Palermo (Acea): con termovalorizzatore Roma farà salto in avantiGenova, 25 ott. (askanews) – “Il termovalorizzatore è un progetto molto importante per Roma abbiamo presentato una proposta al Comune di Roma che ci vede coinvolti con partner internazionali quali Hitachi, Suez, Vianini. E’ un progetto che farà fare un salto importante alla città, sta andando avanti, noi ci crediamo molto, ci investiamo e ci investiremo”. Così l’ad di Acea, Fabrizio Palermo, a margine dell’Assemblea Anci a Genova, sul progetto di un termovalorizzatore a Roma.
Riforma IG, Zanette (Prosecco Doc): raggiunto un ottimo compromessoMilano, 25 ott. (askanews) – “Credo che il compromesso raggiunto dai rappresenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento Europeo, per quanto riguarda la revisione delle norme relative alle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea, rappresenti quanto di meglio si potesse ottenere in questo momento. Credo infatti che la riforma risponda ad alcune esigenze fondamentali del mondo delle IG: in primis la definizione del ruolo delle associazioni di produttori e di quelle ‘riconosciute’, in particolare. Ma ha anche il pregio di aver introdotto delle novità in tema di nomi a dominio, ancorché limitatamente ai nomi di primo livello con codice Paese stabiliti nell’Unione, per non parlare della soluzione relativa alle Menzioni tradizionali e ai loro possibili conflitti con le Indicazioni Geografiche”. Lo ha detto il presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Stefano Zanette in merito all’accordo raggiunto ieri sul nuovo regolamento Ue per i prodotti Dop e Igp.
“In ogni caso, permangono buoni motivi per ritenere che, se non ci fosse stata un’aprioristica avversione al progetto da parte di alcuni soggetti, che fino all’ultimo hanno cercato di boicottare l’iter normativo della riforma, si sarebbe potuto lavorare maggiormente sul merito e migliorare, in questo modo, alcuni contenuti del testo, come ad esempio regolamentazione relativa all’uso delle IG come ingrediente negli alimenti trasformati preimballati” ha proseguito Zanette, ringraziando “per il lavoro svolto il ministro dell’Agricoltura spagnolo Luis Planas Puchades, che ha saputo far sintesi con questo compromesso delle posizioni dei governi dei 27 Paesi della UE, il Commissario europeo Janusz Wojciechowski e tutti gli uffici della Commissione UE, primi promotori della riforma ed il relatore al Parlamento Europeo, Paolo De Castro che, con pazienza e competenza, assieme ai relatori ombra e al suo staff, ha lavorato sul testo.
In Piemonte la prima tappa del “OpNet Wholesale Castle Tour”Milano, 25 ott. (askanews) – Sarà il Piemonte ad ospitare la prima tappa de “OpNet Wholesale Castle Tour”, il road show dedicato alle Tlc e a loro ecosistema che si svolgerà da ottobre 2023 a febbraio 2024 in sei diversi castelli in diverse regioni italiane. La tappa piemontese si svolgerà il 26 ottobre nel Castello di Pavone, vicino Ivrea. Tra le altre tappe: Castello Bevilacqua, in Veneto il 23 novembre. Il roadshow prosegue poi in Emilia-Romagna il 14 dicembre 2023, e nell’anno nuovo farà tappa, il 18 gennaio, in Umbria, nel Castello di Rosciano. Seguiranno infine le tappe in Puglia e Sicilia.
