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Tag: Sanremo 2023

Hamas-Israele, la guerra che Hezbollah approva ma non combatte

Hamas-Israele, la guerra che Hezbollah approva ma non combatteRoma, 11 ott. (askanews) – Trovare una soluzione rapida alla crisi e impedire che il conflitto israelo-palestinese si allarghi al Libano. A questo obiettivo guarda con preoccupazione la comunità internazionale, mentre il governo israeliano – dopo Hamas – potrebbe essere chiamato a rispondere a un altro potenziale, e ben più potente nemico, al suo confine settentrionale: il movimento sciita Hezbollah. Da quando gli estremisti palestinesi hanno deciso di attaccare lo Stato ebraico, lo scorso sabato, il gruppo libanese – sostenuto e incoraggiato dall’Iran – ha deciso di tenere un profilo sostanzialmenmte basso, limitandosi solo a qualche sporadico lancio di missili e fuoco d’artiglieria sulle Alture del Golan. Un messaggio di “solidarietà” alla causa palestinese, più che un coinvolgimento diretto, vero e proprio, nella guerra.

Una scelta strategica, che sottende motivazioni politiche, socio-economcihe e militari. Nonostante negli ultimi mesi si sia parlato di una sorta di “unificazione dei fronti”, con un più stretto coordinamento tra Hezbollah, Hamas, Jihad islamica e altri gruppi fortemente anti-israeliani in Iran, Siria, Yemen e Iraq, il governo di Beirut ha ricevuto rassicurazioni dal movimento sciita sull’intenzione di non allargare il fronte della guerra, che ha già provocato migliaia di morti, feriti e ostaggi nella Striscia di Gaza e nello Stato ebraico. Non che il movimento sciita si stia disinteressando, anzi. Hezbollah sta monitorando attentamente, e non da poco, la situazione nei territori palestinesi, la crescente insoddisfazione della popolazione nei territori occupati e il livello di disobbedienza civile nelle città miste, arabo-israeliane. Ma sembra aver scelto, almeno al momento, di rimanere a guardare, fornendo solo un sostegno simbolico ed esterno, forse memore del prezzo elevato pagato per il suo ruolo nella guerra civile siriana, dove ha perso circa 2.000 combattenti. Partecipare, oggi, a una guerra con Israele potrebbe inoltre risultare impopolare e controproducente sul fronte interno. Hezbollah controlla alcune aree della capitale Beirut e del Libano meridionale. Inoltre ha grande influenza su buona parte della Valle della Beqaa. E da anni, alcuni suoi esponenti sono stati eletti in Parlamento, mentre il movimento ha avuto la possibilità di controllare direttamente qualche ministero. Incarichi politici arivati in una fase di grave declino, politico ed economico, del Paese. L’economia del Libano è in grave crisi; la disoccupazione è dilagante e la corruzione ha raggiunto livelli altissimi, ricorda Foreign Policy. Tutte circostanze che, secondo gli esperti, starebbero consigliando al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, di procedere con moderazione. Il Paese spera nel ripristino dei fondi del Golfo, specie dopo la distensione tra Arabia Saudita e Iran sotto l’egida della Cina. “Inoltre, lo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore è appena iniziato. Se Hezbollah dovesse provocare Israele, e alla fine portare alla distruzione di una parte del Libano, in un momento in cui il Paese dei Cedri ha speranze economiche, sarebbe visto molto male” anche da chi, tra i libanesi, nutre i sentimenti di odio più profondo per lo Stato ebraico, ha sottolineato a Le Figaro Didier Leroy, ricercatore presso la Scuola militare reale del Belgio. Tanto più che sulle posizioni di Hezbollah il Libano sembra letteralmente diviso in due: una parte della popolazione assicura pieno sostegno al movimento sciita, l’altra appare totalmente contraria e avrebbe sposato posizioni inconcilianti con quelle del gruppo.

