Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

”Orizzonti condivisi”, monografia su Italia dei giovani immigrati

”Orizzonti condivisi”, monografia su Italia dei giovani immigratiMilano, 28 mar. (askanews) – Si è tenuta a Roma il 27 marzo, all’Auditorium di Via Rieti 13, la presentazione nazionale della nuova monografia del Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici S. Pio V “Orizzonti condivisi. L’Italia dei giovani immigrati e con background migratorio”. Di seguito alcuni contenuti:


Cittadinanza e nuove generazioni: un’opportunità per l’Italia del futuro L’Italia è a un bivio cruciale: il referendum dell’8-9 giugno 2025, che propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza continuativa necessario a ottenere la cittadinanza italiana per naturalizzazione, rappresenta il primo passo verso un’inclusione più equa e strutturale, ma non è sufficiente. La vera sfida è garantire ai figli degli immigrati nati e/o cresciuti nel nostro Paese un riconoscimento giuridico e identitario che rispecchi la loro già vitale partecipazione alla vita collettiva nazionale. I numeri di una generazione invisibile Secondo l’Istat, all’inizio del 2024 oltre 1,9 milioni di residenti italiani hanno un background migratorio (1 ogni 30 abitanti in Italia) e 1,3 milioni di minorenni sono di origine straniera (il 13% di tutti i minori residenti nel Paese), dei quali più di un milione non ha ancora la cittadinanza italiana, pur essendo nati in Italia o essendovi arrivati in tenerissima età. Nelle scuole della Penisola, due alunni stranieri su tre vi sono nati, ma restano esclusi dai pieni diritti di cittadinanza. Questo dato dimostra chiaramente l’inadeguatezza dell’attuale normativa, che non riconosce l’effettiva appartenenza di questi giovani alla società italiana.


Una legge anacronistica e un paradosso storico L’attuale legge (n. 91 del 1992) impone un percorso lungo e tortuoso per ottenere la cittadinanza, penalizzando soprattutto i giovani, che possono acquisirla o per naturalizzazione (10 anni di residenza ininterrotta cui se ne aggiungono mediamente altri 3-4 per le pratiche burocratiche), o per elezione ai 18 anni d’età (con una finestra temporale di soli 12 mesi) o per trasmissione dai genitori divenuti italiani. È un sistema più rigido persino della precedente legge del 1912, che già prevedeva la naturalizzazione dopo soli 5 anni di residenza (è esattamente il termine che il prossimo referendum intende reintrodurre). Ne deriva che il numero di acquisizioni di cittadinanza da parte di minori è sorprendentemente basso rispetto al loro presenza quantitativa nel Paese: nonostante i record registrati nel 2022 e 2023, con quasi 214.000 acquisizioni complessive in Italia per ciascuno dei due anni, nel quinquennio 20192023 i minorenni stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati in totale solo 295.000, per una media di appena 59.000 all’anno, a fronte di oltre 1 milione di loro che risiedono in Italia. Ciò significa che, a prescindere dal numero complessivo di naturalizzazioni, i giovani con background migratorio restano per la maggior parte stranieri anche ben oltre la maggiore età.


Identità plurali, un valore per il Paese Uno studio Istat del 2023 rivela che oltre l’80% dei giovani di origine straniera si sente “anche italiano”, un dato che sale all’85% tra quelli nati in Italia. Proprio perché il senso di appartenenza di questi giovani è forte, dato che parlano italiano, vivono la cultura del Belpaese e condividono sogni e aspirazioni con i loro coetanei italiani “di ceppo”, il mancato riconoscimento giuridico della loro identità può alimentare frustrazione e conflitti identitari anche pesanti. Molti di loro si trovano a dover scegliere tra l’appartenenza alla cultura d’origine della famiglia e a quella italiana, innescando tensioni con la società ospitante o con i propri genitori. Inoltre, la difficoltà di ottenere la cittadinanza può influenzare le loro prospettive future: solo il 45% di questi giovani prevede di vivere in Italia da adulti, mentre il 34% preferirebbe trasferirsi all’estero. È un dato che dovrebbe far riflettere: un Paese che disconosce il contributo, l’attaccamento e il valore delle nuove generazioni rischia di compromettere le proprie speranze di ripresa e di sviluppo.