Il roadshow dalla formula innovativa – e di cui quest’anno OpNet, Operatore 5G Wholesale Nazionale, è main sponsor nasce con l’intento di collegare operatori, fornitori e distributori per mostrare gli ultimi prodotti e servizi disponibili nel settore delle telecomunicazioni, e esplorare nuove opportunità di business anche attraverso conversazioni one-to-one tra i partecipanti. Gli argomenti trattati – 5G, Wi-Fi 6, XGS-PON, Internet of Things, Cloud Computing, Cybersecurity, Unified Communication e Edge Data Center – affrontano anche il potere trasformativo della tecnologia nel mondo interconnesso di oggi. “OpNet crede e investe nello sviluppo del territorio ed è questa l’occasione per approfondire con i diretti interessati i temi legati all’innovazione tecnologica indotta dal 5G, fondamentali per abilitare ed erogare servizi di connettività (ma non solo) sempre più performanti ed efficienti in logica di ecosistema – commenta Così ha commentato Gabriella Mauro, Head of Marketing, Communication and Commercial Partnership di OpNet – Queste aree, infatti, offrono enormi opportunità per operatori, multiutilities, aziende, industria ed enti pubblici sul territorio: abbracciando queste tecnologie e affrontando le sfide associate, sarà possibile sbloccare un futuro di maggiore connettività, efficienza e sicurezza a beneficio di tutto il sistema Paese.”.
Altri Partner dell’iniziativa sono: Fastweb, Eolo Wholesale, Cambium, FT Telecom, All-Net Italia, Visiotech, Sparkle, Avm, Avastystem, De Cix, Naquadria, Ruckus, Ruijie, Mimosa.
Diritto alla cura, incontro su valore tecnologia in gestione diabeteRoma, 25 ott. (askanews) – Un approccio integrato e interdisciplinare alla cronicità, che porti alla collaborazione delle diverse figure coinvolte – persone con diabete, clinici, istituzioni e industrie farmaceutiche – che implichi servizi digitali e tecnologie innovative equamente accessibili, per ottenere un superamento delle barriere alla collaborazione, un incremento dell’efficacia della terapia e un effettivo miglioramento della qualità della vita delle persone con diabete. Di questo si è parlato ieri all’evento “Oltre la cura: la persona e la tecnologia al centro della gestione del diabete”, che si è svolto nell’ambito della seconda edizione del Forum “Tutto nella norma”, nato dalla collaborazione tra Fondazione Roche e Formiche per discutere di diritti e temi di politica sanitaria tra esponenti del mondo accademico, istituzionale e sanitario.
Il diabete è una malattia cronica molto complessa, con forti ripercussioni sul quotidiano delle persone che vi convivono. In Italia, secondo i dati del rapporto dell’Italian Barometer Diabetes Observatory 2022, è stimata una prevalenza pari al 6,8 per cento della popolazione italiana, 4 milioni di persone, con un trend collegato strettamente all’invecchiamento della popolazione e, quindi, in costante aumento. A questi dati andrebbero aggiunti circa un milione e mezzo di casi non diagnosticati. Proprio per questi numeri e per la tendenza al progressivo aumento, il diabete è una delle sfide più impegnative con cui è chiamato a misurarsi il Servizio Sanitario Nazionale. Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi in ambito scientifico, tecnologico e normativo, ma è necessario fare ulteriori sforzi per rendere concreto un modello di cura e gestione della patologia davvero integrato, affinchè il diritto alla cura delle persone con diabete si possa tradurre in un beneficio per la collettività.
“La condizione della persona con cronicità coinvolge comportamenti singoli e decisioni pubbliche, valori umani e competenze professionali, urgenze immediate e necessità di programmazione e allocazione di risorse adeguate da parte del Servizio Sanitario Nazionale – commenta Mariapia Garavaglia, Presidente Fondazione Roche. – Si tratta di un ambito in cui l’attenzione alla dimensione etica si traduce in attenzione alla qualità umana delle relazioni tra tutti gli interlocutori del Sistema salute, che solo collaborando tra loro possono sostenere i bisogni sanitari, assistenziali e psicologici delle persone, migliorandone così la qualità di vita”. “Il diabete è una malattia che richiede un approccio olistico, mirato e personalizzato per cui “sintonizzarsi” con la persona nella sua unicità diventa fondamentale. L’innovazione tecnologica riveste un ruolo centrale nella gestione della patologia e nella prevenzione delle complicanze; la disponibilità dei dati permette di facilitare il dialogo medico-paziente, la collaborazione tra medici di medicina generale e strutture diabetologiche e lo sviluppo di servizi di teleconsulto – commenta Nicola Napoli, Professore Ordinario di Endocrinologia Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e Presidente SID Lazio. – Oggi però in Italia abbiamo ancora numerose problematiche legate alla digitalizzazione e alla condivisione del dato in ambito sanitario; la diabetologia italiana si è in gran parte dotata di strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti che concorrono nella cura del diabete e delle sue complicanze, e con la rete della medicina generale, è ancora estremamente limitata”.
