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Tag: Sanremo 2023

G7 lavora per forza Onu a Gaza, Tajani: obiettivo finale è pace

G7 lavora per forza Onu a Gaza, Tajani: obiettivo finale è paceTokyo, 7 nov. (askanews) – Una forza di interposizione, sotto l’egida dell’Onu, a Gaza. E’ questa l’ipotesi a cui i paesi membri del G7 stanno lavorando, per la fase post guerra nella Striscia di Gaza. “Ne abbiamo parlato e continueremo a discuterne”, ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della cena con i suoi omologhi del Gruppo a Tokyo, in Giappone. Certo, il risultato più immediato da raggiungere è “una de-escalation” nel più breve tempo possibile. Per poi arrivare alla soluzione dei due Stati. Ma nel frattempo bisognerà consolidare una “fase di transizione” e il compito potrebbe essere affidato ai peacekeepers delle Nazioni Unite, sul modello di quanto avvenuto già in Libano con il contingente di Unifil. Qualunque sia la soluzione, l’obiettivo finale è comunque “la pace”, ha sottolineato Tajani.

I colloqui di oggi, tutti dedicati alla crisi mediorientale, sono stati “aperti e franchi”, ha riferito una fonte diplomatica. Dal segretario di Stato americano Antony Blinken e dalla presidente di turno Yoko Kamikawa sono giunti convinti inviti alla compattezza nella condanna ad Hamas e negli aiuti ai palestinesi. Più volte e con fermezza, secondo le fonti, è stato ribadito il diritto di Israele a difendersi, sempre però nel rispetto delle leggi di guerra e del diritto internazionale. E l’Autorità nazionale palestinese può continuare ad essere un interlocutore, ha evidenziato da parte sua Tajani, confermando l’unità del Gruppo riguardo alla necessità di “combattere Hamas e aiutare il popolo palestinese”. Quest’ultimo “nulla ha a che vedere con Hamas” e, anzi, “è utilizzato come scudo umano” dal movimento estremista della Striscia. Unanime il consenso del G7 anche sulla necessità di reperire aiuti umanitari a Gaza nel più breve temnpo possibile. L’Italia è pronta ad allestire un ospedale da campo. “Abbiamo inviato aiuti e siamo pronti a curare feriti, naturalmente non terroristi, nei nostri ospedali”, ha ricordato il titolare della Farnesina, ribadendo che il Governo italiano ritiene “un’ipotesi ragionevole” quella di attuare “pause militari per consentire la consegna di aiuti e permettere alla popolazione civile di uscire dalle aree di conflitto”. “Certamente ci vuole tempo, ma noi siamo per far sì che il popolo palestinese sia fuori da questa guerra e naturalmente Hamas sia fuori dalla Palestina”.

L’attesa ora è per i lavori di domani, quando in agenda c’è una discusione sul conflitto in Ucraina. Alla vigilia dei colloqui, tutti i ministri hanno tenuto a precisare che la nuova guerra a Gaza non distoglierà l’attenzione dal sostegno pieno e totale a Kiev. Lo scontro militare tra l’Ucraina e la Russia, assieme alla crisi tra Israele e Hamas, la stabilità, il fronte sud, l’area del Mediterraneo, saranno i temi principali della presidenza italiana del G7. Domani Tajani raccoglierà il testimone dalla sua omologa Yoko Kanizawa. “Dobbiamo lavorare tutti insieme per la pace e per difendere anche la democrazia contro le dittature e le autocrazie. Questo è il lavoro che noi dobbiamo fare e credo che l’Italia saprà farlo molto bene”, ha commentato Tajani. (di Corrado Accaputo)