Per questo motivo, secondo quanto riferito da fonti qualificate ad askanews, l’opzione migliore per Hezbollah sembrerebbe essere, al momento, quella di proseguire sulla strada già imboccata: un sostegno esterno ad Hamas, con uno sporadico lancio di razzi, più dimostrativo che atto a far male. A combattere Israele sul campo, invece, dovrebbe pensarci ancora Hamas, coadiuvato semmai dalle altre organizzazioni estremiste palestinesi. Una narrazione che, però, deve fare i conti con l’altro convitato di pietra di questa guerra tra Israele e Hamas: l’Iran, potenza regionale e primo sostenitore e finanziatore di Hezbollah. Teheran potrebbe decidere di spingere Hezbollah, di fatto suo rappresentante in Libano, ad attaccare Israele, considerato illegittimo, anche per interrompere la scia positiva degli Accordi di Abramo, che hanno avvicinato il governo d’Arabia Saudita a quello di Benjamin Netanyahu. E se l’Iran lo chiedesse, Hezbollah avrebbe chiare difficoltà ad opporre un diniego: i finanziamenti iraniani rappresentano una motivazione ancora troppo forte per il movimento sciita. Venendo a mancare, farebbero precipitare drasticamente le capacità militari del gruppo, mentre pesanti contraccolpi subirebbe l’economia – già devastata – dell’intero Paese.

Lavoro, firmato accordo tra Onu-Oil e Conflavoro Pmi

Lavoro, firmato accordo tra Onu-Oil e Conflavoro PmiRoma, 11 ott. (askanews) – Avviare una sinergia per sviluppare e promuovere il tessuto imprenditoriale, l’occupazione e diritti fondamentali del lavoro. Sono le finalità del protocollo sottoscritto a Torino dall’agenzia dell’Onu Cif-Oil e Conflavoro, associazione che rappresenta 80mila piccole e medie imprese in Italia. Firmatari Christophe Perrin direttore del Cif-Oil e Roberto Capobianco presidente nazionale di Conflavoro.

Tra gli obiettivi della sinergia, da raggiungere tramite confronti e programmi di formazione attuabili in varie forme (tra cui campagne di advocacy, webinar, convegni), sono centrali la promozione dell’occupazione, il perseguimento dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile, il potenziamento delle competenze e dell’imprenditorialità, nonché il miglioramento della normativa sul lavoro con particolare riferimento alla salute e sicurezza, alla protezione sociale e al fenomeno della migrazione per lavoro. Il direttore del Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, Christophe Perrin, ha enfatizzato che la partnership con Conflavoro PMI è uno “strumento importante per promuovere le norme internazionali del lavoro ed i principi fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro con le Piccole e Medie Imprese italiane”.

“La nuova alleanza strategica tra Conflavoro e CIF-OIL è volta a promuovere l’evoluzione responsabile della nostra società e del mondo del lavoro – ha affermato Capobianco – favorendo la creazione di una occupazione solida e il movimento di individui per motivi professionali, che già oggi, ma lo sarà sempre di più, è una sfida rilevante. L’OIL, poi, è un cardine mondiale nell’affrontare le sfide della globalizzazione e del lavoro e come noi ha a cuore concetti come la formazione e la sicurezza sul lavoro. Conflavoro è quindi orgogliosa di questa intesa che, grazie alla nostra rete associativa presente in tutta Italia, saprà valorizzare e sostenere al meglio la crescita delle piccole e medie imprese sotto il profilo umano ed economico”.

Oncologia, in Italia oltre 1.740 associazioni di pazienti: record in Ue

Oncologia, in Italia oltre 1.740 associazioni di pazienti: record in UeRoma, 11 ott. (askanews) – Oltre 1.740 Associazioni oncologiche di pazienti e caregiver censite in Italia solo nel 2023: 283 in Lombardia, al vertice con il numero maggiore, 169 in Piemonte, 140 nel Lazio, 137 in Emilia-Romagna, 129 in Veneto, 6 in Valle d’Aosta, di media una ogni 100 mila abitanti per singola Regione. E regalano all’Italia il ‘record’ europeo in proporzione al numero di abitanti, almeno dei principali paesi dell’UE. Basti pensare, ad esempio, che in Francia sono circa 200 (20 nazionali e 164 regionali).

