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Tag: Sanremo 2023

Su dossier Ita e su nomina presidente Bei Meloni alza la voce con l’Ue

Su dossier Ita e su nomina presidente Bei Meloni alza la voce con l’UeNuova Delhi, 10 set. (askanews) – Sul dossier Ita-Lufthansa e sulla nomina alla guida della Bei si apre un doppio (nuovo) fronte tra Italia ed Europa. E’ stata Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa al termine del G20 di Nuova Delhi, a mettere in chiaro le richieste italiane.

Per quanto riguarda l’accordo raggiunto tra Ita e Lufthansa, secondo quanto sostenuto dal governo italiano non è ancora arrivato il via libera della concorrenza europea all’operazione e per Meloni “è oggettivamente curioso che la Commissione che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta al commissario Gentiloni da Giorgetti”, che stamani ne ha parlato anche con il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. Al contrario dall’Ue fanno sapere che è la Commissione a non aver ancora ricevuto una “notifica” dell’intesa. Altro punto è la nomina per la presidenza della Banca europea per gli investimenti. Per la carica l’Italia ha candidato l’ex ministro dell’Economia del governo Draghi Daniele Franco e in corsa ci sono anche due candidate ‘forti’ come la vice premier spagnola Nadia Calvino e la commissaria danese alla concorrenza e vice presidente della Commissione Margrethe Vestager (la stessa responsabile della questione Ita). “Abbiamo candidato alla Bei una figura tecnica riconosciuta da tutti, non abbiamo fatto una scelta politica. Leggo nel dibattito in corso scelte che potrebbero essere politiche, ma sarebbe un errore – avverte Meloni -. Se dovessimo sottomettere le massime istituzioni finanziarie europee a scelte di partito mineremmo la terzietà di queste istituzioni, dobbiamo essere molto prudenti”. La partita per la Bei è ancora aperta e l’Italia cerca ‘alleati’. Giorgetti ha chiesto a Lindner l’appoggio della Germania e la stessa Meloni potrebbe aver chiesto sostegno al cancelliere Olaf Scholz, con cui stamani ha parlato a lungo a margine dell’omaggio al mausoleo di Gandhi.

Parlando con i giornalisti, Meloni è tornata anche sull’incontro di ieri con il premier cinese Li Qiang, che ha avuto al centro i rapporti tra i due Paesi, a partire dal Memorandum sulla Via della Seta. La premier ha negato di aver già preso una decisione sull’accordo (che l’Italia dovrebbe non rinnovare), cercando di ridimensionare l’importanza della scelta, che sarà fatta con “una valutazione di merito anche sui risultati”. “Noi – ha ribadito – abbiamo un partenariato strategico con la Cina e quindi c’è il tema della Belt and Road Initiative ma non è l’unico elemento che costruisce il nostro rapporto. Come è dimostrato dalle altre nazioni europee che in questi anni non hanno fatto parte della Via della Seta e tuttavia hanno stretto con la Cina rapporti a volte più vantaggiosi di quelli che stringevamo noi”. Con Li, ha assicurato, c’è stato “un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale” e la decisione che l’Italia prenderà “non compromette nulla nei nostri rapporti”. Meloni (che è stata invitata al forum Belt and Road Initiative a Pechino a ottobre, ma non andrà) ribadisce l’intenzione di recarsi in visita nel Paese, ma la missione potrebbe non avvenire a brevissimo: “Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”. Per il resto, la premier si è complimentata con Modi “per la riuscita di questa non facile edizione” del G20, che resta “un forum multilaterale strategico”. Sull’Ucraina c’è “una dichiarazione di compromesso ma comunque molto importante” perchè il risultato non era “scontato” alla vigilia. Non ci sono stati dunque “passi indietro” e alla fine anche la Russia ha dovuto sottoscrivere la dichiarazione “probabilmente per evitare l’isolamento”. Il “successo” del summit, secondo Meloni, è anche “molto importante” per la presidenza italiana del G7, così come è importante l’attenzione data all’Africa, in primo luogo con l’ingresso nell’Unione africana nel G20. “L’Africa è stata centrale” nei lavori e questo “lo consideriamo anche un nostro successo”, ha detto, ribadendo che “l’Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo al G7 il prossimo anno”. Altra priorità della presidenza italiana sarà l’Intelligenza artificiale, della quale Meloni ha parlato stamani nell’ultima sessione del vertice. Per la presidente del Consiglio serve “una maggiore concentrazione da parte dei leader mondiali” sul tema, che deve vedere un richiamo a “principi etici” che “possano fare da base a una cornice regolatoria. Serve una regolazione a livello globale. E’ una materia su cui rischiamo di arrivare tardi, con impatti disumanizzanti e critici per la nostra società”.

Meloni è ripartita da Nuova Delhi per far rientro a Roma, con una ‘sosta’ lungo il tragitto a Doha in Qatar per incontrare lo sceicco Al-Thani, con cui discuterà di alcuni settori in cui potrebbe essere rafforzata la cooperazione bilaterale: sicurezza, difesa, investimenti.