Verso un’Italia più inclusiva “È il momento di superare un impianto normativo obsoleto e di gettare le basi per una società italiana più aperta e ancorata al tessuto multiculturale del Paese – affermano Luca Di Sciullo e Antonio Ricci, presidente e vicepresidente di IDOS e curatori della ricerca Orizzonti condivisi -. Consentire il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza ai giovani con background migratorio, nati o arrivati presto in Italia e qui cresciuti, significa investire in capitale umano, rafforzare il senso di appartenenza e promuovere la coesione sociale. È nell’interesse di tutta la comunità nazionale e dell’intero sistema Paese, e quindi dovere della politica, rimuovere gli ostacoli alla partecipazione piena e attiva di tutte le componenti della società, per lo sviluppo di un’Italia moderna, capace di valorizzare al meglio le diverse competenze e i differenti retaggi socio-culturali di chi, cresciuto nel tessuto sociale italiano, ne è oggi parte integrante e imprescindibile”.

Vino, Cantina La-Vis presenta il nuovo progetto “Ritratti”

Vino, Cantina La-Vis presenta il nuovo progetto “Ritratti”Milano, 28 mar. (askanews) – Cantina La-Vis, storica cooperativa vitivinicola nel cuore del Trentino, presenta il rilancio della sua Linea Ritratti. Sei nuove etichette, ognuna ispirata a un’opera d’arte originale, che esprimono l’eccellenza qualitativa delle Colline Avisiane. Nata nel 1988 nell’ambito del Progetto Qualità, iniziativa pionieristica di zonazione del territorio, riduzione delle rese e tecniche di cantina innovative, questa collezione ha segnato un punto di svolta nella viticoltura trentina e oggi, dopo un viaggio di riscoperta e ricerca, rinnova il suo impegno per la qualità e la valorizzazione della biodiversità della regione.


“Il nuovo progetto Ritratti nasce da un percorso collettivo, frutto della sinergia tra soci, agronomi ed enologi, che cooperano ogni giorno in uno scambio continuo di know-how ed esperienza” racconta Ezio Dallagiacoma, direttore tecnico ed enologo di Cantina La-Vis, spiegando che “non si tratta di un semplice cambio estetico, il cambiamento climatico ci spinge infatti a ripensare al lavoro in vigna e noi lo facciamo con nuovi protocolli, trasformando le difficoltà in opportunità. Tutto parte dall’ascolto, dall’osservazione e dalla capacità di comprendere la terra: da qui nascono vini che danno voce al territorio attraverso le mani e il pensiero di chi lo coltiva”. A interpretare visivamente questa rinascita è l’artista Margherita Paoletti, scelta in collaborazione con l’Archivio trentino documentazione artisti contemporanei (Adac), grazie a Gabriele Lorenzoni, curatore del Mart di Rovereto e responsabile della Galleria Civica di Trento. L’autrice firma i sei dipinti realizzati ad hoc per le nuove etichette, caratterizzate da una figura femminile e da elementi naturali.


“”L’idea che sta dietro al progetto ‘Ritratti’ ci è piaciuta fin da subito e abbiamo elaborato una shortlist di candidati basandoci sulla valutazione di criteri quali la qualità del lavoro e l’originalità della ricerca, ma anche l’utilizzo di tecniche pittoriche tradizionali, il legame con il territorio e l’espressione di valori estetici e formali contemporanei” afferma Lorenzoni, aggiungendo “Margherita Paoletti ha sposato l’iniziativa con competenza e professionalità, creando sei dipinti unici, riportati in etichetta, che la Cantina ha acquistato contribuendo a dare valore al patrimonio artistico locale”. La gamma Ritratti si compone di sei referenze, Sauvignon, Chardonnay, Gewurztraminer, Cabernet Sauvignon, Lagrein e Pinot Nero, distribuite esclusivamente nel canale Horeca. Cantina La-Vis ha scelto inoltre di adottare per tutti i vini della linea una bottiglia bordolese distintiva, ispirata a quella degli anni Ottanta, riaffermando il legame con la tradizione e il profondo senso di appartenenza.

