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Vino, Artur Vaso nuovo curatore Guida “ViniPlus” di Ais Lombardia

Vino, Artur Vaso nuovo curatore Guida “ViniPlus” di Ais LombardiaMilano, 14 feb. (askanews) – Classe 1974, sommelier professionista, degustatore e relatore, Artur Vaso è il nuovo curatore della guida “ViniPlus di Lombardia”, il vademecum alle eccellenze della regione, realizzata ogni anno da Ais Lombardia e accessibile solo on line all’indirizzo www.viniplus.wine.


Laureato in Scienze Gastronomiche, insegnante di sala all’istituto alberghiero Caterina de’ Medici di Gardone Riviera (Brescia), Artur Vaso è stato Miglior sommelier della Lombardia nel 2017, più volte finalista del concorso Miglior Sommelier d’Italia e vicecampione nell’ultima edizione del 2024. Certificato Court of Master Sommelier Europe, Vaso subentra come curatore a Sebastiano Baldinu. La guida “ViniPlus”, che quest’anno, con l’edizione 2026 taglierà il traguardo delle 20 edizioni, è frutto del lavoro di un nutrito gruppo di sommelier degustatori, che ogni anno affronta un attento e meticoloso percorso di formazione, coordinato dal sommelier Luigi Bortolotti e dal suo team, che si conclude con le sessioni di degustazione alla cieca per l’assegnazione delle prestigiose “Rose Camune” e “Oro”, simboli delle eccellenze vitivinicole lombarde. Un lavoro articolato che consente poi la selezione delle aziende e dei vini presenti nella sezione riservata alla Lombardia nella guida nazionale “Vitae”.


2Artur Vaso è un sommelier di grande esperienza, uno dei relatori più stimati e apprezzati nella nostra regione dai nostri soci” ha commentato Hosam Eldin Abou Eleyoun, presidente di Ais Lombardia, sottolineando che “la sua preparazione sarà di grande stimolo per tutto il gruppo dei degustatori e una garanzia per tutti i lettori della guida ViniPlus”.

Fine vita, primo caso di suicidio assistito in Lombardia

Fine vita, primo caso di suicidio assistito in LombardiaMilano, 14 feb. (askanews) – Una cinquantenne, affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, in Lombardia, a seguito dell’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. “Serena” (nome di fantasia a tutela della privacy), a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa. È il primo caso in Lombardia.


“La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi. L’ho vissuta nonostante tutte le mie difficoltà per tantissimi anni, come se questa malattia non fosse dentro me. Ho affrontato la mia disabilità con rispetto e dignità. Quando però cominci a sentire la sofferenza oltre a quella fisica ma dentro l’anima, capisci allora che anche la tua anima deve avere il diritto di essere rispettata con la dignità che merita. Questo è ciò che nessuno può toglierti e non deve mai accadere…libera” ha fatto sapere la donna in un messaggio. Dopo aver atteso nove mesi dalla sua richiesta, “Serena” è la sesta persona in Italia (la quinta seguita dall’Associazione Luca Coscioni) ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019 sul caso “Cappato/Antoniani”, con l’assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale che ha fornito il farmaco e ogni strumentazione necessaria.


“Serena” aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni ad inizio maggio 2024. L’azienda sanitaria a fine luglio 2024, dopo l’acquisizione del parere del comitato etico comunicava a “Serena” il possesso dei requisiti stabiliti dalla Corte con la sentenza Cappato (capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal richiedente, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale). Successivamente a novembre informava “Serena” che non avrebbe individuato il farmaco e la strumentazione per l’autosomministrazione, ma che doveva essere il suo medico di fiducia a indicare, con una propria relazione, il farmaco letale e la metodica per la sua autosomministrazione. “Serena” con l’avv. Filomena Gallo e un collegio legale, inviava all’azienda sanitaria la relazione medica con indicazione del farmaco, della quantità e della modalità di autosomministrazione a firma del dr. Mario Riccio medico di fiducia. Seguiva un sollecito in assenza di riscontro e a dicembre la Commissione di esperti e, a seguire, il Comitato Etico ne confermano l’idoneità e l’azienda sanitaria confermava la fornitura del farmaco.. L’azienda non comunicava la disponibilità di medici che, su base volontaria, assistessero “Serena” nella procedura di autosomministrazioneche è quindi stata seguita dal dottor Mario Riccio, medico anestesista, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby e poi alcuni pazienti che fino a oggi hanno avuto accesso al suicidio medicalmente assistito.


