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Nexi, protocollo con la Polizia di Stato contro le frodi digitali

Nexi, protocollo con la Polizia di Stato contro le frodi digitaliRoma, 16 dic. (askanews) – Nexi e la Polizia di Stato hanno firmato un protocollo per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici nel settore finanziario italiano, mentre il crescente utilizzo di sistemi digitali sui pagamenti implica anche un aumento delle frodi con questi sistemi. La cerimonia si è svolta questa mattina a Roma, presso la sede del Centro Studi Americani.


In Italia, nel 2023, i pagamenti digitali hanno rappresentato circa il 35% del valore totale dei consumi, in continua crescita, riporta un comunicato congiunto di Nexi e e Polizia di Stato. Inoltre, è sempre più diffusa la modalità contactless, sia con carte fisiche che con dispositivi (smartphone o smartwatch) dotati di tecnologia Nfc. Negli ultimi anni è cresciuto anche il numero e il livello delle minacce informatiche. Nexi ricorda di essere è da sempre impegnata per la prevenzione e il contrasto degli attacchi e per la protezione dei clienti dalle frodi online. Oltre ad investire nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie e servizi sempre più innovativi ed evoluti, Nexi unisce le proprie forze a quelle del settore e delle istituzioni per aumentare la consapevolezza dei clienti e sensibilizzarli ad un uso sicuro degli strumenti e dei canali digitali.


Secondo Fabio Bernasconi, vice capo del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria della Banca d’Italia, il contrasto delle frodi nell’utilizzo dei pagamenti elettronici è una parte importante dell’operato dell’istituzione, anche attraverso iniziative di educazione finanziaria – come la recente campagna ‘Occhio alle Truffe’ realizzata congiuntamente con le associazioni dei consumatori – volte ad agevolare i cittadini a riconoscere le truffe e a conoscere gli strumenti di tutela, quali gli esposti e l’Arbitro Bancario Finanziario. Sui pagamenti digitali “il tasso di frode non è particolarmente rilevante ed è in discesa allo 0,014%, ma crescendo i pagamenti cresce anche il rischio di frode – ha detto Bernasconi -: ogni 100mila clienti ci sono 2700 frodi, e l’importo delle frodi è in diminuzione a circa 80 euro, perché si usano pagamenti elettronici anche per importi più piccoli”.


“Il contributo delle Istituzioni, in particolare della Polizia di Stato, ai progetti di prevenzione per la sensibilizzazione degli utenti, come il video podcast ‘Non Cliccare Qui’ – secondo Luigi Rinella, direttore centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica – è un modo nuovo di interpretare il partenariato per la prevenzione e il contrasto delle frodi. Nexi riveste un ruolo di fondamentale importanza ed è un punto di riferimento per le attività di polizia. Con la firma del protocollo di intesa si è rinnovato e rafforzato un rapporto professionale consolidato nel tempo che ha tra gli obiettivi principali quello della tutela del sistema economico del Paese dei cittadini”. L’amministratore delegato di Nexi, Bernardo Mingrone ha rivendicato come la società “in qualità di PayTech leader in Europa è da sempre impegnata a offrire un sistema sicuro, tempestivo ed efficiente, che risponda prontamente alle esigenze dei nostri clienti. Siamo qui oggi perché crediamo fermamente che la sicurezza e la fiducia degli utenti siano due pilastri fondamentali per una sempre maggiore diffusione dei pagamenti digitali ed è su questo fronte che siamo al fianco delle nostre Banche Partner e collaboriamo attivamente con le istituzioni. Siamo quindi molto orgogliosi del protocollo di intesa con la Polizia di Stato perché è un passo importante che testimonia il nostro impegno nella lotta contro il crimine informatico per una maggiore consapevolezza a tutela dei consumatori”.


