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Balletto nazionale Cina a Washington, parlamentari Usa protestano

Balletto nazionale Cina a Washington, parlamentari Usa protestanoRoma, 31 gen. (askanews) – La polemica tra Stati uniti e Cina ora investe anche il balletto. Due parlamentari repubblicani statunitensi – Chris Smith e John Moolenar, che è presidente di una commissione speciale della Camera dei Rappresentanti sulla Cina – hanno espresso sconcerto per la decisione del John F. Kennedy Centre for the Performing Arts di ospitare il Balletto nazionale della Cina, accusando la compagnia di danza di essere uno strumento della “macchina politica” cinese. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.


I rappresentanti Chris Smith, repubblicano del New Jersey, e John Moolenaar, repubblicano del Michigan e presidente della commissione speciale della Camera sulla Cina, hanno inviato questa settimana una lettera ai presidenti del Kennedy Centre, David Rubenstein e Deborah Rutter in merito alle esibizioni del Balletto nazionale della Cina, che sono iniziate il 29 gennaio e continueranno fino al 2 febbraio a Washington nell’ambito delle celebrazioni per il Capodanno lunare cinese. Nella lettera, datata 24 gennaio, i due legislatori hanno accusato il Balletto nazionale della Cina di essere “controllato dal Partito comunista cinese” e hanno affermato che l’arte in Cina è “uno strumento politico” utilizzato per diffondere propaganda all’estero. “Mentre presenta una facciata amichevole al pubblico americano attraverso il balletto, questo regime sta attivamente perseguitando scrittori, artisti e altri talenti creativi che dissentono dalla linea del partito”, hanno scritto i parlamentari.


La lettera afferma inoltre che tre dei cinque leader della compagnia di danza cinese sono membri del Pcc e che la direttrice, Feng Ying, ha ricoperto posizioni ufficiali, tra cui un ruolo nel Congresso nazionale del Popolo, i cui membri sono “scelti direttamente dal partito”. “Il Balletto nazionale della Cina ha al suo interno un Ufficio del comitato del Partito, responsabile di garantire la conformità alle direttive. Pertanto, il Balletto nazionale della Cina è chiaramente parte della macchina politica del Pcc”, si legge nella lettera.


I parlamentari hanno sottolineato che il Congresso ha stanziato 44 milioni di dollari nel bilancio 2024 per mantenere il Kennedy Centre come istituzione pubblica, aggiungendo: “Vi è la responsabilità di rendere conto ai contribuenti statunitensi di ciò che accade nel loro edificio”. L’ambasciata cinese a Washington ha descritto le accuse come “totalmente infondate e ridicole” e ha affermato che lo spettacolo rappresenta “un brillante esempio di dialogo culturale, che promuove la comprensione reciproca tra i nostri popoli”.


Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata, ha dichiarato: “Sarebbe deplorevole se gli scambi culturali e tra i popoli venissero politicizzati e demonizzati. Esortiamo i politici coinvolti a interrompere immediatamente queste diffamazioni spinte dalla loro agenda politica”. Il Balletto nazionale della Cina ha debuttato mercoledì al Kennedy Centre con un adattamento cinese del celebre balletto “Lo Schiaccianoci”, alla presenza dell’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Xie Feng. “Credo – ha detto il diplomatico – che questa festa dell’arte, che fonde culture cinesi e occidentali, mostrerà un fascino unico e dimostrerà ancora una volta che la ricerca della bellezza, l’amore per l’arte e il desiderio di una vita migliore uniscono i popoli cinese e americano”.

Trasporto aereo, nel 2024 sfiorati i 220 mln passeggeri negli scali

Trasporto aereo, nel 2024 sfiorati i 220 mln passeggeri negli scaliRoma, 31 gen. (askanews) – Il sistema aeroportuale italiano chiude il 2024 con 219.078.618 passeggeri, l’11,1% in più rispetto al 2023. Di questi, 146 milioni volano su rotte internazionali. Per la prima volta dal 2019, la composizione del traffico torna, quindi, ai valori pre-pandemia, con un terzo dei viaggiatori sul segmento nazionale e due terzi su quello internazionale. Lo afferma Assaeroporti.