“Serena” dopo avere indicato la data in cui voleva procedere, ha chiesto all’azienda sanitaria la fornitura del farmaco approvato dalla Commissione aziendale da consegnare al dr. Mario Riccio che contattato dall’azienda sanitaria ha potuto ritirare tutto la mattina del giorno individuato e restituire successivamente strumentazione e materiali da smaltire. “Serena” ha potuto procedere con l’autosomministrazione del farmaco letale nel mese di gennaio 2025, nella propria abitazione, assistita dal dottor Riccio e circondata dai suoi cari. “Regione Lombardia ha fornito l’aiuto medico per la morte volontaria a Serena perché era suo dovere farlo. Si conferma così nei fatti ciò che avevamo sostenuto anche in occasione dell’irresponsabile decisione del Consiglio regionale di dichiarsi incompetente in materia. Se fosse stata in vigore la nostra legge di iniziativa popolare ‘Liberi subito’, Serena avrebbe potuto seguire una procedura chiara e definita invece di dover affrontare, insieme al personale sanitario, una corsa a ostacoli durata nove mesi. Chiediamo al presidente Fontana di tornare sulla materia, riesaminando il contenuto della nostra legge e emanare un atto di Giunta, come preannunciato dal presidente Zaia in Veneto” hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

Consumi, Confesercenti: spesa media 80 euro per San Valentino

Consumi, Confesercenti: spesa media 80 euro per San ValentinoRoma, 14 feb. (askanews) – Il 60% degli italiani continua a celebrare la festa di San Valentino: il budget medio si attesta sugli 80 euro, in leggero calo rispetto al 2024 (85 euro, -6%), con un aumento delle cene in casa. Complice, probabilmente, anche il Festival di Sanremo. Sono questi i dati principali emersi da un’indagine condotta da Confesercenti sui consumi per la festa di San Valentino.


Anche nel 2025, scrive la confederazione, la cena romantica è il modo preferito dagli italiani per onorare San Valentino con il 70% di chi ha deciso di festeggiare. Una percentuale maggiore rispetto a chi farà un regalo, quota che si attesta al 60%. Stabile al 5%, invece, la percentuale di chi festeggia in viaggio con il proprio partner. Diminuiscono dal 69% al 63% le coppie che sceglieranno un ristorante o un pubblico esercizio. Di contro, sale il numero degli italiani che festeggerà San Valentino con una cena homemade passando dal 22% al 29%.


Sono sempre i cioccolatini il dono romantico più amato dagli italiani, scelto dal 38% di chi festeggia. A seguire nella classifica dei regali più gettonati i prodotti di profumeria (26%), i fiori (24%), gli accessori di gioielleria (22%) e gli accessori moda (20%), anche grazie alla spinta dei saldi invernali ancora in corso. Chiudono questo speciale elenco le vacanze o i pacchetti di attività di coppia (12 %) e i prodotti di cosmetica o servizi e percorsi benessere (stabili al 10%). “Il periodo non è dei più semplici con l’economia italiana sostanzialmente ferma e i consumi che faticano a ripartire. San Valentino – commenta il presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Banchieri – conferma purtroppo questa tendenza con un calo della domanda del 15%, in continuità con quanto succede da Capodanno in poi. Per invertire la rotta speriamo nelle scelte last minute che invece sono in aumento. Continua il momento difficile per le imprese del settore e i pubblici esercizi che, oltre al calo dei consumi, vivono il rischio concreto di una nuova stangata legata ai costi dell’energia”.

Trattamenti estetici low cost, esperti LaserMilano fanno luce su rischi

Trattamenti estetici low cost, esperti LaserMilano fanno luce su rischiRoma, 14 feb. (askanews) – Il settore della medicina estetica sta registrando una crescita esponenziale, trainata da una domanda sempre maggiore di trattamenti volti a migliorare l’aspetto fisico senza necessariamente ricorrere alla chirurgia. Tuttavia, accanto a centri specializzati e professionisti qualificati, sono emerse numerose offerte low cost che promettono risultati rapidi a prezzi stracciati. Il fenomeno dei trattamenti estetici a basso costo sta sollevando dubbi e preoccupazioni, poiché il risparmio economico può tradursi in un elevato rischio per la salute dei pazienti. Il parere degli esperti di LaserMilano, centro specializzato in medicina estetica, è che è fondamentale affidarsi a strutture certificate che utilizzano tecnologie sicure e personale medico qualificato – si legge in una nota – onde evitare complicazioni ed effetti collaterali indesiderati.


