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Tag: Sanremo 2023

Turismo, Santanchè: passare a destagionalizzazione e fare squadra

Turismo, Santanchè: passare a destagionalizzazione e fare squadraMilano, 26 ott. (askanews) – “Fino a prima della riforma del Titolo V, l’Italia era la prima nazione per turismo, dopo quella sciagurata riforma siamo al quarto posto. Dobbiamo ridare al turismo la centralità nell’industria del Paese che dovrebbe avere. L’unico modo per riuscirci è passare alla destagionalizzazione, puntare sul marchio Made in Italy e soprattutto ‘fare squadra’ presentandoci nel mondo uniti e non frammentati”. Lo ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, parlando alla platea di sindaci ed amministratori locali riuniti nell’ultima giornata dell’Assemblea Anci. Per il ministro, “la de-stagionalizzazione è un pilastro fondamentale, le abitudini turistiche sono cambiate e il nostro Paese è ormai appetibile in tutte le stagioni, non soltanto in quella estiva. Per questo bisogna fare leva sugli eventi sportivi e fieristici come ha dimostrato di recente la Ryder Cup a Roma”. Questo va di pari passo con la capacità di sfruttare al meglio le peculiarietà del nostro sistema che è fatto “di tanti piccoli comuni che sono un vero tesoro anche enogastronomico”. Per questo motivo “come ministero nell’ambito del Pnrr, abbiamo lanciato un bando per il turismo nei borghi ottenendo importanti risultati, visto che sono arrivati 900 progetti, vale a dire che un comune su cinque si è candidato”, ha sottolineato il ministro.

Altro tema su cui intervenire è la frammentazione dell’offerta turistica nazionale. “E’ giusto che le Regioni vadano nel mondo a promuovere le proprie specificità, ma se il brand ‘Made in Italy’ è il terzo per importanza nel mondo dobbiamo ripartire da questo. Vanno copiate le esperienze realizzate dalle imprese, fare squadra per ridare slancio ed appeal al turismo nazionale”, ha concluso Daniela Santanchè.

Assica, Isit e Ivsi: riforma Ig successo del sistema Italia

Assica, Isit e Ivsi: riforma Ig successo del sistema ItaliaRoma, 26 ott. (askanews) – Un successo del sistema Italia e un risultato per nulla scontato. Assica – associazione industriali delle carni e dei salumi), Isit – istituto salumi italiani tutelati e Ivsi – istituto valorizzazione salumi italiani, in una nota esprimono soddisfazione sia per l’accordo politico interistituzionale raggiunto il 24 ottobre scorso in merito alla riforma del regolamento UE sulle indicazioni geografiche, sia per aver ottenuto che nei criteri di aggiudicazione dei fondi promozione UE per l’anno 2024 fosse stralciato un nuovo sotto criterio per i programmi rivolti al mercato interno dell’UE che discriminava le carni rosse e trasformate.

«Sono sicuro che senza il lavoro del Masaf e di Paolo De Castro non sarebbe stato possibile ottenere un accordo politico su un così grande pacchetto di proposte di emendamento che migliorano considerevolmente la proposta della Commissione europea. Siamo convinti che un tale “modus-operandi” possa essere ripetuto sempre più spesso in futuro fino a diventare la normalità operativa del nostro Governo”, commenta Pietro D’Angeli, presidente di Assica. Per il presidente di Isit Lorenzo Beretta “il risultato va al di là di ogni più rosea aspettativa, tenendo conto delle difficoltà di un negoziato che ha visto, specialmente in Consiglio, la maggior parte degli Stati Membri ostili al sistema delle Indicazioni geografiche UE. L’accordo politico conferma non solo la visione politica delle IG come uno dei pilastri di sviluppo agroalimentare dell’Unione Europea ma anche un sistema senza eguali nel mondo”.

“Per quanto riguarda i criteri dei fondi UE per la promozione dei prodotti agro-alimentari UE – ha concluso Francesco Pizzagalli, presidente di Ivisi – il lavoro del Masaf ha fatto in modo che prevalesse un approccio volto a evitare discriminazioni preconcette tra prodotti, propositivo e di sostegno per tutte le produzioni che dimostrano un impegno verso la sostenibilità”.

