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Tag: Sanremo 2023

Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi

Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi


Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi – askanews.it



Truffa sui bonus edilizi, sequestrati crediti per 1,7 miliardi – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Militari dei comandi provinciali della guardia di finanza di Napoli ed Avellino hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Avellino e un sequestro preventivo d’urgenza della locale Procura su crediti d’imposta inesistenti nel settore dei bonus edilizi: accertato un ammontare di crediti fittizi per circa 1,7 miliardi di euro, parte dei quali usati in compensazione. Ventuno gli indagati.

L’indagine, partita da una analisi di rischio del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate e delegata dalla Procura irpina al nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e al gruppo di Avellino, ha permesso di identificare una complessa ed articolata rete di soggetti che, nel corso degli ultimi mesi e quotidianamente, anche dopo gli interventi normativi adottati a partire dal novembre 2021 per contrastare le frodi nel settore, ha inviato all’Agenzia delle entrate un elevatissimo numero di comunicazioni di cessione, che presentavano molti fattori di rischio. Ad esempio, importi ingenti dei crediti ceduti (prevalentemente “Ecobonus” e “Bonus Facciate”), ma divisi in numerose comunicazioni; persone che figuravano una volta come cedente altre come cessionario, persone risultate senza fissa dimora, decedute e con precedenti penali; fatture di acquisto assenti o di importo incoerente, et similia. Gli interventi edilizi dai quali sarebbero sorti i crediti (per un importo complessivo di lavori dichiarati di circa 2,8 miliardi di euro) erano riferibili a immobili inesistenti, e, in oltre 2.000 casi, nelle comunicazioni di cessione erano persino indicati comuni inesistenti. Insieme al sequestro sono state svolte perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti di 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.

”Non è tutto finito” nuovo singolo sul clima dei Fuoricentro

”Non è tutto finito” nuovo singolo sul clima dei Fuoricentro


“Non è tutto finito” nuovo singolo sul clima dei Fuoricentro – askanews.it



“Non è tutto finito” nuovo singolo sul clima dei Fuoricentro – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – Si intitola “Non è tutto finito” il nuovo singolo dei Fuoricentro, incentrato sul tema estremamente attuale del cambiamento climatico, che sempre di più sta avendo un impatto negativo sull’ambiente. Il videoclip, girato in Sicilia, contiene delle immagini del WWF. Il brano vanta anche uno speciale featuring con la mitica annunciatrice e conduttrice Maria Giovanna Elmi. La band milanese, che da sempre fa del pop uno strumento per lanciare dei messaggi importanti a livello sociale, torna sulle scene musicali con un grido di speranza, come si può intuire già dal titolo del brano.

A spiegarlo è lo stesso frontman Maurizio Camuti: «”Non è tutto finito” perché siamo ancora in tempo per rimediare a quanto di negativo, in poco più di un secolo, siamo riusciti a fare al nostro pianeta, agli esseri senzienti, agli alberi, al mare, al clima senza pensare a tutti coloro che verranno dopo di noi. Finora stili di vita sbagliati (ora non più sostenibili) e spesso interessi economici ci hanno portato in questa direzione, ma si tratta di una strada non più percorribile. Serve una consapevolezza globale che ci permetta di evitare di commettere altri passi falsi». Il videoclip di “Non è tutto finito” è stato girato in Sicilia, per la precisione presso L’altopiano dell’Argimusco, sito naturalistico ed archeologico che sorge a ridosso della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta, nel cuore del Territorio Abacenino, dove ricadono i borghi di Montalbano Elicona, Novara di Sicilia e Tripi, in provincia di Messina.

Il luogo è formato da gigantesche rocce antiche milioni di anni che sono caratterizzate da particolari forme di rara bellezza. Dall’Argimusco è possibile osservare un paesaggio mozzafiato a 360°. Una curiosità: questa location magica ed incontaminata era anche cara a Franco Battiato che tra “densità spirituale, contemplazione e misteri”, la mostrò nel videoclip di “Torneremo ancora”. I Fuoricentro hanno scelto questo luogo anche per omaggiare il grande Maestro, già attento a certe tematiche.

Questo sito antico e incontaminato, simbolo di purezza, fa riavvicinare all’essenza della vita. Si ringrazia il WWF per la concessione delle bellissime immagini presenti nel videoclip e si ringrazia Argimusco Landowners per le riprese effettuate presso l’Altopiano dell’Argimusco.

