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Tag: Sanremo 2023

Vino, Consorzio vini Alto Adige debutta a “Wine Paris e Vinexpo Paris”

Vino, Consorzio vini Alto Adige debutta a “Wine Paris e Vinexpo Paris”Milano, 23 gen. (askanews) – Il Consorzio vini Alto Adige debutta a “Wine Paris e Vinexpo Paris”, la cui quinta edizione si terrà nella capitale francese dal 12 al 14 febbraio. Saranno quindici le aziende altoatesine presenti con le proprie etichette, a fianco del banco istituzionale del Consorzio.

“L’appuntamento internazionale di Parigi arricchisce in maniera importante il nostro calendario di eventi annuale e sono certo che sarà un’ottima occasione per dar vita a scambi e ispirazioni oltre che a relazioni commerciali per i produttori” ha annunciato il presidente del Consorzio, Andreas Kofler, spiegando che “è la prima volta per noi, quindi siamo curiosi e molto motivati: vogliamo sfruttare al meglio questa piazza che richiama operatori da tutto il mondo ai quali potremo raccontare tutta la diversità e la qualità dei nostri vini che nascono in un territorio così piccolo e così straordinariamente privilegiato e diversificato”. Alla presenza in fiera in punta agli operatori internazionali, l’ente consortile aggiungerà una serata speciale organizzata il 12 febbraio a cui ha invitato alcuni tra i più importanti e rinomati professionisti e giornalisti locali per far scoprire loro la ricchezza di questo piccolo territorio attraverso un percorso di degustazione guidato da Audrey Brugière, semifinalista del concorso Miglior giovane sommelier di Francia. L’evento ruoterà attorno alle varietà di Borgogna, Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, e ai vitigni storici dell’Alto Adige, Gewurztraminer, Lagrein e Schiava. Il sofisticato mondo del vino locale avrà un’ampia scelta tra le diverse tipologie e referenze di tutti i quindici produttori presenti a Parigi che, durante la serata, potranno farsi conoscere al meglio.

Con la presenza all’importante appuntamento parigino, il Consorzio Alto Adige dà il via ad un anno ceh sarà ricco di appuntamenti nazionali e internazionali con l’obiettivo “di accrescere sempre più la loro notorietà e le peculiarità della loro proposta enologica”. I produttori presenti saranno Abbazia di Novacella, Baron Longo, Kellerei Bozen, Josef Brigl, Castelfeder, Dipoli Peter, Franz Haas, Cantina Girlan, Cantina Kaltern, Winery Kornell, Cantina Kurtatsch, Alois Lageder Winery, Nals Margreid, Ignaz Niedrist e Tenuta J. Hofstatter.

Violenza donne, intesa tra polizia e associazione “Le donne del vino”

Violenza donne, intesa tra polizia e associazione “Le donne del vino”Milano, 23 gen. (askanews) – Questa mattina è stato siglato il Protocollo d’intesa tra la Direzione centrale anticrimine della polizia e l’Associazione nazionale “Le donne del vino”, per lo sviluppo del Progetto “TuNonSeiSola”, la campagna ideata per promuovere iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione, a livello territoriale, “idonee a diffondere la conoscenza e l’approfondimento delle tematiche afferenti alla violenza di genere ed agli strumenti di tutela delle vittime e ad incoraggiare le donne vittime di violenza a denunciare”.

In una nota, la polizia spiega che l’intesa è nata “dalla comune esigenza di incrementare i livelli di sicurezza delle donne, individuando modalità nuove ed efficaci per diffondere la cultura di genere, nel solco già tracciato con la campagna permanente della polizia di Stato ‘Questo non è amore’, raggiungendo in maniera sempre più capillare le donne non solo nella sfera privata, ma anche nel luoghi di lavoro e di svago o aggregazione”. L’Associazione “Le donne del vino” conta più di 1.100 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste ed esperte di vino in tutta Italia, ed è parte di un network internazionale di dieci associazioni presenti in tutto il mondo. Grazie all’accordo, saranno sviluppate iniziative rivolte sia al personale femminile delle imprese aderenti all’Associazione, che ai followers e agli amanti del vino, “al fine di diffondere la conoscenza dei segnali della violenza, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi connessi a forme di violenza basata sul genere”.

Australian open, Gauff-Sabalenka prima semifinale donne

Australian open, Gauff-Sabalenka prima semifinale donneRoma, 23 gen. (askanews) – Terza semifinale Slam in carriera per Coco Gauff che mantiene la sua imbattibilità in stagione infilando la decima vittoria consecutiva in questo 2024 iniziato con il titolo bis ad Auckland. Nei quarti dell’Australian Open la 19enne di Atlanta, Georgia, n.4 del ranking e del seeding, campionessa agli ultimi Us Open, ha avuto la meglio per 76(6) 67(3) 62, dopo una battaglia di oltre tre ore giocata sotto un sole rovente, sull’ucraina Marta Kostyuk, n.37 del ranking, per la prima volta nei quarti a Melbourne (e in uno Slam). Per Coco è il dodicesimo successo di fila a livello Major.

