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Consigliera comunale Fdi a Treviglio lascia dopo sua frase su donne

Consigliera comunale Fdi a Treviglio lascia dopo sua frase su donneMilano, 27 feb. (askanews) – Silvia Colombo, consigliera comunale di Fdi a Treviglio (Bg), ha annunciato le proprie dimissioni dopo le polemiche dei giorni scorsi su un suo intervento nell’assemblea comunale nel quale sembrava accostare la possibile gravidanza di una collega alle dimissioni dal proprio ruolo. Una decisione che include una presa di distanza anche dal suo partito che, a suo parere, “ha affrontato questa bufera mediatica con troppa leggerezza e senza approfondire il discorso”.


“Ho deciso di dimettermi anche dal consiglio comunale e tornare così a lavorare e a fare la mamma. Oggi, la vera sconfitta è la nostra società, sempre più dominata dall’apparenza e dai titoli sensazionalistici, anziché da un confronto serio e costruttivo sui problemi reali. Questa bufera mediatica mi lascia delusa e amareggiata, e non intendo più prendervi parte” ha scritto Colombo sui social. “Io non ci sto a vedere la mia reputazione e la mia dignità calpestate per pura strumentalizzazione politica. Io non ci sto a vedere il mio intervento manipolato, estrapolato dal contesto del suo reale significato. Si stava parlando di senso civico, di come, quando nella vita emergono nuove priorità, sia giusto interrogarsi sulle proprie capacità di svolgere al meglio il ruolo di rappresentanza comunale. Nel caso in cui una persona ritenesse di non poter più partecipare attivamente alla vita politica, per rispetto verso i cittadini, in certi casi, può essere più responsabile lasciare spazio a qualcun altro invece che proseguire e farlo in qualche modo. Leggere titoli aberranti come ‘Sei incinta? Dimettiti’ è semplicemente ignobile. Non solo non ho mai pronunciato né pensato una simile frase, ma va contro tutto ciò in cui credo” ha aggiunto.


“Io non ci sto a trasformare un tema fondamentale come i diritti delle donne in terreno di scontro politico. È una questione che deve andare oltre bandiere e ideologie. I diritti delle donne non sono concessioni, ma pilastri su cui si costruisce una società più giusta: difenderli significa garantire il futuro di tutti. Io non ci sto a vedere chi si erge a paladina dei diritti delle donne per mero opportunismo e visibilità. Questi temi meritano impegno sincero e rispetto, non strumentalizzazioni per fini personali. I diritti non sono una bandiera da sventolare, ma una responsabilità da difendere con coerenza e serietà” ha continuato. “Io non ci sto a fare politica in questo modo. Per me fare politica significa mettersi al servizio della comunità con responsabilità e visione, trasformando idee in azioni per costruire un futuro migliore per tutti. Non può essere un bieco gioco di potere, fatto di attacchi personali, opportunismi e promesse vuote. Questo non lo condivido e non riesco a sopportarlo” ha concluso.

Trump vuol dividere Cina e Russia? Pechino: non ci riuscirà

Trump vuol dividere Cina e Russia? Pechino: non ci riusciràRoma, 27 feb. (askanews) – Uno degli evidenti obiettivi strategici dell’amministrazione Trump nella competizione globale tra potenze, cioè infilare un cuneo nel rapporto tra Russia e Cina che si è stretto durante l’amministrazione Biden, è diventato oggi un elemento aperto di polemica, dopo che il segretario di Stato Marco Rubio ha candidamente fatto capire che Washington non vuole che Pechino e Mosca siano allineate. Gli ha immediatamente risposto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jiang, che ha detto che i tentativi di seminare zizzania tra i due paesi sono “destinati a fallire”.