Tra i primi 10 scali per numero di passeggeri, Roma Fiumicino risulta in testa con 49.203.734, seguono Milano Malpensa con 28.910.368, Bergamo con 17.353.573, Napoli con 12.650.478, Catania con 12.346.530, Venezia con 11.590.356, Bologna con 10.775.972, Milano Linate con 10.650.990, Palermo con 8.921.833 e Bari con 7.273.141. Di questi, ben 8 aeroporti superano la soglia dei 10 milioni di passeggeri. Analizzando i dati per classe dimensionale di aeroporto, emerge come nel 2024 tutti gli scali abbiano contribuito alla crescita del sistema aeroportuale nazionale, con percentuali di incremento che variano tra il 5,7% (nella classe 1-5 milioni di passeggeri) e il 16,5% (per gli scali con meno di 1 milione di passeggeri).


I movimenti aerei, nell’anno appena concluso, segnano un pieno recupero dei volumi: con una crescita del 7,5% rispetto al 2023, raggiungono 1,7 milioni di unità e superano per la prima volta i livelli registrati nel 2019, prima della pandemia. Record, infine, per il segmento cargo che, con 1,25 milioni di tonnellate di merce trasportata, supera il traguardo storico del 2017 (1.15), con una crescita, rispetto al 2023, più marcata nei primi 8 mesi dell’anno. Milano Malpensa si conferma il principale hub cargo del Paese: con 727 mila tonnellate di merce avio, rappresenta il 62% del mercato, seguito da Roma Fiumicino, con il 23% dei volumi di merce trasportata per via aerea.

Apple, chiude trimestre con ricavi record per 124,3 mld dollari

Apple, chiude trimestre con ricavi record per 124,3 mld dollariRoma, 30 gen. (askanews) – Apple ha chiuso il primo trimestre fiscale 2025 (chiuso 28 dicembre 2024) con un fatturato di 124,3 miliardi di dollari, in crescita del 4 percento anno su anno, e con un utile per azione di 2,40 dollari, in crescita del 10 per cento.


“Oggi Apple registra il nostro miglior trimestre di sempre” ha affermato in una nota il ceo Tim Cook “Il nostro fatturato record e i solidi margini operativi hanno portato l’EPS a un nuovo record storico con una crescita a due cifre e ci hanno consentito di restituire oltre 30 miliardi di dollari agli azionisti”. Il consiglio di amministrazione di Apple ha annunciato un dividendo in contanti di 25 centesimi per azione in pagamento il 13 febbraio.

Calcio, Europa League, Roma ai playoff, Lazio agli ottavi

Calcio, Europa League, Roma ai playoff, Lazio agli ottaviRoma, 30 gen. (askanews) – Roma ai playoff, Lazio agli ottavi. E’ questo il responso dell’ultima giornata della fase campionato di Europa League. Tre punti fondamentali per la squadra di Ranieri, che batte all’Olimpico 2-0 l’Eintracht di Francoforte e si qualifica ai playoff di Europa League. In avvio Dovbyk spreca da pochi passi, ci prova anche Saelemaekers. Bravo Svilar su Larsson. Palo di Mancini, la sblocca Angelino. Nella ripresa raddoppia il neoentrato Shomurodov.


Sconfitta indolore per la Lazio, 1-0 in Portogallo contro lo Sporting Braga. Nonostante la sua prima sconfitta in Europa League chiude al primo posto in classifica. Parte forte il Braga che trova la rete del vantaggio con Ricardo Horta. Nel primo tempo la Lazio fatica a rendersi pericolosa, il Braga gestisce anche nella ripresa. La squadra di Baroni ci prova nel finale con Isaksen e Dele Bashiru ma non basta. Agli ottavi rischio derby con la Roma

La morte di Marianne Faithfull, icona della “Swinging London”

La morte di Marianne Faithfull, icona della “Swinging London”Roma, 30 gen. (askanews) – E’ stata una leggenda della “swinging London” Marianne Faithfull, la cantante e attrice che se n’è andata oggi a 78 anni, dopo una vita sulla cresta dell’onda del successo, ma anche negli abissi della depressione.


