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Tag: Sanremo 2023

Se il “sultano” Erdogan rischia la sconfitta alle urne

Se il “sultano” Erdogan rischia la sconfitta alle urneRoma, 14 mag. (askanews) – Si vota oggi in Turchia per elezioni presidenziali e legislative, con gli occhi puntati sulla sfida tra il presidente Recep Tayyip Erdogan e il leader di una coalizione di opposizone, Kemal Kilicdaroglu. Una chiamata alle urne per 64 milioni di elettori turchi che promette un serratissimo testa a testa tra i due principali sfidanti e una possibile svolta epocale per il Paese anatolico dopo un ventennio di accentramento del potere, gestione personalistica della politica interna ed estera del Paese, e di repressione del dissenso e delle minoranze da parte di Erdogan, prima premier e da quasi dieci anni presidente. “Il Sultanno” ora appare per la prima volta vulnerabile.

I sondaggi lo danno in un serrato testa a testa con Kemal Kilicdaroglu, il leader del Partito Repubblicano del Popolo (Chp) a cui fa riferimento una coalizione di sei partiti. Qualche rilevamento ha segnalato la possibilità di un vittoria del candidato di opposizione già oggi, al primo turno, ma i più puntano a un probabile ballottaggio il 28 maggio. Erdogan alla vigilia del voto ha detto che è arrivato in modo democratico alla presidenza e in modo democratico lascerà se perderà le elezioni, ma ci sono dubbi sulla sua volontà di mollare senza tentare vie traverse in caso di sconfitta.Una riconferma di Erdogan, personale e del suo partito, non sembra comunque a portata di mano, complici un’inflazione galoppante oltre il 50% (per gli esperti al 100%) con conseguente erosione del potere d’acquisto – di cui molti elettori accusano il presidente per la sua politica poco ortodossa di rifiuto di innalzamento dei tassi di interesse – e il terribile terremoto che ha causato la morte di oltre 50mila persone e ha lasciato milioni di turchi senza casa in 11 province, tra cui i feudi dello stesso Erdogan.

Per quanto riguarda le elezioni politiche, in Turchia vige un sistema di rappresentanza strettamente proporzionale con un a soglia di sbarramento abbassata dal 10% al 7%. I seggi sono stati aperti alle ore 8 locali (le 7 in Italia) e chiuderanno alle 17 (le 16 in Italia). I risultati sono attesi dopo le 21 ora locale (le 20 in Italia) ma gli exit poll, dopo la chiusura delle urne, potranno dare le prime indicazioni. 

A maggio in Italia 89 tempeste, grandine e nubifragi

A maggio in Italia 89 tempeste, grandine e nubifragiMilano, 14 mag. (askanews) – Dall’inizio di maggio si sono abbattuti sulla Penisola ben 89 eventi estremi tra bufere di vento, grandinate e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola le città e le campagne con danni alle coltivazioni, dalla frutta alla verdura, ma anche bietole, girasole, orzo e grano fino agli ulivi e le vigne. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd in occasione della nuova allerta meteo gialla in otto regioni e rossa in Emilia Romagna dove si cerca di mettere in sicurezza il territorio devastato da una gravissima calamità.

Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di un brusco cambiamento climatico dopo che il primo quadrimestre del 2023 aveva fatto segnare il 15% di precipitazioni in meno ma con punte di oltre il 40% in meno al nord, rispetto alla media storica. Sui terreni resi fragili per la siccità si sono abbattute vere e proprie bombe acqua che hanno provocato frane, smottamenti e alluvioni con molti fiumi in piena che preoccupa i territori circostanti. L’anomalia è evidente nei laghi e nei corsi d’acqua che dopo una lunga secca si sono rapidamente gonfiati come dimostra il livello del fiume Po che è salito a -1,8 metri al Ponte della Becca circa un metro più alto rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la percentuale di riempimento del lago Maggiore è salita addirittura al 94%, quella del lago Como al 77% e solo quella del Garda al 54% rimane sotto la media del periodo, secondo il monitoraggio della Coldiretti.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 rischiano di essere superiori ai 6 miliardi stimati per lo scorso anno. A fronte di questa situazione climatica – conclude la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.