Il G7 lavora per una forza Onu a Gaza, Tajani: l’obiettivo è la pace

Il G7 lavora per una forza Onu a Gaza, Tajani: l’obiettivo è la paceTokyo, 7 nov. (askanews) – Una forza di interposizione, sotto l’egida dell’Onu, a Gaza. E’ questa l’ipotesi a cui i paesi membri del G7 stanno lavorando, per la fase post guerra nella Striscia di Gaza. “Ne abbiamo parlato e continueremo a discuterne”, ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine della cena con i suoi omologhi del Gruppo a Tokyo, in Giappone. Certo, il risultato più immediato da raggiungere è “una de-escalation” nel più breve tempo possibile. Per poi arrivare alla soluzione dei due Stati. Ma nel frattempo bisognerà consolidare una “fase di transizione” e il compito potrebbe essere affidato ai peacekeepers delle Nazioni Unite, sul modello di quanto avvenuto già in Libano con il contingente di Unifil. Qualunque sia la soluzione, l’obiettivo finale è comunque “la pace”, ha sottolineato Tajani.

I colloqui di oggi, tutti dedicati alla crisi mediorientale, sono stati “aperti e franchi”, ha riferito una fonte diplomatica. Dal segretario di Stato americano Antony Blinken e dalla presidente di turno Yoko Kamikawa sono giunti convinti inviti alla compattezza nella condanna ad Hamas e negli aiuti ai palestinesi. Più volte e con fermezza, secondo le fonti, è stato ribadito il diritto di Israele a difendersi, sempre però nel rispetto delle leggi di guerra e del diritto internazionale. E l’Autorità palestinese può continuare ad essere un interlocutore, ha evidenziato da parte sua Tajani, confermando l’unità del Gruppo riguardo alla necessità di “combattere Hamas e aiutare il popolo palestinese”. Quest’ultimo “nulla ha a che vedere con Hamas” e, anzi, “è utilizzato come scudo umano” dal movimento estremista della Striscia. Unanime il consenso del G7 anche sulla necessità di reperire aiuti umanitari a Gaza nel più breve temnpo possibile. L’Italia è pronta ad allestire un ospedale da campo. “Abbiamo inviato aiuti e siamo pronti a curare feriti, naturalmente non terroristi, nei nostri ospedali”, ha ricordato il titolare della Farnesina, ribadendo che il Governo italiano ritiene “un’ipotesi ragionevole” quella di attuare “pause militari per consentire la consegna di aiuti e permettere alla popolazione civile di uscire dalle aree di conflitto”. “Certamente ci vuole tempo, ma noi siamo per far sì che il popolo palestinese sia fuori da questa guerra e naturalmente Hamas sia fuori dalla Palestina”.

L’attesa ora è per i lavori di domani, quando in agenda c’è una discusione sul conflitto in Ucraina. Alla vigilia dei colloqui, tutti i ministri hanno tenuto a precisare che la nuova guerra a Gaza non distoglierà l’attenzione dal sostegno pieno e totale a Kiev. Lo scontro militare tra l’Ucraina e la Russia, assieme alla crisi tra Israele e Hamas, la stabilità, il fronte sud, l’area del Mediterraneo, saranno i temi principali della presidenza italiana del G7. Domani Tajani raccoglierà il testimone dalla sua omologa Yoko Kanizawa. “Dobbiamo lavorare tutti insieme per la pace e per difendere anche la democrazia contro le dittature e le autocrazie. Questo è il lavoro che noi dobbiamo fare e credo che l’Italia saprà farlo molto bene”, ha commentato Tajani. (Di Corrado Accaputo).

Hong Kong, la crescita rallenterà al 3-4% quest’anno

Hong Kong, la crescita rallenterà al 3-4% quest’annoRoma, 7 nov. (askanews) – La crescita economica di Hong Kong rallenterà al 3-4% quest’anno, peggio del previsto, a causa dei dati inferiori alle attesde nel turismo e nel commercio. L’ha detto il segretario finanziario, anche se Pechino, in un vertice ad alto livello, ha espresso ottimismo sulle prospettive della città e ha promesso maggiore sostegno per rafforzare la sua posizione. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Paul Chan Mo-po ha rivelato le previsioni peggiori del previsto dopo aver partecipato al vertice sugli investimenti, dove il vice premier cinese He Lifeng ha espresso il sostegno di Pechino alla posizione di Hong Kong come centro finanziario globale. Il vice-premier, considerato lo zar economico del Paese, ha dichiarato al “Global Financial Leaders’ Investment Summit” che la città dovrebbe rafforzare il proprio posizionamento fungendo allo stesso tempo da esperienza pilota per l’apertura e la riforma del mercato finanziario della Cina continentale.

