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IIT: un concorso letterario per immaginare il futuro

IIT: un concorso letterario per immaginare il futuroMilano, 10 feb. (askanews) – Fare emergere, incentivare e premiare talenti letterari che scrivano di temi tecnologici e delle loro implicazioni futuribili o fantastiche che propongano visioni innovative e originali. Con questo scopo IIT – l’Istituto Italiano di Tecnologia – ha lanciato il concorso letterario Fahrenhei.IIT.
Il termine per l’invio delle proposte è stato prorogato al 30 aprile 2023. La proclamazione dei vincitori avverrà nel prossimo maggio. In accordo con l’editore Il Canneto che già aveva offerto la pubblicazione delle opere pervenute, sono stati stanziati da quest’ultimo anche dei premi: 1.000 euro per il primo racconto classificato, 500 per il secondo e 300 per il terzo.
La giuria del concorso è composta da autorevoli membri del mondo dell’editoria: Sergio Badino, sceneggiatore e scrittore, Alice Fornasetti, agente letteraria (Grandi & Associati, Elisabetta Migliavada, direttrice della narrativa Garzanti, Massimo Polidoro, giornalista, scrittore, segretario del C.I.C.A.P. Il regolamento del concorso è disponibile all’indirizzo https://opentalk.iit.it/concorsoletterario/

AI per conservare la musica, spinoff di Unipd vince a Cannes

AI per conservare la musica, spinoff di Unipd vince a CannesRoma, 10 feb. (askanews) – Vittoria italiana (e padovana) a Cannes Neurons, la seconda edizione del contest organizzato da World AI Cannes Festival, il più importante festival dell’intelligenza artificiale in Europa e uno principali al mondo, in corso dal 9 all’11 febbraio.
Audio Innova srl, Spinoff dell’Università di Padova, si è aggiudicata il primo posto nella categoria “Creative AI” (una delle tre presenti assieme a “Inclusive AI” e “Sustainable AI”) con un progetto sulla conservazione dei documenti audio. Su uno dei palchi del prestigioso Palais des Festival, noto per il famoso festival cinematografico, la start-up – informa Unipd – si è infatti affermata sui temibili rivali cinesi di Unitree Robotics con i loro iconici cani robot, tra i protagonisti del festival e presentati all’inizio come favoriti. Alla fine però la platea, composta principalmente da ricercatori, esperti e imprenditori del settore high-tech, ha tributato agli italiani un vero e proprio plebiscito nel voto on line: dopo la “battaglia” in cui rappresentanti dei due concorrenti hanno avuto tre minuti ciascuno per presentare il proprio progetto, l’83,1 dei consensi è infatti andato alla squadra padovana, registrando il consenso più alto di tutto la serata.
Grande la soddisfazione del team dell’Università di Padova composto da Sergio Canazza Targon, Nadir Dalla Pozza, Michele Patella, Cristina Paulon e Alessandro Russo, per essersi affermati in un concorso internazionale che premia i progetti di intelligenza artificiale più innovativi del mondo, tenendo conto anche del loro impatto sulla società o sul pianeta.
In particolare lo spinoff dell’Università di Padova Audio Innova srl, fondato dal prof. Sergio Canazza del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), è stato premiato per un progetto che mira usare l’IA per tutelare i beni culturali musicali: “Yesterday sounds tomorrow: AI for preserving musical creativity”.
Se negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è stata utilizzata massicciamente per migliorare la qualità delle registrazioni audio, ad esempio rimuovendo i rumori di fondo, oppure per migliorarne la qualità e la post-produzione, Audio Innova è riuscito a impiegare l’IA per la conservazione a lungo termine dei nastri magnetici, delle registrazioni di parlato e di altri materiali audio a rischio di scomparsa. Nello specifico, il progetto utilizza l’IA nello sviluppo di tecniche di ricerca sull’audio, sulle foto e sui video dell’originale supporto analogico, che consentono di identificare e raggruppare i documenti sonori in base ai contenuti dei metadati. Una tecnica che aiuterà i conservatori e i musicologi a trovare materiali audio rari e preziosi in pochi secondi e che è già stata approvata come standard internazionale musicale MPAI e IEEE.
“Siamo particolarmente felici per il risultato di stasera, anche perché pensiamo che l’AI debba essere per tutti e il nostro progetto cerca proprio di portare i beni culturali del passato nel futuro nell’ottica della condivisione” è stato il commento a caldo di Sergio Canazza, amministratore unico di Audio Innova. “Penso che il pubblico sia rimasto colpito proprio dal nostro focus sulla cultura, alla quale spesso non si presta molta attenzione nell’ambito dell’AI rispetto ad altri temi” ha spiegato Nadir Dalla Pozza, che ha avuto il compito di promuovere sul palco il progetto di Audio Innova.
Un riconoscimento – conclude Unipd – che premia anche una tradizione presente da decenni nell’Università di Padova e che è oggi rappresentata soprattutto dal CSC – Centro di Sonologia Computazionale, che raccoglie l’eredità degli studi iniziati fin dal 1959 da Giovanni Battista Debiasi e Teresa Rampazzi, pionieri della ricerca in informatica musicale.

