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Tag: Sanremo 2023

Meloni elogia Sunak style: migranti in Ruanda non è deportazione

Meloni elogia Sunak style: migranti in Ruanda non è deportazioneLondra, 28 apr. (askanews) – Nella stesura del memorandum of understanding siglato ieri con il premier britannico, Rishi Sunak, la parte sui migranti è quella che ha subito più limature. Addirittura, come scrive il Financial Times, ci sarebbe stato fino all’ultimo un “braccio di ferro” anche per non irritare Bruxelles.

Se tuttavia, nelle parole messe nero su bianco, Giorgia Meloni si è preoccupata di mantenere un più felpato linguaggio della diplomazia, in quelle pronunciate davanti ai giornalisti nel secondo giorno della sua visita a Londra, la presidente del Consiglio sposa completamente – e senza remore – il giro di vite che il capo del governo inglese ha annunciato per contrastare gli sbarchi, compresa la contestatissima norma che prevede che i migranti vengano spostati in Ruanda mentre attendono il permesso di soggiorno. Una posizione che è stata condannata anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. La premier, tuttavia, rifiuta l’idea che si possa parlare di deportazione. E anche se, di fatto, sottolinea che non si tratta di una iniziativa che il suo governo sta “prevedendo”, spiega in tutti i modi di non vederci assolutamente niente di male. E così, dopo aver ricevuto il premio Grotius del think tank conservatore Policy Exchange e aver partecipato come ospite d’onore a un ricevimento all’ambasciata italiana di Londra, torna sul tema che più di tutti ha caratterizzato l’asse con l’omologo di Downing street. “Non vi rendete conto della gravità del temine utilizzato. Io – spiega – non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi nei quali viene garantita la sicurezza delle persone”, e anzi “lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna” sarebbe “un modo razzista di leggere le cose”. A rafforzare il ragionamento, ricorda anche di aver lei stessa più volte proposto di creare degli hotspot in Nord Africa. E se le si fa notare che certe politiche fanno subire ai migranti un trattamento da “criminali”, la premier osserva che comunque chi prova ad arrivare clandestinamente “fa qualcosa di illegale”.

Meloni fa spallucce anche di fronte all’idea che una posizione così estrema possa esasperare il dialogo con Bruxelles, che già ha tanti fronti aperti a cominciare dalla ratifica del Mes fino alla gestione dei fondi del Pnrr che, ribadisce, “saranno spesi tutti” e dunque “non c’è da essere preoccupati”. Per la premier, infatti, sui migranti Sunak “non vuole spaccare l’Unione europea” ma al contrario “collaborare”. Inevitabile, per la presidente del Consiglio, dover gestire anche la coda delle polemiche romane sulla bocciatura della risoluzione che accompagna il Def che ha rovinato la festa del suo primo giorno di visita a Londra. Dopo la bacchettata ai deputati per la brutta figura causata dalle troppe assenze, Meloni torna a ribadire che i tempi saranno rispettati, ribadisce anche che bisogna fare in modo che cose del genere non accadano mai più, ma nega anche di avere intenzione di porre un freno ai doppi incarichi o di voler procedere a sostituzioni. “Credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri”, osserva.

Anche perchè, dice, l’affidabilità dell’Italia si misura sui “fatti”. Un concetto ribadito anche di fronte al parterre di 400 invitati del ricevimento all’ambasciata, tra cui molti investitori ed esponenti della finanza. “Quel che vedete è uno spread sotto la media dello scorso anno, la Borsa sale, abbiamo una previsione di crescita del Pil più alta di Francia e Germania. E’ più di quel che era stato previsto. Ai mercati interessano i fatti. E i fatti dicono che l’economia italiana sta andando molto bene”. Un messaggio consegnato poco prima di chiudere la sua visita. Almeno quella ufficiale. Meloni rimarrà infatti in visita privata a Londra ancora per qualche ora con la figlia e il compagno Andrea Giambruno.

Schlein: non credo che il mio look sia uno dei problemi del Paese

Schlein: non credo che il mio look sia uno dei problemi del PaeseGenova, 28 apr. (askanews) – “Sono una persona che non capisce niente di abiti e di trucco, e non faccio nessuna fatica ad ammetterlo. Non è mai stato il mio ambito, non ho tempo da dedicarci e non credo che uno dei problemi del Paese sia il fatto che mi sia rivolta ad un’amica che lo fa per mestiere”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando delle polemiche sul suo look e sulla consulente di armocromia a margine di un comizio elettorale a Sestri Levante, in provincia di Genova.

