Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

Fdi, Meloni: no Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timore

Fdi, Meloni: no Schlein ad Atreju? Bertinotti non aveva timoreZagabria, 17 nov. (askanews) – Il no di Elly Schlein all’invito ad Atreju “l’ho appreso da voi, non mi occupo del programma di Atreju, festa aperta per antonomasia, la prima festa ad immaginare confronti tra leader molto diversi. Bertinotti non aveva timore a presentarsi e dialogare, prendo atto che le cose sono cambiate”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Zagabria.

“Non so – ha aggiunto – come interpretare la decisione, io mi sono sempre presetata quando invitata e sono stata io ad aprire gli inviti alla sinistra. Sono venuti quasi tutti, Gentiloni, Letta… E’ una delle primissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla”.

Umbria, a gennaio si inaugura l’ “Academy del Giornalismo”

Umbria, a gennaio si inaugura l’ “Academy del Giornalismo”Roma, 17 nov. (askanews) – Con l’avvio della fase selettiva, che si concluderà il prossimo primo dicembre, prende avvio ufficialmente il progetto “Academy del Giornalismo” per aspiranti giornalisti pubblicisti sportivi, nato dalla collaborazione fra la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, Ordine dei Giornalisti Umbria e nazionale, il CONI regionale e nazionale e la delegazione umbra dell’Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi).

Il percorso formativo/operativo, avrà la durata di due anni e darà la possibilità a dieci ragazzi e ragazze under trenta di partecipare a moduli formativi teorici e pratici sulla professione giornalistica, entrare in contatto con le realtà “dietro le quinte” di tutti gli sport e fare attività giornalistica sui “campi” di gioco. Obiettivo: produrre e pubblicare articoli retribuiti per espletare la pratica biennale per iscriversi all’elenco Pubblicisti. Dopo la fase preselettiva, sono stati sedici gli aspiranti giornalisti pubblicisti che si sono misurati con la prima prova scritta, che prevedeva la realizzazione di un articolo partendo da una fra le sei tracce proposte oltre a un test di valutazione della conoscenza dell’ordinamento giuridico italiano. Il prossimo step è la prova orale: saranno in tredici a giocarsi l’accesso alla prima Academy del Giornalismo italiana, che verrà inaugurata ufficialmente nel mese di gennaio, alla presenza del presidente del Coni Malagò e dei ministri dello sport politiche giovanili e delle disabilità.

“L’idea di facilitare, attraverso l’Ordine dei Giornalisti, l’accesso alla professione di giovani aspiranti pubblicisti – spiega Mino Lorusso, presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti dell’Umbria -, rappresenta una novità assoluta nel panorama informativo nazionale. È la risposta alle fake news, alla disinformazione, a chi vorrebbe una professione sottopagata, emarginata e relegata ad una funzione propagandistica. La democrazia vive di pluralismo ma il pluralismo deve essere qualificato, ben retribuito. Soltanto un’informazione libera e rispettata – conclude – può tutelare il diritto all’informazione e ad essere informati, garantendo la libertà e la crescita del Paese. “L’Academy – sottolinea Antonello Ferroni, presidente dell’Ussi Umbria – è il frutto del lavoro congiunto e di uno sforzo comune, teso all’individuazione di un futuro diverso per l’accesso al mondo del giornalismo che cambia. L’Ussi e i suoi partner sperano con il suo avvio di restituire fiato e speranza ad un settore e una categoria fondamentali per il bene comune ma in grave difficoltà, riportando i giovani al nostro lavoro con una prospettiva diversa, con l’ambizione di dimostrare quanto oggi più che mai sia fondamentale una informazione qualificata e professionale. Oggi – conclude – potrebbe essere il primo giorno di una nuova era”.

Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, ente partner del progetto, sarà il centro organizzativo delle attività formative: “Ci sta a cuore la formazione in tutte le sue declinazioni e ci stanno a cuore i giovani – esordisce l’amministratore unico, Marco Magarini Montenero -. L’”Academy del Giornalismo” è un progetto che abbiamo sviluppato insieme all’Ordine Giornalisti Umbria, a quello Nazionale, al CONI e all’Ussi, perché crediamo che ogni attività formativa debba offrire una concreta opportunità di incisione e cambiamento delle realtà. Lo sport, come tutte le attività che toccano la vita dei cittadini direttamente o indirettamente, è un bene pubblico. Per questo, Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica farà la sua parte mettendo a disposizione il proprio bagaglio di competenze in ambito formativo e le proprie strutture editoriali e multimediali per permettere a questi giovani di sperimentarsi nella pratica giornalistica”.

Import cereali in aumento in quantità e valore in primo 8 mesi

Import cereali in aumento in quantità e valore in primo 8 mesiRoma, 17 nov. (askanews) – Importazioni di cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi otto mesi del 2023 in aumento sia nelle quantità di 852.000 tonnellate (+6,0%), sia nei valori di 341,7 milioni di euro (+5,6%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni dall’Italia invece sono risultate in diminuzione nelle quantità di 361.000 tonnellate (-10,9%) ed in aumento nei valori di 150,1 milioni di euro (+4%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono i dati forniti da Anacer, l’associazione nazionale cerealisti italiani.

L’incremento delle quantità importate è dovuto principalmente al frumento (+1,1 milioni di tonnellate, di cui +346.000 t di grano tenero e +800.000 t di grano duro). Risultano in calo invece gli arrivi degli altri cereali in granella, in particolare di mais (-173.000 t, pari a -3,9%). Il riso diminuisce di 68.000 tonnellate nelle quantità (-23%) e di 20,8 milioni di euro nei valori (-8,9%). Nel settore dei semi oleosi e proteici si registrano in aumento le quantità importate sia dei semi e frutti oleosi (+69.000 t), sia delle farine proteiche (+7.900 t). La riduzione delle quantità esportate si deve alle minori vendite all’estero di grano duro in granella (-225.000 t), dei prodotti trasformati (-118.000 t) e della pasta (-62.000 t). L’export di riso risulta sostanzialmente stabile con oltre 450.000 t vendute all’estero. L’incremento dei valori in esportazione è dovuto principalmente al riso (+112 milioni di euro, pari a +22,5%), alla pasta alimentare (+93,3 milioni di euro, pari a +4,8%) ed ai mangimi a base di cereali (+53,8 milioni di euro, pari a +12,8%).

Assolatte: rivedendo norme vetuste settore sarebbe più competitivo

Assolatte: rivedendo norme vetuste settore sarebbe più competitivoRoma, 17 nov. (askanews) – Semplicemente rivedendo una normativa vetusta, risalente per molti aspetti ai primi del Novecento, si potrebbe aiutare il comparto lattiero caseario a diminuire i costi di produzione e renderlo, di conseguenza, più competitivo. E’ quanto ha spiegato in una intervista ad Askanews Massimo Forino, direttore di Assolatte, l’associazione aderente a Confindustria che rappresenta le industrie italiane del comparto lattiero-caseario, il primo settore dell’agroalimentare italiano. Una delegazione di Assolatte il 13 novembre scorso ha incontrato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per “esaminare alcuni problemi che preoccupano molto il settore, veniamo da anni difficili”.