Tutela dell’ambiente in Costituzione, “ora serve applicazione”

Tutela dell’ambiente in Costituzione, “ora serve applicazione”Roma, 10 feb. (askanews) – Era l’8 febbraio 2022 quando sono state approvate le modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione che introducono la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli animali tra i principi fondamentali della Carta costituzionale. A un anno di distanza, l’appello a Parlamento e Governo è quello di adeguare la legislazione a quanto previsto dal nuovo dettato costituzionale con il lancio della campagna #AttuareAmbienteInCostituzione, presentata al Senato e promossa su iniziativa del senatore Giuseppe De Cristofaro, in collaborazione con Fondazione UniVerde e TeleAmbiente.
“La riforma della Costituzione con l’inserimento della tutela dell’ambiente e degli animali tra i principi della Carta è un traguardo storico ma non basta”, ha sottolineato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, promotore della campagna e della petizione #AttuareAmbienteInCostituzione: “Ora serve applicazione: una bicamerale per attuare la riforma senza ritardi o subito altri strumenti efficaci. Occorre far sì che quegli stessi principi costituzionali non siano solo affermazioni teoriche ma tangibili valori fondanti della nostra società. Solo così si potrà davvero raggiungere il benessere complessivo della comunità e realizzare un progresso consapevole per le future generazioni contro crisi climatica, consumo di suolo e di risorse naturali. Per questi motivi ho lanciato su Change.org la petizione #AttuareAmbienteInCostituzione sostenuta anche da Loredana De Petris, Alessandra Maiorino, Gianfranco Amendola, Livio de Santoli e tanti altri per chiedere ogni iniziativa utile ad attuare il nuovo dettato costituzionale perché non resti sulla carta”.
“L’inserimento della difesa dell’ambiente in Costituzione è stato un passaggio di portata storica. Ora a un anno di distanza – ha detto Loredana De Petris, già Presidente del Gruppo Misto al Senato – si tratta di tradurlo in pratica. Bisogna adeguare la legislazione e le normative agli art. 9 e 41 della Carta. Avanzeremo proposte in Parlamento per garantire il tempestivo adeguamento delle norme al dettato Costituzionale in difesa dell’ambiente”.
Secondo Alessandra Maiorino, senatrice e relatrice della riforma Ambiente in Costituzione, “con il riconoscimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi quale principio costituzionale inserito nell’art. 9, abbiamo fatto fare un balzo in avanti all’Italia, tanto più necessario oggi che le questioni legate al clima e all’ambiente sono così centrali per la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per la nostra stessa sopravvivenza. Il braccio operativo di questo principio è l’art. 41, dove si stabilisce finalmente che l’impresa non può svolgersi a danno della salute e dell’ambiente, appunto. Ora occorre vigilare che questo principio venga osservato e rispettato nei fatti, per dare viva applicazione alla Costituzione e agire davvero nell’interesse della collettività e non solo per gli interessi economici di pochi soggetti”.
La petizione #AttuareAmbienteInCostituzione, lanciata su Change.org, è diretta ai Presidenti e ai Capigruppo di Camera e Senato e ai Ministri competenti. L’appello chiede: – di attivare subito gli strumenti operativi per l’adeguamento della legislazione vigente alle nuove norme costituzionali e promuovere ogni attività di monitoraggio delle leggi da adeguare e di divulgazione del nuovo testo; – l’istituzione di una Commissione parlamentare di vigilanza e proposta per l’attuazione dell’art. 9, terzo comma, e dell’art. 41 secondo comma della Costituzione; – di attivare anche indagini conoscitive e innovazioni regolamentari che accelerino gli adeguamenti legislativi necessari.
“Il miglior modo di festeggiare il compleanno costituzionale della difesa ambientale – ha detto Gianfranco Amendola, magistrato ambientalista – è applicare l’importantissima modifica approvata un anno fa. Esattamente il contrario di quanto sta facendo questo governo che ha appena approvato un decreto legge su ILVA e aziende strategiche in cui vuole ‘bilanciare’ salute ed ambiente con le esigenze economiche della grande industria. Con buona pace della tutela dell’ambiente e della salute anche nell’interesse delle future generazioni, nonché del principio secondo cui l’iniziativa economica privata non può svolgersi in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla salute e all’ambiente”.
Per Livio de Santoli, Prorettore per la Sostenibilità presso la Sapienza Università di Roma, “la riforma della Costituzione è fondamentale per due aspetti che devono essere affrontati secondo un’evoluzione interpretativa e in base ai fini sociali. Il primo è che finalmente ambiente e paesaggio non sono più in contrapposizione. Il secondo riguarda invece la valutazione degli eventi dannosi per l’ambiente in riferimento all’attività economica privata. Occorre dunque che le nuove proposte vadano nella direzione di tutelare l’interesse e la salute pubblica, poiché i nuovi criteri potrebbero generare contenziosi che vanno regolamentati”.
Si può sottoscrivere la petizione #AttuareAmbienteInCostituzione su Change.org: https://www.change.org/p/attuareambienteincostituzione-bastaritardi

Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energia

Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energiaMilano, 10 feb. (askanews) – Autoproduzione energetica e uso di magazzini davvero speciali per conservare la frutta, le celle ipogee ricavate in ex cave, con un bassissimo impatto ambientale e energetico: quello di Melinda sarà un 2023 all’insegna del risparmio e del contrasto al caro energia. Una scelta inevitabile, ribadita anche nei contenuti al centro degli incontri, a Berlino, nel corso nel corso di “Fruit Logistic”, salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi.
Il ricorso alle celle ipogee, vere e proprie strutture per la frigo-conservazione naturale, si concretizza con il riutilizzo di 15 chilometri di gallerie, situate all’interno della miniera di dolomia Rio Maggiore. Queste “stanze”, protette dalla roccia a 300 metri di profondità, ospitano le mele in un ambiente asciutto e controllato. “Le mele si vendono tutto l’anno, per conservarle occorre mantenere intatte alcune condizioni precise – spiega Franco Paoli, direttore del Reparto Produzione di Melinda – La temperatura si stabilizza a 1 grado Celsius e la presenza di ossigeno si ferma all’1%: in questo modo è possibile rallentare la respirazione dei frutti conservandoli più a lungo”.
Le condizioni di partenza dell’ambiente, dalla bassa temperatura all’impermeabilità della roccia, consentono di impiegare un quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno dell’ammontare richiesto dalla tradizionale conservazione nei magazzini di superficie. L’impatto positivo del risparmio energetico sull’intera attività di stoccaggio è destinato a crescere con il previsto incremento della capienza. “Oggi le celle ipogee ospitano circa 30mila tonnellate di mele – ricorda Fabrizio Conforti, ingegnere del Consorzio Melinda – ma entro la fine dell’anno si arriverà a 40 mila”. Un incremento di capacità di oltre il 30%, dunque.
I vantaggi delle celle sotterranee non si esauriscono però con il taglio dei costi. Determinante, infatti, è anche la riduzione dell’impatto per l’ambiente e il clima. Il ricorso a questo sistema di conservazione determina anche un calo delle emissioni di CO2 in atmosfera, un importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l’eliminazione dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. La possibilità di conservare le mele in profondità, infine, libera spazio in superficie a beneficio del paesaggio e dell’estensione delle coltivazioni.
Sul fronte energetico, poi, Melinda è attualmente impegnata nel piano di espansione della sua autoproduzione. Il Consorzio si basa da tempo su una fornitura 100% rinnovabile grazie all’energia idroelettrica e quella fotovoltaica. Quest’ultima è prodotta direttamente dai pannelli, installati sui tetti degli impianti di conservazione e lavorazione in due fasi (la prima nel 2008 e la successiva nel 2011) con un investimento di oltre 10 milioni di euro. Il nuovo piano di sviluppo prevede ora di garantire all’azienda una produzione aggiuntiva di 4,84 milioni di Kwh contro i 4,82 attuali. In pratica l’ammontare totale raddoppierà.
“Il progetto di espansione dei pannelli solari rappresenta perfettamente la nostra visione per lo sviluppo delle attività del Consorzio – commenta Ernesto Seppi, presidente Melinda – Oltre a confermare la nostra vocazione per la sostenibilità, che dal 2008 si traduce nell’impiego esclusivo di fonti rinnovabili, i nuovi investimenti nel fotovoltaico consentiranno di rispondere efficacemente alle sfide di una voce di costo che negli ultimi anni è divenuta sempre più rilevante nella spesa delle imprese. Sul fronte dei magazzini, inoltre, l’atteso aumento della capienza delle celle ipogee consentirà di ottenere ulteriori risparmi riducendo l’impiego totale di energia. Sono due esempi di come una realtà importante per il Trentino e per l’Italia intera cerca di ragionare in maniera lungimirante, per essere da esempio all’intera filiera agroalimentare italiana”.

