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JTI presenta Ploom X, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato

JTI presenta Ploom X, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato


JTI presenta Ploom X, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato – askanews.it



JTI presenta Ploom X, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Mancano solo pochi giorni all’ingresso nel mercato italiano di Ploom X, il nuovo dispositivo a tabacco riscaldato targato JTI presentato ufficialmente ieri a Milano con un evento all’insegna della tecnologia.

Il device, che sarà disponibile a partire dall’inizio di aprile, fa il suo ingresso nel mercato dell’Unione Europea proprio nel nostro Paese. Una scelta non casuale, come spiega Didier Ellena, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia. “La decisione di avviare qui la distribuzione di Ploom X è l’ennesima dimostrazione dell’importanza che questo Paese riveste per la nostra azienda: l’Italia nel mondo è sinonimo di cura dei dettagli, ricerca, raffinatezza, eleganza e stile: un concept che si sposa alla perfezione con la mission di JTI e con l’idea alla base di Ploom. In questo device è racchiusa la risposta della nostra azienda al mercato del tabacco riscaldato, un settore in forte crescita negli ultimi anni. Questo device rappresenta un pezzo del nostro futuro, un futuro in cui l’Italia fa da apripista, per continuare a crescere insieme in un percorso di innovazione, tecnologia e qualità”

Ploom X ha nel sistema HeatFlow il suo tratto distintivo: un sistema che, utilizzando una tecnologia proprietaria, garantisce un rilascio di nicotina uniforme e un aroma intenso dall’inizio alla fine, e offre sessioni di fumata da 5 minuti di tiri illimitati. Grazie alla sua tecnologia, il device è progettato per riscaldare il tabacco riducendo al minimo l’odore di fumo e, con un ciclo di ricarica completo, è in grado di offrire fino a 23 sessioni di utilizzo, garantendo in ognuna di esse la stessa esperienza di altissima qualità.

Ploom X arriverà sul mercato in tre colorazioni, Silver, Black e Champagne, e potrà essere ulteriormente personalizzato con un’ampia gamma di cover magnetiche e accessori. “Volevamo che ciascuno dei nostri clienti si sentisse libero di esprimere sé stesso anche utilizzando il dispositivo”, ha infatti dichiarato Giacomo Merli, Marketing Director di JTI Italia. “Per noi, ogni consumatore è davvero “Truly Unique”. E volevamo che ciascuno di essi potesse personalizzarlo esattamente secondo i propri gusti. Il nuovo device di JTI è compatto, dal design ergonomico, e intuitivo. In una frase: un tassello fondamentale per il futuro della nostra azienda”.

Un futuro che vede l’Italia sempre più protagonista per JTI, da sempre impegnata con investimenti crescenti all’interno del Paese, non solo attraverso l’acquisto di tabacco ma anche con attività concrete a sostegno della sostenibilità e dell’inclusione sociale. “Il nostro rapporto con l’Italia parte da lontano, ma guarda al futuro”, ha infine commentato Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs e Communications Director di JTI Italia. “Qui abbiamo investito e continuiamo a investire in modo crescente e con successo, abbiamo sviluppato un solido legame con i territori e contribuito a far crescere il tessuto agricolo e imprenditoriale del Paese, crescendo a nostra volta. L’Italia è il nostro trampolino di lancio verso il futuro: qui abbiamo scritto un pezzo della nostra storia e ora siamo pronti a iniziarne un altro. E Ploom X rappresenta, a tutti gli effetti, una parte di quel futuro”. Lanciato a Milano, Ploom X sarà inizialmente disponibile in Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia, per poi arrivare su tutto il territorio italiano.

Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita la vista a un cieco

Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita la vista a un cieco


Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita la vista a un cieco – askanews.it



Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita la vista a un cieco – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – “Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”. Queste sono le prime parole di E. B., un uomo di 83 anni che vive in provincia di Torino, affetto da due gravi e diverse patologie della vista, che l’avevano condotto alla cecità da 6 anni, dopo esser riuscito a recuperare la vista all’occhio destro che, già a due settimane dall’intervento (durato 4 ore), gli permette di riconoscere gli oggetti, i volti e di muoversi autonomamente. Ad operarlo una équipe costituita dal professor Michele Reibaldi (Direttore della Clinica Oculistica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola (Presidente della Società Italiana della Cornea e della Staminalità della Superficie Oculare (SICSSO) e consigliere del direttivo della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.),coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.

