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Tag: Sanremo 2023

Alcuni italiani sono rimasti in Sudan

Alcuni italiani sono rimasti in SudanRoma, 24 apr. (askanews) – “Tutto si sta concludendo nel modo migliore, in Sudan sono rimasti alcuni italiani che non sono voluti partire, fanno parte di ong e qualche missionario che ha deciso di rimanere in Sudan, continueremo a seguire anche loro con grande attenzione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Ciampino, poco prima dell’atterraggio del primo aereo con i connazionali evacuati da Khartoum a causa dei combattimenti. Tajani ha poi specificato che oggi rientrano 83 italiani e 13 stranieri evacuati ieri da Khartoum.

Franco Masini, il coordinatore medico per Emergency del Centro Salam di Khartoum, il più grande ospedale di cardiochirurgia di tutta l’Africa, ha deciso di restare in Sudan, nonostante i combattimenti in corso, e con lui sono rimasti “altri 38 italiani, medici e infermieri”. “Non c’erano alternative – ha spiegato Masini al Corriere della Sera – che fine farebbero gli 81 pazienti che abbiamo in questo momento? Li lasciamo in mezzo alla battaglia? Dobbiamo restare”. Il coordinatore di Emergency ha spiegato che “sono partiti per l’Italia solo in sette, tre erano a fine missione, gli altri quattro sono amministrativi, perciò il loro contributo non era più essenziale, qui le banche ormai sono tutte chiuse”. Masini era grande amico di Gino Strada: “Oggi vi dico che qui a Khartoum Gino ci sarebbe servito moltissimo, lui aveva una capacità unica di rapportarsi con le diverse fazioni. Anche pensando a lui, ho deciso di restare”. Dall’inizio delle ostilità, il 15 aprile scorso, il personale vive accampato in ospedale: “Nessuno torna a casa, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo”. “Viveri ne abbiamo perché i nostri fornitori sudanesi malgrado i rischi sono venuti giorni fa con un carico. Ma se continuano i combattimenti, tra un mese i farmaci cominceranno a scarseggiare”, ha denunciato.

Il primo 25 aprile per Meloni da premier

Il primo 25 aprile per Meloni da premierRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella.Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

 

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisiva

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisivaRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella. Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.

La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

Sudan, ringraziamenti di Tajani per successo evacuazione italiani

Sudan, ringraziamenti di Tajani per successo evacuazione italianiBruxelles, 24 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue oggi a Lussemburgo, ha rivendicato il successo dell’operazione di evacuazione degli italiani in Sudan, che ha coinvolto anche altri cittadini stranieri, e che ha dimostrato un alto grado di collaborazione fra diverse amministrazioni dello Stato.

“Voglio ringraziare l’ambasciatore d’Italia” in Sudan “perché ha fatto un lavoro straordinario: durante tutte le giornate più complicate, tutti gli italiani sono stati sempre e comunque informati di ciò che stava accadendo, e l’Ambasciata d’Italia è stato un punto di riferimento anche per tanti altri cittadini stranieri”, ha riferito il ministro. “Sono tanti – ha continuato Tajani – quelli che hanno trovato rifugio nell’Ambasciata d’Italia, e questo ci fa onore, dimostra che nei momenti di difficoltà siamo sempre pronti ad aiutare altre persone, e non soltanto i nostri connazionali”.

“Ringrazio di cuore – ha ribadito il ministro – le nostre Forze armate che hanno compiuto l’operazione, e ringrazio di cuore l’intelligence e ovviamente tutti i funzionari del Ministero degli Esteri, a cominciare da quelli dell’Unità di crisi, che giorno e notte hanno lavorato per rintracciare e contattare uno per uno i cittadini italiani”, tenendoli “informati e aggiornati sull’evolversi della situazione. Giorno e notte hanno lavorato i nostri funzionari, in contatto con la nostra Ambasciata a Khartoum”. “E’ importante che l’operazione si sia conclusa in maniera seria ed efficace, che i nostri connazionali siano tutti quanti salvi e possono rivedere le loro famiglie godendo di buona salute. Io li andrò a salutare all’aeroporto di Ciampino”, ha annunciato.

“Devo sottolineare – ha aggiunto Tajani – l’eccellente collaborazione tra le diverse organizzazioni dello Stato; coordinare le azioni di tutte le diverse amministrazioni non è una cosa semplice. Invece, c’è stata una perfetta armonia tra Ministero degli Esteri, il Ministero della difesa, l’intelligence. E naturalmente il presidente del Consiglio è stato costantemente informato, e sono sempre stato in contatto con il ministro della Difesa. Questo a dimostrazione del fatto che si può lavorare insieme anche quando si fa parte di diverse amministrazioni: l’importante è dare risposte concrete ai nostri concittadini”, ha concluso.