Figlia di un professore di letteratura italiana e di un’artista proveniente da una delle famiglie più nobili dell’Europa centrale asburgica, i von Masoch che ebbero tra i più ambiguamente famosi quel Leopold von Sacher-Masoch a cui dobbiamo la parola “masochismo”, Faithfull ebbe i primi successi giovanissima, ancora 17enne. Fu notata alla festa di lancio dei Rolling Stones dal produttore della band Andrew Loog Oldham. E proprio agli Stones è legata la prima parte della sua carriera. Mick Jagger e Keith Richards scrissero il su primo successo, “As Tears Go By”, nel 1964. Da lì fu il decollo.


Faithfull si sposò con l’artista John Dunbar, da cui ebbe il figlio Nicholas. Ma solo due anni dopo lo lasciò per Jagger, con cui ebbe una relazione estremamente mediatizzata fino al 1970. Con gli Stones, con Anita Pallemberg, fidanzata di Brian Jones e poi compagna di Keith Richards, divenne parte di un insieme di personalità che impressero il loro marchio sulla seconda metà degli anni ’60 a Londra. Nello stesso tempo, su loro, impresse un altrettanto pesante marchio il consumo di sostanze stupefacenti, in particolare la cocaina. Quando ci fu una retata a casa di Richards, lei fu arrestata, era nuda sotto un tappeto di pelliccia. Fu massacrata dai media e non si mancò di ricordare il fatto che il suo antenato, barone Leopold von Sacher-Masoch, era stato autore del romanzo “La Venere in pelliccia”.


Dopo cinque album pubblicati con l’etichetta Decca, la sua carriera si interruppe bruscamente nel 1967. Ci vollero quasi dieci anni prima che ritrovasse lo studip di registrazione. In più, la fine della relazione con Jagger la fece precipitare nella depressione, anche con un tentativo di suicidio. Quando uscì “Sticky Fingers” dei Rolling Stones, album che includeva “Sister Morphine”, canzone di cui lei era co-autrice, era probabilmente al punto più basso della sua carriera. Ci vollero anni prima che le venissero riconosciuti i diritti d’autore sul brano.


Persa la custodia di Nicholas, sprofondò nella disperazione. Nel 1971 registrò un album che venne pubblicato solo nel 1985. L’unica apparizione pubblica di quel periodo fu accanto a David Bowie, nel 1973, in uno show televisivo. Gli amici tentarono di aiutarla, invano. Nel 1975 pubblicò un album country che ebbe un discreto successo in Irlanda. Fu nel 1979, finalmente, che tornò al successo con l’album “Broken English”. Seguì il trasferimento a New York nei primi anni ’80 e la disintossicazione. Nel 1985 collaborò a un album di cover di Kurt Weill. L’anno successivo, finalmente libera dall’eroina dopo 17 anni di dipendenza, registrò “Strange Weather”, album della rinascita. Nel 1994 pubblicò la sua prima autobiografia e iniziò una relazione con il francese François Ravard, ex manager dei Téléphone, con cui rimase quindici anni. Lavorò con Angelo Badalamenti e interpretò “L’Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht a teatro. Nel XXI secolo collaborò con artisti come Beck, Damon Albarn, Jarvis Cocker e Étienne Daho, e con PJ Harvey e Nick Cave. Attrice sin da giovane, esordì al cinema nel 1966 con “Made in USA” di Jean-Luc Godard. Recitò accanto ad Alain Delon in “La motocicletta” (1968) e apparve nel musical televisivo “Anna” con Jean-Claude Brialy e Anna Karina. Negli anni 2000 lavorò con Sofia Coppola (“Marie Antoinette”). Il suo ruolo più celebrato fu in “Irina Palm” (2007), dove interpretava una sessantenne costretta a prostituirsi per pagare le cure del nipote. Il suo ultimo album s’intitola “Negative Capability”, ispirato dalla perdita di amici come Anita Pallenberg. La sua ultima apparizione pubblica, lo scorso 17 febbraio, era stata alla sfilata della maison di moda Chloé durante la Fashion Week di Parigi.

Sisma 2016, Intesa Sanpaolo: da Amatrice un esempio per l’Italia

Sisma 2016, Intesa Sanpaolo: da Amatrice un esempio per l’ItaliaRoma, 30 gen. (askanews) – “L’avvio del restauro della chiesa di San Francesco ad Amatrice ci mette di fronte alla possibilità di ragionare intorno all’importanza dell’Art Bonus, uno strumento innovativo che consente al sistema pubblico ed al sistema delle imprese private italiane o dei singoli cittadini di contribuire insieme alla ricostruzione, alla tutela, alla promozione del patrimonio culturale ed artistico del Paese. Intesa Sanpaolo insieme alle istituzioni nazionali e locali ricostruisce un simbolo di Amatrice, ma è un simbolo culturale ed artistico che da Amatrice parla a tutta l’Italia. Un esempio al quale guardare ed un esempio da replicare”. Lo ha detto Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, a margine della presentazione del programma di restauro e recupero della Basilica simbolo della città ferita dal terremoto del 2016.


L’iniziativa per la chiesa di San Francesco presentata oggi è il frutto del Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Cultura, la Struttura Commissariale sisma 2016, il Comune di Amatrice e Intesa Sanpaolo, che prevede, proprio attraverso lo strumento dell’Art Bonus un’erogazione liberale da parte dell’istituto di credito. “L’importo complessivo destinato al progetto della Chiesa di San Francesco è pari a 13.296.236 milioni di euro, di cui 6.648.118 assegnati da Intesa Sanpaolo attraverso l’erogazione liberale”, è stato spiegato. La conclusione dei lavori per la Basilica è prevista a Giugno del 2027. (Segue)

Almasri, Meloni all’attacco contro Lo Voi. Nel mirino anche la Cpi

Almasri, Meloni all’attacco contro Lo Voi. Nel mirino anche la CpiRoma, 30 gen. (askanews) – Scontro totale all’interno, con un attacco frontale e fortissimo al procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, e in Europa, con accuse contro la Corte penale internazionale (e la Germania). E’ questa la linea data da Palazzo Chigi nel caso Almasri, con l’avviso di procedimento – non un avviso di garanzia – inviato, dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.


Tutti e quattro hanno nominato come legale Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, che ha difeso il vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms a Palermo in cui proprio Lo Voi aveva inizialmente sostenuto l’accusa, prima del trasferimento nella Capitale. La strategia messa in campo, sul fronte interno, è chiara. Da un lato è stata fatta slittare alla settimana prossima l’informativa del governo sui motivi del rilascio e del rimpatrio di Almasri (facendo infuriare le opposizioni), dall’altro è partito un attacco frontale contro Lo Voi. Prima è stata attivata una “batteria” di comunicati degli esponenti di Fdi in cui si adombra – neanche velatamente – che l’atto sarebbe una “vendetta giudiziaria” del magistrato dopo che da Palazzo Chigi (Mantovano) gli è stato tolto l’utilizzo del volo di Stato per rientrare a Palermo dalla Capitale. Poi è stata la stessa Meloni a intervenire, parlando in collegamento all’evento ‘La Ripartenza’ organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano.


Quello di Lo Voi – è l’accusa della presidente del Consiglio – non è un atto dovuto ma “chiaramente voluto: tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità come del resto è dimostrato dalle numerosissime denunce che i cittadini hanno fatto contro le istituzioni e sulle quali si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati”. Vicenda, aggiunge, che le fa “cadere un po’ le braccia” perché ha fatto “73 ore di volo a gennaio” per costruire una “credibilità” dell’Italia e aprire opportunità economiche e poi “quegli stessi italiani che dovrebbero remare con te invece ti remano contro, smontando tutto il lavoro che fai” e facendo “un danno alla nazione”. Una cosa che “mi manda ai matti”. Sicuramente, garantisce, “non sono preoccupata e non sono neanche demoralizzata”. Certo, per lei, “ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che però vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere se e come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e per cosa no. In pratica vogliono governare loro. Il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa se loro sbagliano nessuno può fare o dire niente”. E allora “se alcuni giudici vogliono governare, si candidino alle elezioni e governano”. Nel frattempo “agli italiani dico ancora una volta: finché ci siete voi ci sarò anche io. Non intendo mollare di un centimetro”.


Non c’è però solo un fronte interno in questa vicenda, ma anche uno esterno. La linea della premier, che sarà ribadita nelle informative in Parlamento, è che la tempistica con cui la Cpi ha chiesto l’arresto di Almasri sia ‘sospetta’ (Antonio Tajani la definisce “singolare”) perchè fatta solo quando è arrivato in Italia, dopo un lungo giro in vari Paesi europei. “Devono chiarire – aveva detto Meloni già sabato a Gedda – perchè la Procura della Corte ci ha messo mesi a spiccare il mandato di arresto ed è stato spiccato quando aveva già attraversato almeno 2-3 nazioni europee”. Dunque – è l’ipotesi accreditata – potrebbe essere stato un modo per mettere in difficoltà proprio l’Italia. E anche la Germania (Paese da cui è arrivato il generale libico) è sotto accusa, perchè avrebbe informato la Cpi della partenza di Almasri in direzione Italia. “Se i sospetti che gli 007 tedeschi abbiano tramato contro l’Italia per bloccarne l’ascesa fossero confermati, sarebbe un fatto gravissimo”, attacca Andrea Delmastro (Fdi), sottosegretario alla Giustizia, che chiede “un chiarimento immediato in Europa”.

Santanché, processo Inps resta a Milano. La Russa prende distanze

Santanché, processo Inps resta a Milano. La Russa prende distanzeRoma, 30 gen. (askanews) – Avrebbe potuto evitare di rispondere, sottraendosi alle domande. Avrebbe potuto dire che non cambiava niente. E invece Ignazio La Russa, “l’amico”, consegna ai giornalisti una frase che suona sempre di più come una presa di distanza da Daniela Santanché. La novità di giornata è l’attesa decisione della Cassazione di non accettare la richiesta di trasferimento da Milano a Roma del processo in cui la ministra del Turismo è accusata di truffa ai danni dell’Inps per l’uso della cassa integrazione durante il periodo Covid. Lo stesso procedimento per il quale la diretta interessata si è detta disponibile a un passo indietro rispetto al suo ruolo nel governo in caso di rinvio a giudizio, a differenza della determinazione a proseguire manifestata a più riprese dopo analoga decisione arrivata sul procedimento per falso in bilancio nella gestione di Visibilia.


Per il presidente del Senato, tuttavia, già il mancato spostamento “è un elemento di valutazione” che la ministra deve considerare rispetto all’opportunità o meno di rassegnare le sue dimissioni. Non è una frase neutra, anche se La Russa la butta lì come una osservazione fatta sul momento, spiegando di aver appreso da poco della notizia. Circostanza inverosimile giacché la decisione della Cassazione, anticipata sulle edizioni di questa mattina di Corriere della Sera e Stampa, aveva già fatto il giro di tutti i mezzi di informazione sin dalla prima mattina. La più immediata conseguenza dello stop allo spostamento, infatti, è che l’iter non si allungherà come forse la ministra sperava. L’udienza preliminare riprenderà il 26 marzo ed è possibile che si concluda nell’arco di un mese circa. I tempi per un eventuale secondo rinvio a giudizio quindi si accorciano, con il rischio concreto di quello stillicidio continuo sui giornali che per prima la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vuole evitare.


Molto prima di quella data, per il 10 febbraio, è calendarizzata la mozione di sfiducia verso Santanché presentata alla Camera dal M5s. Per questo tipo di votazioni è prevista la chiamata nominale, quindi non c’è il rischio di ritorsioni attraverso il voto segreto. E, tuttavia, quello è un appuntamento a cui Meloni e Fdi vorrebbero arrivare senza che sia ancora in corso un braccio di ferro. Anche per non doversi trovare in una imbarazzata difesa pubblica. E poi, come ricorda La Russa, “la storia” dice che le mozioni individuali “rafforzano” chi le subisce. Il punto resta sempre che la premier non vuole chiedere alla ministra di farsi da parte (come Santanchè insiste a chiedere). Di certo, come ha già spiegato, non vuole mettere in stretta correlazione l’opportunità delle dimissioni con le decisioni dei giudici. A maggior ragione nella fase di tensione con la magistratura scaturita sul caso Almrasi.