I sistemi di Nexi monitorano in tempo reale una media di 1,5 milioni di transazioni ogni ora, analizzando in pochi millisecondi un ampio raggio di parametri per ciascuna di esse, come il luogo in cui vengono effettuate, il dispositivo utilizzato per l’autorizzazione, l’orario, l’importo e la frequenza. Capacità e velocità di calcolo che sono oggi ancora più veloci ed efficienti grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale e ad un team di oltre 100 esperti data scientist e analisti che possiedono le competenze necessarie per garantire la stabilità e la sicurezza del sistema, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sviluppare tecnologie in grado di prevenire ogni genere di frode e analizzare e gestire quelle intercettate. L’incontro di questa mattina è stato anche l’occasione per parlare di educazione e sensibilizzazione dei consumatori con Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha collaborato con Nexi alla realizzazione di “Non Cliccare Qui”, serie di video podcast prodotta da Will Media e disponibile sulle piattaforme digitali. Il progetto, fortemente voluto da Nexi, coinvolge vari attori che ogni giorno sono impegnati nella difesa del consumatore, a partire dalle associazioni, i giornalisti e le Forze dell’Ordine. Perché per costruire un ecosistema solido occorre lavorare in sinergia, un approccio che permette di affrontare le sfide globali con una visione integrata. “Con il videopodcast ‘Non Cliccare Qui’ – commenta Massimiliano Dona – ci siamo posti l’obiettivo di informare e educare l’ascoltatore sulle principali tipologie di frodi online utilizzando un linguaggio semplice e diretto. Durante le puntate abbiamo raccontato, insieme agli ospiti che sono venuti a trovarci, le dinamiche e le leve psicologiche tipiche delle truffe online, la cui conoscenza e comprensione rappresenta una importante arma di difesa a disposizione del consumatore”.

Ue, Consiglio Esteri: esordio di Kallas su Siria, Ucraina e Georgia

Ue, Consiglio Esteri: esordio di Kallas su Siria, Ucraina e GeorgiaBruxelles, 16 dic. (askanews) – L’Ue deve prendere contatto a livello diplomatico con il nuovo governo che si è inseditao in Siria, guidato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, dopo la caduta del regime di Bashar al Assad, e decidere a che livello stabilire le relazioni con il nuovo regime, anche tenendo conto du quello che faranno tutti gli attori regionali arabi, la Turchia e gli Stati Uniti, perché “la Siria affronta un futuro ottimista, positivo ma piuttosto incerto e dobbiamo assicurarci che vada nella giusta direzione” Lo ha affermato stamattina Kaja Kallas, parlando alla stampa stamattina all’arrivo al suo primo Consiglio affari esteri che presiederà come nuova Alta Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue.


Durante la riunione ministeriale, ha detto Kallas, “affronteremo tre argomenti principali: prima la Siria, poi l’Ucraina e poi la Georgia. Per quanto riguarda la Siria, sabato ero in Giordania – ha ricordato – a un incontro con le nazioni arabe, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, per discutere i principi dell’impegno con la nuova leadership della Siria, cosa ci si aspetta da loro. Penso che sia molto importante che gli attori regionali e quelli internazionali vedano la situazione allo stesso modo, e vogliano che questo paese sia stabile e pacifico, compreso il governo in carica. Penso che fosse importante concordare su questi principi”. “Ho anche incaricato i più importanti diplomatici europei in Siria – ha riferito l’Alta Rappresentante – di andare a Damasco per stabilire contatti con il nuovo governo e la gente del posto. Quindi, oggi discuteremo nel Consiglio per gli Affari esteri su come impegnarci con la nuova leadership della Siria e a quale livello impegnarci con loro, e naturalmente quali altri passi siamo disposti a compiere se vediamo che la Siria va nella giusta direzione”.