La questione si è posta dopo che, martedì, Rubio ha parlato in un’intervista al network populista di destra Breitbart News, chiarendo che la struttura di relazioni che vede oggi la Russia come “partner minore” della Cina sarebbe un problema per gli Stati uniti, che si troverebbero “due potenze nucleare allineate” sul fronte opposto al suo. “Non so se riusciremo mai a separarli completamente”, ha detto ancora Rubio, che vede i russi “sempre più dipendenti dai cinesi”. Questa visione per quale il presidente Donald Trump avrebbe come obiettivo quello di dividere Russia e Cina è molto diffusa tra gli analisti di politica internazionale ed è corroborata anche dall’approccio che Trump ha avuto con il presidente russo Vladimir Putin e il suo sforzo per porre termine alla guerra in Ucraina. Un’operazione, quella di inserirsi tra Mosca e Pechino, che ebbe successo nel 1972, quando Richard Nixon mise in campo un disgelo che minò le relazioni tra la Repubblica popolare cinese e l’Unione sovietica. Rubio, in realtà, ha anche detto che non sarebbe positivo avere “Cina e Russia in contrasto” tra loro, visto che si tratta di due potenze nucleari.


In effetti la geografia dei due imperi ha messo storicamente spesso in contrasto Russia e Cina, in competizione per il controllo dell’Asia centrale e del vago e lungo confine che che le divide. L’ultimo conflitto armato tra i due giganti è avvenuto nel 1969, quando Unione sovietica e Cina combatterono una guerra (non formalmente dichiarata) per questioni di confine, con circa un migliaio di morti tra tutte e due le parti. Il conflitto fu per il controllo, in particolare, di una piccola isola nel fiume Ussuri, che divide Russia e Cina. L’isola Zhenbao, Damansky per i russi, alla fine – in base all’accordo territoriale del 1991, restò ai cinesi. Anche oggi, per quanto sotto la cenere della sintonia geopolitica di questi ultimi anni tra Pechino e Mosca, in realtà cova la brace di una competizione per il controllo dell’Asia centrale, fondamentale per i progetti di riapertura delle Vie della Seta per i cinesi, con la possibilità di un collegamento per i ricchi mercati europei, ma anche per le importanti risorse energetiche dell’area. Negli ultimi anni, Pechino ha fortemente aumentato la sua influenza nella regione – per esempio, diventando il primo mercato di export per il gas del Turkmenistan – nonostante il tradizionale grip della Russia su questi paesi che facevano parte integrante dell’Unione sovietica durante la Guerra fredda.


Elementi, insomma, su cui far leva per spezzare la relazione sino-russa, volendo, ce ne sarebbero. Questo spiega, in parte, anche l’irritazione con cui Pechino ha risposto alle osservazioni di Rubio. Lin Jian, nella quotidiana conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle affermazioni del capo della diplomazia Usa, ha detto che “le strategie di sviluppo e le politiche estere di Cina e Russia sono molto lungimiranti e le relazioni sino-russe progrediranno serenamente, indipendentemente dai cambiamenti globali”. Pertanto, ha continuato, “è del tutto inutile per gli Stati uniti cercare di seminare discordia nelle relazioni sino-russe”. La Cina, su questo fronte, è certamente molto attenta a tutto ciò che si muove negli scenari internazionali. In particolare, il disgelo promosso da Trump tra Usa e Russia è stato osservato con una certa attenzione. Non a caso, Putin ha sentito il bisogno di chiedere un appuntamento telefonico col presidente cinese Xi Jinping per rassicurarlo che – a quanto ha scritto l’agenzia di stampa statale Xinhua – Russia e CIna sono “buoni vicini” e “veri amici”.

Cia e Italia Olivicola a Sol2Expo, convegno con presidente Fini

Cia e Italia Olivicola a Sol2Expo, convegno con presidente FiniRoma, 27 feb. (askanews) – Ci saranno anche Cia-Agricoltori Italiani e Italia Olivicola a Sol2expo 2025, l’evento verticale sul futuro degli oli vegetali, che si svolgerà a Verona Fiere dal 2 al 4 marzo. Spazio istituzionale e area degustazioni al Padiglione 2 Stand E5, dove le due organizzazioni accoglieranno buyer e grande pubblico con un programma ricco di degustazioni. Le produzioni delle aziende associate a farla da protagonista per esaltare al meglio l’eccellenza delle eccellenze, l’olio extravergine di oliva. Un viaggio del gusto lungo tutta la penisola, passando per la Puglia, la Sicilia, la Calabria e la Toscana tra le regioni a maggiore vocazione olivicola.


