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Tag: Sanremo 2023

Australian Open, Djokovic in semifinale a Melbourne

Australian Open, Djokovic in semifinale a MelbourneRoma, 23 gen. (askanews) – L’ultima sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open resta quella rimediata 4 anni e un giorno fa, complice Hyeon Chung, all’epoca fresco vincitore delle Next Gen Finals, e un gomito cigolante. Da allora, le vittorie infilate consecutivamente a Melbourne Park erano state 32, 21 delle quali senza cedere set. La 33ma è arrivata oggi a scapito di Taylor Fritz battuto per 7-6 4-6 6-2 6-3 nel match che ha promosso il n.1 del mondo alla semifinale degli Australian open. Djokovic lsi è qualificato per la semifinale dopo 3 ore e 45′ in un match cominciato solo alle 16.40 ora locale a causa della maratona tra Gauff e Kostyuk.

Daniele Novara: occupare liceo Tasso? Un atto di amore degli studenti

Daniele Novara: occupare liceo Tasso? Un atto di amore degli studentiRoma, 23 gen. (askanews) – “Nel Liceo Tasso di Roma, così come in tante scuole italiane, gli studenti e le studentesse tornano a fare occupazione e già si parla di dure sanzioni: sospensioni, 5 in condotta, bocciatura. Ma davvero occupare le scuole è un gesto così grave?”. A chiederselo è Daniele Novara, noto pedagogista, il quale propone un diverso punto di vista: “Gli studenti che occupano le scuole manifestano un atto di amore straordinario nei confronti della scuola stessa”.

“Certamente gli atti vandalici vanno sanzionati, ma l’idea di occupare un istituto rappresenta un incredibile patrimonio di interesse e sensibilità verso questa istituzione, che si concretizza con autogestioni, dibattiti, incontri e discussioni. Come successe ai tempi del Covid, quando gli studenti furono in prima linea a chiedere la riapertura, lo stesso accade a fronte delle incredibili difficoltà della scuola, alle sue lentezze, all’abbarbicamento nel passato, all’uso di metodi superati – continua Novara, sottolineando – Occupare non è semplice trasgressione ma un grido di amore e di dolore. La richiesta è chiara: poter vivere la scuola come un momento di ricerca, di conoscenza reale, di scoperta, di passione, di interesse, uscendo dai binari del passato, del giudizio, dei voti preclusivi, della scuola come gara”. “Ecco quindi che i ragazzi e le ragazze rifiutano di andare a scuola per vedere chi è il più bravo, chi prende i voti più alti”, conclude il pedagogista “E fanno bene”.

La scuola non è una gara è un concetto che verrà ribadito il 20 Aprile durante il convegno nazionale del CPP Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di cui lo stesso Daniele Novara è fondatore e direttore.

Ittica, nasce il Consorzio per promuovere il salmone affumicato in Italia

Ittica, nasce il Consorzio per promuovere il salmone affumicato in ItaliaMilano, 23 gen. (askanews) – Dall’iniziativa di quattro player del mercato ittico nazionale nasce il Consorzio affumicatori maestri italiani, un ente che, spiega una nota, punta a “preservare e valorizzare la produzione di salmone affumicato lungo tutta la Penisola”. I fondatori, protagonisti della filiera del salmone lavorato, sono Agroittica di Calvisano, nel Bresciano, Foodlab con sede a Polesine Zibello (Parma), Sicily Food di Aragona (Agrigento) e Starlaks, di Borgolavezzaro nel Novarese.

La sfida che si è posta il neonato Consorzio è quella di fornire al consumatore tutte le informazioni necessarie per poter scegliere consapevolmente il salmone che acquista, promuovendo il salmone e le altre specialità ittiche affumicate. Agroittica, Foodlab, Sicily Food, Starlaks, nel loro insieme danno impiego a più di 500 persone, garantiscono una lavorazione di più di 10.000 tonnellate di pesce annue. Il Cami ha nominato come presidente Gianpaolo Ghilardotti di Foodlab e vice presidente Riccardo Massetti di SQS Network di Coccaglio (Brescia), esperto operatore del settore, che ha promosso la costituzione del consorzio.

Le regole, attestate dalla presenza del marchio del Consorzio sulle confezioni, prevedono la lavorazione in Italia del prodotto, la salatura rigorosamente a secco, senza iniezione di salamoia, l’obbligo di dichiarare zone di pesca e relative certificazioni di sostenibilità per il prodotto pescato mentre per quello allevato l’obbligo di allevamenti sicuri e certificati secondo le norme sul benessere animale. Sono richieste inoltre esaustività e verificabilità della tracciabilità e delle certificazioni, il rispetto delle norme di sicurezza alimentare, un’etichettatura chiara e precisa e l’audit annuale da parte di un ente di certificazione terzo. “Il nostro intento è di essere un supporto continuo al consumatore, ai buyers e agli operatori sia per la grande distribuzione che per l’horeca in un mercato in cui le regole sono spesso poco chiare – ha dichiarato il presidente Gianpaolo Ghilardotti – Vogliamo offrire una maggior tutela e una nuova leggibilità a un settore italiano virtuoso ma spesso poco e mal conosciuto. Siamo da decenni parte integrante del patrimonio ittico/enogastronomico d’Italia e oggi ci sentiamo pronti ad accompagnare e guidare i nostri consumatori con una voce nuova e autorevole”.