Fi, Tajani: ci apriremo ma senza mai rinunciare al nostro simbolo

Fi, Tajani: ci apriremo ma senza mai rinunciare al nostro simboloRoma, 10 set. (askanews) – “Sono convinto che anche le prossime elezioni, sia amministrative, sia regionali, sia Europee, segneranno una svolta importante perché dimsotreranno che questa meravigliosa creatura che ha costruito Silvio Berlusconi è una creatura che dura nel tempo, che è in gardo di aggregare persone che possono venire anche da altre forze politiche”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani nelsuo intervento conclusivo alla kermesse dei giovani del partito “Azzurrà Libertà”, in corso a Gaeta.

“Non abbiamo bisogno di persone che cercano poltrone ma di persone che si mettono a lavorare con noi dopo essersi rimboccate le maniche, che credono in ciò che noi proponiamo alla società. E ci prepareremo – ha aggiunto Tajani – per liste competitive anche alle Europee, apriremo le nostre porte ai movimenti civici, agli esterni, faremo anche accordi politici senza però mai rinunciare al nostro simbolo, che porta il nome di Silvio Berlusconi e che porta un riferimento per noi imprescindibile al Partito popolare europeo”, ha sottolineato Tajani.

Meloni al G20: nei rapporti con la Cina prevarrà il pragmatismo. Ita? Vorremmo una risposta da Gentiloni

Meloni al G20: nei rapporti con la Cina prevarrà il pragmatismo. Ita? Vorremmo una risposta da GentiloniNuova Dehli, 10 set. (askanews) – “Io sono abbastanza ottimista” sul fatto che non ci siano contraccolpi negativi dall’eventuale uscita dalla Via della Seta: “Italia e Cina sono consapevoli di quanto sia importante mantenere le relazioni, rafforzarle, cooperare. Il pragmatismo nella maggior parte dei casi ha sempre la meglio, confido che andrà così. Mi pare ci sia volontà di continuare a dialogare”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del G20 di Nuova Delhi. Nei confronti della Cina “non abbiamo nessuna preclusione e chiusura”, quella sulla Via della Seta, “può essere una valutazione di merito anche sui risultati”. Con il primo ministro cinese “abbiamo avuto un dialogo cordiale e costruttivo su come possiamo approfondire il partenariato bilaterale”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.”Intendo mantenere l’impegno a recarmi in Cina, spero prima possibile ma non c’è ancora una data. Penso sia utile andare in Cina quando avremo elementi maggiori sulla nostra cooperazione bilaterale”, ha spiegato Meloni.

La premier è tornata anche sulla questione Ita-Lufthansa: “E’ oggettivamente curioso che la Commissione Ue che ci ha chiesto per anni di trovare una soluzione, quando la troviamo la blocca. Vorremmo una risposta. La questione è stata sottoposta a Gentiloni da Giorgetti”. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Repubblica, stamattina aveva così chiarito la posizione: “Penso sia legittimo criticare un commissario. Ne ho criticati tanti anche io. Mi auguro che Gentiloni sia in grado di avere una posizione che non sia penalizzante per l’Italia. So bene che da commissario europeo non deve guardare solo al suo Paese, ma se l’interesse generale è contro l’Italia allora qualcosa non va. Non esiste il diritto di lesa maestà. Io sono un europeista convinto, ma posso criticare la Bce ad esempio”.

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerie

Terremoto in Marocco, oltre duemila morti. La medina di Marrakech è un cumulo di macerieRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.

La medina di Marrakech è un cumulo di macerie, i villaggi intorno sono stati distrutti e c’è ancora moltissima gente sotto i detriti degli edifici crollati a causa dlela potenza del sisma. E’ questo lo scenario descritto alla Bbc da una testimone locale, una residente della città epicentro del sisma. “Nella vecchia medina, la maggior parte delle case, la maggior parte dei negozi, quasi tutto è andato distrutto. La medina è qualcos’altro adesso” rispetto a prima, ha detto la testimone, di nome Latifa. Ma non si tratta solo della città: le zone più colpite sono i villaggi oltre Marrakech, dove tanti devono ancora ricevere aiuti: “Le persone sono ancora sotto le macerie, le persone stanno ancora soffrendo e le persone stanno cercando di raggiungere altra gente in questi villaggi, ma non riescono ancora ad arrivarci”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.

Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto. Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakech, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione.

Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte. La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento.

Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”. Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.

Tennis, Coco Gauff regina di New York: vince gli Us Open

Tennis, Coco Gauff regina di New York: vince gli Us OpenRoma, 10 set. (askanews) – Quattro anni fa era uscita in lacrime da questo stesso campo dopo una dura lezione rimediata al terzo turno contro Osaka. Coco Gauff è la nuova regina dello Us Open, ultimo Slam del 2023, dotato di un montepremi record di 65 milioni di dollari, che si è concluso sui campi in cemento dell’USTA Billie Jean King Center di Flushing Meadows a New York, trasmesso in diretta e in esclusiva da SuperTennis.