“Sull’Ucraina – ha aggiunto Kallas -, i ministri degli Esteri oggi adotteranno il 15° pacchetto di sanzioni” contro la Russia e gli altro attori che hanno responsabilità nella guerra di aggressione ruussa. Il pacchetto “include sanzioni alla flotta ombra” che aggira le sanzioni contro il petrolio russo, “e ai funzionari della Corea del Nord e alle aziende cinesi che stanno consentendo questa guerra. Inviamo un messaggio chiaro, che chiunque consenta a questa guerra di continuare deve pagare un prezzo”. A un giornalista che chiedeva se si parlerà del possibile invio di contingenti militari europei per mantenimento della pace in Ucraina, nel caso in cui vi sia un cessate il fuoco con la Russia (un’ipotesi di alcuni leader dell’Ue parleranno a una cena informale alla Nato mercoledì), l’Alta Rappresentante ha risposto: “Beh, prima deve esserci la pace, per poter inviare le forze di mantenimento della pace; e la Russia non vuole la pace, questo è molto chiaro”. Kallas ha citato a questo punto un’intervista di una settimana fa di Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri russo, a Tucker Carlson dell’AP: “Se guardate l’intervista – ha detto -, è chiaro che non hanno fatto un passo indietro dai loro obiettivi, quindi non possiamo discuterne”.


I ministri degli Esteri discuteranno infine “sugli sviluppi che stiamo vedendo in questo momento in Georgia, che non stanno andando nella giusta direzione”, ovvero “nella direzione in cui dovrebbe andare un paese candidati. Perciò discuteremo – ha spiegato l’Alta Rappresentante – quali sono le conseguenze per il governo georgiano che usa la repressione e tutti gli strumenti che sta usando contro l’opposizione nel Paese. Che cosa possiamo fare dalla parte europea? Una questione è ovviamente quella delle sanzioni, e l’altra è anche limitare il regime dei visti” che permettono a queste persone di viaggiare nell’Ue. Su questo punto, come è noto, c’è un problema perché l’Ungheria è assolutamente contraria a sanzionare la Georgia. “Abbiamo avuto delle discussioni e ovviamente – ha detto Kallas – siamo 27 democrazie con le loro idee, quindi ci vuole tempo, ma sì, abbiamo proposto l’elenco per queste persone da sanzionare, persone che usano davvero la forza e la violenza contro l’opposizione, e stiamo anche discutendo del regimi dei visti, di come eventualmente limitarli” per le persone responsabili, “e se decidere di incaricare la Commissione europea di elaborare quella proposta”.


La lista delle sanzioni, ha precisato, “è già stata proposta, la discussione non più tanto su questo, ma tutti devono essere d’accordo sulla lista, quindi non ci siamo ancora. Vedremo se ci arriveremo, e che cosa succederà alle elezioni presidenziali, poi la presidente (quella attuale, Salomé Zourabichvili, ndr) è in carica e fino al 29 dicembre: potrebbe succedere molto nel frattempo”. Tornando sulla Siria, in risposta alle domande dei giornalisti, Kallas ha spiegato che “prima dobbiamo discutere a quale livello ci impegnamo con la nuova leadership siriana, e poi che tipo di misure siamo disposti a prendere per avere relazioni con loro”. Perché, ha sottolinetao, “per noi non sono solo le parole che contano, ma vogliamo vedere i fatti andare nella giusta direzione: non è solo quello che dicono, ma anche quello che fanno. Penso che le prossime settimane e mesi mostreranno se andranno nella giusta direzione e penso che allora saremo anche aperti a discutere i prossimi passi”. L’Alta rappresentante ha poi osservato che non è vero che l’Ue si stia muovendo troppo lentamente riguardo all’evolvere della situazione in Siria: “Penso che siamo stati molto rapidi in questo processo. Voglio dire, sabato ero in Giordania e abbiamo discusso con i Paesi arabi, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, su come impegnarci e quali sono le condizioni per impegnarci, e quello che ci attendiamo” con il nuovo regime siriano. “E penso che sia molto importante che abbiamo la stessa visione del quadro della situazione, perché sono importanti non solo gli attori internazionali, ma anche gli attori regionali. Penso che non possiamo lasciare un vuoto, e che non l’abbiamo fatto. Voglio dire: il nostro diplomatico più importante in Siria andrà a Damasco oggi, avrà i contatti lì e discuteremo anche con i ministri degli Esteri su quale sarà il livello di impegno e come procedere da qui in avanti. Quindi, penso che in termini di funzionamento normale dell’Unione europea siamo stati piuttosto rapidi”. Quanto al messaggio ai siriani riguardo al ruolo della Russia e dell’Iran, che si sono improvvisamente e inaspettatamente disimpegnati dal sostegno al regime di Assad, determinandone la caduta, Kallas ha rilevato che questo “mostra chiaramente a tutti, e possiamo anche parlarne liberamente, che, sapete, Russia e Iran non sono vostri amici, non vi aiutano se siete nei guai. Hanno abbandonato il regime di Assad, e questo è un messaggio molto chiaro, che mostra che sono indeboliti, e penso – ha concluso – che questo sia un messaggio positivo per il mondo”.