Ucraina, consigliere Zelensky: da Meloni approccio solido e impegno

Ucraina, consigliere Zelensky: da Meloni approccio solido e impegnoMilano, 23 gen. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Giorgia Meloni è un ‘leader che può effettivamente ottenere sostegno militare e finanziario per l’Ucraina all’interno del G7’ e dunque Kiev si attende molto dalla presidenza italiana di turno dei big dell’economia. Tuttavia ‘dovrebbe anche imporre sanzioni vitali’ contro chi ‘continua a operare intorno alla Russia e a riciclare denaro mentre vive generosamente in Occidente, a Dubai, in Kazakistan e in Uzbekistan’. Così, di ritorno da Davos, Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spiega ad askanews il punto di vista del suo Paese, che tra un mese entrerà nel terzo anno di guerra, scatenata dalla brutale invasione russa.

Rodnyansky, docente di Economia a Cambridge e presenza di alto profilo nella delegazione ucraina a Davos, specifica che il presidente del Consiglio Meloni è ‘nota per il suo approccio solido e di principio negli affari internazionali’ e ‘porta un impegno costante nei confronti dei valori democratici e dei diritti umani’. Sottolinea ‘la difesa della Meloni per una forte cooperazione internazionale, unita ad una chiara posizione contro l’aggressione’ ma ‘dovrebbe anche imporre sanzioni vitali’ perché ‘da tempo si attende una maggiore pressione sanzionatoria nei confronti di questi uomini d’affari, anche perché molti di loro aiutano a eludere il regime sanzionatorio esistente’. askanews: Cosa ha portato a casa da Davos a livello di accordi, ma anche a livello politico?

Rodnyansky: ‘Nella mia esperienza sono stato più volte a Davos. E questo rende molto importante per la nostra leadership e le nostre élite imprenditoriali visitarla in questo particolare momento. La squadra del nostro governo che era lì, la delegazione così come i presenti, come sempre, come negli anni precedenti, stavano lavorando per capitalizzare e mobilitare denaro e investimenti, per fare investire in Ucraina. Questo è un processo continuo. Non succede da un giorno all’altro. Ovviamente, ci sono rischi per le imprese private e per il settore privato più in generale, che riguardano problemi di sicurezza: l’ambiente attuale o il clima economico, non è dei più attraenti. Tuttavia, stiamo ancora lavorando per garantire una sorta di accordi, alcuni finanziamenti per il futuro, per strutturare potenziali fondi futuri e strutture future che saranno poi veicoli per investimenti in Ucraina. Di tutto questo si sta discutendo con vari investitori, vari gruppi bancari: BlackRock e JP Morgan hanno fatto notizia. Quindi questo è ormai ampiamente noto. Questo è ciò su cui si è concentrata principalmente la squadra del governo’. askanews: Ma ci sono anche altri interessi che avete cercato di perseguire.

Rodnyansky: ‘Davos ovviamente non è solo un forum economico, sebbene sia concepito principalmente come tale. È anche una piattaforma per dichiarazioni politiche ed eventi politici di altissimo livello. Il nostro presidente (Volodymyr Zelensky) vi si è recato di persona quest’anno. A differenza che negli ultimi anni, quando la maggior parte delle persone veniva in Ucraina e non c’era un gran bisogno di viaggiare fuori dall’Ucraina e da parte della nostra leadership politica. Ora le cose stanno iniziando a cambiare, perché anche l’umore sta cambiando e l’attenzione dedicata all’Ucraina sta diminuendo nel tempo. Uno dei motivi per cui Zelensky si è recato a Davos è per aiutare a mobilitare il sostegno per l’Ucraina, per parlare delle stesse questioni che sono sempre sul tavolo: le armi statunitensi, gli aiuti militari, i finanziamenti militari. E questo è chiaramente il tema se si guarda agli Stati Uniti e ad altri paesi, ma anche ai finanziamenti più in generale a sostegno dell’Ucraina. Era lì anche per rispondere a domande da investitori e potenziali investitori, banche di investimento o private equity, società di venture capital, ecc. Si è trattato di uno sforzo di livello molto più elevato da parte dell’Ucraina, con la nostra delegazione quest’anno, essendo di calibro molto più alto del solito con la presenza del Presidente stesso. E questo dimostra la necessità di compiere ulteriori sforzi per riportare l’Ucraina di attualità. Ora, ovviamente, l’evento finale e la componente finale che vale la pena menzionare a questo riguardo è, ancora una volta, di natura politica e ha a che fare con la cosiddetta formula di pace che il Presidente e il suo team hanno promosso: è davvero un’iniziativa guidata dalla sua presenza e della sua squadra, dal capo dell’ufficio del presidente, e ci sono sempre più paesi che ora vi partecipano, quindi speriamo che sia fruttuosa in futuro. Non lo sappiamo ancora. Quale sarà il risultato, o come sarà il risultato finale, come sarà l’effettiva formula di pace quando ci sarà la pace, ma certamente l’Ucraina sta facendo quello che può per portare avanti la propria agenda e ovviamente difendere i propri interessi’. askanews: Un pilastro del programma italiano della presidenza del G7 è il sostegno all’Ucraina. Cosa si aspetta l’Ucraina dal G7 e dalla presidenza italiana?