Moma: il manifesto della filiera corta, certa ed etica

Moma: il manifesto della filiera corta, certa ed etica


Moma: il manifesto della filiera corta, certa ed etica – askanews.it



Moma: il manifesto della filiera corta, certa ed etica – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Aperto nel 2002 dai fratelli Gastone e Franco Pierini, nell’energetico quartiere degli affari romano, quello dal respiro più internazionale in città, proprio di fronte all’ambasciata americana, il Moma si ispira nel nome al Museum of Modern Art di New York, del quale ha voluto riprodurre proprio il concetto di “contenitore di opere d’arte”.

“Nella mia testa avevo in mente uno spazio semplice, lineare, luminoso – commenta Gastone Pierini – ispirato ai grandi architetti del secolo scorso, su tutti Oscar Niemeyer, il creatore di Brasilia che perseguiva lo spettacolo dell’architettura. E pensando che anche il cibo dovesse essere uno spettacolo abbiamo realizzato una scenografia che gli fosse congeniale: materiali di grande pregio, come il travertino e il legno naturale, avrebbero dato la giusta importanza ad opere di “arte gastronomica”. La parola d’ordine di Moma è “contemporaneità”, che doveva essere ben visibile nelle sculture, nei quadri, nelle fotografie e nel piatto”. L’ambiziosa operazione si inserì come concept gastronomico nel solco della tradizione culinaria della città per proporre una visione alternativa e allora rivoluzionaria del cibo. “I locali che abbiamo avuto – svela Gastone che con il fratello ha una lunga esperienza imprenditoriale alle spalle – hanno rappresentato per noi una sfida differente. Tutti, seppur così diversi tra loro, hanno in comune il grande amore che abbiamo sempre dedicato al nostro lavoro, ma soprattutto la vicinanza etica e culturale tra me e mio fratello, mettendo al primo posto il concetto di qualità, nei singoli progetti. Dalla scelta consapevole della materia prima al controllo di una filiera certa, sempre al fianco di piccoli e selezionati contadini, artigiani e allevatori italiani”.

Una complicità di intenti condivisa dallo stesso chef Andrea Pasqualucci, riconosciuto come uno degli chef romani d’avanguardia, capace di esprimere qualcosa di nuovo nei suoi piatti, sia in termini di ricette, sia attraverso ingredienti peculiari con i quali elabora nuovi concetti strutturati di cucina. “Aver incontrato Gastone – racconta Andrea – ha cambiato la mia vita. Ero un giovane cuoco deciso a mettermi in gioco in cucine importanti, come quella di Oliver Glowig e Moreno Cedroni, e trovare un imprenditore che avesse così chiara la visione della ristorazione futura è stata per me una folgorazione”. Un incontro fortunato che è valso il riconoscimento della Stella Michelin nel 2018 a un locale che quotidianamente evolve incarnando e rispondendo ai veloci mutamenti economico sociali dei nostri tempi. Ancor prima che la parola sostenibilità ed eticità divenisse di uso comune il Moma ne ha fatto il suo fondamento attraverso la quotidiana applicazione dei principi della cucina circolare. Il locale ha infatti una doppia anima: quella del bistrot al piano inferiore, dai toni contemporanei e vivaci, che si esprime attraverso un’offerta gastronomica semplice, eclettica e gustosa a ottimi livelli, e quella gourmet del piano superiore, sofisticata, elegante e di ricerca. Una doppia anima che consente di mettere a sistema il ristorante gourmet con il bistrot, facendo in modo che tutto ciò che non serve nel laboratorio del primo, venga utilizzato in quello del secondo. Entra così in gioco la creatività dello chef Andrea Pasqualucci che grazie al suo importante bagaglio tecnico riesce a rendere protagonisti di piatti eccellenti anche i tagli meno nobili o che non si prestano ad una cucina gourmet semplicemente per motivi di estetica del piatto. Secondo la filosofia circolare, nelle cucine di Moma la materia prima ha più vite, viene esaltata in ogni sua parte, trasformata e lasciata esprimere in pietanze sofisticate ed eleganti, ma anche in piatti quotidiani che beneficiano di ingredienti di altissimo livello. In questo modo, il pescato di giornata, che arriva sotto forma di prodotti che vanno dai 6 ai 12 chili di peso, non viene mai sprecato.