La via d’uscita, neanche troppo velatamente suggerita a Santanché, è quella di abbracciare l’idea che potrebbe affrontare più serenamente le vicende giudiziarie che la riguardano se non dovesse anche gestire tutti gli impegni legati al suo ruolo di governo. Ma c’è anche un tema tutto interno a Fratelli d’Italia che in larga parte ha mal digerito, per usare un eufemismo, l’intervista della ministra – smentita ma di fatto confermata dalla diffusione delle registrazioni – in cui rispondeva con un sonoro ‘chi se ne frega’ alle critiche avanzate all’interno del suo stesso partito. E’ molto probabile, secondo quanto viene riferito, che la ministra si ritrovi insieme ai vertici di Fdi sabato prossimo. Per le 10, infatti, è convocata una Direzione nazionale alla quale Santanché sembra intenzionata a partecipare (e forse anche a intervenire). Una riunione alla quale, all’ultimo minuto, deciderà se partecipare – in presenza o con un collegamento video – anche Giorgia Meloni.

Libia, Meloni all’attacco contro Lo Voi, nel mirino anche la Cpi

Libia, Meloni all’attacco contro Lo Voi, nel mirino anche la CpiRoma, 30 gen. (askanews) – Scontro totale all’interno, con un attacco frontale e fortissimo al procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, e in Europa, con accuse contro la Corte penale internazionale (e la Germania). E’ questa la linea data da Palazzo Chigi nel caso Almasri, con l’avviso di procedimento – non un avviso di garanzia – inviato, dopo la denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti, alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.


Tutti e quattro hanno nominato come legale Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, che ha difeso il vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms a Palermo in cui proprio Lo Voi aveva inizialmente sostenuto l’accusa, prima del trasferimento nella Capitale. La strategia messa in campo, sul fronte interno, è chiara. Da un lato è stata fatta slittare alla settimana prossima l’informativa del governo sui motivi del rilascio e del rimpatrio di Almasri (facendo infuriare le opposizioni), dall’altro è partito un attacco frontale contro Lo Voi. Prima è stata attivata una “batteria” di comunicati degli esponenti di Fdi in cui si adombra – neanche velatamente – che l’atto sarebbe una “vendetta giudiziaria” del magistrato dopo che da Palazzo Chigi (Mantovano) gli è stato tolto l’utilizzo del volo di Stato per rientrare a Palermo dalla Capitale. Poi è stata la stessa Meloni a intervenire, parlando in collegamento all’evento ‘La Ripartenza’ organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano.


Quello di Lo Voi – è l’accusa della presidente del Consiglio – non è un atto dovuto ma “chiaramente voluto: tutti sanno che le Procure in queste cose hanno la loro discrezionalità come del resto è dimostrato dalle numerosissime denunce che i cittadini hanno fatto contro le istituzioni e sulle quali si è deciso di non procedere con l’iscrizione nel registro degli indagati”. Vicenda, aggiunge, che le fa “cadere un po’ le braccia” perché ha fatto “73 ore di volo a gennaio” per costruire una “credibilità” dell’Italia e aprire opportunità economiche e poi “quegli stessi italiani che dovrebbero remare con te invece ti remano contro, smontando tutto il lavoro che fai” e facendo “un danno alla nazione”. Una cosa che “mi manda ai matti”. Sicuramente, garantisce, “non sono preoccupata e non sono neanche demoralizzata”. Certo, per lei, “ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che però vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell’immigrazione, vogliono decidere se e come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e per cosa no. In pratica vogliono governare loro. Il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa se loro sbagliano nessuno può fare o dire niente”. E allora “se alcuni giudici vogliono governare, si candidino alle elezioni e governano”. Nel frattempo “agli italiani dico ancora una volta: finché ci siete voi ci sarò anche io. Non intendo mollare di un centimetro”.


Non c’è però solo un fronte interno in questa vicenda, ma anche uno esterno. La linea della premier, che sarà ribadita nelle informative in Parlamento, è che la tempistica con cui la Cpi ha chiesto l’arresto di Almasri sia ‘sospetta’ (Antonio Tajani la definisce “singolare”) perchè fatta solo quando è arrivato in Italia, dopo un lungo giro in vari Paesi europei. “Devono chiarire – aveva detto Meloni già sabato a Gedda – perchè la Procura della Corte ci ha messo mesi a spiccare il mandato di arresto ed è stato spiccato quando aveva già attraversato almeno 2-3 nazioni europee”. Dunque – è l’ipotesi accreditata – potrebbe essere stato un modo per mettere in difficoltà proprio l’Italia. E anche la Germania (Paese da cui è arrivato il generale libico) è sotto accusa, perchè avrebbe informato la Cpi della partenza di Almasri in direzione Italia. “Se i sospetti che gli 007 tedeschi abbiano tramato contro l’Italia per bloccarne l’ascesa fossero confermati, sarebbe un fatto gravissimo”, attacca Andrea Delmastro (Fdi), sottosegretario alla Giustizia, che chiede “un chiarimento immediato in Europa”.

Auto: Ue lancia Dialogo strategico, piano d’azione il 5 marzo

Auto: Ue lancia Dialogo strategico, piano d’azione il 5 marzoMilano, 30 gen. (askanews) – La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha convocato i principali rappresentanti del settore automotive europeo per il lancio del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica europea che ha come obiettivo la presentazione di un piano di azione il prossimo 5 marzo.


“Oggi segna l’inizio di un dialogo che ci aiuterà a gestire i cambiamenti futuri. Il risultato di questo dialogo sarà un piano d’azione completo, che presenteremo il 5 marzo. Questo piano d’azione traccerà un percorso chiaro per garantire che il successo del nostro settore auto a livello globale”, ha detto la von der Leyen. “L’industria automobilistica Ue rimane pienamente impegnata e investita economicamente nella transizione verso una mobilità a zero emissioni. Ma l’unico modo per far sì che questa transizione abbia successo è renderla una trasformazione guidata dal mercato e dalla domanda. Il prossimo piano d’azione deve essere costruito su questa premessa. La verifica della realtà dell’attuale Green Deal europeo non ci rallenterà, ma piuttosto spingerà questa transizione rimuovendo i colli di bottiglia e introducendo le flessibilità necessarie”, ha detto Ola Källenius, Ceo di Mercedes-Benz e presidente Acea. Flessibilità già promessa dalla presidente von der Leyen sulla questione multe legate alle emissioni anche se, ha precisato la portavoce capo della Commissione Paula Pinho “questo non vuol dire necessariamente che metteremo in questione le multe”.


All’incontro non ha potuto partecipare il presidente di Stellantis, John Elkann, che però si è sentito telefonicamente con la presidente von der Leyen prima della riunione. “Stellantis accoglie con favore il Dialogo strategico. È tempo di agire e non vediamo l’ora di impegnarci con la Commissione per affrontare la sfida dell’industria automobilistica. Come membro dell’Acea, Stellantis ha anche contribuito alla proposta collettiva”, ha fatto sapere il gruppo. L’industria automobilistica, ricorda la Commissione, è un motore vitale per la prosperità europea, con oltre 13 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e contribuendo per circa 1 trilione di euro al nostro prodotto interno lordo.


A presentare il piano di azione sarà il Commissario Tzitzikostas. Il piano d’azione affronterà un’ampia gamma di questioni rilevanti per il settore, come garantire l’accesso a talenti e risorse, promuovere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di veicoli di nuova generazione e stabilire un quadro normativo pragmatico e certo. Necessario anche secondo i 22 attori chiave che si sono riuniti oggi un “campo di gioco equo” a livello internazionale, facilitare la transizione pulita e la semplificazione normativa. Quattro i filoni di lavoro tematici con altrettanti Commissari incaricati: il Commissario Hoekstra si concentrerà sulla transizione; Séjourné affronterà la catena del valore; Virkkunen l’innovazione tecnologica e digitale. Mînzatu infine si occuperà degli aspetti sociali. Il Consiglio e il Parlamento europeo saranno strettamente coinvolti nel processo e saranno regolarmente informati e consultati sul dialogo.