Sono i dati “di capillarità” del primo Libro Bianco sul mondo del volontariato oncologic presentato oggi al Ministero della Salute. Promosso e redatto da ROPI (Rete Oncologica Pazienti Italia) – con la collaborazione delle Reti Oncologiche Regionali, degli IRCCS oncologici italiani, delle strutture oncologiche e con la ricerca dei siti web delle singole associazioni – il volume ha lo scopo di censire ma soprattutto di valorizzare ruolo e operatività che le associazioni oncologiche di pazienti e caregiver rivestono nel tessuto regionale, sociale, collettivo. Risorsa e linfa di cui il Paese, dall’ospedale al territorio alla ricerca, non può fare a meno, rappresentano uno dei beni più preziosi per la comunità civile e scientifica. E portano avanti importanti battaglie come la proposta di Legge sul diritto all’oblio oncologico, il riconoscimento di specifiche patologie nell’ambito dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), e poi dialogano con le Istituzioni e partecipano ai tavoli tecnici. Sono, inoltre, a fianco dei medici e dei ricercatori: collaborano all’elaborazione di materiale informativo, fungono da guida con la loro esperienza nella messa a punto di PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) dedicati alle diverse neoplasie, favoriscono il miglioramento dell’attività delle Reti Oncologiche Regionali. Fondamentale – infine – il recente coinvolgimento negli studi clinici che segna l’avvio verso un profondo cambiamento culturale, sociale e civili cui la sanità deve aprirsi, come richiamato a livello europeo da Mission Cancer. “Le Associazioni oncologiche di pazienti e caregiver assistono, ascoltano, si prendono cura, supportano il paziente e contribuiscono a colmare alcuni bisogni socio-assistenziali e informativi, adempiendo a una mission psico-sociale – spiega il Ministro della Salute, prof. Orazio Schillaci, che firma la prefazione del volume -. Sono preziosi alleati che aiutano anche a stimolare le azioni, gli interventi socio-sanitari e l’attività legislativa come nel caso della legge sull’oblio oncologico. Un patrimonio umano e sociale il cui sostegno contribuisce a rafforzare l’assistenza offerta dal Sistema Sanitario Nazionale”. “Questo primo Libro Bianco – spiega Stefania Gori, Presidente ROPI – è il primo censimento delle associazioni di pazienti e caregiver presenti in Italia, e ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo e il supporto che, con instancabile energia e sensibilità, offrono quotidianamente al paziente, ai famigliari e a chi se ne prende cura. Ma non solo: è necessario riconoscere il prezioso contributo che svolgono a livello territoriale e al fianco delle Istituzioni, presenza indispensabile nei tavoli Tecnici per la definizione, anche da un punto di vista legislativi, dei diritti sociali e civili dei pazienti oncologici. Basti pensare allo straordinario lavoro svolto nella stesura della legge sull’oblio oncologico, con l’obiettivo di cancellare le discriminazioni sul lavoro, garantire il diritto a ricevere adeguata assistenza in termini di mutui bancari e/o polizze assicurative, e molto altro. ROPI, con il Libro Bianco, intende anche continuare a delineare, in maniera condivisa, i criteri di accreditamento delle associazioni oncologiche nei diversi Tavoli di lavoro istituzionali, proseguendo la strada tracciata da Agenas. Non ultimo va riconosciuto l’importante bagaglio esperienziale che forniscono a medici e operatori sanitari, utile nella comprensione degli effettivi bisogni del paziente e dei gap assistenziali ancora esistenti: una risorsa per la ricerca e una risorsa per l’assistenza di cui il territorio non può privarsi, ma che deve imparare a valorizzare sotto l’aspetto sociale, civile, scientifico”. Da sempre l’Agenzia – conclude Domenico Mantoan, direttore di Agenas – è impegnata nell’individuare efficaci strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari. Anche in considerazione di questi importanti presupporti, siamo impegnati nella costante implementazione del Portale della Trasparenza che già oggi vede tra i dati a disposizione quelli relativi alle Reti tempo-dipendenti, alle Reti Oncologiche regionali nonché alla Rete nazionale tumori rari.