“Sono colpita – ha aggiunto la segretaria del Pd – di vedere tutti appassionati alle questioni di colore. Non vorrei però che si sottraesse attenzione al resto delle cose che ho detto anche in quella intervista di 30 righe in cui ne è emersa una, mettendo al centro la questione del lavoro, del contrasto alla precarietà, mettendo al centro il tema dell’Europa che per noi del Pd è fondamentale e anche mettendo al centro naturalmente la questione del clima”. “Delle donne – ha osservato ancora la leader dem – spesso si parla più del loro aspetto che delle loro idee. Ma noi siamo qui a parlare delle nostre idee e delle nostre battaglie per il futuro dell’Italia. Sono una persona sincera, non ipocrita e non costruita. Non credo di essere l’unica in politica. La differenza semmai è tra chi lo ammette in trasparenza e chi non lo fa”.

Accordo maggioranza-M5s-Terzo polo sui giudici, Pd attacca

Accordo maggioranza-M5s-Terzo polo sui giudici, Pd attaccaRoma, 28 apr. (askanews) – Alla fine sulla partita dei membri laici delle magistrature speciali (magistratura amministrativa, tributaria e Corte dei conti) prevale l’accordo tra M5s-Terzo polo e centrodestra che fa portare a casa alle due forze di opposizione 3 uomini di loro scelta. Il Pd resta all’asciutto e attacca, in particolare il partito di Giuseppe Conte da cui non si aspettava questo “tradimento”.

Alla Camera vengono eletti al consiglio di presidenza della giustizia amministrativa Eva Sonia Sala e Francesco Urraro; nel consiglio della Corte dei Conti: Filippo Bari e Vito Mormando. Infine nel consiglio della Corte della giustizia tributaria sono stati eletti Carolina Lussana e Alfonso Bonafede con 210 voti. Al Senato ieri sono stati eletti i componenti del Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria Giorgio Fiorenza e Alessio Lanz; ai Consigli di Presidenza della Giustizia amministrativa e della Corte dei conti sono risultati eletti Giovanni Doria e Carmela Margherita Rodà. E oggi si sono aggiunti Francesco Cardarelli e Gian Giacomo Palazzolo. Da tempo l’elezione dei giudici veniva rimandata o non andava in porto, una vacatio che non era passata inosservata al più alto livello istituzionale perchè rischiava di indebolire le sentenze che queste magistrature esprimono. Per settimane le trattative si sono arenate sulle richieste, come era già successo per il Csm, di rispettare la prassi di dividere più equamente le nomine con le opposizioni. Alla fine il centrodestra ha preferito trattare con Conte che, approfittando probabilmente dello stallo, è riuscito a fare en plein: non solo il suo ex ministro della Giustizia, Bonafede, ma anche l’avvocato Cardarelli. Mentre Palazzolo, sindaco di Cinisi, è in quota Azione.

Questo però complica i già difficili rapporti tra le tre opposizioni. E se con il Terzo polo i dem hanno ormai preso strade sempre più distanti, con i pentastellati, partner privilegiati di una possibile futura alleanza, questo strappo potrebbe avere conseguenze. Francesco Boccia lo dice senza mezzi termini manifestando il disagio dei vertici democratici: “Il Pd di Schlein – dice il capogruppo in Senato ribadendo l’importanza della parità di genere – non fa mediazioni sui principi, non ci sediamo ai tavoli così e se dovessero essere eletti solo uomini sarà un fatto grave”. Il Pd ha deciso di non partecipare alle votazioni per segnalare la propria contrarietà al metodo scelto: “Noi non abbiamo deciso di fare opposizione con l’Aventino, ma tenendo il punto su questioni fondamentali. Oggi la maggioranza ha votato i giudici rompendo qualsiasi consuetudine – ha spiegato Chiara Braga -. Noi ci siamo tirati fuori. Abbiamo lavorato fino all’ultimo, ma non veniva garantito il rapporto di 7 a 5. In aggiunta hanno forzato sul tema della parità di genere. Oggi è stato ancora una volta negato questo tema, con la complicità di Terzo Polo e M5s”.