E il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini sarà all’apertura della fiera domenica 2 marzo e, alle 16, al Padiglione 2 Area Tak, parteciperà al convegno “Il problema steroli per l’olio extravergine di oliva: la realtà e le prospettive”. Con lui insieme al presidente di Italia Olivicola e vicepresidente Cia, Gennaro Sicolo, il sottosegretario Masaf, Patrizio La Pietra; il direttore aggiunto Coi, Adberraouf Laajimi; Enzo Perri, Crea; Angelo Faberi, ICQRF; Mercedes Fernandez del Coi; Anna Cane di Assitol e Elia Pellegrino di Aifo.

Trump vuol dividere Cina e Russia? Pechino: non ci riuscirà

Trump vuol dividere Cina e Russia? Pechino: non ci riusciràRoma, 27 feb. (askanews) – Uno degli evidenti obiettivi strategici dell’amministrazione Trump nella competizione globale tra potenze, cioè infilare un cuneo nel rapporto tra Russia e Cina che si è stretto durante l’amministrazione Biden, è diventato oggi un elemento aperto di polemica, dopo che il segretario di Stato Marco Rubio ha candidamente fatto capire che Washington non vuole che Pechino e Mosca siano allineate. Gli ha immediatamente risposto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jiang, che ha detto che i tentativi di seminare zizzania tra i due paesi sono “destinati a fallire”.


La questione si è posta dopo che, martedì, Rubio ha parlato in un’intervista al network populista di destra Breitbart News, chiarendo che la struttura di relazioni che vede oggi la Russia come “partner minore” della Cina sarebbe un problema per gli Stati uniti, che si troverebbero “due potenze nucleare allineate” sul fronte opposto al suo. “Non so se riusciremo mai a separarli completamente”, ha detto ancora Rubio, che vede i russi “sempre più dipendenti dai cinesi”. Questa visione per quale il presidente Donald Trump avrebbe come obiettivo quello di dividere Russia e Cina è molto diffusa tra gli analisti di politica internazionale ed è corroborata anche dall’approccio che Trump ha avuto con il presidente russo Vladimir Putin e il suo sforzo per porre termine alla guerra in Ucraina. Un’operazione, quella di inserirsi tra Mosca e Pechino, che ebbe successo nel 1972, quando Richard Nixon mise in campo un disgelo che minò le relazioni tra la Repubblica popolare cinese e l’Unione sovietica.


Rubio, in realtà, ha anche detto che non sarebbe positivo avere “Cina e Russia in contrasto” tra loro, visto che si tratta di due potenze nucleari. In effetti la geografia dei due imperi ha messo storicamente spesso in contrasto Russia e Cina, in competizione per il controllo dell’Asia centrale e del vago e lungo confine che che le divide. L’ultimo conflitto armato tra i due giganti è avvenuto nel 1969, quando Unione sovietica e Cina combatterono una guerra (non formalmente dichiarata) per questioni di confine, con circa un migliaio di morti tra tutte e due le parti. Il conflitto fu per il controllo, in particolare, di una piccola isola nel fiume Ussuri, che divide Russia e Cina. L’isola Zhenbao, Damansky per i russi, alla fine – in base all’accordo territoriale del 1991, restò ai cinesi.