Uno dei principali problemi legati ai trattamenti estetici low cost è la qualità dei prodotti utilizzati. Procedure come filler, botox ed epilazione laser richiedono materiali e dispositivi approvati dagli enti regolatori per garantire sicurezza ed efficacia. Quando i prezzi sono eccessivamente bassi, è lecito chiedersi se vengano impiegati prodotti di scarsa qualità o apparecchiature obsolete. In alcuni casi, si è scoperto che i filler impiegati in trattamenti economici contenevano sostanze non autorizzate, provocando reazioni avverse e complicazioni difficili da gestire. Anche nel caso dell’epilazione laser, macchinari non adeguati o operatori inesperti possono causare ustioni, macchie cutanee e risultati insoddisfacenti. Oltre alla qualità dei materiali, un altro aspetto critico – prosegue il comunicato – è la professionalità degli operatori. La medicina estetica è un campo che richiede una formazione specifica e un’ampia esperienza per essere praticato in sicurezza. Offerte a prezzi stracciati spesso nascondono l’assenza di medici qualificati, con trattamenti eseguiti da personale senza le competenze necessarie. Questo comporta un rischio concreto di complicanze, che possono variare da semplici irritazioni a danni permanenti. Il rischio è particolarmente alto per interventi come il botox e i filler, che, se iniettati in modo scorretto, possono provocare asimmetrie, noduli sottocutanei e, nei casi più gravi, occlusioni vascolari.


Anche il contesto in cui vengono eseguiti i trattamenti gioca un ruolo cruciale nella sicurezza del paziente. Un centro estetico che opera in ambienti non idonei, senza rispettare le norme igienico-sanitarie, espone i clienti a rischi di infezioni e reazioni avverse. Strutture improvvisate e prive delle autorizzazioni necessarie non solo compromettono la sicurezza dei trattamenti, ma spesso mancano anche di un’assicurazione adeguata, lasciando i pazienti senza tutele in caso di danni. Affidarsi a cliniche qualificate e con standard elevati consente invece di avere la certezza di un ambiente controllato e di protocolli studiati per minimizzare qualsiasi rischio. Un ulteriore pericolo dei trattamenti estetici low cost riguarda la mancanza di un’adeguata consulenza pre e post trattamento. Una valutazione preliminare è essenziale per verificare l’idoneità del paziente a una determinata procedura e per informarlo sui possibili effetti collaterali. Nei centri che puntano solo sul volume di clienti e su prezzi bassi, questa fase viene spesso trascurata, con il rischio che il trattamento non sia adatto alla persona o che venga eseguito senza le precauzioni necessarie. Lo stesso vale per il follow-up post-trattamento: chi si affida a strutture poco serie potrebbe non ricevere un’adeguata assistenza in caso di effetti indesiderati, con difficoltà a ottenere una correzione o un intervento tempestivo.


Secondo gli specialisti di LaserMilano, il miglior modo per proteggersi dai rischi dei trattamenti estetici a basso costo è informarsi attentamente prima di sottoporsi a una procedura. Verificare la reputazione del centro, assicurarsi che il personale sia qualificato e richiedere informazioni sui prodotti utilizzati sono passaggi fondamentali per evitare brutte sorprese. Sebbene il prezzo sia un fattore importante nella scelta di un trattamento, non dovrebbe mai essere l’unico criterio di valutazione. Un risparmio iniziale potrebbe infatti tradursi in costi molto più elevati per correggere eventuali danni o complicazioni. L’aumento delle offerte low cost nel settore della medicina estetica rappresenta una sfida sia per i professionisti del settore che per i pazienti – conclude la nota -. Se da un lato l’accessibilità economica è un vantaggio per chi desidera migliorare il proprio aspetto, dall’altro non si può prescindere dalla sicurezza e dalla qualità dei trattamenti. Scegliere con attenzione e affidarsi a centri specializzati permette di ottenere risultati soddisfacenti senza correre inutili rischi, garantendo il benessere e la salute della pelle.


(Foto di Antonika Chanel su Unsplash).