“Queste difficoltà nella gestione della persona con diabete si declinano a livello regionale, dove l’assistenza è diversa da regione a regione, spesso anche tra una ASL e l’altra della stessa regione – afferma Raffaella Sommacal, Consigliere delegato AGD Italia e membro del Consiglio Direttivo Diabete Italia. – Occorre implementare su tutto il territorio nazionale un’assistenza integrata, continua e focalizzata sugli outcome di cura sin dagli esordi della patologia. E in quest’ottica, la digitalizzazione sanitaria risulta fondamentale per promuovere l’uso di registri e la raccolta dati, integrandoli nel sistema di cura del diabete ed utilizzandoli quali strumenti essenziali per migliorare la qualità della cura della malattia, che permetterebbero al paziente di migliorare l’aderenza terapeutica, ai clinici di collaborare e comunicare tra loro offrendo così una cura interdisciplinare, alle istituzioni di tenere monitorato l’andamento della malattia e delle sue complicanze”. “Quindi, oggi l’innovazione tecnologica rappresenta l’elemento utile a colmare il divario tra bisogni e risorse, e può portare a un rinnovamento organizzativo e tecnologico nel diabete, volto a un’assistenza completa – continua Vincenzo Fiore, Direttore U.O.S.D. Diabetologia-Endocrinologia, Asl Roma 5-sede P.O. Tivoli e Presidente AMD Lazio. – Una corretta implementazione di questa innovazione e un accesso esteso a livello nazionale sono condizioni necessarie per promuovere la collaborazione tra tutti gli interlocutori che cooperano nella cura del diabete e per far sì che pazienti e caregiver possano sfruttare appieno il potenziale delle risorse tecnologiche oggi a disposizione”.
“Roche è da sempre impegnata a portare un cambiamento concreto nella cura del diabete, investendo in ricerca e sviluppo e in partnership di qualità con terze parti volte a mettere a disposizione dei pazienti e del Sistema soluzioni sempre più innovative, sostenendo percorsi educazionali di qualità in collaborazione con le società medico-scientifiche e promuovendo il dialogo fra i diversi interlocutori, affinché ogni persona con diabete possa essere ascoltata nei suoi bisogni e avere accesso a soluzioni e modelli di cura e gestione della patologia sempre più personalizzati, equi e sostenibili”, conclude Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy.
Terrorismo, i vescovi contro la ‘chiusura’ del confine nordorientaleTrieste, 25 ott. (askanews) – I vescovi di Trieste, Gorizia e Capodistria contro la “chiusura” dei confini. “Il transito di tanti fratelli che giungono nelle nostre terre percorrendo la rotta balcanica deve continuare per noi ad essere non motivo di preoccupazione ma stimolo a testimoniare ogni giorno, senza interruzione e con rinnovato vigore quella diakonia dell’accoglienza a cui siamo chiamati e di cui, come credenti, saremo chiamati a rendere ragione”, scrivono in un messaggio mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia, mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste e mons. Jurij Bizjak, vescovo di Koper.