Anche oggi, per quanto sotto la cenere della sintonia geopolitica di questi ultimi anni tra Pechino e Mosca, in realtà cova la brace di una competizione per il controllo dell’Asia centrale, fondamentale per i progetti di riapertura delle Vie della Seta per i cinesi, con la possibilità di un collegamento per i ricchi mercati europei, ma anche per le importanti risorse energetiche dell’area. Negli ultimi anni, Pechino ha fortemente aumentato la sua influenza nella regione – per esempio, diventando il primo mercato di export per il gas del Turkmenistan – nonostante il tradizionale grip della Russia su questi paesi che facevano parte integrante dell’Unione sovietica durante la Guerra fredda. Elementi, insomma, su cui far leva per spezzare la relazione sino-russa, volendo, ce ne sarebbero. Questo spiega, in parte, anche l’irritazione con cui Pechino ha risposto alle osservazioni di Rubio. Lin Jian, nella quotidiana conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle affermazioni del capo della diplomazia Usa, ha detto che “le strategie di sviluppo e le politiche estere di Cina e Russia sono molto lungimiranti e le relazioni sino-russe progrediranno serenamente, indipendentemente dai cambiamenti globali”. Pertanto, ha continuato, “è del tutto inutile per gli Stati uniti cercare di seminare discordia nelle relazioni sino-russe”.


La Cina, su questo fronte, è certamente molto attenta a tutto ciò che si muove negli scenari internazionali. In particolare, il disgelo promosso da Trump tra Usa e Russia è stato osservato con una certa attenzione. Non a caso, Putin ha sentito il bisogno di chiedere un appuntamento telefonico col presidente cinese Xi Jinping per rassicurarlo che – a quanto ha scritto l’agenzia di stampa statale Xinhua – Russia e CIna sono “buoni vicini” e “veri amici”.

Dazi, Orsini: l’Ue agisca subito per tutelare famiglie e imprese

Dazi, Orsini: l’Ue agisca subito per tutelare famiglie e impreseRoma, 27 feb. (askanews) – “È saltato un paradigma: serve coraggio e serve agire subito con una visione di lungo termine. L’Europa deve mettere al centro la competitività del sistema industriale e quindi la crescita sociale”. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ribadisce così la necessità di agire all’indomani dell’annuncio dei dazi sull’Ue da parte dell’amministrazione Trump.


“La preoccupazione è innegabile. È un cambio di paradigma impensabile e tutti noi imprenditori europei confidavamo che non accadesse – ha spiegato Orsini che oggi ha ospitato al Consiglio Generale, il Presidente di BusinessEurope, Fredrik Persson -. Abbiamo solo una possibilità: cambiare subito con misure straordinarie per un momento straordinario”. “Con BusinessEurope stiamo costruendo un percorso che coinvolgerà le confindustrie europee. Siamo tutti europeisti, ma – ha aggiunto Orsini – quello che è uscito ieri da Bruxelles, sul pacchetto Omnibus e sul Clean Industrial Deal sono misure insufficienti. I tempi sono cambiati e le azioni dell’Europa devono sterzare decisamente per tutelare le imprese e le famiglie. Le democrazie occidentali si basano sul patto tra impresa e lavoro: mettiamoli finalmente al centro con azioni decise”.


“Costo dell’energia, sburocratizzazione, transizione ambientale e credito sono aree su cui si deve intervenire – ha concluso il presidente di Confindustria – Chiediamo alle forze politiche e alle parti sociali un patto bipartisan per il Paese e per l’Europa. USA, Cina, India, si sono date una visione e la perseguono. Serve che l’Europa faccia lo stesso, subito”.

Eni in 2024 utile a 5,2 mld (-37%), in piano 2025-28 cresce il dividendo

Eni in 2024 utile a 5,2 mld (-37%), in piano 2025-28 cresce il dividendoRoma, 27 feb. (askanews) – Eni ha chiuso il 2024 con un utile netto adjusted, depurato delle componenti straordinarie, di 5,2 miliardi di euro in calo del 37% rispetto al 2023 e, nel quarto trimestre, di 892 milioni, in calo del 46%. In un contesto particolarmente complesso per le oscillazioni dei prezzi di gas e petrolio e con una domanda in calo, la società guidata da Claudio Descalzi ha presentato anche un aggiornamento del Piano strategico per il 2025-28 incrementando il dividendo per gli azionisti per il 2025 a 1,05 euro ad azione (+5%) dall’attuale cedola a 1 euro, con una policy sul dividendo in crescita.


