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Tag: Sanremo 2023

Accordo per i migranti Italia-Albania, confronto aperto tra Palazzo Chigi e Bruxelles

Accordo per i migranti Italia-Albania, confronto aperto tra Palazzo Chigi e BruxellesRoma, 7 nov. (askanews) – Confronto in corso tra Palazzo Chigi e Bruxelles per cercare di fugare i ‘dubbi’ dalla Commissione europea sull’intesa sottoscritta ieri dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L’accordo, che deve essere tradotto in atti normativi, prevede la realizzazione in Albania di due centri, sotto giurisdizione italiana, per gestire le richieste di asilo dei migranti salvati in mare da navi “ufficiali”.

La Commissione, come detto ieri da Meloni, era stata informata dell’intesa, ma ha chiesto “dettagli” per poter valutare se l’iniziativa è in linea con la normativa Ue sull’asilo. Una normativa che si applica dentro il territorio nazionale degli Stati membri, comprese le acque territoriali, mentre all’esterno si applicano il diritto internazionale (che prevede in ogni caso il dovere di ricerca e soccorso in mare e il principio di “non respingimento”) e la Convenzione europea sui diritti umani. “Abbiamo chiesto di ricevere informazioni dettagliate su questo tipo di accordi”, ha detto la portavoce della Commissione per gli Affari interni Anitta Hipper, precisando che “la normativa sull’asilo dell’Ue si applica alle domande di asilo presentate nel territorio degli Stati membri, e questo include sia le frontiere che le acque territoriali”. Alla richiesta di chiarimenti da parte di Bruxelles Palazzo Chigi sta rispondendo in queste ore: secondo quanto spiegano fonti che si occupano direttamente del dossier sono in corso “interlocuzioni” con “scambio di documenti”. Meloni, in un’intervista al ‘Messaggero’ assicura di aver informato la Commissione “senza che questo comportasse criticità”, dicendosi anzi convinta che l’intesa “possa diventare un modello di collaborazione tra Paesi Ue e Paesi extra-Ue sul fronte della gestione dei flussi migratori”. Per la premier, in definitiva, si tratta di “un accordo dal grande spirito europeo” che è “perfettamente in linea con quei principi di solidarietà e cooperazione alla base della famiglia europea”.

“Bene il governo, che ha siglato un accordo per trasferire in Albania gli immigrati clandestini che cercano di entrare nel nostro Paese. È un passo concreto e significativo. L’Italia non è il campo profughi d’Europa”, commenta Matteo Salvini, anche se la Lega non sarebbe stata a conoscenza dell’accordo “gestito direttamente dal premier Giorgia Meloni”, come dice il sottosegretario del Viminale Andrea Molteni. A proposito dei due centri che dovrebbero essere realizzati entro la primavera (uno nel porto di Shengjin e uno a Gjader) oggi è arrivata la precisazione di Matteo Piantedosi. Il ministro degli Interni ha spiegato che quelle previste dall’accordo “non sono Cpr” ma “strutture analoghe a quella realizzata a Pozzallo-Modica”, “dove è possibile trattenere, in base a provvedimenti adottati da un giudice, le persone per il tempo necessario per svolgere in modo accelerato le procedure di identificazione e gestire le domande di asilo di quanti provengono da Paesi sicuri”.

Intanto l’opposizione va all’attacco. Secondo la segretaria del Pd Elly Schlein l’intesa “sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo” mentre Peppe De Cristofaro (Avs) parla di “deportazione di massa” e Riccardo Magi (+Europa) di “Guantanamo Made in Italy”. “Meloni – attacca il M5s – si inventa soluzioni che non risolvono nulla, invece di fare l’unica cosa necessaria: lavorare su accordi europei di rimpatrio, su vie legali d’accesso in Europa con pre-selezione delle domande nei Paesi d’origine e distribuzione alla fonte e, in attesa di questo, su un meccanismo strutturale e obbligatorio di ricollocamento europeo”.

