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Tag: Sanremo 2023

Sanità, Siquilini (SItI): mettere al centro la prevenzione

Sanità, Siquilini (SItI): mettere al centro la prevenzioneMilano, 16 ott. (askanews) – Portare la prevenzione al centro delle politiche di sanità pubblica, coinvolgendo anche le ostituzioni ed il governo. E’ l’impegno della Società Italiana d’Igiene rilanciato dalla presidente Roberta Siliquini al termine della Conferenza Nazionale straordinaria della SItI che ha visto i massimi esperti del settore riuniti a Villa Erba di Cernobbio, sulle rive del lago di Como, per una tre giorni di dibattiti ed eventi.

“Siamo molto soddisfatti nell’aver portato a termine un evento che ha visto impegnati più di mille igienisti su tematiche cogenti per la prevenzione – le parole di Siliquini – È stata una Conferenza estremamente operativa, dalla quale usciamo accresciuti dal punto di vista della consapevolezza di quelle che sono le azioni intraprese e da intraprendere. La nostra Società scientifica è fortemente determinata ad essere pro-attiva nel portare la Prevenzione al centro delle politiche di Sanità pubblica, interagendo sempre di più con le Istituzioni e con il Governo”. “In queste giornate sono state affrontatetutte le tematiche relative alla prevenzione con un approccio molto pragmatico – spiega la presidente SItI – Abbiamo cercato di individuare le criticità e trovare le soluzioni da poter offrire alle Istituzioni per rendere la nostra prevenzione più efficiente possibile e farne uno strumento utile per migliorare la qualità della vita e la salute della nostra popolazione”.

La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art House

La lezione seria e leggera di Bruno Munari da Eataly Art HouseVerona, 16 ott. (askanews) – Sperimentare, inventare, cambiare le regole, senza mai prendersi troppo sul serio. Eataly Art House a Verona ospita una mostra di Bruno Munari, a 25 anni dalla morte, per raccontare la sua perdurante eredità artistica. E già ili titolo, come ci ha raccontato il curatore Alberto Salvadori, è una sorta di interpretazione: “La leggerezza dell’arte”. “La leggerezza – ha detto Salvadori ad askanews – è intesa come la capacità di arrivare in profondità in maniera soave, lieve e intelligente. Giocare, fare, non contemplare, ma essere attivi, essere parti definitive di un processo creativo”.

La mostra, che è curata anche da Luca Zaffarano, vuole indagare i processi creativi che sono alla base della poetica di Munari e lo fa offrendo un catalogo ampio della tante e diverse forme espressive che la hanno alimentata, rendendola unica e difficile da incasellare nelle definizioni. “Bruno Munari – ha aggiunto Salvadori – è un artista, ma è molto più che un artista, è una delle poche menti leonardesche del Novecento Italiano, è un designer, è un grafico, è un cineasta, è tutto, è un autore di libri per bambini, è colui che ci ha messo in mano degli oggetti che sono rimasti per generazioni e diventati quasi oggetti di culto”. Dinamismo, forme, luce, percezioni, trasportabilità: tutti elementi che la mostra di E.ART.H. ripropone nel loro divenire, accanto ovviamente agli oggetti di design e alla grafica. Per arrivare anche alla realizzazione del “Risotto Verde”, ispirato proprio a una ricetta di Munari nel libro “Da cosa nasce cosa”. Anche questa è una delle manifestazioni del talento dell’artista, che resta in mostra a Verona fino al 31 marzo 2024.

Contestualmente nello spazio di Eataly è aperto anche un nuovo progetto espositivo dedicato alla scena emergente italiana che accende un focus sulla produzione pittorica contemporanea attraverso l’opera di nove giovani artisti: “Première”, a cura di Luca Beatrice, con Giorgia Alchilarre, assistente alla curatela.

Confagri Forlì-Cesena e Rimini: accelerare su sicurezza idraulica

Confagri Forlì-Cesena e Rimini: accelerare su sicurezza idraulicaRoma, 16 ott. (askanews) – “Manca un mese all’attivazione della piattaforma Sfinge per richiedere i ristori dei danni dell’alluvione e, fiduciosi che le risorse possano arrivare in fretta, le aziende agricole sanno bene che non si tornerà allo stato pre-alluvione: sia perché i danni subiti sono pesanti, sia perché il territorio è stato profondamente mutato. Il suo assetto non tornerà più quello di prima e bisogna accelerare sul Piano di difesa idraulica dell’Emilia-Romagna recentemente varato dal Commissario Figliuolo”. Così in una nota Alberto Mazzoni, vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini e presidente della Circoscrizione di Forlì.

