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Meloni al Consiglio d’Europa. Focus sull’Ucraina (e forse la premier vedrà Macron)

Meloni al Consiglio d’Europa. Focus sull’Ucraina (e forse la premier vedrà Macron)Reykjavik, 15 mag. (askanews) – In primo piano ci sarà l’Ucraina. E non potrebbe essere altrimenti visto che è stata proprio la necessità di aumentare la “capacità di contribuire alla nostra sicurezza democratica condivisa” e dare una risposta alla “barbara” aggressione russa, ad aver dato la spinta decisiva per convocare la riunione. Domani a Reykjavik si incontreranno i 46 capi di Stato e di governo che aderiscono al Consiglio d’Europa, di cui non fa più parte proprio Mosca: già il 25 febbraio, poche ore dopo l’invasione dell’Ucraina, il comitato dei ministri del Consiglio ha deciso la sospensione della Russia mentre l’espulsione vera e propria è avvenuta il 16 marzo.

Si tratta del quarto vertice della storia di questa organizzazione, che pure esiste dal 1949. L’ultimo summit di questo livello si è tenuto nel 2005, ben 18 anni fa a Varsavia, peraltro esattamente negli stessi giorni: 16 e 17 maggio. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è attesa – insieme agli altri leader – a partire dalle 17, all’Harpa, la sala concerti e centro congressi che ospiterà il vertice. Ci arriverà con il biglietto da visita di un sostegno all’Ucraina e della collocazione atlantista che sin dall’inizio è stato uno dei capisaldi della politica estera del suo governo, nonostante gli atteggiamenti ambigui dei suoi alleati, in primis della Lega e di Matteo Salvini. Un sostegno che è stato rinsaldato durante la recente visita del presidente Zelensky a Roma durante il tour europeo che lo ha portato anche a Berlino, Parigi e Regno Unito. Momento centrale del vertice sarà la sessione inaugurale che, spiegano fonti italiane, “rappresenta l’occasione per ribadire l’unità intorno ai valori democratici”. Alla cerimonia di apertura interverrà proprio il presidente dell’Ucraina, seguiranno poi i discorsi del presidente francese, Emmanuel Macron, del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del primo ministro britannico, Rishi Sunak. Subito dopo si terranno cinque tavole rotonde che si svolgeranno in contemporanea: la premier parteciperà e interverrà a quella dedicata al “Contrasto alle sfide derivanti dai nuovi diritti umani emergenti”. In serata dovrebbe ripartire alla volta del Giappone per partecipare al G7.

Ma vista la platea dei partecipanti, il vertice sarà occasione anche per incontri bilaterali. Uno tra tutti, quello con il presidente francese Emmanuel Macron che, come confermato anche dall’Eliseo, si dovrebbe tenere nel corso di questa settimana, già a Reykjavik o più probabilmente a margine del vertice dei 7 Grandi ad Hiroshima del prossimo fine settimana. Una opportunità forse di disgelo dopo l’ennesimo scontro tra i due Paesi sul tema dei migranti, alimentato dalle recenti dichiarazioni prima del ministro dell’Interno di Parigi Gerald Darmanin e poi di Stephane Sejournè, capo di Renaissance, il partito di Macron. Accuse di “disumanità” nel gestire la questione che Giorgia Meloni ha bollato come attacchi strumentali fatti a “uso interno”. Ma è sul fronte del sostegno all’Ucraina che il vertice porterà a casa il suo risultato più significativo. Durante la due giorni, come confermato nella dichiarazione congiunta al termine dell’incontro tra Meloni e Zelensky, ci sarà l’annuncio dell’istituzione di un ‘Registro dei danni’ causati dall’aggressione russa in Ucraina. L’accordo – sottolineano fonti italiane – è uno “strumento di cooperazione intergovernativa, aperto anche a Stati terzi”, tanto che ci si attende, tra le altre, anche l’desione di Stati Uniti e Giappone.

Il registro – si rimarca – è un “primo passo verso la creazione di un meccanismo di internazionale di compensazione economica dei danni subiti dall’Ucraina che consentirà di chiamare la Russia a rispondere delle sue responsabilità e una prova concreta di assistenza a Kiev”. Ma ci sono altri due punti che sono stati esplicitati recentemente dalla segretaria generale dell’organizzazione, Marija Pejcinovic Buric. Uno è “il sostegno dell’Ufficio del Procuratore generale nelle indagini sui crimini di guerra e su gravi violazioni dei diritti umani”, l’altro “il sostegno a sforzi internazionali per istituire un Tribunale speciale sul reato di aggressione”. “Il Consiglio d’Europa – ha spiegato – si mobilita e continuerà a mobilitarsi per riconoscere le responsabilità della Russia per i reati e le azioni illegali che ha commesso. Operando insieme, garantiremo che venga fatta giustizia”.

Ma a 18 anni dall’ultimo vertice dei capi di Stato e di governo, il summit di Reykjavik sarà occasione per il Consiglio d’Europa di ripensare se stesso e di proiettare il suo ruolo nel futuro. Negli anni ha spesso scontato la confusione dei non addetti ai lavori con il Consiglio europeo. D’altra parte, il dibattito sul rapporto tra l’organizzazione e le istituzioni di Bruxelles non è nuovo. Già nella riunione di Varsavia, infatti, Jean Claude Junker, all’epoca primo ministro del Lussemburgo, spiegava che “le rivalità tra il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea non hanno ragione di esistere, quando si tratta di istanze fondamentali” e anzi “le due organizzazioni sono “di grande complementarità”. Nel frattempo, però, all’elenco se n’è aggiunta un’altra, che peraltro conta più o meno sull’adesione degli stessi Stati, ossia la Comunità politica europea, nata nel 2022 su proposta di Macron: per il 1 giugno è in programma un vertice e Chisinau, in Moldova. Non a caso, dunque, tra i propositi del vertice di Reykjavik c’è quello di “riorientare la sua missione alla luce delle nuove minacce ai diritti umani, la promozione della democrazia e la tutela dello stato di diritto”.Al termine del vertice verrà adottata una dichiarazione politica, dunque l’Islanda cederà la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa alla Lettonia.

Comunali, Schlein chiama Castelletti che vince a Brescia. A Imperia l’ex ministro Scajola verso la riconferma

Comunali, Schlein chiama Castelletti che vince a Brescia. A Imperia l’ex ministro Scajola verso la riconfermaRoma, 15 mag. (askanews) – Gli scrutini sono ancora in corso, ma alcuni risultati importanti di questa tornata di elezioni comunali già si delineano.

Elly Schlein ha telefonato a Laura Castelletti, la candidata del centrosinistra a sindaco di Brescia, per congratularsi per la vittoria al primo turno. Lo scrutinio è ancora in corso, ma il distacco è ormai incolmabile e la leader Pd ha chiamato per rallegrarsi. La Castelletti succede a Emilio Del Bono, che ha guidato la città dal 2013 ad oggi. A Imperia, l’unico capoluogo di provincia della Liguria chiamato al voto in questa tornata di elezioni amministrative, il sindaco uscente ed ex ministro Claudio Scajola verrà con ogni probabilità riconfermato al primo turno. A 17 sezioni scrutinate su 44, il candidato del centrodestra si attesta al 61,7% delle preferenze, superando di quasi 40 punti percentuali il candidato del centrosinistra Ivan Bracco, che si ferma al 22,3% dei consensi.

A Varese 150 studenti in volo con l’Aeronautica Militare

A Varese 150 studenti in volo con l’Aeronautica MilitareVarese, 15 mag. (askanews) – Circa 150 studenti delle scuole secondarie di Varese hanno avuto la possibilità di volare sugli aerei U-208 del 60° Stormo di Guidonia dell’Aeronautica Militare. Un’esperienza unica, totalmente gratuita, resa possibile dai corsi di Cultura Aeronautica organizzati in tutta Italia dalla Forza Armata.

“Riteniamo opportuno – ha spiegato il Generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio, Comandante delle Scuole e della Terza Regione Aerea dell’Aeronautica Militare – portare la Cultura Aeronautica presso gli istituti e presso i licei per far conoscere il mondo dell’aviazione e, in particolare, dell’Aeronautica Militare ai giovani del nostro Paese che sono, di fatto, il nostro futuro”. Il corso dura due settimane, dopo le lezioni teoriche una verifica determina la gradutaoria e, quindi, chi volerà da passeggero e chi da co-pilota. I più meritevoli, inoltre, parteciperanno a uno stage a Guidonia per volare sugli alianti dell’Aeronautica Militare.

Il Corso di Varese ha avuto, inoltre, la particolarità di essere ospitato sull’aeroporto di Venegono, sede della divisione velivoli di Leonardo. A fare gli onori di casa, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e Riccardo Busca, senior Vice President Operation Procurement and Supply Chain di Leonardo Velivoli. “La Leonardo rappresenta uno dei comparti più importanti della nostra produzione aeronautica nazionale – ha detto Fontana – è importante per il traino che fa sull’economia lombarda e non dimentichiamo che è anche oggetto di continuo studio, di ricerca, d’innovazione e, quindi, è un mezzo anche per guardare al futuro”.

“La divisione velivoli di Leonardo, nella fattispecie – ha aggiunto Busca – è al fianco della nostra Aeronautica Militare per fornire sistemi d’addestramento sempre più evoluti, sempre più all’avanguardia e, quindi, sempre più in grado di mantenere questo livello di eccellenza a livello internazionale”. I corsi di Cultura Aeronautica sono parte integrante del programma del centenario della Forza Armata, per questo alcuni U-208 hanno una speciale livrea commemorativa.

La controffensiva, Kiev: le forze ucraine sono avanzate fino a 2 chilometri intorno a Bakhmut

La controffensiva, Kiev: le forze ucraine sono avanzate fino a 2 chilometri intorno a BakhmutMilano, 15 mag. (askanews) – Negli ultimi due giorni, le forze di difesa dell’Ucraina sono avanzate sui fianchi intorno a Bakhmut per una distanza da 350 metri sino a 2 chilometri in alcuni punti. Lo ha annunciato il portavoce del Gruppo Orientale delle Forze Armate dell’Ucraina, Serhii Cherevaty, in tv secondo quanto riferisce Interfax-Ucraina.

“Tuttavia, il nemico sta resistendo ferocemente. Nella giornata odierna si sono svolti 34 scontri in direzione Bakhmut, il nemico ha sparato contro le nostre posizioni con artiglieria e altro 479 volte. “Ci sono stati 4 raid aerei”, ha detto. Secondo Cherevaty, durante i combattimenti, gli ucraini sono riusciti a uccidere 149 uomini della parte russa, ferirne 160 e altri 6 sono stati catturati. Inoltre, durante il giorno sono stati colpiti 2 veicoli da combattimento di fanteria, 2 veicoli corazzati, 3 droni nemici e un magazzino da campo con munizioni.

Sicurezza, Sala: situazione va letta, se no messaggi fuorvianti

Sicurezza, Sala: situazione va letta, se no messaggi fuorviantiMilano, 15 mag. (askanews) – “Io non sto a commentare le parole del ministro, e quanto ci sia un’emergenza o meno, uno può dire quello che vuole poi ognuno ha poi la propria opinione. La mia opinione è che la situazione va letta, se no passiamo il messaggio, e a qualcuno può far comodo politicamente, che a Milano le violenze a danno di tutti siano continue e costanti, ma a mio giudizio non è così”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riferendo al Consiglio comunale del suo incontro del 10 maggio in Prefettura con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sul tema della sicurezza in città in occasione della riunione del comitato provinciale ordine e sicurezza.

Sala ha invitato a osservare con attenzione alcuni recenti casi di donne vittime di violenza. “È chiaro che dietro questa persona ci sia un disagio e delle problematiche” ha detto riferendosi a una delle vittime di questi fatti. “La donna violentata in ascensore? È chiaro che ai media può fare comodo descriverla come una turista, ma non è così, è una persona con disturbi chiari, conosciuta dalle forze dell’ordine” ha sottolineato riferendosi a un altro caso, anche se “ciò non rende meno grave quanto successo”.

Oltre 7.300 visitatori a “MIxology Experience” a Milano

Oltre 7.300 visitatori a “MIxology Experience” a MilanoMilano, 15 mag. (askanews) – Oltre 7.300 visitatori e più di 160 aziende. Questo il bilancio della seconda edizione di MIxology Experience, il più importante evento italiano dedicato al mondo della mixology e alla “bar industry”, che si è tenuto al Superstudio Maxi di Milano.

“Abbiamo consolidato l’interesse intorno al nostro evento da parte di un pubblico altamente qualificato” ha dichiarato l’organizzatore della manifestazione, Luca Pirola, aggiungendo che “siamo particolarmente soddisfatti per aver saputo mettere insieme piccoli, medi e grandi brand, creando per tutti l’ideale opportunità di matching e business”. “Una fonte di ulteriore soddisfazione è aver ospitato gli internazionali ‘Barback Games’ di Fernet-Branca – ha concluso – aver organizzato con Aibes la prima edizione di “theNextBartender”, la più importante sfida di miscelazione tra le scuole alberghiere per i giovani bartender, e aver garantito alle aziende la nostra piattaforma di “Business Match”, dove hanno potuto condividere e gestire i propri ed i nuovi rapporti commerciali”. Alla manifestazione ha debuttato anche il primo “Speed Round Contest” che ha decretato il bartender più veloce d’Italia del 2023: il napoletano Ciro Adriano de Georgio, che lavora ad Amsterdam. La prossima edizione di MIxology Experience si terrà dal 17 al 19 marzo 2024.

Diplomazia della crescita, Tajani: Olanda partner primario in Ue

Diplomazia della crescita, Tajani: Olanda partner primario in UeRotterdam, 15 mag. (askanews) – Tappa in Olanda per la diplomazia della crescita promossa dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Una missione, quella odierna a Rotterdam, che ha avuto il duplice scopo di rafforzare la collaborazione politica e la cooperazione economica con i Paesi Bassi, primo investitore estero nel nostro Paese, sesto partner commerciale al mondo dell’Italia e settimo mercato di sbocco delle esportazioni italiane, con un interscambio record di oltre 55 miliardi di euro, cresciuto del 27,5% nel 2022. Un rapporto, quello tra i due Paesi, che l’Italia e l’Olanda intendono “rafforzare” – ha detto Tajani -, per consentire alle imprese di crescere e di lasciarsi definitivamente alle spalle le difficoltà create dalla pandemia, seppure in un periodo che vede una sanguinosa guerra alle porte dell’Europa. Incoraggianti, da questo punto di vista, sono state le previsioni di primavera della Commissione europea sulla crescita del Pil italiano nel 2023, che si attesterà intorno all’1,2%, in aumento rispetto allo 0,8% previsto nelle stime invernali. Un dato, ha detto il ministro, che dimostra il buon lavoro fatto dal governo.

Il Business Forum organizzato nella città olandese nell’ambito del Tavolo di dialogo Vanvitelli, a cui hanno partecipato in presenza oltre 50 aziende e molte altre collegate in streaming, nasce dunque con l’obiettivo di procedere sul percorso avviato con la visita a novembre del presidente Sergio Mattarella e proseguito a marzo con l’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro Mark Rutte. Significativa è stata la presenza di tutte le componenti del Sistema Italia economica: grandi aziende, PMI, attori economici e finanziari statali, associazioni di categoria. “Abbiamo deciso di trasformare questo gruppo di lavoro che si riunisce ogni anno in una opportunità per le nostre imprese”, ha spiegato Tajani, individuando nei settori dell’alta tecnologia, dell’agricoltura, dell’agroindustriale e dei semiconduttori, le principali aree di intervento e cooperazione. I rapporti con l’Olanda, d’altra parte, sono “ottimi”. Le imprese italiane presenti nei Paesi Bassi sono 337, con circa 18.000 dipendenti. Sono particolarmente attive nei comparti farmaceutico, manifatturiero e alimentare, e rilevante è il loro apporto al tessuto produttivo locale, con 5,7 miliardi di euro di fatturato. Un numero significativo di aziende italiane è attivo poi in settori come quello energetico, agroindustriale, industriale, infrastrutturale, della moda e dell’arredamento. In generale, le imprese italiane “fanno affari per 220 miliardi l’anno”, ha detto Tajani, avvertendo però che “si può fare di più”, ad esempio aumentando l’interscambio nel grande mercato interno dell’Ue. Una convinzione condivisa dal presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, che nella città olandese ha insistito sulla necessità di incentivare le esportazioni in quei settori che qualificano meglio il Made in Italy: “alimentare, lusso e design”.

Ma il titolare della Farnesina e il suo omologo Wopke Hoekstra – che lo ha accolto al suo arrivo e con il quale Tajani ha avuto anche un incontro bilaterale -, pensano anche a un rafforzamento della cooperazione in altri ambiti, come la “lotta al crimine organizzato, la sicurezza dei porti, la lotta ai prodotti contraffatti”. E il contrasto ai flussi migratori. L’Olanda deve far fronte in particolare a quella che Tajani ha definito una “migrazione secondaria”, ovvero l’arrivo di cittadini già entrati illegalmente in un paese europeo. L’Italia, invece, continua ad essere un Paese di primo approdo, che non può sostenere “da solo” il peso di una situazione “che può peggiorare di giorno in giorno”. “Stiamo discutendo con tutti i nostri alleati europei perché la questione migratoria deve prevedere una strategia a medio e lungo termine in Africa”, ha confermato Tajani a questo proposito. “Per questo abbiamo parlato di un Piano Marshall e un Piano Mattei. Ma l’Italia da sola non basta per affrontare l’emergenza”, ha avvertito, spiegando di avere trovato in Olanda “molta attenzione” sulla “difesa delle frontiere esterne” e sul “coinvolgimento dell’Europa”. “Abbiamo cominciato un dialogo partendo con il piede giusto. Mi sono sembrati molto attenti e non chiusi di fronte alle richieste italiane”, ha insistito il ministro. Il tema resta comunque delicato e con Hoekstra e il suo Paese bisognerà trovare una convergenza nel prossimo futuro: nonostante le rassicurazioni del ministro olandese sulla volontà di collaborare, le distanze con l’Aja sulla gestione dei flussi restano infatti ancora evidenti.

In ogni caso, ha sottolineato Hoekstra, la visita di Mattarella e oggi quella di Tajani dimostrano la “straordinaria amicizia tra Italia e Paesi Bassi”, che hanno “molte più cose in comune, sulle quali costruire”, rispetto ai motivi di “divergenza”, in relazioni bilaterali che restano “eccezionalmente forti”. “E’ molto importante guardare cosa possiamo fare insieme anche su temi internazionali, rispetto ai quali siamo allineati”, ha commentato il ministro, citando la sicurezza in Europa, l’assistenza all’Ucraina e “il modo in cui mantenere sicuro l’Indo-Pacifico e il resto del mondo”. (di Corrado Accaputo)

Icqrf: 56,6 mln hl vino in giacenza (+5,3% su 2022), il 54,9% al Nord

Icqrf: 56,6 mln hl vino in giacenza (+5,3% su 2022), il 54,9% al NordMilano, 15 mag. (askanews) – Al 30 aprile scorso, negli stabilimenti enologici italiani erano presenti 56,6 milioni di ettolitri di vino, 5,6 di mosti e 71mila ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (Vnaif). E’ quanto emerge dal report “Cantina Italia” redatto dall’Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) del Masaf, pubblicato sul sito del ministero, in cui si evidenzia rispetto alla stessa data dello scorso anno, un valore delle giacenze superiore per i vini (+5,3%), inferiori per i mosti (-8,0%) e per i vini in fermentazione (-56,3%). Rispetto al 31 marzo di quest’anno invece, il dato delle giacenze è inferiore per tutte le tipologie di prodotto: vini (-5,6%), mosti (-9,7%) e Vnaif (-32,9%).

Il report precisa inoltre che il 54,9% del vino è detenuto nelle aziende del Nord, prevalentemente in Veneto (il 23,9% del totale nazionale), grazie al significativo contributo delle giacenze delle province di Treviso (10,1%) e Verona (8,2%). Le giacenze al Sud rappresentano il 21,3% delle giacenze complessive, il 14,8% al Centro e il 9% sulle isole. Dopo il Veneto (13.521.057 hl), ci sono la Puglia (7.027.047 hl), l’Emilia Romagna (6.172.509 hl), la Toscana (5.635.544 hl) e il Piemonte (4.431.822 hl). Dopo le provincie di Treviso e Verona, le maggiori per giacenza sono quelle di Chieti, Cuneo e Trapani. Il 52,2% del vino detenuto è a Dop (con una leggera prevalenza per i vini rossi, 50%), il 27% a Igp (sempre con prevalenza del rosso, 59,9%), l’1,3% sono i vini varietali (con in etichetta il vitigno e l’annata ma non il territorio di produzione) e il 19,6% è rappresentato da altri vini. “Nonostante le 526 Indicazioni Geografiche registrate, le giacenze sono molto concentrate – si legge ancora sul sito del Masaf – infatti, le prime 20 denominazioni contribuiscono al 58,9% del totale delle giacenze di vini a IG”.

Sempre alla data del 30 aprile di quest’anno, la maggior parte dei 5,6 milioni di ettolitri di mosti italiani è detenuto nelle regioni del Nord (49,7%) e del Sud (39,6%). Due regioni detengono il 60,3% dei mosti: la Puglia (37,3) e l’Emilia-Romagna (23,0%). Discorso simile per i vini nuovi ancora in fermentazione (70.601 ettolitri), che risultano in giacenza per il 66,9% al Nord, per il 15,6% al Centro, per il 12,1% al Sud e per il rimanente 5,4% nelle Isole.

È uscito il video di “Fragole” di Achille Lauro e Rose Villain

È uscito il video di “Fragole” di Achille Lauro e Rose VillainRoma, 15 mag. (askanews) – È uscito il videoclip di Fragole il nuovo singolo di Achille Lauro e Rose Villain per Elektra Records/Warner Music Italy, già disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali.

Il video, disponibile sul canale YouTube degli artisti, prodotto da Borotalco.tv e diretto da Leandro Manuel Emede, ha come protagonisti Achille Lauro e Rose Villain immersi in un’atmosfera bucolica da tableau vivant, il cui frame iniziale riporta a un vero e proprio déjeuner sur l’herbe dove Achille Lauro è disteso sul prato insieme ad eteree ninfe rurali tra fiori, conigli bianchi, ceste di fragole e bottiglie di champagne. Protagonista con Lauro Rose Villain che appare in sella ad una bicicletta vintage che porta con sé tutta la sua innocenza smaliziata. Un mondo bucolico, felice e leggero quello di Lauro e Rose, sullo sfondo di una cascina vecchio stile, con tavole imbandite di nature morte e un maggiolone total pink vintage, in cui il desiderio privo di giudizio e morbosità emerge dalle loro mosse sensuali e ammiccanti e dalle parole del brano fresco, pop e reggae al tempo stesso, che rimanda a un’estate italiana senza tempo. Fragole, scritto da Lauro De Marinis, Davide Petrella e Simon Pietro Manzari, prodotto da Gow Tribe, Gregorio Calculli e Banf, è il risultato dell’incontro fra i due artisti, una collaborazione nata oltreoceano in cui protagonista è l’eros tout court. Il match tra la carica attrattiva ribelle di Achille Lauro e l’accesa sensualità di Rose Villain crea atmosfere e vibes spregiudicate e accattivanti all’insegna di un sound sexy e chill.

Leonid Sevastianov: o pace Ucraina con Papa o 10 anni come Vietnam

Leonid Sevastianov: o pace Ucraina con Papa o 10 anni come VietnamMilano, 15 mag. (askanews) – O la pace grazie all’aiuto del Papa “o per 10 anni” l’Ucraina sarà come il Vietnam. Lo afferma Leonid Sevastianov, capo dei “Vecchi credenti” in Russia e interlocutore russo del Papa, in una videointervista con askanews, dopo che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato, alla fine della sua visita in Italia, che Kiev “non ha bisogno di mediatori”.

Sevastianov – che, mentre Zelensky si trovava in Italia, dice di essere stato presso l’ambasciata britannica a Mosca a un ricevimento per l’incoronazione di Carlo III – sostiene che “o con l’aiuto del Papa arriviamo alla pace, o per 10 anni sarà un disastro come lo è ora. Non c’è modo che i russi prendano l’Ucraina, non c’è modo che gli ucraini sconfiggano i russi. Sarà per 10 anni come l’Afghanistan, o il Vietnam”. Da notare però che il Vietnam è stato un conflitto lungo è vero, ma che non ha portato la potenza mondiale allora coinvolta sul campo, gli Stati Uniti d’America, a una vittoria. Per Sevastianov i russi stanno cambiando la loro mentalità grazie al Papa e le dichiarazioni del pontefice a Mosca “fanno notizia”. “Non hanno fatto un’offensiva e potrebbero. Dal punto di vista logico-militare, (i russi, ndr) dovrebbero andare a prendere Kiev. Se vuoi finire la guerra devi prendere la capitale. E secondo me (a impedire questo, ndr) è l’influsso del Papa”. E poi aggiunge: “Non c’è un’altro piano. Io non lo vedo”, dice in merito ad altre opere di mediazione, oltre alla “missione” del Papa. “Il piano cinese ha le sue sfumature di natura tattica, il suo approccio politico, invece il piano del Papa è spirituale”, ed è “molto semplice, molto banale. Una tavola rotonda, tutti chiamati a parlare, ognuno esprime le sue paure e desideri e il Papa aiuta ad arrivare a un algoritmo che soddisferà tutti”.

Francesco resta insomma secondo il capo dei vecchi credenti russi un’autorità morale, oggi più influente di prima a Mosca. Da capire cosa potrà essere invece per la parte ucraina, vista la piega presa dopo l’incontro. “Non so cosa sia successo: Zelensky aveva chiesto al Papa di dare aiuto per la pace. Durante l’incontro non ha rifiutato la proposta del Papa. Solo quando è andato via dal Papa, ha fatto questa dichiarazione. È un po’ strano. E soprattutto Zelensky quando ha deciso di incontrare il Papa, conosceva il suo approccio” dice. In Ucraina, in base alle parole di Sevastianov il Papa ha già scongiurato l’idea di un’offensiva su larga scala. “E’ stato gigantesco. Anche all’inizio di quest’anno era molto diversa la situazione (in Russia). Si pensava che ci sarebbe stata una bruttissima offensiva (in Ucraina) e tutto era pronto. Secondo me è stato l’influsso del Papa. E ora deve continuare”. Alla domanda se il Santo Padre abbia scongiurato anche un’offensiva nucleare, Sevastianov risponde “sì”.

Ma quanto può influire davvero Francesco su un presidente che non sente sicuramente il cattolicesimo come la sua religione? “Zelensky non è religioso. Ma anche i russi sono ortodossi, eppure sentono l’influsso del Papa, persona come Nelson Mandela, prossimo premio Nobel per la Pace. Una persona che è il simbolo della pace di oggi e non c’è un’altra persona al mondo così perbene e così umana. Per questo quando il Papa chiama al tavolo, non lo fa come un religioso, ma come un’autorità morale”. Secondo Sevastianov i russi accettano la posizione del Papa non per fede religiosa, ma perché lo sentono come appunto “un’autorità morale”. E invita a cogliere l’opportunità di un Papa ancora in forze e in salute. “O con l’aiuto del Papa arriviamo alla pace o per 10 anni sarà un disastro come lo è adesso. Non c’è modo che i russi prendano l’Ucraina, non c’è modo che gli ucraini sconfiggano i russi. Sarà per 10 anni come l’Afghanistan, o il Vietnam”.

(di Cristina Giuliano)