Il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e, negli ultimi 10 anni, aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare), che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni l’occhio destro era stato sottoposto a due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore, entrambi falliti rapidamente per la mancata funzionalità della superficie oculare. Il trapianto di cornea a tutto spessore è l’intervento chirurgico tramite cui si provvede alla sostituzione della sola cornea che ha perso la sua trasparenza con una cornea sana proveniente da un donatore deceduto. “Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo – spiega Sarnicola -. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto”. In questo intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. “In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali – riferisce Reibaldi -. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali”.

“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo – spiegano Reibaldi e Sarnicola -. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere”. “La vera novità consiste – precisa Sarnicola – nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”. “L’intervento è stato straordinario ed il paziente, oggi dopo due settimane ha ripreso a vedere e si muove autonomamente. Siamo molto emozionati e ci aspettiamo un successo duraturo nell’occhio destro, perché ricostruito con tessuti propri del paziente e quindi potenzialmente al riparo dai problemi di rigetto che hanno afflitto i precedenti trapianti”, concludono Reibaldi e Sarnicola. Nonostante l’eccezionalità dell’intervento, potrà essere replicabile in altri casi nelle stesse condizioni del primo paziente operato.

Dieci remix da ballare di “E si fa bello per te” di Jovanotti

Dieci remix da ballare di “E si fa bello per te” di Jovanotti


Dieci remix da ballare di “E si fa bello per te” di Jovanotti – askanews.it



Dieci remix da ballare di “E si fa bello per te” di Jovanotti – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – “E si fa bello per te”, brano estratto da “Il disco del sole” di Jovanotti, esplode in dieci potentissimi remix fuori da venerdì 24 marzo su tutte le piattaforme digitali per SBAM! Records.

SBAM! Records (@sbam_records) è l’etichetta, “la fabbrica del ballo”, il laboratorio musicale nato dalla collaborazione tra Jovanotti e i dj e produttori Ackeejuice Rockers, con l’obbiettivo di riportare al centro di tutto il dancefloor come luogo simbolo della vita insieme, ritmo, sudore e passione. Dopo i remix de Il boom e La primavera – brani contenuti ne IL DISCO DEL SOLE – e il debutto dello SBAM! Stage di cui gli Ackeejuice Rockers sono stati direttori artistici insieme a Lorenzo per tutta la durata del Jova Beach Party 2022, sono disponibili da venerdì 24 marzo dieci remix nati sulla scia dell’entusiasmo di altrettanti produttori, che hanno voluto reinterpretare e stravolgere secondo il proprio gusto e stile E si fa bello per te. Apre le danze la versione Remastered 2023 proprio a cura di Jovanotti e Ackeejuice Rockers, seguita dal mood dance di Federico Scavo e da quello più elettronico di Soul Speech; Rivaz & Botteghi rivisitano il brano in chiave Tech House, DJ Moiz, che ha curato anche l’artwork, ne fa un remix riempi pista; particolarissima la chiave interpretativa del dj e producer Nicola Pigini vs NPLC, Animalic Drum ci trasporta invece in atmosfere organic house; Balera Favela spazia dal funk brasiliano al reggaeton latino, dritto in faccia lo stile di Margherita D’Aaguì & Dangeli e il rush finale è tutto del collettivo RANJIMAI, un take dub-club tra cassa house e levare giamaicano.

“Chi ha vissuto uno o più Jova Beach Party sa di cosa parlo quando dico “SBAM! Stage” – racconta Lorenzo – “È il palco/soundsystem che nei pomeriggi pompava ritmo attraverso i set di alcuni dei DJs migliori del sistema solare, con la direzione artistica dei fantastici Ackeejuice Rockers. Bene, allora non devo aggiungere parole… alzate il volume, ecco E si fa bello per te in versioni per il dancefloor realizzate da alcuni dei producers fotonici che hanno acceso JBP. Da oggi nelle piattaforme e ovunque siete abituati a sentire e scaricare musica! Questo pezzo nella versione Remastered 2023 by Jovanotti & Ackeejuice Rockers è anche la sigla del MOTOGP 2023 che parte questo fine settimana su Sky con Guido Meda a urlare le sue telecronache leggendarie. Avanti tutta!”.