Iwaya: Giappone deve trovare reciproca comprensione con Mosca

Iwaya: Giappone deve trovare reciproca comprensione con MoscaRoma, 14 feb. (askanews) – Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya ha giudicato oggi “difficili” le relazioni tra Russia e Giappone, ma ha chiarito che tra Mosca e Tokyo è necessario trovare una comprensione reciproca.


“Se parliamo delle relazioni giapponesi-russe, da un lato ci sono molte questioni tra i nostri paesi, e le relazioni sono in una condizione difficile, ma, dall’altro, siamo convinti che la Russia sia un paese vicino, per cui è necessario un reciproco comprendersi. Continueremo a costruire i nostri rapporti con la Russia sulla base di ciò che, nella nostra politica estera, serve agli interessi nazionali giapponesi” ha dichiarato Iwaya. La risposta viene dopo che il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati uniti Donald Trump hanno avuto una telefonata durante la quale hanno concordato di avviare immediatamente colloqui per risolvere il conflitto in Ucraina.

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston. Premio carriera a Zanicchi, Settembre vince nei giovani

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston. Premio carriera a Zanicchi, Settembre vince nei giovaniSanremo, 14 feb. (askanews) – La voce è (pressoché) la stessa, la grinta e l’energia anche. Eppure sono passati 40 anni, ma la standing ovation conferma che il pubblico ha gradito il grande ritorno della band inglese sul palco dell’Ariston.


Festival di Sanremo, terzo atto: è la serata dei Duran Duran, che fanno ballare l’Ariston a ritmo di musica anni ’80, da “Invisible” a “Notorious” fino a “Ordinary world”. Al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. “E’ un gruppo fantastico. Dovreste essere orgogliosi di avere i Måneskin in Italia”, aveva detto Simon Le Bon ieri in conferenza stampa. Settembre vince tra le Nuove Proposte mentre Olly, Irama, Coma_Cose, Brunori Sas e Francesco Gabbani entrano nella top 5 (randomica) della terza serata.


Tornando al momento centrale della serata, al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva mancare “The wild boys”, brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80. La terza serata del Festival ha visto protagonisti 14 big, tra cui Olly apparso un po’ stanco ha comunque ottenuto una standing ovation, Tony Effe torna “cattivo ragazzo” tutto tatuaggi e pelle nera; fanno ballare Gaia, Clara, Gaia, i Coma_Cose con il brano tormentone Cuoricini. Brunori Sas, Gabbani e Irama non sbagliano.


Ad affiancare Carlo Conti, questa sera, tre donne. “Saremo le co.co.co di Carlo…”, aveva scherzano una di loro, Miriam Leone. Insieme a lei Katia Follesa, che ha inscenato uno sketch con Simon Le Bon e un grande cartello “Sposerò Simon Le Bon”. Dopo il bacio sulle labbra con il frontman dei Duran Duran, ha coronato così il sogno di tutte le teenager dell’epoca. Ad aprire la serata Edoardo Bennato che ha intonato “Sono solo canzonette”; premio alla carriera a Iva Zanicchi che ha intonato il medley dei tre brani con cui ha vinto il Festival: “Non pensare a me”, “Ciao cara come stai”, “Zingara”.


Al Festival arriva anche il tema della disabilità grazie alla presenza di alcuni membri del Teatro Patologico, accompagnati dal suo creatore Dario D’Ambrosi. “Diamo speranza a milioni di famiglie, perché quando sta bene un ragazzo disabile, stanno bene milioni di persone – ha spiegato D’Ambrosi -. È da qui che dobbiamo migliorare la nostra società. Perché loro sono il sale della vita, senza di loro la vita sarebbe una noia mortale”. C’è spazio anche per il piccolo grande esperto del festival, Samuele Parodi, salito sul palco dell’Ariston dopo che aveva lanciato un appello al direttore artistico per essere invitato a Sanremo. Carlo lo ha messo alla prova con una serie dei domande e il giovanissimo ha risposto con precisione ai quiz fatti da Conti e da alcuni degli ospiti in sala; poi ha presentato il quarto concorrente in gara, Massimo Ranieri. Samuele Parodi ha 11 anni, canta recita e danza. “Ne sa più di Marino Bartoletti – ha etto scherzando Conti- ho trovato il conduttore del prossimo anno”. Di Serena Sartini e Alessandra Velluto

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston 40 anni dopo

Sanremo terzo atto, Duran Duran infiammano l’Ariston 40 anni dopoSanremo, 14 feb. (askanews) – La voce è (pressoché) la stessa, la grinta e l’energia anche. Eppure sono passati 40 anni, ma la standing ovation conferma che il pubblico ha gradito il grande ritorno della band inglese sul palco dell’Ariston.