‘Da quello che so, il G7 è un gruppo dei nostri principali donatori e partner internazionali, le più grandi economie di mercato e potenze industriali a livello mondiale. Hanno supportato l’Ucraina, e immagino che gli attriti esistenti riguardino tutti gli stessi temi: sostegno all’Ucraina, a livello monetario, in altre parole, sostegno finanziario che ci aiuterà a bilanciare il nostro bilancio e a garantire che possiamo pagare pensioni, stipendi, ma anche finanziare lo sforzo bellico. Quindi è qualcosa che è costantemente un problema perché ci sono ritardi. L’altro punto è ancora una volta legato al sostegno militare e, ancora una volta, ci sono ritardi, quindi i paesi più grandi che ci aiutano sono tutti nel G7 e lo fanno tutti individualmente o collettivamente, comunque tu voglia vederlo. A volte consegnano in tempo, a volte con ritardi. Questi temi vengono sempre discussi, anche durante le riunioni del G7’. askanews: E della leadership di Giorgia Meloni, cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘La leadership di Giorgia Meloni durante la presidenza italiana del G7 promette di rappresentare una risorsa significativa per l’Ucraina nel contesto della guerra in corso. Nota per il suo approccio solido e basato sui principi agli affari internazionali, Meloni porta un impegno costante nei confronti dei valori democratici e dei diritti umani. Ha sottolineato l’importanza della solidarietà con le nazioni che affrontano le avversità, allineandosi perfettamente con l’attuale lotta dell’Ucraina. La difesa della Meloni per una forte cooperazione internazionale, unita ad una chiara posizione contro l’aggressione, la posiziona come una leader che può effettivamente ottenere sostegno militare e finanziario per l’Ucraina all’interno del G7. Meloni dovrebbe anche imporre sanzioni vitali contro i cittadini russi che continuano a operare intorno alla Russia e a riciclare denaro mentre vivono generosamente in Occidente, a Dubai, in Kazakistan e in Uzbekistan. Da tempo si attendeva una maggiore pressione sanzionatoria nei confronti di questi uomini d’affari, anche perché molti di loro aiutano a eludere il regime sanzionatorio esistente’. askanews: Sia il nostro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, sia il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto hanno messo in guardia, nelle ultime settimane, dal sottovalutare Vladimir Putin. Tajani in particolare venerdì ha definito le minacce del Cremlino sugli Stati del Baltico “solo minacce politiche da propaganda elettorale per le presidenziali, ma il modo migliore per scongiurare questo rischio è difendere l’Ucraina. Se noi impediamo l’invasione dell’Ucraina, impediamo a Putin di guardare ad altri obiettivi”. E Crosetto in visita al contingente italiano in Lettonia la vigilia di Natale aveva specificato: “Fin quando non sento (Vladimir) Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo”. Lei cosa ne pensa? In passato lo abbiamo sottovalutato? Rodnyansky: ‘Sono pienamente d’accordo con l’idea che non si dovrebbe mai sottovalutare il proprio avversario e i propri nemici. Putin ha una forza da non sottovalutare e la Russia, l’attuale regime russo, è una forza da non sottovalutare. Ormai è chiaro, penso, a tutti. E quindi sì, direi che il ‘pio desiderio’ è molto pericoloso, e sottovalutare il proprio avversario è molto pericoloso e può portare a risultati catastrofici, ovviamente, e lo sappiamo dalla semplice logica di ogni conflitto. Chi pratica le arti marziali, ad esempio, lo sa fin troppo bene (e l’analogia qui è piuttosto diretta). Ma non direi, tornando all’altra parte della domanda, che abbiamo sottovalutato o che l’Occidente, soprattutto dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala, ha sottovalutato la Russia. Voglio dire, penso che ora viviamo in un’epoca in cui le persone e i leader occidentali hanno abbastanza chiaro con cosa hanno a che fare. Non direi che lo abbiamo sottovalutato, ma sarebbe pericoloso se lo sottovalutassimo in futuro: ciò che è in grado ed è disposto a fare’. askanews: Lei pensa che l’Unione Europea o il blocco NATO sono a rischio di un attacco diretto? Rodnyansky: ‘Non direi che attualmente siano a rischio perché la Russia è pienamente coinvolta in Ucraina. Tutte le sue risorse militari sono essenzialmente raggruppate in Ucraina. Non penso che ci sia alcuna capacità inutilizzata, per aprire un altro fronte. Ma certamente il regime russo spera ed è felice che altri conflitti scoppino in tutto il mondo. Basta pensare a Israele e ad altre regioni che ovviamente stanno distogliendo l’attenzione dall’Ucraina. Tutto ciò sta impegnando l’Occidente su troppi fronti, quando si tratta di sostenere l’Ucraina. E questo è un evento molto gradito al Cremlino, di cui è molto felice in questo contesto. Inoltre, dobbiamo avere ben chiaro che sì, il Cremlino non ha le stesse analisi dei costi-benefici come possono avere i politici occidentali pensando a tali guerre: non c’è alcuna pressione politica interna sul regime russo, quando si tratta di potenziali perdite umane o di attrezzature come è invece in Ucraina, per non parlare delle democrazie occidentali. E sotto molti aspetti, il regime russo è più stabile e ha più tempo, meno pressioni in termini di tempo, per raggiungere qualunque obiettivo stia cercando di raggiungere. E penso che dobbiamo essere chiari sul fatto che non stiamo sottovalutando il regime russo in questo senso. In definitiva il regime russo vuole il pieno controllo dell’Ucraina: questo è. E dobbiamo fare i conti con questo’. askanews: Due banche statali cinesi hanno inasprito le restrizioni sui finanziamenti ai clienti russi. Posso chiederle cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘Questo è esattamente il meccanismo che finora mancava, e forse sta emergendo in forma lieve in questo caso particolare. Queste due banche hanno ovviamente molto più da perdere a causa delle potenziali sanzioni statunitensi che le colpirebbero – e si tratterebbe di una forma di sanzioni secondarie – rispetto a quanto avrebbero da guadagnare dall’avere clienti russi. E così hanno iniziato ad attuare essenzialmente alcuni controlli e due diligence per quanto riguarda le loro relazioni con la Russia. Ma nel complesso, rimango della mia posizione: non vediamo realmente lo Stato cinese o le aziende cinesi sotto pressione, quando si tratta di commerciare con la Russia. Al contrario, stanno aiutando la Russia ad aggirare il regime delle sanzioni. Quindi questo caso particolare illustra che questo meccanismo, se fosse utilizzato, sarebbe in realtà molto efficace’. askanews: Dunque quale considerate sia la posizione cinese, per davvero, nei confronti dell’Ucraina? Rodnyansky: ‘Fondamentalmente dobbiamo giudicare in base a ciò che vediamo, in base alle azioni che hanno sempre rivelato preferenze, essenzialmente di una parte, in questo caso la Cina, un paese enorme, in base a ciò che fanno, in base a preferenze che essenzialmente rivelano ciò che realmente pensano e cosa preferiscono, e da che parte preferiscono stare nella guerra russo-ucraina. La Cina, basandoci sulle sue azioni, si è chiaramente schierata con la Russia. Voglio dire, sappiamo che a volte hanno cercato di bilanciare la situazione e di essere più indiretti, discreti in certe occasioni, ma sappiamo che stanno aiutando la Russia economicamente. Ed è un grande aiuto quello che stanno offrendo. La Russia sta intensificando le sue relazioni commerciali con la Cina; la Russia elude le sanzioni con l’aiuto della Cina. E quello che lei ha menzionato, il caso delle due banche, ne è un esempio. Perché il sistema finanziario in Russia è pesantemente sanzionato. E se la Cina non partecipa alle sanzioni, sta effettivamente aiutando la Russia a eludere il regime delle sanzioni, ma è anche più ampiamente applicabile ad altre forme di commercio: beni a duplice uso che sono essenziali per l’esercito in Russia e ovviamente rappresentano un’enorme minaccia per noi giorno dopo giorno. Quindi penso che la posizione cinese sia chiara. Stanno cercando di essere quanto più discreti possibile, ma sono dalla parte della Russia’. askanews: Ma evidentemente ora ci sono barriere tra loro e la Russia, altrimenti queste due banche non avrebbero posto dei limiti. Non crede? Rodnyansky: ‘Non sono a conoscenza di grandi barriere erette tra Cina e Russia. Penso che un fattore che potrebbe cambiare le cose potrebbe essere rappresentato dalle sanzioni secondarie che verrebbero imposte alle aziende cinesi e alla Cina stessa. Se dovesse contribuire a continuare ad aiutare la Russia ad aggirare il regime di sanzioni. Ma questo è davvero molto lontano dall’essere implementato e non sembra realistico. Ne parliamo ormai da quasi due anni. O poco meno, forse uno e mezzo. E in qualche modo gli ostacoli politici all’attuazione di tali politiche sembrano essere troppo alti. Quindi direi che la Russia sta ancora eludendo il regime delle sanzioni, in generale, con l’aiuto di paesi come la Cina, e anche di altri paesi, ovviamente, non solo della Cina. Ma si sa, la Cina è un elemento importante in quel sistema che aggira le sanzioni occidentali e cerca di evitarle. Ecco cosa sta facendo la Russia. E la Cina ovviamente la sta aiutando’. askanews: Ok, parliamo di elezioni negli Stati Uniti. Molti sostengono che con queste elezioni presidenziali Usa, il sostegno americano all’Ucraina potrebbe cambiare. Ma potrebbe anche non essere così. Lei cosa ne pensa? Rodnyansky: ‘Si sono aggiunte molte informazioni a riguardo, oltre a ciò che già sapevamo prima, ma direi che ovviamente i rischi e le preoccupazioni ci sono. Cosa succederebbe se Trump venisse rieletto? Evidentemente ha detto pubblicamente quello che pensa. Ha fatto alcune promesse radicali riguardo alla guerra russo-ucraina. Ha detto che sarebbe riuscito a farla finire in un giorno o in un periodo di tempo