Province, Meloni a Upi: saranno protagoniste rinnovata centralità

Province, Meloni a Upi: saranno protagoniste rinnovata centralitàRoma, 11 ott. (askanews) – “Le Province possono essere protagoniste di una rinnovata centralità, riscoprendo il loro ruolo naturale di cerniera tra Comuni e Regioni, e offrire un contributo importante alla sfida che ci vede tutti impegnati: costruire una Pubblica amministrazione più efficiente, più veloce e più vicina ai bisogni delle persone, delle famiglie e delle imprese”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio inviato alla 36* Assemblea annuale dell’Unione delle Province d’Italia a L’Aquila.

“Siamo – sottolinea – la nazione dei campanili, dei piccoli borghi, delle aree collinari e montane. Territori che conservano la nostra identità più autentica e che non devono essere lasciati indietro. Dalla ‘Provincia’, da quello che qualcuno definirebbe ‘l’Italia profonda’, la nostra nazione trae gran parte della sua forza produttiva, industriale e culturale. Le comunità e i territori di Provincia possono essere considerati la carta di identità dell’Italia e meritano rispetto e attenzione per il contributo sociale, economico e politico che offrono alla comunità nazionale”. In questo contesto, “le Province sono un presidio di coesione territoriale tra le aree più urbanizzate e i territori periferici e le aree interne. Non si può prescindere dalle Province per disegnare strategie di sviluppo coerenti con le diverse vocazioni dei territori, secondo i principi di autonomia e sussidiarietà riconosciuti dalla Costituzione”. Dunque “è nostro compito lavorare insieme per superare le tante criticità ereditate dal passato e individuare le soluzioni e gli strumenti più idonei per migliorare l’efficacia dell’azione politica e della capacità amministrativa delle Province. Anche per questo il Governo ha assicurato, con il decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, nuove assunzioni a tempo indeterminato riservate anche alle Province all’interno di un finanziamento europeo destinato alle politiche di coesione. Un intervento necessario per rafforzare la loro capacità di rispondere anche agli importanti impegni in ambito PNRR, a partire dalla missione che riguarda la riqualificazione degli istituti tecnici provinciali”.

Pil agricolo e alimentare cala in II trimestre, ma sorride export

Pil agricolo e alimentare cala in II trimestre, ma sorride exportRoma, 11 ott. (askanews) – Secondo trimestre del 2023 in chiaroscuro per l’agricoltura e l’industria alimentare. Scendono il Pil agricolo e l’indice di produzione alimentare e delle bevande, ma arrivano soddisfazione dell’estero, con un export in crescita del 4%, anche se le vendite di vino all’estero performano male e si riducono del 3,4%. È quanto emerge dalla fotografia scattata nel secondo trimestre del 2023 da CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal CREA, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.

AGRICOLTURA – Nel secondo trimestre del 2023 il Pil agricolo è infatti sceso dell’1,3% rispetto al primo trimestre dell’anno e dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Guardando all’occupazione, i dati mostrano una variazione negativa nel settore agricolo, relativamente sia alle ore lavorate (-3%), sia alle unità di lavoro impiegate (-2,8%). I redditi da lavoro dipendente nel settore aumentano dell’1,9%. ALIMENTARE – Nel semestre è in calo del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 anche l’indice della produzione dell’industria alimentare, con la riduzione più marcata, pari al 9%, registrata ad aprile. All’interno del comparto, si segnala il calo del 12,6% dell’indice della produzione industriale della lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi e del 10% della produzione di oli e grassi.

BEVANDE – Per quanto riguarda l’industria delle bevande, l’indice mostra una riduzione dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022, con un picco nel mese di giugno. Questa performance negativa, spiega il Crea nell’Agritrend, è da attribuirsi soprattutto al comparto della distillazione, rettifica e miscelatura di alcolici (-8,3%). Gli indici del fatturato dell’industria alimentare e delle bevande segnano invece variazioni positive sia sul mercato estero che su quello interno: il fatturato dell’industria alimentare cresce di 10 punti percentuali nel complesso e di 9 punti sui mercati esteri, mentre, quello delle bevande cresce di 12 e di 11 punti rispettivamente. o e di 4,5 punti sul mercato

Sui prezzi nel II trimestre 2023 pesa l’inflazione e l’indice armonizzato dei prezzi al consumo cresce rispetto allo stesso periodo del 2022. Molti prodotti, come pane e cereali, latte, formaggi e uova, oli e grassi, vegetali, bevande analcoliche, segnano incrementi a doppia cifra. ESPORTAZIONE E IMPORTAZIONI – Bene le esportazioni agroalimentari, che nel secondo trimestre 2023 superano i 15,5 miliardi di euro, con una crescita del 4% circa rispetto al primo trimestre 2022. Rispetto alle destinazione del nostro export, crescono del 10% Francia e Regno Unito, mentre le esportazioni calano del 10,2% verso gli Stati Uniti a causa delle minori vendite, in valore e in quantità, di vini DOP, che rappresentano una delle principali voci di esportazione verso il mercano statunitense, e del 4% verso i Paesi Bassi (-4%).

In aumento anche le importazioni, che raggiungono i 16,5 miliardi (+4% rispetto allo stesso trimestre del 2022) e riguardano tutti i principali fornitori dell’Italia eccetto il Brasile (-3,4%). Come già evidenziato nei primi tre mesi del 2023, anche nel II trimestre una quota considerevole dell’import di olio di oliva si sposta dalla Spagna alla Grecia, e questo spiega in gran parte l’aumento del 70% dell’import agroalimentare dell’Italia dalla Grecia. I prodotti maggiormente esportati sono stati i lattiero-caseari (+7,1%) e i derivati dei cereali (+5,2%). Sul fronte delle importazioni si registrano aumenti in valore molto elevati per le carni fresche e congelate e i prodotti lattiero caseari. Nel II trimestre 2023, si riducono le vendite all’estero di vino (-3,4%) e le vendite di oli e grassi, a causa delle minori esportazioni di “oli di semi e grassi vegetali” verso molti dei principali clienti. In crescita, invece, l’export di derivati dei cereali (+5,2) e prodotti lattiero-caseari (+7,1).

Ultimo ciak sul set de “La Rosa dell’Istria”, con Andrea Pennacchi

Ultimo ciak sul set de “La Rosa dell’Istria”, con Andrea PennacchiRoma, 11 ott. (askanews) – Ultimo ciak sul set del tv movie “La Rosa dell’Istria”, una coproduzione Rai Fiction – Publispei – Venice Film, prodotto Verdiana Bixio, Alessandro Centenaro e Maximiliano Hernando Bruno, per la regia di Tiziana Aristarco (Mina Settembre, Un Medico in Famiglia).

Il film tv, liberamente ispirato al romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?” di Graziella Fiorentin (edizioni Mursia) è ambientato nel 1943 e narra la tragedia straziante e disumana degli esuli italiani dai territori dell’Istria e della Dalmazia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. La storia di Maddalena Braico (Gracjela Kicaj) è un racconto di formazione ambientato in un contesto storico complesso che ha inizio subito dopo l’8 settembre del 1943. Dopo l’armistizio, l’esercito italiano resta senza direttive, la popolazione istriana è priva di ogni difesa, mentre il generale Tito avanza con le mire di pulizia etnica per ammettere il territorio istriano alla Jugoslavia e i tedeschi si riorganizzano insieme alle truppe della Repubblica sociale. La situazione diventa sempre più drammatica e Maddalena con la sua famiglia è costretta ad abbandonare per sempre la sua terra e la sua casa.