Sul palcoscenico dell’”Arthur Ashe Stadium” la 19enne di Atlanta Georgia, n.6 del ranking e del seeding, in finale ha battuto in rimonta per 26 63 62, dopo oltre due ore di lotta, la bielorussa Aryna Sabalenka, n.2 del ranking e del seeding. Per Coco è il primo trionfo Slam, lei che aveva perso contro Swiatek la finale del Roland Garros 2022: grazie a questo risultato salirà in terza posizione nel ranking, firmando un nuovo “best” (senza dimenticare la ritrovata leadership in doppio con Pegula). Per la 25enne di Minsk la consolazione del trono mondiale, che occuperà a partire da lunedì, spodestando Swiatek. Certo, avrebbe voluto tutto Aryna, anche il secondo trofeo Major dopo quello vinto a Melbourne in geennaio, ma non è riuscita a sfruttare fino in fondo la tensione iniziale della sua giovane avversaria. Quando l’americana si è sciolta, per la bielorussa non c’è più stato nulla da fare.

“Questo momento non poteva essere più dolce o più speciale – le parole della neo campionessa Slam, perfettamente nella parte -. L’unica cosa che volevo è dare il meglio e mettercela tutta: lei è una grandissima giocatrice e merita il traguardo che ha raggiunto, ed è anche una ragazza davvero simpatica”. Poi si rivolge al papà: “Smettila di piangere per favore”. Ed al pubblico: “Grazie di essere venuti così numerosi a sostenermi. Ero già contenta delle vittorie delle ultime settimane ma stasera è davvero fantastico”. Piange di delusione invece la neo regina del tennis mondiale (lo sarà ufficialmente da lunedì): “Sono contenta di quello che sono riuscita ad ottenere e per come ho controllato le mie emozioni in questi giorni”, dice Sabalenka che fa i complimenti alla sua giovane avversaria ma che non riesce a trattenere le lacrime.

Sisma in Marocco, notte in strada per migliaia di persone: oltre 2.000 morti

Sisma in Marocco, notte in strada per migliaia di persone: oltre 2.000 mortiRoma, 10 set. (askanews) – Almeno 2.012 persone sono morte e altre 2.059 sono rimaste ferite nel devastante terremoto che ha colpito nella notte di ieri il Marocco, secondo un bilancio fornito dal ministero dell’Interno, mentre si scava tra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti. Il numero delle vittime è comunque destinato ad aumentare ancora, quando i soccorritori riusciranno a raggiungere i villaggi di montagna più remoti colpiti dal sisma. Almeno 1.404 feriti, inoltre, versano in condizioni critiche e moltissimi tra loro rischiano la vita. Intanto, migliaia di persone hanno trascorso la notte in strada per paura di nuove scosse.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che più di 300.000 persone sono state colpite dalle forti scosse in tutto il paese. Il terremoto ha avuto una magnitudo pari a 7 sulla scala Richter, con epicentro a 72 chilometri a sudest della città di Marrakesh, a una profondità di 10 chilometri. Secondo i media locali è stato il più forte mai registrato nel Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Al momento non sarebbero rimasti coinvolti cittadini italiani nel Paese, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: il titolare della Farnesina ha parlato di 500 italiani nella zona colpita, ma nessuno risulta tra le vittime, morti o feriti. La Farnesina, comunque, continua a seguire la situazione minuto per minuto.

Le mura della Medina, la città vecchia, sono crollate. Le persone sono corse in strada, mentre case ed edifici si sbriciolavano alle loro spalle. Parte di un minareto è crollato nella famosa piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakesh, lasciando ferite due persone. Il terremoto ha causato danni ingenti in diverse città. Oltre a Marrakesh, il sisma è stato avvertito anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira, seminando il panico tra la popolazione. Il Marocco ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, durante i quali la bandiera nazionale sventolerà a mezz’asta, ha riferito la corte reale. Le forze armate marocchine stanno dispiegando squadre di soccorso per fornire alle aree colpite acqua potabile pulita, scorte di cibo, tende e coperte.

La televisione locale ha mostrato cumuli di macerie e tubi rotti che schiacciavano auto parcheggiate e bloccavano le strade di Marrakech, mentre i residenti si precipitavano in strada dopo il terremoto avvenuto alle 23:11 di venerdì. La tv di Stato ha mostrato persone avvolte in coperte che dormivano in strada, temendo ulteriori scosse di assestamento. Il ministro degli Interni del Marocco ha tentato di rassicurare l’opinione pubblica in un comunicato dicendo che “le autorità statali continuano a mobilitare tutte le risorse umane e logistiche necessarie, per dispiegare unità specializzate di primo soccorso, comprese squadre di ricerca e salvataggio”.