Internazionali d’Italia, Cecchinato approda al terzo turno

Internazionali d’Italia, Cecchinato approda al terzo turnoRoma, 14 mag. (askanews) – C’è anche Marco Cecchinato al terzo turno degli Internazionali d’Italia. Il palermitano ha eliminato il n. 21 del seeding Roberto Bautista Agut con un doppio 6-2 in un’ora e 15 minuti. Alla prima vittoria in carriera con lo spagnolo, Cecchinato ha offerto una prestazione meravigliosa con tante variazioni (efficace sia il dritto che la sempreverde palla corta) e potenza nei colpi (33 vincenti). Cecchinato (che per la prima volta in carriera ha vinto due match nel main draw al Foro Italico) affronterà al 3° turno il vincente della sfida tra Fritz e Hanfmann.

“Marco Cecchinato è ancora qui – racconta il palermitano a Sky Sport – Dopo un anno difficile e di duro lavoro dedico tutto questo a me stesso. L’ho voluto e ci ho creduto dopo un anno di pochi risultati e tante critiche, quasi tutti non credevano più in me. Spero che questo sia soltanto l’inizio. Oggi ho giocato una partita di altissimo livello, comandando e spingendo. Nell’ultimo game ho sentito un po’ la tensione, ma quello che sto facendo per ora è ciò di cui ho bisogno. Sono veramente felice, sono contento di giocare questo terzo turno a Roma per la prima volta in carriera. Il pubblico è meraviglioso, anche oggi ho avuto bisogno di loro. Voglio godermi questa vittoria, parlerò con il mio team per la partita di domani”.

Zelensky a Berlino ringrazia la Germania per il sostegno

Zelensky a Berlino ringrazia la Germania per il sostegnoRoma, 14 mag. (askanews) – “Prima visita in Germania dall’inizio dell’aggressione russa: abbiamo discusso la situazione attuale e la grande cooperazione fra Germania e Ucraina. La Germania continuerà a sostenere l’Ucraina politicamente, militarmente e finanziariamente per tutto il tempo necessario”: lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo profilo di Twitter. “Ringrazio la Germania per il suo grande sostegno militare, economico e finanziario di fronte alla guerra di aggressione russa”, ha concluso.

Seggi aperti per 595 Sindaci,alle urne 4,5 milioni di italiani

Seggi aperti per 595 Sindaci,alle urne 4,5 milioni di italianiRoma, 14 mag. (askanews) – Seggi aperti nei 595 Comuni italiani che oggi e domani sono chiamati alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il Consiglio comunale, con oltre quattro milioni e mezzo (4.587.877, di cui 402.967 all’estero, distribuiti su 5.426 sezioni) di aventi diritto al voto. I seggi oggi sono aperti no stop fino alle 23 e poi di nuovo domani dalle 7 alle 15. Subito dopo inizierà lo spoglio delle schede. L’eventuale ballottaggio è in programma il 28 e il 29 maggio. L’affluenza alle urne odierna viene rilevata alle 12 alle 19 e a chiusura del primo giorno di votazione alle 23. Il Sindaco e il Consiglio comunale sono eletti per cinque anni.

Nei 91 Comuni alle urne con popolazione fino a 15 mila abitanti l’elezione dei consiglieri comunali è contestuale all’elezione del Sindaco e vige il sistema maggioritario. È eletto Sindaco il candidato che ottiene il maggiore numero di voti validi. Alla lista o alle liste che hanno appoggiato il candidato sindaco eletto sono attribuiti i 2/3 dei seggi. I restanti seggi sono ripartiti proporzionalmente tra le altre liste. In caso di parità di voti validi tra due candidati, si andrà al ballottaggio (28 – 29 maggio prossimi), e risulterà eletto sindaco chi tra i due candidati avrà ottenuto più voti validi. In caso di ulteriore parità, la scelta cadrà sul candidato più anziano di età. Nei 504 Comuni alle urne con popolazione oltre i 15 mila abitanti, invece, per eleggere il primo cittadino è necessaria la maggioranza assoluta dei voti validi (50% + un voto). Nel caso in cui nessun candidato a sindaco ottenga questo risultato, si procederà ad un secondo turno di votazione, in programma sempre il 28 – 29 maggio prossimi, tra i due candidati che hanno ottenuto il maggiore numero di voti validi nel primo turno. Al ballottaggio è eletto sindaco il candidato che ottiene il maggiore numero di voti validi.

Non sono ammesse alla ripartizione dei seggi le liste che non abbiano superato al primo turno la soglia del 3% dei voti validi. E’ previsto un “premio di maggioranza” alla lista o gruppo di liste che abbiano ottenuto almeno il 40% dei voti, che consiste nel 60% dei seggi, nel caso in cui nessuna altra lista o gruppo di liste collegate abbiano superato il 50% dei voti. Nei Comuni con popolazione sopra i 15 mila abitanti è permesso il voto disgiunto: l’elettore può esprimere due voti sulla stessa scheda, uno per una lista (al quale può aggiungere un voto di preferenza) e uno per un candidato presidente o sindaco, anche in una lista diversa.

L’attenzione di questa tornata elettorale sarà catalizzata dal voto in tredici città: Ancona, unica città capoluogo di regione, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza, tutti capoluoghi di provincia. Il turno primaverile delle elezioni comunali si completerà il 21 maggio con il voto previsto in Valle d’Aosta (1 Comune) e Trentino- Alto Adige (3 Comuni), e il 28 e 29 maggio con le elezioni in Sicilia (128 Comuni) e Sardegna (39 Comuni).

In totale a maggio saranno eletti 766 sindaci e 10.150 consiglieri.

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica Europea

Concluso il terzo Festival Internazionale della Geopolitica EuropeaRoma, 13 mag. (askanews) – Si è conclusa con successo la Terza Edizione del Festival Internazionale della Geopolitica Europea, svoltosi a Venezia Mestre presso il Museo del Novecento – M9. La terza giornata dei lavori si è aperta con un video messaggio di Emma Bonino, già Ministro degli Esteri e Commissaria europea, incentrato sulle dinamiche contemporanee dell’Europa, l’importanza di tutelare i diritti umani con gli strumenti giuridici della Corte Penale Internazionale e con un approfondimento specifico sugli errori commessi nel complesso scacchiere politico della Libia.

Successivamente è intervenuto Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, che ha approfondito l’attualità europea e i nuovi e probabili scenari dell’Italia nell’era dell’aggressione russa all’Ucraina, ricordando la visita per la prima volta in Italia del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dall’inizio dell’invasione russa. Successivamente, estremamente seguito e apprezzato è stato l’intervento di Renato Brunetta, già ministro della Pubblica Amministrazione del Governo Draghi e Presidente della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità che ha partecipato al Festival Internazionale della Geopolitica Europea, in un importante momento di confronto e condivisione per far conoscere, alle tante personalità italiane e internazionali, la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità e i tanti progetti innovativi e sostenibili avviati per rilanciare la Città. All’autorevole panel di lavoro, insieme a Renato Brunetta, hanno partecipato Marco Alverà, AD Tes; Marco Sesana, General Manager Generali; Vincenzo Marinese, Vice Presidente di Confindustria Veneto Est e Claudio Cerasa, Direttore del quotidiano “Il Foglio”. “La geopolitica, generalmente, traccia dei confini tra la cooperazione e la conflittualità. Le logiche conflittuali o competitive contrastano con la sostenibilità e solo pensando al futuro si possono superare tali dinamiche, ma il futuro non vota oggi. Venezia in tale ottica è un esempio eccezionale, una città unica all’interno di una laguna, creata spendendo una quantità enorme di risorse. Risorse generate dagli stessi veneziani, che si sono affermati geopoliticamente come un esempio di strategia commerciale, culturale ed economica. Attraverso la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità vorrei riproporre le stesse logiche con le tecnologie di oggi, la cantieristica innovativa, le innovazioni, la scelta della cultura e mettendo insieme modernità e sostenibilità”, ha ribadito Renato Brunetta. In conclusione, vi è stata la lettura del messaggio di Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha salutato i lavori del Festival ricordando anzitutto la brutale aggressione russa contro l’Ucraina e le sue conseguenze sulla sicurezza dell’Europa e sugli approvvigionamenti energetici, alimentari e di altre materie prime critiche in tutto il mondo. “Queste conseguenze aggravano anche crisi e fattori di instabilità già presenti in altre aree geografiche vicine all’Italia, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, e alimentano povertà, terrorismo, migrazioni. Nel continuare a sostenere l’Ucraina con alleati e partner, in Europa, nell’Alleanza Atlantica e nel G7, il Governo italiano è impegnato a difendere i valori che definiscono la nostra stessa identità: democrazia, libertà, giustizia, diritti e centralità della persona. Questi valori sono la nostra stella polare, guidano la nostra azione per assicurare stabilità e prosperità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri”, ha ribadito il ministro degli Esteri. Il Festival è giunto alla conclusione della sua terza edizione con un originalissimo contributo artistico, pianoforte e voce, di Carlotta Melchiori, artista soprano che ha tenuto un’esecuzione, in anteprima assoluta, dell’ “Inno dei Diritti dell’Umanità”, in italiano e in inglese.