“Oggi un pezzo di opposizione ha deciso, nonostante questi rilievi, di fare accordi con la maggioranza su questioni di potere”, ha rincarato Walter Verini puntando il dito proprio nei confronti dei Cinque stelle. A far notare la “stranezza” dell’accordo però sono gli stessi esponenti del Terzo polo: “Questa bizzarra maggioranza. Ieri non trova 200 voti per il Def – segnala Enrico Costa, deputato di Az-Iv -, oggi garantisce ben 210 preferenze per eleggere Alfonso Bonafede nel Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria”. “Il simbolo vivente del giustizialismo ottiene un prestigioso incarico grazie ai voti del centrodestra sedicente garantista”, aggiunge il senatore di Azione- Italia Viva Ivan Scalfarotto. Ma i pentastellati non si scompongono: “Ci siamo battuti per rappresentare alle forze di maggioranza che quando sono in gioco organi di garanzia e di autogoverno delle magistrature speciali, è doveroso che ci sia un’adeguata rappresentanza delle forze di opposizione – osserva Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera -. Ma non condividiamo questa reazione del Pd: se tutte le forze politiche di minoranza avessero abbandonato la votazione in Aula, non avrebbero fatto altro che lasciare alla maggioranza la totalità della rappresentanza laica negli organi di autogoverno”.

Sicurezza, Majorino(Pd): Viminale aiuti Milano su area Centrale

Sicurezza, Majorino(Pd): Viminale aiuti Milano su area CentraleMilano, 28 apr. (askanews) – “Credo ci sia un tema specifico di cui parlare e su cui il ministero dell’Interno debba muoversi per aiutare la città di Milano. Esso è relativo alla sicurezza nell’area della stazione di Milano”. Lo ha scritto in una nota il capogruppo del Pd in Regione Lombardia e componente della segreteria nazionale con delega alle politiche migratorie e diritto alla casa, Pierfrancesco Majorino, riguardo alla situazione della sicurezza nelle aree antistanti la Stazione Centrale di Milano.

“Per quel che riguarda le polemiche di Salvini, esse sono ridicole per una semplice ragione. I provvedimenti sull’immigrazione su cui sta lavorando il Governo porteranno ad aumentare e non certo a diminuire il numero delle persone irregolarmente presenti nelle nostre città. Lo stesso Salvini causò da ministro dell’Interno con i suoi provvedimenti l’aumento di persone senzatetto e senza dimora divenute tali perchè non più inserite nei circuiti dell’accoglienza. Non dimentichiamolo” ha aggiunto.

”Roma Art and Book”, il festival delle edizioni indipendenti

”Roma Art and Book”, il festival delle edizioni indipendentiRoma, 28 apr. (askanews) – A novembre Roma ospiterà la manifestazione voluta e ideata da Antonello Di Carlo e aperta a scrittori, poeti, pittori, scultori, fotografi, attori e registi. Un open space di 750 metri quadri, all’interno della Stazione Tiburtina, la location scelta. Intenso il programma, con dibattiti, proiezioni di cortometraggi, presentazioni di libri, readings letterari e ovviamente tanti stands.

“Per me scrivere è volare, è accendere un fuoco. Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo”. Le parole di Charles Bukowski, poeta e scrittore statunitense, rappresentano il manifesto di un’arte che è diritto di tutti, di tutti coloro che hanno qualcosa da dire. Un diritto che vedrà Roma protagonista, con una manifestazione, Roma Expo Art and Books il suo nome, che, per l’intero mese di novembre, promuoverà scrittori, poeti e artisti meno noti: “Sarà un evento culturale libero -spiega l’editore Antonello Di Carlo. Un festival che offrirà una vetrina di prestigio a case editrici indipendenti, ad autori (anche selfpublishing) e ad artisti di vario genere. come pittori, scultori, fotografi, attori e registi”. Nata da un’idea della Di Carlo Edizioni, l’iniziativa ha già l’adesione di Edizioni WE di Nicola Bergamaschi e della Pan di Lettere di Lara Di Carlo. La location sarà un open space di 750 metri quadri all’interno della Stazione Tiburtina, dove l’affluenza è ogni giorno di migliaia e migliaia di persone: “Il programma -spiega ancora Di Carlo- prevede giornate intense nel corso delle quali vi saranno diverse iniziative: dibattiti, proiezioni di cortometraggi, presentazioni di libri, readings letterari e ovviamente tanti stands. Previsti inoltre incontri con i protagonisti della rassegna e con gli esperti delle varie categorie. Noti critici letterari e artistici, galleristi di fama, maestri della fotografia e importanti registi hanno garantito la loro presenza per trasmettere i segreti della loro arte. Sarà insomma un tourbillon di emozioni da vivere tutte di un fiato”. L’ex caporedattore del Tg5, Paolo Di Mizio (padrino dell’evento), e Antonina Giordano, nota giornalista e docente presso l’Università di Siena, presenteranno rispettivamente, nel corso del Roma Expo Art and Books, le loro ultime fatiche letterarie: “Siamo onorati -continua Di Carlo- della loro presenza che dà ulteriore prestigio e alla rassegna. Con loro anche la nota critica letteraria Cinzia Baldazzi e tanti altri autori emergenti. Scrittori e poeti raffinati che avranno finalmente la possibilità di far conoscere le proprie capacità che sono altissime”.

Un parterre di tutto rispetto che renderà Roma, per un mese, la Capitale di una cultura spesso nascosta dalle più importanti etichette, ma che ora avrà la possibilità di emergere come merita. “Vogliamo che il nostro diventi un percorso continuativo e, perché no, in grado di mettere su rassegne simili in altre città italiane”. All’organizzazione dell’evento daranno anche il loro prezioso contributo Gaetano Piraino, Sabrina Morelli, Lucia Zappulla, Luigi Paciello, Maria Concetta Borgese, Claudio Raspollini, Michele Bussoni, Duilio Papi, Silvia Andriuoli e la libreria Ubik, quest’ultima partner e sede ufficiale delle prime presentazioni. Le successive, con il dovuto approfondimento tematico, si svolgeranno, con appuntamenti da calendarizzare, presso l’open space della Stazione Tiburtina. La stessa logica organizzativa sarà applicata anche per le numerosissime interviste radio-televisive. Per partecipare all’evento come autore o artista in generale, occorre inviare una mail all’indirizzo romaexpoartandbooks@gmail.com. “Chi deciderà di esserci -conclude Di Carlo- avrà la possibilità di presentare e poi di esporre, per tutta la durata del festival, la propria opera. Grazie all’accordo raggiunto con la libreria Ubik, l’autore inoltre avrà l’opportunità di avere un’ulteriore vetrina, questa volta, diciamo così, fisica, per il proprio volume. “L’arte diventa magia e i sogni realtà, questo è il motto della manifestazione che apre finalmente nuovi scenari per chi ha talento e finora non è riuscito ad esprimerlo. Sarà la rassegna delle case editrici indipendenti, darà l’occasione giusta per appassionarsi a un mondo che suscita emozioni e tanti interrogativi. Che scuote l’animo umano e lo rende migliore. L’essenza del fare cultura”.

Pressing di Bce e Eurogruppo sul Mes. Giorgetti: approfondiremo

Pressing di Bce e Eurogruppo sul Mes. Giorgetti: approfondiremoRoma, 28 apr. (askanews) – Dalla Bce e dall’Eurogruppo informale di Stoccolma arriva la richiesta al governo italiano di ratificare il Meccanismo economico di stabilità (Mes), mentre in Italia esecutivo e maggioranza prendono tempo per ulteriori “approfondimenti”.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ‘salta’ l’Eurogruppo a Stoccolma per presidiare i lavori sul Def dopo la bocciatura della risoluzione di maggioranza sullo scostamento (rientrata oggi con un nuovo voto del Parlamento). Ma uscendo dalla commissione Bilancio, puntualizza che “bisogna approfondire e approfondiremo. Una cosa alla volta”, dice in risposta a chi domanda in quanto tempo il Mef fornirà alla commissione Affari Esteri della Camera gli elementi informativi sull’eventuale impatto che la ratifica potrebbe avere sui conti. La richiesta di informazioni all’esecutivo è stata avanzata ieri da tre deputati Fdi della commissione e contestata dal Dem Vincenzo Amendola che l’ha definita una tattica “dilatoria” per far restare al palo le due pdl (del Pd e di Iv) che chiedono la ratifica del Mes e che sono state incardinate più di un mese fa e poi lasciate fuori dal calendario dei lavori.