Separatamente, l’esercito marocchino ha annunciato che il re Mohammed VI ha autorizzato le forze armate del Paese a intervenire e supervisionare gli aiuti. “Unità di risposta rapida, aerei, elicotteri, droni, centri tecnici e logistici sono stati dispiegati sul posto, con l’obiettivo di portare il supporto necessario alle aree e alle case colpite”, si legge in una nota.

Leone d’oro a “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos. A Garrone il Leone d’argento

Leone d’oro a “Povere creature!” di Yorgos Lanthimos. A Garrone il Leone d’argentoRoma, 9 set. (askanews) – ‘Povere creature!’ del regista cult greco Yorgos Lanthimos è il Leone d’oro della ottantesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Gloria anche per Matteo Garrone per ‘Io Capitano’ che ha vinto il Leone d’Argento per la miglior regia con una dedica: ‘Ai migranti che non ce l’hanno fatta’. Peter Sarsgaard vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione maschile in ‘Memory’ di Michel Franco Cailee Spaeny vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile in ‘Priscilla’ di Sofia Coppola.

Una serata introdotta da Caterina Murino, bellissima in elegante abito lungo di seta bluette che lascia le spalle completamente nude e una parure di brillanti apre la cerimonia finale. ‘Abbiamo vissuto storie bellissime che ci hanno commosso e divertito, c’è stato pubblico in tutte le sale dalla mattina alla notte – ha detto Caterina Murino nel suo discorso introduttivo -. Sotto le ali del Leone di Venezia è arrivata la conferma che tutti i sogni hanno senso se continuiamo a sognarli insieme, fianco a fianco’.

Film in bianco e nero, romanzo di formazione sui generis dove il film di mostri si mescola al percorso di emancipazione di una giovane donna in un Ottocento fantastico, ‘Poor Things’ di Yorgos Lanthimos vede protagonista Bella Baxter, la magnifica Emma Stone che Lanthimos aveva già diretto ne ‘La favorita’, una ragazza riportata in vita dal brillante e non ortodosso scienziato interpretato da Willem Dafoe. Un Frankenstein gentile con corpo di giovane donna e mentalità di bambina che nel suo viaggio intorno al mondo scoprirà la libertà di scegliere chi diventare. Il film si proietta nella corsa agli Oscar, dove la protagonista ha già trionfato nel 2017 con ‘La La Land’ un film che ugualmente aveva iniziato la sua corsa proprio qui a Venezia dove l’attrice aveva vinto la Coppa Volpi. Matteo Garrone vince il Leone d’Argento per la Miglior regia per il film ‘Io Capitano’. Il film è la commovente, drammatica e poetica, Odissea contemporanea di due giovani che da Dakar in Senegal decidono di affrontare i pericoli del deserto subsahariano, le torture in Libia, il viaggio pericoloso in un barcone pieno di migranti, per arrivare nella terra promessa: l’Italia. Seydou e Moussa sono i due protagonisti, attori esordienti. ‘Questo premio aiuterà il film. Per fare il film insieme a persone africane, ho cercato di dare voce a chi di solito non ce l’ha. Ringrazio i miei attori per la loro straordinaria interpretazione: sono riusciti a dare tridimensionalità a quello che avevamo scritto, una grande umanità e una spiritualità’. ‘Noi abbiamo girato Io Capitano in Senegal ma anche in Marocco, quindi in questo momento il nostro pensiero va alla tragedia che ha colpito quella nazione’ ha detto il regista. A Seydou Sarr, ventunenne senegalese, il Premio Marcello Mastroianni come giovane attore emergente grazie all’interpretazione nella pellicola ‘Io Capitano’.

Il regista dà poi la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, alla cui storia si è ispirato. ‘Il film racconta una realtà vera’, sottolinea Mamadou. ‘Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma vorrei che dedicassimo questo premio a tutte le persone che non sono potute arrivare a Lampedusa. E vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessita di partire, nessuno ti può fermare. Occorre dare il diritto di accesso a noi giovani, il visto per viaggiare, e credo che sarebbe lo strumento per sbloccare il traffico di esseri umani’. Per Mamadou, ‘un canale di ingresso regolare, come ha detto anche il presidente Mattarella, aiuterebbe ad affrontare l problema. Ringrazio il festival e tutta la comunità di Caserta che aiuta gli immigrati nell’inserimento’. Peter Sarsgaard vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione maschile in ‘Memory’ di Michel Franco. L’attore americano interpreta con Jessica Chastain il film incentrato sull’amore tra due persone profondamente ferite dalla vita che si ritrovano ad affrontare insieme traumi e demenza. Il protagonista di Memory ha parlato dello sciopero degli attori contro l’IntelligenzaAartificiale che mette a repentaglio il loro lavoro. ‘Se perdiamo questa battaglia, questa disconnessione prepareràsemplicemente la strada dell’atrocità, quindi davvero faccio appello all’umanità per creare un futuro ai nostri stessi bambini’. Cailee Spaeny vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile in ‘Priscilla’ di Sofia Coppola. L’attrice, 25 anni, nata nel Missouri, porta sullo schermo la storia di Priscilla Beaulieu dal fidanzamento da adolescente con Elvis Presley (Jacob Elordi) alla separazione. Il film è l’adattamento cinematografico delle memorie Elvis and Me scritte dalla vedova Presley. Sono stata sopraffatta dalla responsabilità di rappresentare un periodo particolare della vita di Priscilla (Presley) a cui dedico il premio’, ha detto.