Mimit: trimestre anti inflazione, salgono a 32 i marchi aderenti

Mimit: trimestre anti inflazione, salgono a 32 i marchi aderentiRoma, 26 ott. (askanews) – Cresce ed è in continuo aggiornamento il numero di adesioni delle aziende nazionali e internazionali al ‘Patto Anti Inflazione’, l’iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per contenere i prezzi della spesa e supportare il potere d’acquisto delle famiglie. I grandi marchi aderenti al Patto hanno raggiunto quota 32, mentre sono 30.000 i punti vendita in tutta Italia nei quali si possono fare acquisti a prezzi convenienti. In vista del periodo natalizio, è significativa l’adesione di importanti imprese del settore dei giocattoli e dei prodotti per l’infanzia. Con un comunicato il Minit fa il punto della situazione sull’iniziativa.

Tra le 32 aziende, vasta è la presenza del settore dei beni alimentari, della cura della persona e della casa, tra cui si annoverano: Ferrero, Cameo, Beiesdorf, Danone, Mondelez Italia, Duracell, Barone 00, Bolton Food, Mutti, Orogel, Valsoia, Zuegg, Star Stabilimento Alimentare, Compagnia Surgelati Italiana, Ferrari Industria Casearia, Il Gusto Vero, Inalca, Mare Aperto Foods, Molino Bongiovanni, Montefarmaco, Morato Pane, Pastificio F.lli Cellino, Savencia Fromage & Dairy Italia, Sc Johnson, Sibeg, Spumador, Saponificio Chizzoni & C. Una partecipazione, prosegue il comunicato, che vede inoltre attive importanti realtà del settore dei giocattoli e dei prodotti per l’infanzia (Trudi, Inglesina, Peg Perego, Ludattica, Italtrike), ulteriore segnale per le famiglie e per i consumatori, soprattutto in vista del periodo natalizio.

Crescono anche i punti vendita in tutta Italia, che superano quota 30.000. Le regioni con maggiori adesioni sono la Lombardia con 4.547 punti vendita aderenti al trimestre anti evasione, il Lazio con 2.992 punti vendita e il Piemonte con 2.711 punti.

Fonti MiC: Biennale, Cicutto in carica fino a termine mandato

Fonti MiC: Biennale, Cicutto in carica fino a termine mandatoMilano, 26 ott. (askanews) – Il presidente della Biennale di Venezia Roberto Cicutto resterà in carica fino alla fine del suo mandato, a marzo 2024. Lo hanno precisato fonti del ministero della Cultura: “In riferimento a notizie di stampa di oggi relative alla designazione di Pietrangelo Buttafuoco al vertice della Fondazione La Biennale di Venezia – hanno specificato – si precisa che l’attuale presidente, Roberto Cicutto, resterà in carica fino al termine del mandato, marzo 2024, al fine di garantire la necessaria continuità istituzionale e un graduale e ordinato passaggio di consegne. La proposta di nomina di Buttafuoco rappresenta solo l’inizio di un percorso il cui primo passo è il parere consultivo delle Commissioni Cultura di Camera e Senato”.

Vino, Nomisma: inflazione e crisi riducono consumi in tutto il mondo

Vino, Nomisma: inflazione e crisi riducono consumi in tutto il mondoMilano, 26 ott. (askanews) – Nei primi otto mesi del 2023 le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei top 12 mercati internazionali (quelli che pesano per oltre il 60% sulle importazioni mondiali di vino) risultano in calo dell’8%. Stessa sorte tocca agli spumanti, la categoria che nell’ultimo decennio era invece cresciuta senza soluzione di continuità, che fanno segnare uno speculare -9%. Si tratta di variazioni in linea con la media del mercato, con un trend negativo che risparmia pochi Paesi esportatori e che vede anche il nostro primo mercato di sbocco a valore, gli Stati Uniti, ridurre le importazioni dall’Italia del 13%. Gli Usa e i mercati internazionali hanno rappresentato il primo focus di approfondimento del “X Forum Wine Monitor”, organizzato da Nomisma e arricchito dai contributi di Federico Zanella, presidente e Ceo di Vias Imports, e di Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi Frescobaldi.