“L’alluvione ha cambiato la morfologia di ampie fette della Romagna e sarà necessario sottrarre terra all’agricoltura per la sicurezza del territorio – aggiunge l’imprenditore agricolo – Un sacrificio che il nostro settore dovrà fare, e in parte è già così nei fatti, ma a patto che sia poi garantita una sicurezza complessiva: il mondo agricolo non sarebbe in grado di sopportare un altro evento come quello del maggio scorso”. Per l’associazione agricola, in attesa dei ristori, fondamentali per la tenuta del tessuto imprenditoriale agricolo, bisogna ragionare di come mettere in sicurezza le zone alluvionate e dove si sono verificate le frane: argini più sicuri, casse di laminazione per contenere i rischi, opere di consolidamento e soprattutto tanta manutenzione.

Questo è ciò che chiede Confagricoltura per dare al settore primario una prospettiva di ripartenza e soprattutto di futuro. Per Mazzoni, il Piano di difesa idraulica è il primo passo per mettere in sicurezza i corsi d’acqua e il territorio. “Noi agricoltori vogliamo coltivare la terra, non le promesse di rimborsi. Siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, ma non vogliamo vedere nuovamente fiumi lasciati in stato di abbandono”, conclude.

Philips dona sei defibrillatori al Parco Nord Milano

Philips dona sei defibrillatori al Parco Nord MilanoMilano, 16 ott. (askanews) – Con sei defibrillatori semi-automatici (DAE), donati da Philips Italia, il Parco Nord Milano diventa area “cardio protetta”. La donazione – concretizzata nel corso di un incontro alla presenza dell’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi, di Marzio Marzorati e Riccardo Gini, rispettivamente presidente e direttore del Parco, e di Alberto Oggioni, business leader Connected Care Philips Italia, Israele e Grecia e Livio Zingarelli, direttore HR Philips Italia, Israele e Grecia – rappresenta un’occasione per ribadire il legame con la città di un’azienda che ne ha accompagnato per un secolo la crescita sociale ed economica, anche attraverso iniziative di responsabilità sociale, in ambito salute e sostenibilità ambientale. Tra le altre, l’accesso a check up cardiologici gratuiti presso l’ambulatorio di Croce Rossa e l’organizzazione di corsi BLSD di primo soccorso aperti alla cittadinanza.

“Voglio ringraziare Philips Italia per aver preso e mantenuto l’impegno a fare del Parco Nord Milano un luogo cardioprotetto – ha detto commenta l’assessora a Verde e Ambiente Elena Grandi – la collaborazione tra Philips e Parco Nord Milano è di lunga data e, nel tempo, ha prodotto anche progetti di rimboschimento, coinvolgendo numerose persone. Ora, con questa donazione, un grande parco milanese, frequentato quotidianamente da cittadini e cittadine, bambini e bambine, per svago, sport e gioco, si doterà di strumenti preziosi per la tutela della salute e della sicurezza di tutti”. Un legame che viene consolidato, non a caso, in occasione della, Giornata Mondiale della rianimazione cardiopolmonare – 16 ottobre – una ricorrenza di portata globale che mira a promuovere la cultura della prevenzione in ambito cardiovascolare, illustrando i corretti stili di vita e le corrette manovre salvavita, da attuare in caso di necessità.

Dati dell’Italian Resuscitation Council riferiscono che, a fronte di circa 60.000 arresti cardiaci ogni anno in Italia, si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e addirittura solo nel 28% dei casi con il defibrillatore. Se si pensa che la rianimazione cardiopolmonare (RCP), se eseguita immediatamente dopo un arresto cardiaco e con strumenti adeguati, può aumentare da due a quattro volte le chance di sopravvivenza dei soggetti colpiti, appare chiaro quanto sia importante che un’area ad altissima frequentazione come Parco Nord Milano, capace di attrarre famiglie, sportivi, associazioni e scolaresche – circa 4 milioni i passaggi registrati nel 2022 – sia dotata di DAE. “Da sempre la storia di Philips Italia e quella di Milano sono intrecciate, e da sempre siamo impegnati a supportare la città, che da anni ci ospita, con iniziative concrete volte a migliore la vita delle persone che ci vivono – ha affermato Alberto Oggioni, business leader Connected Care Philips Italia, Israele e Grecia – Donare questi defibrillatori affinché Parco Nord Milano sia un’area cardio protetta al servizio di cittadini e famiglie rappresenta dunque un modo per rinsaldare e celebrare, in occasione dei nostri 100 anni di presenza in Italia, questo legame”.