‘Aku Wa Sonzai Shinai’ (Il male non esiste) di Ryusuke Hamaguchi vince il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Il film del regista giapponese premio Oscar per Drive My Car è un dramma che, attraverso la storia piccola di Takumi e sua figlia Hana che vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo, dove un gruppo di investitori vorrebbe costruire un glamping di lusso, mette al centro la necessità di rispettare la Natura e di trovare un equilibro con essa. ‘Zielona Granica’ (Il confine verde) di Agnieszka Holland vince il Premio Speciale della Giuria. Il film racconta in bianco e nero e come fosse un documentario cosa accade al confine tra Polonia e Bielorussia dove i migranti siriani e africani vengono letteralmente rimpallati alle frontiere, con i diritti umani calpestati. ‘Ci sono persone che stanno aiutando e credono nell’umanità: dedichiamo questo premio a tutti gli attivisti e coloro che li stanno aiutando’. Guillermo Calderón e Pablo Larraín per il film ‘El Conde’ sono i vincitori del premio per la migliore sceneggiatura. I due autori cileni, Larrain anche regista, hanno ritratto il dittatore Pinochet come un vampiro, in un film in bianco e nero, che mescola horror e commedia ed è una allegoria sui mali del generale, la sua ansia di potere e di arricchimento. Il film, che si vedrà su Netflix, arriva a 50 anni dal colpe di Stato che in Cile rovesciò il governo democratico di Allende. ‘Magyarßzat mindenre’ (Una spiegazione per tutto) di Gßbor Reisz vince il premio Orizzonti per il Miglior film. La pellicola del regista ungherese Gabor Reisz è il miglior film nel concorso di Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2023. Mika Gustafson vince il premio Orizzonti per la Miglior regia per ‘Paradiset Brinner’ (Il paradiso brucia). ‘Una sterminata domenica’ di Alain Parroni vince in Orizzonti il Premio Speciale della Giuria. Il film è una storia di giovani, un anticonvenzionale romanzo di formazione, ambientato tra Roma e il litorale e sarà in sala Una sterminata domenica è in sala dal 14 settembre. L’attore mongolo Tergel Bold-Erdene è il vincitore del premio Orizzonti per la Migliore interpretazione maschile. All’attrice colombiana Margherita Rosa De Francisco per El Paraiso il premio per la migliore interpretazione femminile. Enrico Maria Artale è il vincitore del Premio Orizzonti per la migliore sceneggiatura del film ‘El Paraiso’ da lui stesso diretto. ‘A Short Trip’ di Erenik Begiri vince a Orizzonti il Premio per il Miglior cortometraggio. Il mini film, una produzione francese, è firmato dal giovane albanese Erenik Beqiri. Lo stesso film guadagna anche la nomination per la categoria corti agli Efa, gli European Film Awards 2023. ‘Ai Shi Yi Ba Qiang’ (Love is a Gun) di Lee Hong-Chi vince il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima ‘Luigi De Laurentiis’. Ha assegnato il riconocimento la giuria presieduta da Alice Diop. Il film, diretto dal 33enne regista e attore taiwanese Lee Hong-Chi, è stato presentato alla Settimana della Critica. ‘Felicità’, esordio alla regia dell’attrice Micaela Ramazzotti, presentato a Orizzonti Extra, è il vincitore del Premio degli spettatori – Armani Beauty. Il film, una produzione Lotus con Rai Cinema, in sala da giovedì 21 settembre, vede Ramazzotti protagonista di un dramma familiare con Max Tortora, Anna Galiena, Sergio Rubini e Matteo Olivetti. ‘Ci ho messo l’anima per fare questo film. Lo dedico a chi sta vivendo nell’infelicità della propria vita. L’infelicità può durare a lungo ma bisogna lottare tanto, lottare sempre per la felicità’, ha detto la regista. Per la sezione Venice Immersive, premio per la Realizzazione a ‘Empereur’ di Marion Burger e Ilan Cohen; ‘A Flow’ di Adriaan Lokman il Premio Speciale della Giuria; ‘A Songs for a Passerby’ di Celine Daemen vince il Gran Premio. La giuria presieduta da Andrea Pallaoro e composta da 24 studenti dei corsi di cinema delle università italiane, ha assegnato il premio Venezia Classici per il miglior documentario sul cinema a ‘Thank You Very Much’ di Alex Braverman e il premio Venezia Classici per il miglior film restaurato a ‘Ohikkoshi’ (In Movimento) di Shinji Smai.