In un contesto complicato, tra fiammate inflattive e costi di produzione in salita, difficile accesso al credito, necessità di favorire l’ingresso di giovani nelle aziende e problemi di competitività, quale aiuto potrebbe arrivare al settore dalla politica? “Servirebbe rivedere completamente la struttura dei costi – dice Forino – perchè oltre a intervenire limitatamente sui prezzi dei prodotti bisognerebbe ridurre i costi di produzione. In Italia abbiamo una normativa in molte parti vetusta, che risale ai primi anni del Novecento. La definizione di formaggio – prosegue – è riportata in un regio decreto del 1925, quando il latte era un’altra cosa e l’industria quasi non esisteva. Semplicemente rivedendo una serie di norme vecchie alle quali devono sottostare agricoltori e industriali, senza intaccare qualità e sicurezza dei prodotti, si potrebbero ottenere dei costi di produzione inferiori e rendere il settore più competitivo, con una diminuzione anche dei prezzi di vendita, in un settore dove la marginalità è molto ridotta”. Proprio nell’incontro al Masaf con il ministro si è discusso del problema dei costi di produzione e dei costi agricoli, che sono esplosi tra il 2022 e il 2023. “A fronte di una disponibilità degli industriali a riconoscere prezzi crescenti – aggiunge il direttore di Assolatte ad Askanews – abbiamo visto il prezzo del latte alla stalla salire da 0,38 a dicembre 2021 a 0,60 centesimi a dicembre 2022. Ora siamo a 0,50 centesimi e il prezzo del latte medio di quest’anno probabilmente sarà di 0,52, quindi superiore alla media dell’anno scorso che fu 0,51. Quindi, sul prezzo del latte ci sono pochi margini e il mondo agricolo continua ad avere altissimi costi di produzione”. Per questo al ministro è stato segnalato anche il fatto che “a livello europeo il prezzo alla stalla è 0,43 centesimi, quindi è molto basso e questo pone un problema di competitività, perchè ci confrontiamo con prodotti esteri a prezzi molto più bassi”.

Alla distribuzione, invece, “i prezzi al dettaglio sono cresciuti in modo importante, con una percentule di aumento però inferiore a quella dei costi: i costi medi industriali sono aumentati del 24% e i fatturati del 18%. Quindi il differenziale sta erodendo i margini industriali. Ora – auspica Forino – speriamo che la situazione si stabilizzi, ma ci sono tensioni sulle materie grasse, su panna e burro: i prezzi all’ingrosso stanno mostrando una leggera risalita, speriamo non salgano troppo altrimenti la stabilizzazione dei prezzi al dettaglio incontrerà un ostacolo, mentre noi vogliamo fare arrivare i prezzi a livelli più vicini alla capacità di spesa degli italiani”. E se è vero che il carrello degli italiani sta diventando sempre più leggero quanto a prodotti ma sempre più pesante quanto al prezzo, Forino precisa che “una cosa sono gli aumenti percentuali e una cosa gli aumenti assoluti: fino al 2021 un italiano medio spendeva in latticini 0,85 centesimi al giorno. Dopo l’esplosione dei costi siamo arrivati a 0,92-0,93 centesimi al giorno. Quindi c’è l’inflazione e ha colpito anche il nostro settore, ma l’incidenza assoluta dei costi di produzione è abbastanza ridotta rispetto ad altri settori. Non è quella del lattiero-caseario la voce che dovrebbe preoccupare gli italiani”.

Ovviamente, gli aumenti dei costi agricoli e di produzione rendono più complicati gli investimenti, anche perché “è completamente cambiata la logica del credito. Fino a 2 anni fa si ottenevano mutui a tassi interessanti – ricorda Forino – sotto il mezzo punto percentuale, ora siamo al 4,5% e questo incide sia sugli investimenti per gli adeguamenti alle nuove logiche di maggiore sostenibilità ambientale e per le normative europee sulle plastiche sia per i prodotti stagionati che ricorrono al credito impegnando il formaggio in garanzia”. Ultimo ma non ultimo, nel settore lattiero-caseario c’è un problema di ricambio generazionale e di figure professionali specifiche: le aziende segnalano difficoltà a trovare personale qualificato che sostituisca le fasce anziane, anche se la maggior parte dei dipendenti nelle aziende del settore caseario ha tra 50 e 60 anni. “Spesso ci viene segnalato un problema nel trovare manutentori e tecnici – dice il direttore di Assolatte – C’è un problema di mancanza di giovani, eppure questo è un settore che ha tenuto e che è in forte sviluppo, con una domanda di lavoratori in crescita. speriamo che si possano fare azioni di formazione per favorire l’accesso di nuove generazioni”. “E’ vero che la cucina italiana tira ma non dobbiamo fare tutti l’alberghiero: servono tecnologi alimentari, veterinari, manutentori, periti industriali, perché quello che arriva in tavola parte da processi industriali gestiti da esperti”.

