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Tag: Sanremo 2023

Meloni:”Italia partria del bello proiettata in nuovo Rinascimento”

Meloni:”Italia partria del bello proiettata in nuovo Rinascimento”


Meloni:”Italia partria del bello proiettata in nuovo Rinascimento” – askanews.it



Meloni:”Italia partria del bello proiettata in nuovo Rinascimento” – askanews.it



















Roma, 25 mar. (askanews) – “La nostra Nazione è la Patria del bello ed è nostro dovere proteggere e valorizzare l’immenso patrimonio di cui siamo eredi. Così come è nostro preciso compito rimettere al centro la cultura, in tutte le sue forme, per proiettare l’Italia in un nuovo Rinascimento. Sono impegni che abbiamo assunto con i cittadini e che il Governo è impegnato a portare avanti”. Lo dichiara la premier Giorgia Meloni, in occasione delle Giornate Fai di Primavera” promossa oggi in tutta Italia.

“Le ‘Giornate FAI di Primavera’ – sottolinea Meloni- rappresentano da oltre trent’anni una straordinaria occasione per celebrare e far conoscere la bellezza nascosta del patrimonio artistico e culturale italiano. In questo fine settimana i cittadini avranno modo di visitare centinaia di gioielli poco conosciuti e spesso inaccessibili. Grazie al FAI, al lavoro di migliaia di volontari e apprendisti ‘ciceroni’ si apriranno ancora una volta le porte di luoghi speciali e identitari che custodiscono pagine uniche della nostra storia. Tra i tanti penso a Villa Bonaparte a Roma, sede dell’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, che ha assistito ad uno degli episodi più importanti del Risorgimento: la Breccia di Porta Pia”.

Lucca Summer Festival: il 4/7 i Generation Sex, prima volta in Italia

Lucca Summer Festival: il 4/7 i Generation Sex, prima volta in Italia


Lucca Summer Festival: il 4/7 i Generation Sex, prima volta in Italia – askanews.it



Lucca Summer Festival: il 4/7 i Generation Sex, prima volta in Italia – askanews.it


















Roma, 25 mar. (askanews) – Il palco del Lucca Summer Festival è pronto ad accogliere la storia del punk rock britannico della prima ora: il 4 luglio arrivano per la prima volta in Italia i Generation Sex, la band di Billy Idol e Tony James dei Generation X e di Steve Jones e Paul Cook dei Sex Pistols. Uno straordinario nuovo progetto musicale, che vede unite le due band che hanno definito i confini del punk, nel suonare i grandi classici dei loro repertori.

Da una parte la musica dei Sex Pistols, i piu’ anarchici e controversi, agitatori della controcultura degli anni 70, un solo album registrato in studio, oggi pietra miliare della musica mondiale, Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols, e una forza rivoluzionaria capace di farsi leggenda fino a trasformare il punk in un fenomeno culturale globale. Dall’altra il repertorio dei Generation X, primo gruppo di Billy Idol e tra le prime band ad avere il merito di aver trasformato il punk rock in un fenomeno mainstream, aprendo cosi’ la strada a tutti i loro successori. Dopo essersi esibiti per la prima volta al The Roxy di Los Angeles nel 2018, i Generation Sex arrivano in Italia ad arricchire la line up del Lucca Summer Festival. ll nome dei Generation Sex rende ancora piu’ eccezionale il cartellone dell’edizione 2023 di Lucca Summer Festival che comprende gia’ artisti del calibro di Bob Dylan – Kiss – Simply Red – Sigur Ros – Placebo – Norah Jones – One Republic – Pat Metheny – Blur – Chemical Brothers – Jacob Collier – Snarky Puppy – Robbie Williams.

L’Archivio storico della Biennale ha acquisito il Fondo Capellini

L’Archivio storico della Biennale ha acquisito il Fondo Capellini


L’Archivio storico della Biennale ha acquisito il Fondo Capellini – askanews.it



L’Archivio storico della Biennale ha acquisito il Fondo Capellini – askanews.it


















Milano, 24 mar. (askanews) – L’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia ha acquisito il Fondo Lorenzo Capellini, con l’intento di conservare e valorizzare l’archivio del grande fotografo, che in sessant’anni di attività, già collaboratore per “Il Mondo” di Pannunzio, ha documentato il Novecento artistico e letterario e in particolare le Biennali dal 1974 al 1978.

