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Tag: Sanremo 2023

Sull’istituzione di una commissione sul Covid la maggioranza ripete il voto per avere l’ok

Sull’istituzione di una commissione sul Covid la maggioranza ripete il voto per avere l’okRoma, 17 gen. (askanews) – Caos alla Camera in commissione Affari Sociali durante il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid: la votazione è finita in parità, 11 favorevoli e 11 contrari, che da regolamento vuol dire bocciatura. Un esito che ha spiazzato il centrodestra e ha fatto esultare le opposizioni contrarie al provvedimento arrivato alla sua terza lettura. Dopo un acceso di battito di tre quarti d’ora, con diversi deputati che avevano già lasciato la commissione per andare in Aula a seguire il question time, la maggioranza ha deciso di procedere a una nuova votazione che è finita 12 a zero, sancendo il via libera al mandato alla relatrice Alice Buonguerrieri (Fdi), tra gli assenti alla votazione.

Le opposizioni, infatti, si sono rifiutate di prendere parte a quella che Marco Furfaro, deputato Pd, ha definito “una forzatura”. “Anche in Parlamento – ha sottolineato l’esponente dem – è venuta meno la compattezza della maggioranza: questo risultato è un chiaro segnale politico”. Anche per i capogruppo e la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera Matteo Richetti e Elena Bonetti, “quanto accaduto è di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile. Intervenga immediatamente il Presidente Fontana per ripristinare il rispetto del regolamento della Camera dei Deputati”. A difendere la votazione è arrivato in commissione il presidente del gruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti: “Sul regolamento è previsto che il presidente possa fare la controprova. Ma il fatto non sussiste perché il testo sarebbe comunque andato in Aula senza relatore. L’opposizione era avanti perché il vecchio gruppo unico Azione-Iv ora si è diviso e qui oggi c’era il rappresentante di Azione (Fabrizio Benzoni in sostituzione di Elena Bonetti, ndr). Se ci fosse stata Italia Viva…”. Anche Luciano Ciocchetti (Fdi), che oggi presiedeva la Commissione, ha spiegato: “Il regolamento prevede la possibilità di fare la controprova come chiesto migliaia di volte dall’opposizione. Poi al momento del primo voto c’erano 7-8 persone in piedi pronte a scappare via per andare in Aula…”.

Covid, maggioranza sotto su inchiesta, ripete voto per avere l’ok

Covid, maggioranza sotto su inchiesta, ripete voto per avere l’okRoma, 17 gen. (askanews) – Caos alla Camera in commissione Affari Sociali durante il voto sul mandato al relatore a riferire in Aula sull’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid: la votazione è finita in parità, 11 favorevoli e 11 contrari, che da regolamento vuol dire bocciatura. Un esito che ha spiazzato il centrodestra e ha fatto esultare le opposizioni contrarie al provvedimento arrivato alla sua terza lettura. Dopo un acceso di battito di tre quarti d’ora, con diversi deputati che avevano già lasciato la commissione per andare in Aula a seguire il question time, la maggioranza ha deciso di procedere a una nuova votazione che è finita 12 a zero, sancendo il via libera al mandato alla relatrice Alice Buonguerrieri (Fdi), tra gli assenti alla votazione.