“Lavoriamo il pescato a seconda della disponibilità giornaliera – spiega lo chef Pasqualucci – e per i piatti gourmet utilizziamo tutti i filetti e la parte centrale. Le parti finali vicino alle code sono adoperate per realizzare le tartare del pranzo e la testa è utilizzata in molti modi”. Quest’ultima viene cotta al vapore e, insieme alla guancia, serve a preparare le Polpette di pesce in menu al bistrot di Moma. Lische e carapaci sono perfetti per i brodi e altre parti di “scarto” vengono sublimate fino a diventare veri e propri piatti identitari dal forte stampo anti-spreco. È il caso della Cotoletta di muscolo di branchia di ombrina in panatura croccante: “Lavorando pescati così grandi è fondamentale cogliere il potenziale di ogni singola sezione – continua Andrea Pasqualucci – nel caso dell’ombrina, il muscolo branchiale viene ben pulito, poi scalziamo l’osso proprio come se fosse una cotoletta e utilizziamo ciò che resta per diversi piatti fuori menu: lo proponiamo in versione panata e fritta, sempre con un side di contorno, oppure lo mariniamo e lo scottiamo sulla brace”. Un’idea vincente quella di proporre piatti del giorno fuori menu realizzati in una filosofia anti-spreco ma dai risultati finali straordinariamente vicini al concetto di alta cucina che caratterizza l’intero lavoro di Pasqualucci. La sua cucina codifica sapori contadini della memoria, valorizzando spesso tagli poveri, come il quinto quarto e il pesce azzurro, conferendogli un carattere inconfondibile grazie al gusto affilato ed essenziale. La costruzione dei suoi piatti conta pochi ingredienti di base, sempre riconoscibili, uniti a profumi, spezie o erbe che ne esaltano le caratteristiche, facendoli scoprire come fosse la prima volta. Dotato di una particolare sensibilità riesce a giocare con gli elementi creando un delicato equilibrio gustativo. Quasi maniacale nell’attenzione e nella cura della scelta della materia prima, ha selezionato i suoi fornitori garantendosi eccellenze che rispettano prossimità, filiera corta e dunque territorialità. Costruita sulla base di un ricordo che lo ha cresciuto e sulla tradizione a lui ben nota, è una cucina che muta perché attenta alla cura del cliente e all’evoluzione dei gusti, pur rimanendo fedele alla propria linea. Una cucina non volutamente ma naturalmente adatta a tutti, personale ma non egocentrica, lontana da quella voglia di imporsi con prepotenza e noncuranza perché parla di ristorazione e cura del commensale.

Lo chef. Chef del Moma è Andrea Pasqualucci, romano, classe 1989. Convinto fin da ragazzino che la cucina fosse la sua vera missione si iscrive all’IPSSAR di Tor Carbone. La sua prima esperienza è con lo chef Armando De Giorgi, suo mentore, che gli trasferisce le sue competenze e la passione per la cucina. Da Aroma, con lo chef Giuseppe Di Iorio, impara le basi della cucina francese e come si viva in brigata, facendo lavoro di squadra. Approda poi all’Hotel Aldrovandi, dove lavora con lo chef Oliver Glowig: qui, comprende la centralità dei prodotti italiani e l’importanza della cura per gli ingredienti. L’amore per il mare lo conduce fino a Senigallia da Moreno Cedroni alla Madonnina del Pescatore, dove affina le sue conoscenze sulle lavorazioni del pescato. Nel 2017 i fratelli Pierini affidano ad Andrea la cucina del Moma. Ama i tagli poveri, il quinto quarto e il pesce azzurro: la sua filosofia coincide con quella della proprietà esprimendo pura semplicità e importanza, fondamentale nella ricerca delle materie prime del territorio locale. Costruisce i suoi piatti con minuziosità: “Mi piace creare un piatto – racconta lo chef- come fosse un modellino da pitturare in tutti i suoi dettagli: gli ingredienti giusti come fossero i colori giusti. Può sembrare semplice comporre un piatto dal sapore equilibrato, con pochi ingredienti, ma è la cosa più difficile e, per me, è la massima espressione della cucina”.

Acqua, Ambrosetti: con emergenza idrica a rischio 18% del Pil italiano

Acqua, Ambrosetti: con emergenza idrica a rischio 18% del Pil italiano


Acqua, Ambrosetti: con emergenza idrica a rischio 18% del Pil italiano – askanews.it



Acqua, Ambrosetti: con emergenza idrica a rischio 18% del Pil italiano – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – L’emergenza idrica potrebbe mettere a rischio 320 miliardi di euro tra imprese idrovore e filiera estesa dell’acqua, il 18% del Pil italiano, ma si può rispondere alla crisi con il modello circolare delle 5R: raccolta, ripristino, riuso, recupero e riduzione. Una proposta operativa contro gli sprechi e la siccità che scaturisce dalle evidenze del Libro Bianco 2023 “Valore acqua per l’Italia”, giunto alla quarta edizione e realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti.