Proprio Parco Nord Milano, nel recente passato, era stato protagonista di un’altra iniziativa Philips, A tree for you&MI, che aveva visto una nutrita rappresentanza di dipendenti dell’azienda mettere a dimora circa 250 piante forestali, ovvero alberi alti circa un metro, per creare una nuova area boschiva all’interno del grande polmone verde al confine settentrionale della città. “Siamo felici di dare continuità alla collaborazione con Philips Italia, dopo aver condiviso tematiche legate alla forestazione urbana, oggi affrontiamo insieme il tema della salute – ha aggiunto ichiara Marzio Marzorati, presidente di Parco Nord Milano – La salute e il benessere delle nostre comunità, infatti, sono strettamente connesse agli ecosistemi naturali di cui siamo parte integrante. Per noi prendersi cura della salute delle persone significa prendersi cura della biodiversità, della natura, dell’aria che respiriamo, delle piante, degli animali così come del benessere del nostro corpo e della nostra mente. Farlo grazie alla collaborazione tra ente pubblico e realtà private del territorio aggiunge valore al nostro operato”.

CAR-T: verso terapie sempre più personalizzate per i tumori del sangue

CAR-T: verso terapie sempre più personalizzate per i tumori del sangueRoma, 16 ott. (askanews) – Un recente studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) ha individuato alcuni fattori cruciali che consentono di prevedere quali pazienti potranno rispondere meglio al trattamento genico-cellulare CAR-T. Le terapie CAR-T rappresentano una delle maggiori novità degli ultimi anni per il trattamento dei tumori del sangue. Si basano essenzialmente su una procedura che consente di rendere i linfociti T, un’importante componente del nostro sistema immunitario, in grado di attaccare il tumore. Per arrivare a questo obiettivo, si procede al prelievo di un campione di sangue del paziente, da cui vengono selezionati i linfociti T. Questi vengono poi ingegnerizzati in laboratorio in modo che esprimano sulla loro superficie il recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor), deputato a riconoscere l’antigene CD19 presente sulle cellule neoplastiche. Una volta re-infusi nel paziente, i linfociti T ingegnerizzati, o cellule CAR-T, possono individuare e distruggere le cellule tumorali. La terapia a base di CAR-T è stata applicata con successo su alcuni tipi di neoplasie ematologiche, come per esempio i linfomi non Hodgking e le leucemie linfoblastiche, nei pazienti che non hanno risposto o hanno risposto in modo incompleto alle terapie convenzionali. Il problema è che esiste una quota consistente di soggetti che non risponde neppure alle terapie CAR-T, o risponde solo parzialmente. Ora un nuovo studio coordinato dal prof. Paolo Corradini, direttore della Struttura Complessa di Ematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, in collaborazione con l’Istituto Humanitas di Rozzano (MI) ha chiarito alcuni aspetti importanti di queste mancate risposte terapeutiche, aprendo interessanti prospettive sia per la pratica clinica sia per la ricerca. “Le CAR-T vengono proposte a pazienti con linfomi che hanno una ricaduta di malattia dopo i trattamenti convenzionali e non hanno più alternative terapeutiche: il 40-45 per cento dei soggetti sottoposti a questa terapia sopravvive a lungo termine, cioè è vivo e in remissione a un anno ed è guarito, perché le ricadute tardive, oltre l’anno, sono eventi molto rari”, ha esordito il Prof. Corradini, “rimane però il problema del 55-60% dei soggetti restanti che non risponde alle CAR-T, oppure risponde solo parzialmente e ha una nuova ricaduta a breve termine”. Da qui il progetto di ricerca, portato avanti con gli esperti di statistica e anatomia patologica dell’INT, in collaborazione con il gruppo del Prof. Carmelo Carlo Stella dell’Istituto Humanitas, dedicato all’analisi di possibili biomarcatori predittivi di risposta alle CAR-T. I risultati dello studio, che ha coinvolto complessivamente 51 pazienti, sono pubblicati sulla rivista “British Journal of Haematology”. “Dall’analisi di questo campione di pazienti discretamente numeroso sono emersi alcuni dati fondamentali: il primo è che un livello di DNA libero circolante tumorale al di sopra di una certa soglia, individuata nello studio, è predittivo di una scarsa risposta alla terapia con le CAR-T”, ha aggiunto Corradini, “questo risultato è particolarmente importante perché attualmente sono disponibili farmaci, come gli anticorpi inibitori dei checkpoint immunitari o gli anticorpi bispecifici, che potrebbero modulare la risposta in alcuni pazienti, se individuati per tempo”. Un risultato molto incoraggiante, che però dipende in modo cruciale dal tipo di mancata risposta terapeutica. “Se il paziente non ha mai risposto alle CAR-T, e va quindi incontro a una franca progressione, purtroppo non ci sono opzioni terapeutiche efficaci”, ha sottolineato Corradini, “diverso è invece il caso di un paziente che ha avuto una risposta parziale alle CAR-T e in cui magari la malattia va in progressione dopo qualche mese: in questo caso, la malattia viene controllata meglio, ottenendo una migliore risposta e una maggiore sopravvivenza se, in concomitanza, viene fatto qualche trattamento immunologico, o anche una chemioterapia o una radioterapia: questo è il secondo risultato importante che abbiamo ottenuto, che conferma quanto già emerso da altri studi”.

