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Tag: Sanremo 2023

Giubileo, Gualtieri: si può migliorare tutto, ma cantieri servono

Giubileo, Gualtieri: si può migliorare tutto, ma cantieri servonoGenova, 25 ott. (askanews) – “Mi prendo la responsabilità del fatto che Roma ora è un grande cantiere, anche se per il Giubileo dobbiamo chiudere molti cantieri a dicembre 2024. Sì può sempre fare meglio, migliorare le cose, migliorare come comunicare. Solo una cosa non si può fare: per paura di far irritare i cittadini rimandare le opere necessarie e scaricare a qualcun altro le opere necessarie”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri partecipando alla 40ª assemblea annuale di Anci in corso a Genova.

“Quando mi hanno detto che la stazione Metro C a piazza Venezia l’avremmo dovuta far partire dopo le elezioni – ha aggiunto Gualtieri – ho detto no. Bisogna avere i nervi saldi, intervenire quando si compiono degli errori, ma bisogna andare avanti. I romani capiscono”, ha concluso.

Celebrata l’XI edizione del Mortadella Day

Celebrata l’XI edizione del Mortadella DayRoma, 25 ott. (askanews) – Lunedì 24 ottobre, al Mercato Centrale Roma, il Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna ha festeggiato l’XI edizione del Mortadella Day, l’imperdibile appuntamento annuale nato per celebrare la Mortadella Bologna IGP e ricordare il 24 ottobre 1661, data di pubblicazione del primo Bando con cui si stabilivano le regole per la produzione della mortadella (vero e proprio antesignano dell’odierno Disciplinare di produzione IGP) da parte del cardinal Farnese a Bologna. Quest’anno ricorre il 362° anniversario.

La giornata è stata ricca di appuntamenti, molto seguiti anche sulle piattaforme social dedicate alla “regina rosa dei salumi”. L’apertura della giornata è stata affidata alle sapienti mani di tre Chef che si sono sfidati per dare la loro personale interpretazione alla ricetta antispreco a base di Mortadella Bologna IGP, realizzata utilizzando ingredienti di recupero o desueti. Il tre volte stella Michelin Marco Martini ha proposto il Tortello di mortadella, pizza bianca e pistacchi, “Chef Hiro” ha realizzato una originale versione di un piatto della tradizione giapponese dal nome Okonomiyaki di mortadella, infine, lo chef romano Max Mariola ha proposto le sue Polpette in bianco. A condurre la sfida culinaria, per il secondo anno consecutivo, la giornalista e conduttrice Rai Federica De Denaro, mentre a far parte della giuria sono stati l’attrice toscana Martina Stella, il comico romano Antonio Giuliani e il direttore del Consorzio italiano tutela Mortadella Bologna, Gianluigi Ligasacchi. All’evento ha partecipato anche il biologo nutrizionista Lorenzo Traversetti che si è soffermato sull’importanza dell’apporto nutrizionale della Mortadella Bologna nell’ambito delle corrette pratiche alimentari.

La giornata è proseguita con la performance dello street-artist romano Luigi Ambrosetti, in arte Lac68 che ha stupito tutti con la sua opera d’arte del riciclo, dedicata alla Mortadella Bologna e realizzata in diretta, utilizzando materiali di scarto della lavorazione della regina rosa dei salumi. Nel pomeriggio, 20 food influencer provenienti da tutta Italia si sono incontrati a Roma per l’imperdibile masterclass a loro dedicata condotta da Max Mariola. Si sono tutti impegnati ad interpretare una ricetta anti-spreco in grado di esaltare il sapore e il profumo della Mortadella Bologna IGP.

Infine, per tutta la giornata, il pubblico del Mercato Centrale Roma ha avuto la possibilità di far degustare le originali proposte culinarie a base di Mortadella Bologna espressamente realizzate per l’occasione dalle 19 botteghe artigiane che hanno aderito all’iniziativa. Un’ulteriore prova, se ce ne fosse il bisogno, dell’estrema versatilità in cucina del salume felsineo, simbolo del Made in Italy nel mondo.

Autonomia, Sala: tenere conto dei Comuni, trasformazione nasce lì

Autonomia, Sala: tenere conto dei Comuni, trasformazione nasce lìMilano, 25 ott. (askanews) – “Il punto è che la Costituzione dà un ruolo molto significativo” alle Regioni, tanto è vero e ora che si parla di autonomia differenziata, ma “noi dobbiamo dire che buona parte della trasformazione nasce dai Comuni e un regionalismo differenziato che non tiene conto di noi” non può trovarci d’accordo. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, durante il suo intervento all’assemblea annuale dell’Anci in corso a Genova.