Roma, al Campus Bio-Medico “Run for Liver” sulla sindrome metabolica

Roma, al Campus Bio-Medico “Run for Liver” sulla sindrome metabolicaRoma, 13 mag. (askanews) – Gli effetti benefici del movimento nella sindrome metabolica, con lo sport e la prevenzione che rappresentano due fattori indispensabili per arginare le malattie del fegato e assistere nel miglior modo possibile i pazienti epatopatici. Docenti universitari e specialisti del Campus Bio-Medico di Roma ne hanno discusso nel corso della quinta edizione del progetto “Run for Liver”, organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Medicina clinica ed Epatologia della Fondazione Policlinico Campus Bio-Medico, con l’obiettivo di comunicare l’importanza di un corretto stile di vita basato su una sana alimentazione e un’attività fisica costante nella prevenzione primaria e secondaria dei danni legati al sovrappeso. Durante i lavori si è evidenziato come la corsa comporti per il fisico molteplici benefici, tonifichi il corpo e la mente e aiuti l’organismo a rimanere in equilibrio. Il fegato, insieme a cuore, reni e cervello, costituisce uno degli organi vitali e nobili del nostro corpo e per garantirne un corretto funzionamento è opportuno soprattutto limitare il più possibile gli eccessi. Sul tema si sono tenute delle specifiche relazioni mediche, alle quali ha fatto seguito una parte pratica con la spiegazione di tecniche di corsa e camminata e dei consulti medici gratuiti. È stato, inoltre, possibile passeggiare, esplorare e correre nella Riserva Naturale di Decima Malafede, nei pressi del Campus Bio-Medico di Roma, guidati da coach esperti e volontari. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Municipio IX Roma Eur, dell’EpaC, Onlus di riferimento per i malati di epatite e delle malattie del fegato e della FIRE, Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia Onlus.

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita pace

Ucraina, Papa con Zelensky per giocare partita paceCittà del Vaticano, 13 mag. (askanews) – Mentre poco dopo le 16 il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo seguito varcava l’Arco delle Campane per far ingresso in Vaticano, Papa Francesco, solo nella mattinata, aveva parlato di pace – nella sua intensissima giornata fatta di incontri, udienze e nomine – almeno sei volte. Parole per ribadire – se mai ce ne fosse stato bisogno – la sua e la posizione della Santa Sede riguardo a quella che anche oggi è tornato a definire “la terza guerra mondiale a pezzi” dove proprio l’Ucraina rappresenta uno scacchiere-chiave. Dall’altra parte è sembrato stridere il tweet mattutino del presidente ucraino che aveva parlato di colloqui importanti per arrivare “alla vittoria” finale.

Insomma, la difficile partita della pace in Europa ha visto oggi in Vaticano un altro capitolo ma con le difese schierate. Lo si è capito anche dall’abbigliamento del presidente ucraino che, giunto in Vaticano accompagnato da uomini in mimetica, non ha voluto rinunciare al suo proverbiale abbigliamento che ricorda da vicino le divise militari. Nei quaranta minuti di colloquio privato col Papa è emersa, comunque, la necessità di non dimenticare mai, come ha riferito il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, la “situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso”. “Il Papa – ha aggiunto Bruni – ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno”. “Entrambi – ha concluso Bruni – hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione” con il Papa che “ha sottolineato in particolare la necessità urgente di ‘gesti di umanità’ nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. La parola pace, insomma, non è stata pronunciata se non, in modo scarno, in una nota diffusa al termine della visita, da parte vaticana, in cui si è parlato della “necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”. E questo la dice lunga sullo stato dell’arte o, meglio, della diplomazia in un momento che potrebbe delinearsi strategicamente decisivo, quanto drammatico, per la guerra in corso.

Fuori dall’ufficialità, da parte della Santa Sede, si è fatto riferimento alle parole pronunciate dal Pontefice sul volo di ritorno dal suo ultimo viaggio pastorale in Ungheria, quando Francesco ha accennato ad un piano di pace che la Santa Sede vuole perseguire, alla necessità e alla disponibilità vaticana a farsi mediatore, nel frattempo, per lo scambio di prigionieri e alla necessità di altri “gesti di umanità” e non di crudeltà, riguardanti, appunto, i bambini, con la vicenda tragica di quelli rapiti e deportati, e poi alle fasce più deboli della popolazione civile. Insomma, l’attesa visita di Zelensky in Vaticano, il colloquio con Papa Francesco prima e con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Paul Gallagher poi, ha confermato le difficoltà a intavolare un serio dialogo di pace e ancor prima, la volontà di farlo da parte dei belligeranti. Un ultimo indizio? Se il Papa ha donato al suo ospite una scultura dal significativo titolo: “La pace è un fiore fragile” ed una serie di volumi ispirati allo stesso tema, Zelensky gli ha regalato un’opera raffigurante l’immagine di una Madonna impressa su un giubbotto anti-proiettile squarciato. Ma se difficoltà e approcci diversi alla risoluzione del conflitto sembrano essersi riaffacciati con evidenza anche oggi, certamente la strada sotterranea e costante della diplomazia vaticana sta proseguendo incessante e chissà che questo incontro abbia comunque aperto nuovi spiragli per la pace. (di Giuseppe Cionti).

Zelensky da Mattarella e Meloni, l’Italia ribadisce il pieno sostegno

Zelensky da Mattarella e Meloni, l’Italia ribadisce il pieno sostegnoRoma, 13 mag. (askanews) – Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. E’ questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano.

Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”. A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto.Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.

Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”. Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”.Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.

 

Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegno

Zelensky da Mattarella e Meloni, Italia ribadisce pieno sostegnoRoma, 13 mag. (askanews) – Il “pieno sostegno” dell’Italia sul piano militare, politico, finanziario, umanitario e della ricostruzione “per tutto il tempo necessario e oltre”. E’ questo il messaggio che, all’unisono, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni hanno ribadito a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino è arrivato questa mattina a Roma, per una tappa che ha visto nel pomeriggio anche l’incontro con papa Francesco in Vaticano.

Felpa nera con stampato il tryzub, il tridente ucraino simbolo di libertà, Zelensky è arrivato al Quirinale intorno a mezzogiorno, accolto nel cortile dal capo dello Stato, con cui non si incontravano dal 2020. I due hanno avuto un colloquio di circa mezz’ora nella sala degli Arazzi. Mattarella, secondo quanto si apprende, ha ribadito l’appoggio dell’Italia a Kiev, sottolineando che nella guerra “sono in gioco non solo l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma anche la libertà dei popoli e l’ordine internazionale”. Il presidente della Repubblica ha anche ribadito l’impegno e l’auspicio per la pace, “per la quale tutti lavoriamo”, che deve ripristinare la giustizia e il diritto internazionale e che dunque deve essere “una pace vera e non una resa”. A questo proposito, Zelensky ha assicurato che “noi siamo per la pace, la nostra vittoria è la pace” dicendosi “aperto” a “tutti i contributi internazionali” ma sottolineando che “la pace deve prevedere la giustizia su tutto il nostro territorio”. Tra i temi affrontati anche i bombardamenti delle strutture civili, il rapimento dei bambini ucraini (definita da Mattarella “una pratica straziante e ignobile”) e il processo di adesione all’Ue, su cui l’Italia garantisce massimo supporto. Terminato l’incontro al Quirinale, Zelensky è arrivato a Palazzo Chigi accolto da Meloni, con cui si era visto l’ultima volta a Kiev lo scorso 22 febbraio. Si sono scambiati un caloroso abbraccio e due baci, a testimonianza di una “amicizia personale”, prima di un colloquio di oltre un’ora da soli, quello che i cerimoniali definiscono un ‘tete-a-tete’, quindi senza lo staff ma anche senza interpreti: i due hanno parlato in inglese. Poi il pranzo di lavoro aperto alle delegazioni (per l’Italia c’erano i ministri degli Esteri Antonio Tajani e della difesa Guido Crosetto e il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari) prima delle dichiarazioni alla stampa.

Meloni ha ribadito, come già aveva fatto Mattarella, “pieno sostegno a 360 gradi” contro la “brutale e ingiusta aggressione russa” “per tutto il tempo necessario e oltre”. Il leader ucraino ha ringraziato: “non dimenticheremo mai”, ha assicurato, l’aiuto dell’Italia che è “dalla parte giusta”. Per quanto riguarda l’appoggio militare, Zelensky, anche in vista dell’annunciata controffensiva, ha presentato le sue richieste e ottenuto, ha spiegato, “importanti decisioni sulla difesa del nostro cielo”. Ma l’impegno dell’Italia non si limita all’assistenza militare: c’è l’impegno finanziario, quello umanitario, con l’accoglienza dei profughi, e anche per la ricostruzione, perché l’Italia “scommette sulla vittoria dell’Ucraina, su un futuro di pace, libertà e un futuro europeo”. A questo proposito, per l’Italia – e Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi con Ursula von der Leyen – è “doveroso” riconoscere l’impegno nel processo di adesione all’Europa di Kiev che sta portando avanti riforme con “enormi passi avanti”. “Quello che gli ucraini stanno facendo lo fanno per l’Europa, i loro sacrifici sono fatti anche per difendere nostra libertà”, ha tenuto a dire la premier, lanciando un messaggio anche interno: “Questo è molto importante capirlo in Europa e in una nazione”, l’Italia, talvolta “vittima di una propaganda russa che cerca di inserirsi nel dibattito”. Mentre aiuta gli ucraini a difendersi, Roma però lavora anche per la pace, una “pace giusta” che potrà esserci “solo se la Russia cesserà le ostilità”, senza che ci sia alcuna “opzione di resa” perché sarebbe “terribilmente ingiusto” ma anche “molto pericoloso per la pace in Europa”. L’Ucraina, ha detto da parte sua Zelensky, “ha proposto una formula di pace ma la Russia ha risposto con i propri missili e l’artiglieria, non sono interessati alla pace, non la vogliono”. Su questo, grande attenzione (e anche speranza) viene riposta nell’incontro con il Papa: è probabile – ma su questo niente trapela – che Meloni e Zelensky nel loro faccia a faccia abbiano parlato anche del successivo incontro con Francesco. La presidente del Consiglio, rivolgendosi ai giornalisti, ha dichiarato il suo “apprezzamento” per l’impegno del pontefice e sottolineato che quella di oggi è “una giornata importante per tutti”. La speranza della premier, sottolinea chi le sta vicino, è che dalla visita di oggi, in particolare dall’appuntamento Oltretevere, possa arrivare qualche significativo passo avanti.