Venezia 80, Leone d’oro a Lanthimos. A Garrone Leone d’argento

Venezia 80, Leone d’oro a Lanthimos. A Garrone Leone d’argentoRoma, 9 set. (askanews) – “Povere creature!” del regista cult greco Yorgos Lanthimos è il Leone d’oro della ottantesima edizione della Mostra del cinema di Venezia. Gloria anche per Matteo Garrone per “Io Capitano” che ha vinto il Leone d’Argento per la miglior regia con una dedica: “Ai migranti che non ce l’hanno fatta”. Peter Sarsgaard vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione maschile in “Memory” di Michel Franco Cailee Spaeny vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile in “Priscilla” di Sofia Coppola.

Una serata introdotta da Caterina Murino, bellissima in elegante abito lungo di seta bluette che lascia le spalle completamente nude e una parure di brillanti apre la cerimonia finale. “Abbiamo vissuto storie bellissime che ci hanno commosso e divertito, c’è stato pubblico in tutte le sale dalla mattina alla notte – ha detto Caterina Murino nel suo discorso introduttivo -. Sotto le ali del Leone di Venezia è arrivata la conferma che tutti i sogni hanno senso se continuiamo a sognarli insieme, fianco a fianco”.

Film in bianco e nero, romanzo di formazione sui generis dove il film di mostri si mescola al percorso di emancipazione di una giovane donna in un Ottocento fantastico, “Poor Things” di Yorgos Lanthimos vede protagonista Bella Baxter, la magnifica Emma Stone che Lanthimos aveva già diretto ne “La favorita”, una ragazza riportata in vita dal brillante e non ortodosso scienziato interpretato da Willem Dafoe. Un Frankenstein gentile con corpo di giovane donna e mentalità di bambina che nel suo viaggio intorno al mondo scoprirà la libertà di scegliere chi diventare. Il film si proietta nella corsa agli Oscar, dove la protagonista ha già trionfato nel 2017 con “La La Land” un film che ugualmente aveva iniziato la sua corsa proprio qui a Venezia dove l’attrice aveva vinto la Coppa Volpi. Matteo Garrone vince il Leone d’Argento per la Miglior regia per il film “Io Capitano”. Il film è la commovente, drammatica e poetica, Odissea contemporanea di due giovani che da Dakar in Senegal decidono di affrontare i pericoli del deserto subsahariano, le torture in Libia, il viaggio pericoloso in un barcone pieno di migranti, per arrivare nella terra promessa: l’Italia. Seydou e Moussa sono i due protagonisti, attori esordienti. “Questo premio aiuterà il film. Per fare il film insieme a persone africane, ho cercato di dare voce a chi di solito non ce l’ha. Ringrazio i miei attori per la loro straordinaria interpretazione: sono riusciti a dare tridimensionalità a quello che avevamo scritto, una grande umanità e una spiritualità”. “Noi abbiamo girato Io Capitano in Senegal ma anche in Marocco, quindi in questo momento il nostro pensiero va alla tragedia che ha colpito quella nazione” ha detto il regista. A Seydou Sarr, ventunenne senegalese, il Premio Marcello Mastroianni come giovane attore emergente grazie all’interpretazione nella pellicola “Io Capitano”.

Il regista dà poi la parola a Kouassi Pli Adama Mamadou, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta, alla cui storia si è ispirato. “Il film racconta una realtà vera”, sottolinea Mamadou. “Io sono riuscito ad arrivare in Italia, ma vorrei che dedicassimo questo premio a tutte le persone che non sono potute arrivare a Lampedusa. E vorrei ricordare che quando c’è la voglia e la necessita di partire, nessuno ti può fermare. Occorre dare il diritto di accesso a noi giovani, il visto per viaggiare, e credo che sarebbe lo strumento per sbloccare il traffico di esseri umani”. Per Mamadou, “un canale di ingresso regolare, come ha detto anche il presidente Mattarella, aiuterebbe ad affrontare l problema. Ringrazio il festival e tutta la comunità di Caserta che aiuta gli immigrati nell’inserimento”. Peter Sarsgaard vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione maschile in “Memory” di Michel Franco. L’attore americano interpreta con Jessica Chastain il film incentrato sull’amore tra due persone profondamente ferite dalla vita che si ritrovano ad affrontare insieme traumi e demenza. Il protagonista di Memory ha parlato dello sciopero degli attori contro l’IntelligenzaAartificiale che mette a repentaglio il loro lavoro. “Se perdiamo questa battaglia, questa disconnessione prepareràsemplicemente la strada dell’atrocità, quindi davvero faccio appello all’umanità per creare un futuro ai nostri stessi bambini”. Cailee Spaeny vince la Coppa Volpi per la Miglior interpretazione femminile in “Priscilla” di Sofia Coppola. L’attrice, 25 anni, nata nel Missouri, porta sullo schermo la storia di Priscilla Beaulieu dal fidanzamento da adolescente con Elvis Presley (Jacob Elordi) alla separazione. Il film è l’adattamento cinematografico delle memorie Elvis and Me scritte dalla vedova Presley. Sono stata sopraffatta dalla responsabilità di rappresentare un periodo particolare della vita di Priscilla (Presley) a cui dedico il premio”, ha detto.