Industria, Istat: nel 2022 lieve incremento produzione, +0,5%

Industria, Istat: nel 2022 lieve incremento produzione, +0,5%Roma, 10 feb. (askanews) – Il 2022 si chiude con un lieve incremento della produzione industriale rispetto all’anno precedente (+0,5%). Lo ha reso noto l’Istat.
“Tra i principali raggruppamenti di industrie – ha spiegato l’Istat – si rileva una dinamica positiva per i beni di consumo e per quelli strumentali, mentre sono in flessione i beni intermedi e l’energia. L’evoluzione in corso d’anno è stata caratterizzata da un calo congiunturale nel primo trimestre, seguito da un recupero nel secondo; due ulteriori flessioni hanno caratterizzato la seconda parte dell’anno”.
A dicembre 2022 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dell’1,6% rispetto a novembre. Corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2022 l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali dello 0,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 22 di dicembre 2021).

Dati Covid: torna a salire l’Rt, è a 0,73. L’incidenza cala: 52

Dati Covid: torna a salire l’Rt, è a 0,73. L’incidenza cala: 52Roma, 10 feb. (askanews) – Nel periodo 25-31 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73 (range 0,64-0,91), in aumento rispetto alla settimana precedente (era a 0,68) ma sotto la soglia epidemica anche nel range superiore. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale sull’andamento del Covid in Italia di Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità.
L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in lieve aumento ma rimane sotto la soglia epidemica: Rt=0,85 (0,80-0,89) al 31/1/2023 vs. Rt=0,78 (0,74-0,83) al 24/1/2023.
In calo anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 52 ogni 100.000 abitanti (03/01/2023 -09/02/2023) vs 58 ogni 100.000 abitanti (27/01/2023 -02/02/2023).