Per l’occasione, la Biennale inaugura giovedì 30 marzo, al Portego di Ca’ Giustinian, la mostra B74-78. Lorenzo Capellini. Un racconto fotografico, e programma due giornate di studi giovedì 30 e venerdì 31 marzo, alla Biblioteca ai Giardini (Calle Paludo S. Antonio), per ripercorrere il quadriennio di attività artistiche della Biennale sotto la presidenza di Carlo Ripa di Meana (1974-1978). “Dobbiamo essere grati al presidente Carlo Ripa di Meana di aver chiesto all’amico Lorenzo Capellini di documentare gli anni della sua Biennale – ha dichiarato il presidente Roberto Cicutto – e ancor di più dobbiamo essere grati a Lorenzo per aver continuato a farlo costruendo un patrimonio unico di verità che oggi arricchisce il nostro archivio. Questa mostra l’abbiamo voluta soprattutto perché racconta la passione di un testimone speciale, che con la sua macchina fotografica ha saputo fondere la storia con la S maiuscola alla vita di donne e uomini, che in ruoli diversi hanno fatto quella storia”.

Casa, si accelera alla Camera su sgomberi lampo occupazioni abusive

Casa, si accelera alla Camera su sgomberi lampo occupazioni abusive


Casa, si accelera alla Camera su sgomberi lampo occupazioni abusive – askanews.it



Casa, si accelera alla Camera su sgomberi lampo occupazioni abusive – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Si accelera alla Camera sulla stretta delle occupazioni abusive, proprio mentre a Roma esplode il caso delle chat, tra l’assessore alle politiche abitative della giunta di Gualtieri e il leader delle occupazioni, sul piano casa del Campidoglio. Con l’assessore Zevi che ha minacciato querela e gli avversari politici all’attacco.

Ieri, la commissione Giustizia della Camera ha incardinato due Pdl della Lega che introducono nel codice penale una nuova fattispecie di reato e una specifica procedura per l’immediato rilascio di immobili occupati, senza pronuncia ex ante dell’autorità giudiziaria, e con l’arresto “obbligatorio” in flagranza di reato se non si restituisce l’immobile dopo che è stato emanato l’ordine. Con pene per chi si macchia del reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” fino a 7 anni. Nel caso in cui l’alloggio non venga restituto entro 48 ore dalla presentazione della querela, se è di proprietà pubblica, “si procede con ordinanza allo sgombero” e se è di proprietà privata, la polizia interviene “senza indugio e senza attendere il provvedimento di un giudice”. Ma in campo c’è anche il Movimento Cinque Stelle. Il gruppo ha presentato a sua volta un testo, ha spiegato il vicepresidente della commissione Giustizia della Camera ed esponente M5S, Federico Cafiero de Raho, e chiederà l’abbinamento con le due pdl del Carroccio incardinate ieri. “La nostra proposta – ha affermato Cafiero De Raho – vuole impedire le occupazioni abusive e prevedere che la pena sia effettivamente congrua, e soprattutto che si consenta una procedibilità d’ufficio con la possibilità, in considerazione della congruità della pena, di intervenire anche con un arresto in flagranza di reato”. Occorre cioè, ha sintetizzato, “far in modo che la procedura sia più snella e dove vi siano anche gruppi criminali le pene particolarmente elevate”.

“Ben venga un intervento legislativo sulle occupazioni abusive se finalizzato al ripristino della legalità, soprattutto in contesti dove il fenomeno è diffuso e gestito dalla criminalità organizzata” purché non avvengano senza il controllo dell’autorità giudiziaria, è il commento di Devis Dori, capogruppo Avs in commissione Giustizia della Camera. Doris esprime infatti “preoccupazione se gli sgomberi dovessero avvenire attribuendo ampi poteri alle forze dell’ordine senza un controllo da parte dell’autorità giudiziaria” e auspica “che nei lavori di commissione si possa trovare il giusto equilibrio fra esigenza di legalità e stato di diritto”.