Valente (ASI), l’Italia è una potenza spaziale a tutti gli effetti

Valente (ASI), l’Italia è una potenza spaziale a tutti gli effettiRoma, 16 dic. (askanews) – “Oggi ricordiamo i 60 anni del lancio del San Marco 1 costruito e lanciato da un team di italiani e questo ha fatto dell’Italia il terzo Paese al mondo a lanciare un satellite nello spazio dopo Stati Uniti e Russia. I 60 anni rappresentano l’ingresso ufficiale dell’Italia nello spazio, reso possibile dalla lungimiranza del prof. Broglio che è stato in grado di costruire una scuola che ancora oggi ha i propri allievi. Da allora il sistema italiano dello spazio è cresciuto, si è consolidato e oggi l’Italia è in grado di coprire tutti i domini che sono importanti: dall’osservazione della terra all’esplorazione umana e robotica, alle telecomunicazioni, alla navigazione, l’accesso allo spazio e tutto ciò che riguarda lo studio per l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche. E questo grazie a un ecosistema integrato che vede università, enti di ricerca e imprese – grandi, piccole, medie e startup – in grado di collaborare insieme. La via italiana allo spazio c’è, è tangibile e ci viene riconosciuta a livello internazionale. L’Italia è una potenza spaziale a tutti gli effetti”. Lo ha detto il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Teodoro Valente aprendo l’evento “60 Anni dell’Italia nello Spazio: dal lancio del Satellite San Marco alla corsa alla Luna e a Marte”, organizzato dall’ASI a Roma per celebrare la quarta Giornata Nazionale dello Spazio.


In ambito nazionale Valente ha ricordato programmi di punta ad esempio nella difesa planetaria con il telescopio FlyEye o il primo programma demo sull’orbiting services, il programma Iride nel campo dell’osservazione della Terra. In ambito europeo, l’Italia che “è sostanzialmente il secondo contributore” Esa, è impegnata nei moduli per la stazione spaziale cislunare Gateway, nel programma di telecomunicazioni Moonlight, nella missione ExoMars. “Tutto quello che noi facciamo, lo facciamo per migliorare la qualità della vita dei cittadini sia nel contesto europeo che in quello internazionale, con due parole chiave: la sicurezza e la sostenibilità” ha detto Valente ricordando il contributo dello spazio alla gestione delle emergenze, al monitoraggio ambientale, all’agricoltura, alle telecomunicazioni, “con un occhio attento alle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale e il quantum computing”. “Con l’impegno da parte nostra – ha aggiunto – di operare per un uso pacifico dello spazio che non vuol dire non tenere in considerazione che lo spazio ha caratteristiche duali che non sono più trascurabili”. A questo proposito Valente ha ricordato che “dal 2026 l’Italia coordinerà i lavori del Copuos, l’organismo delle Nazioni Unite destinato a individuare linee guida e azioni operative per un uso pacifico dello spazio”.


Infine, il presidente dell’Asi ha evidenziato il ruolo importante che avrà la base dell’Agenzia a Malindi in Kenya che “rappresenterà un hub nel continente africano per il Piano Mattei per l’Africa”.

Mattarella: Italia credibile per la ricerca della pace e la difesa dei diritti

Mattarella: Italia credibile per la ricerca della pace e la difesa dei dirittiRoma, 16 dic. (askanews) – “Lo sforzo incessante della nostra azione è stato diretto a prevenire i conflitti, a elaborare soluzioni idonee a ricostruire il capitale di fiducia tra gli Stati, oggi pericolosamente eroso. Questo ha consentito alla Repubblica di acquisire influenza e credibilità, in numerosi organismi multilaterali, a partire dalle Nazioni Unite, strumento ampiamente imperfetto ma prezioso”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo alla XVII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia.