Netanyahu: successo eccezionale, avanti fino alla fine. Ma Biden non vuole la rioccupazione di Gaza

Netanyahu: successo eccezionale, avanti fino alla fine. Ma Biden non vuole la rioccupazione di GazaRoma, 7 nov. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito un “successo eccezionale” i combattimenti in corso nella Striscia di Gaza, anche se “a volte si verificano anche perdite molto dolorose”. Parlando ai soldati, secondo quanto riportato da Haaretz, Netanyahu ha sottolineato che non c’è alcuna intenzione di fermare i combattimenti: “Intendiamo andare avanti fino alla fine”. Il presidente Joe Biden però, è contrario ad una “rioccupazione” di Gaza da parte delle forze israeliane. A dichiararlo al programma CNN The Morning è stato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. “Il presidente crede ancora che una rioccupazione di Gaza da parte delle forze israeliane non sia positiva. Non è positiva per Israele, non è positiva per il popolo israeliano”, ha detto Kirby commentando l’idea del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che intende affidare ad Israele la “responsabilità della sicurezza” su Gaza per un periodo di tempo “indefinito”. Kirby ha detto che il segretario di Stato Antony Blinken ha discusso con funzionari israeliani e sta discutendo con tutti i leader della regione un piano su come apparirà Gaza dopo la guerra Israele-Hamas. “Perché qualunque cosa sia, non può essere quella del 6 ottobre, non può essere Hamas”, ha ribadito Kirby. Il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale ha aggiunto che l’amministrazione Biden continua a spingere per una “soluzione a due Stati”, perché “crediamo che entrambe le parti possano vivere in pace e sicurezza in futuro”. Kirby ha spiegato che “anche se siamo nel mezzo di un conflitto, il presidente non si è arreso” su questa proposta.

A un mese dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente il primo ministro Benjamin Netanyahu ha aperto solo a “pause tattiche” per scopi umanitari, punto chiave delle richieste Usa nel lungo e complesso viaggio del segretario di Stato americano Antony Blinken nella regione. Netanyahu ad ABC News ha detto però che il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dipende dal rilascio di tutti gli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas. Il tutto dopo che il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha reso noto che il presidente Usa Joe Biden ha discusso con il primo ministro israeliano “la possibilità di pause tattiche per aiutare i civili a raggiungere luoghi più sicuri”. Intanto l’Idf ha affermato che le sue operazioni di terra a Gaza hanno fatto notevoli progressi,aggiungendo che il suo scopo è quello di aumentare la pressione sulle roccaforti di Hamas, compreso il campo profughi di Shati e il quartier generale di Hamas all’interno, nonché i tunnel sotto l’ospedale di Shifa.

Alimenti, il pesto è la salsa più ‘googlata’ al mondo

Alimenti, il pesto è la salsa più ‘googlata’ al mondoGenova, 7 nov. (askanews) – Il pesto è la salsa più “googlata” al mondo, anche più di ragù e sugo al pomodoro. A dirlo sono i dati ufficiali relativi a ricerche, posizionamento e trend della parola chiave “pesto”. Un oro verde a tutti gli effetti che, con l’avvio della campagna promozionale #Pesto Masterpiece of Liguria, scala le classifiche del web con più di 40 mila ricerche ed oltre 300 milioni di risultati indicizzati dopo il World Travel Market di Londra.

Nel nostro Paese la parola viene ricercata principalmente nel periodo primaverile ed estivo, ma sono i dati internazionali a premiare la Liguria con un andamento di interesse alto e costante tutto l’anno. Nello specifico, le keywords correlate fanno emergere che è il pesto alla genovese la ricetta più frequente tra le ricerche.  “Il pesto è un elemento riconosciuto e riconoscibile del Made in Italy – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – che vediamo dal report essere associato alla città di Genova. Questo significa che una porzione sempre più ampia di pubblico non solo è interessata a scoprirne gli ingredienti, ma ha anche ben presente dove si colloca nel mondo. Se si confronta la parola chiave ‘pesto’ con quelle di altre salse famose, per esempio ragù e salsa al pomodoro, è evidente come in Italia l’interesse per questo condimento sia decisamente più alto rispetto alle altre due”.

“Anche in questa occasione – conclude il governatore ligure – i numeri sostengono la scelta di promuovere il territorio attraverso la sua icona gastronomica. Un ottimo segnale per il turismo, ulteriormente stimolato dalla campagna #Pesto Masterpiece of Liguria presentata ieri a Londra”.