Suo padre Antonio, interpretato da Andrea Pennacchi (Tutto chiede Salvezza, Petra), cerca riparo presso suo fratello che da anni vive in una piccola cittadina del Friuli. Per raggiungerlo i Braico sono costretti ad una fuga rocambolesca in cui si perdono le tracce di Niccolò, l’adorato fratello di Maddalena, interpretato da Costantino Seghi (Eppure Cadiamo Felici). Nella nuova scuola in Friuli Maddalena viene additata come una straniera, suo padre non riesce a trovare un lavoro, l’intera famiglia vive la triste condizione degli esuli, sradicati dalla loro terra e dalle loro abitudini e da tutto ciò che prima era la loro vita in una patria che avrebbe dovuto accoglierli e che invece li respinge. Maddalena, nonostante le avversità, coltiva la sua grande passione per la pittura e insieme a Leo (Eugenio Franceschini, “Non mi lasciare, Nero a metà”), incontrato per caso, scoprirà il suo grande talento e riuscirà a costruire con lui il suo futuro di donna e di pittrice.

“La Rosa dell’Istria” è una storia intima e intensa che approfondisce le vicende di uomini e donne che, loro malgrado, hanno dovuto cercare salvezza lontano dalla propria terra. Il film è scritto da Maximiliano Hernando Bruno e Angelo Petrella ed è realizzato con il sostegno della FVG Film Commission – PromoTurismoFVG e della Camera di Commercio della Venezia Giulia Trieste Gorizia – Fondo Gorizia.

Cardiomiopatia aritmogena, 4 milioni per ricerca a Università Padova

Cardiomiopatia aritmogena, 4 milioni per ricerca a Università PadovaRoma, 11 ott. (askanews) – Si chiama IMPACT – Cardiogenomics meets Artificial Intelligence: a step forward in arrhythmogenic cardiomyopathy diagnosis and treatment – il progetto di ricerca della durata di 36 mesi finanziato con 4 milioni di euro dall’European Innovation Council per la cardiogenomica. La missione dell’European Innovation Council, istituito dalla Commissione europea nel 2021, è quella di individuare e sviluppare tecnologie innovative per la ricerca.

Il team internazionale – coordinato dalla professoressa Alessandra Rampazzo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e composto da Universiteit Maastricht (dottoressa Martina Calore), Universitair Medisch Centrum Utrecht (dottoressa Anneline te Riele), Gruppo Lutech (dottoressa Barbara Alicino), Consorzio Italbiotec (dottoressa Melissa Balzarotti), Ksilink (dottor Peter Sommer) e Italfarmaco (dottor Christian Steinkuhler) – studierà lo sviluppo di nuove terapie per la cardiomiopatia aritmogena (ACM), una malattia genetica che colpisce il cuore e che rappresenta una delle principali cause di aritmie ventricolari e morte cardiaca improvvisa. Con un’incidenza di 1 su 5000, può essere considerata una malattia cardiovascolare di grande rilevanza. La cardiomiopatia aritmogena è una patologia degenerativa che interessa il cuore, frequentemente coinvolta nella morte improvvisa di atleti e adolescenti. Il segno istopatologico caratterizzante è la sostituzione fibroadiposa del miocardio, che pregiudica il funzionamento del muscolo cardiaco portando all’insorgenza di aritmie ventricolari. Ad oggi non è disponibile alcuna terapia per prevenire o almeno rallentare le progressive modificazioni del tessuto cardiaco.

Numerosi sono i geni le cui mutazioni sono certamente coinvolte in questa patologia, alcuni dei quali scoperti dal gruppo di ricerca della professoressa Alessandra Rampazzo. Tuttavia, molte delle alterazioni genetiche identificate nel DNA dei pazienti affetti sono di significato incerto e non ancora direttamente correlati alla patologia, e quindi di utilità limitata sia per i genetisti che per i medici. “Grazie ai finanziamenti ottenuti da Horizon Europe, il nostro progetto di ricerca si propone di aprire nuove prospettive terapeutiche basandosi sui risultati ottenuti nei diversi modelli proposti. Si tratta di un progetto innovativo e multidisciplinare, il cui successo è fortemente sostenuto dalle diverse ma complementari competenze dei partner europei che fanno capo a istituzioni accademiche e aziende leader nel settore informatico, biotecnologico e farmaceutico – dice la professoressa Alessandra Rampazzo del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, coordinatrice scientifica del team internazionale -. Una tale collaborazione consentirà di raggiungere gli ambiziosi traguardi prefissati. L’obiettivo generale del progetto finanziato dalla comunità europea è quello di integrare e analizzare mediante l’intelligenza artificiale i dati clinici e molecolari provenienti dal registro dei pazienti con ACM con dati provenienti da analisi strutturali e funzionali di modelli cellulari, quali microtessuti cardiaci tridimensionali, e modelli in vivo. Questi risultati ci permetteranno di ottenere una migliore comprensione del ruolo e dell’impatto di alterazioni genetiche sulla progressione clinica della cardiomiopatia aritmogena. Inoltre – conclude Alessandra Rampazzo – il progetto prevede uno screening e una successiva valutazione del potenziale terapeutico di numerosi composti e molecole innovative, sia in modelli cellulari che animali”.