E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia

E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia


E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia – askanews.it



E’ stata rinviata la visita ufficiale del re Carlo III in Francia – askanews.it



















Milano, 24 mar. (askanews) – La visita del re Carlo III d’Inghilterra in Francia, prevista per il 26-29 marzo, sarà rinviata. I governi francese e britannico hanno preso la decisione a seguito di una telefonata tra il presidente Emmanuel Macron e il re, rende noto l’Eliseo. Quella in Francia doveva essere la prima visita di Stato all’estero per il re Carlo III.

È stato riferito che la visita del monarca britannico in Francia, prevista per il 26-29 marzo, è stata rinviata a causa dell’ondata di proteste nel Paese contro l’innalzamento dell’età pensionabile. Ma non è stata precisata la nuova data della visita all’Eliseo. Prima dell’annuncio, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin aveva appena finito di assicurare il canale CNews: “Saremo pronti ad accogliere in ottime condizioni” il sovrano britannico.

All’inizio di marzo, il Palazzo dell’Eliseo ha annunciato che re Carlo III di Gran Bretagna avrebbe effettuato la sua prima visita di stato in Francia dal 26 al 29 marzo. È stato osservato che la visita riflette i “profondi legami storici” tra i Paesi e sarà “un onore per la Francia”. Era previsto che Macron avrebbe ospitato una cena ufficiale in onore del monarca britannico e di sua moglie Camilla alla Reggia di Versailles il 27 marzo. Successivamente, i media hanno riferito che il programma della visita del re Carlo III in Francia poteva essere modificato e la sua cena con il presidente Macron, prevista per lunedì, poteva non aver luogo alla Reggia di Versailles a causa delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni. Il sindacato francese aveva invitato ad “andare a Versailles” per protestare contro la visita del re. All’inizio della settimana, una fonte del tribunale britannico ha affermato che i disordini in Francia potrebbero avere conseguenze sulla prevista visita di stato.

Cospito, conclusa udienza su differimento pena, giudici in riserva

Cospito, conclusa udienza su differimento pena, giudici in riserva


Cospito, conclusa udienza su differimento pena, giudici in riserva – askanews.it



Cospito, conclusa udienza su differimento pena, giudici in riserva – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Arriverà entro 5 giorni la decisione dei giudici del Tribunale del riesame di Milano sul destino di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41bis in sciopero della fame da 5 mesi contro il regime di carcere duro. L’udienza si è tenuta all’ospedale San Paolo, dove l’anarchico è stato trasferito ed è è tenuto costantemente sotto controllo medico, ed è durata oltre due ore.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, ha chiesto il differimento pena per motivi di salute con la formula della detenzione domiciliare in casa della sorella, a Pescara. Per procura generale di Milano sono intervenuti la procuratrice Francesca Nanni e il sostituto pg Nicola Balice. Il termine per la decisione è fissato nel giro 5 giorni dal momento dell’udienza: calendario alla mano, entro mercoledì 29 marzo. Non è tuttavia escluso che il verdetto del collegio presieduto da Giovanna di Rosa, presidente del Tribunale di sorveglianza del capoluogo lombardo, arrivi prima della scandenza del termine.

A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate

A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate


A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate – askanews.it



A Roma Wine Cube: 1.500 visitatori, 3.700 bottiglie stappate – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Grande successo per la prima edizione romana di “Wine Cube – A Great Experience”, l’evento di Partesa – azienda leader in Italia nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. – che il 20 e 21 marzo ha animato gli spazi del Salone delle Fontane esplorando tre nuove modalità di vivere l’esperienza vino: Degustazione, Formazione e Comunicazione.