“Sì, è stata una battaglia anche se penso che oggi sia stata sicuramente una partita di serie C – ha ammesso la statunitense in conferenza stampa – non ho giocato di certo il mio miglior tennis ma sono davvero orgogliosa di averla portata a casa. Spero d’ora in avanti di poter giocare meglio. Eppure quando mi sono riscaldata nel pre-partita mi muovevo bene, colpivo bene, servivo bene: quando sono entrata in campo e ho avuto due palle break nel primo game sentivo che stava andando tutto per il verso giusto. Poi onestamente non so cosa sia successo. È successo e basta. Non riuscivo ad essere reattiva e la cosa era frustrante ma, ripeto, sono felice di essere riuscita a superare tutto”. Giovedì dovrà vedersela la bielorussa Aryna Sabalenka, n.2 del ranking e del seeding, nonché campionessa in carica, che ha regolato 62 63, in un’ora e undici minuti, la ceca Barbora Krejcikova, n.11 WTA e nona testa di serie, campionessa al Roland Garros 2021, che era arrivata per la seconda volta tra le migliori otto in questo torneo (ci era riuscita anche nel 2022).

Lo chef Antonello Sardi porta la sua arte all’Hotel Villa Fiesole

Lo chef Antonello Sardi porta la sua arte all’Hotel Villa FiesoleMilano, 23 gen. (askanews) – Lo chef Antonello Sardi, premiato già tre volte con Stella Michelin, guida da gennaio 2024 il team del ristorante “Serrae di Villa Fiesole”, ristorante panoramico ospitato all’interno della villa ottocentesca dell’Hotel Villa Fiesole.

Chef fiorentino autodidatta, classe 1980, Antonello Sardi si è formato in cucine fiorentine e toscane e mostra le sue origini anche nei suoi piatti. In passato si è fatto conoscere per il legame viscerale con la natura, la conoscenza del territorio, le materie prime locali, gli ingredienti autoprodotti, tanto da aver raggiunto anche una stella Verde Michelin per una cucina sostenibile. Nelle sue esperienze lavorative ha portato in tavola creatività, raffinatezza, innovazione e una scrupolosa attenzione ai dettagli. La sua abilità nell’impiattamento, la padronanza delle tecniche di cucina e la dedizione all’eccellenza hanno fatto sì che sia stato insignito di prestigiosi riconoscimenti. La sua arte porta così all’Hotel Villa Fiesole un ulteriore tocco di pregio e eccellenza alla struttura, boutique hotel di charme che fa parte del gruppo alberghiero FH55 Hotels.

“La firma del rinomato chef stellato Antonello Sardi al Ristorante ‘Serrae di Villa Fiesole’ è un passo significativo nel nostro impegno costante per offrire un’esperienza gastronomica di alto livello presso le strutture del Gruppo FH55 Hotels – afferma Claudio Catani, vice president operations del Gruppo FH55 Hotels – La sua maestria, creatività e passione nell’arte della cucina si integrano perfettamente con la nostra visione di eccellenza. Siamo entusiasti di accogliere l’abile chef nel nostro team e di elevare ulteriormente il prestigio della ristorazione del nostro hotel, offrendo ai nostri ospiti un viaggio gastronomico indimenticabile”. Il curriculum di Antonello Sardi evidenzia una gestione impeccabile delle scorte, la formazione e la supervisione del personale di cucina, la creazione di menù esclusivi e l’attenta selezione dei fornitori per assicurare la massima qualità degli ingredienti. Per capire le linee eleganti dei suoi piatti e il rigore filologico nell’esecuzione è significato sapere chi sia stato il suo mentore: è l’incontro con lo Chef Enrico Bartolini nel 2010 a cambiare la sua carriera e a dargli un’importante possibilità. Lo inserirà come chef a Podere Forte a Rocca d’Orcia. Da li in poi si è sviluppata una serie di esperienze di successo.

Nel 2014 arriva una stella Michelin quando era executive chef a Firenze presso la “Bottega del Buon Caffè”, dopo pochi anni dall’inizio della sua carriera; nel 2019, appena entrato alla guida del ristorante “Virtuoso Gourmet” della “Tenuta Le Tre Virtù”, relais di lusso in Mugello, conquista subito un’ altra stella Michelin, seguita l’anno successivo da quella verde per la sostenibilità. “Sono entusiasta di partire con questa nuova avventura che rappresenta per me un’opportunità straordinaria di condividere la mia passione per la cucina e creare esperienze gastronomiche indimenticabili per tutti gli ospiti – dice Antonello Sardi – Non vedo l’ora di portare avanti la mia visione e continuare ad esprimere la mia dedizione nel mondo della gastronomia e di trasformare ogni piatto in un’opera d’arte per soddisfare i palati più raffinati.”

Mercoleì sciopero di 24 ore nel trasporto pubblico locale

Mercoleì sciopero di 24 ore nel trasporto pubblico locale

Roma, 23 gen. (askanews) – I lavoratori del settore del trasporto pubblico locale si preparano al primo sciopero dell’anno. Domani è infatti previsto lo stop nazionale di 24 ore di bus, tram e metro, proclamato dai sindacati di base: Cobas Lavoro Privato, Cub Trasporti, Usb, Adl, Sgb, Associazioni lavoratori Cobas e Orsa. “Aumenti salariali dignitosi, migliori condizioni di lavoro, blocco delle privatizzazioni, tutela della salute e sicurezza”, i temi rilanciati dai sindacati. La giornata di mobilitazione prevede alle 11:00 un presidio davanti al ministero delle infrastrutture e trasporti a Roma. Durante lo sciopero il servizio sarà garantito durante le fasce di legge: da inizio servizio diurno alle 8.29 e dalle 17 alle 19.59.

L’Associazione Peter Pan e Rocco Giocattoli rinnovano la collaborazione

L’Associazione Peter Pan e Rocco Giocattoli rinnovano la collaborazioneRoma, 23 gen. (askanews) – Ogni anno, moltissime famiglie si vedono costrette a lasciare la propria casa al fine di cercare altrove le migliori cure per i loro bambini: per vincere la lotta contro il cancro, i piccoli pazienti oncologici dovranno passare mesi, forse anni, lontani dall’abituale dimora. Da 30 anni, l’Associazione Peter Pan accoglie nelle sue strutture bambini italiani e stranieri obbligati a trasferirsi a Roma con le proprie famiglie, offrendo loro un luogo che possano chiamare casa per la durata delle terapie e, soprattutto, uno spazio dove sentirsi meno soli e condividere la quotidianità con altri nuclei familiari che affrontano la medesima esperienza. L’impatto dell’Associazione spazia ben oltre il sollievo economico dato dalla disponibilità di un alloggio: socializzando e giocando insieme, tra i bambini si crea un forte legame di amicizia e solidarietà che unisce e persevera nel tempo e che, insieme all’essenziale supporto psicologico, offre un sostegno significativo nei mesi e anni lontani da casa. Consapevole dell’importanza del progetto, Rocco Giocattoli, anche quest’anno riafferma il proprio supporto all’associazione, proseguendo una collaborazione iniziata nel 2021 e destinata a consolidarsi nel tempo.

Nel corso del 2023, informa una nota, Rocco Giocattoli ha dato il proprio contributo a due importanti iniziative. La prima è stata l’adozione di una delle stanze di accoglienza della “Grande Casa di Peter Pan”, coprendo i relativi costi di gestione per tutto l’anno. Questa stanza è diventata la dimora di cinque famiglie, alcune italiane e altre giunte dall’Ucraina, con bambini di età tra i 2 e i 12 anni. Il secondo intervento si è concentrato sull’acquisto dell’arredamento necessario per il salone e la ludoteca della nuova Casa, “La Terza Stella”, struttura di accoglienza dedicata ai piccoli malati oncologici e alle loro famiglie in fuga da guerra e Paesi a rischio, inaugurata il 16 novembre 2022 e operativa da gennaio 2023. La sua apertura ha coinciso con un momento di grande bisogno, ospitando 36 famiglie ucraine costrette a lasciare il proprio paese a causa del conflitto ancora in corso, offrendo un ambiente accogliente e funzionale per i bambini in cura presso l’ospedale Bambino Gesù. “La nostra continua collaborazione con l’Associazione Peter Pan è un’espressione fondamentale dei valori che Rocco Giocattoli ha sempre promosso,” afferma l’Amministratore Delegato Marco D’Alessandris. “Crediamo fermamente nell’importanza della solidarietà e di un approccio alla cura che va ben oltre l’aspetto medico, ma che si manifesta come impegno concreto nella creazione di una rete di supporto psicologico e profondamente umanizzante. Attraverso il nostro impegno, aspiriamo a portare un barlume di normalità nella vita di queste famiglie e dei loro bambini, in un momento dove la quotidianità è stravolta dalla malattia e dalle sfide che essa comporta”.

Nell’anno a venire, Rocco Giocattoli affiancherà l’Associazione Peter Pan in diverse iniziative di raccolta fondi e momenti di sensibilizzazione ma, soprattutto, fornirà il suo supporto per due importanti progetti: oltre alla continua adozione della stanza di accoglienza nella “Grande Casa”, l’azienda fornirà il suo contributo per sostenere una parte del costo del servizio annuale dei trasporti che l’associazione quotidianamente garantisce agli ospiti per ospedali, aeroporti, stazioni, uffici pubblici, spesa alimentare e per tutte le attività ludiche esterne. “Anche per l’anno in corso continua il supporto di Rocco Giocattoli alla nostra Associazione, attraverso l’adozione di una stanza destinata all’accoglienza dei bambini e delle loro famiglie presso le nostre strutture, oltre a fornire un contributo per sostenere una parte del costo annuale del servizio di trasporto. Non possiamo che essere grati e orgogliosi di questa collaborazione. I nostri ospiti continueranno a lottare e grazie a Rocco Giocattoli garantiamo loro il diritto di “essere bambini”. Grazie per tutto il supporto che ci state fornendo!” dichiara Roberto Mainiero, Presidente di Peter Pan.

Australian Open, Djokovic in semifinale a Melbourne

Australian Open, Djokovic in semifinale a MelbourneRoma, 23 gen. (askanews) – L’ultima sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open resta quella rimediata 4 anni e un giorno fa, complice Hyeon Chung, all’epoca fresco vincitore delle Next Gen Finals, e un gomito cigolante. Da allora, le vittorie infilate consecutivamente a Melbourne Park erano state 32, 21 delle quali senza cedere set. La 33ma è arrivata oggi a scapito di Taylor Fritz battuto per 7-6 4-6 6-2 6-3 nel match che ha promosso il n.1 del mondo alla semifinale degli Australian open. Djokovic lsi è qualificato per la semifinale dopo 3 ore e 45′ in un match cominciato solo alle 16.40 ora locale a causa della maratona tra Gauff e Kostyuk.

Daniele Novara: occupare liceo Tasso? Un atto di amore degli studenti

Daniele Novara: occupare liceo Tasso? Un atto di amore degli studentiRoma, 23 gen. (askanews) – “Nel Liceo Tasso di Roma, così come in tante scuole italiane, gli studenti e le studentesse tornano a fare occupazione e già si parla di dure sanzioni: sospensioni, 5 in condotta, bocciatura. Ma davvero occupare le scuole è un gesto così grave?”. A chiederselo è Daniele Novara, noto pedagogista, il quale propone un diverso punto di vista: “Gli studenti che occupano le scuole manifestano un atto di amore straordinario nei confronti della scuola stessa”.

“Certamente gli atti vandalici vanno sanzionati, ma l’idea di occupare un istituto rappresenta un incredibile patrimonio di interesse e sensibilità verso questa istituzione, che si concretizza con autogestioni, dibattiti, incontri e discussioni. Come successe ai tempi del Covid, quando gli studenti furono in prima linea a chiedere la riapertura, lo stesso accade a fronte delle incredibili difficoltà della scuola, alle sue lentezze, all’abbarbicamento nel passato, all’uso di metodi superati – continua Novara, sottolineando – Occupare non è semplice trasgressione ma un grido di amore e di dolore. La richiesta è chiara: poter vivere la scuola come un momento di ricerca, di conoscenza reale, di scoperta, di passione, di interesse, uscendo dai binari del passato, del giudizio, dei voti preclusivi, della scuola come gara”. “Ecco quindi che i ragazzi e le ragazze rifiutano di andare a scuola per vedere chi è il più bravo, chi prende i voti più alti”, conclude il pedagogista “E fanno bene”.

La scuola non è una gara è un concetto che verrà ribadito il 20 Aprile durante il convegno nazionale del CPP Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di cui lo stesso Daniele Novara è fondatore e direttore.

Ittica, nasce il Consorzio per promuovere il salmone affumicato in Italia

Ittica, nasce il Consorzio per promuovere il salmone affumicato in ItaliaMilano, 23 gen. (askanews) – Dall’iniziativa di quattro player del mercato ittico nazionale nasce il Consorzio affumicatori maestri italiani, un ente che, spiega una nota, punta a “preservare e valorizzare la produzione di salmone affumicato lungo tutta la Penisola”. I fondatori, protagonisti della filiera del salmone lavorato, sono Agroittica di Calvisano, nel Bresciano, Foodlab con sede a Polesine Zibello (Parma), Sicily Food di Aragona (Agrigento) e Starlaks, di Borgolavezzaro nel Novarese.

La sfida che si è posta il neonato Consorzio è quella di fornire al consumatore tutte le informazioni necessarie per poter scegliere consapevolmente il salmone che acquista, promuovendo il salmone e le altre specialità ittiche affumicate. Agroittica, Foodlab, Sicily Food, Starlaks, nel loro insieme danno impiego a più di 500 persone, garantiscono una lavorazione di più di 10.000 tonnellate di pesce annue. Il Cami ha nominato come presidente Gianpaolo Ghilardotti di Foodlab e vice presidente Riccardo Massetti di SQS Network di Coccaglio (Brescia), esperto operatore del settore, che ha promosso la costituzione del consorzio.

Le regole, attestate dalla presenza del marchio del Consorzio sulle confezioni, prevedono la lavorazione in Italia del prodotto, la salatura rigorosamente a secco, senza iniezione di salamoia, l’obbligo di dichiarare zone di pesca e relative certificazioni di sostenibilità per il prodotto pescato mentre per quello allevato l’obbligo di allevamenti sicuri e certificati secondo le norme sul benessere animale. Sono richieste inoltre esaustività e verificabilità della tracciabilità e delle certificazioni, il rispetto delle norme di sicurezza alimentare, un’etichettatura chiara e precisa e l’audit annuale da parte di un ente di certificazione terzo. “Il nostro intento è di essere un supporto continuo al consumatore, ai buyers e agli operatori sia per la grande distribuzione che per l’horeca in un mercato in cui le regole sono spesso poco chiare – ha dichiarato il presidente Gianpaolo Ghilardotti – Vogliamo offrire una maggior tutela e una nuova leggibilità a un settore italiano virtuoso ma spesso poco e mal conosciuto. Siamo da decenni parte integrante del patrimonio ittico/enogastronomico d’Italia e oggi ci sentiamo pronti ad accompagnare e guidare i nostri consumatori con una voce nuova e autorevole”.

Ucraina, consigliere Zelensky: da Meloni approccio solido e impegno

Ucraina, consigliere Zelensky: da Meloni approccio solido e impegnoMilano, 23 gen. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Giorgia Meloni è un ‘leader che può effettivamente ottenere sostegno militare e finanziario per l’Ucraina all’interno del G7’ e dunque Kiev si attende molto dalla presidenza italiana di turno dei big dell’economia. Tuttavia ‘dovrebbe anche imporre sanzioni vitali’ contro chi ‘continua a operare intorno alla Russia e a riciclare denaro mentre vive generosamente in Occidente, a Dubai, in Kazakistan e in Uzbekistan’. Così, di ritorno da Davos, Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spiega ad askanews il punto di vista del suo Paese, che tra un mese entrerà nel terzo anno di guerra, scatenata dalla brutale invasione russa.

Rodnyansky, docente di Economia a Cambridge e presenza di alto profilo nella delegazione ucraina a Davos, specifica che il presidente del Consiglio Meloni è ‘nota per il suo approccio solido e di principio negli affari internazionali’ e ‘porta un impegno costante nei confronti dei valori democratici e dei diritti umani’. Sottolinea ‘la difesa della Meloni per una forte cooperazione internazionale, unita ad una chiara posizione contro l’aggressione’ ma ‘dovrebbe anche imporre sanzioni vitali’ perché ‘da tempo si attende una maggiore pressione sanzionatoria nei confronti di questi uomini d’affari, anche perché molti di loro aiutano a eludere il regime sanzionatorio esistente’. askanews: Cosa ha portato a casa da Davos a livello di accordi, ma anche a livello politico?

Rodnyansky: ‘Nella mia esperienza sono stato più volte a Davos. E questo rende molto importante per la nostra leadership e le nostre élite imprenditoriali visitarla in questo particolare momento. La squadra del nostro governo che era lì, la delegazione così come i presenti, come sempre, come negli anni precedenti, stavano lavorando per capitalizzare e mobilitare denaro e investimenti, per fare investire in Ucraina. Questo è un processo continuo. Non succede da un giorno all’altro. Ovviamente, ci sono rischi per le imprese private e per il settore privato più in generale, che riguardano problemi di sicurezza: l’ambiente attuale o il clima economico, non è dei più attraenti. Tuttavia, stiamo ancora lavorando per garantire una sorta di accordi, alcuni finanziamenti per il futuro, per strutturare potenziali fondi futuri e strutture future che saranno poi veicoli per investimenti in Ucraina. Di tutto questo si sta discutendo con vari investitori, vari gruppi bancari: BlackRock e JP Morgan hanno fatto notizia. Quindi questo è ormai ampiamente noto. Questo è ciò su cui si è concentrata principalmente la squadra del governo’. askanews: Ma ci sono anche altri interessi che avete cercato di perseguire.

Rodnyansky: ‘Davos ovviamente non è solo un forum economico, sebbene sia concepito principalmente come tale. È anche una piattaforma per dichiarazioni politiche ed eventi politici di altissimo livello. Il nostro presidente (Volodymyr Zelensky) vi si è recato di persona quest’anno. A differenza che negli ultimi anni, quando la maggior parte delle persone veniva in Ucraina e non c’era un gran bisogno di viaggiare fuori dall’Ucraina e da parte della nostra leadership politica. Ora le cose stanno iniziando a cambiare, perché anche l’umore sta cambiando e l’attenzione dedicata all’Ucraina sta diminuendo nel tempo. Uno dei motivi per cui Zelensky si è recato a Davos è per aiutare a mobilitare il sostegno per l’Ucraina, per parlare delle stesse questioni che sono sempre sul tavolo: le armi statunitensi, gli aiuti militari, i finanziamenti militari. E questo è chiaramente il tema se si guarda agli Stati Uniti e ad altri paesi, ma anche ai finanziamenti più in generale a sostegno dell’Ucraina. Era lì anche per rispondere a domande da investitori e potenziali investitori, banche di investimento o private equity, società di venture capital, ecc. Si è trattato di uno sforzo di livello molto più elevato da parte dell’Ucraina, con la nostra delegazione quest’anno, essendo di calibro molto più alto del solito con la presenza del Presidente stesso. E questo dimostra la necessità di compiere ulteriori sforzi per riportare l’Ucraina di attualità. Ora, ovviamente, l’evento finale e la componente finale che vale la pena menzionare a questo riguardo è, ancora una volta, di natura politica e ha a che fare con la cosiddetta formula di pace che il Presidente e il suo team hanno promosso: è davvero un’iniziativa guidata dalla sua presenza e della sua squadra, dal capo dell’ufficio del presidente, e ci sono sempre più paesi che ora vi partecipano, quindi speriamo che sia fruttuosa in futuro. Non lo sappiamo ancora. Quale sarà il risultato, o come sarà il risultato finale, come sarà l’effettiva formula di pace quando ci sarà la pace, ma certamente l’Ucraina sta facendo quello che può per portare avanti la propria agenda e ovviamente difendere i propri interessi’. askanews: Un pilastro del programma italiano della presidenza del G7 è il sostegno all’Ucraina. Cosa si aspetta l’Ucraina dal G7 e dalla presidenza italiana?

‘Da quello che so, il G7 è un gruppo dei nostri principali donatori e partner internazionali, le più grandi economie di mercato e potenze industriali a livello mondiale. Hanno supportato l’Ucraina, e immagino che gli attriti esistenti riguardino tutti gli stessi temi: sostegno all’Ucraina, a livello monetario, in altre parole, sostegno finanziario che ci aiuterà a bilanciare il nostro bilancio e a garantire che possiamo pagare pensioni, stipendi, ma anche finanziare lo sforzo bellico. Quindi è qualcosa che è costantemente un problema perché ci sono ritardi. L’altro punto è ancora una volta legato al sostegno militare e, ancora una volta, ci sono ritardi, quindi i paesi più grandi che ci aiutano sono tutti nel G7 e lo fanno tutti individualmente o collettivamente, comunque tu voglia vederlo. A volte consegnano in tempo, a volte con ritardi. Questi temi vengono sempre discussi, anche durante le riunioni del G7’. askanews: E della leadership di Giorgia Meloni, cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘La leadership di Giorgia Meloni durante la presidenza italiana del G7 promette di rappresentare una risorsa significativa per l’Ucraina nel contesto della guerra in corso. Nota per il suo approccio solido e basato sui principi agli affari internazionali, Meloni porta un impegno costante nei confronti dei valori democratici e dei diritti umani. Ha sottolineato l’importanza della solidarietà con le nazioni che affrontano le avversità, allineandosi perfettamente con l’attuale lotta dell’Ucraina. La difesa della Meloni per una forte cooperazione internazionale, unita ad una chiara posizione contro l’aggressione, la posiziona come una leader che può effettivamente ottenere sostegno militare e finanziario per l’Ucraina all’interno del G7. Meloni dovrebbe anche imporre sanzioni vitali contro i cittadini russi che continuano a operare intorno alla Russia e a riciclare denaro mentre vivono generosamente in Occidente, a Dubai, in Kazakistan e in Uzbekistan. Da tempo si attendeva una maggiore pressione sanzionatoria nei confronti di questi uomini d’affari, anche perché molti di loro aiutano a eludere il regime sanzionatorio esistente’. askanews: Sia il nostro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sia il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto hanno messo in guardia, nelle ultime settimane, dal sottovalutare Vladimir Putin. Tajani in particolare venerdì ha definito le minacce del Cremlino sugli Stati del Baltico “solo minacce politiche da propaganda elettorale per le presidenziali, ma il modo migliore per scongiurare questo rischio è difendere l’Ucraina. Se noi impediamo l’invasione dell’Ucraina, impediamo a Putin di guardare ad altri obiettivi”. E Crosetto in visita al contingente italiano in Lettonia la vigilia di Natale aveva specificato: “Fin quando non sento (Vladimir) Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo”. Lei cosa ne pensa? In passato lo abbiamo sottovalutato? Rodnyansky: ‘Sono pienamente d’accordo con l’idea che non si dovrebbe mai sottovalutare il proprio avversario e i propri nemici. Putin ha una forza da non sottovalutare e la Russia, l’attuale regime russo, è una forza da non sottovalutare. Ormai è chiaro, penso, a tutti. E quindi sì, direi che il ‘pio desiderio’ è molto pericoloso, e sottovalutare il proprio avversario è molto pericoloso e può portare a risultati catastrofici, ovviamente, e lo sappiamo dalla semplice logica di ogni conflitto. Chi pratica le arti marziali, ad esempio, lo sa fin troppo bene (e l’analogia qui è piuttosto diretta). Ma non direi, tornando all’altra parte della domanda, che abbiamo sottovalutato o che l’Occidente, soprattutto dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala, ha sottovalutato la Russia. Voglio dire, penso che ora viviamo in un’epoca in cui le persone e i leader occidentali hanno abbastanza chiaro con cosa hanno a che fare. Non direi che lo abbiamo sottovalutato, ma sarebbe pericoloso se lo sottovalutassimo in futuro: ciò che è in grado ed è disposto a fare’. askanews: Lei pensa che l’Unione Europea o il blocco NATO sono a rischio di un attacco diretto? Rodnyansky: ‘Non direi che attualmente siano a rischio perché la Russia è pienamente coinvolta in Ucraina. Tutte le sue risorse militari sono essenzialmente raggruppate in Ucraina. Non penso che ci sia alcuna capacità inutilizzata, per aprire un altro fronte. Ma certamente il regime russo spera ed è felice che altri conflitti scoppino in tutto il mondo. Basta pensare a Israele e ad altre regioni che ovviamente stanno distogliendo l’attenzione dall’Ucraina. Tutto ciò sta impegnando l’Occidente su troppi fronti, quando si tratta di sostenere l’Ucraina. E questo è un evento molto gradito al Cremlino, di cui è molto felice in questo contesto. Inoltre, dobbiamo avere ben chiaro che sì, il Cremlino non ha le stesse analisi dei costi-benefici come possono avere i politici occidentali pensando a tali guerre: non c’è alcuna pressione politica interna sul regime russo, quando si tratta di potenziali perdite umane o di attrezzature come è invece in Ucraina, per non parlare delle democrazie occidentali. E sotto molti aspetti, il regime russo è più stabile e ha più tempo, meno pressioni in termini di tempo, per raggiungere qualunque obiettivo stia cercando di raggiungere. E penso che dobbiamo essere chiari sul fatto che non stiamo sottovalutando il regime russo in questo senso. In definitiva il regime russo vuole il pieno controllo dell’Ucraina: questo è. E dobbiamo fare i conti con questo’. askanews: Due banche statali cinesi hanno inasprito le restrizioni sui finanziamenti ai clienti russi. Posso chiederle cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘Questo è esattamente il meccanismo che finora mancava, e forse sta emergendo in forma lieve in questo caso particolare. Queste due banche hanno ovviamente molto più da perdere a causa delle potenziali sanzioni statunitensi che le colpirebbero – e si tratterebbe di una forma di sanzioni secondarie – rispetto a quanto avrebbero da guadagnare dall’avere clienti russi. E così hanno iniziato ad attuare essenzialmente alcuni controlli e due diligence per quanto riguarda le loro relazioni con la Russia. Ma nel complesso, rimango della mia posizione: non vediamo realmente lo Stato cinese o le aziende cinesi sotto pressione, quando si tratta di commerciare con la Russia. Al contrario, stanno aiutando la Russia ad aggirare il regime delle sanzioni. Quindi questo caso particolare illustra che questo meccanismo, se fosse utilizzato, sarebbe in realtà molto efficace’. askanews: Dunque quale considerate sia la posizione cinese, per davvero, nei confronti dell’Ucraina? Rodnyansky: ‘Fondamentalmente dobbiamo giudicare in base a ciò che vediamo, in base alle azioni che hanno sempre rivelato preferenze, essenzialmente di una parte, in questo caso la Cina, un paese enorme, in base a ciò che fanno, in base a preferenze che essenzialmente rivelano ciò che realmente pensano e cosa preferiscono, e da che parte preferiscono stare nella guerra russo-ucraina. La Cina, basandoci sulle sue azioni, si è chiaramente schierata con la Russia. Voglio dire, sappiamo che a volte hanno cercato di bilanciare la situazione e di essere più indiretti, discreti in certe occasioni, ma sappiamo che stanno aiutando la Russia economicamente. Ed è un grande aiuto quello che stanno offrendo. La Russia sta intensificando le sue relazioni commerciali con la Cina; la Russia elude le sanzioni con l’aiuto della Cina. E quello che lei ha menzionato, il caso delle due banche, ne è un esempio. Perché il sistema finanziario in Russia è pesantemente sanzionato. E se la Cina non partecipa alle sanzioni, sta effettivamente aiutando la Russia a eludere il regime delle sanzioni, ma è anche più ampiamente applicabile ad altre forme di commercio: beni a duplice uso che sono essenziali per l’esercito in Russia e ovviamente rappresentano un’enorme minaccia per noi giorno dopo giorno. Quindi penso che la posizione cinese sia chiara. Stanno cercando di essere quanto più discreti possibile, ma sono dalla parte della Russia’. askanews: Ma evidentemente ora ci sono barriere tra loro e la Russia, altrimenti queste due banche non avrebbero posto dei limiti. Non crede? Rodnyansky: ‘Non sono a conoscenza di grandi barriere erette tra Cina e Russia. Penso che un fattore che potrebbe cambiare le cose potrebbe essere rappresentato dalle sanzioni secondarie che verrebbero imposte alle aziende cinesi e alla Cina stessa. Se dovesse contribuire a continuare ad aiutare la Russia ad aggirare il regime di sanzioni. Ma questo è davvero molto lontano dall’essere implementato e non sembra realistico. Ne parliamo ormai da quasi due anni. O poco meno, forse uno e mezzo. E in qualche modo gli ostacoli politici all’attuazione di tali politiche sembrano essere troppo alti. Quindi direi che la Russia sta ancora eludendo il regime delle sanzioni, in generale, con l’aiuto di paesi come la Cina, e anche di altri paesi, ovviamente, non solo della Cina. Ma si sa, la Cina è un elemento importante in quel sistema che aggira le sanzioni occidentali e cerca di evitarle. Ecco cosa sta facendo la Russia. E la Cina ovviamente la sta aiutando’. askanews: Ok, parliamo di elezioni negli Stati Uniti. Molti sostengono che con queste elezioni presidenziali Usa, il sostegno americano all’Ucraina potrebbe cambiare. Ma potrebbe anche non essere così. Lei cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘Si sono aggiunte molte informazioni a riguardo, oltre a ciò che già sapevamo prima, ma direi che ovviamente i rischi e le preoccupazioni ci sono. Cosa succederebbe se Trump venisse rieletto? Evidentemente ha detto pubblicamente quello che pensa. Ha fatto alcune promesse radicali riguardo alla guerra russo-ucraina. Ha detto che sarebbe riuscito a farla finire in un giorno o in un