Iveco Group: ricavi 2022 a 14 mld (+13%) , utile sale a 225 mln

Iveco Group: ricavi 2022 a 14 mld (+13%) , utile sale a 225 mlnMilano, 10 feb. (askanews) – Iveco Group chiude il 2022, il primo dopo lo spin-off da CnhI, con ricavi consolidati pari a 14 miliardi di euro (+13% a/a). L’Ebit adjusted è pari a 527 milioni di euro (+151 mln a/a) con un margine del 3,7% (+70 bp), l’utile netto adjusted a 225 milioni di euro (+85 mln). La liquidità netta delle Attività Industriali è pari a 1,727 miliardi di euro, con free cash flow delle Attività Industriali positivo a 690 milioni di euro (+815 mln).
Iveco Group, si legge in una nota ha chiuso l’anno con una solida performance grazie a volumi e mix favorevoli e a migliori prezzi che hanno più che compensato il maggiore costo di produzione dovuto all’aumento dei costi dell’energia e all’inflazione, che rappresentano la sfida principale. La presa ordini è rimasta solida, al di sopra dei livelli pre-Covid 19, tra 30-35 settimane di produzione già vendute per i veicoli commerciali leggeri (“Lcv”) e per i veicoli medi e pesanti (“M&H”).
Iveco ha avviato il processo di approvazione per un programma di riacquisto fino a 10 milioni di azioni ordinarie.
Nel quarto trimestre Iveco Group registra ricavi consolidati pari a 4 miliardi di euro (+31% a/a). L’Ebit adjusted è pari a 206 milioni di euro (+147 mln), l’utile netto adjusted pari a 93 milioni di euro (+114 mln). Il free cash flow delle Attività Industriali positivo a 1,199 miliardi di euro (+655 mln).
Sulla base delle attuali prospettive, Iveco Group si aspetta per il 2023: Ebit adjusted tra 550 e 590 milioni di euro, ricavi netti delle Attività Industriali in aumento dal 2% al 3% rispetto al 2022. L’Ebit adjusted delle Attività Industriali tra 460 e 500 milioni di euro, spese generali, amministrative e di vendita delle Attività Industriali circa il 6% dei ricavi netti. La liquidità netta delle Attività Industriali a circa 2 miliardi di euro, investimenti delle Attività Industriali in crescita dal 10% al 15% rispetto al 2022.
“Abbiamo chiuso il primo anno come società quotata indipendente dimostrando che la squadra di Iveco Group sa lavorare fianco a fianco, affrontando sfide senza precedenti per conseguire risultati solidi in tutti i segmenti di business. I numeri del 2022 riflettono la nostra attenzione al rispetto degli impegni presi e alla generazione di cassa. Questo pone le basi per il secondo anno e rafforza il nostro impegno per la trasformazione continua dell’organizzazione, mentre proseguiremo a contrastare i fattori critici a livello geopolitico e nella catena logistico-produttiva”, afferma il Ceo, Gerrit Marx.
“Raddoppieremo i nostri sforzi per creare nuove partnership, mantenere il trend positivo nei camion medi e pesanti, accelerare nelle linee dei veicoli commerciali leggeri dove siamo più forti, consolidare la nostra posizione di leader nel mercato degli autobus, in particolare nella gamma elettrica, far crescere le nostre attività motoristiche trimestre dopo trimestre e continuare a innovare l’offerta di servizi finanziari che gravita attorno a GATE. Raggiungeremo questi obiettivi grazie ai passi avanti in ambito tecnologico e a partner forti e leali, allineati con il nostro fermo impegno a progredire verso una società più sostenibile”, conclude il Ceo.

Protocollo d’intesa tra Stato Maggiore Difesa e Grimaldi Lines

Protocollo d’intesa tra Stato Maggiore Difesa e Grimaldi Lines

Il Gen. Masiello: fondamentale per gli spostamenti del personale

Roma, 9 feb. (askanews) – Nella mattinata di giovedì 9 febbraio 2023, a Palazzo Esercito il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa e Francesca Marino, Department Manager di Grimaldi Lines Passenger, hanno sottoscritto un accordo commerciale che prevede agevolazioni per i dipendenti della Difesa, in servizio, in quiescenza e relativi familiari per le numerose destinazioni di viaggio coperte dalla Grimaldi Lines.
Il Generale Masiello ha evidenziato come questa iniziativa “sia rilevante per il benessere del personale militare delle Forze Armate, soprattutto in quanto solitamente i nostri militari lavorano lontani dal proprio contesto familiare, per cui rendere economicamente vantaggiosi tali spostamenti per raggiungere i propri cari è una agevolazione importante, che vedrà un riscontro positivo ed apprezzato dal personale militare”.

Bardi: conservare la memoria dell’immane tragedia delle Foibe

Bardi: conservare la memoria dell’immane tragedia delle FoibeRoma, 9 feb. (askanews) – “Abbiamo il dovere di ricordare, di interrogare le nostre coscienze e soprattutto quelle dei giovani. Di fronte alla tragedia delle Foibe e dell’esodo delle comunità istriane e giuliano dalmate, che furono strappate alla loro terra nel terribile epilogo della seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente successivo, non possiamo rimanere indifferenti. E bene ha fatto il Parlamento ad istituire il ‘Giorno del Ricordo’, che ci obbliga ogni anno a fare i conti con la storia, a riflettere sul passato perché simili tragedie non si ripetano più. Lo dobbiamo innanzitutto a quanti furono vittime di un dramma per troppo tempo oscurato e dimenticato, ai loro familiari e discendenti, alle associazioni degli esuli che per tanto tempo si sono battute per riportare alla luce la memoria di quegli eventi. La ricostruzione della verità storica è essenziale per poter affermare pienamente i valori costituzionali di pace e libertà che sono alla base dell’Europa di oggi. Valori che vivono nelle coscienze e nel modo di pensare di tanti giovani uniti dal ripudio della violenza, proprio mentre ormai da un anno la guerra è tornata purtroppo alle porte del nostro continente con l’invasione russa dell’Ucraina e la strenua resistenza di quel popolo costretto a indicibili sofferenze. Il ricordo dei tragici eventi della storia di ieri e di oggi, ognuno con la sua unicità ma tutti ugualmente connotati dalla violenza e dalla sopraffazione, deve diventare un monito per il presente e per il futuro. Se sapremo farne tesoro, se sapremo ascoltare le lezioni della storia con responsabilità, allora sarà veramente possibile tornare a pensare al futuro delle nuove generazioni, alle quali abbiamo il dovere di consegnare un mondo migliore”. È il messaggio del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, in occasione del “Giorno del Ricordo”, istituito dal Parlamento con la legge n. 92/2004 per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