molto breve. Ovviamente, se ci si pensa bene, questo non sembra molto convincente. D’altra parte, non si sa nemmeno cosa succederebbe, se provasse effettivamente ad attuarlo, costringendo l’Ucraina a un compromesso che il nostro popolo non sostiene. Potrebbe essere una situazione molto pericolosa per noi e per il mondo, in generale. Non sappiamo se ci siano questi rischi. Il presidente degli Stati Uniti ha molto potere su queste cose e molta influenza su come le cose potrebbero finire per il sostegno all’Ucraina e con lo sforzo bellico che stiamo affrontando’. askanews: Se dovesse pensare a ciò che la parte russa desidera? Rodnyansky: ‘Sospetterei che desiderino Donald Trump come presidente. Ciò non significa che il sostegno all’Ucraina vacillerà del tutto. Non ci farei congetture. Poiché c’è anche il Congresso: il potere è distribuito negli Stati Uniti, ci sono vari rami del potere e un presidente, ovviamente, deve occuparsene e tenerne conto: tenere conto di ciò che pensa il Congresso, prendere in considerazione ciò per cui il Senato sta spingendo. Il presidente degli Stati Uniti d’America non può semplicemente governare come un leader autoritario in Russia. Il sostegno all’Ucraina è bipartisan, certamente era bipartisan se guardiamo a un anno fa, o all’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, all’invasione su vasta scala. Se sia ancora interamente bipartisan, o che una parte sia un po’ meno propensa ad aiutare l’Ucraina ad andare avanti, è una questione aperta. Forse con meno sicurezza, ma continuerei a ipotizzare che il nostro sostegno sia lì, per noi. Ovviamente ci sono dei rischi, potrebbe non essere così unanime. Vi sono anche rischi di ulteriori ritardi se dovesse entrare in carica un altro presidente. E ci sono ovviamente i rischi che la pressione sull’Ucraina, in un modo o nell’altro potrebbe manifestarsi in modo più chiaro’. askanews: Ma quale era l’atmosfera a Davos? Rodnyansky: ‘Ebbene, ripeto, non direi che Davos abbia avuto un impatto sull’umore generale oltre a quello che già avevamo, o ciò che c’era già, ciò che dominava lo status quo prima di Davos. Direi che l’atmosfera è dettata o forzata dagli eventi sul campo in Ucraina. Se parliamo dell’umore dei nostri politici, della leadership, del governo o del presidente, penso che il loro umore sia davvero determinato da ciò che accade sul campo di battaglia e da ciò che sta accadendo all’economia ucraina. E ovviamente, da ciò che sta accadendo con il supporto che stiamo ottenendo o non ottenendo abbastanza velocemente. Davos stessa è utile come sede in cui cerchiamo di mobilitare il sostegno economico, come ho detto, ma anche di portare a casa alcuni messaggi politici e importanti battute finali, quando si tratta del conflitto e della guerra. Ma non direi che ciò abbia avuto un grande effetto sull’umore: l’umore cambierà se qualcosa cambia materialmente con il sostegno che stiamo ricevendo, o meno per uno sforzo militare in cui siamo coinvolti. Non è cambiato dopo Davos. Quindi non direi che l’atmosfera sia molto diversa adesso’. askanews: Parliamo della Francia: la prima cosa che ha fatto il nuovo Ministro degli Esteri Stéphane Séjourné – e il primo atto di politica internazionale del nuovo esecutivo di Parigi – è andare a Kiev. Pensate di avere amici ancora migliori in Europa, dopo l’entrata in carica di Gabriel Attal (la cui madre è nata a Odessa, ndr) ? Rodnyansky: ‘Stiamo parlando della Francia, appunto. La Francia è stata alleata dell’Ucraina fin dall’inizio. E penso che la Francia sia un partner, donatore e alleato molto stabile e affidabile: ha fornito molti dei moderni sistemi d’arma di cui disponiamo, quando altri paesi erano ancora titubanti. Ora sempre più paesi sono meno titubanti. Quindi va bene. La Francia è stata ancora una volta molto stabile, dalla parte dell’Ucraina, un elemento centrale del G7, una delle maggiori forze in Europa. Non ci sono dubbi. Veramente. Ora, c’è qualche cambiamento nelle personalità coinvolte. Qualche cambiamento nel governo, ovviamente, è qualcosa che entra sempre in gioco, ma non vorrei complicare eccessivamente le cose. Apprezziamo i segnali di solidarietà: ogni volta che c’è qualcuno con una delegazione che viene inviata in Ucraina o che decide di visitare la Kiev, lo apprezziamo. È sempre stato importante per la nostra leadership e per gli ucraini in generale. È qualcosa che ci fa sentire accolti e di cui siamo grati. Ma fondamentalmente, penso che siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda. Stiamo cercando di costruire un’Alleanza comune e di basarci su ciò che già abbiamo. Ora sono stati firmati diversi accordi in ambito militare, in particolare con la Gran Bretagna. E si spera che ce ne saranno altri con altri paesi come la Francia, potenzialmente con la Germania, e altri paesi, si spera. Quindi è qualcosa su cui stiamo lavorando insieme con il nuovo governo francese, e anche con altri paesi’.