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modifica

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modificaBruxelles, 24 apr. (askanews) – “La nomina di Luigi Di Maio non è di nostra competenza, è una proposta che deve essere fatta dall’Alto Rappresentante; è una sua scelta, non è la scelta del governo. Lui ha avviato un iter che non è così facilmente modificabile. Però, ripeto, si tratta una scelta legittima”.

Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Lussemburgo, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue, a proposito dell’intenzione espressa dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, di nominare Di Maio Rappresentante Ue per la regione del Golfo.

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentale

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentaleMilano, 24 apr. (askanews) – “Il dramma di Barbara Capovani, responsabile dell’SPDC dell’Azienda USL Nord Ovest Toscana, aggredita, come ritenuto dalla polizia, da un paziente con diversi precedenti penali, vede in primo luogo la vicinanza dei direttori dei dipartimenti di salute mentale italiani alla collega psichiatra, in fin di vita, alla famiglia, ai suoi affetti e a tutti gli operatori che hanno lavorato al suo fianco. Si tratta di una tragedia a fronte della quale non possiamo e non dobbiamo rimanere inermi”. Lo scrivono i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale in una lettera appello condivisa anche da oltre 2 mila psichiatri pubblici e privati e indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Giorgia Meloni, ai ministri Orazio Schillaci, Carlo Nordio e Lorenzo Fontana, ai presidenti di Camera e Senato nonchè al presidente della Regione Fvg Massimilino Fedriga.

“Certamente – si legge nella lettera va affrontato in generale in modo incisivo il tema delle aggressioni agli operatori sanitari, ma c’è anche un tema specifico del rapporto tra salute mentale e giustizia fino ad oggi nascosto sotto il tappeto. La stessa Corte Costituzionale con la sentenza 22/2022, ha chiesto al Parlamento di intervenire, così come noi stessi Direttori di Dipartimento di Salute Mentale abbiamo recentemente diffuso una lettera appello a tutte le Istituzioni per affrontare le gravi criticità dei nostri servizi territoriali ed ospedalieri. Due richieste, ad oggi senza risposte”. Inoltre, sottolineano i dirigenti e medici psichiatri, “c’è bisogno di rivedere, dopo la giusta chiusura degli OPG, l’attuale situazione critica di risposte della società ai pazienti psichiatrici, o così ritenuti tali, che commettono reati, che sta riversando su chi lavora nei reparti di psichiatria e nelle Rems, problematiche, in particolare relative a quelle persone che manifestano manifestazioni aggressive incoercibili che non possono essere gestite con iniziative solo sanitarie”.

“I gravi disturbi di personalità antisociali, che commettono reati o che evidenziano condizioni pericolose di violenza sono da affrontare e gestire attivando percorsi specifici di massima sicurezza che garantiscano cure appropriate ma anche l’incolumità e la protezione di chi lavora, come avviene in tutti i paesi del mondo civile. C’è bisogno di una nuova progettazione e rivalutazione della salute mentale in carcere. C’è necessità di rivedere le norme sulla semi infermità e sulla non imputabilità. C’è bisogno di nuovi strumenti, sia dal lato sanitario che della Giustizia, senza continuare a lasciare a mani nude migliaia di operatori. Anche perchè la vicenda di Barbara non debba riguardare in futuro altri operatori”, conclude la missiva.

25 aprile, Toti: liberiamoci dalle ipocrisie su festa Libertà

25 aprile, Toti: liberiamoci dalle ipocrisie su festa LibertàRoma, 24 apr. (askanews) – “Ci prepariamo a celebrare il 25 aprile, la data in cui l’Italia ha riacquistato la sua libertà nel 1945. Dunque celebriamo la Festa della Libertà” ma “lo sarà davvero quando ci libereremo anche delle ipocrisie che circondano da sempre questo giorno”. Lo scrive sulla sua pagina facebook il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

La prima iprocrisia, scrive Toti, è che “durante la guerra ci furono vittime da entrambe le parti. Pietà per tutti – spiega -, ma gratitudine e onore a coloro che combatterono dalla parte della democrazia e dei diritti. Grazie a loro oggi siamo cittadini e non sudditi”. “La seconda ipocrisia: questa non è la festa di una parte – sottolinea il presidente della Liguria -, ma la festa di tutti coloro che credono nella libertà. È il giorno in cui si celebra il sacrificio non di chi combatteva per le proprie idee, ma per fare in modo che anche le idee diverse dalle sue potessero essere espresse liberamente”.