La politica, ha proseguito, deve cercare di dare “risposte ai bisogni dei cittadini che vivono nei singoli Comuni, si parla di diritti, di welfare, il punto è che siamo noi sindaci che rispondiamo in prima persona alla elevazione delle aspettative che la politica, a volte in modo strumentale, crea” ha aggiunto.

Presentato a Bologna Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti Fivi

Presentato a Bologna Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti FiviMilano, 25 ott. (askanews) – Il Mercato dei vini dei vignaioli indipendenti Fivi festeggerà la sua dodicesima edizione che esordisce nei padiglioni di BolognaFiere, dove da sabato 25 a lunedì 27 novembre accoglierà ben mille espositori provenienti da tutte le regioni italiane. La manifestazione è stata presentata questa mattina nella sede del Comune di Bologna, alla presenza dell’assessore all’Educazione ambientale, Agricoltura e Agroalimentare, Daniele Ara, il direttore manifestazioni dirette di BolognaFiere, Domenico Lunghi, il dg di Confcommercio Ascom Bologna, Giancarlo Tonelli, lo scrittore Davide Longo, e il presidente di Fivi, Lorenzo Cesconi.

“Attendiamo con emozione questa prima edizione bolognese, per noi vignaioli, il Mercato dei vini è un evento di enorme importanza, al quale tutti i soci Fivi sono affezionati, e non è un caso che abbiano risposto in mille, su circa 1.700 soci, perché il Mercato è prima di tutto un’occasione unica e inimitabile per incontrarsi e confrontarsi tra colleghi e con il pubblico” ha affermato Cesconi, spiegando che “per questo motivo abbiamo scelto Bologna come luogo ideale per sviluppare questo nostro evento associativo: per crescere in modo coerente e adeguato, dando ai soci e al pubblico la possibilità di vivere al meglio l’esperienza del Mercato dei vini”. “Diamo il benvenuto a questo nuovo evento di qualità, augurandoci che possa spingere i nostri ristoratori a valorizzare maggiormente i vini locali, quelli che più rappresentano l’identità del territorio, dato che i vini bolognesi come, ad esempio, il Pignoletto, latitano nelle carte dei nostri bar e ristoranti” ha detto Ara, evidenziando polemicamente che “Bologna è tra le poche città italiane dove, malgrado la presenza di Consorzi importanti, si finisce quasi sempre per bere Prosecco. Manifestazioni come il Mercato dei Vini possono aiutarci anche a creare una cultura del bere bene – ha chiosato l’assessore – nel senso sia della quantità che della qualità: oggi si beve male e far passare questo messaggio, specialmente tra i più giovani, è di primaria importanza”.

“Grazie alla Slow Wine Fair, a Marca, a Sana e alla new entry del Mercato dei Vini, BolognaFiere rafforza il proprio posizionamento come polo espositivo leader nell’agroalimentare, sia nel settore food che nel settore beverage” ha sottolineato Domenico Lunghi, ricordando che BolognaFiere ha messo a disposizione del Mercato 30mila metri quadrati, distribuiti in quattro padiglioni: i vignaioli saranno collocati nel 29 e nel 30, mentre i padiglioni 28 e 36 ospiteranno il food e i servizi correlati al Mercato. Oltre ai soci della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi), saranno presenti a Bologna un folto gruppo di olivicoltori indipendenti soci della Federazione italiana olivicoltori indipendenti (Fioi) e alcune delegazioni di Vignaioli europei delle associazioni nazionali appartenenti alla Confédération européenne des vignerons indépendants (Cevi). Il format della tre giorni rimane sostanzialmente quello consolidato nelle precedenti undici edizioni svolte alla Fiera di Piacenza. Quattro le masterclass dedicate ad altrettanti importanti vitigni autoctoni (Fiano di Avellino, Pigato, Aglianico del Vulture e Lambrusco) e realizzate in collaborazione con Alma – La scuola internazionale di cucina italiana. In occasione del Mercato dei Vini saranno, annunciati i vincitori del Premio “Leonildo Pieropan” 2023, e quelli del nuovo premio “Vignaiolo come noi”. Grazie alla collaborazione con Confcommercio Ascom Bologna e con l’Associazione mescitori organizzati (Amo), nei giorni del Mercato dei vini molti locali di Bologna saranno coinvolti in eventi con protagonisti i vini e gli stessi vignaioli Fivi.