Come emerge dalle pagine del Libro Bianco 2023 per abilitare la transizione smart e digitale della filiera estesa dell’acqua è necessario tutelare maggiormente le infrastrutture idriche: anche a causa di investimenti limitati, il tasso di sostituzione delle reti idriche italiane (il 25% ha più di 50 anni) è di 3,8 metri per chilometro all’anno: a questo ritmo, sarebbero necessari 250 anni per la loro manutenzione completa. La filiera estesa dell’acqua risulta oggi poco digitalizzata: il 50% dei contatori idrici nelle case italiane ha più di 20 anni, i contatori intelligenti o smart meter rappresentano solamente il 4% del totale contatori, 12 volte in meno rispetto alla media europea dove quasi uno su due (49%) è già “intelligente”. Se tutte le abitazioni fossero dotate di smart meter si potrebbero risparmiare fino a 2,4 miliardi di euro all’anno riducendo di 513,3 milioni di metri cubi la richiesta idrica (circa il 10% dei consumi idrici civili annuali). Altro dato interessante riguarda le acque metroriche. Oggi recuperiamo solo l’11% di quelle che cadono in Italia e 1,3 milioni di cittadini, in particolare al Sud, non hanno un sistema di depurazione. Inoltre, solo il 4% delle acque reflue prodotte in Italia è destinato al riutilizzo diretto, a fronte di un potenziale del 23%. Allo stesso modo i fanghi di depurazione, che per il 53,4% sono destinati oggi allo smaltimento quando potrebbero essere riutilizzati.

I dati presenti nel Libro Bianco 2023, integrati con le evidenze del Blue Book 2023 di Utilitalia, presentati entrambi a Roma, confermano che l’Italia, con oltre nove miliardi di metri cubi l’anno, è il primo paese dell’Unione Europea per acqua prelevata a uso civile. La media italiana del consumo potabile raggiunge i 154 metri cubi per abitante, solo la Grecia (157,4) ci batte. Se consideriamo i consumi idrici a uso civile gli italiani non hanno rivali tra i Paesi dell’Unione: 220 litri per abitante al giorno contro una media Ue di 165. L’infrastruttura idrica italiana è vetusta e poco efficiente: il 60% della rete ha più di 30 anni, il 25% più di mezzo secolo. La percentuale di perdite idriche in fase di distribuzione raggiunge il 41,2% collocando il nostro Paese al quart’ultimo posto tra i 27 Paesi Ue+Uk mentre quello relativo alle perdite lineari pari a 9.072 m3/km/anno ci posiziona all’ultimo posto in Europa. Secondo i dati del Blue Book 2023 di Fondazione Utilitatis in risposta a questa situazione i gestori industriali nel settore hanno aumentato gli investimenti del 70% negli ultimi 20 anni arrivando a una media di 56 euro per abitante nel 2021. Il contributo alla crescita degli investimenti è comunque limitato dalla presenza di numerose gestioni in economia, soprattutto nel Mezzogiorno, il cui valore medio di investimenti si attesta intorno a otto euro per abitante negli ultimi cinque anni.

L’acqua è una risorsa fondamentale per far l’operatività di 1,5 milioni di imprese agricole, circa 330.000 aziende manifatturiere idrovore e oltre 9.000 imprese del settore energetico. Nel 2021, il ciclo idrico esteso ha generato un valore aggiunto di 9,4 miliardi di euro, con una crescita media annua del +4,3% nel periodo 2010-2021 (10 volte la manifattura italiana), e occupa 92.400 persone. Questa filiera vale quasi quanto l’industria farmaceutica e oltre il doppio dell’abbigliamento. Quello dell’acqua è un comparto composto per la quasi totalità (97,7%) da aziende con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro che contribuiscono solo marginalmente ai ricavi complessivi, mentre le grandi imprese generano un contributo ai ricavi del 63,5% nonostante rappresentino solo il 3,3% del totale. Attraverso l’indice “Valore Acqua per lo Sviluppo Sostenibile”, The European House – Ambrosetti ha mappato la sostenibilità della gestione della risorsa idrica nei Paesi europei in funzione degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile ONU per l’Agenda 2030: 10 dei 17 obiettivi e 53 dei 90 target sono influenzati dall’acqua. Nel raggiungimento di questi obiettivi l’Italia rimane, come nel 2022, tra le ultime posizioni: diciottesima (punteggio di 5,3 in una scala da 1 a 10) sui 28 paesi analizzati.