Eni realizzerà super calcolatore HPC6, più potenza al Green Data Center

Eni realizzerà super calcolatore HPC6, più potenza al Green Data CenterMilano, 23 gen. (askanews) – Eni avvia la realizzazione di un nuovo sistema di super calcolo (High Performance Computing – HPC) HPC6 che consentirà di potenziare significativamente la capacità computazionale del Green Data Center, passando dagli attuali 70 PFlop/s di HPC4 e HPC5 a oltre 600 PFlop/s di picco del nuovo HPC6, pari a circa 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo. Lo si legge in una nota.

“Il nuovo sistema HPC di Eni, caratterizzato da una potenza computazionale straordinaria, segna così un incremento della capacità di calcolo pari a un ordine di grandezza superiore rispetto al precedente”, si legge in una nota. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha spiegato che “tramite questa iniziativa continuiamo a supportare in modo determinante la nostra leadership tecnologica, riaffermando il ruolo di Eni nel supercalcolo, e rilanciamo le nostre ambizioni nell’ambito delle infrastrutture a esso 2 dedicate. Questo progetto – ha detto – riflette il nostro impegno costante verso l’innovazione e la digitalizzazione a servizio anche del nostro percorso di transizione energetica. Il nuovo sistema HPC potenzia significativamente le nostre capacità di calcolo e segna un nuovo punto di svolta nel modo in cui affrontiamo le sfide della sicurezza energetica, della competitività e della sostenibilità”.

L’architettura di HPC6, dettaglia una nota, è stata concepita con la stessa tecnologia che costituisce i sistemi a oggi più potenti in Europa e nel mondo: il sistema HPC6 e il relativo storage saranno forniti da Hewlett Packard Enterprise, vincitore della gara, impiegando rispettivamente tecnologia HPE Cray EX4000 e HPE Cray ClusterStor E1000. HPC6 avrà prestazioni energetiche che efficientano i consumi e minimizzano le emissioni di carbonio e sarà installato in un’area dedicata presso il Green Data Center dove è stato realizzato un nuovo sistema di raffreddamento a liquido per una gestione ancora più sostenibile ed efficiente.

Di Segni: non organizzeremo la maratona della Memoria, è impossibile per motivi sicurezza

Di Segni: non organizzeremo la maratona della Memoria, è impossibile per motivi sicurezzaMilano, 23 gen. (askanews) – “Non abbiamo potuto quest’anno per motivi di sicurezza organizzare la maratona” in occasione del Giorno della Memoria: “È importante prendere atto che purtroppo un evento promosso da molti anni in diverse città quest’anno non si può fare. Quest’anno ci sembra impossibile pensare di poter correre per le strade d’Italia. E se c’è una situazione dove sono liberi coloro che alzano il braccio per il saluto romano e fanno loro sì le manifestazioni, così come lo squadrismo dei centri sociali che sono quasi tutelati da una libertà costituzionale, evidentemente è aberrante che non lo possa fare tutta la cittadinanza per correre liberamente. E questo è l’impegno di coerenza sul quale chiediamo attenzione”. Lo ha detto la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Noemi Di Segni, nel corso della conferenza stampa con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, per la presentazione delle iniziative del Giorno della Memoria.