Pnrr, Decaro: segnali d’allarme avvertiti anche dal Governo

Pnrr, Decaro: segnali d’allarme avvertiti anche dal Governo


Pnrr, Decaro: segnali d’allarme avvertiti anche dal Governo – askanews.it



Pnrr, Decaro: segnali d’allarme avvertiti anche dal Governo – askanews.it



















Treviso, 24 mar. (askanews) – Per quanto riguarda il Prr, “certo ci sono difficoltà che denunciamo da tempo, ostacoli tecnici e burocratici che ancora persistono. I segnali di allarme ci sono e mi pare che anche il governo li abbia avvertiti. Chiediamo che le semplificazioni non vengano adottate a pezzi per singole autorizzazioni, ma che ci sia un’unica procedura autorizzativa semplificata”. Così Antonio Decaro, presidente dell’Anci, intervenendo all’assemblea di Anci Giovani, a Treviso.

“In questi giorni – ha proseguito Decaro – leggiamo qua e là che il Pnrr sia in ritardo per colpa dei Comuni. Non so francamente quale sia la fonte di questa notizia: i Comuni non possono essere in ritardo per la realizzazione delle opere del Pnrr per il semplice motivo che non hanno ancora neanche cominciato. Siamo ancora, come era previsto, alla firma delle convenzioni con i ministeri e alla fase delle autorizzazioni. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, dicevano che non avremmo mai avuto la capacità di rispondere ai bandi del Pnrr. E invece non solo all’inizio dell’autunno scorso abbiamo potuto annunciare che i 40 miliardi destinati ai Comuni erano stati tutti assegnati, ma abbiamo fatto di più: sono stati presentati progetti per il doppio delle risorse disponibili, per 80 miliardi. Vuol dire che i Comuni sono capaci di progettare, e di progettare bene”. “Ancora, per quanto riguarda il personale, necessario per i Comuni se si vuole veramente permettere agli Enti locali di vincere questa sfida, chiediamo – ha sottolineato decaro – che si trovi il modo di rendere più attrattivo venire a lavorare per la Pubblica amministrazione per tecnici, professionisti ed esperti che certo non sono incoraggiati dal fatto che l’impiego che gli offriamo per il Pnrr scada nel 2026, insieme al Pnrr stesso”.

“Ci confrontiamo spesso col Governo su queste criticità – ha concluso il presidente dell’Anci -, e anche grazie all’attenzione del ministro Fitto e contiamo di poter giungere presto a possibili soluzioni. Ci sono alcune indicazioni che certamente vanno nella direzione sperata”.

Creato il primo modello 3D della rete neurale dell’ippocampo umano

Creato il primo modello 3D della rete neurale dell’ippocampo umano


Creato il primo modello 3D della rete neurale dell’ippocampo umano – askanews.it



Creato il primo modello 3D della rete neurale dell’ippocampo umano – askanews.it



















Roma, 24 mar. (askanews) – Un team di ricerca della infrastruttura di ricerca ‘Ebrains-Italy’, composto dall’Istituto di biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnt-Ibf), dall’Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con l’Institut de neurosciences des systèmes di Marsiglia, ha realizzato il primo modello virtuale in 3D della struttura e della connettività neuronale dell’area CA1 dell’ippocampo umano. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Nature Computational Science’, descrive la tecnologia utilizzata per la ricerca e rappresenta un primo risultato del lavoro di gruppi appartenenti a ‘Ebrains-Italy’ finanziata dal Mur, tramite la Commissione Europea (Next-Generation EU), nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e diretta dal Cnr.