Festival di Sanremo, terzo atto: è la serata dei Duran Duran, che fanno ballare l’Ariston a ritmo di musica anni ’80, da “Invisible” a “Notorious” fino a “Ordinary world”. Al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. “E’ un gruppo fantastico. Dovreste essere orgogliosi di avere i Måneskin in Italia”, aveva detto Simon Le Bon ieri in conferenza stampa. Al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva mancare “The wild boys”, brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80.


La terza serata del Festival ha visto protagonisti 14 big, tra cui Olly apparso un po’ stanco ha comunque ottenuto una standing ovation, Tony Effe torna “cattivo ragazzo” tutto tatuaggi e pelle nera; fanno ballare Gaia, Clara, Gaia, i Coma_Cose con il brano tormentone Cuoricini. Brunori Sas, Gabbani e Irama non sbagliano. Ad affiancare Carlo Conti, questa sera, tre donne. “Saremo le co.co.co di Carlo…”, aveva scherzano una di loro, Miriam Leone. Insieme a lei Katia Follesa, che ha inscenato uno sketch con Simon Le Bon e un grande cartello “Sposerò Simon Le Bon”. Dopo il bacio sulle labbra con il frontman dei Duran Duran, ha coronato così il sogno di tutte le teenager dell’epoca.


Ad aprire la serata Edoardo Bennato che ha intonato “Sono solo canzonette”; premio alla carriera a Iva Zanicchi che ha intonato il medley dei tre brani con cui ha vinto il Festival: “Non pensare a me”, “Ciao cara come stai”, “Zingara”. Tra le Nuove Proposte Settembre fa il pieno di premi con il brano Vertebre. Oltre al Leone d’argento, incassa anche il Premio della critica e il Premio della sala stampa Lucio Dalla. Battuto Alex Wyse che ha interpretato il brano “Rockestar”.


Al Festival arriva anche il tema della disabilità grazie alla presenza di alcuni membri del Teatro Patologico, accompagnati dal suo creatore Dario D’Ambrosi. “Diamo speranza a milioni di famiglie, perché quando sta bene un ragazzo disabile, stanno bene milioni di persone – ha spiegato D’Ambrosi -. È da qui che dobbiamo migliorare la nostra società. Perché loro sono il sale della vita, senza di loro la vita sarebbe una noia mortale”. C’è spazio anche per il piccolo grande esperto del festival, Samuele Parodi, salito sul palco dell’Ariston dopo che aveva lanciato un appello al direttore artistico per essere invitato a Sanremo. Carlo lo ha messo alla prova con una serie dei domande e il giovanissimo ha risposto con precisione ai quiz fatti da Conti e da alcuni degli ospiti in sala; poi ha presentato il quarto concorrente in gara, Massimo Ranieri. Samuele Parodi ha 11 anni, canta recita e danza. “Ne sa più di Marino Bartoletti – ha etto scherzando Conti- ho trovato il conduttore del prossimo anno”. Di Serena Sartini e Alessandra Velluto

Sanremo, standing ovation per i Duran Duran che non deludono

Sanremo, standing ovation per i Duran Duran che non deludonoSanremo, 13 feb. (askanews) – Sono passati 40 anni dalla loro prima storica performance in Italia, nel 1985 al Festival di Sanremo, i Duran Duran sono tornati all’Ariston con le loro canzoni iconiche che hanno segnato la musica degli anni ’80. La leggendaria band britannica ha eseguito un medley con “Invisible”/”Notorious”/”Ordinary world”. Una performace che viene accolta con grandissimo calore anche se i 40 anni di distanza pesano sui loro volti e anche sulle loro voci non proprio cristallina ma restano capaci di suscitare emozioni.