Il gruppo ha spiegato, infatti, che il dividendo sarà integrato da un piano di riacquisto di azioni proprie che porta il payout complessivo compreso tra 35% e 40% del cash flow da operations, aumentato rispetto al range precedente pari al 30-35%. Il riacquisto di azioni proprie inizialmente fissato a 1,5 miliardi è portato fino a 3,5 miliardi. Sempre oggi Eni ha annunciato un memorandum in esclusiva con Petronas per definire la costituzione di una joint venture per la gestione di una selezione di asset upstream in Indonesia e Malesia. Il focus sarà sul Gnl, garantendo nel medio termine una produzione sostenibile di 500 mila barili di olio equivalente al giorno. Le riserve della joint venture ammontano a circa 3 miliardi di barili di olio equivalente (boe), e il potenziale esplorativo è di circa 10 miliardi di boe.


Tornando al 2024, l’ad Claudio Descalzi, ha evidenziato come “nel 2024, crescita e creazione di valore hanno raggiunto un livello di eccellenza, supportati dalla struttura finanziaria e dalla disciplina nei costi”. La società ha raggiunto “oltre 21 miliardi di valore d’impresa nel corso dell’anno”, ha sottolineato Descalzi. Soddisfacenti per la società i risultati di 14,3 miliardi di utile operativo proforma adjusted e 13,6 miliardi di flusso di cassa adjusted, “entrambi ben superiori alle previsioni”. Nell’aggiornamneto del piano 2025-28, Eni prevede investimenti, al netto delle operazioni di portafoglio, pari a 7 miliardi all’anno nel corso del piano, in linea con lo scorso anno. Per il 2025 si prevedono investimenti organici inferiori a 9 miliardi, e tra 6,5 e 7 miliardi al netto del portafoglio.


Il gruppo porta avanti inoltre il suo modello satellitare con l’ingresso nel capitale di altre società, mantenendo la quota di maggioranza. Sia per Plenitude che per Enilive si prevede di continuare a ricevere manifestazioni di interesse, ed è probabile che Eni accoglierà anche per Plenitude, “come fatto per Enilive, investimenti esterni fino a un livello di partecipazione di circa il 30%”. La capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude è prevista crescere di circa 4 volte, fino a 15GW, entro il 2030, emerge dall’aggiornamento del Piano 2025-28 del gruppo Eni.


Avanti poi con la ristrutturazione di Versalis, il gruppo della raffinazione tradizionale in perdita. Si prevede che Versalis raggiunga un Ebit a break even entro il 2027, un miglioramento dell’Ebit adjusted di circa 900 milioni entro il 2028 (rispetto al 2024) e una riduzione degli investimenti di circa 350 milioni rispetto al Piano precedente, che condurrà al pareggio del Fcf entro il 2028 con un Roace relativo alle nuove piattaforme di business di circa il 10% entro il 2030.

Migranti, Piantedosi: il Consiglio di Stato fa chiarezza su critiche pretestuose

Migranti, Piantedosi: il Consiglio di Stato fa chiarezza su critiche pretestuoseRoma, 27 feb. (askanews) – “Il Consiglio di Stato, con recente sentenza del 25 febbraio (a seguito di ricorso relativo a precedenti interventi in mare effettuati proprio dalla ‘Geo Barents’), ha stabilito che è pienamente corretto che sia il Ministero dell’Interno, sulla base delle sue valutazioni, a stabilire il porto di sbarco delle navi che trasportano i migranti. Questo perché, in casi del genere, oltre alla logistica, devono essere valutati anche i profili dell’ordine pubblico e dell’accoglienza, per garantire sicurezza, efficienza e sostenibilità nella gestione dei flussi migratori. Sono sentenze che confermano la nostra linea e fanno chiarezza rispetto alle critiche, talvolta a mio giudizio anche pretestuose, mosse talvolta contro l’operato del Governo”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time del Senato.