Un format nuovo, pensato per creare vere occasioni di condivisione, dialogo, incontro e di business tra operatori, esperti e produttori vinicoli, che dopo il gran debutto a Milano lo scorso autunno, è arrivato nella Capitale per dare il via ai festeggiamenti per i 25 anni di “Partesa per il Vino”, l’innovativo progetto nato nel 1998 che ha portato Partesa a diventare punto di riferimento per il vino di qualità nel fuoricasa italiano. Un brindisi – informa una nota – che ha coinvolto più di 1.500 visitatori, con 3.700 bottiglie stappate tra oltre 400 etichette di 67 produttori italiani ed europei, 49 vini degustati in 6 masterclass esclusive, e decine di post, hashtag e condivisioni sulla pagina Instagram @PartesaForWine.

Per l’occasione, nuovo look, firmato dal graphic designer Gianni Rossi, per il portale Partesa for Wine, che si arricchisce di nuovi contenuti – dai video del talk show “Fulgor Wine Theatre” alle pillole audio della nuova serie podcast “Wine Cube: storie dal mondo del vino” – pensati per raccontare in modo nuovo e innovativo il mondo del vino.

Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita vista a cieco

Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita vista a cieco


Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita vista a cieco – askanews.it



Eccezionale intervento alle Molinette di Torino: restituita vista a cieco – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – “Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”. Queste sono le prime parole di E. B., un uomo di 83 anni che vive in provincia di Torino, affetto da due gravi e diverse patologie della vista, che l’avevano condotto alla cecità da 6 anni, dopo esser riuscito a recuperare la vista all’occhio destro che, già a due settimane dall’intervento (durato 4 ore), gli permette di riconoscere gli oggetti, i volti e di muoversi autonomamente. Ad operarlo una équipe costituita dal professor Michele Reibaldi (Direttore della Clinica Oculistica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino), ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola (Presidente della Società Italiana della Cornea e della Staminalità della Superficie Oculare (SICSSO) e consigliere del direttivo della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.),coadiuvato dalla sua collaboratrice Enrica Sarnicola.

Il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e, negli ultimi 10 anni, aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare), che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni l’occhio destro era stato sottoposto a due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore, entrambi falliti rapidamente per la mancata funzionalità della superficie oculare. Il trapianto di cornea a tutto spessore è l’intervento chirurgico tramite cui si provvede alla sostituzione della sola cornea che ha perso la sua trasparenza con una cornea sana proveniente da un donatore deceduto. “Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo – spiega Sarnicola -. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto”. In questo intervento, per la prima volta al mondo, è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. “In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali – riferisce Reibaldi -. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali”.

“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo – spiegano Reibaldi e Sarnicola -. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere”. “La vera novità consiste – precisa Sarnicola – nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”. “L’intervento è stato straordinario ed il paziente, oggi dopo due settimane ha ripreso a vedere e si muove autonomamente. Siamo molto emozionati e ci aspettiamo un successo duraturo nell’occhio destro, perché ricostruito con tessuti propri del paziente e quindi potenzialmente al riparo dai problemi di rigetto che hanno afflitto i precedenti trapianti”, concludono Reibaldi e Sarnicola. Nonostante l’eccezionalità dell’intervento, potrà essere replicabile in altri casi nelle stesse condizioni del primo paziente operato.

Cresce l’occupazione femminile ma i posti stabili restano un miraggio

Cresce l’occupazione femminile ma i posti stabili restano un miraggio


Cresce l’occupazione femminile ma i posti stabili restano un miraggio – askanews.it



Cresce l’occupazione femminile ma i posti stabili restano un miraggio – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato.E’ quanto emerge dall’analisi “Il mercato del lavoro: dati e analisi” realizzata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.

Tre anni fa l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 aveva ampliato i divari di genere che caratterizzano il mercato del lavoro italiano. Nel 2020 le donne hanno perso più di 70mila posti di lavoro mentre l’occupazione maschile è aumentata di oltre 60mila unità. Dalla metà del 2021 l’occupazione femminile è invece cresciuta più velocemente, raggiungendo livelli storicamente elevati. Nell’ultimo anno e mezzo le donne hanno contribuito per quasi il 40 per cento alla creazione di posti di lavoro, un valore superiore di 2,5 punti percentuali rispetto al biennio 2018-19. Queste dinamiche sono in gran parte dovute ai fenomeni di ricomposizione settoriale. Tra gli uomini, quasi un terzo dei nuovi posti di lavoro creati nel 2021-22 sono stati registrati nelle costruzioni. Il contributo del settore alla crescita complessiva dell’occupazione maschile è praticamente raddoppiato rispetto al 2018-19, erodendo la quota relativa del commercio e dell’industria in senso stretto. Il comparto edile continua invece a incidere solo marginalmente, per circa il 5 per cento, sulle attivazioni nette femminili: tra le donne, oltre la metà dei nuovi impieghi si sono concentrati nel commercio e nel turismo.