Guterres (Onu): Scioccato dal travisamento mie dichiarazioni

Guterres (Onu): Scioccato dal travisamento mie dichiarazioniNew York, 25 ott. (askanews) – Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, in una brevissima conferenza stampa, tenuta stamani nel quartier generale dell’ONU a New York ha risposto alle osservazioni sul suo discorso di ieri al Consiglio di sicurezza, quando aveva dichiarato che l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele “non è nato dal nulla”, ma da “anni di soffocante occupazione”.

“Sono scioccato dal travisamento di alcune delle mie dichiarazioni di ieri al Consiglio di Sicurezza, come se stessi giustificando gli atti di terrorismo da parte di Hamas”, ha detto Guterres. “Questo è falso; era il contrario”, ha ribadito con forza il segretario generale. Guterres ha citato testualmente il suo discorso dove ha “condannato inequivocabilmente gli orribili atti di terrorismo senza precedenti compiuti da Hamas in Israele il 7 ottobre. Niente può giustificare l’uccisione deliberata, il rapimento e il rapimento di civili, o il lancio di razzi contro obiettivi civili”. Il segretario generale ha poi citato ancora il suo discorso dicendo che “le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas”.

“Credo che fosse necessario mettere le cose in chiaro, soprattutto per rispetto verso le vittime e le loro famiglie”, ha detto Guterres ai giornalisti, chiudendo il breve intervento.

Adesione Svezia a Nato, richiesta già all’esame Parlamento turco

Adesione Svezia a Nato, richiesta già all’esame Parlamento turcoMilano, 25 ott. (askanews) – La commissione per gli affari esteri del Parlamento turco ha ricevuto la candidatura della Svezia alla Nato e sta cominciando ad esaminare la questione. Il disegno di legge – che approva il protocollo di adesione della Svezia al Trattato Nord Atlantico – è stato “firmato dal presidente del parlamento Numan Kurtulmus e deferito alla commissione affari esteri”, spiega Anadolu. Il tutto proprio alla vigilia del vertice Ue dove, in linea di principio, potrebbe esserci un incontro tra Viktor Orbßn e il primo ministro svedese Kristersson a Bruxelles, riferisce l’ungherese Atv. Come noto, Turchia e Ungheria sono gli ultimi due alleati che devono dare luce verde per l’ingresso di Stoccolma.

Ora, il fatto che lunedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbia presentato al parlamento il disegno di legge sulla ratifica dell’adesione della Svezia alla NATO può accelerare il processo di adesione della Svezia alla NATO, costringendo così il governo ungherese ad agire se non vuole l’adesione della Svezia alla NATO, scrive la stampa ungherese, dando per certo che il Parlamento ungherese sarà l’ultimo a ratificare. Ieri il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg – incontrando il primo ministro svedese Ulf Kristersson – si è detto “lieto che siamo riusciti ad affrontare le legittime preoccupazioni della Turchia in materia di sicurezza in modo da consentire all’adesione della Svezia di andare avanti. Sono ansioso di accogliere la Svezia come alleato a pieno titolo della NATO nel prossimo futuro”, ha spiegato.

Nel frattempo Kurtulmus conferma che la commissione ha ricevuto il dossier. Ciò accade dopo che Erdogan ha inviato all’Assemblea nazionale la domanda considerata un grande passo avanti per gli svedesi. Lunedì Erdogan ha firmato la richiesta e l’ha consegnata al parlamento stesso. Kurtulmus ha annunciato il giorno dopo che avrebbe fatto la sua parte non appena tornato ad Ankara dopo un viaggio a Praga. E lo ha fatto: ha firmato il documento che trasmette la richiesta svedese alla commissione per gli affari esteri.

I normali procedimenti richiedono l’esame della commissione per gli affari esteri, il contributo della commissione di difesa e un voto dell’Assemblea. Se il processo segue il normale corso dell’esame della commissione per gli affari esteri, dei commenti della commissione per la difesa e di un voto nella Grande Camera dopo che la commissione per gli affari esteri ha espresso la sua opinione, si prevede che il processo durerà dalle quattro alle sei settimane, secondo al giornalista turco Gulderer Sonomut.

