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Il MAUTO di Torino, museo che guarda al futuro e alle comunità

Il MAUTO di Torino, museo che guarda al futuro e alle comunitàTorino, 4 feb. (askanews) – Un museo in forte crescita, che rappresenta una delle forme di creatività italiana più apprezzate nel mondo e che vuole essere anche uno spazio di comunità. Il MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino ha chiuso il 2024 con il suo miglior risultato di sempre, oltre 388mila visitatori e ha presentato la programmazione del 2025 all’insegna di storia, design, arte e futuro. La direttrice Lorenza Bravetta ci ha raccontato che museo vuole essere il MAUTO. “Un museo – ha detto ad askanews – che mi auguro si possa definire contemporaneo, che parla di automobile: l’automobile è nel DNA di questa città, di questo Paese, ma è anche uno strumento eccezionale per parlare di storie e di cultura del Novecento. Quindi attraverso l’automobile, il MAUTO intende aprire a una contaminazione continua multidisciplinare che possa davvero trasformare il museo in un punto di incontro di saperi, di conoscenze e anche di persone che con esperienze diverse vengono a viverne in questo luogo”.


Le automobili, ovviamente, sono il cuore della collezione del museo, e in mostra se ne trovano moltissime. Ma quello che più colpisce è l’avere inserito questo percorso in un contesto di racconto che è più ampio, che ovviamente prende in considerazione la storia e il costume, ma guarda al presente e alle persone. “Il fatto di dialogare con la comunità a partire dalla comunità di prossimità, ma anche guardando fuori da Torino e fuori dall’Italia – ha aggiunto la direttrice – è necessario per continuare a crescere. Senza dialogo e senza comunità non andremmo da nessuna parte”.E la comunità a cui guarda il MAUTO è fatta anche dagli italiani che vivono all’estero, ma che nella storia della cultura automobilistica ritrovano un’appartenenza. “Senz’altro raccontiamo l’Italia e soprattutto questo museo crea dei ponti tra le culture, riallaccia dei legami con italiani che in Italia non stanno più e che ne vedono un fiore all’occhiello e anche un motivo di orgoglio nella loro italianità. Quindi senz’altro c’è il ruolo di diplomazia culturale, l’utilizzo della cultura dell’automobile come asset del soft power è una delle nostre priorità”.


Tra mostre di arte contemporanea e una squadra curatoriale variegata e ricca, il MAUTO appare oggi un luogo interessante e vivo che, partendo da una storia precisa, sa però declinarla all’insegna di una intrigante multidisciplinarietà. 

Tre giorni nel segno della speranza: il festival New York Encounter

Tre giorni nel segno della speranza: il festival New York EncounterNew York, 4 feb. (askanews) – Una tre giorni che, ogni anno, porta nel cuore di New York City la possibilità di incontrarsi, dialogare e scoprire nuovi percorsi, nel segno della speranza. Il 14 febbraio si apre una nuova edizione, la 17esima, di New York Encounter, che comprende mostre, spettacoli, performance, convegni e incontri per riconnettere tra loro le persone.


A guidare il progetto c’è un italiano d’America, Riro Maniscalco, presidente del New York Encounter, a cui abbiamo chiesto cosa si aspetta da questa nuova edizione: “Vorrei – ci ha risposto dalla sua casa in Minnesota – che succedesse un punto di certezza, cioè che la speranza che tutta questa vita frammentata e soprattutto in questi anni di vita sociale molto turbolenta negli Stati Uniti d’America, che tutto imbocchi una strada in cui la possibilità della convivenza e del reciproco arricchimento attraverso la diversità, attraverso la differenza di idee, di opinioni, eccetera, è possibile”. Non si tratta quindi di indicare strade alternative, ma, in qualche misura, di mostrare che queste sono già qui e sono legate alle persone. “Questa speranza – ha aggiunto l’organizzatore – ha già una carne, ha già una consistenza, ha dei volti umani, ha delle storie in questo mondo, quindi ha una credibilità e una percorribilità”.