Vino, Consorzio Asti Docg partner delle Nitto Atp Finals di Torino

Vino, Consorzio Asti Docg partner delle Nitto Atp Finals di TorinoMilano, 7 nov. (askanews) – L’Asti Docg è Official sparkling wine e Silver partner delle Nitto Atp Finals di Torino, torneo che dal 12 al 19 novembre vede sfidarsi i magnifici otto tennisti del ranking mondiale.

A fare da anteprima a uno degli eventi tennistici più attesi dell’anno, martedì 7 novembre la “Window Opening Ceremony Shopping Night” dove, al piano zero della Rinascente di via Lagrange, l’Asti Docg sarà il vino servito nell’area “wine&food” (spazi Obicà). E il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante saranno nei calici anche del “Nitto Atp Finals Innovation Summit” del 9 novembre in piazza Castello, del “Welcome Cocktail” di apertura delle Finals a Palazzo Reale e dell’”Atp Tournament Welcome Dinner” la cena riservata ai direttori di gara, che si terranno l’11 novembre Spazio anche al “Charity Brunch”, l’evento di beneficenza del 14 novembre al Museo del Cinema con in palio alcuni memorabilia di tennisti nazionali e internazionali. In particolare, il Consorzio Asti Docg metterà all’asta una racchetta di Lorenzo Sonego, brand ambassador della Denominazione, oltre ai completi dei giocatori Trevisan, Struff e Davidovich Fokina. L’intero ricavato sarà devoluto all’Istituto di Candiolo, centro specializzato nel trattamento delle patologie oncologiche inserito nella Rete Oncologica del Piemonte-Valle d’Aosta.

Inoltre, per tutta la durata del torneo, il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante saranno serviti sia all’interno del Fan Village del Pala Alpitour che nello Spazio Gattinoni, il corner consortile cittadino allestito in via Cesare Battisti.

Vino, il Consorzio Custoza Doc sarà a “Fieracavalli” a Verona

Vino, il Consorzio Custoza Doc sarà a “Fieracavalli” a VeronaMilano, 7 nov. (askanews) – Il Consorzio tutela vino Custoza Doc sarà a “Fieracavalli”, la manifestazione punto di riferimento del panorama equestre internazionale in programma dal 9 al 12 novembre presso Veronafiere. Il vino bianco di Verona animerà la “Vip Lounge” del padiglione otto della Fiera, teatro della 22esima edizione di “Jumping Verona”, unica tappa italiana della “Longines Fei Jumping World CupTM”.

“Custoza Doc e Superiore ben interpretano il nostro terroir e affiancano con uno stile elegante e versatile le manifestazioni culturali di eccellenza della nostra città” ha dichiarato la presidente del Consorzio tutela vino Custoza Doc, sottolineando che “in questo contesto la nostra Denominazione non solo si rivolge al pubblico nazionale ed internazionale presente ma ritrova la sua storica anima veronese contribuendo ad animare uno dei contesti più importanti della città”. Il Consorzio sarà presente con i suoi vini non solo nelle giornate di fiera ma anche nello speciale fuori salone organizzato per il 125esimo anniversario di “Fieracavalli”. Il Custoza Doc sarà infatti il vino ufficiale di “Crazy Horse Night”, la serata in programma sabato 11 novembre a partire dalle 22 alle Gallerie Mercatali, che vedrà esibirsi il celebre musicista Bob Sinclar.

Migranti, interlocuzione Governo-Commissione Ue su accordo con Albania

Migranti, interlocuzione Governo-Commissione Ue su accordo con AlbaniaRoma, 7 nov. (askanews) – Gli uffici della Presidenza del Consiglio stanno “interloquendo” con la Commissione europea, con cui è in corso uno scambio di documenti, a proposito dell’intesa siglata ieri con l’Albania per la realizzazione di due centri per la gestione dei migranti. E’ quanto si apprende da fonti che seguono il dossier.

Oggi la portavoce della Commissione per gli Affari interni Anitta Hipper aveva detto che la Commissione aveva chiesto al governo italiano di “ricevere informazioni dettagliate su questo tipo di accordi”.