Secondo lo studio, la stessa metodologia potrebbe essere applicata per generare modelli in scala naturale di altre aree del cervello umano, predisposte ad essere utilizzate per applicazioni di simulazione virtuale (c.d. digital twin o gemello digitale). Da immagini ad altissima risoluzione di un cervello umano si è estratto un dataset di oltre 5 milioni di neuroni, individuando successivamente con un algoritmo, realizzato appositamente, gli oltre 40 miliardi di sinapsi che connettono la rete neurale. Il modello virtuale full-scale in 3D dell’area CA1 dell’ippocampo, attraverso la piattaforma ‘EBRAINS-Italy’, sarà aperto alla comunità scientifica per favorire la ricerca e lo studio sulle diverse funzioni cognitive, come l’apprendimento, la memoria e l’elaborazione spaziale, ma anche le disfunzioni, quali l’epilessia, le malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, e l’invecchiamento; il risultato trova inoltre applicazione nella ricerca farmacologica riducendo sensibilmente i relativi tempi e costi. “La quantità di dati sui singoli neuroni del cervello umano è molto limitata, sia in termini di coordinate 3D relative, sia in termini di connettività tra i neuroni”, spiega Michele Migliore del Cnr-Ibf di Palermo, coordinatore scientifico della infrastruttura di ricerca EBRAINS-Italy, “abbiamo eseguito un’operazione di data mining su immagini ad alta risoluzione dell’ippocampo umano, ottenute dal database BigBrain. La posizione dei singoli neuroni è stata ricavata da un’analisi dettagliata di queste immagini”. I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo di elaborazione delle immagini personalizzato per ottenere una distribuzione realistica del posizionamento neuronale e un algoritmo per generare connettività neuronale approssimando le forme dendritiche e assonali. “Il nostro algoritmo analizza immagini ad alta risoluzione e, dopo la creazione di specifiche forme geometriche da associare a proprietà morfologiche, ci permette di calcolare la probabilità che due neuroni siano connessi” spiega Daniela Gandolfi di UNIMORE. Il metodo fornisce non solo il loro posizionamento 3D, ma anche la loro connettività. “Analizzando la distribuzione della densità dei neuroni nel nostro modello 3D, abbiamo verificato consistenza con i dati di letteratura sull’ippocampo umano”, conclude Gandolfi. I ricercatori stanno condividendo sia il set di dati che la metodologia di estrazione sulla piattaforma Ebrains. “Il nostro obiettivo principale con questo studio era rendere i dati prontamente disponibili con Human Brain Project (HBP) – il grande progetto europeo per la costruzione di una simulazione digitale completa del cervello – e la più ampia comunità delle neuroscienze. Ora stiamo usando lo stesso approccio per modellare altre regioni del cervello”.

Tubercolosi, Bassetti: incidenza è tornata a crescere in Europa

Tubercolosi, Bassetti: incidenza è tornata a crescere in Europa


Tubercolosi, Bassetti: incidenza è tornata a crescere in Europa – askanews.it



Tubercolosi, Bassetti: incidenza è tornata a crescere in Europa – askanews.it



















Genova, 24 mar. (askanews) – “Oggi è la giornata mondiale della tubercolosi. Sono oltre un milione e mezzo ogni anno le vittime della malattia nel mondo. Crisi climatiche, povertà, immunodepressione e guerre stanno aggravando il quadro già molto critico della trasmissione della Tbc. Nel 2021 il tasso di incidenza è tornato a crescere in Europa (Italia +11%) e si è anche arrestato il calo della mortalità”. Lo scrive su Facebook l’infettivologo genovese Matteo Bassetti.

“Oggi – aggiunge il direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – la Tbc è una malattia curabile. Il trattamento farmacologico si basa sull’uso di diversi antibiotici per un periodo di tempo piuttosto lungo. La Tbc – conclude Bassetti – è tutt’altro che una malattia scomparsa. Non bisogna ricordarsene solo un giorno all’anno”

Meloni rientra da Bruxelles “soddisfatta”.Ma partite Ue ancora aperte

Meloni rientra da Bruxelles “soddisfatta”.Ma partite Ue ancora aperte


Meloni rientra da Bruxelles “soddisfatta”.Ma partite Ue ancora aperte – askanews.it



Meloni rientra da Bruxelles “soddisfatta”.Ma partite Ue ancora aperte – askanews.it


















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – La premier Giorgia Meloni è ripartita da Bruxelles dicendosi “molto soddisfatta” per i risultati del Consiglio europeo e anche per il bilaterale del ‘disgelo’ con il presidente francese Emmanuel Macron.