periodo di tempo molto breve. Ovviamente, se ci si pensa bene, questo non sembra molto convincente. D’altra parte, non si sa nemmeno cosa succederebbe, se provasse effettivamente ad attuarlo, costringendo l’Ucraina a un compromesso che il nostro popolo non sostiene. Potrebbe essere una situazione molto pericolosa per noi e per il mondo, in generale. Non sappiamo se ci siano questi rischi. Il presidente degli Stati Uniti ha molto potere su queste cose e molta influenza su come le cose potrebbero finire per il sostegno all’Ucraina e con lo sforzo bellico che stiamo affrontando’. askanews: Se dovesse pensare a ciò che la parte russa desidera? Rodnyansky: ‘Sospetterei che desiderino Donald Trump come presidente. Ciò non significa che il sostegno all’Ucraina vacillerà del tutto. Non ci farei congetture. Poiché c’è anche il Congresso: il potere è distribuito negli Stati Uniti, ci sono vari rami del potere e un presidente, ovviamente, deve occuparsene e tenerne conto: tenere conto di ciò che pensa il Congresso, prendere in considerazione ciò per cui il Senato sta spingendo. Il presidente degli Stati Uniti d’America non può semplicemente governare come un leader autoritario in Russia. Il sostegno all’Ucraina è bipartisan, certamente era bipartisan se guardiamo a un anno fa, o all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, all’invasione su vasta scala. Se sia ancora interamente bipartisan, o che una parte sia un po’ meno propensa ad aiutare l’Ucraina ad andare avanti, è una questione aperta. Forse con meno sicurezza, ma continuerei a ipotizzare che il nostro sostegno sia lì, per noi. Ovviamente ci sono dei rischi, potrebbe non essere così unanime. Vi sono anche rischi di ulteriori ritardi se dovesse entrare in carica un altro presidente. E ci sono ovviamente i rischi che la pressione sull’Ucraina, in un modo o nell’altro potrebbe manifestarsi in modo più chiaro’. askanews: Ma quale era l’atmosfera a Davos? Rodnyansky: ‘Ebbene, ripeto, non direi che Davos abbia avuto un impatto sull’umore generale oltre a quello che già avevamo, o ciò che c’era già, ciò che dominava lo status quo prima di Davos. Direi che l’atmosfera è dettata o forzata dagli eventi sul campo in Ucraina. Se parliamo dell’umore dei nostri politici, della leadership, del governo o del presidente, penso che il loro umore sia davvero determinato da ciò che accade sul campo di battaglia e da ciò che sta accadendo all’economia ucraina. E ovviamente, da ciò che sta accadendo con il supporto che stiamo ottenendo o non ottenendo abbastanza velocemente. Davos stessa è utile come sede in cui cerchiamo di mobilitare il sostegno economico, come ho detto, ma anche di portare a casa alcuni messaggi politici e importanti battute finali, quando si tratta del conflitto e della guerra. Ma non direi che ciò abbia avuto un grande effetto sull’umore: l’umore cambierà se qualcosa cambia materialmente con il sostegno che stiamo ricevendo, o meno per uno sforzo militare in cui siamo coinvolti. Non è cambiato dopo Davos. Quindi non direi che l’atmosfera sia molto diversa adesso’. askanews: Parliamo della Francia: la prima cosa che ha fatto il nuovo Ministro degli Esteri Stéphane Séjourné – e il primo atto di politica internazionale del nuovo esecutivo di Parigi – è andare a Kiev. Pensate di avere amici ancora migliori in Europa, dopo l’entrata in carica di Gabriel Attal (la cui madre è nata a Odessa, ndr) ? Rodnyansky: ‘Stiamo parlando della Francia, appunto. La Francia è stata alleata dell’Ucraina fin dall’inizio. E penso che la Francia sia un partner, donatore e alleato molto stabile e affidabile: ha fornito molti dei moderni sistemi d’arma di cui disponiamo, quando altri paesi erano ancora titubanti. Ora sempre più paesi sono meno titubanti. Quindi va bene. La Francia è stata ancora una volta molto stabile, dalla parte dell’Ucraina, un elemento centrale del G7, una delle maggiori forze in Europa. Non ci sono dubbi. Veramente. Ora, c’è qualche cambiamento nelle personalità coinvolte. Qualche cambiamento nel governo, ovviamente, è qualcosa che entra sempre in gioco, ma non vorrei complicare eccessivamente le cose. Apprezziamo i segnali di solidarietà: ogni volta che c’è qualcuno con una delegazione che viene inviata in Ucraina o che decide di visitare la Kiev, lo apprezziamo. È sempre stato importante per la nostra leadership e per gli ucraini in generale. È qualcosa che ci fa sentire accolti e di cui siamo grati. Ma fondamentalmente, penso che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Stiamo cercando di costruire un’Alleanza comune e di basarci su ciò che già abbiamo. Ora sono stati firmati diversi accordi in ambito militare, in particolare con la Gran Bretagna. E si spera che ce ne saranno altri con altri paesi come la Francia, potenzialmente con la Germania, e altri paesi, si spera. Quindi è qualcosa su cui stiamo lavorando insieme con il nuovo governo francese, e anche con altri paesi’.