Quasi in contemporanea alle dichiarazioni di Giorgetti, la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo informale a Stoccolma, incalzata dai giornalisti, affermava: “Penso che sarebbe positivo se l’Italia” ratificasse la riforma del Mes “perché avere un meccanismo di sicurezza aiuterebbe tutti i Paesi che hanno ratificato” il Trattato. E il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, pur premettendo di avere “piena consapevolezza che è una questione sensibile in Italia”, aggiungeva che è pure “molto importante sottolineare che, nel pieno rispetto” delle procedure nazionali “ci serve ancora che venga ratificato” affinché “se altri paesi dovessero ritenere” di ricorrervi “lo possano fare”. “Tornerò in Italia nelle prossime settimane e sono in contatto costante” con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, le parole del presidente del Mes, Pierre Gramegna, il quale ha aggiunto che il termine inglese “backstop”, cioè la rete di sicurezza finanziaria per il Fondo di risoluzione unica bancario che viene sistematicamente associato alla riforma del Mes “fondamentalmente significa che raddoppiamo la potenza di fuoco di cui disponiamo per proteggerci dalle turbolenze finanziarie”.

“Non voglio interferire con le scelte del governo e del Parlamento italiano – ha osservato il ministro dell’economia francese Bruno Le Maire – l’unico punto che voglio enfatizzare è che il backstop è una giusta ed efficace protezione per tutti i membri dell’Eurozona”. Già nella prima mattinata, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, aveva sottolineato che l’impegno a ratificare “è stato preso da tutti i paesi, inclusa l’Italia, e che quindi, nei tempi e nei modi che il governo e il Parlamento italiano decideranno, la ratifica italiana non dovrebbe essere in discussione: è stata decisa più di due anni fa”.

“Anche oggi l’Eurogruppo si chiede perché l’Italia non ratifichi il Mes. Come Pd chiediamo che venga messo in calendario e votato nel mese di maggio. Non vogliamo che l’Italia sia un paese inaffidabile che blocca l’Europa”, ha buon gioco a scrivere su twitter la deputata Pd Lia Quartapelle. Mentre Mauro Del Barba (Az-Iv) invita a cessare il “braccio ferro con l’Europa”. “A fine maggio quando ci saranno delle scadenze precise ci sarà chiarezza su tutto”, ha assicurato il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli.

Nel pomeriggio, dopo il via libera al Def, il ministro Giorgetti è arrivato a Stoccolma per l’Ecofin e si è intrattenuto in un bilaterale con la Lagarde per poi andar via senza rilasciare dichiarazioni di merito. I lavori riprenderanno domani mattina.

Pd, Buscemi: Schlein su look ha fatto emergere ipocrisia a sinistra

Pd, Buscemi: Schlein su look ha fatto emergere ipocrisia a sinistraMilano, 28 apr. (askanews) – Al posto della segretaria del Pd, Elly Schlein, “avrei raccontato della consulente in una intervista? Forse no, ma non perché non condivida la scelta di rivolgersi a una professionista, ma perché io non sono così coraggiosa come Elly Schlein che con questa dichiarazione ha fatto emergere tutta l’ipocrisia che ancora vive nella sinistra italiana e in quei giornalisti che troppo spesso ambiscono a fare gossip sui politici pensando di indirizzare così consenso”. A scriverlo sui social è la presidente del Consiglio comunale di Milano e consigliere del Pd Elena Buscemi, a proposito dell’intervista di Schlein a Vogue nella quale ha riferito di ricorrere a una consulente per l’abbigliamento.

Obiettivo di quel tipo di giornalismo, ha proseguito, è “ribadire che tutto quello che riguarda l’immagine e la sua cura per la sinistra è qualcosa di frivolo e quindi da negare. E per una donna, ovviamente, lo è ancora di più. Elly Schlein ha vinto alle primarie probabilmente anche per questo, perchè rappresenta un modo diverso di interpretare la propria appartenenza politica. Lungo la mia strada ho incontrato personaggi che dietro la loro parvenza di ‘compagni duri e puri’ poi nascondevano comportamenti clientelari e spregiudicatezze. Ho imparato da tempo a non giudicare le persone in base a come sono vestite e che la realtà è un po’ più complessa del colore di una giacca o di un anello sgargiante” ha osservato. “Mi piacciono i colori e mi piace vestirmi curata, ma non ho mai pensato che per questo il mio impegno politico fosse meno sincero, meno coerente con i miei valori. Che io fossi meno ‘di sinistra’. Elly Schlein ha un ruolo pubblico di grande esposizione, è la prima segretaria donna del più importante partito di sinistra in Italia. La sua immagine non è certo tutto, ma è una piccola ma non irrilevante parte del suo lavoro. Non ci trovo quindi niente di scandaloso nel sapere che ogni tanto chieda una consulenza a pagamento a chi può darle una mano a vestirsi meglio, o a consigliarle un colore piuttosto che un altro. Così come non troverei disdicevole sapere che ha un team pagato per seguire la sua comunicazione social oppure che possa aver frequentato un corso di public speaking” ha concluso.