Nel 2020 la spesa per l’approvvigionamento idrico, incluso l’ambito igienico-sanitario, nei 27 Paesi UE+UK è stata di 100 miliardi di euro. La Commissione Europea e l’Ocse hanno stimato che sarà necessario un incremento di quasi il triplo (+189%) di questa cifra entro il 2030 raggiungendo quasi 300 miliardi di Euro. Uno degli strumenti cardine per orientare e supportare gli investimenti sarà la Tassonomia Europea adottata dalla Commissione Europea per la definizione univoca di quali investimenti possano definirsi sostenibili. Tuttavia, l’82% degli operatori del servizio idrico coinvolti in una ricerca sviluppata nel Libro Bianco 2023 dichiara di aver riscontrato difficoltà nella verifica del rispetto del Criterio della Tassonomia Europea con riferimento all’indicatore di risparmio energetico e il 76,5% con riferimento alle perdite idriche. Le aziende che in Italia hanno definito delle linee di investimento apposite prevedono di raggiungere le soglie definite dai criteri tecnici entro il 2030, con un ammontare di risorse cumulate dedicate dagli operatori nel periodo tra i 60 e 100 milioni di Euro per quanto riguarda il consumo di energia, e tra i 150 e 200 milioni di Euro per le perdite idriche.

Meloni: basta calunnie, dall’inizio del mio governo sono stati salvati 36.500 migranti

Meloni: basta calunnie, dall’inizio del mio governo sono stati salvati 36.500 migranti


Meloni: basta calunnie, dall’inizio del mio governo sono stati salvati 36.500 migranti – askanews.it



Meloni: basta calunnie, dall’inizio del mio governo sono stati salvati 36.500 migranti – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – “Dall’inizio del mio mandato l’Italia ha salvato 36mila e 500 persone in mare, siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro e raccontare al cospetto del mondo, di fronte all’enorme sforzo che stiamo facendo che lasceremmo bambini morire è una calunnia non al governo ma nei confronti dello Stato italiano”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla Camera.

Una calunnia, ha rilanciato con impeto, “alle forze dell’ordine, all’intero sistema, o volete dire che ci sono uomini e donne delle forze dell’ordine che non salverebbero bambini se il governo dicesse loro di non farlo?”.

Siccità, Fontana: da Lombardia massimo impegno per preservare acqua

Siccità, Fontana: da Lombardia massimo impegno per preservare acqua



Siccità, Fontana: da Lombardia massimo impegno per preservare acqua – askanews.it



Siccità, Fontana: da Lombardia massimo impegno per preservare acqua – askanews.it



















Milano, 22 mar. (askanews) – “L’acqua è vita. Mai come oggi, con il tema della siccità e di tutto ciò che ne consegue, serve attenzione e responsabilità. È dunque necessario preservare questo bene. Da parte nostra, come Regione Lombardia stiamo mettendo in campo il massimo impegno nel settore agricolo e più in generale in ogni comparto produttivo”. Lo ha scritto sui social il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.

“Troppo spesso non ci rendiamo conto quanto siamo fortunati nel poter aprire un rubinetto e usufruire dell’acqua. Anche in Lombardia, cambiamenti climatici e surriscaldamento del pianeta sono segnali evidenti per comprendere ancora di più che l’acqua deve essere un bene da utilizzare con raziocinio e senza sprechi nella vita di tutti i giorni. Mi raccomando, facciamone tutti un uso corretto” ha aggiunto.

Bricolo: sarà Vinitaly di servizio, sempre più rivolto a esigenze aziende

Bricolo: sarà Vinitaly di servizio, sempre più rivolto a esigenze aziende


Bricolo: sarà Vinitaly di servizio, sempre più rivolto a esigenze aziende – askanews.it



Bricolo: sarà Vinitaly di servizio, sempre più rivolto a esigenze aziende – askanews.it


















Milano, 22 mar. (askanews) – Conto alla rovescia per Vinitaly che dal 2 al 5 aprile ospiterà a Fieraverona più di 4mila aziende provenienti da tutta Italia e da più di 30 Paesi, e oltre mille top buyer (+43% sul 2022) da 68 nazioni selezionate. Presentata ufficialmente questa mattina al Centro congressi Fontana di Trevi a Roma, la 55esima edizione del salone internazionale dei vini e distillati si dipana lungo tre direttrici: business, internazionalizzazione e posizionamento.