L’evento ha una forte connotazione di spiritualità e religiosità ed è frequentato anche da vescovi e cardinali, con uno spirito che parte dal tema dell’accoglienza. “New York Encounter, oserei dire – ha concluso Maniscalco – è cattolico nel senso vero della parola, cioè universale: è una casa che apre la porta a tutti i viandanti. Quest’anno abbiamo preso spunto da Dante, dalla ‘Vita nuova’ di Dante, ‘Here begins a new life’, qui comincia una vita nuova. E all’Encounter può comincia una vita nuova, perché c’è la possibilità di scoprire magari un percorso che non si conosceva”. Il festival si tiene dal 14 al 16 febbraio al Metropolitan Pavillion a Midtown a New York.

Med Wind modello per la giusta transizione energetica

Med Wind modello per la giusta transizione energeticaRoma, 4 feb. (askanews) – Come utilizzare al meglio le potenzialità delle rinnovabili rispettando, allo stesso tempo, in maniera concreta ed eticamente sostenibile, gli ecosistemi terrestri, marini e le comunità locali interessate dai progetti? Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo, che sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani, è già un modello nelle strategie di sviluppo di una giusta transizione energetica per l’Italia. Un obiettivo che deve essere perseguito con una visione sistemica, promuovendo una crescita compatibile con l’ambiente e favorendo la democrazia energetica sui territori.


Grazie alle preliminari indagini ambientali, condotte con il supporto della Marina Militare e con il coinvolgimento della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, unitamente alle indagini geofisiche, geotecniche e archeologiche, è stato possibile individuare l’area idonea ad ospitare l’impianto galleggiante Med Wind progettato da Renexia. La mappa tridimensionale, elaborata dalle indagini batimetriche, ha reso possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dell’ambiente circostante. Inoltre, grazie all’innovativa tecnologia “floating”, l’installazione delle strutture eoliche non comportano trivellazioni del fondale marino ma impiegano un sistema di ormeggi. I dati dello Studio di Impatto Ambientale, realizzato dal RINA, sono stati presentati all’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e Renexia, che si è svolto oggi a Roma presso la Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli e in diretta streaming su Radio Radicale, con l’event partnership di Seas Geosciences. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, Next Gen.


Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde): “Le transizioni ecologica e digitale sono una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica, superare i combustibili fossili e percorrere l’obiettivo dell’indipendenza energetica per l’Italia. Proprio la diffusione, attenta e sostenibile, dell’eolico offshore può conciliare l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalle coste, cogliendo l’opportunità di creare in quelle zone aree protette che favoriscano il ripopolamento e il recupero degli habitat, la conservazione delle risorse biologiche marine, mirando al rispetto della biodiversità che li popolano, a partire dai cetacei e dall’avifauna che li sorvola lungo le rotte migratorie. È importante che la realizzazione di questo impianto eolico offshore galleggiante sia stato preceduto da un’accurata validazione scientifica, assicurata dai ricercatori dell’Anton Dohrn. Le scelte virtuose rappresentano il tassello fondamentale per percorrere la giusta transizione energetica, capace di soddisfare le necessità di resilienza e sostenibilità. Occorre dimostrare che le rinnovabili possono essere realizzate in modo da garantire sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica”. Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “Siamo veramente orgogliosi di aver illustrato lo Studio di Impatto Ambientale del nostro progetto Med Wind. Per Renexia è stato un investimento complessivo di circa 42 milioni di euro, uno dei più rilevanti in assoluto in questo ambito. È fondamentale porre delle basi solide per concretizzare un parco da 3 GW come Med Wind che assicurerà il 3% del fabbisogno energetico nazionale, evitando milioni di tonnellate di emissioni climalteranti. Oltre che su ambiente e transizione energetica, le ricadute positive si inquadrano anche dal punto di vista industriale, siamo di fronte alla possibilità di dare il via a una filiera nazionale industriale specializzata nell’eolico, rivolta anche ai mercati internazionali. La fabbrica di turbine a cui stiamo lavorando va proprio in tale direzione: creare una grande industria eolica italiana e far crescere l’occupazione”.


Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica): “L’eolico off-shore è uno dei grandi filoni di produzione, anche di elevate quantità di energia, per un Paese immerso nel Mediterraneo con aree a forte ventosità. La nostra programmazione di scenario al 2040 affida a questa tecnologia un ruolo fondamentale per rispondere alla crescente domanda di energia. Dobbiamo accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione, che possono anche creare le condizioni per la piena tutela delle aree marine e della biodiversità del nostro Paese. Dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità, unendo la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle rinnovabili”. Tatjana Hema (Coordinatrice UNEP / MAP, Piano d’azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) ha sottolineato: “La regione del Mediterraneo si sta avviando verso una nuova era di energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico. Le energie rinnovabili marine e eoliche offshore possono avere un grande potenziale nel contribuire a questo impegno. L’UNEP/MAP sta esplorando da vicino le opportunità future per garantire che i possibili impatti negativi sull’ambiente marino e costiero siano meglio conosciuti e che le misure siano adottate in modo tempestivo per minimizzarli. Il successo dipende da politiche forti, collaborazione regionale e pratiche sostenibili. Abbracciando l’innovazione e lavorando insieme, possiamo creare un futuro energetico più pulito e resiliente, che salvaguardi i nostri mari, stimoli la crescita economica e garantisca un futuro migliore per le generazioni a venire”.