Il 16% dei 13enni fuma regolarmente, in maggioranza ragazze

Il 16% dei 13enni fuma regolarmente, in maggioranza ragazzeRoma, 28 apr. (askanews) – In Italia, uno studente di 13-15 anni su quattro ha usato almeno una volta nell’ultimo mese un prodotto tra sigarette, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato (HTP) e quasi uno su tre ha fumato una sigaretta ‘tradizionale’ almeno una volta nella vita. Lo affermano i dati della quarta edizione della sorveglianza Global Youth Tobacco Survey (Gyts), condotta ogni quattro anni su un campione di 13-15enni delle scuole italiane, che per la prima volta vede una maggiore percentuale di utilizzo tra le femmine rispetto ai maschi per tutti i prodotti considerati. L’indagine ha registrato anche una ancora non sufficiente adesione al divieto di fumo nelle scuole, una forte esposizione dei ragazzi al fumo passivo, a casa o in auto, e una grande accessibilità a tutti i prodotti nonostante i divieti. Secondo i dati, tra i 13-15enni, dal 2010 al 2022, la quota di current smokers (che hanno utilizzato sigarette tradizionali/e-cig/HTP almeno un giorno nell’ultimo mese) è scesa in media dal 21% al 16% (ovvero dal 19% al 13% per i ragazzi e dal 22% al 17% per le ragazze). La grande maggioranza fa un uso concomitante di sigarette tradizionali, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, mentre solo il 2% del campione fa un utilizzo esclusivo di sigarette tradizionali. Aumenta l’uso della e-cig che, rilevato per la prima volta con l’indagine del 2018, è salito in 4 anni dal 18% al 20%, come conseguenza di una riduzione fra i ragazzi dal 22% al 18% e un aumento fra le ragazze dal 13% al 21%. Il dispositivo a tabacco riscaldato (HTP), per la prima volta registrato nell’indagine 2022, viene utilizzato dal 14% dei current users (12% maschi e 16% femmine).

Si è ridotta dal 2010 al 2022 la quota degli ever smokers, coloro, cioe che hanno utilizzato sigarette tradizionali/e-cig/tabacco riscaldato almeno un giorno nella vita passando, per quanto riguarda le sigarette, dal 46% del 2010 al 33% del 2022. Anche per le sigarette elettroniche gli ever users diminuiscono dal 43% del 2018 al 33% del 2022 e per HTP il dato del 2022 è 23%. “Questi numeri – sottolinea Valentina Minardi del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) – fanno capire come ormai negli adolescenti si debba monitorare non solo l’utilizzo delle sigarette ‘tradizionali’, ma occorra prendere in considerazione tutti i prodotti in commercio che possono dare dipendenza da nicotina”. Nonostante il decreto “Tabacchi” del 2016 preveda l’inasprimento delle sanzioni per inosservanza del divieto di vendita ai minori, infatti, l’indagine del 2022 rileva come queste misure non si siano ancora tradotte in una piena inaccessibilità per i minori a questi prodotti: un 13-15enne su 4 si è procurato le sigarette direttamente al tabaccaio (erano il 49% nel 2010) e il 14% dichiara di aver acquistato e-cig o HTP direttamente dai rivenditori. Per entrambi questi due prodotti quasi la metà dichiara di averli ottenute da un parente o un amico. Tra i current smokers che hanno cercato di comprare le sigarette al tabaccaio, il 73% dichiara di non aver ricevuto alcun rifiuto dal venditore a causa della minore età (percentuale che nel 2010 raggiungeva il 92%), quote simili riguardano coloro che hanno cercato di acquistare e-cig o HTP.