Negli ultimi due anni le donne hanno occupato circa la metà dei nuovi impieghi a termine, ma solo un terzo di quelli a tempo indeterminato. Il divario, evidente anche prima della pandemia, è riconducibile alla forte presenza femminile nelle attività di alloggio e ristorazione. In questi comparti più della metà dei posti di lavoro creati sono stati a tempo determinato, a fronte di un quarto nel resto dell’economia.

Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni

Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni


Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni – askanews.it



Crea, grani antichi siciliani più resilienti e proteici dei moderni – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Varietà di grani “antichi” siciliani più proteici, con migliori proprietà antiossidanti e più resistenti a siccità e cambiamenti climatici sono state recuperate, collezionate e caratterizzate dal punto di vista morfologico e genetico, grazie a uno studio condotto dai Centri di ricerca CREA Cerealicoltura e Colture Industriali e Difesa e Certificazione, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente sull’International Journal of Molecular Sciences.

Il lavoro – informa il CREA – nasce dall’interesse scientifico rivolto alla valorizzazione della biodiversità dei grani locali siciliani di un gruppo di ricerca che comprende, oltre ai ricercatori di due Centri del CREA (Difesa e Certificazione sede di Bagheria, PA e Cerealicoltura e Colture Industriali sede di Acireale, CT), l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Palermo, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia di Caltagirone (CT). “Grazie al lavoro di recupero, conservazione e mantenimento da parte del personale della Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia, – dichiara Maria Carola Fiore, ricercatrice del CREA Difesa e Certificazione e coautrice dello studio – il nostro team di ricercatori ha potuto chiarire, con un’accurata caratterizzazione morfo-biometrica e con l’ausilio di marcatori molecolari, le relazioni genetiche esistenti tra le 39 varietà locali siciliane, presenti nella collezione originale, frutto dell’attività di raccolta, descrizione e caratterizzazione condotta da Ugo De Cillis agli inizi del secolo scorso, altre varietà locali di frumenti duri e teneri raccolte e coltivate in Sicilia e Calabria, nonché di farro monococco, dicocco e spelta, per un totale di 126 accessioni studiate”.

La caratterizzazione genetica – effettuata attraverso marcatori in grado di evidenziare differenze anche molto specifiche nella sequenza di DNA – come atteso, ha reso possibile distinguere le diverse specie della preziosa collezione di grani “antichi”, ovvero frumento tenero (T. aestivum ssp. aestivum), farro monococco (T. monococcum ssp. monococcum), farro spelta (T. aestivum, ssp. spelta) e le 4 sottospecie di Triticum turgidum: grano duro (ssp. durum), turgido (ssp. turgidum), turanico (ssp. turanicum) e farro dicocco (ssp. dicoccum). “Le varietà locali – spiega Alfio Spina, dirigente di ricerca del CREA Cerealicoltura e Colture Industriali e coautore dello studio – sono molto più alte delle attuali varietà, caratteristica che le rende maggiormente adatte all’agricoltura biologica, grazie al fatto che riescono ad essere competitive nei confronti delle piante infestanti, sono più proteiche e, quindi, contengono più glutine di quelle moderne, anche se è un glutine con caratteristiche viscoelastiche diverse, meno tenace, ma sono meno produttive delle moderne perché spesso la resa è inversamente proporzionale al contenuto proteico. Inoltre, – conclude lo studioso CREA – abbiamo riscontrato che alcune varietà locali, come la ‘Timilia’, essendo più ricche di acidi fenolici, hanno maggiori proprietà antiossidanti e sono resistenti a patogeni e ad eventi climatici estremi in quanto per secoli, a partire dalla loro origine e introduzione in coltura, hanno resistito a sbalzi termici, picchi di temperature molto elevati e siccità”.

Sono state analizzate, inoltre, le relazioni genetiche e la struttura dei gruppi genetici delle diverse accessioni di grano duro tra varietà “antiche” e moderne e, nello specifico, il livello di variabilità genetica di due varietà locali, la “Timilia” e il “Russello”, diffusamente coltivate in Sicilia, la cui semola viene utilizzata come materia prima in molti prodotti alimentari, presenti non solo nei mercati locali, ma anche nei banchi dei supermercati. Classificare questo importante patrimonio di biodiversità cerealicola, evolutosi nel corso dei secoli nell’ambiente mediterraneo, – conclude il CREA – potrebbe permette di selezionare nuove varietà più resilienti ai cambiamenti climatici e maggiormente adatte a sistemi colturali sostenibili. Inoltre, è fondamentale per una filiera in rapida crescita, come quella dei grani “antichi” siciliani, poter contare su un sistema di tracciabilità che renda riconoscibile la qualità del prodotto, a tutela del lavoro di chi produce e delle esigenze di un consumatore sempre più attento ed esigente.

Al via Pdl Lega: sgomberi lampo e arresto obbligatorio in flagranza

Al via Pdl Lega: sgomberi lampo e arresto obbligatorio in flagranza


Al via Pdl Lega: sgomberi lampo e arresto obbligatorio in flagranza – askanews.it



Al via Pdl Lega: sgomberi lampo e arresto obbligatorio in flagranza – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Verso una stretta sugli sgomberi delle occupazioni abusive pubbliche e private. La commissione Giustizia della Camera ha avviato l’iter di due Pdl della Lega che introducono nel codice penale una nuova fattispecie di reato e una specifica procedura per l’immediato rilascio di immobili occupati, senza pronuncia ex ante dell’autorità giudiziaria, e con l’arresto “obbligatorio” in flagranza di reato se non si restituisce l’immobile dopo che è stato emanato l’ordine.

Una proposta, a firma Bisa e altri, introduce la fattispecie di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui punendo con la reclusione da 2 a 7 anni chiunque mediante violenza, artifizi o raggiri, si impossessa, occupa o detiene senza titolo legittimo un immobile destinato a domicilio altrui, ovvero vi impedisce il rientro del proprietario o del detentore legittimo o si “intromette, coopera, riceve o corrisponde denaro o altra utilità per l’occupazione dell’immobile o cede ad altri l’immobile occupato”. Con l’arresto in flagranza di reato che diventa obbligatorio se non si restituisce l’immobile dopo che è scattato l’ordine dell’autorità. Secondo la norma, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria dovranno recarsi entro 24 ore dalla denuncia sul posto per verificare se gli occupanti hanno “titoli giustificativi” e “dopo aver accertato l’estromissione arbitraria ordinano l’immediato rilascio”. Se l’occupante nega l’accesso o fa resistenza “anche passiva, intimano all’occupante e a chiunque si trovi all’interno dell’immobile di rilasciarlo, con espresso avvertimento che, in difetto, si procederà anche con la forza”.

Delle operazioni e degli accertamenti dovrà essere redatto verbale, da trasmettere entro 48 ore, al pubblico ministero che, entro ulteriori 48 ore, dovrà o convalidare l’arresto e decretare la restituzione definitiva dell’immobile oppure disporre la restituzione dell’immobile a colui che lo aveva occupato. La secondo Pdl, a prima firma Bof e altri, inserisce il reato di ‘Occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati’, adibiti a residenza principale, punito con la reclusione da un mese a 2 anni e con la multa da 1.000 a 5.000 euro. Con l’aggravante della pena aumentata di un terzo nel caso di mancato rilascio dell’alloggio entro 48 ore dalla presentazione della querela di parte e se la persona offesa ha un’età superiore a 65 anni, è disabile o è affetta da una grave patologia.

Nel caso in cui l’alloggio non venga restituto entro 48 ore dalla presentazione della querela, se è di proprietà pubblica, “si procede con ordinanza allo sgombero” e se è di proprietà privata, la polizia interviene “senza indugio e senza attendere il provvedimento di un giudice”. Dopo la relazione illustrata da Davide Bellomo (Lega), il rappresentante del governo, il viceministro Francesco Paolo Sisto, si è riservato di intervenire nella prossima seduta.