Mattarella ha ricordato che la “paziente e determinata ricerca della pace, difesa dei diritti inviolabili della persona, capacità di sintesi tra le posizioni dei nostri principali partner sui temi prioritari dell’agenda globale, sono gli sforzi evidenti, messi in campo anche nell’esercizio della Presidenza del G7”.

Cimolai, in 2024 +20% ricavi a 350 mln, ebitda sale oltre i 30 mln

Cimolai, in 2024 +20% ricavi a 350 mln, ebitda sale oltre i 30 mlnRoma, 16 dic. (askanews) – Cimolai – il gruppo tricolore della grande carpenteria in acciaio – prosegue il percorso di rilancio confermando l’andamento positivo del 2024 e delle previsioni per il 2025. Il Consiglio di Amministrazione di Cimolai SpA, riunitosi il 13 dicembre sotto la presidenza di Marco Sciarra, ha esaminato i dati di prechiusura dell’esercizio 2024 e approvato il budget per l’anno 2025.


I dati finanziari – informa una nota dell’azienda friulana di Pordenone – registrano ottime performance dei principali indicatori: oltre 350 milioni di euro di ricavi nel 2024, in crescita del 20% sull’esercizio 2023, EBITDA oltre i 30 milioni di euro, superiore rispetto alle previsioni del Piano, utile netto di circa 13 milioni di euro, e posizione finanziaria netta, comprensiva del debito concordatario, decisamente migliore di quanto previsto dal piano concordatario. Positive anche le previsioni sui risultati prospettici per il 2025, con stime di ricavi allineate al 2024 per circa 360 milioni di euro, EBITDA superiore ai 30 milioni di euro. Il portafoglio ordini, in crescita, si attesta a oltre 850 milioni di euro, garantisce la copertura dei volumi a budget per il 2025 e circa il 65% del 2026.


Questi “significativi e positivi” risultati sono stati raggiunti dalla Società grazie anche ai numerosi progetti di ottimizzazione produttiva e finanziaria lanciati nel corso del 2024. Numerosi i progetti Cimolai attualmente in corso in tutto il mondo, tra cui: l’ELT (Extremely Large Telescope), il telescopio più grande del pianeta nel deserto cileno di Atacama, il lotto 2 della linea 17 della Metropolitana di Parigi, la nuova Torre Piloti di Genova, l’Ospedale Borgo Roma di Verona, la nuova stazione di Sesto San Giovanni, oltre ai lavori sulla Statale 106 Jonica ed i viadotti ferroviari della linea Napoli-Bari tra il tratto Frasso-Telese. Tra le ultime acquisizioni, la partecipazione di Cimolai al progetto per la realizzazione delle strutture metalliche per le sottostazioni destinate alla conversione della corrente alternata generata dai parchi eolici nel Mare del Nord e la firma di un importante accordo per la realizzazione di moduli per la liquefazione del gas destinati ai mercati esteri.


Il Presidente Marco Sciarra dichiara: “I risultati raggiunti rappresentano una conferma positiva che stiamo lavorando bene e con determinazione per consolidare la ripresa dell’azienda. Guardiamo con fiducia al futuro con obiettivi di crescita ambiziosi per il 2025 e il 2026. La forza di Cimolai risiede nella capacità di adattarsi ad un mercato in continua evoluzione, valorizzando le competenze delle nostre persone capaci di operare in tutto il mondo, investendo altresì in innovazione sostenibile”.

Eataly e Cirfood diventano soci dell’associazione Aigrim-Fipe

Eataly e Cirfood diventano soci dell’associazione Aigrim-FipeMilano, 16 dic. (askanews) – Eataly e CirFood Retail entrano in Aigrim-Fipe, l’associazione delle imprese di grande ristorazione e servizi multilocalizzate costituita all’interno di Fipe-Confcommercio.