Nel documento si afferma, secondo l’agenzia di stampa statale turca Anadolu, che Svezia e Finlandia sono stati i due partner più stretti della Nato e che i paesi hanno collaborato strettamente con l’alleanza prima di presentare domanda di adesione. Nel rapporto si sottolinea anche l’accordo che Turchia, Finlandia e Svezia hanno concluso a Madrid e il nuovo accordo in cui è stata inclusa anche la NATO a Vilnius: “È chiaro che l’adesione della Svezia alla NATO sarà una priorità per l’Europa, compresa la Turchia” e che ciò contribuirà a rafforzare la sicurezza, scrive Anadolu riferendosi all’accordo. Tuttavia il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjßrtó , presentandosi ieri al Consiglio di sicurezza dell’ONU a New York, ha annunciato che il parlamento turco si trova ora “dove è stato per molti mesi quello ungherese” per quanto riguarda la ratifica dell’adesione della Svezia alla NATO. E secondo lui non è cambiato nulla rispetto alla ratifica dell’adesione. Affinché il parlamento ungherese possa votare definitivamente sulla ratifica, i gruppi Fidesz e KDNP devono dare il segnale verde. Szijjßrtó ha annunciato di aver parlato durante la giornata con il collega turco Hakan Fidan, il quale lo ha informato che la ratifica dell’adesione della Svezia alla Nato è stata sottoposta al Parlamento di Ankara.

Cammariere riflette sul tempo che passa nel video “Valzer di chimere”

Cammariere riflette sul tempo che passa nel video “Valzer di chimere”Roma, 25 ott. (askanews) – È online il videoclip di “Valzer di chimere”, brano contenuto nell’ultimo disco di Sergio Cammariere “Una sola giornata”, che vede il pianoforte del “cantautore piccolino” accompagnato dal violoncello di Giovanna Famulari.

Il video, prodotto dal fotografo Paolo Soriani con la regia di Lorenzo Nardelli e Paul Alex M. Samaniego, è una riflessione evocativa e poetica sul tempo e sull’amore. Il suono del violoncello diventa linea guida dei pensieri e delle immagini di una vita che scorrono, mentre l’artista si muove nello spazio di una solitudine sospesa e venata di una dolce malinconia. La nostalgia delle “rose sbocciate e poi sparse nel vento”, associate alle riprese di repertorio di Sergio, rimanda a un senso di bellezza effimera e di cambiamento costante. Il vagare di Cammariere sembra non avere meta, ma sul finire la malinconia si tramuta in sorriso, specchio di un futuro immaginato e possibile che si realizza nella musica, preghiera laica e opera aperta. Intanto prosegue il viaggio live di Cammariere con tanti nuovi appuntamenti da nord a sud, tra concerti in quartetto in cui l’artista è accompagnato da Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Daniele Tittarelli al sax, e spettacoli in piano solo, e ancora, serate speciali in duo, affiancato da Giovanna Famulari al violoncello.

Il 27 ottobre al Teatro del Verme di Milano (per JazzMI) in perogramma Sergio Cammariere 4ET, il 7 novembre a Faenza (RA) al Teatro Masini in piano Solo special guest Giovanna Famulari, il 5 dicembre ad Avezzano (AQ) al Teatro dei Marsie il 20 dicembre a Sorrento (NA) per il Sorrento Jazz nuovamente con il suo storico quartetto.