Successivamente, rispondendo ad una domanda in merito, Mantovano ha affermato: “Siamo ovviamente in grado di garantire la sicurezza di qualsiasi iniziativa pubblica. Ovviamente rispettiamo la sensibilità dell’Ucei di promuovere o soprassedere su singole iniziative”. Quanto alla gestione delle manifestazioni, “il governo italiano mantiene, anche nella continuità delle scelte fatte da diverse maggioranze di governo, una linea di gestione dell’ordine pubblico che è il rispetto della libertà di manifestare. Questa libertà non è senza limiti, incontra limiti nelle leggi in vigore e nell’ordine pubblico, e ogni qualvolta questi limiti vengono superati si interviene, se possibile nell’immediatezza”. 

I professori dei licei di Roma a “scuola” di IA alla Luiss

I professori dei licei di Roma a “scuola” di IA alla LuissMilano, 23 gen. (askanews) – Più di ottanta docenti dei principali istituti superiori della Capitale torneranno studenti tra i banchi dell’Università, a lezione di Intelligenza Artificiale. Partirà mercoledì 24 gennaio alla Luiss il primo appuntamento del progetto “Intelligenza artificiale nella scuola: educazione, formazione e nuove metodologie didattiche”: un ciclo di quattro incontri a cadenza mensile, tenuti dai migliori esperti dell’ateneo intitolato a Guido Carli e coordinati da LawLab – Laboratorio Luiss sul diritto del digitale.

Obiettivo dell’iniziativa, a cui hanno aderito i licei romani Avogadro, Giulio Cesare, Lucrezio Caro, Righi e Visconti, è quello di rispondere a una duplice esigenza: da un lato, rinnovare le metodologie didattiche, dall’altro, fornire contenuti adeguati e al passo con la rivoluzione introdotta da strumenti di IA generativa come ChatGpt, già ampiamente utilizzati dai propri allievi. Le lezioni saranno tenute dai professori dell’Ateneo, nel Campus di Viale Romania. Aprirà il ciclo di seminari, mercoledì 24 gennaio, Irene Finocchi, Direttrice del Corso di Laurea Triennale in “Management and Artificial Intelligence”, che condurrà i docenti in un tour informale e interattivo tra le applicazioni dell’IA e delle nuove tecniche di apprendimento, per offrire una panoramica sui principali meccanismi alla base di queste tecnologie.

A seguire, mercoledì 21 febbraio, Giuseppe Italiano, direttore del Corso di Laurea Magistrale in “Data Science and Management”, approfondirà, anche attraverso simulazioni e giochi creativi, potenzialità e limiti dell’utilizzo di Intelligenza Artificiale e ChatGpt. Mercoledì 20 marzo, sarà la volta di Pietro Falletta, Direttore LawLab – Laboratorio Luiss sul diritto del digitale, che affronterà i temi della protezione dei dati personali e della tutela dei minori dai rischi del web, come cyberbullismo e fake news. Infine, mercoledì 24 aprile, un focus sull’integrazione tra IA e materie umanistiche con Antonio Punzi, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza. Al termine del progetto, sarà disponibile un vero e proprio “Vademecum” per i docenti degli istituti aderenti, a cura dei ricercatori del Centro V. Bachelet coordinati dal Direttore Bernardo Giorgio Mattarella, che sarà consegnato in occasione dell’evento finale, previsto nel mese di maggio.

Lombardia, Regione proroga al 2024 protocollo per World routes 2020

Lombardia, Regione proroga al 2024 protocollo per World routes 2020Milano, 23 gen. (askanews) – Promuovere il territorio lombardo nel circuito del ‘World Routes’ e del trasporto aereo internazionale è l’obiettivo della delibera approvata dalla Giunta regionale della Lombardia che prevede un Addendum e la proroga al 31 dicembre 2024 del ‘Protocollo di Intesa ‘World Routes 2020’. Il protocollo era stato siglato originariamente nel 2018 tra: Regione Lombardia, Sea, Comune di Milano, Sacbo ed Enit per la promozione dell’evento ‘World Routes 2020’, che si è svolto al MiCo di Milano dal 9 all’11 ottobre 2021. Si tratta del più importante evento dell’industria dell’aviazione, che ogni anno riunisce aeroporti, compagnie aeree e le principali tourism authority del mondo con l’obiettivo di sviluppare nuove connessioni aeree a livello globale.

Le parti hanno concordato di estendere la collaborazione prevista dall’intesa, per attuare iniziative digitali di promozione della città di Milano, della Regione Lombardia e dell’Italia in generale, come destinazione di nuove rotte, programmando ulteriori attività promozionali per il biennio 2022-2023 volte a protrarre i benefici derivanti dal ‘World Routes’ di Milano. A tale scopo hanno condiviso uno schema di ‘Addendum al Protocollo di Intesa ‘World Routes 2020’, inclusivo di un prospetto delle future attività. Sotto il profilo economico, le iniziative di comunicazione su canali non tradizionali come, ad esempio, un podcast, saranno sostenute mediante l’impiego di circa 150.000 euro, derivanti dai contributi raccolti grazie alle attività di foundraising svolte con successo da SEA in occasione di WR, nonché di eventuali ulteriori contributi che le parti potranno raccogliere.