Unipol: con piano 2027 utili a 3,8 mld, ai soci 2,2 mld (+72%)

Unipol: con piano 2027 utili a 3,8 mld, ai soci 2,2 mld (+72%)Milano, 28 mar. (askanews) – Unipol ha approvato il piano strategico 2025-2027 e prevede utili consolidati cumulati per 3,8 miliardi di euro, in crescita del 28% rispetto al periodo 2022-2024. I dividendi cumulati al 2027 sono stimati a 2,2 miliardi, con un balzo del 72% rispetto ai 1,3 miliardi distribuiti ai soci con la precedente strategia. La raccolta assicurativa al 2027 è vista a 18 miliardi, +2,4% sul 2024.


La crescita annua composta degli utili è stimata al 13%, mentre per dividendi cumulati a 2,2 miliardi di euro la crescita annua composta del 10%. Dal piano al 2027 di Unipol è prevista una generazione di capitale organica, in aggiunta ai dividendi cumulati attesi e al finanziamento della crescita, pari a 1 miliardo di euro. A livello industriale, il gruppo Unipol si pone come obiettivi al 2027 una raccolta nel comparto Danni pari a 10,6 miliardi di euro (crescita annua composta del +4,9%), un Combined Ratio Danni al 92% (-1,6 punti percentuali rispetto al 31 dicembre 2024) e una raccolta nel comparto Vita pari a 7,4 miliardi di euro (crescita annua composta del +4,8%). Nel segmento Auto, l’obiettivo è rafforzare la redditività attraverso lo sviluppo di algoritmi di Intelligenza Artificiale e di machine learning volti a migliorare i modelli di retention, conversion e profittabilità, la diffusione di una piattaforma di offerta innovativa e “data-driven” retail e un modello liquidativo più efficace ed industrializzato. Nel segmento Non Auto, l’obiettivo di redditività sarà perseguito attraverso l’ulteriore sofisticazione dell’ingegneria di prodotto e del pricing dinamico sulla nuova produzione e sui rinnovi, l’offerta per le catastrofi naturali con una gestione disciplinata delle esposizioni e un nuovo modello di liquidazione dei sinistri catastrofali potenziato dall’innovazione dei processi, dalla tecnologia e dall’Intelligenza Artificiale.


“Con ‘Stronger, Faster, Better’ presentiamo un piano strategico solidamente ancorato al nostro core business e coerente con le competenze”, ha sottolineato Carlo Cimbri, Presidente di Unipol Assicurazioni, rimarcando l’abilità del gruppo di generare più utili e cedole. “Nei prossimi tre anni ci concentreremo nel rafforzare la nostra leadership nel mercato assicurativo italiano, dove intendiamo diventare ancora più forti grazie ai numerosi asset distintivi di cui il Gruppo Unipol dispone e ai rilevanti investimenti che effettueremo in capitale umano e tecnologico”, ha chiosato l’amministratore delegato, Matteo Laterza.

Presentato a Roma piano di adattamento ai cambienti climatici Cinque Terre

Presentato a Roma piano di adattamento ai cambienti climatici Cinque TerreRoma, 27 mar. (askanews) -Il Parco Nazionale delle Cinque Terre e Legambiente hanno presentato a Roma presso la libreria Spazio Sette il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici per l’area protetta e le Linee Guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Parchi. Ad aprire l’incontro Lorenzo Viviani, Presidente Parco Nazionale Cinque Terre. Sono seguiti i saluti istituzionali e introduttivi di Giorgio Zampetti, Direttore generale Legambiente, Claudio Barbaro, sottosegretario di Stato – MASE e Donatella Bianchi, già Presidente WWF Italia e Parco Nazionale Cinque Terre.


A seguire sono intervenuti Francesco Marchese e Emanuele Raso del Parco Nazionale Cinque Terre che hanno presentato il progetto europeo Stonewallsforlife, Giulia Galluccio, Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che ha presentato il piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco Nazionale delle Cinque Terre e Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità Legambiente, che ha presentato le Linee guida per l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree protette. Gli interventi hanno evidenziato l’importanza del Piano e delle Linee Guida, entrambi realizzati nell’ambito del progetto europeo StonewallsforLifefinanziato dal programma LIFE, di cui il Parco è capofila, con il contributo scientifico della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), che ha lavorato specificamente alla sua realizzazione, in collaborazione con Legambiente, partner del progetto.


Il Piano di Adattamento Climatico nasce dall’esigenza di fornire strumenti operativi e strategie di gestione che consentano di mitigare gli impatti del cambiamento climatico. Attraverso un approccio scientifico e partecipato, il documento definisce un quadro di azioni mirate, basate su soluzioni fondate sulla natura (nature-based solutions), che valorizzano il patrimonio delle Cinque Terre. Uno degli elementi cardine del Piano è il recupero e la manutenzione dei tradizionali muri a secco, strutture essenziali per la stabilità idrogeologica e per la conservazione del paesaggio agrario storico. La valorizzazione e il ripristino di queste opere rappresentano una risposta efficace e sostenibile agli effetti erosivi e al rischio di dissesto idrogeologico, oltre a contribuire alla salvaguardia della biodiversità locale.


Nella seconda parte dell’evento Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette Legambiente, ha coordinato gli interventi sul tema “Le sfide climatiche per le aree protette e le comunità locali”. All’incontro hanno partecipato Piero Genovesi, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Mauro Durbano, Presidente Parco Nazionale Gran Paradiso, Giuseppe Luzzi, Presidente Parco Nazionale Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, Patrizio Scarpellini, Direttore Parco Nazionale Cinque Terre, Luciano Sommarone, Direttore Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Marco Visconti, Commissario Straordinario RomaNatura, Stefano Donati, Direttore Parco nazionale del Circeo. “Gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più violenti sono ormai tangibili e anche il nostro Paese, tra i più esposti del continente europeo, dovrà affrontare questa emergenza insieme alle conseguenze che provoca sulla perdita di biodiversità – ha dichiarato Giorgio Zampetti Direttore Generale di Legambiente – Per questa ragione il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici del Parco nazionale delle Cinque Terre, il primo di questo tipo in Italia, e le Linee guida redatte per i parchi sono strumenti di analisi e applicativi utili a contrastare la crisi climatica e limitarne gli effetti sulla natura protetta”.


Patrizio Scarpellini, direttore Parco Nazionale delle Cinque Terre ha spiegato l’importanza di un’area protetta nell’ambito delle strategie di adattamento: «il Parco svolge un ruolo attivo nella conservazione e valorizzazione del paesaggio agrario, attraverso attività di sostegno all’agricoltura, studi e monitoraggi finalizzati a garantire la gestione sostenibile dei terrazzamenti e delle coltivazioni tradizionali. E il Piano avrà l’obiettivo non solo di contrastare l’abbandono del territorio, ma anche di favorire la continuità delle comunità locali, mantenendo vivo il legame tra uomo e ambiente e assicurando la trasmissione delle conoscenze e delle pratiche agricole tradizionali alle future generazioni». “Il Piano di Adattamento ai Cambiamenti Climatici segna un momento decisivo per la tutela e la valorizzazione del nostro territorio – ha concluso Lorenzo Viviani, Presidente Parco nazionale delle Cinque Terre – Le Cinque Terre non sono solo un paesaggio da preservare, ma un ecosistema vivo, in cui l’uomo e la natura convivono in un equilibrio dinamico. Qui, la salvaguardia ambientale non passa dall’esclusione dell’uomo, ma dal suo coinvolgimento attivo: sono gli agricoltori, i pescatori, le comunità locali a custodire da secoli il fragile equilibrio di questi luoghi, rendendoli resilienti di fronte alle sfide del futuro.? Progetti come Stonewallsforlife dimostrano che i saperi tradizionali non appartengono al passato, ma rappresentano una chiave per affrontare il cambiamento climatico con soluzioni concrete e sostenibili. Il nostro impegno è trasformare il Parco delle Cinque Terre in un laboratorio di innovazione ambientale, dove ricerca scientifica e tradizione si fondano in un nuovo approccio pragmatico alla tutela del territorio.?Con la presentazione del Piano e delle Linee Guida per l’adattamento climatico nei Parchi, poniamo le basi per un modello in cui l’uomo non è il problema, ma la soluzione. Solo attraverso un’azione collettiva e una visione condivisa possiamo garantire che questo patrimonio unico resti vivo, produttivo e protetto per le generazioni future».

Corte Ue sanziona Italia per mancato trattamento acque reflue

Corte Ue sanziona Italia per mancato trattamento acque reflueBruxelles, 27 mar. (askanews) – La Corte europea di giustizia ha condannato oggi lo Stato italiano a pagare una multa forfettaria di 10 milioni di euro e una sanzione progressiva di 13.687.500 di euro ogni sei mesi, per il mancato rispetto in quattro comuni delle norme Ue sul trattamento obbligatorio delle acque reflue urbane (direttiva Cee/91/271, del 1991).


La sanzione pecuniaria semestrale dovrà essere pagata fino a che l’Italia non si metterà in regola con la legislazione comunitaria, provvedendo a predisporre impianti di depurazione o altre misure idonee a evitare lo scarico di acque reflue non trattate dei quattro agglomerati urbani, che sono Courmayeur, in Valle d’Aosta, e poi Castellammare del Golfo, Cinisi e Terrasini, tutti in Sicilia. Un quinto comune inizialmente sotto accusa, Trappeto, sempre in Sicilia, è riuscito a completare gli impianti di trattamento delle acque in tempo per l’udienza della Corte su questo caso, il 13 novembre 2024, la sentenza ne ha tenuto conto.


La situazione del mancato trattamento delle acque reflue in Italia, comunque, è migliorata negli ultimi anni, sebbene non a sufficienza e troppo lentamente. In una sua prima sentenza su questa vicenda, nell’aprile 2014, la Corte di giustizia aveva dichiarato che l’Italia non aveva dato esecuzione la direttiva in tutto il suo territorio, nella misura in cui, in ben 41 agglomerati, le acque reflue urbane non erano correttamente raccolte né trattate. La Commissione europea, ritenendo che, oltre 20 anni dopo la scadenza dei termini di recepimento previsti dalla direttiva (e nove anni dopo la sentenza del 2014), l’Italia non si fosse ancora pienamente messa in regola perché la violazione persisteva nei cinque comuni in questione, aveva aperto una nuova procedura d’infrazione per inadempimento nel maggio 2018 e inoltrato poi un nuovo ricorso alla Corte Ue, chiedendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie, che sono state determinate nel loro ammontare dalla sentenza di oggi.

Consorzio del Brunello a Vinitaly con 106 aziende e la mappa geoviticola

Consorzio del Brunello a Vinitaly con 106 aziende e la mappa geoviticolaMilano, 27 mar. (askanews) – Dopo le fiere di Parigi e Dusseldorf, il Consorzio del vino Brunello di Montalcino è pronto per il 57esimo Vinitaly in programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile. Centosei le aziende ilcinesi rappresentate, di cui 61 con stand propri, nella consueta collettiva ospitata dall’ente consortile nello spazio di oltre 800mq al padiglione 9 (dall’isola B4 alla B8).


Ad alzare il sipario sul programma, la super degustazione preview “OperaWine” (sabato 5 aprile, Gallerie Mercatali) con le undici etichette di Brunello selezionate dalla rivista di settore americana “Wine Spectator” tra i 131 vini italiani ambasciatori dell’eccellenza Made in Italy. Si prosegue in fiera domenica 6 aprile con la terza edizione di “Brunello ten-year challenge – A projection of ten years, a lookback and beyond”, la masterclass (su invito) guidata dal MW Gabriele Gorelli con uno sguardo al passato e una prospettiva sul futuro del principe dei rossi toscani tramite il confronto tra le annate 2010 e 2020. Lunedì 7 aprile il focus sulla contemporaneità del Rosso di Montalcino, con “Red Montalcino – l’anima contemporanea del Sangiovese” guidato dal docente Fis, Massimo Billetto. “Unica e distintiva: la nuova mappa geoviticola di Montalcino” è invece il titolo del momento clou di martedì 8 aprile (ore 11 | Sala Iris Palaexpo) dove viene presentata la nuova mappa geoviticola del territorio, lo strumento ufficiale che racconta in maniera oggettiva i caratteri identitari di Montalcino. Segue la degustazione di sei etichette di Brunello 2020 commentate secondo “Brunello Forma”, il nuovo metodo di valutazione delle annate. Inoltre, per tutta la durata della manifestazione allo stand consortile sono previsti incontri b2b e tasting su appuntamento. In assaggio al banco di degustazione, oltre 260 etichette di Brunello e Rosso di Montalcino, e delle altre due produzioni della denominazione, il Moscadello e il Sant’Antimo.

Meloni ribadisce no a truppe in Ucraina e chiede di coinvolgere Usa

Meloni ribadisce no a truppe in Ucraina e chiede di coinvolgere UsaParigi, 27 mar. (askanews) – L’Italia non invierà truppe in Ucraina, a meno di un coinvolgimento dell’Onu dopo un accordo di pace, e chiede che dal prossimo summit dei ‘volenterosi’ siano coinvolti gli Usa. La premier, arrivata ieri sera a Parigi, questa mattina ha partecipato all’Eliseo al vertice convocato da Emmanuel Macron che, insieme al premier britannico Keir Starmer, ha preso le redini dell’iniziativa europea (ma non solo) per essere pronti a intervenire ‘boots on the ground’ per monitorare un eventuale cessate il fuoco.


Un attivismo che Meloni non ha mai gradito, sia nel metodo(perchè alcuni Stati non sono stati coinvolti) sia nel merito, perchè secondo lei l’organizzazione di una forza di peacekeeping europea sarebbe “complessa e poco efficace”. La premier – che ha lasciato l’Eliseo intorno alle 14 senza rilasciare dichiarazioni, ripartendo poi da Parigi poco prima delle 17 – ha ribadito la sua posizione nel corso del summit, secondo quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi. Per lei il percorso verso una pace “giusta e duratura” necessita di un “continuo sostegno a Kiev” e di “garanzie di sicurezza solide e credibili” che però non possono arrivare dai ‘volenterosi’ ma solo nel “contesto euroatlantico”. La chiave, per Meloni, è l’estensione dell’articolo 5 del Trattato Nato, per consentire la sicurezza dell’Ucraina pur senza un’adesione di Kiev all’Alleanza. Un’ipotesi su cui, spiega Palazzo Chigi, Macron ha sollevato “con interesse l’opportunità di un approfondimento tecnico” che Meloni ha “accolto con favore”. Se la Nato è in contesto in cui muoversi, per Roma non si può prescindere da Washington. Trump ha un filo diretto con Macron (i due si sono sentiti anche ieri sera) e con Starmer, ma per la presidente del Consiglio è importante “continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina” anche con “il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento”, ancora non in agenda.


Per quanto riguarda il coinvolgimento dell’Italia, ha ribadito che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. Resta però aperta la porta a un impegno nel caso in cui si profilasse una missione Onu, dopo un accordo di pace, per una “efficace attuazione e monitoraggio del cessate il fuoco”. Intanto, fin da ora, è “importante poter estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali” affinchè la Russia dimostri “buona volontà” con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco totale”. Su questa linea, dopo le ultime settimane ‘turbolente’ nella maggioranza e il vertice di ieri, Meloni incassa sulla via del ritorno il plauso della Lega: “Bene la linea del governo italiano, saggia e prudente, con la richiesta di coinvolgere gli Stati Uniti”, sottolineano fonti del Carroccio, secondo cui “mai come in questo momento si sta lavorando alla pace, quindi è doveroso abbassare i toni e soffocare le pulsioni belliciste”.

Macron contro Putin: su pace finge. E annuncia forza di “rassicurazione”

Macron contro Putin: su pace finge. E annuncia forza di “rassicurazione”Parigi, 27 mar. (askanews) – Francia e Gran Bretagna saranno alla guida di una “forza di rassicurazione” da schierare in Ucraina al termine del conflitto, per monitorare la sicurezza. Una forza aperta ai ‘volenterosi’ (a cui l’Italia ha già detto di no) che garantirebbe “un sostegno a lungo termine e avrebbe un carattere deterrente nei confronti di un’eventuale aggressione russa”. Ad annunciarlo è stato il presidente francese Emmanuel Macron, al termine del summit che ha visto riuniti all’Eliseo 31 soggetti tra Paesi europei e non, istituzioni comunitarie (Antonio Costa e Ursula von der Leyen), il segretario generale della Nato Mark Rutte.


“Questa forza di rassicurazione – ha precisato – non è destinata ad essere una forza di mantenimento della pace”, né “una forza presente sulla linea di contatto”, né “una forza che sostituisca gli eserciti ucraini”, ma una forza “che firmerebbe un sostegno a lungo termine e avrebbe un carattere deterrente nei confronti di un’eventuale aggressione russa”. Il leader francese – che ieri sera aveva sentito Donald Trump – ha detto di non fidarsi della Russia che “finge di aprire negoziati per scoraggiare l’avversario e intensificare i suoi attacchi”. Anche per questo – d’accordo con il premier britannico Keir Starmer – ha assicurato che le sanzioni a Mosca non saranno revocate. Occorre “mantenere la pressione sulla Russia attraverso sanzioni”, ha confermato il presidente del Consiglio europeo Costa, la cui strategia rimane quella della “pace attraverso la forza”. Per questo l’Ue prevede, tra le altre cose, la fornitura di 2 milioni di proiettili di artiglieria di grosso calibro e l’impegno degli Stati membri a garantire 17 miliardi di euro di supporto militare aggiuntivo. La Francia ha già annunciato ieri, a questo proposito, un impegno di 2 miliardi di euro tra missili, aerei da combattimento e sistemi di difesa aerea.


“E’ stato un incontro molto costruttivo – ha dichiarato il premier britannico -. C’è stata assoluta chiarezza sul fatto che la Russia sta cercando di ritardare la pace, sta giocando, e dobbiamo essere assolutamente chiari”. Anche per questo c’è bisogno di un maggiore supporto per l’Ucraina “per assicurarsi che Kiev sia nella posizione più forte possibile, sia ora che in ulteriori negoziati”. “E’ importante che i Paesi parlino con una voce comune e spingano ulteriormente la Russia”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presente ai lavori, annunciando che nelle prossime settimane ci saranno altre riunioni per definire il ruolo della coalizione. “Dobbiamo – ha sottolineato – ottenere risposte molto specifiche: quali Paesi saranno coinvolti sul terreno, in aria e in mare in Ucraina? Dove esattamente verranno dispiegate queste forze? Quale sarà la loro dimensione e struttura? Quali saranno le procedure di risposta in caso di minaccia? E quando verranno effettivamente schierate: all’avvio di un cessate il fuoco o solo dopo la fine della guerra e il raggiungimento di un accordo?” E nel frattempo, ha concluso, “abbiamo bisogno che gli Stati Uniti siano più forti nei confronti della Russia”.

Meloni ribadisce il ‘no’ a truppe in Ucraina e chiede di coinvolgere gli Usa

Meloni ribadisce il ‘no’ a truppe in Ucraina e chiede di coinvolgere gli UsaParigi, 27 mar. (askanews) – L’Italia non invierà truppe in Ucraina, a meno di un coinvolgimento dell’Onu dopo un accordo di pace, e chiede che dal prossimo summit dei ‘volenterosi’ siano coinvolti gli Usa. La premier, arrivata ieri sera a Parigi, questa mattina ha partecipato all’Eliseo al vertice convocato da Emmanuel Macron che, insieme al premier britannico Keir Starmer, ha preso le redini dell’iniziativa europea (ma non solo) per essere pronti a intervenire ‘boots on the ground’ per monitorare un eventuale cessate il fuoco.


Un attivismo che Meloni non ha mai gradito, sia nel metodo(perchè alcuni Stati non sono stati coinvolti) sia nel merito, perchè secondo lei l’organizzazione di una forza di peacekeeping europea sarebbe “complessa e poco efficace”. La premier – che ha lasciato l’Eliseo intorno alle 14 senza rilasciare dichiarazioni, ripartendo poi da Parigi poco prima delle 17 – ha ribadito la sua posizione nel corso del summit, secondo quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi. Per lei il percorso verso una pace “giusta e duratura” necessita di un “continuo sostegno a Kiev” e di “garanzie di sicurezza solide e credibili” che però non possono arrivare dai ‘volenterosi’ ma solo nel “contesto euroatlantico”. La chiave, per Meloni, è l’estensione dell’articolo 5 del Trattato Nato, per consentire la sicurezza dell’Ucraina pur senza un’adesione di Kiev all’Alleanza. Un’ipotesi su cui, spiega Palazzo Chigi, Macron ha sollevato “con interesse l’opportunità di un approfondimento tecnico” che Meloni ha “accolto con favore”. Se la Nato è in contesto in cui muoversi, per Roma non si può prescindere da Washington. Trump ha un filo diretto con Macron (i due si sono sentiti anche ieri sera) e con Starmer, ma per la presidente del Consiglio è importante “continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina” anche con “il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento”, ancora non in agenda.