Peeping Tom a Torinodanza, metateatro totale su arte e realtà

Peeping Tom a Torinodanza, metateatro totale su arte e realtàTorino, 25 ott. (askanews) – Il festival Torinodanza 2023 chiude con uno spettacolo di enorme intensità e forza, comico e tragico come solo le cose che cercano di raccontare la “realtà” sanno essere. Chiude, in fondo, senza la danza, ma con una sorta di metariflessione sull’arte in generale, sulla creazione e la messa in scena, sulla relazione con il pubblico, ma anche con lo stesso regista-creatore che dovrebbe dominare lo spazio di possibilità dell’opera. Tante cose, forse troppe, ma tenute insieme da una ostinata volontà di pensare e agire il fatto di essere sul palco. “S 62° 58′, W 60° 39′” è il titolo del lavoro della compagnia belga Peeping Tom, portato alle Fonderie Limone di Moncalieri, che ha messo gli spettatori di fronte alle domande di fondo sulla natura dell’arte, sul suo senso, se volete, e sul fatto che l’attore è personaggio e persona, e queste due funzioni sono inscindibili, e sono parte della scrittura stessa di un dramma teatrale. Cercare la verità, o anche solo provare a dare una forma alla realtà, le imprese che il regista Frank Chartier, fondatore insieme a Gabriela Carrizo della compagnia, chiede di compiere ai propri attori, si dimostrano per quello che sono effettivamente: impossibili, grottesche, destinate a una sconfitta continua che genera dolore e frustrazione, solitudine e straniamento. Ma, e qui a nostro avviso c’è il punto decisivo, la sconfitta genera anche l’opera, “the piece” come dicono in inglese i performer, che vive proprio dell’impossibilità di essere la “verità” o la “realtà”, ma arriva al cuore di quella cosa che chiamiamo “teatro”, oppure “letteratura”, o più semplicemente, “arti”. Per questo i protagonisti dello spettacolo – che è totalizzante e totalizzato – invocano spesso Cechov, Shakespeare, Beckett e anche Kafka: perché le loro opere, in forme diverse, hanno raggiunto la perfezione artistica che le ha rese “vere”, più reali della vita stessa. Un’ambizione che, si sente, appartiene anche a “S 62° 58′, W 60° 39′” e che trova più di un momento di epifania, accanto ad altri in cui arriva invece la maniera o una forma di forzatura, come se il tentativo – straordinario – di “dire tutto”, in qualche passaggio, come la tesissima lunga scena finale, scivolasse nel “dire troppo”. Forse in quei punti sarebbe servita più danza e meno parole, come sembrava – lo diciamo anche con il senno di poi – che lo stesso pubblico si sarebbe aspettato. Ma qui siamo sul terreno instabile delle supposizioni, ed è sempre meglio non esagerare.

Torniamo sulla scena: una barca incagliata nel ghiaccio, un biancore che ricorda la disperazione (e fa pensare alle pagine polari di Daniele Del Giudice) e un gruppo di personaggi chiamato dal regista, Franck, a confrontarsi con questa situazione drammatica e ostile, figlia di una serie di rimandi ai disastri politici, economici e ambientali, oltre che sociali, del nostro presente. Una barca, i ghiacci, delle vite di attori che si confondono tra il ruolo e la storia di chi quel ruolo è chiamato a interpretarlo. A uno a uno, i personaggi e gli attori (ma sono attori che fanno il personaggio di loro stessi? È inevitabile e gli specchi a questo punto diventano infiniti), vanno in pezzi, crollano. Apparentemente di fronte alle richieste del demiurgo-regista, ma molto più probabilmente per la semplice impossibilità di essere, di fare tutto ciò che la società (la vita!) – non il regista – chiede a loro, e a noi, ogni giorno. Qui si sente l’eco di Beckett, ma anche di Cechov: il deserto sentimentale che li unisce anche nella grandi differenze. Andare in pezzi è l’unica possibilità, l’unica opzione sensata, per andare avanti per avvicinarsi alle domande di fondo, che sono sull’arte, sul teatro, ma sono anche, più semplicemente, sull’umanità. Il padre assente e i suoi rimorsi insostenibili, che poi diventano rabbia; il bambino Franck che sembra essere lo stesso regista da piccolo, quando aveva un corpo e dei sogni; le donne che denunciano il sessismo e il maschilismo; i personaggi che – e si cita Pirandello non a caso – vanno in cerca di loro stessi e non si trovano. Peeping Tom, in modo rocambolesco, a volte incredibilmente comico, a volte devastante, mette in scena noi. Ed è una messa in scena che si prende tutto, anche la “quarta parete” al di là del confine del palco. Perché è lì, da qualche parte, che sta la voce creatrice del regista. E parlare di una sorta di divinità è tanto banale quanto inevitabile. Ma lo si fa spesso ridendo, e allora sovviene anche Ionesco, quasi che ci accorgessimo, solo adesso!, di avere sempre vissuto dentro una versione de “La cantatrice calva”. Ma anche qui, forse, si sta esagerando con l’interpretazione del cosiddetto critico, meglio rallentare. Anzi forse meglio proprio fermarsi. Ma tra un momento. Eravamo partiti dall’assenza della danza, evidente e innegabile. Anche se alcuni momenti, come le scene di burrasca in barca e soprattutto alcuni movimenti dell’attore Chey Jurado, avevano un tasso di difficoltà tecnica significativo, è vero che non c’è danza in senso più completo. Questo è un elemento che ciascuno giudicherà in base alla propria sensibilità e ai propri desideri. Ma lo spettacolo c’era, e forse è questo il punto davvero fondamentale. Chiudiamo con la lunga scena finale, il monologo tra le due personalità scisse di un attore che non vuole andarsene, non vuole abbandonare la scena, perché è l’unico posto dove si sente di esistere. E questa paura scatena il suo demone, osceno, nudo, minaccioso e disturbante. A questo punto la tensione sale, il pubblico si irrigidisce, anche perché è un altro tour-de-force emotivo che arriva dopo un intero spettacolo di tour-de-force emotivo. È troppo lunga la scena, il demone prende la mano a tutto il pezzo e sembra portarlo via con sé, allontanandolo a tratti da noi. C’era bisogno di una catarsi così didascalica e violenta? La sensazione è che tutto quello che lo spettacolo poteva dire lo avesse già detto comunque, ma, in ogni caso, questa appendice così complessa non ha fatto dimenticare né indebolire tutto ciò che avevamo visto prima. Che è stato Shakespeare, è stato Cechov, è stato Beckett ed è stato Kafka. L’ultimo monologo probabilmente non lo era. Ma la vita, sotto forma di teatro, deve andare avanti.

