Tumore prostata, esperti: digital health fondamentale per gestione pazientiRoma, 10 ott. (askanews) – L’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (BPH o IPB) è una patologia caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica dovuto al numero di cellule prostatiche epiteliali e stromali e alla formazione di noduli. Si tratta di una patologia molto comune negli uomini: colpisce il 5-10% degli uomini dopo i 40 anni di età e oltre l’80% dopo i 70 e 80 anni, ma produce sintomi solo nella metà dei soggetti. Il tumore della prostata si è rivelato la neoplasia maschile più frequente in Europa: viene diagnosticato ogni anno a circa 450 mila uomini.
La Digital Health è uno strumento fondamentale per supportare i pazienti affetti da neoplasie. Attraverso l’utilizzo di dispositivi digitali, monitoraggio delle attività fisiche, applicazioni per smartphone e altri sistemi informatici, è possibile intraprendere un approccio sistematico di cura personalizzata. Questi temi sono stati affrontati nel convegno dal titolo “Prevenzione, terapia e ruolo della Digital Health nell’Ipb e nel Tumore della Prostata”, promosso da IISMAS e organizzato da DreamCom, con il patrocinio della Regione Lazio, e il contributo incondizionato di Recordati.
L’incontro, che ha avuto sede presso il Palazzo della Regione Lazio, ha visto il confronto tra rappresentanti istituzionali ed esperti del settore, che hanno analizzato come la Digital Health possa contribuire a migliorare la gestione dei pazienti oncologici, favorendo il monitoraggio, la comunicazione medico-paziente, l’informazione medica e la migliore adesione alle terapie. Il Prof. Aldo Morrone (Presidente IISMAS – Istituto Internazionale Scienze Mediche, Antropologiche e Sociali e già Direttore Scientifico IRCCS IFO Istituto San Gallicano) e la Prof.ssa Carla Bruschelli (Medico, Docente di Metodologia Clinica integrata e Medicina Interna, La Sapienza Università di Roma, Divulgatore Scientifico RAI), hanno moderato l’evento, all’inizio del quale ha portato il suo saluto anche l’On. Antonello Aurigemma (Presidente del Consiglio della Regione Lazio): “Porto un saluto non solo del sottoscritto ma anche dell’intero Consiglio Regionale per l’attività che svolgete quotidianamente; è da questi incontri che spesso si riesce ad avere quello scambio di informazioni, comunicazioni e di un’innovazione tecnologica che non ha precedenti anche nel settore della medicina.
Mattarella: sulla riforma delle Province vuoti e incertezze non si prolunghinoRoma, 10 ott. (askanews) – “Le norme che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, giudizi che io non posso esprimere come è noto, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento. La Costituzione richiede di essere attuata”. E’ l’ammonimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che parlado all’assemblea nazionale delle province ha ricordato che il progetto di riforma avviato nel 2014 è rimasto incompiuto.
Ora c’è una proposta avviata in Senato dove ci sono stati disegni di legge presentati da diversi gruppi e ora vi è un testo unificato all’esame della commissione Affari costituzionali, ricorda il capo dello Stato che esprime un auspicio: “La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell’Unione delle Province d’Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza”.
Province,Mattarella: su riforma vuoti e incertezze non si prolunghinoRoma, 10 ott. (askanews) – “Le norme che disegnano strutture e ambiti delle Province, sono legate, in definitiva, a una transizione interrotta e anche per questo, indipendentemente dai giudizi sul merito del percorso allora ipotizzato, giudizi che io non posso esprimere come è noto, creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e coordinamento. La Costituzione richiede di essere attuata”. E’ l’ammonimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che parlado all’assemblea nazionale delle province ha ricordato che il progetto di riforma avviato nel 2014 è rimasto incompiuto.
Ora c’è una proposta avviata in Senato dove ci sono stati disegni di legge presentati da diversi gruppi e ora vi è un testo unificato all’esame della commissione Affari costituzionali, ricorda il capo dello Stato che esprime un auspicio: “La composizione politica plurale, e la responsabilità comune, dell’Unione delle Province d’Italia può fornire al Parlamento elementi preziosi di esperienza e di conoscenza”.