Roberto Danovaro (Professore all’Università Politecnica delle Marche e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione UniVerde) ha ricordato che “l’eolico offshore galleggiante rappresenta un’opportunità unica per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza energetica per il nostro Paese. Questa tecnologia è in grado di coniugare la produzione di energia pulita a basso costo con la protezione dell’ambiente”. La relazione sulle indagini per l’elaborazione dello Studio di Impatto Ambientale, relativo all’installazione dei generatori eolici galleggianti dell’impianto Med Wind, è stata presentata da Silvio Greco (Vicepresidente della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli) che ha illustrato le evidenze scaturite dalla campagna di ricerca, durata circa 18 mesi, condotta nello Stretto di Sicilia. Il tratto di mare esplorato ha mostrato ai ricercatori ambienti unici per l’abbondanza e la ricchezza di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabile in altri tratti del Mediterraneo. Le particolari condizioni oceanografiche dell’area permettono la crescita rigogliosa di magnifiche foreste sottomarine. In particolare, le indagini batimetriche, eseguite con un sofisticato ecoscandaglio multifascio, hanno permesso di elaborare una dettagliata mappa tridimensionale del fondale, eseguendo le esplorazioni con un veicolo robotico subacqueo dotato di telecamere ad altissima definizione. Dalle ricerche è emerso un biota in larga parte mai osservato prima e alcune varietà di flora e fauna marine potrebbero rivelarsi nuove specie. Tuttavia, in alcuni tratti di mare sono molto evidenti i segni lasciati nel corso degli anni da attività di pesca illegale che hanno aperto profonde ferite sul fondale, distruggendo e spazzando via moltissimi coralli che avevano impiegato migliaia di anni per crescere. Oltre la campagna di ricerca, quella oceanografica, durata circa due mesi, e ulteriori 12 mesi di ricerche relative all’avifauna, ai cetacei e ai rettili marini. Sono state inoltre eseguite campagne di pesca sperimentale e studi mirati sul marine litter dell’area. Le indagini condotte hanno visto impegnati i ricercatori e i tecnici della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli insieme ai colleghi delle Università di Messina, Palermo, Genova e del CNR di Capo Granitola, con il coordinamento scientifico del prof. Greco Identificando il posizionamento ideale dei generatori galleggianti, le turbine di Med Wind potranno essere installate in mare aperto, evitando impatti paesaggistici, in siti marini che non minacciano gli habitat e le rotte migratorie, ad ampio sfruttamento delle risorse eoliche per massimizzare le prestazioni del parco offshore che assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno. Paolo Casciotti (Presidente di Seas Geosciences e General Manager di Marine Services Sealaska) ha spiegato: “Seas Geosciences condivide i valori e le priorità di Renexia ed è lieta di collaborare al progetto Med Wind che, peraltro, benefici alle comunità locali. Il team di esperti di geoscienze e ingegneria sottomarina di Seas è specializzato nel lavorare in modo efficiente e sicuro in acque profonde, per acquisire informazioni geotecniche. I nostri metodi di campionamento innovativi, con sistemi unici e gestiti da remoto, per studiare l’ambiente sottomarino, oltre alla capacità di lavorare in acque con profondità superiori a 900 metri, consentiranno a Renexia di definire e progettare i sistemi di ancoraggio più appropriati per le turbine e garantire la massima attenzione all’ecosistema circostante”. Inoltre, come parte di Woocheen, Seas trae ispirazione dall’eredità condivisa dei 26.000 azionisti nativi dell’Alaska di Sealaska, la cui gente ha vissuto in relazione con la terra e l’oceano per 10.000 anni: “Questa connessione, nel corso dei millenni, informa l’attenzione dell’azienda sulla salute degli oceani. Inoltre, i profitti di Seas sostengono direttamente le comunità native dell’Alaska con borse di studio, opportunità economiche, rivitalizzazione della cultura e della lingua indigena e molto altro”. Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato presentato da Andrea Giovanetti (Health, Safety and Environment Project Management RINA). L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Gianfranco Pellegrino (Professore di Filosofia Politica presso l’Università Luiss Guido Carli) che ha dichiarato: “La sostenibilità è un ecosistema che necessita di un equilibrio tra diversi fattori e dimensioni. Gli studi di impatto ambientale, come quello presentato oggi, sono importanti per preservare tale bilanciamento. Nell’ospitare questo evento, la Luiss conferma, ancora una volta, il proprio impegno concreto per la sostenibilità, ponendo l’attenzione sulla necessità di sviluppare nuovi modelli per affrontare le sfide della transizione energetica ed ecologica”. Alla tavola rotonda, moderata da Donatella Bianchi (Giornalista e conduttrice televisiva), sono inoltre intervenuti: Roberto Bardari (Commissario Referente del Gruppo Istruttori eolici offshore presso la Commissione tecnica PNRR-PNIEC, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha descritto “lo stato dell’arte sulle istanze in Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e in scoping di impianti eolici offshore in trattazione ed esitatati dalla Commissione Tecnica PNRR-PNIEC del MASE”. Gaetano Armao (Presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana) ha ribadito l’importanza di “puntare sull’eolico marino galleggiante quale opportunità per alleggerire la pressione sulla terraferma, risparmiare sulle bollette energetiche a beneficio dei cittadini e per consentire alla Sicilia di diventare sempre più l’hub energetico rinnovabile del Mediterraneo”. Giuseppe Onufrio (Direttore di Greenpeace Italia): “L’eolico galleggiante rappresenta una delle pochissime nuove tecnologie che possono dare un contributo rilevante per contrastare la crisi del clima globale. È una importante opportunità di sviluppo industriale che, con opportuna pianificazione, può essere associata alla riduzione degli impatti sull’ecosistema marino. Il progetto in discussione dà la possibilità di far partire con il piede giusto questa tecnologia così promettente”. Nella realizzazione del pionieristico progetto, che prevede un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, nell’arco di vita dell’impianto, Renexia ha adottato fin da subito un modello basato sull’inclusione e il dialogo con le comunità locali. Fin dalle prime fasi, è stato sviluppato con un approccio partecipativo, coinvolgendo istituzioni, associazioni e stakeholder locali per garantire la massima trasparenza e compatibilità con il territorio. Tra le principali iniziative promosse, l’importante collaborazione con il settore della pesca: il player ha infatti attivato un tavolo tecnico con pescatori e associazioni di categoria per mitigare l’impatto delle attività offshore e sviluppare programmi a lungo termine di supporto al comparto. Attraverso protocolli d’intesa con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind promuove altresì la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali, garantendo opportunità lavorative qualificate, non solo nella fase realizzativa ma anche per le attività di manutenzione nei 25 anni previsti dalla concessione.