“S 62° 58′, W 60° 39′” dopo Torino si sposterà il 28 e il 29 ottobre 2023 al Teatro Municipale Valli per Festival Aperto / Fondazione I Teatri – Reggio Emilia. A gennaio poi sarà la volta di Roma. (Leonardo Merlini)

Mes, Donohoe a Michel: eurosummit parli di ratifica dell’Italia

Mes, Donohoe a Michel: eurosummit parli di ratifica dell’ItaliaBruxelles, 25 ott. (askanews) – Il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charels Michel, in vista della riunione del vertice dei leader dei paesi dell’Eurozona (Eurosummit) che si terrà venerdì a Bruxelles, alla fine del vertice Ue, in cui sollecita, tra l’altro, una discussione sul completamento da parte dell’Italia del processo di ratifica del nuovo trattato del Mes, il Fondo salva-Stati. “Non dovremmo perdere di vista – scrive Donohoe a Michel -l’importanza di finalizzare la riforma del Mes e i benefici che ciò apporterebbe alla nostra architettura istituzionale. Negli ultimi mesi abbiamo ricevuto aggiornamenti regolari sull’iter parlamentare in corso per la ratifica del Trattato del Mes in Italia, e attendiamo con impazienza la sua conclusione il più presto possibile possibile”.

“La ratifica del Trattato del Mes – continua Donohoe – istituirà un sostegno pubblico comune al Fondo di risoluzione unico” per le crisi bancarie, “che è un nostro accordo di lunga data ed è nel nostro interesse, per tutti, sia per l’insieme dell’Eurozona che per i singoli Stati membri, compresa l’Italia. La ratifica di questo trattato rappresenta un ulteriore passo avanti verso un’Unione bancaria più resiliente e un’Unione economica e monetaria più completa e più approfondita”. “Dopo la ratifica del Trattato – conclude il presidente dell’Eurogruppo -, potremo anche riflettere collettivamente sul ruolo e sugli strumenti futuri del Mes”, come chiede soprattutto l’Italia, molto critica sul modo in cui è stato usato il Fondo salva-Stati per attuare le controverse politiche d’austerità, durante la crisi dell’Eurozona. Loc

Ue, Pignedoli (M5s): addio Prosek, vince il made in Italy

Ue, Pignedoli (M5s): addio Prosek, vince il made in ItalyRoma, 25 ott. (askanews) – “Il nuovo regolamento sulle indicazioni geografiche vieterà la registrazione di menzioni tradizionali che emulano indicazioni geografiche di Stati membri. Questa buona notizia arriva dall’esito del trilogo, il negoziato fra Parlamento europeo e Consiglio sul testo che poi verrà presentato e votato in plenaria. La Croazia dunque dovrà dire addio al Prosek e rinunciare all’italian sounding che in maniera grossolana imitava l’eccellenza del nostro Prosecco”. Lo afferma in una nota Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.

“Come Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo – spiega – abbiamo contribuito a opporci allo smantellamento del sistema DOP, DOC e IGP che certifica le eccellenze italiane ed europee e ricordiamo che era stato proprio l’allora Ministro Stefano Patuanelli a presentare a Bruxelles il documento di opposizione al riconoscimento del Prosek ai sensi dell’articolo 113 del regolamento n. 1308/2013. Grazie all’unità e al lavoro di squadra oggi vince l’Italia e l’interesse nazionale”.