Giansanti (Confagri): fitofarmaci, rinviare tutto al dopo-crisiRoma, 10 ott. (askanews) – La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo (Comagri) ha rivisto i contenuti della proposta di regolamento sulla riduzione dei fitofarmaci in agricoltura abbassando i limiti massimi al loro uso e prorogando di cinque anni il termine per il raggiungimento dell’obiettivo.
Pur riconoscendo l’impegno della Commissione nel riportare il dibattito sugli input chimici su basi pragmatiche e non ideologiche, Confagricoltura spiega in una nota di ritenere che la discussione sulla proposta di regolamento per la riduzione dell’impiego di input chimici nel settore primario vada sospesa in attesa che si superi l’attuale fase di incertezza economica e di instabilità dei mercati internazionali dei prodotti agricoli. “L’impegno della politica nazionale ed europea – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – deve essere concentrato sulla tutela del potenziale produttivo del nostro settore. Solo in questo modo è possibile continuare a garantire la sicurezza alimentare nel nostro Paese come anche negli altri Stati membri”.
Israele, Schlein alla Camera: l’aggressione di Hamas va condannata senza ambiguitàRoma, 10 ott. (askanews) – “Come ha detto anche il Ministro Tajani, quello di Hamas è un gravissimo atto di aggressione, senza alcuna giustificazione, che apre un conflitto che rischia di estendersi con conseguenze devastanti, un’azione che va condannata senza ambiguità”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein intervenendo in aula alla Camera. E’ giusto prendere nettamente posizione, ha continuato, “come ha fatto larga parte della comunità internazionale e come ha fatto il nostro Paese con le parole solenni del Presidente della Repubblica, nelle cui parole tutti ci riconosciamo, e nel cui solco si collocano quelle del governo, dei vertici delle istituzioni e di tutte le forze politiche”.
Ha proseguito la Schlein: “Lasciatemi unire le mie alle parole di solidarietà espresse anche questa mattina nei confronti d’Israele, brutalmente colpito con agguati terroristici partiti all’alba di sabato Shabbat, il giorno dedicato al riposo”.
Israele, Schlein in aula: condannare aggressione Hamas senza ambiguitàRoma, 10 ott. (askanews) – “Come ha detto anche il Ministro Tajani, quello di Hamas è un gravissimo atto di aggressione, senza alcuna giustificazione, che apre un conflitto che rischia di estendersi con conseguenze devastanti, un’azione che va condannata senza ambiguità”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein intervenendo in aula alla Camera. E’ giusto prendere nettamente posizione, ha continuato, “come ha fatto larga parte della comunità internazionale e come ha fatto il nostro Paese con le parole solenni del Presidente della Repubblica, nelle cui parole tutti ci riconosciamo, e nel cui solco si collocano quelle del governo, dei vertici delle istituzioni e di tutte le forze politiche”.
Ha proseguito la Schlein: “Lasciatemi unire le mie alle parole di solidarietà espresse anche questa mattina nei confronti d’Israele, brutalmente colpito con agguati terroristici partiti all’alba di sabato Shabbat, il giorno dedicato al riposo”.
Francesca Michielin lancia Suono di sabato all’Arca Live+Jam sessionMilano, 10 ott. (askanews) – Al via il 28 ottobre Suono di sabato all’Arca Live + Jam session, la speciale rassegna di Francesca Michielin che – in parallelo alla conduzione della nuova edizione di X-Factor – torna a Milano con 6 incontri musicali prodotti da Vivo Concerti, tutti i sabati fino al 2 dicembre 2023.
Ad ospitare i nuovi appuntamenti indoor di Francesca, il nuovo e intimo tempio degli artisti Arca Milano – in Via Rimini 38 – dove la cantautrice e polistrumentista regalerà una coinvolgente esperienza 100% condivisione tra musica, racconti personali, un po’ di ironia e qualche segreto svelato al pubblico, accompagnata da una band d’eccezione, ospiti e tante sorprese al termine del suo live: è qui che il palco e i musicisti resteranno a disposizione di artisti emergenti per sorprendenti e inaspettate jam session (a breve il regolamento). I biglietti per Suono di sabato all’Arca Live saranno disponibili su www.vivoconcerti.com dalle ore 12:30 di mercoledì 11 ottobre e nei punti vendita autorizzati dalle ore 12:30 di lunedì 16 ottobre. L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.