Per quanto riguarda il summit, però, grandi risultati concreti non ce ne sono stati, ma del resto non era questa l’occasione. Il Consiglio, infatti, era già preannunciato come “interlocutorio”, una prosecuzione di quello di febbraio e un ‘primo tempo’ di quello in programma a giugno (ma potrebbe esserci una riunione straordinaria a maggio). Il tema che stava più a cuore alla presidente del Consiglio era quello dei migranti, previsto all’ordine del giorno nella sezione ‘varie ed eventuali’. Ieri sera, nel corso della cena, c’è stato un confronto sul report della Commissione sull’implementazione delle misure decise a il 9 febbraio. Meloni ha preso la parola, chiedendo azioni “rapide e concrete” per una situazione che, vista anche la questione tunisina, rischia di andare “fuori controllo” in estate. Alla fine la premier ha ottenuto il richiamo (non scontato) del tema nelle conclusioni finali: cinque righe in cui il punto centrale è l’impegno a una “rapida implementazione” delle intese, con una verifica a giugno. Dunque adesso occorre, per il governo, controllare e sollecitare l’attuazione concreta.

Altro punto centrale per l’esecutivo italiano è quello del sostegno alla competitività, su cui le conclusioni non mostrano grandi passi avanti. L’Italia è contraria a una semplice e ampia riduzione dei vincoli agli aiuti di Stato, che avvantaggerebbe i Paesi più solidi, e punta invece su una maggiore flessibilità sui fondi esistenti, a partire dal Pnrr. A proposito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Meloni è arrivata a Bruxelles mentre in Italia suonava l’allarme per ritardi nell’attuazione che metterebbero a rischio il pagamento della terza rata da 19 miliardi. A margine dei lavori il ministro Raffaele Fitto ne ha parlato con il commissario all’economia Paolo Gentiloni e la stessa premier ne ha discusso con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Meloni ha assicurato di non vedere “assolutamente rischi” sull’erogazione della tranche ma qualche preoccupazione, sia in Europa che in Italia, c’è. E una conferma sembra arrivare dal presidente della Repubblica: citando De Gasperi, Sergio Mattarella ha rivolto oggi un pressante invito a “mettersi alla stanga” per realizzare il piano. Il tema economico contingente, per Meloni, va però di pari passo con la partita, appena iniziata, per la revisione del Patto di stabilità e crescita, che per l’Italia deve guardare più alla “crescita” e allo “sviluppo”, senza tornare a regole di austerity che sarebbero “tragiche”. Su questo, però, la partita è appena iniziata. L’idea della presidente del Consiglio è quella di creare un fronte dei Paesi del Sud, dando vita a un blocco in grado di contrastare la linea di austerity dei cosiddetti ‘frugali’. Di questo Meloni ha parlato con Macron, in un incontro di oltre un’ora e mezza che si è svolto ieri sera all’hotel Amigo, nel centro di Bruxelles, dove entrambi soggiornavano. Un faccia a faccia arrivato dopo mesi di gelo, causato dallo scontro a distanza sui migranti e le navi Ong e poi peggiorato dall’invito all’Eliseo del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky che aveva fatto infuriare la premier. L’incontro per Meloni è andato “bene” ed è emersa “voglia di collaborare” su alcune questioni strategiche, tra cui migranti e politica industriale. Proprio sul Patto di stabilità Meloni si dice convinta di poter contare su un “ampio allineamento” di Parigi, che invece ha il sostegno di Roma sul nucleare. La Francia, infatti, vuole che l’Ue inserisca l’atomo tra le tecnologie utilizzabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. “Indipententemente da quella che può essere poi la scelta italiana in tema di nucleare – ha detto Meloni – se le altre nazioni vogliono utilizzare una tecnologia che rispetta determinati target secondo me è giusto che lo possa fare”.

Sempre in tema di transizione green, resta aperta (e in salita) la partita sulla direttiva per lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Sia il vice presidente della Commissione Frans Timmermans che la presidente del Parlamento Roberta Metsola hanno detto, ieri, che la questione non può essere riaperta. La Germania sta trattando per ottenere una interpretazione che permetta l’uso di motori endotermici ma con i cosiddetti e-fuel, i carburanti sintetici, e probabilmente la otterrà. L’Italia vorrebbe lo stesso trattamento per i bio-carburanti e per Meloni “la partita non è affatto persa”. Con questo risultato la premier ha fatto rientro a Roma, dove la attende la preparazione di un importante Consiglio dei ministri martedì (all’ordine del giorno ci saranno, tra l’altro, un provvedimento contro il caro-benzina e il codice degli appalti) e la partita delle nomine nelle partecipate, che crea fibrillazioni tra gli alleati, in particolare con la Lega. “Non ci sono tensioni – cerca di smorzare – ci sono interlocuzioni a 360 gradi che guardano al merito delle persone e delle questioni”.