Ed è ancora troppo alta l’esposizione al fumo passivo, nelle scuole, in casa e in auto. Nonostante dal 2003 la legge Sirchia imponga il divieto di fumo in tutti i locali chiusi, incluso le scuole, e dal 2013 il Ddl Lorenzin vieti il fumo nelle pertinenze esterne degli istituti scolastici, 1 studente su 3 riporta di aver visto fumare qualcuno all’interno della propria scuola e il 58% nelle pertinenze esterne (cortili, parcheggi, ecc.). Quasi la metà dei giovani intervistati (47%) dichiara che qualcuno ha fumato in casa in sua presenza (dato stabile rispetto al 2010, pari al 49% ). Un adolescente su 4 ricorda di essere andato in auto con qualcuno che fumava in sua presenza negli ultimi 7 giorni. Indagine regionale Il focus sui dati regionali conferma il rischio più elevato di uso dei prodotti del tabacco e della sigaretta elettronica per il genere femminile; questo viene confermato anche da una più elevata suscettibilità femminile a fare il primo tiro o svapo. I ragazzi riportano una alta fiducia nella propria capacità di smettere di fumare, ma circa la metà dei fumatori di sigarette è a rischio dipendenza, fenomeno che è più importante per chi fa uso della sigaretta elettronica con nicotina. • Per quanto riguarda il fumo passivo, si osserva un gradiente Nord-Sud nell’esposizione in tutti gli ambienti a sfavore nelle Regioni del Sud partecipanti alla rilevazione regionale, con valori più allarmanti per il fumo passivo in ambito scolastico.

Bmw e Mini: tutto pronto per i campionati italiani di motorsport

Bmw e Mini: tutto pronto per i campionati italiani di motorsportMilano, 28 apr. (askanews) – Tutto pronto per la stagione italiana 2023 di motorsport targata Bmw e Mini. La strategia di Bmw Italia vede quest’anno il coinvolgimento dei brand Mini e Bmw in sinergia con l’obiettivo di offrire differenti livelli di vetture per competere in tre diversi campionati ed accogliere così giovani piloti e gentlemen drivers.

Il percorso parte dalla Mini Challenge Academy, per salire alla Mini Challenge Evo, proseguire con la M2 CS Racing Cup Italy ed infine la possibilità di avvicinarsi alla Bmw M4 GT3. Anche l’accoglienza degli ospiti, dei team e dei piloti in autodromo avrà quest’anno una nuova veste con una hospitality unica per i due brand. Bmw M2 CS Racing Cup Italy è il campionato monomarca nazionale patrocinato da Bmw Italia con il supporto di Aci Sport, Promodrive e Hankook come partner tecnico. Per attirare giovani talenti è previsto un premio di 30mila euro al primo classificato under26. La stagione 2023 vedrà i piloti sfidarsi in 6 appuntamenti: Misano il 5-7 maggio; Vallelunga Monza, Mugello (due weekend) e Imola.

Nel Campionato Italiano GT, il team Ceccato Racing supportato da Bmw Italia ha deciso di rilanciare con una seconda vettura Bmw M4 GT3 che parteciperà ad entrambe le serie, Sprint ed Endurance. “E’ per noi un orgoglio portare due vetture nel Campionato Italiano GT in questi anni di offensiva di prodotto della “M”. La Bmw GT3 sta ottenendo ottimi risultati nei campionati di tutto il mondo tra cui, lo scorso anno, la vittoria nella classifica generale dei piloti e dei team nel DTM tedesco. Siamo quindi molto fiduciosi nel Team di Ceccato Racing”, afferma Carlo Botto Poala, direttore Marketing Bmw Italia.

I braccialetti anti smarrimento Bluon sostengono Operation Smile

I braccialetti anti smarrimento Bluon sostengono Operation SmileMilano, 28 apr. (askanews) – Bluon, l’azienda italiana che ha ideato il braccialetto intelligente Semiperdo – pensato per aiutare i bambini in caso di smarrimento – ha lanciato la collezione speciale “Semiperdo Emoji” per sostenere i programmi medici di Operation Smile per la cura delle malformazioni del volto. Una collaborazione che nasce nel segno di una comunanza di valori e sensibilità verso la tutela del benessere dei più piccoli e che è indirizzata al raggiungimento di importanti obiettivi. Dal 1982, infatti, Operation Smile fa la differenza nella vita di tanti bambini offrendo cure chirurgiche gratuite in oltre 40 Paesi nel mondo. Un impegno che per tanti pazienti – più di 340mila in oltre quarant’anni di attività – significa ritornare alla vita e poter fare cose “normali”, come andare a scuola, mangiare o parlare senza difficoltà. Bluon, impegnata nella ricerca di nuovi ecosistemi tecnologici integrati per migliorare la vita quotidiana, ha deciso di farsi portavoce della causa di Operation Smile scegliendo di donare 1,50 € per ogni braccialetto venduto, con l’obiettivo di supportare programmi medici nei Paesi a basso e medio reddito.