“Aku Wa Sonzai Shinai” (Il male non esiste) di Ryusuke Hamaguchi vince il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Il film del regista giapponese premio Oscar per Drive My Car è un dramma che, attraverso la storia piccola di Takumi e sua figlia Hana che vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo, dove un gruppo di investitori vorrebbe costruire un glamping di lusso, mette al centro la necessità di rispettare la Natura e di trovare un equilibro con essa. “Zielona Granica” (Il confine verde) di Agnieszka Holland vince il Premio Speciale della Giuria. Il film racconta in bianco e nero e come fosse un documentario cosa accade al confine tra Polonia e Bielorussia dove i migranti siriani e africani vengono letteralmente rimpallati alle frontiere, con i diritti umani calpestati. “Ci sono persone che stanno aiutando e credono nell’umanità: dedichiamo questo premio a tutti gli attivisti e coloro che li stanno aiutando”. Guillermo Calderón e Pablo Larraín per il film “El Conde” sono i vincitori del premio per la migliore sceneggiatura. I due autori cileni, Larrain anche regista, hanno ritratto il dittatore Pinochet come un vampiro, in un film in bianco e nero, che mescola horror e commedia ed è una allegoria sui mali del generale, la sua ansia di potere e di arricchimento. Il film, che si vedrà su Netflix, arriva a 50 anni dal colpe di Stato che in Cile rovesciò il governo democratico di Allende (segue)

Il G20 trova l’accordo: condanna l’uso della forza in Ucraina ma non cita la Russia

Il G20 trova l’accordo: condanna l’uso della forza in Ucraina ma non cita la RussiaNuova Delhi, 9 set. (askanews) – L’obiettivo di Narendra Modi era chiudere (quasi a tutti i costi) il G20 con una dichiarazione comune ed è stato raggiunto. Il “prezzo” è un equilibrismo sulla guerra in Ucraina: condanna per l’uso della forza, ma senza mai citare la Russia. “E’ stata fatta la storia”, scrive trionfalmente su X il padrone di casa, mentre la Russia parla di “posizione equilibrata”. Volodymyr Zelensky al momento non commenta, ma per il Ministero degli Esteri di Kiev non c’è “nulla di cui andare fieri”.

Nella dichiarazione, “in relazione alla guerra in Ucraina”, si dice dunque che “in linea con la Carta delle Nazioni Unite, tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per cercare di acquisire territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato” e che “l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile”. Quindi si chiede “a tutti gli Stati di sostenere i principi del diritto internazionale, compreso quello dell’integrità territoriale e della sovranità”. La Russia è citata quando si parla dell’accordo sul grano, che deve avere “piena, tempestiva ed efficace attuazione”, così come “la promozione dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti russi”. Per il resto, nelle 37 pagine messe a punto in una lunghissima trattativa, si parla di economia con la preoccupazione per le “crisi a cascata” che causano problemi per la crescita economica globale, che è “inferiore alla media di lungo periodo” e “disomogenea”, con una “elevata” incertezza sulle prospettive. In questo contesto servono “politiche monetarie, fiscali, finanziarie e strutturali ben calibrate”, “politiche per promuovere la crescita” e “ridurre le disuguaglianze”. È anche una “necessità” la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio, “per migliorare tutte le sue funzioni attraverso un processo inclusivo e guidato dai membri”. Anche il Fondo monetario internazionale deve cambiare, ma restando “forte, basato sulle quote e dotato di risorse adeguate, al centro della rete di sicurezza finanziaria globale”. Di una riforma – passando alla politica – c’è bisogno anche per le Nazioni Unite che “devono essere reattive verso tutti i membri, fedeli alle finalità fondative e ai principi della sua Carta e adattate per esercitare il proprio mandato”.