“Quando tutto questo diventerà patrimonio comune di memoria e di futuro, allora la nostra Repubblica avrà fatto un altro passo avanti. Viva il 25 aprile”, conclude Toti.

Il complottista filo-Trump Tucker Carlson deve lasciare Fox News

Il complottista filo-Trump Tucker Carlson deve lasciare Fox NewsNew York, 2 apr. (askanews) – Il conduttore di Fox News Tucker Carlson lascerà immediatamente la rete via cavo. Ad annunciarlo è stata la stessa Fox. La notizia è arrivata a pochi giorni dall’accordo da 787,5 milioni di dollari stipulato dalla rete con Dominion Voting Systems a seguito della causa per diffazione intentata dalla società che gestisce i sistemi di voto. Carlson è stato tra i maggiori propagatori dell’idea complottista che le elezioni del 2020 fossero truccate.

“FOX News Media e Tucker Carlson hanno deciso di separarsi”, ha dichiarato la società televisiva aggiungendo ringraziamenti “per il suo servizio alla rete come conduttore e prima ancora come collaboratore”. L’ultima puntata del programma di Carson era andata in onda venerdì e il conduttore aveva annunciato che sarebbe tornato lunedì. Fox non ha risposto sulla possibilità che la partenza del conduttore sia collegata al caso Dominion.

Fiocco rosa per Adam Marusic, è nata la figlia Mia

Fiocco rosa per Adam Marusic, è nata la figlia MiaRoma, 24 apr. (askanews) – Fiocco rosa per il terzino della Lazio Adam Marusic e la sua compagna Milica Ugarak, che diventano genitori per la prima volta. La piccola Mia, con la mamma Milica, sta bene e pesa 3250 chilogrammi. E’ nata con parto cesareo nella mattinata di lunedì 24 aprile nella storica Clinica romana Casa di Cura Santa Famiglia in via dei Gracchi, Centro Nascite di eccellenza nazionale e unica struttura mono specialistica in ostetricia e ginecologia in Italia. A darne il lieto annuncio proprio la coppia dai loro profili Instagram. Terzino alla quinta stagione alla Lazio, nato a Belgrado classe 1992, forte fisicamente (soprannominato “Re Adam” o “King Adam”, in virtù del suo fisico possente), e legato alla piazza e ai tifosi da un grande affetto. Nella sua carriera da calciatore con la Lazio, Adam Marusic si è aggiudicato due trofei: la Supercoppa Italiana 2017/18 e la Coppa Italia 2018/19. La gioia e’ grande e condivisa anche dallo staff della Clinica che ha seguito il parto. ‘Benvenuta piccola Mia, i nostri migliori auguri a questa coppia di neo genitori che siamo felici di aver seguito e assistito presso la nostra Struttura – afferma Donatella Possemato, direttrice della Santa Famiglia. Ringrazio l’equipe medica guidata dal Dottor Luca Cipriano e tutto il personale per la cura e la professionalità con cui si adoperano affinché la nascita di un figlio sia vissuto come un momento “magico” della vita”

In Cina l’intelligenza artificiale sarà di regime

In Cina l’intelligenza artificiale sarà di regimeRoma, 24 apr. (askanews) – L’intelligenza artificiale in Cina deve essere in linea con le direttive del Partito comunista cinese. E’ sostanzialmente questo il senso delle nuove regolamentazioni emesse dall’Amministrazione del cyberspazio della Cina, che vengono a regolare il nuovo settore dei chatbot a nove mesi dal lancio di ChatGPT. Lo racconta oggi il New York Times.

I regolamenti prevedono che le compagnie che forniscono questi servizi debbano attenersi alle regole di censura stabilite dal Pcc, evitare qualsiasi materiale che metta in cattiva luce i leader cinesi o il Partito. L’intelligenza artificiale, inoltre, deve rispecchiare i “valori base del socialismo” e evitare informazioni che minino “il potere statale” o l’unità nazionale cinese. Inoltre le compagnie dovranno rispettare le norme sulla proprietà intellettuale e registrare i loro algoritmi con i regolatori.

Dopo il lancio di ChatGPT, che ha avuto una grande risonanza globale, anche le Big-Tech cinesi hanno cominciato a svelare i loro sistemi a intelligenza artificiale. Alibaba ha lanciato SenseTime per il riconoscimento facciale e Baidu ha lanciato il suo sistema IA Ernie integrato nel motore di ricerca. Alcune startup cinesi, inoltre, stanno lavorando a un’alternativa al chatbot sviluppato da OpenAI. ChatGPT è al momento bloccato in Cina.