Dal 10 al 12/11 torna Agrietour, salone agriturismo e agricoltura

Dal 10 al 12/11 torna Agrietour, salone agriturismo e agricolturaRoma, 16 ott. (askanews) – Torna AgrieTour, il Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura multifunzionale dal 10 al 12 novembre ad Arezzo Fiere e Congressi, ormai giunto alla 21esima edizione. Accanto agli incontri B2B del workshop, l’unica borsa internazionale dell’agriturismo in Italia, e i master di formazione per gli addetti ai lavori, ci saranno anche le Arene di AgrieTour.

Come sottolinea il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Ferrer Vannetti “AgrieTour, per Arezzo Fiere e Congressi è parte integrante della sua storia, del suo presente e del suo futuro. Un evento nazionale che costituisce una della manifestazioni centrali nel nostro percorso espositivo per il rilievo centrale della manifestazione”. L’offerta di AgrieTour parte dal workshop con gli operatori del settore e prosegue con i seminari e i laboratori, con l’Experience Arena e l’Agritech Arena, un percorso tematico che parla di droni in agricoltura, l’applicazione di soluzioni Internet of Things e Intelligenza Artificiale. E poi le Arene Energy and Sustanaibility, Outdoor Experience, Food&Beverage, Digital Travel e Interior & Outdoor Design.

AgrieTour si svolgerà in contemporanea con l’evento aperto a tutto il pubblico “Passioni in Fiera”, un ampio contenitore che nei padiglioni di Arezzo Fiere ospiterà dall’agricoltura all’apicoltura, passando per gli animali, l’ornitologia e un settore dedicato esclusivamente alla canapa come materia prima. Attrezzature per la lavorazione dei terreni e degli orti, accessori per energie rinnovabili e migliorie dell’azienda.

Lollobrigida: sovranità alimentare garantisce approvvigionamenti

Lollobrigida: sovranità alimentare garantisce approvvigionamentiRoma, 16 ott. (askanews) – “La sovranità alimentare è la strada da percorrere per assicurare la sicurezza alimentare nel mondo. Deve essere questo il principio da perseguire per garantire gli approvvigionamenti e la libertà di quei popoli che non devono più essere espulsi dalla propria terra a causa della fame”. Così il ministro della dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che si celebra oggi alla Fao a Roma.

“Ringrazio il presidente Mattarella per le chiare parole usate oggi, sottolineando come sia un ‘delitto trasformare cibo e acqua in strumenti di conflitto’. Il modello – ha aggiunto Lollobrigida – deve essere quello di garantire cibo a tutti, ma di qualità: la soluzione non può essere cibo standardizzato e omologato. Come già condiviso con i colleghi ministri dell’Agricoltura durante i G7, i G20 o gli incontri alla Fao, dobbiamo cooperare con i Paesi in difficoltà esportando le nostre conoscenze, capacità e tecnologie, puntando sull’innovazione”, ha concluso.

Capo Polizia Frontiera: da arrivi incontrollati guai a sicurezza

Capo Polizia Frontiera: da arrivi incontrollati guai a sicurezzaRoma, 16 ott. (askanews) – “Non dobbiamo abbassare la guardia sul profilo della sicurezza e nel declinare l’attività preventiva dobbiamo fare tesoro delle lezioni del passato. I flussi migratori incontrollati sono forieri di grandi guai per la sicurezza”. Lo ha detto Claudio Galzerano, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia di Frontiera, al convegno promosso dal sindacato di polizia Coisp e Inmp sull’immigrazione.