Per l’ambiente è riconosciuta “la necessità di maggiori investimenti globali per raggiungere i nostri obiettivi climatici dell’accordo di Parigi” ed è garantito lo sforzo per “triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale attraverso obiettivi e politiche esistenti, nonché dimostrare ambizioni simili rispetto ad altre tecnologie a zero e a basse emissioni, comprese le tecnologie di abbattimento e rimozione, in linea con le circostanze nazionali entro il 2030”. Altro tema toccato quello delle migrazioni. I Paesi del G20 hanno riaffermato oggi il loro “impegno a sostenere i migranti, compresi i lavoratori migranti e i rifugiati”, nello sforzo “verso un mondo più inclusivo, in linea con le politiche nazionali, le legislazioni e le circostanze”, “garantendo il pieno rispetto dei diritti umani e delle loro libertà fondamentali indipendentemente dal loro status migratorio”. Riconosciuta anche “l’importanza di prevenire i flussi migratori irregolari e il traffico di migranti, come parte di un approccio globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare” e “di rispondere ai bisogni umanitari e alle cause profonde degli sfollamenti”.

Domani la chiusura del vertice, che ha visto oggi l”allargamento’ del formato all’Unione africana, diventata “membro permanente”. “Rafforzerà il G20 e rafforzerà anche la voce del Sud globale”, ha commentato Modi, mentre il presidente dell’UA Azali Assoumani ha ringraziato “di cuore” a “nome del continente africano”. (Dell’inviato Alberto Ferrarese)

Meloni archivia la Via della Seta ma la collaborazione si consolida: il faro è il Partenariato

Meloni archivia la Via della Seta ma la collaborazione si consolida: il faro è il PartenariatoNuova Delhi, 9 set. (askanews) – Anche senza il Memorandum sulla Via della Seta, che sarà archiviato, i rapporti tra Italia e Cina possono consolidarsi e crescere. E’ questo il senso del bilaterale, oggi a margine del G20 di Nuova Delhi, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il premier cinese Li Qiang.

Si è trattato del primo incontro di persona tra i due, arrivato a pochi giorni dalla visita in Cina del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Al centro del confronto i rapporti tra Roma e Pechino, proprio alla luce della questione della Via della Seta. La decisione dell’Italia di uscire dall’intesa è sostanzialmente presa ma ci sarà comunque un passaggio parlamentare prima dell’ufficializzazione. Se il percorso è delineato (la disdetta entro dicembre per non far scattare il rinnovo automatico) le diplomazie sono da tempo al lavoro per evitare che ci siano ‘contraccolpi’ nelle relazioni, che vedono un rilevante interscambio. Meloni – che entro la fine dell’anno sarà a Pechino – ha quindi voluto rassicurare Li sul fatto che l’Italia è “pronta a rafforzare e consolidare” le relazioni. Una posizione condivisa, fa sapere Palazzo Chigi, secondo cui dal colloquio è emersa la “comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. E senza la Via della Seta, il Partenariato strategico globale attivo da 19 anni “costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due nazioni in ogni settore di comune interesse”. Da parte sua Li Qiang ha auspicato una “relazione sana e stabile”, “necessaria per un migliore sviluppo”. Il primo ministro ha anche delineato un quadro di rapporti bilaterali in cui l’Italia dovrà garantire “un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio” alle aziende cinesi, mentre Pechino “continuerà ad espandere l’accesso al mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani”.Nel pomeriggio Meloni ha incontrato anche il ‘padrone di casa’ Narendra Modi, congratulandosi per il “successo” del vertice. A Modi la presidente del Consiglio ha illustrato i temi della prossima presidenza italiana del G7, auspicando un “efficace coordinamento” con il G20. Al centro dell’agenda anche i rapporti bilaterali, in particolare la collaborazione in settori strategici, fra cui la transizione energetica, la digitalizzazione, lo spazio e la difesa.

In mattinata Meloni è intervenuta nella prima sessione dei lavori, dedicata all’ambiente, al clima e all’energia. “Il nesso clima-energia – ha sottolineato – è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca”. Anche a causa di questo nesso, quando si discute di transizione ecologica ed energetica, bisogna tener presente che “approcci troppo radicali o troppo asimmetrici” finirebbero non solo per “non garantire soluzioni efficaci” ma potrebbero anche “provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le nazioni e all’interno delle nazioni stesse”. Serve dunque, per Meloni, un approccio basato sulla cooperazione e sul dialogo: “La risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia. E al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale”. A questo proposito, l’Italia “aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi” e “sostenere la sicurezza energetica delle nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”. In quest’ottica rientra il Piano Mattei, su cui il governo sta lavorando, ma anche la decisione di destinare all’Africa oltre il 70% del Fondo Italiano per il clima: 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni per iniziative di mitigazione e adattamento.La premier oggi ha anche partecipato alla presentazione del progetto di corridoio economico marittimo e ferroviario tra Ue, India e Medio Oriente, in cui l’Italia con le sue imprese “è pronta a giocare un ruolo decisivo”. Domani la presidente del Consiglio interverrà nuovamente nel corso dei lavori e avrà incontri con i presidenti di Indonesia e Corea del Sud Joko Widodo e Yoon Suk-yeol prima della chiusura del summit e il rientro a Roma, con una ‘sosta’ in Qatar.

(dall’inviato Alberto Ferrarese)