“Riaffermo, pertanto, – ha aggiunto Piantedosi – l’impegno del Governo nelle iniziative di cooperazione con i Paesi di origine e transito dei flussi, ivi compresa la Libia. Oggi stesso – ha proseguito – ho incontrato il Ministro dell’interno libico per consolidare le iniziative di cooperazione in atto che spaziano, dalla prevenzione delle partenze che pongono a rischio le vite umane e dal costante impegno nelle operazioni di ricerca e soccorso nel rispetto del diritto internazionale, al potenziamento del sistema dei corridoi umanitari e dei rimpatri volontari assistiti, con il pieno coinvolgimento di istituzioni internazionali umanitarie, come OIM e UNHCR”.

Avviati in Sicilia pagamenti Agea a imprese colpite da peronospora

Avviati in Sicilia pagamenti Agea a imprese colpite da peronosporaRoma, 27 feb. (askanews) – Sono stati avviati in Sicilia i pagamenti da parte dell’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, destinati agli agricoltori le cui imprese sono state danneggiate dal fenomeno della peronospora. Lo rende noto Stefano Pellegrino, presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana.


“L’avvio dei pagamenti conferma la bontà dell’intuizione del governo Schifani nell’affidare all’Agea la gestione di questa pratica, che sta rendendo possibile, in poche settimane, l’erogazione dei fondi stanziati – spiega in una nota Pellegrino – Gli importi complessivi destinati dalla finanziaria a questo intervento sono pari a 12,5 milioni di euro, risorse fondamentali per sostenere un comparto strategico della nostra economia regionale in un momento di particolare difficoltà”. Il presidente dei deputati azzurri sottolinea come “la celerità con cui l’Agenzia sta procedendo rappresenti un segnale concreto di vicinanza alle imprese agricole del nostro territorio, duramente colpite da questa patologia delle colture. Continueremo a monitorare l’evoluzione della situazione affinché tutti gli aventi diritto possano ricevere quanto dovuto nei tempi più rapidi possibili”.

Calcio, la sfida dei “Maranza”: ‘Napoli sabato sarà guerra’

Calcio, la sfida dei “Maranza”: ‘Napoli sabato sarà guerra’Roma, 27 feb. (askanews) – C’è apprensione in vista di Napoli-Inter, match clou del campionato di serie A in programma sabato alle ore 18 al Maradona di Napoli. I cosiddetti gruppi “maranza”, giovani del nord Italia abbigliati come trapper e con la tendenza a creare risse e tafferugli, hanno lanciato su TikTok una challenge nei confronti dei ragazzi del Sud in particolare napoletani in occasione della partita. Nei video postati annunciano con toni provocatori e di sfida: “Sud preparati, il 1 marzo arriviamo noi e sarà guerra. Tutti con il Frecciarossa, prima tappa Roma, poi Napoli e Sicilia…Faremo un macello e scapperanno tutti…perchè quelli del Sud parlano male di noi del Nord”. Le risposte di alcuni ragazzi del sud non si sono fatte attendere: Ancora più inquietante la risposta di un altro utente social: “Stamm tutt pronti…ve scassammo, maranza, ve facimme capi’ comm’e’ ‘o sistema”

Sottoscritta la stesura del Contratto nazionale Panificazione

Sottoscritta la stesura del Contratto nazionale PanificazioneRoma, 27 feb. (askanews) – Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Assipan Confcommercio e Fiesa-Assopanificatori Confesercenti hanno sottoscritto, nella sede di Assipan, la stesura definitiva del contratto nazionale della panificazione valido per il quadriennio 2023-2026, scaduto il 31 dicembre 2022 e rinnovato lo scorso 18 luglio, che interessa il personale dipendente da aziende di panificazione anche per attività collaterali e complementari, nonché da negozi di vendita al minuto di pane, generi alimentari e vari. Lo comunicano i sindacati in una nota congiunta.


Si tratta della stesura di un testo aggiornato, dopo numerosi rinnovi su tavoli separati e che finalmente darà luogo, dopo più di 20 anni, alla stampa del contratto unico valido per tutto il settore: una mancanza che rendeva incerta l’applicazione delle norme per tutte le parti. Le parti sono impegnate adesso a sviluppare le intese sottoscritte, attraverso apposite commissioni, e a rilanciare la bilateralità di un settore che coinvolge oltre 80.000 lavoratrici e lavoratori, conclude la nota congiunta.