“Ricordo che da noi, a seguito di quello che è successo in Algeria, Tunisia, Marocco ed Egitto negli anni ’90, ci sono state diaspore di estremisti che si sono installati nelle nostre città. Che poi stanno all’origine dei peggiori attentati che si sono verificati in Europa e nel mondo. Io ricordo che c’era un contatto diretto tra la centrale egiziana di Milano e quello che è successo l’11 settembre”. “Ciò signfica – aggiunge Galzerano, che in passato è stato al vertice dell’Antiterrosimo della Polizia di Stato e di Europol – che la cooperazione internazionale di polizia e di intelligence e l’azione del governo organica e strutturata è l’arma decisiva per poter contrastare le possibili ripercussioni negative sulla sicurezza nazionale”.

Allevatori Sud: subito commissario per eradicazione Brc e Tbc

Allevatori Sud: subito commissario per eradicazione Brc e TbcRoma, 16 ott. (askanews) – Subito un commissario nazionale per l’eradicazione della brucellosi e della Tbc in tutte le regioni dove i Piani di eradicazione sono falliti. Una mobilitazione generale in Sicilia e in Campania dal 18 ottobre e poi l’estensione della mobilitazione in tutte le regioni coinvolte senza escludere la possibilità di manifestazioni sia sui territori sia a Roma.

E’ quanto annunciano da un lato, e chiedono al Governo dall’altro, gli allevatori del Sud Italia, che si sono riuniti in nSicilia, a Cesarò (Messina): all’ordine del giorno, le richieste degli allevatori per salvare il comparto. Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa della Bufala Campana, a nome della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio e del Forum per il Piano Partecipato, spiega: “gli allevatori chiedono al Governo che si dia seguito agli impegni già assunti dalla politica da tutti i partiti, discussi nell’incontro al tavolo del ministero convocato dal sottosegretario Gemmato e sollecitati da parlamentari campani”. Ovvero, “nominare il Commissario Nazionale con il compito di affrontare i problemi irrisolti da decenni nelle regioni in cui ancora dilagano BRC e TBC”.

Negli ultimi venti anni in tutta Italia si sono aperti 11.734 focolai di Brucellosi. Di questi il 94,57% sono concentrati fra Sicilia (61,47%), Campania (18,34%), Calabria (9.05%) e Puglia (5,71%) con le Regioni limitrofe (Basilicata, Molise, Abruzzo e Lazio) che registrano insieme il 4,89%. “Una catastrofe – spiegano gli allevatori – una vergogna per tutto il Paese che si ritrova ad avere le ultime aree contagiate in Europa. A questo va aggiunto il dato più impressionante: su 11.734 focolai aperti solo nell’1,44% è stato in realtà isolato il batterio della BRC”. Oggi sarà inviata al Presidente della Regione Sicilia una lettera con la piattaforma di richieste e la proposta di un incontro per confrontare i documenti su cui gli allevatori stanno aprendo la vertenza. Domani Gaetano Lombardo, a nome della Rete Siciliana parteciperà alla conferenza stampa alla Camera dei Deputati in cui verranno consegnati ai Parlamentari due documenti, quello sul fallimento del Piano della Regione Campania e la petizione ricvolta al Governo che dalla sera di martedi viene lanciata on line da Casal Di Principe. E, infine, il 18 ottobre saranno lanciate la mobilitazione siciliana e quella Campana con un’assemblea convocata nella Sala Consigliare del Comune di San Teodoro.

Fabbris ha poi annunciato che nei giorni successivi le iniziative si estenderanno a tutte le altre principali regioni coinvolte dalla nomina del Commissario Nazionale, sottolineando che nell’agenda della mobilitazione non si esclude alcuna forma di iniziativa nei territori regionali e a Roma.

Mattarella: Onu unico strumento per combattere fame e conflitti

Mattarella: Onu unico strumento per combattere fame e conflittiRoma, 16 ott. (askanews) – “Le sfide del cambiamento climatico, dell’aumento dei conflitti, della scarsità di cibo ed acqua, che ne sono la conseguenza hanno un denominatore comune: sono tutte transnazionali. Da qui l’esigenza di combatterle utilizzando e valorizzando al meglio quel formidabile strumento rappresentato dalle Nazioni Unite, l’unico disponibile”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla Fao in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.

“FAO, Programma Alimentare Mondiale e IFAD concorrono, da prospettive diverse, a dare una decisiva risposta al problema dell’insicurezza alimentare. La sfida per vincere la piaga della fame – un imperativo morale, prima ancora che socio-economico – può e deve essere vinta rimettendo al centro l’impegno multilaterale, la capacità delle Nazioni Unite di operare una sintesi efficace del capitale umano, tecnologico e finanziario dei singoli Stati impiegandolo laddove è più necessario, creando in tal modo uno sviluppo durevole”, ha ammonito il capo dello Stato.