La scoperta di nuovi bersagli terapeutici e la comprensione dei meccanismi patogenetici sottostanti non solo potrebbero portare a nuove terapie per l’ACM, ma potrebbero aprire la strada ad una migliore gestione clinica della malattia e a un miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Il meeting di tutti i partecipanti, che ufficializzerà l’avvio del progetto, si terrà a Padova il 26 e 27 ottobre.

Stand up comedy, Filippo Giardina in tour con “Cabaret”

Stand up comedy, Filippo Giardina in tour con “Cabaret”Roma, 11 ott. (askanews) – Spregiudicato, dissacrante e cinico, Filippo Giardina è ormai uno dei nomi di spicco della stand up comedy italiana. Fautore di una satira libera e autentica, che affonda le radici nella tradizione letteraria e che si scaglia contro l’ipocrisia e la retorica, Giardina nei suoi spettacoli racconta le contraddizioni della società con il sarcasmo e la sagacia che lo contraddistinguono.

Dopo il successo di Dieci con cui ha collezionato un sold out dopo l’altro in club e teatri lungo tutto lo Stivale, il comico e autore romano porta in giro non solo in Italia ma anche in Europa Cabaret, il suo undicesimo monologo satirico che si può riassumere in un’unica parola: controcultura. Con questo termine ci si riferisce a quei movimenti culturali, filosofici, politici e religiosi che si oppongono alla cultura dominante della società. Questo è Caberet. Sono da oggi disponibili online i biglietti per la data all’Espace Lumen di Bruxelles di martedì 27 febbraio 2024. Cabaret smaschera un essere umano sempre più solo nel proprio delirio egoico, incastrato in una tecnologia aleatoria che dipinge un futuro angosciante e spersonalizzato. Cabaret è un viaggio paradossale tra passato, presente e futuro condito da cattiverie gratuite e ingiustizie lessicali. Cabaret è un disincantato monologo di stand-up comedy che vuole prendere le distanze dalla comicità banale e improvvisata e rivendica l’appartenenza alla storica tradizione della letteratura orale.

Il film “Estranei” si aggiunge al programma di Alice nella Città

Il film “Estranei” si aggiunge al programma di Alice nella CittàRoma, 11 ott. (askanews) – Tre nuovi titoli si aggiungono al programma della XXI edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela del Festival del Cinema di Roma, in programma a Roma dal 18 al 29 ottobre.