Per quanto riguarda il coinvolgimento dell’Italia, ha ribadito che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. Resta però aperta la porta a un impegno nel caso in cui si profilasse una missione Onu, dopo un accordo di pace, per una “efficace attuazione e monitoraggio del cessate il fuoco”. Intanto, fin da ora, è “importante poter estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali” affinchè la Russia dimostri “buona volontà” con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco totale”. Su questa linea, dopo le ultime settimane ‘turbolente’ nella maggioranza e il vertice di ieri, Meloni incassa sulla via del ritorno il plauso della Lega: “Bene la linea del governo italiano, saggia e prudente, con la richiesta di coinvolgere gli Stati Uniti”, sottolineano fonti del Carroccio, secondo cui “mai come in questo momento si sta lavorando alla pace, quindi è doveroso abbassare i toni e soffocare le pulsioni belliciste”.

Macron contro Putin: sulla pace finge. E annuncia una forza di “rassicurazione”

Macron contro Putin: sulla pace finge. E annuncia una forza di “rassicurazione”Parigi, 27 mar. (askanews) – Francia e Gran Bretagna saranno alla guida di una “forza di rassicurazione” da schierare in Ucraina al termine del conflitto, per monitorare la sicurezza. Una forza aperta ai ‘volenterosi’ (a cui l’Italia ha già detto di no) che garantirebbe “un sostegno a lungo termine e avrebbe un carattere deterrente nei confronti di un’eventuale aggressione russa”. Ad annunciarlo è stato il presidente francese Emmanuel Macron, al termine del summit che ha visto riuniti all’Eliseo 31 soggetti tra Paesi europei e non, istituzioni comunitarie (Antonio Costa e Ursula von der Leyen), il segretario generale della Nato Mark Rutte.


“Questa forza di rassicurazione – ha precisato – non è destinata ad essere una forza di mantenimento della pace”, né “una forza presente sulla linea di contatto”, né “una forza che sostituisca gli eserciti ucraini”, ma una forza “che firmerebbe un sostegno a lungo termine e avrebbe un carattere deterrente nei confronti di un’eventuale aggressione russa”. Il leader francese – che ieri sera aveva sentito Donald Trump – ha detto di non fidarsi della Russia che “finge di aprire negoziati per scoraggiare l’avversario e intensificare i suoi attacchi”. Anche per questo – d’accordo con Starmer – ha assicurato che le sanzioni a Mosca non saranno revocate. Occorre “mantenere la pressione sulla Russia attraverso sanzioni”, ha confermato il presidente del Consiglio europeo Costa, la cui strategia rimane quella della “pace attraverso la forza”. Per questo l’Ue prevede, tra le altre cose, la fornitura di 2 milioni di proiettili di artiglieria di grosso calibro e l’impegno degli Stati membri a garantire 17 miliardi di euro di supporto militare aggiuntivo. La Francia ha già annunciato ieri, a questo proposito, un impegno di 2 miliardi di euro tra missili, aerei da combattimento e sistemi di difesa aerea.


“E’ stato un incontro molto costruttivo – ha dichiarato il premier britannico -. C’è stata assoluta chiarezza sul fatto che la Russia sta cercando di ritardare la pace, sta giocando, e dobbiamo essere assolutamente chiari”. Anche per questo c’è bisogno di un maggiore supporto per l’Ucraina “per assicurarsi che Kiev sia nella posizione più forte possibile, sia ora che in ulteriori negoziati”. “E’ importante che i Paesi parlino con una voce comune e spingano ulteriormente la Russia”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presente ai lavori, annunciando che nelle prossime settimane ci saranno altre riunioni per definire il ruolo della coalizione. “Dobbiamo – ha sottolineato – ottenere risposte molto specifiche: quali Paesi saranno coinvolti sul terreno, in aria e in mare in Ucraina? Dove esattamente verranno dispiegate queste forze? Quale sarà la loro dimensione e struttura? Quali saranno le procedure di risposta in caso di minaccia? E quando verranno effettivamente schierate: all’avvio di un cessate il fuoco o solo dopo la fine della guerra e il raggiungimento di un accordo?” E nel frattempo, ha concluso, “abbiamo bisogno che gli Stati Uniti siano più forti nei confronti della Russia”.