“Questo importante sviluppo si inserisce nel percorso di rafforzamento dell’associazione già avviato con la nomina dei nuovi vertici direttivi – si legge nella nota – Lo scorso mese, infatti, Aigrim-Fipe ha eletto Riccardo Orlandi come nuovo presidente, affiancato da Corrado Cagnola nel ruolo di vicepresidente”. Il primo consiglio direttivo con i nuovi vertici ha approvato all’unanimità l’ingresso dei due nuovi soci: Eataly si unisce all’associazione con il suo modello che integra distribuzione, produzione, ristorazione e formazione, con oltre 50 punti vendita in 15 Paesi e più di 5.000 dipendenti. CirFood Retail, nata nel 2019 come società specializzata nella ristorazione commerciale, porta con sé un portfolio di marchi come Antica Focacceria S. Francesco, Kalamaro Piadinaro e Poormanger.


“Gli ingressi di Eataly e CirFood Retail in Aigrim-Fipe costituiscono un importante rafforzamento della base associativa – ha commentato Orlandi – I due nuovi soci portano con sé un bagaglio di competenze e valori che rappresentano il meglio della ristorazione italiana: da un lato, un made in Italy dalla visione globale, dall’altro, la capacità di innovare e offrire format diversificati vicini alle esigenze dei consumatori nel Paese. Siamo convinti che questo assetto rinnovato offrirà opportunità di crescita e sinergie per tutti i nostri associati, dimostrando la giusta direzione in cui stiamo andando. Quella di una rete forte, presente e in grado di incidere concretamente e positivamente sul comparto nazionale”.

Arik Bendaud: “Quando in Israele dici Italia è la parola magica”

Arik Bendaud: “Quando in Israele dici Italia è la parola magica”Roma, 16 dic. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Arik Bendaud, 45 anni, romano, senior manager nel settore high-tech negli ultimi 15 anni e ora consulente per start-up, sposato con una cittadina olandese e padre di quattro figli, è il presidente del Comites Tel Aviv, conosciuto e stimato tra gli ‘Italkim’ in Israele. I Comites (Comitati per gli italiani all’estero) sono organismi rappresentativi eletti direttamente dai connazionali residenti all’estero, in ciascuna circoscrizione consolare ove risiedono almeno 3 mila connazionali registrati all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Askanews ha incontrato Arik (da remoto) e lui ci ha raccontato la sua storia.


Quando sei arrivato in Israele? Quando ti sei trasferito? ‘Nel 2008, per ragioni personali, ho deciso di prendere una pausa. Vivevo a Roma, ero commercialista, avevo una vita impostata e pensavo di conoscere già la mia strada. Poi però ho sentito il bisogno di staccare da tutto, di prendere una pausa appunto. Nel maggio 2008 ho deciso di partire per Israele con l’idea di tornare a Roma alla fine dell’estate, per riprendere la mia vita di sempre. E invece sono venuto qui e non sono più tornato. Ho preso tutt’altra direzione’.


Trasferitomi, ‘ho prima lavorato nel trading finanziario, ma il mio sogno era entrare nell’high-tech. Ho lavorato nell’high-tech per una società chiamata ironSource; ho iniziato nel 2013 e l’ho lasciata nel gennaio 2023, quasi dieci anni dopo. Una società che era una start-up di 60 persone quando sono stato assunto, e sette anni dopo, quando ci siamo quotati in borsa sul Nasdaq, eravamo già oltre mille. Ho lavorato nell’ambito commerciale e finanziario; ho avuto diversi ruoli di rilievo gestendo diverse decine di persone. Ho fatto la mia carriera in quella società, poi ho lavorato in un’altra start-up in ambito medico – Tytocare – e poi adesso ho iniziato un’attività autonoma perché faccio consulenza ad alcune start-up italiane e israeliane in ambito high-tech, per sfruttare un po’ quelle che sono le mie varie conoscenze degli ultimi 15 anni’. Parlaci della comunità italiana in Israele.