Le opposizioni, infatti, si sono rifiutate di prendere parte a quella che Marco Furfaro, deputato Pd, ha definito “una forzatura”. “Anche in Parlamento – ha sottolineato l’esponente dem – è venuta meno la compattezza della maggioranza: questo risultato è un chiaro segnale politico”. Anche per i capogruppo e la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera Matteo Richetti e Elena Bonetti, “quanto accaduto è di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile. Intervenga immediatamente il Presidente Fontana per ripristinare il rispetto del regolamento della Camera dei Deputati”. A difendere la votazione è arrivato in commissione il presidente del gruppo Fdi alla Camera, Tommaso Foti: “Sul regolamento è previsto che il presidente possa fare la controprova. Ma il fatto non sussiste perché il testo sarebbe comunque andato in Aula senza relatore. L’opposizione era avanti perché il vecchio gruppo unico Azione-Iv ora si è diviso e qui oggi c’era il rappresentante di Azione (Fabrizio Benzoni in sostituzione di Elena Bonetti, ndr). Se ci fosse stata Italia Viva…”. Anche Luciano Ciocchetti (Fdi), che oggi presiedeva la Commissione, ha spiegato: “Il regolamento prevede la possibilità di fare la controprova come chiesto migliaia di volte dall’opposizione. Poi al momento del primo voto c’erano 7-8 persone in piedi pronte a scappare via per andare in Aula…”.

Invest in Tuscany, la Regione spinge su ricerca e innovazione

Invest in Tuscany, la Regione spinge su ricerca e innovazioneFirenze, 17 gen. (askanews) – Con un prodotto interno lordo pro capite sopra la media nazionale (6,5% in più), un valore aggiunto manifatturiero in crescita rispetto agli ultimi due anni e un’occupazione femminile che sfiora il 70% la Regione Toscana rilancia la propria strategia di attrazione di investimenti esteri in occasione dell’Annual Meeting di Invest in Tuscany, la direzione che da oltre 10 anni lavora per sostenere le aziende che vogliono mettere radici sul territorio.

“Tra gli obiettivi immediati – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – vorrei sottolineare il bando di prossima apertura in ricerca e sviluppo per l’attrazione di investimenti. Si tratta di un nuovo bando sperimentale, complementare ad altre misure, messo a punto dialogando con Confindustria e altre associazioni, con l’obiettivo di portare nuove attività di ricerca in Toscana e favorire l’insediamento di nuove attività. Si parte con una dotazione di 5 milioni di euro di fondi europei che potrà salire a 10 milioni di euro ed è una scommessa per avere uno strumento in più con cui dialogare e attirare nuovi investitori sul territorio o favorire anche imprese che hanno già qui l’attività produttiva e potrebbero aggiungere la funzione della ricerca. Sarà fondamentale – ha aggiunto – la collaborazione con altri soggetti per diffondere la cultura dell’attrazione, mappare le opportunità nel territorio, creare competenze e favorire il radicamento delle imprese e la valorizzazione delle competenze degli addetti. Stiamo inoltre studiando – ha proseguito – altre misure come la mappatura di aree industriali dismesse, per favorire l’insediamento di nuove imprese senza aumentare il consumo di suolo, la creazione di un gruppo di lavoro interdirezionale, per velocizzare e semplificare il rapporto tra imprese e Regione e la messa a punto di ‘pacchetti’ di incentivi multimisura che supportino i nuovi insediamenti relativamente a costi di insediamento, ricerca e sviluppo, formazione del personale. Con un possibile punto di approdo di questo lavoro: dotarsi di una legge specifica sull’attrazione, così come fatto in tempi recenti da altre Regioni”. Sono circa 3000 le unità locali di aziende multinazionali in Toscana (il 6,2% del dato nazionale), con oltre 80mila lavoratori: rappresentano lo 0,9% delle unità locali toscane ma contribuiscono al 19,5% del valore aggiunto (11,2 miliardi) e al 18,1% del fatturato (37,2 miliardi). I vertici delle imprese multinazionali a controllo estero in Toscana risiedono principalmente in Francia, seguono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Numeri in aumento tra il 2017 e il 2023, nonostante le incertezze che hanno segnato l’economia a livello globale. Secondo il Rapporto della Community Toscana 2024 realizzato da The European House – Ambrosetti e presentato oggi, il 74% degli indicatori economici analizzati in Toscana a confronto con le altre regioni, presentano una variazione positiva nell’ultimo anno (26 su 35). Cinque le aree strategiche prese in esame per valutare la competitività: apertura al business verso l’esterno (a partire da export, imprenditoria e turismo), innovazione e transizione digitale, mercato del lavoro e istruzione/formazione, transizione verde ed energetica, dotazione infrastrutturale materiale e immateriale (ovvero infrastrutture legate ai trasporti e alla connettività).