“Nel mercato statunitense, tutti i principali esportatori di vino soffrono a causa di una riduzione nella capacità media di spesa dei consumatori” ha evidenziato Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, spiegando che “solo la Nuova Zelanda, con il suo Sauvignon Blanc, non sembra conoscere crisi, mettendo a segno una crescita delle esportazioni di oltre il 20% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Non va meglio sul mercato nazionale. Le vendite di vino nel canale retail flettono, nel cumulato fino a settembre, di un calo superiore al -2% a volumi, con riduzioni più elevate in Gdo nel caso dei vini fermi (-3,8%). Crescono solamente gli acquisti di spumante (+2,3%) ma il dato, sempre secondo Nomisma, nasconde un effetto “sostituzione” che vede aumentare gli spumanti generici (più economici) a scapito di quelli a denominazione, Doc e Docg. Anche le previsioni sui comportamenti di consumo degli italiani per i prossimi 6 mesi (dedotte da una specifica Consumer Survey condotta da Nomisma e commentata durante il Forum assieme ad Ettore Nicoletto, Presidente & Ceo di Angelini Wines & Estates) non sono positive: al netto di chi non modificherà gli acquisti di vino rispetto alla situazione attuale (almeno 6 italiani su 10, ma nel contesto di una generalizzata riduzione dei consumi), c’è un 16% di consumatori che prevede di ridurli, nell’obiettivo di risparmiare sulla spesa in generale.

In questo scenario così complesso e incerto, sono soprattutto le piccole imprese vinicole a soffrire di più, anche a causa di una situazione finanziaria interna sovente minata da pesanti indebitamenti che rischiano di esplodere in conseguenza della stretta in atto sui tassi di interesse applicati. Basti pensare, sottolinea Nomisma, che per le società di capitale con fatturato fino a 10 milioni di euro, gli oneri finanziari sull’Ebitda vanno dall’11% per le imprese tra 2 e 10 milioni di euro, al 37% per quelle con fatturato inferiore. Si tratta di realtà che rappresentano l’85% del tessuto imprenditoriale del settore vinicolo, a cui sono riconducibili quasi il 50% degli addetti occupati.

Calderoli: pubblicata direttiva che riduce contenzioso Stato-Regioni

Calderoli: pubblicata direttiva che riduce contenzioso Stato-RegioniRoma, 26 ott. (askanews) – “E’ stata pubblicata in queste ore in Gazzetta Ufficiale la direttiva in materia di razionalizzazione dell’attività istruttoria del Governo e di riduzione del contenzioso Stato-Regioni davanti alla Corte costituzionale, esaminata lunedì dal Consiglio dei Ministri. E’ un’iniziativa importante che il Governo porta avanti con l’obiettivo di migliorare il raccordo tra l’amministrazione centrale e le Regioni e le Province autonome, valorizzando la leale collaborazione cui devono essere ispirati i rapporti istituzionali ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione”. Così in una nota il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli.

“Fin dall’inizio del mio mandato come ministro per gli Affari Regionali – ha sottolineato – ho preso l’impegno di garantire un sempre miglior coordinamento tra il Governo centrale e gli Enti territoriali, e i numeri di questo primo anno dell’Esecutivo sono lì a dimostrarlo. Oltre il 96% delle leggi regionali esaminate ha superato lo scoglio delle impugnative, abbattendo radicalmente il numero delle leggi regionali: infatti solo 23 su 621 sono state impugnate. Dati significativi, che proprio attraverso questa direttiva intendiamo perfino migliorare”. “Il mio e nostro scopo è abbattere ulteriormente i contenziosi, assicurando un esercizio efficace delle attribuzioni costituzionali e contemporaneamente creando le condizioni per sciogliere i dubbi di legittimità. Insomma, l’adozione della direttiva costituirà un tassello prezioso per perfezionare il sistema di relazioni tra Governo ed Enti territoriali, e quindi ridurre anche gli sprechi”, ha concluso Calderoli.

Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzione

Manifestazione Cia a Roma: in 2000 contro costi produzioneRoma, 26 ott. (askanews) – Oltre duemila gli agricoltori di Cia scesi stamattina in piazza Santi Apostoli a Roma e per vie del centro con cartelli e bandiere verdi per protestare contro una crisi che, dal campo alla tavola, sta portando i prezzi alle stelle e rendendo gli agricoltori più poveri. Cia chiede con urgenza “quel piano agricolo nazionale sempre annunciato e mai realizzato, che rimetta al centro l’impresa e il suo reddito”.