‘La comunità italiana in Israele è abbastanza grande ed è in continua crescita. Noi siamo il Comites più grande dell’Asia, con oltre 19 mila iscritti (all’Aire), e poi c’è il Comites di Gerusalemme con circa 3 mila. Ovviamente in questi numeri ci sono anche molti italiani per discendenza. Io sono qui da sedici anni e mezzo e la tendenza è in crescita: due o tre anni fa circa eravamo 17.700. Poi la recente legge, che prevede sanzioni per i non iscritti all’Aire, ha spinto in qualche modo la gente a registrarsi e in tanti si sono registrati. Inoltre in questi anni ho visto tanti ragazzi che dall’Italia sono venuti qui, dopo il liceo e l’università, per cercare lavoro e una direzione nella vita, spinti dal sentimento sionista oltre che dal fatto che l’economia israeliana è molto dinamica e offre grandi opportunità per chi ha voglia di emergere’. E la tua esperienza nel Comites? Com’è cominciata?


‘Quando sono arrivato qui, nel 2008, ho scoperto che a Tel Aviv non c’era un centro di aggregazione per italiani. Ho voluto quindi creare questo punto di riferimento fondando la sinagoga degli italiani di Tel Aviv. Insieme ad altri due amici già alla fine del 2008 abbiamo trovato un posto che ci ha accolto, e intorno alla sinagoga si è creata una comunità composta oggi da diverse centinaia di persone di tutte le età, punto di riferimento anche per gli italiani che vengono in vacanza qui’. ‘Nel 2014, in occasione delle elezioni del Comites mi fu chiesto dall’allora presidente Raphael Barki – mio punto di riferimento per la mia ‘carriera’ in favore degli italiani in Israele – se volevo partecipare. Ho accettato, io sono sempre contento di dare il mio contributo quando si tratta di creare comunità. Mi sono presentato e sono stato eletto. Visto il mio passato da commercialista ho fatto il tesoriere del Comites nel primo mandato. Nel 2021, nelle nuove elezioni, svoltesi con due anni di ritardo per contrattempi di natura burocratica (di regola si vota ogni 5 anni), sono stato incoraggiato a candidarmi alla presidenza, ho creato una lista e sono stato eletto. Ho cercato di creare un Comites con una età media un po’ più bassa, coinvolgendo anche giovani di 20-30 anni, per cercare di rappresentare un po’ tutte le fasce d’età. Il Comites deve rappresentare tutti e mi sembrava giusto dare rappresentanza a tutti’. Che attività svolge il Comites Tel Aviv? ‘Come Comites Tel Aviv abbiamo sviluppato nel tempo diversi progetti, il più importante dei quali, secondo me, che portiamo avanti ormai da diversi anni, riguarda i pensionati perché in Israele non c’è un Caf. Così succede che molti italiani che si trasferiscono qui possono ritrovarsi con pratiche incagliate o con problemi di diverso genere, e all’improvviso magari anche senza pensione. Abbiamo quindi lanciato questo progetto per creare uno sportello di assistenza ai pensionati, grazie ad un finanziamento del Ministero degli Esteri. Ci siamo affidati a un team che si è specializzato nella materia e fa il ruolo del Caf. Il numero sempre crescente di italiani in Israele – e in particolar modo di pensionati – rende necessario questo sforzo da parte nostra e ci auguriamo che l’Amministrazione italiana trovi una soluzione stabile in tal senso che non dipenda dal Comites’. ‘Abbiamo poi un progetto, rivolto ai bambini e anche questo portato avanti già da alcuni anni, chiamato ‘Giro Girotondo’. Lo scopo è di creare dei luoghi di incontro per i bambini italiani in Israele, dove possano imparare la lingua e la cultura italiana (storia, geografia ecc.). Durante il periodo del Covid abbiamo attuato invece il progetto di ‘Positività e Resilienza’ promosso dalla nostra Vice Presidente Angelica Calò che prevedeva incontri settimanali da remoto, per aiutare le persone a superare i momenti di difficoltà e rafforzare la propria autostima. Un altro progetto importantissimo è il ‘Posso’: in sostanza uno sportello di assistenza psicologica che ha funzionato molto durante la pandemia. Abbiamo avuto anche un progetto per il teatro, con corsi di recitazione. Cerchiamo di fare insomma attività per unire gli italiani e di assisterli e rappresentarli nei rapporti con l’Ambasciata e il Consolato. Siamo una comunità in crescita, ma purtroppo lo staff dell’Ambasciata non cresce; ci sono tante persone che hanno bisogno di accedere ai vari servizi consolari (ad esempio passaporti) e a volte può prendere diverso tempo nonostante i grandi sforzi da parte dello staff del Consolato con