“Sarà un Vinitaly di servizio e sempre più funzionale alle esigenze delle aziende che operano sui mercati” ha affermato il presidente di Veronafiere Spa, Federico Bricolo, parlando di “una evoluzione prevista dal piano industriale con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’identità e la centralità della manifestazione, oggi riconosciuta quale brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale”. “Il risultato della campagna straordinaria di incoming realizzata quest’anno – ha evidenziato Bricolo – ci proietta verso il Vinitaly del futuro, leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy”. Tra le 68 rotte di destinazione del vino italiano che convergeranno a Verona emergono, oltre alle consolidate piazze di Usa e Canada (complessivamente oltre 200 top client della domanda), i 17 Paesi dell’Asia, guidati da Cina (130 top buyer), Giappone, Corea del Sud ma anche Hong Kong e Singapore, i 12 dal Centro e Sud America, con Brasile e Argentina in testa, nove stati africani e una mappa europea a quota 26. “Abbiamo attuato un programma di investimenti eccezionali unitamente a importanti economie di scala per potenziare, già da questa edizione di Vinitaly, il panel di top buyer a Verona” ha aggiunto l’amministratore delegato della Spa fieristica, Maurizio Danese, sottolineando che “garantire business e nuove opportunità commerciali per le aziende espositrici è la nostra priorità di azione. Stiamo lavorando per avviare nuovi modelli di sviluppo per un Vinitaly più sempre più orientato sulla domanda internazionale e dal format efficientato”.

In contemporanea, sugli oltre 100mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture al completo, anche gli altri due saloni professionali, Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers, che portano il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende. A fare da prologo a questo 55esimo Salone, Vinitaly OperaWine: la super degustazione con i 130 produttori portabandiera selezionati da Wine Spectator in calendario sabato 1 aprile alle ex Gallerie Mercatali, di fronte al quartiere fieristico. Confermate anche le principali aree tematiche: Vinitaly Bio; International wine hall; Vinitaly Mixology; Micro Mega Wines a cura del wine writer Ian D’agata con focus sulle produzioni di nicchia e a tiratura limitata; Taste and Buy, il matching con operatori selezionati dalla rete fieristica in collaborazione con i Consorzi di tutela; Tasting Express con le più importanti riviste internazionali di settore. Oltre 80 le degustazioni previste ad oggi dal calendario ufficiale della manifestazione.

Dal 29 marzo torna Rendez-vous, festival dedicato al cinema francese

Dal 29 marzo torna Rendez-vous, festival dedicato al cinema francese


Dal 29 marzo torna Rendez-vous, festival dedicato al cinema francese – askanews.it



Dal 29 marzo torna Rendez-vous, festival dedicato al cinema francese – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Dal 29 marzo al 3 aprile 2023 torna in Italia Rendez-vous, il festival dedicato al cinema francese. La manifestazione, alla sua XIII edizione, apre i battenti, come ogni anno, a Roma, al Cinema Nuovo Sacher, cuore del festival con proiezioni e incontri con i protagonisti del cinema francese. Sempre a Roma, l’Institut Français Centre Saint Louis accoglie i film destinati ai più piccoli, poi il festival si mette in viaggio, con una sezione speciale che ritroveremo alla Cineteca di Bologna, al Cinema Massimo di Torino, agli Institut Français di Milano e di Palermo.

Il più prestigioso evento cinematografico italiano dedicato al cinema francese, nasce da un’iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, è realizzato dall’Institut français Italia, co-organizzato con Unifrance, l’organismo di promozione del cinema e dell’audiovisivo francese nel mondo. “Questo festival, così unico e prezioso, è una grande occasione di incontro e scambio tra gli artisti del cinema francese e quelli del cinema italiano – ha detto Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia – è un grande momento di unione e di ritrovamento, che ci fa sognare ma anche riflettere sulla nostra società e le sue sfide. Questa edizione è testimone di un cinema giovane, travolgente, indipendente e vario, che porta un messaggio positivo per le future generazioni”. La XIII edizione nasce all’insegna di un cinema libero e umanista: è proprio la libertà il motore delle scelte stilistiche dei suoi autori e insieme il messaggio trasmesso dalle opere presenti nella selezione. Il programma di quest’anno vede opere che mescolano intimo e politico, storie dai grandi personaggi, per lo più femminili, che sono motore e acceleratore del cambiamento. Il film d’apertura è “Mon crime – La colpevole sono io” di François Ozon, una commedia poliziesca dal cast stellare: Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e André Dussolier. Ozon, accompagnato dalle protagoniste Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder, presenterà il film – in anteprima italiana – il 29 marzo a Roma al Cinema Nuovo Sacher. Il film arriverà in sala il 25 aprile distribuito da Bim distribuzione.