“Le tragiche notizie che giungono dalla Terra del Signore portano anche fra di noi le conseguenze di quella che nel 2014 proprio a Redipuglia papa Francesco definì una “terza guerra mondiale combattuta a pezzi” – continua il messaggio -. In questi giorni si sono tornati a considerare anche i confini fra Italia e a Slovenia come luoghi da presidiare”. I vescovi aggiungono che “pur comprendendo le ragioni alle basi di queste decisioni degli Stati, non possiamo non ricordare – guardando alla storia di queste nostre terre – che le nostre popolazioni sono state capaci di trasformare le divisioni e le differenze culturali, linguistiche, storiche in occasione di memoria reciprocamente donata. E così proprio i confini si sono trasformati in luogo di incontro e di accrescimento reciproco come testimonia, fra l’altro, la scelta di fare di NovaGorica, insieme a Gorizia, la Capitale europea della cultura 2025”. I vescovi invitano ad affidare “a Maria, regina della pace che le nostre popolazioni pregano in tanti santuari da MonteSanto – Svetagora a Monte Grisa, il nostro impegno per essere costruttori di pace”.
Ortofrutta, Confagricoltura: un settore in grave sofferenzaRoma, 25 ott. (askanews) – Bene lo sforzo del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha annunciato di voler pianificare lo sviluppo della filiera ortofrutticola, puntando in particolare su innovazione e ricerca, ma servono con urgenza misure efficaci per un settore che è in grave sofferenza. Così Confagricoltura all’indomani del tavolo sull’ortofrutta svoltosi al Masaf. “Nell’immediato, occorrono provvedimenti importanti – sottolinea l’associazione – così come è successo con il decreto ministeriale per gli agrumi. Molte aziende oggi lavorano in perdita. Il settore sta diventando estremamente vulnerabile. È evidente l’urgenza di interventi per garantire un futuro all’agricoltura e all’economia di molte regioni”.
A Bologna, due giorni fa, i frutticoltori sono scesi in piazza per sollecitare misure e garantire futuro ad uno dei più rilevanti comparti dell’agricoltura nazionale, che vale oltre 14 miliardi di euro e rappresenta il 25% dell’intero settore primario italiano. Per il Comitato direttivo di Confagricoltura, che all’indomani della riunione ha fatto un approfondimento sulla situazione del settore, “le priorità sono il ripristino della liquidità delle imprese, la realizzazione di un piano straordinario pluriennale di estirpazione e reimpianto per convertire la produzione frutticola verso specie e varietà più orientate al mercato e maggiormente adattate ai cambiamenti climatici, il miglioramento degli strumenti della gestione del rischio per tutelare il reddito degli agricoltori, aumentando i fondi per accrescere l’efficacia delle misure dedicate”. Il quadro è molto complesso. Dopo due anni consecutivi in cui le gelate primaverili hanno compromesso buona parte dei raccolti in diverse regioni d’Italia, a fronte della diffusione di fitopatie difficili da contrastare, nell’ultimo anno i produttori hanno dovuto fare i conti con le gelate di aprile, le alluvioni di maggio, le alte temperature che si sono eccezionalmente protratte nel tempo, situazioni che hanno portato pesanti riduzioni delle quantità raccolte e commercializzate.
Ai danni climatici, ricorda Confagricoltura, si somma la dinamica dei costi di produzione che continua a mantenersi su livelli alti rispetto al passato e che in questi ultimi giorni, a causa dello scoppio del nuovo conflitto, sta portando a nuovi aumenti. C’è poi da evidenziare la carenza di manodopera, l’incremento dei tassi di interesse che riduce la propensione agli investimenti, una generale diminuzione del potere d’acquisto che sta ulteriormente riducendo i consumi delle famiglie, ormai su livelli preoccupanti da diverso tempo. Le produzioni più in difficoltà sono pere, kiwi e agrumi. Nella sola Emilia-Romagna, negli ultimi 20 anni, la superficie frutticola è passata da 66mila a 44mila ettari. Soltanto le pere quest’anno hanno avuto una produzione inferiore del 60% rispetto al 2022.
Erdogan dice che Hamas non è gruppo terroristico. “Difende la sua terra”Roma, 25 ott. (askanews) – “Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di liberazione e di mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini”. E’ quanto ha detto oggi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in un incontro con il suo partito, secondo quanto riferisce l’agenzia Anadolu. “Avevamo un progetto per andare in Israele, è stato annullato, non andremo”.
“Non abbiamo alcun problema con lo Stato di Israele, ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il modo in cui agisce come organizzazione piuttosto che come Stato, e non lo faremo”.“Quasi la metà delle persone uccise negli attacchi israeliani a Gaza è rappresentata da bambini. Anche questo bilancio mostra che l’obiettivo è la brutalità premeditata per commettere crimini contro l’umanità”, ha insistito Erdogan. “Gli attacchi israeliani a Gaza sono una situazione che indica sia omicidio che malattia mentale”.
Iran, Hamas e Guterres, i tre fronti aperti di IsraeleRoma, 25 ott. (askanews) – “Le istruzioni per gli atti di terrorismo arrivano da un solo luogo, l’Iran”. Mentre sul piano diplomatico non si placano le polemiche per le parole del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, accusato da Israele di giustificare gli attacchi di Hamas, lo stato ebraico torna a puntare il dito contro il suo più potente nemico nella regione: la Repubblica islamica d’Iran. Secondo il portavoce delle forze armate Daniel Hagari, Teheran sosterrebbe il movimento estremista palestinese con soldi, tecnologia e addestramento. “Quando i rappresentanti iraniani in Iraq, Yemen e Libano agiscono, ciò avviene su ordine dell’Iran”, ha detto oggi in conferenza stampa. Un’accusa che giunge mentre il movimento sciita libanese Hezbollah conferma in una dichiarazione che il suo leader Hassan Nassrallah ha incontrato in Libano il capo della Jihad islamica palestinese Ziad Nahleh e il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri.
Una riunione, organizzata per discutere i modi in cui “l’asse della resistenza” dovrebbe agire per ottenere una “vera vittoria” a Gaza, e sugellata da una foto emblematica, che li mostra seduti in una stanza, proprio sotto le immagini, appese a un muro, del padre spirituale della Repubblica islamica, l’Ayatollah Khomeini, e del leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei. Quest’ultimo, stamane, ha accusato gli Stati Uniti di “complicità” nei crimini perpetrati da Israele a Gaza. Lo Stato ebraico “si sta vendicando contro i civili perché ha fallito e fallirà contro la resistenza”, ha commentato, aggiungendo che “le visite dei leader di Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Francia mostrano la loro preoccupazione per il collasso di Israele”. Nell’attesa del via libera delle autorità di governo all’operazione di terra, rimandata di qualche giorno, Hagari ha intanto ribadito l’appello delle forze armate israeliane ai residenti del Nord di Gaza affinché si spostino verso Sud, aggiungendo che non dovrebbero ascoltare Hamas che dice loro di non abbandonare le loro abitazioni. Secondo il portavoce israeliano, si tratterebbe comunque di uno spostamento solo tenmporaneo; alla fine della guerra, tutti i palestinesi sfollati potranno tornare nel Nord della Striscia, ha precisato. D’altra parte, l’esercito continua a prendere di mira i suoi obiettivi nell’area. Nelle ultime ore sono state colpite centinaia di postazioni di Hamas, inclusi tunnel, quartier generali militari, depositi di armi, lanciatori di mortai e lanciamissili anticarro. I soldati dello Stato ebraico, in particolare, hanno puntato l’apparato operativo di emergenza di Hamas, considerato responsabile proprio della creazione di quei blocchi che hanno impedito agli abitanti di Gaza di evacuare verso aree più sicure nel sud della Striscia.