Poi al termine di “Girls on film” è arrivata Victoria De Angelis la bassista dei Måneskin che si è unita ai Duran Duran in “Psycho killer” dei Talking Heads. John Tayor, bassista e fondatore dei Duran Duran, l’aveva definita “la più importante bassista elettrica in circolazione”. Mancata la reunion dei Måneskin, ma sul palco dell’Ariston Conti ha portato a distanza di 24 ore Vic e Damiano. Al Baronetto di Inghilterra Sir Simon Le Bon Carlo Conti ha consegnato il Premio città di Sanremo e ovviamente non poteva “The wild boys” brano che li ha consacrati icone della ribellione dei giovani degli ’80 fortemente voluto da Conti.


Dirompente l’apparizione di Katia Follesa che poi coronato il sogno di tutte le teenager dell’epoca: si è presentata in abito da sposa bianco e bouquet, con un cartello col titolo del libro e del film “Sposerò Simon Le Bon” di Clizia Currado che raccontava i sogni di una fan dei Duran nel 1986. Katia ha chiesto a Simon di sposarlo perchè lo ama da tanto, e lui ha risposto: “Mia moglie mi uccide!”. Ma c’è il lieto fine le dà un bacino sulle labbra di Katia e lei ringrazia a nome di tutte le donne della sua generazione. Un ritorno al festival che prelude il ritorno quest’estate live in Italia. “Nel febbraio del 1985 – 40 anni fa – mio padre portò per la prima volta i Duran Duran in Italia proprio al Festival di Sanremo” ricorda Clemente Zard, oggi Managing Director di Vivo Concerti e figlio di David, leggendario organizzatore di musica live scomparso 7 anni fa. “Faccio questo mestiere perché mio padre mi ha trasmesso una grande passione per la musica e l’intrattenimento e per me è un cerchio personale che si chiude organizzare i Duran Duran al Circo Massimo per due date il prossimo giugno proprio nella mia città.” I Duran saranno anche a Bari e agli I-Days Milano 2025 all’Ippodromo Snai San Siro venerdì 20 giugno 2025 con uno show indimenticabile.

Nato, debutto di Hegseth, tensioni tra alleati a Bruxelles

Nato, debutto di Hegseth, tensioni tra alleati a BruxellesBruxelles, 13 feb. (askanews) – Non è stata una discussione facile, quella della riunione ministeriale Difesa della Nato che si è svolta oggi nel quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. Da una parte, il nuovo “azionista di maggioranza” americano della Nato, il neo segretario di Stato alla Difesa dell’Amministrazione Trump, Pete Hegseth, è partito all’attacco di fronte agli alleati con un mandato chiarissimo: il “dividendo della pace deve finire” (sono le sue parole), gli Stati Uniti non possono continuare a essere, in gran parte a proprie spese, i garanti della pace dei paesi europei, che devono spendere di più per la propria difesa.


Non più 2% del Pil, neanche il 3% che il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sta cercando di indicare come soglia di compromesso, “anche il 4% è troppo poco, dovrebbe essere piuttosto attorno al 5%”, ha detto il capo del Pentagono. Improponibile per la maggior parte degli europei, alcuni dei quali (Italia inclusa) non sono riusciti ancora ad arrivare neanche all’obiettivo precedente, il 2%. “Siamo molto incoraggiati – ha detto Hegseth nella conferenza stampa finale – da ciò che hanno detto, a porte chiuse, molti dei nostri alleati, riconoscendo questa realtà. ‘Rendere di nuovo grande la Nato’, è ciò che il Presidente Trump si era prefissato di fare già nel 2017. La stampa aveva detto che il Presidente Trump stava abbandonando la Nato, che stavamo voltando le spalle ai nostri alleati. Questo è ciò si leggeva nei titoli nel 2017 e nel 2018. Ma cosa è successo realmente? Quella dura discussione ha creato ancora più investimenti, al punto che ora quasi tutti i paesi della Nato stanno raggiungendo l’obiettivo del 2 per cento, che era stato definito eclatante quando lo aveva detto per la prima volta. Ora i paesi europei stanno intensificando gli sforzi, e il presidente Trump continua a suonare il campanello d’allarme per dire che sono necessari ancora più investimenti considerando la situazione in cui siamo”.


“Dovete spendere di più – ha detto il capo del Pentagono rivolto agli europei – per la difesa del vostro paese in questo continente. Questo cambiamento deve avvenire. Il dividendo della pace deve finire”. E a questo punto Hegseth ha introdotto un’altra motivazione di questa richiesta: in sostanza, gli europei devono spendere di più in Europa, dove il nemico è la Russia, perché gli americani non possono farlo, in quanto hanno bisogno di spendere di più nella regione dell’Indo-Pacifico. Un’area geopolitica in cui c’è un “competitor” ormai fortissimo, seconda potenza mondiale, la Cina, che non è ancora un nemico, ma che potrebbe diventarlo presto, se non sarà dissuaso dal farlo. Per questo, c’è bisogno di un sistema di deterrenza basato sugli alleati della regione sostenuti dagli Stati Uniti. “Ci sono autocrati – ha ricordato Hegseth – con ambizioni in tutto il mondo, dalla Russia ai comunisti cinesi”. Per gli europei “investire nella difesa nel Continente (europeo, ndr) ha senso. E ha anche senso, comparativamente e geograficamente, per gli Stati Uniti, insieme agli alleati nel Pacifico, come Giappone, Corea del Sud, Filippine, Australia e altri, investire negli alleati, nei partner e nelle capacità nel Pacifico per una proiezione del potere al servizio della deterrenza. Quell’effetto deterrente nel Pacifico può essere guidato solo dagli Stati Uniti”.


Dall’altra parte, il capo del Pentagono si è trovato a giocare -sebbene in modo altrettanto aggressivo – in difesa, attaccato da molti degli alleati per l’incredibile comportamento del suo capo, Donald Trump, nella telefonata con Vladimir Putin, in cui ha dato quasi per scontata, prima ancora di cominciare i negoziati di pace e sena averne parlato prima con Kiev e con l’Ue, la perdita dei territori ucraini occupati dalla Russia, la rinuncia dell’Ucraina all’adesione alla Nato, la presenza di truppe di peacekeeping solo europee e non americane per garantire la sicurezza dopo il cessate il fuoco (se ci si arriverà). Il capo del Pentagono è stato tempestato dalle critiche dei baltici, della Svezia, della Germania, della Francia e dell’Ue (se si rimane a quello che è stato riferito chiaramente negli incontri stampa), per il fatto che Trump si è lanciato troppo avanti nelle concessioni a Putin, senza consultarsi con l’Ucraina e con gli alleati europei e anzi dando l’impressione di volerli mettere davanti al fatto compiuto, senza d’altra parte ottenere da Putin nient’altro che la promessa del cessate il fuoco. Mark Rutte ha cercato di mediare, come è suo compito; in particolare, durante la sua conferenza stampa finale, ha ricordato che nell’ultimo suo summit la Nato “si è impegnata per la futura adesione dell’Ucraina, ma non è mai stato concordato che una volta iniziati i colloqui di pace, sarebbero finiti con certezza con l’adesione alla Nato” di Kiev.


Hegseth ha difeso a spada tratta Trump, come il più grande negoziatore del Pianeta, ha affermato che Putin lo teme e lo rispetta, perché capisce solo il linguaggio della forza; e che le azioni militari espansive del presidente russo in Ucraina, cominciate nel 2014 con l’occupazione della Crimea, si sono fermate durante i quattro anni della prima presidenza Trump, e sono riprese quando ha lasciato la Casa Bianca. Ora il presidente è tornato, e, ha fatto capire Hegseth, è questo il momento per far ritornare la pace in Ucraina. Loc-Cgi

”Sono solo canzonette”: la terza serata del Festival di Sanremo si è aperta con Edoardo Bennato

”Sono solo canzonette”: la terza serata del Festival di Sanremo si è aperta con Edoardo BennatoSanremo, 13 feb. (askanews) – La terza serata del Festival di Sanremo si è aperta con Edoardo Bennato che ha cantato “Sono solo canzonette”. Il pubblico ha accompagnato l’esibizione con applausi e balli. Carlo Conti – insieme a Bennato – ha lanciato il docufilm in onda su Rai1 mercoledì 19 febbraio.


“Saluto il mio bimbo che ora sta dormendo, ma così da grande potrà vedere la sua mamma”, ha detto la co-conduttrice – una delle tre di stasera – del Festival di Sanremo Miriam Leone, diventata recentemente mamma. In abito a sirena in velluto nero tempestato di grandi perle bianche, ha rivissuto il suo debutto a Miss Italia del 2008, con la gag fatta da Carlo Conte che conduceva il concorso di bellezza nell’edizione che l’attrice ha vinto dando inizio alla sua carriera.