Tra gli ambiti su cui la Toscana supera la media nazionale la percentuale di nuove imprese avviate in rapporto alla popolazione (seconda regione in Italia), l’incidenza delle rinnovabili al netto dell’idroelettrico (95,4% rispetto al 74,5% di media nazionale, che rende la regione tra le meno vulnerabili rispetto alla dipendenza dalle fonti fossili), l’export che rappresenta il 42,4% del PIL regionale contro una media del 31,9% (+14,3% rispetto al 2021). Ampie potenzialità di crescita invece sulle vendite online da parte delle aziende toscane (ancora solo l’11,8% del totale, percentuale su cui incide anche la dimensione media delle imprese), le infrastrutture ferroviarie con particolare riferimento ai collegamenti tra i principali porti toscani – tra i più importanti in Italia – e il resto del Paese, e l’incidenza dell’esportazione di prodotti hi-tech.

“Le analisi della Community Toscana 2024 hanno fatto emergere, anche dal confronto con la comunità imprenditoriale della regione – tre macro-ambiti di intervento: innanzitutto l’importanza di adeguare l’offerta formativa alle nuove esigenze del mercato del lavoro, soggetto sempre più a una forte accelerazione sul fronte tecnologico. Ad oggi il 41,9% delle assunzioni è di difficile reperimento, così come si dovrebbe favorire una maggiore specializzazione del sistema post-diploma (ITS e Università) sulle discipline STEM. In seconda battuta, dalla transizione green possono derivare importanti opportunità per la decarbonizzazione dell’economia e l’abbattimento dei costi energetici, ad esempio favorendo investimenti sulle fonti rinnovabili e su nuove tecnologie (come l’idrogeno). Infine le aziende richiedono una migliore connettività a livello regionale per i flussi delle merci, aspetto strategico insieme alla promozione di una crescente digitalizzazione dei processi e dei modelli di business”, afferma Pio Parma, Senior Consultant The European House – Ambrosetti e responsabile della Community Toscana. La mattinata ha visto anche l’insediamento Advisory Board di Invest in Tuscany – il tavolo consultivo regionale previsto dal protocollo tra Confindustria, Confindustria Toscana e Regione Toscana – che si occupa di favorire il confronto e la risposta istituzionale alle esigenze delle imprese estere o di rilevanza nazionale già presenti nel territorio regionale o che intendono investire in Toscana. All’Advisory hanno partecipato i componenti della Commissione multinazionali di Confindustria Toscana. “Siamo convinti che lavorando fianco a fianco, la Regione potrà rappresentare un acceleratore dei nuovi progetti industriali e che sarà possibile tracciare una via toscana all’innovazione non solo per le grandi corporation, ma anche e soprattutto per le PMI a cui esse sono legate da consolidati rapporti di filiera”, ha spiegato Paolo Ruggeri, coordinatore della Commissione multinazionali di Confindustria Toscana e vice presidente Baker Hughes – Nuovo Pignone.

JpMorgan subisce 45 miliardi di attacchi informatici al giorno

JpMorgan subisce 45 miliardi di attacchi informatici al giornoRoma, 17 gen. (askanews) – JPMorgan Chase è presa di mira da hacker che cercano di infiltrarsi nei suoi sistemi 45 miliardi di volte al giorno – il doppio della velocità con cui è stata attaccata un anno prima. Lo ha detto il responsabile della gestione patrimoniale e patrimoniale della banca Mary Erdoes parlando a Davos, e spiegando che la banca spende ogni anno 15 miliardi di dollari in tecnologia e impiega 62.000 tecnici, molti dei quali concentrati esclusivamente sulla lotta all’aumento della criminalità informatica.