Eicma: 2030 brand e 700 espositori, 67% provenienti dall’estero

Eicma: 2030 brand e 700 espositori, 67% provenienti dall’esteroMilano, 7 nov. (askanews) – Oltre 2030 brand presenti, 700 espositori diretti, di cui il 67% proveniente dall’estero in rappresentanza di quarantacinque Paesi. Più del 30% sono imprese che espongono per la prima volta, otto i padiglioni occupati, due in più rispetto al 2022. E poi decine di migliaia di operatori del settore da 120 differenti nazioni e giornalisti, content creator, professionisti della comunicazione di oltre sessanta diverse nazionalità. Sono questi i numeri dell’Edizione numero 80 di Eicma, l’Esposizione internazionale delle due ruote, che torna nel quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho da oggi fino a domenica 12 novembre.

“Dati da olimpiade, un’olimpiade della passione e della mobilità su due ruote che, a differenza dei giochi olimpici, si celebra ogni anno”, ha commentato il presidente di Eicma, Pietro Meda durante l’evento inaugurale alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. “Due terzi degli espositori presenti a Eicma arrivano dall’estero e questo deve essere un motivo di vanto, non di preoccupazione. L’industria italiana non teme rivali, se punta sulla qualità”, ha detto Salvini che ha annunciato anche investimenti sui guardrail per renderli sicuri anche per le moto.

Una storia lunga 109 anni e un’evoluzione da fiera a un evento espositivo unico, Eicma ha nella ricca offerta di contenuti e nella duplice natura b2c e b2d i suoi valori più importanti. Dopo la due giorni dedicata ai media e al business, da giovedì 9 a 12 novembre Eicma aprirà al grande pubblico con un fitto palinsesto di contenuti. Tra le novità di quest’anno l’area Yum, uno spazio espositivo interamente dedicato alla mobilità urbana con la conferma dell’area test per le e-bike e l’Eicma Esports Arena, che debutta in fiera portando per la prima volta il mondo dal gaming nelle kermesse meneghina. Nell’area esterna MotoLive invece, il pubblico potrà assistere a spettacoli, esibizioni di stuntmen, gare di motocross e run di Freestyle e Trial Acrobatico ed effettuare test ride di moto.

Giappone, salari reali -2,4 per cento a settembre

Giappone, salari reali -2,4 per cento a settembreRoma, 7 nov. (askanews) – La situazione di elevati prezzi al consumo persiste in Giappone e, a settembre di quest’anno, il salario reale medio per lavoratore è diminuito del 2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, segnando un trend negativo continuato per 18 mesi consecutivi. Lo segnala l’Indagine mensile sul lavoro del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare nipponico, basata su 30mila luoghi di lavoro con almeno cinque dipendenti.

L’importo totale delle retribuzioni in contanti, che include lo stipendio base e gli straordinari, è risultato essere in media di 279,304 yen (1,737 euro), +1,2% rispetto a settembre dell’anno precedente, continuando un trend positivo che contiunua da 21 mesi consecutivi. Tuttavia, a causa dell’aumento dei prezzi al consumo, il salario reale ha continuato a registrare una tendenza negativa. “Sebbene i salari stiano aumentando a seguito dei negoziati salariali di primavera e di altri fattori, la situazione di elevati prezzi al consumo persiste e i salari reali continuano a diminuire. A partire da ottobre, il salario minimo è stato aumentato in tutto il paese, quindi vogliamo monitorare attentamente come questo e la situazione dei prezzi al consumo influenzeranno i salari reali”, afferma il rappoeto.

Il capo di gabinetto del governo, che funge anche da portavoce dell’esecutivo, Hirokazu Matsuno ha dichiarato in una conferenza stampa: “L’aumento dei salari non sta tenendo il passo con l’alta inflazione, e il consumo mostra una mancanza di vigore. Nelle misure economiche complessive, includeremo azioni multi-livello come l’estensione delle misure di mitigazione per le fluttuazioni estreme dei prezzi di carburanti, elettricità e gas; creeremo un ambiente favorevole all’incremento dei salari e, come misura temporanea e mirata, eseguiremo una riduzione forfettaria dell’imposta sul reddito e dell’imposta comunale personale. Vorremmo presentare rapidamente il disegno di legge del bilancio correttivo al parlamento, perseguire l’adozione rapida e metterci tutto l’impegno per l’attuazione”.