Ospite d’onore di questa XIII edizione, un’icona del cinema internazionale: Isabelle Huppert. L’attrice sarà a Roma con due film: “La syndicaliste” di Jean-Paul Salomé e “Mon crime” di François Ozon. L’attrice, al fianco del regista Jean-Paul Salomé e del compositore della colonna sonora Bruno Coulais, presenterà “La syndicaliste”, film selezionato nella sezione Orizzonti di Venezia 79 che trae ispirazione dall’affaire Kearney e racconta la storia vera di Maureen Kearney, una battagliera rappresentante sindacale della centrale nucleare di una multinazionale francese. Il film sarà in sala in autunno con I Wonder pictures. Il cinema di questa edizione ha vocazione per il viaggio. Che il terreno esplorato sia geopolitico, familiare o esistenziale, poco importa. L’esplorazione non promette scoperte, ma cerca senso e consapevolezza nell’ineffabilità del tempo presente. Alain Guiraudie, il regista più libero e audace del cinema francese sarà al Festival con il suo ultimo lungometraggio “Viens je t’emmène”, presentato in apertura nella sezione Panorama della Berlinale 72 e alla 41° edizione del TFF.

Inoltre, Arnaud Desplechin torna al Rendez-vous per presentare, in anteprima italiana, “Frère et Sœur – Fratello e Sorella”, con cui segna un nuovo capitolo dedicato alla riscrittura del suo romanzo intimo, una radiografia luminosa e sottile dei conflitti familiari. Tra i tanti film in programma, arrivano a Roma “Le Lycéen | Winter Boy di Christophe Honoré, “Pacifiction – Tourment sur les îles” di Albert Serra, “Plus que jamais” della regista franco-tedesca Emily Atef. Torna il focus dedicato alla commedia francese, tra i titoli c’è anche “Les Cyclades” di Marc Fitoussi. Inoltre, l’Institut français Centre Saint-Louis ospita lo speciale Rendez-vous destinato ai più piccoli. Una ventata di buonumore concentrata nei due titoli presentati, entrambi in anteprima italiana: “Le Petit Piaf di Gérard Jugnot e “Le Nouveau Jouet” di James Huth.

Al via domani il Ramadan, mese sacro per oltre 1,9 mld musulmani

Al via domani il Ramadan, mese sacro per oltre 1,9 mld musulmani


Al via domani il Ramadan, mese sacro per oltre 1,9 mld musulmani – askanews.it



Al via domani il Ramadan, mese sacro per oltre 1,9 mld musulmani – askanews.it



















Roma, 22 mar. (askanews) – Sono oltre 1,9 miliardi i musulmani che osserveranno da domani il Ramadan, il mese più sacro per gli islamici.

I musulmani seguono un calendario lunare composto da 12 mesi in un anno di 354 o 355 giorni. L’avvistamento in Arabia Saudita della nuova luna crescente segna l’inizio del Ramadan, il nono mese del calendario islamico. Come ricorda al Arabiya, si ritiene sia il mese in cui venne rivelato il Corano al profeta Maometto. Per i fedeli musulmani è il mese del digiuno e della spiritualità. Il digiuno dall’alba al tramonto durante il Ramadan è uno dei cinque pilastri dell’Islam ed è obbligatorio per tutti i musulmani sani. Sono esentati i bambini piccoli, le persone malate, i viaggiatori e le donne in stato di gravidanza.

Studio: vino primo tra le “4A” del made in Italy per saldo commerciale

Studio: vino primo tra le “4A” del made in Italy per saldo commerciale


Studio: vino primo tra le “4A” del made in Italy per saldo commerciale – askanews.it



Studio: vino primo tra le “4A” del made in Italy per saldo commerciale – askanews.it


















Milano, 22 mar. (askanews) – L’industria vinicola italiana vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530mila aziende con circa 870mila addetti, e con 7,4 miliardi di euro di esportazioni nette nel 2022 si colloca al primo posto per livello del saldo commerciale del made in Italy delle “4A” (abbigliamento, alimentare, arredamento e automazione) che vale ogni anno circa 200 miliardi di euro. Una scalata, quella del prodotto agricolo italiano più richiesto nel mondo, partita dal quarto posto del 2011 sino alla performance di oggi, con il sorpasso su altri comparti icona del lifestyle italiano. E’ quanto emerge dall’analisi illustrata questa mattina a Roma dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia in occasione della conferenza stampa del 55esimo Salone internazionale del vino e dei distillati che si terrà Verona dal 2 al 5 aprile.