“Abbiamo più ingegneri di Google o Amazon. Perché? Perché dobbiamo”, ha detto. “I truffatori diventano più intelligenti, più esperti, più rapidi, più subdoli, più dispettosi.”, ha detto la Erdoes secondo quanto riporta il Financial Times. Negli ultimi due anni gli istituti di credito occidentali hanno subito un’ondata di attacchi informatici, in parte attribuiti agli hacker russi che hanno agito in risposta alle sanzioni imposte al Paese e alle sue banche in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina.

Ma l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei criminali informatici ha anche aumentato il numero di incidenti e il livello di sofisticazione degli attacchi. JPMorgan – ricorda il Ft – è stata vittima di uno dei più grandi attacchi informatici contro una banca dieci anni fa, quando i dati di 83 milioni di conti, tra cui 76 milioni di famiglie e 7 milioni di imprese, sono stati compromessi.

L’Iran assicura: gli Houthi non prendono ordini da noi, fermate la guerra a Gaza

L’Iran assicura: gli Houthi non prendono ordini da noi, fermate la guerra a GazaRoma, 17 gen. (askanews) – Il gruppo yemenita Houthi, responsabile degli attacchi nel Mar Rosso, “non riceve alcun ordine o istruzione” da Teheran. Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, nell’intervista rilasciata all’emittente americana Cnbc a Davos.

Secondo il ministro, i miliziani sciiti “stanno agendo secondo la loro esperienza e i loro interessi, e non ricevono ordini o istruzioni da noi”, aggiungendo però che Teheran “apprezza gli sforzi nella regione a difesa dei palestinesi”. Amirabdollahian ha quindi rimarcato: “La sicurezza nel Mar Rosso, nel Golfo Persico e nelle acque internazionali è nel nostro interesse. Fermate la guerra a Gaza e consentite che la pace venga ripristinata nella nostra regione”.

Usa, Produzione industriale +0,1% in dicembre, oltre le stime

Usa, Produzione industriale +0,1% in dicembre, oltre le stimeNew York, 17 gen. (askanews) – In dicembre, la produzione industriale negli Stati Uniti è salita dello 0,1% rispetto al mese precedente a 102,5 punti, secondo l’indice della Federal Reserve, contro attese per un dato in ribasso dello 0,3%; il dato di novembre è stato rivisto da +0,2% a 0,0%.

La produzione manifatturiera ha registrato un rialzo dello 0,1%, come anche quella mineraria in rialzo anch’essa dello 0,9%. L’utilizzo della capacità degli impianti – che misura la produzione industriale rispetto al potenziale – è rimasto invariato al 78,6%, come da attese. Il dato di novembre sulla capacità degli impianti è stato rivisto da 78,8% a 78,6%.

Al centro sud burrasca e mareggiate

Al centro sud burrasca e mareggiateRoma, 17 gen. (askanews) – Arriva il brutto tempo al centro sud. Il Dipartimento della Protezione civile avverte che un’ampia struttura depressionaria, posizionata sulla penisola scandinava, determina un flusso di correnti occidentali attraverso il Mediterraneo centro-occidentale, associato ad una rapida intensificazione della ventilazione, specie alle quote medio-alte.

Sulla base delle previsioni disponibili il Dipartimento ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche che sono riportate, in una sintesi nazionale, nel bollettino nazionale di criticità e di allerta consultabile sul sito del Dipartimento (www.protezionecivile.gov.it). L’avviso prevede dalla sera di oggi, mercoledì 17 gennaio, venti forti dai quadranti occidentali con raffiche di burrasca o burrasca forte, su Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, con particolare riferimento ai settori appenninici. Possibili mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni meteo previsti è stata valutata per domani, giovedì 18 gennaio, allerta gialla su settori di Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Campania. Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile (www.protezionecivile.gov.it), insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Vino, Radica: Rivella ha fatto grande il vino italiano nel mondo