Polonia domenica al voto: bivio cruciale che interessa Ue e UsaMilano, 10 ott. (askanews) – Con una guerra da un anno e mezzo alle porte, un terremoto ai vertici dell’esercito polacco e un mondo attonito per quanto accade in Medio Oriente, Varsavia è a un bivio mentre si prepara a un appuntamento alle urne i cui sviluppi interessano non solo il Paese: domenica 15 ottobre, in Polonia si terranno le elezioni parlamentari e un referendum. E come sottolinea la Cnn, si tratta di “un’elezione cruciale. Il suo esito si ripercuoterà su Europa, Ucraina e Stati Uniti”.
Si vota dalle 7 alle 21, per il Sejm (Dieta, ovvero la Camera Bassa) e il Senato della Repubblica. La campagna elettorale si conclude alla mezzanotte del 13 ottobre. Il partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS) – che attualmente governa con il sostegno di alcuni partiti populisti più piccoli – spera di vincere un terzo mandato consecutivo e formare il prossimo governo del paese. Gli si oppone una coalizione di partiti centristi guidata da Donald Tusk, ex primo ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo, che cavalca un aspetto inoppugnabile: la svolta illiberale durante gli otto anni di governo del PiS ha fatto sì che il paese – un tempo considerato un modello di democrazia post-sovietica – perdesse amici in Occidente. SONDAGGI
C’è un tendenza sfavorevole nei sondaggi d’opinione del PiS, anche se probabilmente vincerà: il suo sostegno è diminuito, in parte a causa dei suoi precedenti in materia di diritti delle donne e stato di diritto. E va detto che, anche se il PiS sarà al primo posto, alcune indagini demoscopiche indicano la possibilità di formare un governo di maggioranza da parte dell’opposizione tradizionale. Mentre nel caso di un risultato ambiguo, si potrebbe aprire un pertugio e l’estrema destra per trarne vantaggio. E in particolare un partito di estrema destra, la Confederazione, che si scaglia contro l’assistenza economica fornita ai rifugiati ucraini in Polonia: quest’anno il gruppo ha ottenuto sostegno in molte delle roccaforti rurali del PiS, e i funzionari governativi hanno risposto inasprendo il tono nei confronti di Kiev. DIBATTITO, ASSENZA E DUELLO
Quasi alla fine di una campagna elettorale feroce, lunedì 9 ottobre si è tenuto sulla tv nazionale il duello preelettorale che ha visto contrapporsi il primo ministro Mateusz Morawiecki (PiS), il leader Piattaforma Civica (in polacco: Platforma Obywatelska, PO) Donald Tusk, e altri esponenti come Joanna Scheuring-Wielgus (Nuova sinistra) o Szymon Holownia di Trzecia Droga, coalizione centrista-agraria, nonché il co-leader del partito di estrema destra della Confederazione (per esteso Confederazione Libertà e Indipendenza) Krzysztof Bosak. Tusk, che è il principale obiettivo di screditamento nella campagna elettorale di Diritto e Giustizia, si è presentato agli elettori come “uno di voi”, ma troppo teso e per questo incapace di vincere il dibattito. Ma nemmeno Morawiecki ha trionfato, davanti a un pubblico stanco dei suoi continui attacchi.
Già nei giorni scorsi la provocazione di Tusk era: “Jarek, dove ti nasconti?” E lunedì sera, il presidente del partito conservatore, Jaroslaw Kaczynski si teneva a distanza, a Przysucha, cittadina di 6.000 anime e una delle roccaforti rurali del PiS. Secondo alcuni per cancellare l’impressione che avesse paura del confronto con Tusk, che aveva ampiamente annunciato la sua apparizione in Tv e aveva sfidato il suo rivale a un duello mediatico. Ma ciò che ha lasciato perplessi gli elettori polacchi è stata la mancanza di riferimenti alla questione dei rifugiati nel discorso di Kaczynski a Przysucha. O il non aver detto nulla sulla guerra in M.O.. Forse non sa ancora come commentare, qualcuno sospetta, soprattutto nel contesto della paventata ondata di profughi palestinesi in Europa. Il finale di inizio settimana è stata una sfida a duello da parte di Tusk, che rivolgendosi al primo ministro uscente, ha detto: “Per favore, vieni con Jaroslaw Kaczynski, potete essere in due, possiamo tenere un dibattito con tutti i media, sono aperto a qualsiasi proposta, ti aspetterò venerdì in qualunque posto tu scelga”. TUSK, L’UCRAINA E LA RUSSIA Tusk è stato oggetto di intensi attacchi da parte dei media statali che lo dipingono come un burattino in mano alla Germania che rappresenta gli interessi di un’arrogante élite urbana e per aver concluso accordi sul gas con la Russia durante il suo periodo come primo ministro. Accusato di essere un codardo per non aver visitato l’Ucraina mentre sta combattendo l’aggressione della Russia. Ma Kiev e la sua guerra è un tema complesso e trasversale in questo contesto elettorale, a fronte di una progressiva stanchezza nei confronti del tema stesso da parte dell’elettorato. Varsavia è stato un importante fornitore di armi per l’Ucraina e rimane un paese chiave per il trasferimento di armi ed equipaggiamenti militari occidentali a Kiev. Tuttavia la recente polemica giunta sino a livello di capi di stato e di governo dei due Paesi confinanti, sul grano (apparentemente risolta) e sulla fornitura di armi, scopre chiaramente crepe che non riguardano solo la stanchezza. Il governo polacco ha sempre più preso di mira l’Ucraina con una forte retorica, in particolare sulle importazioni di grano ucraino che, a suo dire, indebolirebbero gli agricoltori polacchi, ma anche sulla fornitura di armi occidentali e sui tentativi di Kiev di aderire alla NATO e all’UE. A questo si aggiunge l’odio che divide i due leader di partito: Kaczynski accusa Tusk di essere “moralmente responsabile” della morte del gemello Lech nello schianto dell’aereo presidenziale a Smolensk, in Russia nel 2010 (all’epoca Tusk era premier e venne accusato dal PiS di negligenze). “PROFONDA DESTABILIZZAZIONE DEL SISTEMA DI COMANDO” “Un momento terribile per la nostra sicurezza” titola il settimanale Polityka. E nel commentare le informazioni sulle dimissioni del capo di stato maggiore dell’esercito polacco, generale Rajmund Andrzejczak, e del comandante operativo delle forze armate, tenente generale Tomasz Piotrowski, riportate per la prima volta dal quotidiano Rzeczpospolita, Polityka aggiunge: “c’è stata troppa commistione tra politica e militari in questa campagna elettorale e queste dimissioni stanno alimentando questo fenomeno”. Ovviamente la questione della guerra in Ucraina non è estranea alla vicenda. Si dice che il terremoto ai vertici derivi proprio da scontri interni derivati da un dissidio tra il ministro della Difesa nazionale, Mariusz Blaszczak e Piotrowski. “Forse i generali sapevano che Blaszczak avrebbe ‘fatto qualcosa’, perché durante la campagna elettorale ha oltrepassato i limiti di ciò che era consentito” aggiunge il settimanale. E infine: “In ogni caso, oggi ci troviamo in una situazione di profonda destabilizzazione del sistema di comando dell’esercito polacco. Si può addirittura parlare di una guerra in cui le vittime non sono solo gli ufficiali, ma anche il senso di sicurezza dei polacchi”. (di Cristina Giuliano)
Quarto giorno di guerra: 830 morti a Gaza, oltre mille in IsraeleRoma, 10 ott. (askanews) – Al quarto giorno di guerra risuonano ancora le sirene di allarme antimissile in Israele e l’esercito israeliano prosegue gli attacchi aerei nella Striscia di Gaza, mentre Hamas ha fatto sapere di essere pronto a “una guerra lunga”. E si aggrava il bilancio delle vittime. Secondo il ministero della Salute palestinese, il bilancio dei morti a Gaza conta 830 vittime e 4.250 feriti. In Israele sono oltre 1.000 i morti e 3.400 i feriti.
E Hamas ha avvertito che prima della fine del conflitto non negozierà il rilascio delle decine di ostaggi catturati nelle prime ore dell’operazione lanciata sabato scorso. Operazione messa a punto da una decina di leader di Hamas nella Striscia di Gaza, ha rivendicato oggi un esponente dell’organizzazione in esilio a Beirut, smentendo un presunto coinvolgimento dell’Iran, ma sostenendo che Teheran e il gruppo libanese Hezbollah sono pronti a “unirsi alla battaglia se Gaza sarà sottoposta ad una guerra di annientamento”. Nelle prime ore della giornata l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver ripreso il controllo del confine con la Striscia di Gaza e di aver quasi completato l’evacuazione di 24 località situate nei pressi della frontiera, ammettendo però che potrebbero “verificarsi infiltrazioni”. Nel frattempo, circa 300.000 riservisti continuano a prepararsi a una possibile invasione di terra della Striscia di Gaza, posta sotto “assedio totale” da Israele. Una misura denunciata oggi dall’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, come violazione del diritto internazionale. Secondo l’Onu, nell’enclave palestinese che conta oltre 2 milioni di abitanti sono oltre 187.000 gli sfollati dall’inizio del conflitto, di cui 137.000 ospitati nelle scuole delle Nazioni Unite, mentre gli intensi bombardamenti di questi giorni hanno causato la distruzione di 790 unità abitative, danneggiando in modo grave altre 5.330. Popolazione che non ha via di fuga, dopo che l’Egitto ha riferito della chiusura del valico di Rafah, dove sono stati segnalati oggi attacchi aerei. Secondo i media israeliani, Israele avrebbe informato l’Egitto che verrà preso di mira ogni camion carico di aiuti diretto a Gaza.
Per “il massacro del popolo di Gaza”, ha tuonato oggi la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, Israele riceverà “uno schiaffo ancora più pesante” rispetto “all’irreparabile fallimento, sia in termini militari che di intelligence”, subito dai miliziani di Hamas. Khamenei ha negato ogni coinvolgimento di Teheran nell’ideazione dell’operazione Al-Aqsa Flood, ma ha ribadito sostegno alla “Palestina e alla sua lotta”. I risultati ottenuti dall’operazione hanno “sorpreso” anche Hamas, stando a quanto detto all’Associated Press dal leader in esilio Ali Barakeh, secondo cui l’organizzazione palestinese pensava di “ottenere qualche successo e di prendere prigionieri per scambiarli”. Secondo Barakeh, sono circa 2.000 i miliziani che hanno preso parte finora al conflitto, su un esercito di circa 40.000 uomini nella sola Striscia di Gaza. E “siamo preparati bene per questa guerra e per affrontare tutti gli scenari, anche lo scenario di una lunga guerra”, ha aggiunto. Da parte sua, il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha detto di aver informato “tutte le parti che ci hanno contattato” che non ci saranno negoziati sui “prigionieri prima della fine della battaglia”.
Hanieyh ha quindi esortato tutti i palestinesi a “partecipare alla battaglia”, poi Hamas ha invitato il mondo arabo e musulmano a una “mobilitazione generale” venerdì prossimo, per mostrare sostegno al popolo palestinese “di fronte alla guerra aperta dell’occupazione”.
Consegnati a Roma i Collari Collegium Cocorum di FedercuochiRoma, 10 ott. (askanews) – Consegnati oggi all’Auditorium Antonianum di Roma i 350 Collari Collegium Cocorum della Federazione Italiana Cuochi, onorificenza al merito professionale conferita a quei professionisti del settore che da oltre 25 anni promuovono con successo le tradizioni e il prestigio della Cucina Italiana nel nostro Paese e nel mondo.
“I cuochi fanno un mestiere, allo stesso tempo, antico e moderno – ha scritto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo messaggio di plauso e sostegno alla Federcuochi – sono i custodi della nostra identità ma anche gli innovatori della nostra cultura gastronomica, un tesoro che tutti ci invidiano e che ci rende apprezzati e amati nel mondo”. Tra i temi affrontati nel corso della cerimonia di consegna, la certificazione dei cuochi e l’inserimento del lavoro di cuoco tra i mestieri usuranti. “I Collari Collegium Cocorum – ha dichiarato il presidente Federcuochi Rocco Pozzulo – vogliono rendere omaggio a quanti hanno dedicato la propria vita professionale, e spesso anche privata, all’arte della cucina, lavorando ogni giorno con passione e dedizione per promuovere e tutelare le nostre migliori tradizioni enogastronomiche, sempre nel rispetto di principi fondamentali quali biodiversità, sostenibilità e sicurezza alimentare. A tutti loro va oggi il nostro ringraziamento più affettuoso e la nostra ammirazione”, ha concluso.