Premio europeo imprese femminili 2023 a Romina Nicoletti

Premio europeo imprese femminili 2023 a Romina NicolettiRoma, 7 nov. (askanews) – Il Premio europeo per le imprese femminili 2023 risalta e dà voce alle analisi elaboratore dall’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere, che quest’anno evidenzia l’importanza dell’imprenditoria al femminile nel mostrare maggiore attenzione al welfare e al benessere aziendale, con una convinta attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale dei processi economici.

La premiazione si terrà il 25 novembre presso l’Università degli Studi di Pavia. Una tematica sociale, occupazionale ed economica da tempo al centro delle politiche europee e italiane. A fine 2022 le imprese femminili italiane registrate risultano essere 1.337mila, il 22,21% del totale. Una particolare attenzione è dedicata alle donne imprenditrici promotrici di sinergie, proposte innovative e casi di successo nell’export e nella promozione di prodotti e servizi Made in Italy. Tra le premiate di quest’anno figura l’imprenditrice Romina Nicoletti, Ceo e fondatore di M.Ro Business Cooperation and Innovation Company, che fornisce consulenza strategica alle organizzazioni d’impresa e alle stesse imprese, elaborando e pianificando degli obiettivi per le strategie commerciali e nel coinvolgere gli stakeholder delle politiche pubbliche nella realizzazione degli obiettivi strategici comuni.

Romina Nicoletti ha sviluppato un grande lavoro nel processo di internazionalizzazione dell’impresa, con particolare attenzione alle PMI femminili, nel facilitare l’accesso di tali imprese ai mercati esteri. La figura di Nicoletti è nota per il suo ruolo come Capo Delegazione per l’Italia per il Florida International Trade and Cultural Expo (FITCE) dove quest’anno hanno partecipato 70 Nazioni. Nicoletti ha portato aziende di tutti i settori e realizzato il primo Country Pavillion della storia del FITCE facendo diventare il format ITALIAN DELEGATION MADE ITALY un evento internazionale annuale finalizzato alla promozione delle aziende italiane sul mercato Usa e americano. Romina Nicoletti rappresenta un esempio di eccellenza imprenditoriale al femminile nella creazione di ponti tra Italia, Usa e Sudafrica e nella diffusione, tutela e implementazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Infine, l’imprenditrice è anche Chair per l’Africa del movimento Stati Generali delle Donne, aiutando le donne del continente africano a trovare il proprio percorso di rinascita ed emancipazione sociale ed economica. Dall’analisi di queste storie emerge che le imprese femminili non solo non si sono arrese di fronte alle difficoltà ma dimostrano più forza e più resilienza, attivando anche azioni di filiera verso l’internazionalizzazione. Sempre più donne scelgono di mettere sul mercato le proprie competenze ed il proprio talento aprendo attività in alcuni settori che ancora sono a prevalente presenza maschile.

Unionfood: su IV gamma urge tavolo al Masaf con gdo, settore in sofferenza

Unionfood: su IV gamma urge tavolo al Masaf con gdo, settore in sofferenzaMilano, 7 nov. (askanews) – Un tavolo al ministero dell’Agricoltura sulla filiera della IV gamma, il comparto che comprende verdura, ortaggi e frutta freschi conservati in sacchetti pronti all’uso, a cui sieda anche la grande distribuzione. L’obiettivo: “valorizzare una filiera corta e stressata” che oggi “sta soffrendo”. A chiederlo è il direttore generale di Unione italiana food, Mario Piccialuti, in occasione di un’iniziativa del gruppo IV gamma presso lo stabilimento di Ortoromi a Borgoricco, nel Padovano. Una richiesta che lo stesso Piccialuti ha detto di portare avanti ormai da due anni ma che si fa ancora più urgente alla luce degli ultimi dati del comparto: al 30 settembre infatti il fatturato è sceso a 850 milioni di euro, con una perdita che se a a valore è stata dello 0,8%, a volume ha toccato un -5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.