Ue in pressing sull’Italia ma Meloni frena ancora

Ue in pressing sull’Italia ma Meloni frena ancora


Ue in pressing sull’Italia ma Meloni frena ancora – askanews.it



Ue in pressing sull’Italia ma Meloni frena ancora – askanews.it



















Bruxelles, 24 mar. (askanews) – L’Unione europea fa sentire la pressione sull’Italia per la ratifica del Mes ma Giorgia Meloni ancora frena. A rilanciare il tema dell’ok di Roma è stato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe arrivando questa mattina all’Eurosummit. “E’ importante che andiamo avanti con la piena ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità, per assicurare che il Fondo di risoluzione unico abbia il supporto che è stato già concordato che debba avere”, ha detto. Donohoe non ha citato l’Italia, ma il riferimento è chiaro dato che il nostro è l’unico Paese a non averlo ancora approvato.

Più tardi, a una domanda precisa, il numero uno dell’Eurogruppo ha sottolineato che “il modo in cui ciò accadrà spetta al Parlamento italiano e, naturalmente, al Governo italiano”. Ma deve essere chiaro “il valore della ratifica del trattato nel suo complesso da parte di tutti i membri, perché giocherà un ruolo prezioso nel modo in cui potremo rafforzare la nostra collaborazione per tutti”. Anche il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, ha auspicato un completamento dell’iter “nel minor tempo possibile” anche se “la parte che è importante per situazioni come quelle che stiamo vivendo è stata già fatta, ed è quella che permette una supervisione comune e degli interventi sugli attori”. Un messaggio chiaro, da parte delle istituzioni Ue, che però Meloni non recepisce. Come già detto più volte nelle scorse settimane, infatti, per la presidente del Consiglio la ratifica è la fine e non l’inizio di un percorso. “Credo che la materia non vada discussa a monte ma vada discussa a valle e nel contesto nel quale opera”, ha detto oggi rispondendo a una domanda al termine dell’Eurosummit. In pratica, è il suo ragionamento, in un contesto mutato rispetto al passato (e anche con la tempesta iniziata sulle banche), prima occorre discutere della governance europea, dell’unione bancaria e solo dopo del Mes, che comunque considera uno strumento non efficace e a cui l’Italia non aderirà mai, finchè sarà al governo. Per lei ci sono altri strumenti “più efficaci”. Ad esempio – ha rilevato – stamattina abbiamo discusso dell’Unione bancaria e sul tema di un backstop”, una barriera di protezione, il Mes “è una sorta di Cassazione, il primo e il secondo grado sono l’Unione bancaria e le materie che sono state discusse questa mattina, quindi è un ragionamento del quale non si può discutere se non in un quadro complessivo”.

Tenendo presente però che l’iter per la modifica del Patto di stabilità e crescita andrà avanti a lungo (l’Italia, ma non solo, auspica che sia approvato entro il 2023) bisognerà vedere per quanto tempo Meloni riuscirà a evitare di portare in Parlamento la ratifica, dove la maggioranza rischierebbe perchè la Lega molto difficilmente darebbe il suo ok. Certo, tenere la pratica in sospeso può essere anche un mezzo per far pressione nella trattativa sulla governance, ma questo potrebbe rivelarsi anche un gioco rischioso, a maggior ragione in una fase di turbolenza sui mercati finanziari. “Sul Mes – attacca il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova – arranca, cerca scuse inesistenti. L’Italia deve ratificare la riforma del Mes, nell’interesse di tutti i paesi dell’Euro a partire dal nostro. Siccome lo farà, la melina di Meloni non serve a nulla se non a perdere credibilità ed autorevolezza”. Per Enrico Borghi (Pd) “la premier viene iscritta d’ufficio al club dei pifferi di montagna, che andarono per suonare e tornarono suonati. Prossima puntata di questa serie: il Mes. Questione di tempo”.