“Noi non siamo il problema, ma la soluzione!”, ha ripetuto più volte dal palco il presidente nazionale, Cristiano Fini, rivendicando il ruolo chiave del settore, anche nella transizione green. “A dispetto di tutte le fake news – ha detto Fini – gli agricoltori non inquinano, rispettano da anni gli impegni ambientali anche mettendo a rischio i loro profitti; producono energie alternative e non sprecano acqua, ma la usano per produrre cibo di qualità. Senza agricoltura, il Made in Italy non può esistere e la sicurezza alimentare non ha garanzie”. La crisi è evidente nei vari comparti agricoli: l’ortofrutta è in ginocchio, con un taglio del 40% della produzione. Il vino Made in Italy ha perso in media il 12% quest’anno. Anche la zootecnia è in sofferenza, con un 2023 inaugurato dal calo del 30% della produzione di carne bovina e continuato con il proliferare della peste suina.

E mentre i listini dei cereali sono in caduta libera (-40%), “il carrello della spesa si fa più pesante con l’inflazione, che fa esplodere il divario – sottolinea Cia – tra i prezzi pagati agli agricoltori e quelli sugli scaffali dei supermercati. Oggi un produttore prende 35 centesimi per un chilo di grano duro, mentre un pacco di pasta costa 2,08 euro, con un aumento del 494% dal campo alla tavola”. Stessa dinamica sul latte: all’allevatore vanno 52 centesimi al litro, ma il consumatore per comprarlo spende 1,80 euro (+246%).

M.O., Tajani: no cessate fuoco ma possibile tregua per evacuazione

M.O., Tajani: no cessate fuoco ma possibile tregua per evacuazioneBruxelles, 26 ott. (askanews) – Al momento nella crisi tra Israele e Hamas “non può esserci un cessate il fuoco ma ci può essere un accordo per una eventuale breve sospensione per far uscire la popolazione civile e i cittadini con doppio passaporto, penso al gruppo di 19 persone tra i quali ci sono 14 italiani”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a Bruxelles.

“Stiamo lavorando – ha aggiunto – per evitare un’escalation, dobbiamo assolutamente evitare che il conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas diventi un conflitto regionale, serve grande prudenza e senso di responsabilità e tutte le iniziative del governo italiano vanno in questa direzione”. “Fermo restando il sostegno a Israele che ha il diritto a eliminare le centrali di Hamas”, per Tajani, “siamo anche preoccupati per la popolazione palestinese. La nostra azione punta a costruire la pace con due popoli e due Stati. La situazione è difficile ma non bisogna mai demordere perchè il dialogo e la diplomazia possano raggiungere un risultato positivo. Il terrorismo va sconfitto e noi lavoriamo anche in questa direzione”.

Ucraina, la Slovacchia sospende il sostegno militare a Kiev

Ucraina, la Slovacchia sospende il sostegno militare a KievMilano, 26 ott. (askanews) – La Slovacchia non fornirà più armi all’Ucraina, solo aiuti umanitari, afferma il nuovo primo ministro Robert Fico. Lo annuncia all’indomani della sua nomina a primo ministro da parte della presidente Zuzana Caputova, ed è da oggi a Bruxelles per il vertice Ue. Lo riporta afp.

Il sostegno all’Ucraina è diventato un tema della campagna elettorale di Fico che ha già frenato anche sulle sanzioni alla Russia. Fico ha alzato la posta già durante la campagna quando, in chiara contraddizione con la politica e le promesse dell’UE, ha promesso di ritirare il sostegno militare della Slovacchia all’Ucraina nella guerra con la Russia .

Secondo la tv slovacca Fico ha ribadito alla commissione per gli affari europei del parlamento di Bratislava che non invierà armi all’Ucraina, ma vuole mantenere gli aiuti umanitari, compreso lo sminamento del territorio ucraino. In sede europea sarà contrario a qualsiasi sanzione contro la Russia, a meno che non vengano quantificati gli effetti finanziari di tali sanzioni.

“Come primo ministro, sosterrò lo stop ad aiuti militari all’Ucraina”, ha detto Fico. La sua posizione fa sì che, dopo l’Ungheria, la Slovacchia sia il secondo paese del Gruppo Vysegrad a rifiutare le forniture di armi all’Ucraina. “La posizione del mio governo è che la cessazione immediata delle operazioni militari è la migliore soluzione che abbiamo per l’Ucraina. L’Unione europea dovrebbe trasformarsi da fornitore di armi a operatori di pace”, aggiunge il primo ministro secondo la tv slovacca.

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazione

Nestlé in Italia: nel 2022 erogate oltre 84mila ore di formazioneMilano, 26 ott. (askanews) – Nel 2022 il gruppo Nestlé in Italia ha erogato oltre 84mila ore di formazione in aula alle sue persone, coinvolgendo i dipendenti di tutte le fasce d’età e ruoli aziendali. Più della metà della formazione (51,5%) è stata dedicata a rafforzare le competenze soft, funzionali e di leadership, che variano in base alle necessità delle diverse aree di business (es. skills trasversali, specifiche funzionali, leadership, linguistiche) con focus sull’ambito digital/innovation. Complessivamente, circa il 40% è stato invece destinato al tema salute & sicurezza (22,8%), un ambito su cui Nestlé pone particolare attenzione, e alla formazione aziendale di compliance, tra codice etico, diritti umani e sostenibilità ambientale (17,6%). Inoltre, il gruppo ha scelto di porre una costante attenzione al miglioramento professionale delle persone delle fabbriche con percorsi formativi ad hoc per ogni fabbrica che mirano ad aumentare consapevolezza e competenze in ambito tecnico, digitale e su temi di sostenibilità.

L’impegno di Nestlé per la formazione prevede anche la collaborazione con altre aziende. Quest’anno è stato lanciato il Next gen days, il programma dell’Advisory board investitori esteri di Confindustria che ha l’obiettivo di potenziare le skills professionali e la leadership di giovani talenti aziendali. Sono 18 le aziende italiane a controllo estero riunite in Abie che hanno aderito all’iniziativa, selezionando ciascuna due giovani talenti tra i propri dipendenti da coinvolgere nel progetto e impegnandosi a ospitare a rotazione le sessioni formative. Il 19 e 20 settembre è stato il turno di Nestlé, che ha accolto presso il proprio headquarter di Assago 30 ragazzi e ragazze che si sono confrontati su cosa significhi leadership oggi e quali siano le competenze chiave per diventare i leader del futuro. Le due giornate di formazione si sono concluse con una visita on-site presso lo stabilimento Nestlé di S. Pellegrino, nella Bergamasca. “La formazione e la crescita professionale delle nostre persone costituiscono il cuore della filosofia aziendale di Nestlé. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e, in questo contesto, oltre alle competenze tecniche, sono le soft skills a rivestire un ruolo sempre più cruciale, quali la capacità di lavorare sia in gruppo che in autonomia, di gestire lo stress e il problem solving” – ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia e coordinatore dell’osservatorio Abie – Siamo convinti che il rafforzamento delle competenze interne debba però essere affiancato anche da un’apertura e da una condivisione con l’esterno, ad esempio collaborando con altre imprese, startup e università. Si tratta di un modello di business sempre più adottato dalle imprese internazionali, che si distinguono proprio per la maggiore propensione a investire nella ricerca e nella formazione, e che ci offre l’importante opportunità di mettere a disposizione dell’intero Paese competenze e conoscenze”.

Per le multinazionali il capitale umano è una leva decisiva per lo sviluppo del business. Stando al report “Le imprese estere in Italia: tra segnali di ripresa e nuovi rischi globali”, redatto dall’Osservatorio imprese estere di Abie e Luiss, il 90% delle imprese a capitale estero investe sulla formazione dei propri collaboratori, percentuale che invece si ferma al 69% per quanto riguarda le altre imprese residenti sul territorio italiano. Anche se si guarda al tasso di partecipazione a questi percorsi di crescita professionale, si può notare che le imprese internazionali rappresentino una best practice, dal momento che il 63% dei loro dipendenti viene coinvolto in queste attività di formazione, dato che invece si attesta al 48% per le altre imprese.