Il lungometraggio del regista britannico Andrew Haigh, “All of Us Strangers” (titolo italiano “Estranei”), è il primo film annunciato a sorpresa che sarà presentato ad Alice nella Città. Il film, scritto e diretto da Andrew Haigh (“Weekend” e “Charley Thompson”) – in anteprima italiana – è un viaggio personale e doloroso nel tempo con protagonisti due degli attori irlandesi più amati della nostra epoca: Andrew Scott e Paul Mescal, recentemente nominato all’Oscar per l’interpretazione in “Aftersun”. Arricchiscono il cast Claire Foy e Jamie Bell. Il film, ispirato al romanzo “Estranei” (“Strangers”) di Taichi Yamada (1987), è una storia d’amore universale. Una notte, nel suo condominio quasi vuoto nella Londra contemporanea, Adam (Andrew Scott) ha un incontro casuale con un misterioso vicino di casa, Harry (Paul Mescal), che spezza il ritmo della sua vita quotidiana. Mentre si sviluppa una relazione tra i due, Adam è ossessionato dai ricordi del passato e si ritrova attratto nella città di periferia in cui è cresciuto e nella casa d’infanzia in cui i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) sembrano vivere, proprio come il giorno della loro morte, 30 anni prima. Secondo titolo in arrivo ad Alice nella Città è “Shukran”, opera prima diretta da Pietro Malagori, e tratto dall’omonimo romanzo di Giovanni Terzi. Ambientato nella Siria dilaniata dalla guerra civile, “Shukran” racconta l’insurrezione del popolo siriano contro il regime di Assad e la difficile decisione di un uomo: il dottor Taher Haider, interpretato dall’attore iraniano Shahab Hosseini, già premiato come miglior attore a Berlino per “Una Separazione” e al Festival di Cannes per “Il Cliente”, entrambi vincitori dell’Oscar per miglior film internazionale. Il dottor Haider è un cardiochirurgo infantile totalmente dedito al suo lavoro. Quando suo fratello Ali muore in un attentato terroristico, mentre presta soccorso alle vittime di guerra, Taher si troverà costretto a compiere la scelta più difficile della sua vita, rischiando di mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

Coproduzione internazionale tra Italia, Francia e Egitto, “The Goat” di Ilaria Borrelli è il film che completa il programma di Alice nella Città. Un dramma al femminile interpretato dall’attrice premio Oscar Mira Sorvino e da John Savage, che saranno entrambi a Roma per presentare il film. “The Goat” mostra come nella guerra e nella povertà le prime a essere sacrificate siano le giovani donne, vendute come mogli o come prostitute, allontanate dalle scuole e private delle cure ospedaliere. Tra poesia e verità, il film racconta la storia di Hadyia, una ragazza orfana costretta a un matrimonio precoce e violento. Incinta a soli undici anni, la giovane è costretta a fuggire e a viaggiare attraverso il deserto per salvare la sorgente d’acqua del suo villaggio da un’avida corporazione occidentale. Durante il suo viaggio, porta con sé solo la sua capra, per potersi sostenere con il suo latte. Ma quando lo beve le sembra a volte di sentir parlare sua madre. Nella cornice di Alice sarà inoltre presentato in collaborazione con Rai Cinema l’evento speciale la “Seconda chance” di Umberto Carteni, mentre a Casa Alice verranno ospitati una serie di eventi legati alla formazione come le masterclass per gli artisti in collaborazione con Nuovo Imaie.

A2A, Roberto Tasca è il nuovo presidente della società

A2A, Roberto Tasca è il nuovo presidente della societàMilano, 11 ott. (askanews) – Roberto Tasca è il nuovo presidente di A2A, dopo le dimissioni di Marco Patuano arrivate il 28 luglio. Lo si legge in una nota del gruppo. Nel board entra Mario Motta, come consigliere non esecutivo. Le nomine sono arrivate oggi nel consiglio di amministrazione di A2A.

Tasca è professore ordinario nell’Università degli Studi di Bologna e nel corso della sua carriera, da giugno 2016 a ottobre 2021, è stato assessore al Bilancio e al Demanio del Comune di Milano. Il board di A2A ha deliberato anche la nuova composizione dei comitati endo-consiliari: Comitato ESG e Rapporti con i Territori: Roberto Tasca (Presidente), Vincenzo Cariello, Fabio Lavini e Elisabetta Pistis; Comitato Controllo e Rischi: Alessandro Zunino (Presidente), Elisabetta Bombana, Mario Motta e Maria Grazia Speranza; Comitato per la Remunerazione e le Nomine: Susanna Dorigoni (Presidente), Giovanni Comboni e Elisabetta Pistis.

La composizione del Comitato Parti Correlate rimane confermata come segue: Vincenzo Cariello (Presidente), Maria Elisa D’Amico e Maria Grazia Speranza.