Legno arredo: fatturato alla produzione 2024 cala a 51,6 mld (-3,1%)

Legno arredo: fatturato alla produzione 2024 cala a 51,6 mld (-3,1%)Milano, 4 feb. (askanews) – Il 2024 della filiera legno-arredo si chiude con un fatturato alla produzione pari a 51,6 miliardi di euro, in flessione del 3,1% (53,2 miliardi nel 2023) in continuità con la normalizzazione avviatasi nel 2023, dopo due anni di grande crescita per il settore. A dirlo sono i preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo su dati Istat. Una flessione che riguarda le vendite sul mercato interno pari a 32,2 miliardi di euro che costituiscono oltre il 60% del giro d’affari complessivo e registrano un -3,5%, dovuto in gran parte alla riduzione degli incentivi fiscali previsti negli anni precedenti. L’export, che rappresenta il 38% del fatturato totale della filiera, chiude a -2,3% con un valore pari a 19,4 miliardi di euro. Il saldo commerciale della filiera sfiora gli 8 miliardi di euro (era di 8,4 miliardi nel 2023).


I dati dell’export, per il macrosistema arredamento, flettono meno rispetto al mercato nazionale: secondo i preconsuntivi, il macrosistema arredamento chiude infatti il 2024 con circa 27,5 miliardi di euro di fatturato, pari a un -2,5% sul 2023 quando aveva toccato i 28,2 miliardi di euro. Una flessione dovuta in minor parte all’andamento dell’export (-2,1%) con un valore di 14,3 miliardi sui 14,7 del 2023, ma soprattutto alle minori vendite sul mercato italiano (-2,8%) che arriva a 13,1 miliardi di euro, contro i 13,5 del 2023. Il saldo commerciale si attesta sui 9,2 miliardi di euro, contro i 9,6 del 2023. Se il 2023 si era chiuso con una contrazione del -4% delle esportazioni, nel 2024 questa flessione risulta di intensità inferiore (-2,1%) determinata soprattutto – come evidenzia l’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024 – dalla contrazione verso la Francia, (-3,6%) che si conferma comunque il primo mercato per il nostro design con un valore di 1,96 miliardi di euro. Pesanti le perdite di export verso la Cina (-17,9%) che vale 313,5 milioni di euro. L’Italia si conferma comunque primo fornitore per il mercato cinese. La Germania, terzo mercato, (-3,6%) vale 1,1 miliardi di euro. Risultano stazionari gli Stati Uniti, secondo mercato di riferimento, che registrano un +2% e toccano un valore di 1,4 miliardi di euro, ma che già a fine anno potrebbero chiudere in negativo. A contenere la contrazione del macrosistema arredamento sono soprattutto le maggiori esportazioni verso Emirati Arabi Uniti (+21,6% per 317,6 milioni di euro), che registrano un trend positivo per il quarto anno consecutivo, e l’Arabia Saudita (+22,8%), al tredicesimo posto, che vale 193,5 milioni di euro. Il macrosistema legno – escluso commercio legno pari a 3,6 miliardi di euro – che nel 2023 aveva registrato una flessione a doppia cifra, nel 2024 subisce ancora una diminuzione del fatturato (-5,6%), seppur più contenuta, attestandosi a 20,5 miliardi di euro. Contrazione determinata in larga parte dal mercato nazionale (-6,5%) che contribuisce per oltre il 75% al fatturato totale, toccando i 15,6 miliardi di euro. L’export (24% del totale) si attesta a poco meno di 5 miliardi di euro, con una flessione del 2,6% sul 2023. Dall’analisi dei flussi commerciali nel periodo gennaio-ottobre 2024, in particolare si segnala la Germania (-11,4% a 588 milioni di euro) e il Regno Unito (-11,3% a 452 milioni di euro): Stati Uniti in crescita (+9,6% a 366 milioni di euro) ma a fine anno potrebbe peggiorare, mentre la Francia risulta pressoché stabile (-1,8% a 657 milioni di euro), ma con ragionevoli possibilità che la chiusura d’anno potrebbe essere peggiore. L’andamento negativo ha interessato tutti i sistemi seppur con variazioni differenti tra di loro.


Tra le prime cinque destinazioni della filiera sono sempre gli Usa a performare meglio, in base all’analisi dei flussi commerciali del periodo gennaio-ottobre 2024, con un +3,5% per un valore di quasi 1,8 miliardi di euro. Già a fine anno la situazione potrebbe tornare a essere negativa o nella migliore delle ipotesi stabilizzarsi. In flessione Francia, primo Paese nella top ten, che registra un -3,2% e vale 2,6 miliardi di euro, mentre la Germania con -6,4% e il Regno Unito con -7,9% fotografano la complessità del momento. La Spagna scende in sesta posizione, con un trend stazionario e valori simili a quelli della Svizzera che occupa la quinta posizione. Crescono ancora gli Emirati Arabi Uniti con un +21,7% (67 milioni di euro in più rispetto al 2023) che si collocano al decimo posto, con un valore pari a 376 milioni di euro; l’Arabia Saudita si piazza al quattordicesimo posto con una crescita del 25,9% (47,4 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo 2023) per un valore di 230 milioni di euro

Pompei, visitatori crescono indipendentemente da nuove scoperte

Pompei, visitatori crescono indipendentemente da nuove scoperteNapoli, 4 feb. (askanews) – “Il futuro di Pompei è fuori Pompei”. Si potrebbe sintetizzare così la consapevolezza e la scelta di indirizzo che il Parco sta assumendo sempre più nelle sue scelte strategiche di azione e di attività di scavo indirizzate verso il territorio esterno alle mura della città antica di Pompei. In supporto a quest’orientamento arrivano i risultati di una recente ricerca interdisciplinare condotta dall’università di Salerno in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e pubblicata sull’ultimo numero della rivista Valori e Valutazioni circa la correlazione tra nuove campagne di scavo e aumento dei flussi turistici. Gli autori non hanno trovato alcuna relazione statisticamente rilevante tra i due fattori, sebbene nel 2024 il sito di Pompei abbia superato, per la prima volta nella storia, i 4 milioni di ingressi. La decisione di visitare il sito Unesco dipenderebbe da altri fattori, molti dei quali hanno a che fare con trend globali, con l’economia e le crisi internazionali. Anche grandi interventi di restauro e importanti riaperture di domus e quartieri della città antica non avrebbero prodotto un effetto misurabile sul numero degli accessi. Secondo lo stesso studio, nuovi scavi possono, invece, indurre una crescita sostanziale in siti poco sviluppati, come quelli nel territorio dell’antica Pompei, come ad esempio lo scavo di Civita Giuliana dove si sta portando alla luce una grande villa con un quartiere servile di dimensioni senza paragoni nei paraggi. Lo scavo viene condotto in collaborazione con la procura della Repubblica di Torre Annunziata che, nel 2017, aveva fermato gli scavatori clandestini che saccheggiavano la villa da anni. Il ministero della Cultura, su richiesta della direzione del Parco, ha stanziato già i fondi per continuare gli scavi in questo sito e per avviare un progetto di restauro, accessibilità e apertura al pubblico. (segue)

Nasce un nuovo polo di produzione e distribuzione di vino e olio

Nasce un nuovo polo di produzione e distribuzione di vino e olioMilano, 4 feb. (askanews) – Gruppo Meregalli crea un nuovo polo agroalimentare in società con Gruppo Verdore di proprietà della famiglia Gestri, che si propone di diventare un punto di riferimento nella produzione e distribuzione di vino e olio di qualità. Gruppo Verdore, già proprietario dal 2022 della Cantina Gualdo del Re e di altre realtà nel settore agroalimentare, oggi entra in società con Tenuta Fertuna, già di proprietà di Gruppo Meregalli. “Verdore e Meregalli – si legge in una nota – si occuperanno rispettivamente della parte produttiva e di quella commerciale, in cui Meregalli metterà a servizio del polo la propria leadership storica e lo specifico ‘know-how’”.


“Tenuta Fertuna grazie alla creazione di questo polo si avvarrà delle competenze di un Gruppo oggi concentrato anche sulla produzione agroalimentare: le reciproche competenze, commerciali e produttive, siamo certi permetteranno importanti economie di scala nonché daranno una forte accelerazione rispetto agli obiettivi prefissati” ha commentato Corrado Mapelli, DG di Gruppo Meregalli, precisando che la nuova realtà nasce con l’obiettivo “di rispondere alle sfide globali del settore, creando un sistema integrato che vada dalla produzione alla distribuzione, puntando su pratiche agricole sostenibili, tecnologie avanzate e trasparenza della fi liera produttiva”. “Unendo le proprie competenze, Meregalli e Verdore potranno continuare a garantire prodotti di eccellenza a un mercato sempre più attento, esigente e in continua espansione” si legge ancora nel comunicato, in cui il GM di Gruppo Verdore, Vincenzo Panza, ha sottolineato che “siamo certi che la creazione di questo nuovo polo, con un partner leader nella distribuzione, porterà a importanti sinergie che consentiranno di ottimizzare i processi produttivi e di distribuzione. Ciò ci permetterà – ha concluso – di servire il mercato con un sempre più alto livello qualitativo di prodotto e servizio, in grado di incontrare le richieste della clientela più esigente”.


Il nuovo polo punta a diventare un attore chiave nel panorama agroalimentare italiano, con ambiziosi piani di espansione e innovazione. “L’espansione verrà raggiunta con l’incremento della filiera, oggi circoscritta al mondo del vino e al comparto oleario, ampliando la rete di prodotti al fine di garantire un’offerta diversificata. L’innovazione invece toccherà gli investimenti in ricerca e sviluppo per introdurre nuove linee alimentari che rispondano alle prossime esigenze dei consumatori, sempre più articolate”. “L’Italia è stata fonte di tanti acquisti da parte di stranieri anche nell’agroalimentare, siamo felici quindi di poter dare il nostro contributo in Italia investendo in un settore che per motivi turistici, di produzione e di Doc e Dop non potrà mai essere staccato dal nostro territorio” ha aggiunto Marcello Meregalli, AD di Gruppo Meregalli, mentre Mauro Gestri, founder di Gruppo Verdore ha chiosato rimarcando che “le potenzialità del settore agroalimentare nel nostro Paese sono vaste e intendiamo coglierle”.

Meloni: materie STEM strategiche per vincere sfida competenze

Meloni: materie STEM strategiche per vincere sfida competenzeMilano, 4 feb. (askanews) – “Vincere la sfida delle competenze è decisivo per costruire una Nazione sempre più competitiva e protagonista delle grandi trasformazioni della nostra epoca. È un traguardo che possiamo raggiungere solo se siamo capaci di fare gioco di squadra, coinvolgendo in questa missione le famiglie, la scuola, le università, le imprese, gli ordini professionali, i luoghi di cultura e i mezzi di comunicazione”. È quanto dichiara la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione della Settimana nazionale delle discipline STEM (4-11 febbraio 2025), istituita con la legge 24 novembre 2023, n. 187: “È un’iniziativa nella quale crediamo fortemente, perché riteniamo strategico per il futuro della Nazione far crescere nelle giovani generazioni l’interesse nei confronti delle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, discipline sempre più al centro dei cambiamenti che i nostri sistemi economici, sociali e produttivi stanno attraversando”.


Meloni cita la Banca Mondiale, per la quale “l’80% della ricchezza delle Nazioni più avanzate è rappresentata dal sapere. In questo scenario, le materie STEM stanno assumendo un ruolo sempre più determinante e offrono grandi opportunità e prospettive. Purtroppo, in Italia gli indicatori descrivono un disallineamento tra domanda e offerta. Per l’Istat solo un quarto dei laureati italiani tra i 25 e i 34 anni ha studiato materie STEM, e le imprese italiane dichiarano di avere difficoltà a trovare profili professionali con preparazione in queste discipline”. E assicura: “Il Governo è determinato ad invertire questa tendenza, e ha già compiuto i primi passi in questa direzione. Mi riferisco, ad esempio, alla riforma dell’istruzione tecnico-professionale per creare un collegamento stabile e strutturale tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, gli ITS e le filiere produttive; all’istituzione del Liceo del Made in Italy che abbraccia materie umanistiche e materie STEM; agli incentivi per favorire l’assunzione in azienda dei titolari di contratti di ricerca e ricercatori o alle risorse stanziate per l’orientamento e il piano lauree scientifiche. C’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo convinti che il cammino intrapreso sia quello giusto”. E conclude: “Credere nel futuro dell’Italia vuol dire anche lavorare per formare le professioni e i professionisti del domani, contribuendo così a risvegliare quel coraggio e quella capacità di osare che sono innati nel nostro popolo e che hanno consentito alla nostra Nazione di diventare quello che è”.

Salone Mobile, Porro: dazi preoccupano, importante Europa resti unita

Salone Mobile, Porro: dazi preoccupano, importante Europa resti unitaMilano, 4 feb. (askanews) – “I dazi sono sicuramente una preoccupazione. In questo momento noi abbiamo la presidenza dell’Associazione europea dei produttori di arredo, European furniture association, e per noi è molto importante in questo momento stare uniti come Europa”. Lo ha detto la presidente del Salone del Mobile, Maria Porro, parlando a margine della presentazione della prossima edizione della kermesse dedicata al legno e arredo.


“Esprimiamo con il made in Italy e con le regole che ci sono in Europa una qualità altissima che nessun altro Stato al mondo esprime – ha aggiunto – e dobbiamo tenere la testa alta e difendere questo valore che abbiamo costruito in tantissimi anni e secoli di storia di arredo e design italiano”.

Federlegno, Feltrin: dazi questione importante, Ue tenga alta la guardia

Federlegno, Feltrin: dazi questione importante, Ue tenga alta la guardiaMilano, 4 feb. (askanews) – “La questione dazi è importante” e in questo contesto l’Europa deve tenere “alta la guardia”. A dirlo il presidente di Federlegno Arredo, Claudio Feltrin, a margine della conferenza stampa di presentazione del Salone del Mobile.


“Da parte nostra un dazio del 10% verso l’America sarebbe sicuramente un danno importante, perché l’America è l’unico mercato che tra i primi 10 ha fatto il segno più nel 2024. La preoccupazione indiretta è quella invece che la chiusura dell’America al prodotto cinese, provochi da parte dei cinesi la ricerca di mercati alternativi e quindi possano sbarcare in Europa senza delle regole adeguate – ha spiegato – Quindi qui l’appello è all’Europa che stia molto su con la guardia, perché se lascia entrare il produttore cinese per il nostro settore ma anche per altri, sicuramente porterà delle problematiche non indifferenti”. Feltrin nel suo ragionamento ha tuttavia espresso parole di cauto ottimismo: “Gli scenari cambiano rapidamente di giorno in giorno quindi, se questa domanda me la faceva la scorsa settimana eravamo preoccupatissimi perché sapevamo che potevano arrivare, però non si sapeva l’atteggiamento di come sarebbero stati usati – ha spiegato – Adesso diciamo con quello che è successo negli ultimi due giorni ci fa capire che forse il dazio è un po’ sbandierato per fare un po’ paura, per mettersi al tavolo con una forza contrattuale di un certo tipo”.

Liguria, Paita (Iv): declassamento porti Spezia e Savona inspiegabile

Liguria, Paita (Iv): declassamento porti Spezia e Savona inspiegabileRoma, 4 feb. (askanews) – “La recente riorganizzazione nazionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha inspiegabilmente declassato la direzione regionale della Liguria e degli uffici della Spezia e Savona”, ricollocando “in quarta fascia la direzione ligure, sebbene dal 2001, anno di istituzione dell’Agenzia delle Dogane, essa sia sempre stata posta nella prima fascia”. Lo afferma la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia viva, che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro dei Trasporti.


“La direzione ligure è stata superata da Direzioni Territoriali come quelle del Veneto e Friuli Venezia Giulia, dell’Emilia Romagna e Marche nonché del Lazio e Abruzzo che gestiscono, attraverso i propri uffici operativi, traffici commerciali nemmeno lontanamente paragonabili a quelli di competenza della Direzione Regionale della Liguria”, spiega Paita. “Il declassamento rischia di portare profonde conseguenze negative all’economia ligure, a cause di scelte che, visti i dati, appaiono incomprensibili e privi di qualsiasi ratio: il Ministro esponga rapidamente la ragione che si cela dietro il declassamento della direzione regionale della Liguria e gli uffici della Spezia e Savona, che mette a rischio una delle economie maggiormente virtuose e profittevoli del nostro Paese. Quello che appare evidente è che al Mit a trazione leghista la Liguria non interessa”, aggiunge.