Fdi vuole cancellare il reato di tortura,le opposizioni insorgono

Fdi vuole cancellare il reato di tortura,le opposizioni insorgono


Fdi vuole cancellare il reato di tortura,le opposizioni insorgono – askanews.it



Fdi vuole cancellare il reato di tortura,le opposizioni insorgono – askanews.it


















Roma, 24 mar. (askanews) – Torna alla ribalta un vecchio cavallo di battaglia di Fdi. Quello di cancellare il reato di tortura dal codice penale. La Pdl è stata presentato in commissione Giustizia della Camera nel novembre scorso e assegnata in sede referente il 24 gennaio e ancora non calendarizzata. Ma lo scontro riflette il clima incandescente tra maggioranza e opposizione, dalla maternità surrogata alle detenute madri.

L’obiettivo esplicitato nella proposta di legge è quello di tutelare gli agenti da “denunce e processi strumentali” da pene ritenute “spoporzionate rispetto ai reati che puniscono nel codice attualmente tali ci condotte”, per garantire “adeguatamente l’onorabilità e l’immagine delle Forze di polizia”. L’ordinamento penale italiano, tengono a sottolineare gli esponenti di Fdi, “contempla già una sufficiente ‘batteria di norme repressive’: percosse, lesioni personali, sequestro di persona, arresto illegale, indebita limitazione di libertà personale, abuso di autorità contro arrestati o detenuti, perquisizioni e ispezioni personali arbitrarie, violenza privata, minacce, stato di incapacità procurato mediante violenza. Si tratta di fattispecie penali che, unite alla nuova aggravante, andrebbero a comporre un’adeguata costellazione punitiva”.

Il testo, infatti, di soli due articoli, introduce una nuova aggravante comune che darebbe attuazione agli obblighi internazionali discendenti dalla ratifica della Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (Cat) ma nello stesso tempo prevede la contestuale abrogazione delle fattispecie penali della tortura e dell’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura (articoli 613-bis e 613-ter del codice penale). Secondo i deputati di Fratelli d’Italia la legge attuale (approvata nel 2017) porta ad una “incertezza applicativa” con il rischio della “pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all’applicazione della legge, in particolare del personale delle Forze di polizia che per l’esercizio delle proprie funzioni è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica”. Gli appartenenti alla polizia penitenziaria “rischierebbero quotidianamente denunce per tale reato a causa delle condizioni di invivibilità delle carceri e della mancanza di spazi detentivi, con conseguenze penali molto gravi e totalmente sproporzionate”.

Insorgono le opposizioni. La capogruppo dei senatori Pd, Simona Malpezzi, definisce “agghiacciante” la proposta. “Meloni – scrive su twitter – dica qualcosa: il suo governo e la sua forza politica vogliono attaccare una norma in difesa dei diritti umani?”. Mentre la collega di partito, la vicepresidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando, attacca la destra che fa un “disastro dietro l’altro” e chiede al “ministro Nordio da che parte sta”. Ivan Scalfarotto di Az-Iv, fa notare come il governo introduca “un nuovo reato con pene pesantissime per chi va a un rave party ed elimina invece il reato di tortura che punisce chi ‘agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia’”.

Riccardo Magi di +Europa, parla di schizofrezia dell’esecutivo (“da un lato annuncia di voler introdurre, incostituzionalmente, nuovi reati universali inventandoseli di sana pianta, come nel caso della Gpa; dall’altra, vuole l’abolizione di reati reali che danneggiano l’immagine del nostro Paese, come quelli commessi appunto dalle Forze dell’Ordine” e rilancia chiedendo l’introduzione dei codici indentificativi delle divise. “Mentre a Biella si consuma con 23 agenti sospesi dal servizio l’ennesimo caso di tortura nelle carceri italiane, Fratelli d’Italia, il partito della presidente del consiglio dei ministri propone una legge per abrogare il reato di tortura”, è il commento del vicepresidente dei deputati dell’Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi.