialista Andrea Costa, da cui aveva avuto cinque figli. Dentro a ogni puntata, i documenti prendono vita grazie ai racconti di esperte, storiche e archiviste. Tra loro Elena Musiani, storica ottocentista e referente del progetto per l’Archivio di storia delle donne di Bologna, Anna Salfi, presidente della Fondazione Argentina Bonetti Altobelli, ed Elisabetta Arioti, che ha diretto l’Archivio di Stato di Bologna proprio quando molti di questi fascicoli sono usciti dall’oblio. E poi c’è Francesca Delneri, che oggi insieme a Valentina Gabusi coordina anche il progetto “Adotta un sovversivo”, promosso dall’Archivio di Stato di Bologna, che ha l’obiettivo di restaurare e digitalizzare l’intera categoria A8.


I documenti infatti sono molto fragili e i fascicoli sono deteriorati. Rischiano così di andare perdute testimonianze storiche uniche. Per questo nel 2022 è stato lanciato un crowdfunding che finora ha permesso di restaurare e digitalizzare oltre 200 fascicoli. Tra i sostenitori ci sono ricercatori e appassionati, ma anche discendenti dei sovversivi di allora. Una storia nella storia.