cui c’è un’ottima comunicazione e collaborazione. La nostra speranza è che la crescita della comunità italiana in Israele possa essere sostenuta anche tramite l’ampliamento dell’organico amministrativo qui presente. La comunità italiana in Israele come vive il proprio rapporto con l’Italia? C’è attenzione per le vicende italiane? E gli israeliani come vedono l’Italia? ‘C’è un legame molto stretto e c’è grande interesse per ciò che avviene in Italia. Lo sport e soprattutto il calcio sono molto seguiti. Qui ci sono Roma, Inter, Milan club. L’aspetto sportivo è sicuramente molto presente, e anche la politica italiana si segue, ma forse – non vivendo in Italia – con un pizzico di distacco. In questo momento difficile c’è forse un maggiore coinvolgimento perché vogliamo capire cosa si dice di Israele in Italia. E’ stato importante per noi registrare la vicinanza ad Israele del governo ed al dramma vissuto a partire dal 7 Ottobre. Purtroppo, questo atteggiamento non è stato univoco e l’utilizzo dei ‘ma’ e la necessità di fare ‘politica’ anche di fronte al terrorismo ha lasciato il segno. Gli italiani tendono molto più degli altri a rimanere attaccati alle proprie radici, e questo secondo me è un aspetto molto importante. Con la tecnologia (Internet, social media) la distanza poi non si sente quasi più. Con Whatsapp puoi fare videochiamate quando vuoi, e adesso magari no perché c’è la guerra, ma anche i voli fino a un anno e mezzo fa erano molto convenienti: con 150/200 euro si poteva comprare un biglietto andata e ritorno per l’Italia, una cifra se non alla portata di tutti, di molti. Ora, come dicevo, è un momento difficile. La nostra vita è cambiata perché ci siamo purtroppo abituati a vivere nel timore con le sirene antimissile. Speriamo di poter tornare presto a vivere serenamente in questa terra e viaggiare come prima. Quanto agli israeliani, infine, quando qui in Israele dici che sei italiano la gente ti accoglie a braccia aperte: ‘L’Italia, che bella’, ci dicono…gli israeliani sono pazzi per l’Italia, hanno un amore per l’Italia sconfinato, quando dici Italia è la parola magica’.

Bankitalia: il debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi (+19,9 miliardi)

Bankitalia: il debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi (+19,9 miliardi)Milano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia.


L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.


La vita media residua è risultata pari a 7,8 anni, in linea con il valore del mese precedente. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8% del mese precedente) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%.

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 miliardi

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 miliardiMilano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia. L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld).


Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8%) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%. A ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42,4 miliardi, in aumento del 4,8% (1,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Lo rende noto la Banca d’Italia. Complessivamente, nei primi dieci mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 452,5 miliardi, in aumento del 5,7%(24,2 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 mld (+19,9 mld)

Bankitalia: a ottobre debito pubblico balza a 2.981,3 mld (+19,9 mld)Milano, 16 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 19,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.981,3 miliardi. Lo rende noto la Banca d’Italia.


L’incremento, spiega, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,5 mld) e la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (2,7 mld, a 43). L’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha invece lievemente ridotto il debito (0,2 mld). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 19,8 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi. Il debito degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.


La vita media residua è risultata pari a 7,8 anni, in linea con il valore del mese precedente. La quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,1% (dal 22,3% del mese precedente), mentre a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti si è collocata al 30,3% (dal 29,8% del mese precedente) e quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta stabile al 14,4%.