“Hong Kong è sempre stata un importante ponte e collegamento tra la terraferma e il resto del mondo. In futuro, potrà sfruttare ulteriormente i suoi vantaggi unici come centro finanziario internazionale, integrandosi attivamente nello sviluppo nazionale complessivo”, ha affermato He.

Milan e Psg, notte di violenza ultrà a Milano. Il Milan condanna

Milan e Psg, notte di violenza ultrà a Milano. Il Milan condannaRoma, 7 nov. (askanews) – “Il Milan condanna ogni forma di violenza: per noi il calcio è passione, non odio. Lo sport è fatto per unire, non dividere”. E’ la risposta del Milan alla notte di violenze ultrà che ha interessato il capoluogo meneghino dove stasera è in programma il match tra Milan e Psg, quarta giornata della fase a gironi di Champions League. Nella notte in zona Navigli, circa un centinaio di ultras milanisti, in risposta a quanto accaduto a Parigi, ha assaltato gruppi di tifosi del Psg che stavano bevendo fuori dai locali del posto. Nello scontro, è rimasto ferito a coltellate un supporter del Psg, poi soccorso dal 118 e portato in ospedale. Ci sono stati anche tafferugli tra ultrà francesi e Polizia, intervenuta con cariche di alleggerimento: un agente è stato accoltellato a una gamba, l’aggressore è stato arrestato. Una guerriglia urbana in piena regola che accresce ancora di più la tensione prima di una partita considerata a rischio elevato. Per stasera, sono attesi in città oltre 4mila sostenitori dei parigini. Si concentreranno all’inizio nell’area della Stazione centrale (in arrivo anche alcuni pullman) dove ci sarà un primo punto di ritrovo e poi si sposteranno verso il Duomo e poi allo stadio.

Migranti, intesa Italia-Albania, Commissione Ue attende i dettagli

Migranti, intesa Italia-Albania, Commissione Ue attende i dettagliBruxelles, 7 nov. (askanews) – La Commissione europea era stata informata in anticipo sull’intesa firmata ieri per la gestione in due nuovi centri per migranti in Albania, in cui verranno trasferiti i richiedenti asilo salvati in mare da navi italiane, ma ha bisogno di ulteriori dettagli, che ha chiesto all’Italia e che sta attendendo di ricevere, per poter valutare se l’iniziativa è in linea con la normativa Ue sull’asilo. Una normativa che si applica dentro il territorio nazionale degli Stati membri, comprese le acque territoriali, mentre all’esterno si applicano il diritto internazionale (che prevede in ogni caso il dovere di ricerca e soccorso in mare e il principio di “non respingimento”) e la Convenzione europea sui diritti umani.

E’ quanto ha detto in sintesi, in modo piuttosto imbarazzato e confuso, la portavoce della Commissione per gli Affari interni, Anitta Hipper, rispondendo alle molte domande dei giornalisti sull’argomento oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa. “Innanzitutto permettetemi di dire – ha detto la portavoce – che siamo in contatto con le autorità italiane, perché dobbiamo vedere i dettagli. E abbiamo chiesto, stiamo chiedendo, di ricevere informazioni dettagliate su questo tipo di accordi; in secondo luogo, la normativa sull’asilo dell’Ue, di cui abbiamo discusso più volte, si applica alle domande di asilo presentate nel territorio degli Stati membri, e questo include sia le frontiere che le acque territoriali”.

“C’è poi – ha aggiunto Hipper con un chiaro riferimento al caso italiano – un ulteriore elemento: agli Stati membri non è preclusa l’adozione di misure di diritto nazionale per consentire che siano presentate domande di asilo da parte di persone provenienti da paesi terzi; tuttavia, ovviamente, ciò deve avvenire senza alcun pregiudizio per la piena applicazione dell”acquis’ (il diritto acquisito e la giurisprudenza pertinente, ndr) dell’Unione in materia di asilo”. Sull’intesa Italia-Albania “per prima cosa abbiamo bisogno di informazioni dettagliate, che abbiamo chiesto, dobbiamo vedere come sarà costruita esattamente, prima di commentare”, ha insistito la portavoce.