“Chiediamo al governo di metterci intorno a un tavolo”, ha detto spiegando che “si tratta di “un tavolo simile a quello convocato dal Masaf di recente sulla filiera grano-pasta. Riguarda esclusivamente una filiera, in questo caso la IV gamma, ma per quanto ci riguarda deve comprendere anche l’ultimo anello e quindi le rappresentanze della distribuzione”. Il motivo è lo stesso Piccialuti, in rappresentanza del gruppo IV gamma di Unionfood, a chiarirlo: “La grande distribuzione ci deve essere non solo perché ha una quota di mercato e quindi ha un suo interesse attraverso il marchio privato, ma anche perché c’è una gestione di un prodotto deperibile che nelle ultime fasi è affidata proprio a loro”. Oggi la grande distribuzione, attraverso la propria private label, copre il 70% del mercato dei prodotti di IV gamma che ha chiuso il 2022 con un fatturato che ha sfiorato il miliardo. Ed è proprio lei che deve garantire il mantenimento della catena del freddo nelle fasi di commercializzazione, catena del freddo che l’industria raccomanda di rispettare fino al momento del consumo. Oggi, come ha detto Piccialuti, il comparto della IV gamma sta soffrendo. Da una parte l’inflazione e la conseguente erosione del potere d’acquisto delle famiglie che penalizza un prodotto ad alto contenuto di servizio con un prezzo medio che è più alto del corrispondente prodotti di prima gamma, frutta e verdura fresca sfusa. Ma “c’è anche una pressione enorme sul valore della filiera: il rovescio di avere una filiera cortissima come questa è la pressione esercitata sia dall’agricoltura che dalla gdo. Non esiste settore stressato dalla programmazione degli ordini come la IV gamma”. Per l’industria questa difficoltà è in parte imputabile proprio al ruolo della grande distribuzione, forte della sua posizione dominante sul mercato. “Ci sono catene che entro sera ci mandano un pre-ordine con un margine di sicurezza dell’80% sugli ordini e per noi è molto importante – ha detto Cristiano Detratti, ad di Ortoromi azienda associata al gruppo IV Gamma di Unionfood – ma ci sono catene che alle 11 del mattino, ma anche prima di mezzogiorno non hanno mandato gli ordinativi e questo è un problema per noi che abbiamo un importante apporto del lavoro dell’uomo”.

In questa fase di “sofferenza” del comparto, il gruppo IV gamma di Unionfood arriverà al tavolo governativo con una proposta di aggiornamento della della legge 77 del 2011 e della normativa prevista dal decreto ministeriale 3746 del 2014. “Vorremmo portare una proposta di miglioramento, anzi di vero e proprio aggiornamento della legislazione vigente sulla IV gamma”, ci ha spiegato precisando subito che “l’aggiornamento normativo che vogliamo proporre al ministero non fa sconti alla sicurezza e alla qualità, anzi tutti coloro che non si adeguano possono essere tagliati fuori perchè l’obiettivo principale è portare a vantaggio del consumatore tutti gli investimenti in sicurezza e qualità fatti dalle aziende”. Nel dettaglio, la richiesta principale riguarda la vita a scaffale dei prodotti. “Vorremmo che si portasse da sei a otto giorni la shelf life di questi prodotti in modo da ridurre lo spreco alimentare – ha detto – ma ci sono richieste che riguardano anche il processo di lavorazione, come la fase di lavaggio, temi che riguardano il tempo di lavorazione, le temperature di conservazione”. C’è poi un ulteriore punto che sembra di mera nomenclatura ma che nasconde una delle principali innovazioni che negli ultimi anni sta attraversando il settore, quella delle colture idroponiche. “Si sono sviluppate nuove tecniche come l’idroponica, il vertical farming che prevedono una produzione in ambiente chiuso e protetto, senza o poco uso di acqua – ha affermato Piccialuti – quel prodotto per sua natura non viene lavato in vasca come avviene nella IV gamma tradizionale per cui paradossalmente non posso immetterlo sul mercato perchè tecnicamente i prodotti di IV gamma sono lavati e pronti all’uso. Quiindi c’è bisogno di un aggiornamento terminologico che se non avvenisse taglierebbe fuori tutto il vertical farming”.