Chico Forti torna a casa a Trento, ma è solo una scultura in marmo

Chico Forti torna a casa a Trento, ma è solo una scultura in marmoRoma, 9 feb. (askanews) – Chico Forti è ‘tornato a casa’. Ma, per ora, è solo grazie alla scultura in marmo firmata dall’artista Nello Petrucci, che è stata presentata a Trento (città natale di Forti), presso Palazzo Benvenuti, dove l’opera ha trovato collocazione definitiva. L’opera di Petrucci, delle dimensioni di circa 2 metri, si intitola simbolicamente “Chico Forti sono io” ed è dedicata al produttore televisivo e velista italiano detenuto da 23 anni in un carcere statunitense, perché ritenuto responsabile di un omicidio per il quale si è sempre dichiarato “vittima di un errore giudiziario”.
La prima versione della scultura, in cementite, era stata svelata a Pompei lo scorso settembre, mentre la versione definitiva collocata a Trento in occasione del 64esimo compleanno di Chico, è invece in marmo.
La pesantezza, la durezza, il peso, sono tutti elementi che scaturiscono dal lavoro in marmo dell’artista pompeiano. Qui la figura del protagonista risulta piegata, non dà lo sguardo all’interlocutore: è un invito ad avvicinarsi, a scoprire la sua sofferenza e il suo stato d’animo.
Una mano di Chico è intrappolata, incastrata in quella pesantezza di quelle “sbarre di marmo” che evocano indignazione; l’altra è l’espressione di una rabbia, di uno stato d’animo represso, un istinto naturale alla sopravvivenza, alla speranza. Un simbolismo molto forte che oltrepassa il caso particolare per una visione più generale: prigionieri inconsapevoli di questa obsolescenza continua delle tecnologie e degli oggetti in cui momentaneamente gli uomini si incarnano, l’arte risveglia lo spirito, l’io interiore contro le catene e la limitatezza del corpo e del mondo.
“In una delle sue lettere Chico mi ha mandato una sua poesia con un incipit ispirato alla Libertà: ‘Sognare è come respirare, non ne posso fare a meno’. Un verso come un colpo di cannone in direzione delle nostre coscienze. Anni fa, in India, entrai nella casa di Gandhi. Di quel viaggio conservo un pensiero che non mi ha mai lasciato: “Finché porterai un sogno nel cuore, non perderai mai il senso della vita”. E tra i grandi sogni dell’uomo non può mai mancare la Libertà. ‘Chico sono io’ è il mio semplice contributo per alimentare e difendere la Libertà. La negazione della Libertà è una ferita permanete nell’anima”, – ha detto Petrucci.
Non è la prima volta che Petrucci si espone per Forti: già nel 2021, infatti, aveva creato per lui a Miami il murales “Attesa”. In un mondo dove la giustizia e la libertà sono valori fondamentali, la scultura “Chico Forti sono io” ci ricorda che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che questi valori vengano rispettati.
Rinchiuso in carcere dal 2000, il 23 dicembre 2020 il governatore della Florida aveva firmato – anche grazie all’interessamento del ministero degli Esteri – un atto per il trasferimento di Chico in Italia, in base alla Convenzione di Strasburgo del 1983. Tuttavia la procedura di estradizione non è ancora conclusa: Chico è ancora negli Stati Uniti, in attesa di rientrare in Italia, di tornare a casa, nella sua Trento.