Hipper ha poi ricordato che nelle attività di ricerca e soccorso in mare da parte degli Stati membri “la Commissione non ha competenza per indicare i luoghi di sbarco, questa è una cosa di cui sono responsabili i centri di coordinamento del soccorso marittimo”, e che è stato istituito “un gruppo di contatto” di ricerca e salvataggio per la collaborazione tra gli Stati membri in questo contesto. Ai giornalisti che richiamavano il caso dell’accordo di esternalizzazione della gestione dei migranti concluso tra Regno Unito e Ruanda, che era stato fortemente criticato dalla commissaria Ue all’Immigrazione, Ylva Johansson, la portavoce ha replicato ribadendo che “dobbiamo innanzitutto capire il caso italiano, prima di entrare nei dettagli, ma dalle prime informazioni che vediamo non si tratta di un caso analogo. Ma ancora una volta, abbiamo bisogno di informazioni dettagliate”.

Hipper ha poi precisato che “è importante differenziare tra le situazioni in cui una nave è nelle acque territoriali di uno Stato membro, e quelle in cui si trova al di fuori delle acque territoriali, in alto mare. Perché se la nave è nelle acque territoriali, allora si applica il regolamento Ue sulla procedura di asilo. Se invece si trova al di fuori delle acque territoriali, allora gli Stati membri sono soggetti al diritto internazionale e alla Cedu” (la Convenzione europea sui diritti umani). E il diritto internazionale, ha ricordato, “include il principio di ‘non refoulement’”, che vieta i respingimenti di massa senza la possibilità per ogni individuo di presentare le richieste d’asilo. “Siamo in contatto con le autorità italiane, siamo stati informati dell’annuncio, i dettagli devono ancora seguire”, ha ripetuto la portavoce. Rispondendo a un’altra domanda, Hipper ha osservato che “esistono diversi modi in cui l’Ue e i suoi Stati membri possono cooperare con i paesi terzi nella gestione della migrazione, ma – ha puntualizzato – nel pieno rispetto del diritto comunitario e di quello internazionale”. “Abbiamo ad esempio il caso – ha continuato – delle iniziative sostenute dall’Unhcr (l’Alto commissariato Onu per i rifugiati) per un meccanismo di transito di emergenza, istituito e sostenuto dall’Unione africana, che ha l’obiettivo di evacuare le persone bisognose di protezione, ad esempio per portarle fuori dalla Libia, e riguarda principalmente chi si trova nei centri di detenzione, al fine di reinsediarli nell’Ue o in altri paesi di reinsediamento”. In riposta a chi faceva notare che l’accordo con l’Albania riguarda solo le navi italiane, e non quelle delle Ong, la portavoce ha replicato che “tutte le navi che battono bandiera di uno Stato membro dell’Ue sono vincolate alla legislazione nazionale di quel paese, e secondo il diritto internazionale devono garantire che le persone soccorse siano portate in luoghi sicuri. Torniamo sempre allo stesso principio, che è quello di assicurare la ricerca e il soccorso delle vite in mare”. Insomma, ha concluso Hipper, “non vogliamo entrare in speculazioni, non vogliamo fare confronti con altri casi e scenari discussi in precedenza. Dobbiamo prima vedere i dettagli di questo accordo, e poi potremo parlare delle implicazioni, delle valutazioni e di tutto il resto”.

Migranti, il ministro Piantedosi: in Albania non Cpr ma strutture come a Pozzallo

Migranti, il ministro Piantedosi: in Albania non Cpr ma strutture come a PozzalloRoma, 7 nov. (askanews) – Quelli previste nel protocollo con l’Albania “non sono Cpr” ma “strutture analoghe a quella realizzata a Pozzallo-Modica” e “dove è possibile trattenere, in base a provvedimenti adottati da un giudice, le persone per il tempo necessario per svolgere in modo accelerato le procedure di identificazione e gestire le domande di asilo di quanti provengono da Paesi sicuri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso della audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen.

Esce “Discoteca” il nuovo singolo dei Tropea

Esce “Discoteca” il nuovo singolo dei TropeaMilano, 7 nov. (askanews) – Esce venerdì 10 novembre con peermusic ITALY e Artist First, “Discoteca”, il nuovo singolo dei Tropea, la band underground milanese arrivata in finale nell’ultima edizione di X-Factor. I Tropea dopo 6 anni di attività, hanno recentemente annunciato l’uscita del loro primo disco, il 12 gennaio: “Serole”, di cui sono stati realizzati dei vinili in edizione limitata andati subito sold-out e un’altra serie di vinili rossi che è ancora possibile pre-ordinare al seguente link: https://musicfirst.it/artisti/tropea-2157/serole-lp-rosso-3220 “Gallipoli”, uscito lo scorso settembre, è stato il primo brano ad anticipare questo nuovo ed importante progetto, di cui “Discoteca” rappresenta il secondo tassello. Raccontano i Tropea a proposito: “Vi invitiamo con “Discoteca” a dimenticarvi per un attimo di tutti i vostri impegni e semplicemente ballare con noi questa danza notturna e mediterranea. Con questa canzone vogliamo dipingere la frenesia ritmata che scandisce la nostra vita. Il testo e la musica sono di Domenico, che l’ha scritta di getto, in un momento di lucida malinconia. L’abbiamo subito fatta nostra, intrigati dal carattere evocativo ma allo stesso tempo materiale del brano. Abbiamo visto nella melodia un movimento ripetitivo, quasi coreografico su cui suonare, suonare, suonare. Nel pezzo c’è anche il legame con la musica mediterranea, con cui ognuno di noi ha un rapporto profondo. “Discoteca” prosegue il nostro percorso nei “luoghi dell’anima”, dopo Gallipoli, la nostra canzone precedente, Serole, il titolo del nostro primo album appena annunciato, e ovviamente, Tropea”. Oltre all’uscita del loro primo disco “Serole”, i Tropea hanno annunciato anche un tour che li vedrà protagonisti in giro per la penisola nei principali club: 2 febbraio 2024 | Napoli @ Auditorium Novecento 3 febbraio 2024 | Firenze @ Glue 15 febbraio 2024 | Torino @ Cap 10100 16 febbraio 2024 | Verona @ The Factory 17 febbraio 2024 | Pordenone @ Capitol 22 febbraio 2024 | Milano @ Santeria Toscana 31 23 febbraio 2024 | Roma @ Wishlist 24 febbraio 2024 | Bologna @ Covo Club 23 marzo 2024 | Lido Adriano (RA) @ Cisim

Oiv: nel 2023 produzione vinicola più bassa degli ultimi 60 anni

Oiv: nel 2023 produzione vinicola più bassa degli ultimi 60 anniRoma, 7 nov. (askanews) – Il 2023 sarà ricordato come l’anno con la più bassa produzione vinicola degli ultimi 60 anni, complici le condizioni meteo avverse pressocchè ovunque: secondo le anticipazioni sui volumi della vendemmia nel mondo rese note oggi dall’Oiv, l’Organizzazione internazionale della vite e del vino, la produzione mondiale di vino (esclusi succhi e mosti) nel 2023 è stimata tra 241,7 milioni di ettolitri e 246,6 milioni, con una stima media pari a 244,1 milioni di ettolitri. Un calo del 7% rispetto al volume già inferiore alla media del 2022. Un dato ancora più basso di quello del 2017, quando la produzione fu di appena 248 milioni di ettolitri.

La stima si basa sulle informazioni raccolte in ventinove paesi, che rappresentavano il 94% della produzione mondiale nel 2022. Sui quantitativi pesa soprattutto il basso volume di produzione dell’Unione Europea, dove Italia, Spagna e Grecia registrano un calo significativo rispetto al 2022 a causa di condizioni climatiche sfavorevoli che hanno portato peronospora e siccità. La Francia diventerà il più grande produttore mondiale nel 2023, con un volume leggermente superiore alla media quinquennale. Eccezione a questo calo generalizzato sono Germania, Portogallo e Romania, che hanno registrato condizioni climatiche favorevoli che hanno portato a volumi nella media o superiori alla media. Bene anche per quanto riguarda gli Stati Uniti, dove secondo le prime previsioni di raccolto il volume di produzione sarà non solo superiore a quello del 2022, ma anche superiore alla media osservata negli ultimi anni.

Nell’emisfero australe, hanno sottolineato oggi in conferenza stampa gli esperti dell’Oiv, i volumi di produzione di vino dovrebbero essere ben al di sotto delle cifre del 2022. Australia, Argentina, Cile, Sud Africa e Brasile sono stati infatti tutti pesantemente colpiti da condizioni meteorologiche avverse e hanno registrato variazioni negative su base annua comprese tra il -10% e il -30%. Fa eccezione la Nuova Zelanda, l’unico paese con un livello di produzione nel 2023 superiore alla media quinquennale. “I dati di quest’anno – spiega Oiv – dovrebbero tuttavia essere presi con cautela, poiché ci sono ancora grandi paesi come la Cina, le cui informazioni non sono ancora disponibili. Inoltre, l’elevata volatilità dei volumi di produzione osservata negli ultimi anni sia a livello nazionale che regionale rende l’esercizio di previsione ancora più difficile”.

Generali Italia con gruppo San Donato per nuova rete di smart clinic

Generali Italia con gruppo San Donato per nuova rete di smart clinicMilano, 7 nov. (askanews) – Gruppo San Donato e Generali Italia annunciano un accordo per la realizzazione di un network di strutture sanitarie che si svilupperà su tutto il territorio italiano. Questo nuovo modello sarà basato su un ecosistema integrato sanità privata-assicurazione. Lo si legge in una nota. La nuova rete di Smart Clinic, nella quale confluiranno le dieci già operative in Lombardia del Gruppo San Donato, “sarà una risposta innovativa alla crescente richiesta di cure della popolazione e al progressivo passaggio a una sanità basata su servizi di cura personalizzati e con standard elevati”.

Le smart clinic offriranno a tutti gli utenti un’esperienza in grado di coniugare la qualità clinica e diagnostica, la focalizzazione su prevenzione e benessere, l’applicazione di tecnologie avanzate. Con la partnership, Generali Italia potrà offrire ai propri clienti un accesso privilegiato alle prestazioni delle smart clinic. “GKSD e Gruppo San Donato lavorano insieme per la creazione di valore in ambito sanitario. Il nostro modello di ‘one company’ risponde a un’unica visione e a un’unica missione: lo sviluppo di partnership strategiche per creare nuove soluzioni per la sanità. Le nostre competenze sono sempre più richieste anche all’estero, per rafforzare la qualità dei servizi sanitari offerti sia al settore pubblico che privato, nelle economie emergenti e sviluppate”, ha dichiarato Kamel Ghribi, Presidente GKSD Investment Holding.

Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia, ha sottolineato come la salute sia “al centro del nostro Piano Lifetime Partner 24: Driving Growth. E con questa operazione vogliamo entrare direttamente nell’erogazione di prestazioni sanitarie focalizzandoci sulle aree della Prevenzione e del Benessere, attraverso lo sviluppo di una proposta innovativa per il panorama italiano basata sui principi della vicinanza al territorio, dell’elevata qualità sanitaria e dell’accessibilità”. La nuova società sarà partecipata da Gruppo San Donato con il 51%, la sua controllata GKSD con il 9%, mentre Generali Italia deterrà il restante 40%. “Una partnership strategica al servizio del Paese che – si legge nella nota – si basa sul solido know-how di due gruppi leader nei rispettivi settori: quello della sanità, con il Gruppo San Donato, primo gruppo sanitario italiano, che cura nelle sue 58 sedi oltre 5,4 milioni di pazienti all’anno e quello assicurativo, con Generali Italia, l’assicuratore numero uno in Italia con circa 12 milioni di clienti e una rete presente su tutto il territorio”.

Imballaggi, Unionfood: c’è compromesso, fiduciosi su voto in Plenaria

Imballaggi, Unionfood: c’è compromesso, fiduciosi su voto in PlenariaMilano, 7 nov. (askanews) – Un danno per le aziende, per i consumatori e per l’ambiente con un aumento, in primis, dello spreco alimentare. Questo rappresenta per Unione italiana food il nuovo regolamento per gli imballaggi, la cosiddetta Ppwr (packaging and packaging waste regulation) approvata lo scorso 24 ottobre in commissione ambiente del Parlamento europeo e che dal prossimo 20 novembre sarà al vaglio della assemblea plenaria. Su quella votazione tuttavia c’è cauto ottimismo da parte di Unionfood che confida in un emendamento dell’articolo incriminato, il numero 22, che, come specifica l’allegato V, vieta l’uso di imballaggi di plastica monouso per confezioni da meno di 1,5 chili di frutta e verdura fresche, “a meno che non sia dimostrata la necessità di evitare perdite di acqua o turgore, rischi microbiologici o urti”.

“Il 20 novembre spero si possa rimediare con l’ultima votazione, la soluzione di compromesso è stata trovata – ci ha detto Mario Piccialuti, direttore generale di Unionfood – c’è stato un errore nell’ultima votazione ma si deve rimediare perchè se all’articolo 22 di questa proposta di regolamento tolgo tutte le monoporzioni e la quarta gamma arreco un danno enorme sicuramente alle aziende perchè smettono di commercializzare una certa porzionatura ma anche al consumatore”. Un danno quindi per tutto il comparto come la IV gamma che comprende la frutta, la verdura come le insalate e, in generale, gli ortaggi freschi come gli spinaci o le erbette confezionati e pronti per il consumo o per la cottura. Ma il regolamento riguarda anche tutte le monoporzioni “destinati al consumo nei locali del settore alberghiero, della ristorazione e del catering”. “Proviamo a immaginare tutto quello che va al foodservice, dalle bustine di miele alle confetture piccoline – ha osservato Piccialuti – Occorre quindi raggiungere un obiettivo di miglior sostenibilità ambientale ma dobbiamo ricordare che non esiste sostenibilità ambientale che non tenga conto degli altri due paradigmi: sostenibilità economica e sociale. Per esempio quale famiglia comprerebbe una busta da 1,5 chili di prodotti di quarta gamma come l’insalata? Finirebbe sicuramente per sprecarne una parte”. Tutto il comparto IV gamma ha da subito contestato il regolamento europeo dal momento che, per la natura del prodotto specifico messo in commercio, a oggi non può rinunciare all’uso della plastica nel confezionamento. “Non c’è alternativa alla plastica al momento – ci ha detto Cristiano Detratti, amministratore delegato di Ortoromi azienda associata al Gruppo IV gamma di Unionfood – la confezione col film di plastica è essenziale per garantire la qualità e la shelf life del prodotto al consumatore: qualcuno ha provato a usare per esempio il Mater-B ma la durata del prodotto a scaffale scende a quattro giorni perchè il sacchetto si deteriora”. C’è, tuttavia, un fronte su cui Detratti conviene si possa intervenire con una semplificazione ed è quello dei formati, in termini di peso, a oggi presenti sullo scaffale. “Da 60 grammi a un chilo ci sono una trentina di formati, scendere a 15 tipologie di confezioni permetterebbe di ridurre di un 10-15% il consumo di plastica, su questo sono sicuramente d’accordo come produttore della IV gamma”. Ma in questo caso occorre sensibilizzare anche la grande distribuzione che con la marca privata rappresenta circa 70% del mercato della IV gamma. “Noi – ha raccontato Detratti – abbiamo lavorato negli anni perchè il packaging dei nostri prodotti fosse al 100% riciclabile. A oggi oltretutto fino a un 40-50% della plastica utilizzata da noi in azienda per le confezioni è riciclata”. Ma queste azioni, che sono alla base del paradigma del riciclo a cui il regolamento europeo contrappone quello del riuso, non sono state recepite dall’Europa, almeno nella attuale formulazione del provvedimento.