Vino, Radica: Rivella ha fatto grande il vino italiano nel mondoMilano, 17 gen. (askanews) – “Un enologo, un manager, un precursore, un professionista che ha fatto grande il vino italiano nel mondo. Ha contributo in maniera rilevante a qualificare il vino italiano e a far conoscere questo che oggi è il simbolo del Made in Italy, un comparto che crea economia, valore sociale, turismo e qualità, valorizzando le denominazioni di origine e facendo anche acquisire consapevolezza delle potenzialità del comparto. A titolo personale e a nome delle Città del Vino, ricordiamo con stima e affetto una figura di primo piano dell’enologia italiana”. Questo il commento di Angelo Radica, presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino, sulla scomparsa la notte scorsa del celebre enologo.

Giabbani (R. Toscana): prendiamo per mano investitori stranieri

Giabbani (R. Toscana): prendiamo per mano investitori stranieriMilano, 17 gen. (askanews) – Gli investitori stranieri sono spesso frenati dall’investire in Italia per la burocrazia e la difficoltà di dialogo con le istituzioni. Questo succede anche in Toscana, dove per affrontare questo problema è stato attivato da oltre un decennio in Regione il settore “Attività internazionali e di attrazione degli investimenti”.

“La nostra realtà offre la possibilità per un investitore di essere accompagnato per mano lungo tutto il processo d’investimento, dalla fase di valutazione alla fase del post investimento – ha detto Filippo Giabbani, responsabile della struttura, a margine del seconda edizione del “Community Toscana” in corso a Firenze – E questo viene considerato molto utile perché una delle maggiori difficoltà che vengono riscontrate dagli investitori esteri – ma non è un problema solo toscano, è un problema nazionale – è la farraginosità della normativa e la difficoltà di interfacciamento con le pubbliche amministrazioni”. Secondo Giabbani, si tratta di “un aspetto che andrebbe migliorato a livello nazionale. Molto spesso si pensa che un investitore non investa in Italia per il timore di un’alta tassazione o perché si ritiene che vi possano essere costi più elevati rispetto ad altri Paesi. In realtà il fattore maggiormente ostativo è la difficoltà percepita ad operare all’interno del Paese. Ecco perché poter aiutare l’azienda straniera a localizzarsi e ad affrontare il dialogo con le pubbliche amministrazione viene considerato un valore aggiunto”.

Ma quali sono i vantaggi di investire in Toscana? “In primo luogo è un marchio molto riconosciuto a livello internazionale. Quindi aziende di settori come il turismo e l’agroalimentare possono fregiarsi del brand Toscana che rappresenta un valore aggiunto anche dal punto di vista commerciale. La Toscana offre poi – aggiunge Giabbani – un’attenzione particolare agli investitori dal puhto di vista dell’amministrazione e realtà formative d’eccellenza: le nostre università sono piazzate bene nel ranking degli atenei italiani, quindi la possibilità di avere un bacino di manodopera che è costituito anche da talenti. In alcuni settori poi vi sono competenze distintive. Non è un caso – conclude – che in Toscana siano localizzate molte aziende del settore della moda e della pelletteria, perché la capacità della manodopera localizzata in Toscana è difficilmente reperibile in altri luoghi. Quindi vi sono degli aspetti legati al contesto che vengono indubbiamente considerati un valore aggiunto da parte delle multinazionali”.

Roma, polemiche sui bus tra vecchia e nuova giunta capitolina

Roma, polemiche sui bus tra vecchia e nuova giunta capitolinaRoma, 17 gen. (askanews) – Le polemiche tra la vecchia e la nuova giunta capitolina sui meriti delle opere e delle commesse presentate ai romani sono all’ordine del giorno. Oggi il tema sono gli acquisti di nuovi bus, rispetto ai quali M5S e Lista Raggi apostrofano i successori sottolineando che “l’eleganza si vede dai piccoli gesti, ad esempio quello di saper ammettere la verità”.

Il Campidoglio ha comunicato, infatti, che “Romana Diesel, su mandato di Iveco, si è aggiudicata la gara indetta da Atac a giugno 2023 per la fornitura di 411 autobus elettrici, di cui i primi 110 arriveranno entro la fine del 2024. La gara era divisa in tre lotti: 202 autobus da 12 metri per le rimesse di Trastevere, Portonaccio e Tor Sapienza; 194 bus, sempre da 12 metri, per Grottarossa e Tuscolana; 15 autobus da 18 metri destinati all’autorimessa di Grottarossa. Nel frattempo, la giunta capitolina ha approvato lo schema di convenzione per l’affidamento ad Atac dei lavori per la realizzazione, nei suddetti depositi delle opere civili e delle infrastrutture di supporto degli stessi veicoli elettrici. “Dimezzeremo l’età media del parco mezzi di Atac anche grazie a questi oltre 400 bus, completamente elettrici, belli e confortevoli” ha dichiarato contestualmente il sindaco Gualtieri. “Quando ci siamo insediati – ha proseguito – gli autobus prendevano fuoco, i pochi acquistati restavano fermi nei depositi e Atac era sotto procedura di concordato. Oggi Atac è uscita dal concordato ed è già tornata ad investire, con l’assunzione di centinaia di autisti, la messa in circolazione di oltre 200 bus e l’acquisto di oltre 1000 entro il 2026, l’aggiudicazione della più grande gara per l’acquisto di tram in Europa, il rinnovo di decine di km di binari, la riqualificazione e la realizzazione di nuovi depositi, il tutto con l’abbonamento metrebus annuale a soli 50 euro per gli under 19. Se riusciremo ad ottenere un riequilibrio del Fondo Nazionale Trasporti che tenga conto dei numeri reali e del ruolo della Capitale – ha concluso il primo cittadino – potremo completare una vera e propria rivoluzione della mobilità”.

Questa affermazione ha provocato la reazione dei precedenti vertici capitolini, i quali hanno commentato che “sentir dire dall’attuale sindaco Gualtieri che i mezzi acquistati dalla precedente Giunta erano pochi non è elegante, oltre a essere palesemente falso: su un parco di 2000 vetture circa, con Atac sul bordo del fallimento, noi ne abbiamo comprati e messi su strada oltre 900 (tutti con fondi nostri e dell’azienda) sostituendo oltre il 50% della dotazione dell’azienda”. “Abbiamo riportato, inoltre – rivendicano i pentastellati – il parco circolante da circa 1.200 a oltre 1.600 mezzi e abbassato l’età media da 16 anni a 8,5 anni nel 2016-2021. Al contrario, uno dei primi gesti fatti dalla nuova Giunta, invece di concentrarsi su ulteriori acquisti, è stato quello di rimuovere meticolosamente tutti gli adesivi ‘+ bus x Roma’ che contrassegnavano i nuovi autobus, per cancellare immediatamente l’immagine del parco mezzi nuovo che nel frattempo serviva la cittadinanza”. “Come non appare elegante nemmeno omettere che l’acquisto dei bus elettrici, rivendicato oggi da Gualtieri, è stato aperto da noi – hanno aggiunto – insieme alle città di Milano e Napoli, aderendo a un bando ministeriale per l’acquisto di 1000 vetture entro il 2026 e per la connessa elettrificazione delle autorimesse. Tutto questo mentre salvavamo Atac con il concordato preventivo in continuità, chiudendo due bilanci in utile e assumendo nuovi autisti”.

“Un ultimo consiglio di stile – concludono gli ex vertici capitolini – citare il problema dei flambus, chiaramente connesso all’età dei bus circolanti e alla manutenzione degli stessi, mentre stamattina è andato a fuoco un mezzo di Roma Tpl alla stazione Anagnina, non è proprio il massimo. Ma evidentemente l’eleganza non appartiene a questa Giunta, e nemmeno la lungimiranza!”.