Infine, una notazione sul ddl sul cibo sintetico approvato ieri alla Camera in via definitiva, visto che anche nel settore del latte si parla da un po’ di tempo delle opportunità della produzione in vitro. “Noi siamo d’accordo sull’andare con i piedi di piombo e usare denominazioni corrette. C’è una questione di sicurezza alimentare che riguarda ad esempio anche le proteine del latte. C’è anche un tema di brevettabilità dei processi – spiega Forino – oggi il latte si ottiene dalla mungitura di animali: pensare che venga sostituito in tutto o in parte da prodotti ottenuti in fermentatori di grandi gruppi industriali spaventa. E poi c’è il tema della denominazione: se in futuro questi prodotti fossero sicuri e immessi sul mercato, questo per noi non sarebbe latte, bisognerà (come è stato fatto con i prodotti di origine vegetale, ndr) normare la definizione, avere specifiche sanitarie, fare una valutazione di impatto sull’economia. Sul tavolo c’è anche un tema sociale, visto che il comparto lattiero caseario è il primo settore dell’industria agroalimentare europea e non solo italiana”. “Noi – conclude il direttore di Assolatte – pensiamo che questa battaglia va fatta a livello europeo. L’obiettivo di fare una norma nazionale per poi arrivare a fare una norma armonizzata in Europa, è un percorso rischioso ma valido”.

Accordo Città dei motori e Ferrari Club per promozione Made in Italy

Accordo Città dei motori e Ferrari Club per promozione Made in ItalyRoma, 17 nov. (askanews) – “Città dei Motori prosegue nel suo progetto di sviluppo del turismo motoristico avendo al fianco un nuovo, prestigioso partner, il Ferrari Club Italia, una delle associazioni che meglio interpretano la passione per il marchio automobilistico più famoso al mondo”. E’ quanto dichiara Luigi Zironi, sindaco di Maranello e presidente di ‘Città dei Motori’, la rete Anci che associa attualmente 40 comuni rappresentativi del Made in Italy motoristico, commentando il Protocollo d’intesa sottoscritto oggi con il Ferrari Club Italia, nell’ambito di Milano AutoClassica, manifestazione di settore in corso alla Fiera di Milano Rho.

“Aderiamo con entusiasmo alle iniziative di Città dei Motori – afferma il presidente di FCI Vincenzo Gibiino – e intendiamo sviluppare il turismo motoristico in ogni sua forma, contribuendo ad orientare l’offerta che l’Italia può mettere in campo anche in questo settore. La sapienza motoristica e il design italiano hanno fatto la storia; dobbiamo fare in modo che questo scenario si proietti nel futuro. Nel 2024, assieme a Città dei Motori e a quanti ne condividono gli obiettivi, ci proponiamo di offrire ai turisti nuove occasioni per fruire del ‘bello’ racchiuso nel Made in Italy dei motori”. Tra gli obiettivi salienti del Protocollo: promuovere e valorizzare il turismo motoristico nazionale e internazionale attraverso attività sportive e ricreative; l’impegno a sensibilizzare istituzioni e privati circa l’importanza del settore automotive e del movimento motoristico in generale per l’economia del Paese; tutelare il diritto alla mobilità sostenibile in linea con le sfide che attendono il mondo dell’automotive nei prossimi anni.

Il Ferrari Club Italia, sodalizio protagonista di molte iniziative maranellesi tra cui la Notte Rossa, aveva già aderito con la ‘Rievocazione storica del giro del lago di Bolsena’ alla prima edizione della Italian Motor Week, manifestazione nazionale organizzata in settembre scorso da Città dei Motori, che ha visto oltre 100mila presenze e 166 eventi sviluppati nei Comuni soci della Rete Anci. Oltre che alla edizione 2024 della IMW, CdM sta lavorando alla seconda Conferenza nazionale sul turismo motoristico: le date saranno annunciate nei prossimi giorni.