“Il contributo del vino non si limita alla filiera agroalimentare ma si allarga al made in Italy nel suo insieme” hanno sottolineato Carlo Flamini di Unione italiana vini (Uiv) e Giuseppe Schirone di Prometeia presentando la ricerca, mentre l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese, ha spiegato che “troppo spesso il vino non è considerato dalla comunità economica per la sua reale dimensione”. “Il settore, con le sue imprese, è cresciuto ed ha affinato la propria managerialità fino a diventare un capitale strategico del prodotto Italia” ha proseguito, aggiungendo che “siamo convinti che il vino sia una ricchezza straordinaria per l’Italia e che, come testimoniano i numeri presentati nel rapporto, la strada per l’ulteriore crescita debba necessariamente passare dall’export”. La ricerca spiega che la filiera “core” del vino (coltivazione-produzione e vendita-distribuzione) vale 26,2 miliardi di euro (16,4 la parte produttiva e 9,8 le vendite al dettaglio-ingrosso), impiega 836mila addetti con un numero di aziende pari a 526mila. La filiera “correlata” (tecnologie e macchinari per vigneto, cantina e controllo qualità/certificazioni) conta circa 1.850 aziende, con 34mila addetti, per un fatturato di 5,1 miliardi di euro. Sommando insieme i canali diretti e indiretti della filiera “core”, in Italia il segmento Horeca-ingrosso-enoteche detiene una quota del 58% sul totale, seguito dal 25% della Gdo e dal 18% delle vendite dirette in cantina. La filiera “correlata” conta sulla parte vigneto con attrezzature per l’impianto, fitofarmaci, fertilizzanti, imprese per la meccanizzazione (10.200 addetti, 2 miliardi di euro); la cantina, composta da aziende produttrici di macchine e attrezzature per la trasformazione, vinificazione, imbottigliamento oltre alle materie prime secche (20mila addetti, 2,9 miliardi di euro); il controllo qualità (3.500 addetti, 150 milioni di euro). In Italia ci sono 29,4 milioni di consumatori di vino (55% della popolazione), di questi il 42% è quotidiano. La crescita media annua dei consumatori fino a 44 anni (il 34% del totale) è diminuita del 2,1% dal 2008 al 2021.

Il rapporto ricorda una volta di più come il tratto caratteristico dell’industria enologica sia il suo livello di internazionalizzazione. Con 7,9 miliardi di euro esportati nel 2022, le vendite estere hanno toccato il massimo storico, generando oltre il 54% del fatturato settoriale e confermando l’industria vinicola nettamente in testa al ranking dell’export dei settori alimentari. Un risultato ottenuto al termine di un decennio in cui, con una crescita cumulata prossima all’80%, il settore è risultato uno dei principali attori dell’accelerazione complessiva dell’export alimentare italiano. Senza il contributo del vino, che ha una propensione all’export doppia rispetto agli altri alimentari e bevande (54,5% vs 27,3%), l’avanzo commerciale dell’alimentare sarebbe inferiore del 64%. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia, questa naturale vocazione all’export determina anche un ruolo di “apripista” a beneficio degli altri comparti dell’agroalimentare. Si stima infatti che, negli ultimi 15 anni, ad ogni punto in più di crescita delle esportazioni di vino sia associata, due anni dopo, una crescita di 0,8 punti percentuali in media per gli altri prodotti alimentari. Non mancano i rischi per un comparto che, rispetto all’alimentare nel suo complesso, è più esposto alle oscillazioni cicliche dettate dalla congiuntura e/o da fattori esogeni. In particolare, secondo il rapporto presentato oggi sarà cruciale la capacità di misurarsi con le sfide poste dal cambiamento climatico: per far fronte ai “rischi di transizione” (investimenti necessari per sostenere i percorsi verso la sostenibilità), ad esempio, la filiera vitivinicola potrebbe dover destinare, su base annua, risorse pari a circa lo 0,7% del proprio fatturato da qui al 2050. Per un controvalore di oltre 100 milioni di euro l’anno e un investimento complessivo di circa 2,7 miliardi di euro.