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Tag: askanews

Ambasciatore Fanara: Dubai è hub per aggredire mercati mondiali

Ambasciatore Fanara: Dubai è hub per aggredire mercati mondialiDubai, 27 apr. (askanews) – Negli Emirati arabi uniti “esportiamo tanto Made in Italy e tante professionalità italiane, ma la grande potenzialità che si dischiude a Dubai è di utilizzare questo Paese come un hub, una piattaforma, per esportare in tutta l’area dall’India all’Asia centrale, fino al Corno d’Africa. Utilizziamo Dubai come piattaforma di lancio per le nostre imprese, per aggredire il mondo e i mercati vicini”, ha dichiarato ad askanews a margine dell’inaugurazione del Dubai Hub for Made in Italy l’ambasciatore italiano presso gli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara.

L’ambasciatore ha tagliato il nastro insieme ad Helal Saeed Al Marri, direttore del dipartimento dell’Economia e membro del Consiglio Esecutivo di Dubai, segnando il primo passo dell’hub per il Made in Italy negli Emirati arabi uniti, gestito da Italiacampm, e che si propone come un ponte per le società italiane che vogliono espandersi in Medio Oriente, Nord Africa e Sud Est Asiatico e nell’ecosistema di business emiratino. “E’ molto importante avere Italiacamp a Dubai perché è un modo per sostenere il Sistema Italia – ha spiegato Fanara – abbiamo insieme la formazione, l’alta università, ma abbiamo anche le imprese, Confindustria con il pieno sostegno del governo italiano e dell’ambasciata italiana. E’ un modo per proiettare al meglio la nostra immagine e le nostre potenzialità e competenze” all’estero.

Bel tempo e caldo fino a sabato, poi un ciclone rovinerà l’1 maggio

Bel tempo e caldo fino a sabato, poi un ciclone rovinerà l’1 maggioRoma, 27 apr. (askanews) – Il caldo ci prova, la siccità del Nord-Ovest continua. In questi ultimi giorni le piogge sono state frequenti e anche intense, ma ancora una volta hanno evitato il secco Nord-Ovest: per quelle regioni assetate, all’orizzonte c’è però un’interessante novità. Nel frattempo, il caldo ci prova e porterà tra oggi e sabato temperature oltre i 30°C in Italia.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma il primo tentativo dell’Anticiclone Africano di portare connotati estivi in Italia. Ci riuscirà solo in parte, mentre scatenerà la canicola infernale in Andalusia con temperature di 12°C oltre la media del periodo. Nella regione di Siviglia sono attesi picchi di 38°C all’ombra, ad aprile, oltre ogni record registrato prima per questo mese. In Italia arriverà invece solo il bordo orientale di questa fiammata calda: sono attesi picchi di 30°C sulle Isole Maggiori, in particolare punte di 32°C all’ombra in Sardegna tra domani e dopodomani. Nelle prossime ore e nei prossimi giorni, dunque, il tempo sarà bello e soleggiato ovunque salvo prime avvisaglie di cambiamento nella giornata di sabato al Nord.

Il cambiamento sarà importante, drastico e foriero di un’importante novità per il Nord-Ovest: da domenica 30 aprile arriverà tanta pioggia, per almeno 2 giorni, dal Piemonte alla Lombardia, dalla Valle d’Aosta alla Liguria, acqua fondamentale per i laghi, le falde idriche e la portata dei fiumi. Dobbiamo ricordare infatti che il Lago di Garda, ad esempio, ha raggiunto il livello più basso dal 1953, mentre la stagione invernale ha lasciato un deficit di neve sulle Alpi del 64%. Numeri allarmanti che continuano a sorprenderci da due anni, in negativo purtroppo: per questo, l’abbondante pioggia attesa tra domenica e lunedì 1 maggio sarà benvenuta al Nord-Ovest. Domenica 30 aprile una perturbazione atlantica raggiungerà l’Italia, causando l’approfondimento di un vortice sul Mar Ligure: le correnti umide meridionali porteranno piogge al Nord-Ovest, poi anche lungo tutto il versante tirrenico, Sardegna compresa; andrà meglio, in una prima fase, sul settore orientale italiano. Nella giornata dell’1 maggio questo vortice diffonderà precipitazioni localmente intense anche verso il resto del Centro-Nord, e poi via via anche verso il Sud.

Al momento, la tendenza meteo vede questo vortice in azione almeno fino a mercoledì 3 maggio, posticipando l’inizio di un’eventuale precoce fase calda estiva (come invece avvenne l’anno scorso con il caldo estremo che iniziò ai primi di maggio): più pioggia e meno caldo è un’equazione che ci piace, anche se purtroppo disturberà un altro periodo festivo lungo. Per l’estate opprimente ed asfissiante c’è ancora tempo, godiamoci queste temperature da clima ‘pre-riscaldamento globale’.

Almeno 15 siriani uccisi in Sudan. Emergency resta aperta con quattro strutture

Almeno 15 siriani uccisi in Sudan. Emergency resta aperta con quattro struttureRoma, 27 apr. (askanews) – Almeno 15 cittadini siriani sono stati uccisi durante scontri armati tra forze rivali in Sudan, ha confermato Bish al Shaar, l’incaricato d’affari dell’ambasciata siriana a Khartoum.

Il ministero degli Esteri siriano ha affermato in precedenza che l’Arabia Saudita, la Giordania e l’Algeria hanno fornito assistenza per l’evacuazione dei cittadini siriani dal Sudan che desideravano lasciare il paese. “Finora, 15 siriani sono stati vittime degli scontri a Khartoum. Non ci sono informazioni sui feriti. Tutti i membri della missione diplomatica stanno bene”, ha detto al Shaar all’emittente siriana Sham FM. Il diplomatico siriano ha spiegato che l’ambasciata, su indicazione del ministero degli Esteri del Paese, ha registrato dall’inizio degli scontri i cittadini che desiderano rientrare in patria. Ha notato che circa 30.000 siriani vivono nel territorio del Sudan. Gli scontri tra l’esercito regolare sudanese e le forze paramilitari sono scoppiati il 15 aprile dopo un lungo periodo di crescenti tensioni all’interno dell’esercito. Il numero delle persone uccise negli scontri ha raggiunto quota 459 e almeno altre 4.072 sono rimaste ferite, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

“Emergency ha quattro strutture attive in Sudan: oltre al Salam Centre” a Khartoum, “c’è un ambulatorio pediatrico in un campo profughi disastrato vicino Khartoum che ospita un milione di persone, a Maio ma abbiamo dovuto chiuderlo subito perché non era più sicuro né raggiungibile; poi si sono altri due ospedali pediatrici, a Port Sudan sul Mar Rosso e a Nyala, nel Darfur. A pieno regime è uno staff importante, 50 internazionali e circa 550 locali”. Lo afferma in un’intervista al Manifesto, Franco Masini, il medico a capo della missione di Emergency nel Paese. “Il problema è stato fin dall’inizio l’organizzazione del personale locale, una buona parte non poteva tornare a casa e così abbiamo creato una specie di accampamento dentro l’ospedale, con materassi dappertutto”, precisa. “Molti altri era impossibile andarli a prendere. Però sono loro che ci stanno dando un grande supporto e ci hanno chiesto di non chiudere, perché l’ospedale è fondamentale. Solo ieri abbiamo avuto tre casi che se non ci fossimo stati sarebbero finiti male. Ma visto che abbiamo ridotto il numero dei pazienti e che permangono rischi nello stare qui, ieri abbiamo lasciato la scelta di restare o partire ai singoli. Siamo rimasti in sette qui a Khartoum, tutti italiani, più una decina di internazionali tra Port Sudan e Nyala. Gli altri ora sono in viaggio verso la Germania”, spiega Masini. “Il timore”, ora, “riguarda le bande armate fuori controllo in cerca di soldi e bottini”, precisa ancora Masini. “Dal nostro responsabile della sicurezza sappiamo di irruzioni e razzie in alcune strutture del centro. È un corollario tipico in questi frangenti. E il disastro come sempre arriverà dopo, se e quando questa roba finirà: quelli che non hanno fatto i controlli né la terapia, quelli che non hanno potuto raggiungerci… Riorganizzare il lavoro sarà dura, peggio che dopo la pandemia. È una guerra questa”, conclude.

Bini Smaghi: il nuovo Patto di stabilità commissaria le politiche di bilancio dei Paesi indebitati

Bini Smaghi: il nuovo Patto di stabilità commissaria le politiche di bilancio dei Paesi indebitatiRoma, 27 apr. (askanews) – “Detto in parole povere, si tratta di un commissariamento della politica di bilancio dei Paesi ad alto debito, in particolare dell’Italia”. È aspro il giudizio che Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del board Bce, esprime in un’intervista a Repubblica sugli annunci della Commissione Ue sul Patto di Stabilità. “Non sarà un negoziato facile, a meno che i governi non accettino di cedere ulteriore sovranità fiscale”, sottolinea.

“La Commissione sostiene che con il nuovo sistema vi è una maggiore titolarità politica dei governi nazionali perché a questi è data facoltà di indicare i percorsi pluriannuali di risanamento”, spiega Bini Smaghi. “In realtà, questi percorsi dovranno essere coerenti con le traiettorie tecniche fornite dalla Commissione stessa: se il Paese non si adegua viene messo automaticamente in procedura per disavanzo eccessivo. I mercati potrebbero reagire negativamente”, commenta l’ex membro del board della Bce.

In Perù è stato dichiarato lo stato d’emergenza alle frontiere per bloccare i migranti

In Perù è stato dichiarato lo stato d’emergenza alle frontiere per bloccare i migrantiRoma, 27 apr. (askanews) – La presidente del Perù Dina Boluarte ha dichiarato lo stato di emergenza alle frontiere ed ha ordinato il dispiegamento dell’esercito per rafforzare i posti di blocco e bloccare i flussi di migranti.

Centinaia di migranti che si sono recati in Cile, principalmente da Haiti e dal Venezuela secondo le Nazioni Unite, stanno cercando di lasciare il Paese e sono bloccati da settimane al confine tra la città peruviana di Tacna (sud) e Arica, nel nord del Cile. Mentre il Cile inasprisce i controlli sull’immigrazione, molti affermano di voler tornare a casa o spostarsi più a nord, negli Stati Uniti. Il governo peruviano ha già inviato 200 poliziotti per rafforzare i valichi di frontiera nel tentativo di frenare la criminalità transnazionale. Ieri, la presidente Dina Boluarte ha dichiarato che i soldati saranno schierati per rafforzare la polizia ai valichi di frontiera con Cile, Bolivia, Brasile, Ecuador e Colombia. “La polizia nazionale manterrà il controllo dell’ordine interno con il sostegno delle forze armate”, ha detto ai giornalisti.

Il governo non ha specificato cosa comporterebbe lo stato di emergenza in termini di restrizioni alle libertà individuali e pubbliche, né per quanto tempo rimarrà in vigore.

Viminale: entro 20 giorni 850 nuovi posti per ridurre la pressione migratoria su Lampedusa

Viminale: entro 20 giorni 850 nuovi posti per ridurre la pressione migratoria su LampedusaMilano, 26 apr. (askanews) – “Sono partiti questa sera dall’hotspot di Lampedusa i primi 400 migranti. I trasferimenti proseguiranno domani e venerdì e riguarderanno altri 2.500 migranti. Queste operazioni sono effettuate grazie alla collaborazione della Marina militare, dell’Aeronautica militare, della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto”. Lo annuncia il Viminale che precisa: “Nell’arco dei prossimi venti giorni saranno attivati 850 nuovi posti di primissima accoglienza per una soluzione strutturale che consenta di ridurre la pressione migratoria sull’isola di Lampedusa e sulla Sicilia orientale”.

Sicurezza sul lavoro, la campagna di comunicazione di Tharsos

Sicurezza sul lavoro, la campagna di comunicazione di TharsosMilano, 26 apr. (askanews) – “Non mi e’ mai successo niente” oppure “E’ inutile segnalarlo, non importa a nessuno”: sono due dei dieci luoghi comuni che i tecnici di una azienda che fornisce consulenza in ambito di sicurezza sui luoghi di lavoro sentono pronunciare ai lavoratori di tutta Italia. All’apparenza dei semplici modi di dire, che pero’ comportano un atteggiamento sbagliato e potenzialmente fatale. Per questo la società torinese Tharsos ha lanciato una campagna, che culminera’ il 28 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sui luoghi di lavoro. Iniziata sui canali social aziendali, in quella data la campagna comparira’ nelle strade di alcune grandi citta’ italiane: Roma, Firenze, Milano, Torino, Vicenza, attraverso l’uso di camion vela che transiteranno in luoghi strategici per diffondere un messaggio di sensibilizzazione.

Tharsos fornisce consulenza in ambito di organizzazione aziendale, sicurezza sui luoghi di lavoro, tutela ambientale, formazione ed energia con un gruppo di 80 tecnici dislocati su tutto il territorio italiano presso le sedi di Torino, Milano, Vicenza, e Firenze con unita’ territoriali a Verona e Catania. Il nostro obiettivo quotidiano, oltre a rendere sicuri e salubri gli ambienti di lavoro, e’ quello di migliorare i comportamenti.

Pd, Borghi spiazza Schlein e va in Iv. Renzi: “Non sarà l’ultimo”

Pd, Borghi spiazza Schlein e va in Iv. Renzi: “Non sarà l’ultimo”Roma, 26 apr. (askanews) – Stavolta il divorzio è più doloroso, l’uscita di Enrico Borghi non è come quella di Giuseppe Fioroni e Andrea Marcucci, dirigenti che già da tempo erano considerati con un piede fuori dal partito. Elly Schlein tace, anche se in colloqui riservati è apparsa rammaricata della scelta. La segretaria non si capacita delle motivazioni di Borghi, “ho tenuto sulla guerra in Ucraina, sul termovalorizzatore, ho detto che sono disponibile a ragionare sui temi sensibili…”. I suoi, i pochi che – a microfoni spenti – commentano, cercano di minimizzare, ma basta la reazione del capogruppo in Senato Francesco Boccia a far capire che questo nuovo addio mette in subbuglio il partito: “Sono amareggiato sul piano personale e deluso sul piano politico”, commenta, aggiungendo la richiesta di dimettersi dal Copasir dove era entrato in quota Pd.

Il fatto è che Borghi avrà pure deciso in assoluta solitudine, come pare, e forse anche per “valutazioni personali”, come dicono tanti. Ma il senatore alla fine può essere di fatto l’apripista di un mondo che fatica a riconoscersi nel “Nuovo Pd”, come pronostica Matteo Renzi (“Non sarà l’ultimo”) e come cominciano a temere anche nell’ala moderata del partito. Non a caso Lorenzo Guerini invita a non sottovalutare quello che è successo, anche se chiede di non drammatizzare. “La verità – dice un esponente della minoranza – è che potrebbe non essere un caso isolato. C’è parecchio malessere per come Schlein sta gestendo questa fase”. Pesano le scelte sulla segreteria, sui capigruppo, ma anche una linea politica che molti considerano troppo sbilanciata sulle piazze e su temi di bandiera. Nessuno pensa che ci possano essere altre uscite a breve, anche l’area ex lettiana – ora “neo-ulivisti” – a cui Borghi apparteneva ha subito preso le distanze: “La decisione del senatore Borghi di abbandonare il gruppo del Pd in Senato è un gesto di gravità inaudita. Non saranno gesti isolati come questo – dice Marco Meloni – a frenare il percorso di crescita e cambiamento che fa del Pd, in una logica di apertura e pluralismo, il perno di una coalizione di centrosinistra progressista e riformista”.

Parole simili le pronuncia Anna Ascani: “La decisione del senatore Enrico Borghi di dire addio al Pd è un errore, un errore grave. Le parole che ha utilizzato richiamano la caricatura del Pd che spesso viene riportata dalla destra”. Anche Giuseppe Provenzano, che è in segreteria come responsabile esteri, rilancia la stessa critica: “Dispiace che Borghi usi le stesse parole della destra per criticare il Pd”. E’ però un fatto che le prese di posizione della segretaria sulla maternità surrogata, per esempio, abbiano suscitato molte perplessità tra i cattolici del partito, e non solo. Come è vero che in tanti, anche nella maggioranza, sollecitano una maggiore presenza del partito sui temi più caldi dell’agenda politica, a cominciare da quelli economici.

In generale, riaffiora quel dibattito sulla natura del Pd che aveva dominato le primarie e che poi è stato un po accantonato dopo l’elezione di Schlein: essere ancora un partito che guarda sia al centro che a sinistra, coltivare in qualche modo una “vocazione maggioritaria” come diceva Bonaccini durante la campagna per il congresso, o scegliere nettamente una ricollocazione più tradizionalmente di sinistra? Durante la direzione dello scorso giovedì, raccontano, è stata Laura Boldrini – per esempio – a rilanciare la seconda tesi: “Di fronte a loro che fanno la ‘destra-destra’ noi dobbiamo essere la ‘sinistra-sinistra’”, sarebbe stato il ragionamento. E un dirigente della sinistra Pd oggi, quando gli si chiedeva dell’addio di Borghi rispondeva: “L’importante è che ieri a Milano Schlein è stata accolta in trionfo. Quello è il nostro mondo”. Giudizio simile a quello che Marco Furfaro consegna a SkyTg24: “Prima delle primarie del 26 febbraio, il Pd era ai minimi storici, alcuni commentatori davano persino a rischio l’esistenza del Pd. Oggi il Pd è il primo partito dell’opposizione, è cresciuto di 5-6 punti nei sondaggi, è un partito che viene applaudito come ieri a Milano con Schlein e non contestato. Mi spiace ma Borghi è poco comprensibile rispetto al fatto che il Pd si stia restringendo…”.

Ma, appunto, è questo che allarma l’ala riformista, che pure critica Borghi. “La piazza di Milano non basta”, dicono in diversi. Schlein deve fare attenzione, non deve sottovalutare il disagio, è il ragionamento. Anche se nessuno per ora appoggia la mossa di Borghi: vero che c’è la tentazione in qualcuno della sinistra di cambiare il Dna del Pd, indiscutibile che serva attenzione ad un profilo più “riformista”, tanto più con la crisi del Terzo polo. Ma “sta anche a noi far vivere il pluralismo in questo partito. Non si può gettare la spugna subito”. Fatto sta che l’addio di Borghi è forse il segnale che la tregua post-primarie si va esaurendo.

Pnrr, Decaro (Anci): bene impegno governo su soluzioni per asili nido

Pnrr, Decaro (Anci): bene impegno governo su soluzioni per asili nidoRoma, 26 apr. (askanews) – “Abbiamo ascoltato con attenzione le parole con le quali il ministro Fitto ha illustrato alla Camera lo stato di avanzamento della misura del Pnrr destinata a garantire alle famiglie italiane 264 mila nuovi posti negli asili nido. È un obiettivo che l’Italia non può mancare e al quale i Comuni non sono disposti a rinunciare. Per questo prendiamo atto dell’impegno assunto oggi dal governo davanti al Parlamento di ‘salvare gli asili nido’, come ha detto il ministro”. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha commentato l’informativa resa oggi in Parlamento dal ministro Fitto a proposito della realizzazione dei progetti del Pnrr.

“Fin dal primo giorno l’Anci ha segnalato le criticità che potevano mettere a rischio la realizzazione di questo importante piano. Come oggi ha confermato il ministro, fin dall’inizio ci sono stati ritardi nella procedura per l’individuazione degli interventi da finanziare. Successivamente, i Comuni titolari degli interventi hanno dovuto aspettare quattro mesi prima che fosse possibile sottoscrivere le convenzioni con il Ministero, e da quel momento sono stati concessi loro solo sei mesi per redigere i progetti, attivare le procedure di gara e aggiudicare i lavori. Non ci risulta ci sia un particolare allarme in merito alle scadenze, quindi chiediamo nel dialogo costruttivo con il governo , di verificare le attività dei singoli comuni e di gestire con flessibilità le date intermedie del cronoprogramma”, ha aggiunto. “Come siamo stati puntuali nel denunciare i problemi così saremo disponibili a individuare in uno spirito di collaborazione istituzionale tutte le soluzioni possibili. Per noi è inaccettabile anche solo l’idea che si rinunci a un obiettivo così importante per le famiglie italiane”, ha concluso il presidente dell’Anci.

Usa-Sudcorea decidono rafforzamento deterrenza estesa

Usa-Sudcorea decidono rafforzamento deterrenza estesaRoma, 26 apr. (askanews) – Stati uniti e Corea del Sud hanno concordato un rafforzamento deciso della loro collaborazione nel campo della sicurezza, irrobustendo la loro deterrenza estesa e istituendo un meccanismo di intensa consultazione rispetto alla minaccia nucleare nordcoreana. L’hanno annunciato alla fine del loro vertice odierno il presidente Usa Joe Biden e il leader sudcoreano Yoon Suk-yeol.

“I nostri due paesi hanno deciso di rafforzare in modo significativo la deterrenza estesa contro le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord, in modo da poter raggiungere la pace attraverso la superiorità di forze schiaccianti e non una falsa pace basata sulla buona volontà”, Yoon ha detto durante la conferenza stampa congiunta dopo il vertice tra i due presidenti. Il dispiegamento di risorse strategiche statunitensi nella penisola coreana sarà su base “regolare”, ha aggiunto il presidente sudcoreano.

Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno anche deciso di stabilire consultazioni bilaterali immediate tra i presidenti in caso di attacco nucleare da parte della Corea del Nord, ha affermato Yoon.