“Aggiungiamo un altro prezioso tassello alla nostra strategia che mira a posizionare la Lombardia come meta turistica sempre più internazionale – ha commentato in una nota l’assessore a Turismo, Moda e Marketing Territoriale di Regione Lombardia, Barbara Mazzali -. Il nostro obiettivo è incrementare i flussi turistici nazionali ed internazionali verso la nostra Regione. La Lombardia è perfettamente in grado di soddisfare le esigenze più disparate: grazie allo ‘stile lombardo’, siamo in grado di dare risposte concrete a chi viaggia per lavoro o più semplicemente in qualità di turista”.

Fondazione Guido Carli, Claudia Gerini terrà la Lectio Magistralis

Fondazione Guido Carli, Claudia Gerini terrà la Lectio MagistralisMilano, 23 gen. (askanews) – Un inno contro la dittatura della perfezione e del successo ad ogni costo, per un mondo che recuperi il valore della gentilezza e sappia correre ai ripari contro il disagio mentale in preoccupante aumento, tra i giovani e non solo. Sarà Claudia Gerini, straordinaria attrice e regista, a tenere la Lectio Magistralis della Fondazione Guido Carli “Imperfetti e felici. Il coraggio della fragilità contro la dittatura dell’apparenza”.

L’evento si svolgerà venerdì 23 febbraio alle ore 17.30 nell’aula Magna Mario Arcelli della Luiss Guido Carli. Dopo il saluto iniziale di Romana Liuzzo, presidente della Fondazione, interverrà per il saluto istituzionale il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. L’introduzione è affidata a Maria Elena Boschi, vicepresidente della Commissione Vigilanza Rai, mentre a concludere sarà il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante operativo di vertice interforze e Commissario straordinario alla ricostruzione nelle aree colpite dall’alluvione. “Dopo la donazione a Caivano di cento libri appartenuti a Carli, a cui sarà intitolata la biblioteca della città – spiega Romana Liuzzo – la Fondazione continua l’impegno concreto sulle grandi questioni sociali del nostro tempo. L’aumento del disagio mentale, soprattutto tra i più giovani, è tra queste. La Società italiana di psichiatria parla giustamente di una nuova pandemia, perché dopo il Covid i sintomi depressivi nella popolazione sono quintuplicati. Le diagnosi di depressione e ansia sono cresciute del 28 e 26%. Numeri che valgono il 4% del Pil, tra spese dirette e indirette. Per non parlare dei suicidi, che ci avvicinano ai Paesi nordici. Pesano l’incertezza e la perdita di speranza per il futuro. Memori della lezione di Carli, che fu Governatore della Banca d’Italia e Ministro del Tesoro, per me il nonno che mi ha educato al valore del rispetto e della fiducia nelle nuove generazioni, non possiamo però abbandonarci alla rassegnazione”.

“Ringrazio dunque Claudia Gerini per aver accolto il nostro invito a tenere la Lectio Magistralis – prosegue la persidente della Fondazione Guido Carli -. Con il film ‘Tapirulàn’, che ha diretto e interpretato, e con il continuo sostegno a progetti che indagano sul disagio emotivo e mentale, ha acceso un faro su questa tematica, e consegnato a tutti noi un messaggio importante: la salvezza è possibile, se si riesce a trasformare le proprie fragilità in forza e a contrastare le relazioni disfunzionali e la dittatura dell’apparenza, che ci vuole perfetti e performanti. Abbiamo bisogno di modelli positivi. Sogno un mondo che sappia accogliere le debolezze di ciascuno e curare i disturbi della mente e dell’anima. Una società che faccia della gentilezza il valore supremo. La felicità sta anche nel liberarsi – e liberare gli altri – dalla paura di essere sbagliati”.

Pnrr, Fitto: entro febbraio, massimo marzo pagamento quinta rata

Pnrr, Fitto: entro febbraio, massimo marzo pagamento quinta rataRoma, 23 gen. (askanews) – Il pagamento della quinta rata del Pnrr potrebbe avvenire entro febbraio, massimo marzo. L’ha affermato oggi il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e il Sud Raffaele Fitto, intervenendo all’inaugurazione dell’Anno accademico della Scuola di polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza.

“Abbiamo già presentato la richiesta della quinta rata, siamo il primo paese ad averlo fatto”, ha detto Fitto segnalando che sono già iniziate le valutazioni con la Commissione europea. “Entro febbraio, massimo marzo – ha auspicato Fitto – si potrà raggiungere il risultato del pagamento della quinta rata”. Fitto ha ricordato che con la quarta rata è stata superata la metà delle risorse da incassare.

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