Secondo Hamas sono state almeno 80 le vittime palestinesi per gli attacchi della notte. Tra loro, ha reso noto lo Shin Bet, ci sarebbe anche il comandante del battaglione settentrionale Khan Yunis di Hamas, Tisir Mbasher, considerato vicino ad alti funzionari del gruppo estremista palestinese, incluso il capo del braccio militare, Muhammad Deif.Ma nelle ultime ore l’esercito israeliano è stato impegnato su almeno altri due fronti. Nel Nord ha risposto al lancio di due razzi dalla Siria, caduti in campo aperto. I raid aerei dello Stato ebraico, giunti in risposta all’attacco, hanno colpito lanciatori di missili e un radar vicino a Qarfa, nella regione di Daraa, e i magazzini della 12a Brigata corazzata a Izraa. Almeno otto militari siriani sono morti, secondo la stampa locale. In Cisgiordania, invece, i militari hanno lanciato un attacco con droni contro un gruppo di palestinesi armati che “hanno sparato e lanciato ordigni esplosivi”. Tre persone hanno perso la vita, più di 20 sono rimaste ferite, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Fornendo un bilancio complessivo delle vittime, il ministero della Sanità palestinese ha aggiunto che almeno 103 residenti sono morti negli attacchi di Israele in Cisgiordania dal 7 ottobre scorso. Si tratta solo di una piccola parte di quella che la regina Rania di Giordania ha definito alla Cnn “una catastrofe”. Proprio nel giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron è in visita ad Amman, per discutere della crisi mediorientale con il re Abdallah prima di recarsi al Cairo ed essere ricevuto dal presidnete Al Sisi, Rania ha accusato i leader dell’Occidente di un “evidente doppio standard” per non aver condannato la morte di civili sotto i bombardamenti israeliani. “Ci viene detto che è sbagliato uccidere una famiglia, un’intera famiglia, sotto la minaccia delle armi, ma va bene bombardarli a morte? Voglio dire, qui c’è un evidente doppio standard”, ha detto. “Le persone in tutto il Medio Oriente, inclusa la Giordania” sono “semplicemente scioccate e deluse dalla reazione del mondo”, ha commentato. “Il 7 ottobre, il mondo si è schierato immediatamente e inequivocabilmente dalla parte di Israele e del suo diritto di difendersi e ha condannato l’attacco avvenuto”, ma “nelle ultime due settimane…stiamo vedendo il silenzio nel mondo,” ha insistito la regina, secondo la quale “è la prima volta nella storia moderna che si verifica una tale sofferenza umana e il mondo non chiede nemmeno un cessate il fuoco”. “Il silenzio è assordante, e per molti nella nostra regione rende complice il mondo occidentale”. Intanto, non si placano le polemiche per le ultime dichiarazioni del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che hanno creato grande indignazione in Israele, perché intese come una sorta di giustificazione del brutale attacco di Hamas. L’ambasciatore alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, che ha chiesto le dimissioni del leader Onu, ha confermato che lo stato ebraico negherà i visti ai funzionari del Palazzo di Vetro. “Abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario generale per gli Affari umanitari Martin Griffiths”, ha spiegato Erdan. “È giunto il momento di dare loro una lezione”, ha confermato alla radio militare, dopo che Guterres aveva detto che gli attacchi di Hamas non nascono dal nulla, considerando che “i palestinesi sono sottoposti a 56 anni di occupazione soffocante”. Il segretario Onu questa mattina è tornato sulla questione con un post su X che secondo la stampa israeliana avrebbe avuto l’intento di attenuare le polemiche. Di fatto, però, Guterres ha ribadito un paio di concetti già espressi ieri. “Le lamentele del popolo palestinese non possono giustificare gli orribili attacchi di Hamas”, ha scritto Guterres, che poi ha aggiunto: “Quegli orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.
Domani pomeriggio la crisi a Gaza sarà in cima all’agenda del vertice dei capi di Stato e di Governo europei. Alla vigilia della riunione, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha scritto ai primi ministri e presidenti di tutta l’Unione per esprimere “grave preoccupazione” per l’escalation delle violenze e la situazione umanitaria nella Striscia. “Dobbiamo discutere, in primo luogo, su come garantire con urgenza l’effettiva fornitura di aiuti umanitari e l’accesso ai bisogni più elementari. In secondo luogo, dobbiamo impegnarci, in un fronte unito e coerente, con i partner per evitare una pericolosa escalation regionale del conflitto”, ha sottolineato. Secondo Michel bisogna poi “rilanciare il processo di pace basato sulla soluzione dei due Stati”, che “è l’unica via da seguire”. “Infine”, ha concluso il presidente del Consiglio Ue, si dovranno “affrontare gli effetti di questo conflitto nell’Ue, esaminando le sue implicazioni per la coesione delle nostre società, la nostra sicurezza e i movimenti migratori”. (di Corrado Accaputo)
In Campania un nuovo presidio Slow Food: è il grano marzellinaRoma, 25 ott. (askanews) – Nuovo presidio Slow Food in Campania: si tratta del grano marzellina, una varietà di grano duro coltivata a oltre 500 metri di quota nelle province di Avellino e Benevento. Cinque i produttori coinvolti.
La marzellina, detta anche verminia, è una varietà di grano duro storicamente coltivata sulle montagne dell’Appennino campano. Pianta rustica, perfettamente adattata ad altitudini superiori ai 500 metri e capace di arrivare oltre ai mille, ha un apparato radicale forte e ben sviluppato, paglia bianca e corta, spiga compatta e fortemente aristata, seme lungo e acuminato. In passato, il centro principale della produzione era San Bartolomeo in Galdo, nel Beneventano, dove fino all’inizio del ‘900 gli agricoltori destinavano alla sua coltivazione circa un terzo della superficie complessiva a grano, e non solo per via delle sue qualità organolettiche: poteva infatti essere seminata tra febbraio e marzo. Dalla metà del secolo scorso è però stata messa da parte, sostituita da varietà che garantivano rese maggiori. In alcuni terreni, perlopiù piccoli appezzamenti destinati alla produzione di farina per il consumo familiare, la marzellina è comunque rimasta, ponendo così le basi per il suo recupero.
“La marzellina è poco esigente in azoto, fosforo e potassio – aggiunge Leonardo Roberti, referente dei cinque produttori che aderiscono al Presidio per complessivi 30 ettari – e perciò ben si sposa con le tecniche di coltivazione biologiche”. Il disciplinare di produzione consente esclusivamente la concimazione organica. La raccolta avviene normalmente nel mese di agosto, ma può protrarsi fino ai primi giorni di settembre. «Le rese del grano marzellina sono inferiori alle varietà moderne – ammette Roberti – Parliamo di 2,5 tonnellate per ettaro rispetto alle classiche quattro”.
Il New York Times confuta il video dell’ospedale di Gaza presentato da IsraeleMilano, 25 ott. (askanews) – Un video presentato dall’esercito israeliano come prova che un razzo palestinese ha colpito l’ospedale Al-Ahli a Gaza viene confutato dal New York Times che afferma come la sequenza mostrerebbe in realtà un altro razzo. “Diversi video sincronizzati mostrano un proiettile, precedentemente identificato dalle autorità israeliane come un razzo palestinese, lanciato da Israele e fatto esplodere vicino al confine Israele-Gaza” scrive la testata.
La deflagrazione avvenne a ridosso della visita del presidente americano Joe Biden in Israele e provocò la cancellazione dell’incontro tra Biden e Abu Mazen. Hamas non ha prodotto resti di munizioni israeliane né alcuna prova fisica a sostegno della sua affermazione che Israele è responsabile. Il giornale Usa ha esaminato il videoclip proveniente da una diretta su Al Jazeera. Mostra un razzo apparentemente lanciato da Gaza che si disintegra a mezz’aria: “un’analisi visiva dettagliata del New York Times conclude che il video – tratto da una telecamera di Al Jazeera trasmessa in live streaming la notte del 17 ottobre – mostra qualcos’altro. Molto probabilmente il missile visto nel video non è quello che ha causato l’esplosione in ospedale”. Secondo Israele, il razzo è caduto sull’ospedale.
Secondo le autorità sanitarie locali, nell’esplosione di martedì 17 ottobre sono morte 471 persone. In precedenza l’e-service francese aveva riferito che non vi era alcuna indicazione che l’attacco fosse israeliano. L’ONU ha chiesto un’indagine sull’attacco. “Capire cosa sia successo è particolarmente complicato perché Israele e Hamas si sparano a vicenda dall’inizio della guerra” scrive il Nyt.