Studio: statine e digiuno “affamano” cellule arrestando crescita tumore

Studio: statine e digiuno “affamano” cellule arrestando crescita tumoreRoma, 17 nov. (askanews) – Da pilastro della prevenzione cardiovascolare a possibile terapia anti-tumorale: è la doppia vita delle statine, farmaco estremamente diffuso per ridurre i livelli di colesterolo, suggerita da uno studio dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Communication. L’idea è quella di “affamare” i tumori e poi colpirli riciclando farmaci ben noti, a basso costo, utilizzati da anni per tutt’altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe a “stecchetto” con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia “low cost” per combattere tumori difficili come quello al pancreas, il carcinoma del colon-retto e il melanoma. I risultati, ottenuti dal team di ricercatori guidato da Alessio Nencioni del Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche (DIMI) dell’Università di Genova, attraverso lo screening di centinaia di farmaci già utilizzati in clinica su linee di cellule cancerose in vitro e su modelli sperimentali in vivo, aprono la strada a possibili terapie più sicure ed economiche, grazie a medicinali che oltre a essere poco costosi sono anche maneggevoli e ben tollerati.

“La cura dei pazienti oncologici ha costi molto elevati, che a volte limitano l’accesso a terapie efficaci soprattutto nei Paesi a basso reddito. Per questo esiste un interesse crescente nel valutare la possibilità di ‘riciclare’ come antitumorali farmaci non oncologici, approvati e impiegati da tempo per altre patologie: si tratta infatti di medicinali che in genere sono a basso costo, essendo scadute le coperture brevettuali, e che grazie all’esperienza di utilizzo su larga scala sappiamo avere un profilo di sicurezza spesso buono – spiega Alessio Nencioni, direttore della Clinica Geriatrica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e coordinatore dell’indagine assieme ad Amr Khalifa e Irene Caffa -. Esempi ben noti di farmaci non oncologici riproposti come anticancro sono la talidomide, dapprima venduta come antinausea e sedativo e ora usata per trattare il mieloma multiplo, e l’acido retinoico, che è ampiamente utilizzato per trattare patologie della pelle ma ha dimostrato anche una grande efficacia nel trattamento della leucemia promielocitica acuta. Tuttavia, nonostante esistano vari studi clinici in corso, l’identificazione di altri farmaci di uso comune che si prestino a essere ‘riproposti’ per trattare malati oncologici procede a rilento”. I ricercatori del San Martino hanno ipotizzato che esponendo i tumori a condizioni di “stress nutrizionale”, cioè a una carenza di nutrienti e di fattori di crescita come quella che si verifica con un digiuno transitorio, sarebbe stato possibile renderli vulnerabili anche ad altri farmaci di uso comune. Hanno perciò utilizzato linee cellulari di numerosi tumori, fra cui quelli al pancreas, al colon-retto e il melanoma, e dopo averle esposte a condizioni che mimano il digiuno hanno condotto uno screening di centinaia di farmaci di uso comune. “I risultati mostrano che farmaci che riducono la sintesi di colesterolo, tra cui le statine, diventano capaci di arrestare la crescita di vari tipi di neoplasie quando “combinati” con brevi cicli di digiuno settimanale – spiega Nencioni – il digiuno riduce la capacità delle cellule tumorali di sintetizzare il proprio colesterolo e inoltre le induce ad espellere il colesterolo che contengono. In questa situazione, esporre i tumori a farmaci che riducono ulteriormente la produzione di colesterolo fa sì che le cellule maligne sperimentino un’improvvisa forte carenza di questo lipide, cruciale per vari aspetti del loro metabolismo e della loro crescita, e che perciò non siano più in grado di crescere. In passato era già emersa una possibile attività antitumorale per le statine: i nostri dati confermano la possibilità di utilizzarle come antitumorali in associazione al digiuno e segnalano la possibilità di usare allo stesso modo anche altri tipi di medicinali”. Anche alcuni noti antifungini, tra cui terbinafina e miconazolo, hanno infatti dimostrato di possedere attività simile e i dati positivi sono stati confermati in modelli animali di vari tipi di tumore, sottoponendo i topolini a periodi di digiuno e quindi al trattamento con i farmaci più promettenti emersi dallo screening su linee cellulari. “Il digiuno è cruciale per potenziare l’attività antineoplastica dei farmaci, tra i due tipi di intervento si crea cioè una positiva sinergia antitumorale. Lo ‘stratagemma dietetico’ del digiuno potrà quindi servire a individuare anche altri farmaci non oncologici da ‘riciclare’ come antitumorali. Intanto, i dati positivi ottenuti con i medicinali anticolesterolo e antifungini dovranno essere confermati attraverso studi clinici che all’IRCCS Policlinico San Martino stiamo già ipotizzando, per poter essere presto in grado di offrire ai pazienti oncologici nuove opportunità di cura sicure e a basso costo”, conclude Nencioni.

Cesvi apre a Siracusa una Casa del Sorriso. E’ la quinta in Italia

Cesvi apre a Siracusa una Casa del Sorriso. E’ la quinta in ItaliaRoma, 17 nov. (askanews) – Le diseguaglianze regionali pesano sulle prospettive di chi nasce al Sud, dove sono concentrate le Regioni con i dati peggiori su povertà, maltrattamenti, opportunità scolastiche. In occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – 20 novembre, Fondazione CESVI ha inaugurato in Sicilia la quinta Casa del Sorriso italiana, situata in Zona Zecchino vicino al difficile quartiere di Mazzarona. Amadeus invia un messaggio speciale rivolto ai bambini “Volevo fare i complimenti a voi e a CESVI: grande obiettivo raggiunto con l’apertura della Terza Casa del Sorriso (nel sud Italia) a Siracusa, dopo quelle di Bari e Napoli, con il contributo de I Soliti Ignoti dell’anno scorso che è andato a buon fine. Sono felicissimo, evviva La Casa del Sorriso, evviva CESVI. Un bacione grande a tutta Siracusa!” Madrina di questa inaugurazione Alexia, da molti anni vicina alla ONG. La struttura rientra nel Programma Case del Sorriso, che mira a promuovere i diritti dei bambini e delle bambine e a prevenire povertà educativa e trascuratezza, aiutando minori e familiari. In Italia CESVI ha sostenuto attraverso i suoi interventi e progetti a favore dell’infanzia più di 2.470 beneficiari, di cui 1.660 minori nel 2022, mentre nei primi 6 mesi del 2023 sono già 1392 le persone supportate e di queste 968 sono minori. Il Programma Case del Sorriso è una realtà attiva da oltre 20 anni in diverse aree del mondo, in Africa, America Latina e Centrale, Asia, spingendosi negli ultimi anni anche nei teatri delle più gravi emergenze umanitarie.

«A pochi giorni della giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è bene ricordare le tante situazioni che non permettono ancora oggi, a migliaia di bambini nel mondo, di veder garantiti i propri diritti. Una di queste, in tema di maltrattamento, è quella che riguarda le Regioni del Sud, dove la situazione è caratterizzate da un’alta concentrazione di fattori di rischio. Con le Case del Sorriso vogliamo dare ai bambini un luogo sicuro dove possano sentirsi accolti, vedere rispettati i loro diritti fondamentali, creare opportunità per il futuro loro e dei loro genitori Dopo l’apertura delle nostre strutture a Bari e Napoli, siamo felici di poter dare il nostro contributo anche in Sicilia a Siracusa con una Casa del Sorriso che desidera aprire le porte di un futuro ricco di possibilità per tutti i minori e le famiglie bisognose del territorio», ha detto Roberto Vignola, vicedirettore generale di CESVI. Il cronico divario territoriale continua a soffocare il futuro di migliaia di bambine e bambini del Mezzogiorno. Le aree dove essere bambino è più rischioso sono in Meridione: secondo il più recente Indice Regionale sul maltrattamento all’infanzia di CESVI, all’ultimo e penultimo posto dell’elenco delle Regioni per fattori di rischio e disponibilità di servizi di prevenzione e cura sono Campania (20°) e Sicilia (19°), precedute da Calabria e Puglia. La povertà assoluta colpisce nel Paese quasi 1,4 milioni di bambini (14,2%), in quasi 762mila famiglie. Al Sud si trovano le Regioni con la maggior percentuale di famiglie povere, salite al 23,2% dal 18,3% del 2020 (18,6% al Nord; media nazionale 11%). Fanalini di coda Puglia (27,5%), Campania (22,8%), Calabria (20,3%), Sicilia (18,3%)

Sciopero, Landini: il governo smetta di fare cavolate. Ci ascolti, noi non ci fermiamo

Sciopero, Landini: il governo smetta di fare cavolate. Ci ascolti, noi non ci fermiamoRoma, 17 nov. (askanews) – La precettazione è stato un atto grave che mette in discussione il diritto delle persone a scioperare. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione in piazza del Popolo. “Questa cosa non l’accettiamo – ha detto – la risposta della piazza è che non Landini, ma le persone non vogliono rinunciare alla democrazia e ai diritti. Se il Governo vuole ascoltare, cambi idea, smetta di fare cavolate, ritiri la precettazione e apra le trattative con noi. Se pensa di continuare così e non ascoltarci, noi continueremo. Non ci fermiamo finché non avremo portato a casa i risultati”.

Landini ha poi detto che “non personalizzo” con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Quando uno si fa del male non c’è bisogno, se lo sta facendo da solo – ha affermato – non capisce una cosa fondamentale: se il diritto di sciopero è stato inserito nella Costituzione, non da una legge ordinaria, vuol dire che è un diritto di ogni cittadino poter aderire o no a uno sciopero. Quando si mette in discussione questa cosa non si sta facendo una cosa contro il sindacato e i sindacalisti, ma contro i cittadini. Quando proclamo lo sciopero non è un obbligo, quando si limita questo diritto si limita il diritto di un cittadino”. Il numero uno della Cgil ha aggiunto: “Hanno fatto un atto che parla da solo, nella storia repubblicana quando un governo di fronte a uno sciopero generale ha precettato i lavoratori? Non è mai stato fatto da nessun governo. Queste cose si facevano prima della Costituzione, quando questo Paese non era democratico. Non succede in Europa, forse Salvini dovrebbe vedere come funziona la mobilità in Europa. Non c’è solo il ponte sullo Stretto. Hanno fatto sciopero in Germania, in Francia. Nessuno l’ha bloccato”. In piazza del Popolo hanno partecipato 60mila persone per la manifestazione nazionale di Cgil e Uil, fanno sapere gli organizzatori (Cgil e Uil di Roma e Lazio). “Questa piazza è bellissima. Tutte le altre sono strapiene. Questa non è semplicemente una piazza del Popolo strapiena, ma è la piazza del popolo dei lavoratori. E’ la risposta più intelligente e ferma che potevamo dare a chi mette in discussione il diritto di sciopero. Questo è un attacco alla democrazia”, ha sottolineato il leader della Cgil, Maurizio Landini, concludendo la manifestazione in piazza del Popolo. “Non ci possiamo e non vogliamo fermare finché non portiamo a casa i risultati”, ha aggiunto, ricordando che “la legge di bilancio contiene delle “porcherie” e “non una delle promesse fatte sono stati capaci di rispettare. Anche chi li ha votati è in piazza”. E’ tranchant il giudizio del leader della Cgil, Maurizio Landini.

“Adesso basta, siamo la maggioranza di questo Paese e vogliamo essere ascoltati. Per questo continueremo con gli scioperi”, ha annunciato il leader della Cgil, Maurizio Landini, concludendo la manifestazione di piazza del Popolo ricordando che sono state programmate altre quattro di giornate di mobilitazione sul territorio fino al 1 dicembre. “Non bisogna avere paura né abbassare la testa – ha aggiunto – siamo sulla strada giusta e non ci fermiamo”.

Sciopero, la ministra del lavoro Calderone: non preclude il dialogo, c’è volontà di ascolto

Sciopero, la ministra del lavoro Calderone: non preclude il dialogo, c’è volontà di ascoltoGenova, 17 nov. (askanews) – “Credo che sia legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero perché è un diritto che è affermato dal nostro ordinamento. Questo non preclude il dialogo. Da parte del governo in questi mesi c’è stata una volontà di ascolto che dovrà caratterizzare anche i mesi e gli anni futuri”. Lo ha detto la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, parlando dello sciopero di oggi a margine del Festival Orientamenti di Genova. “Chiunque – ha aggiunto – può pensare di essere in grado di scrivere meglio la manovra di bilancio, ma voglio sottolineare che in una manovra complicata dal fatto che è necessario mantenere uno stretto equilibrio dei conti, comunque la maggior parte delle risorse sono andate sul lavoro”.

Moretti, Crialese, Mainetti e Manetti Bros al Palladium Film Festival

Moretti, Crialese, Mainetti e Manetti Bros al Palladium Film FestivalRoma, 17 nov. (askanews) – Dal 18 al 23 novembre, torna al Teatro Palladium di Roma il Palladium Film Festival – CineMaOltre, organizzato dal Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium e che si avvale di un finanziamento del MiC – Ministero della Cultura.

Nato in continuità con il “Roma Tre Film Festival”, e fondato e diretto da Vito Zagarrio, a cui quest’anno si affianca Christian Uva come responsabile scientifico, il festival si pone come un importante spazio di riflessione e dibattito sul cinema e l’audiovisivo. Con un programma che anche in questa nuova edizione mette in dialogo cinema d’autore e cinema di genere, documentario e finzione, cortometraggi e lungometraggi, la manifestazione intende gettare lo sguardo OLTRE ogni forma di separazione per creare una complessa e articolata rete di visioni e discorsi, centrando la propria attenzione al cinema delle nuove generazioni senza dimenticare i grandi Maestri. Si parte infatti con Nanni Moretti, che accompagnerà la proiezione del suo documentario “La cosa”, e poi si prosegue con Emanuele Crialese, che presenterà “Nuovomondo”, i Manetti Bros. che incontreranno il pubblico commentando varie sequenze della loro filmografia, ed infine Gabriele Mainetti che presenterà i suoi cortometraggi “Basette” e “Tiger Boy”.

Saranno tre, invece, gli esordienti presenti al festival con le loro opere prime al Teatro Palladium: Lyda Patitucci con “Come pecore in mezzo ai lupi”, Alessandro Marzullo con “Non credo in niente” e Alain Parroni con “Una sterminata domenica”. Grande spazio è ovviamente dedicato ai giovani autori e ai cortometraggi. Il Palladium Film Festival – CineMaOltre, infatti, aspira da sempre a monitorare l’immaginario giovanile. Oltre alla selezione di alcune esercitazioni dei Laboratori di Filmmaking del DAMS Roma Tre, coordinati dai registi Antonietta De Lillo, Francesco Crispino, Antonio Di Trapani e Lino Damiani, saranno proposti, fuori concorso, tre cortometraggi firmati da laureati del Dams e studenti dell’Istituto CineTv Roberto Rossellini: “Simposio per ragazza sola” di Gianluca Mei, Anna e “L’ultimo saluto” di Vincenzo Palazzo.

Inoltre, da lunedì 20 novembre, ad animare i pomeriggi della manifestazione sarà il concorso riservato agli under 35 “Carta bianca Dams”, che vede quest’anno una selezione di 19 titoli. Ad impreziosire il programma del festival: il concerto, all’insegna dell’ibridazione tra musica e cinema, del gruppo siciliano degli Okiees, di cui è leader Andrea Rabbito, la proiezione, in collaborazione con Amnesty International, del film “Male Nostrum” di Fabio Masi, e due serate dedicate al tema della serialità nell’audiovisivo contemporaneo in occasione del convegno internazionale Universi seriali: teorie, pratiche e testi delle serie audiovisive, a cura di Ilaria De Pascalis e Marta Perrotta.

Il festival sarà anche il palcoscenico del “Premio Giulio Cesare Castello”, attribuito alle migliori tesi di dottorato e di Laurea Magistrale nell’ambito degli studi sul cinema e di media. La manifestazione si avvale della collaborazione del Centro Produzione Audiovisivi di Roma Tre per il supporto tecnologico e della società Cavadaliga Film per i servizi.