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Tag: Sanremo 2023

“In 10 anni sbarcati in Italia 103.842 minori stranieri non accompagnati”

“In 10 anni sbarcati in Italia 103.842 minori stranieri non accompagnati”Milano, 23 feb. (askanews) – Negli ultimi dieci anni sono arrivati via mare da soli in Italia 103.842 minori stranieri non accompagnati (Msna), prevalentemente adolescenti e preadolescenti, ma non di rado anche bambini, con una media di 15mila presenze annue. E’ quanto spiega Save the Children, sottolineando che “nonostante i minori non accompagnati siano quindi una presenza regolare nel nostro Paese, non sono mai nati i centri governativi di prima accoglienza previsti dalla legge, e anche i Centri di accoglienza straordinaria, che dovrebbero rappresentare la soluzione di ultima istanza, contavano al 31 dicembre 2021 soltanto 519 posti”. Guardando al trend relativo ai posti finanziati nei CAS dal 2018 al 2021, “appare evidente che l’intento di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo è stato via via disatteso, sino a concentrare in Sicilia e in Calabria la quasi totalità dei CAS minori attivi a fine 2021”.
Nel solo 2021, nei Paesi di ingresso UE (Grecia, Italia (10.053), Bulgaria, Spagna, Cipro e Malta) sono stati registrati in arrivo 17.200 minori non accompagnati, che hanno rappresentato il 71% di tutti i minorenni, compresi quelli arrivati con le famiglie, che hanno fatto ingresso in Europa. Sempre nel 2021 Germania (73.245) e Francia (25.750) hanno registrato il maggior numero di richieste di asilo da parte di minori (anche in famiglia), in Italia le domande di minori sono state 11.569, di cui 3.257 di non accompagnati.
“Per proteggere i minori stranieri non accompagnati e garantire il rispetto dei loro diritti, a cinque anni dalla sua approvazione, è necessario dare piena attuazione alla legge 47 sulla protezione e l’accoglienza dei Msna e intervenire per migliorare il sistema di protezione e accoglienza per non rischiare di rendere vani i principi enunciati nel testo normativo” sostiene Save the Children, aggiungendo che “è necessario partire dalla promozione di politiche di accesso regolare e sicuro al territorio e dal rafforzamento dei canali di ingresso esistenti, quali i ricongiungimenti familiari, gli ingressi per motivi di studio e lavoro, i corridoi umanitari così da ridurre il rischio di traffico di esseri umani e favorire una migrazione sicura e regolare”.
“C’è la necessità di dare vita ad un sistema di accoglienza per i minori soli che sia strutturato su tutto il territorio nazionale e che sia in grado di assicurare ai minorenni che arrivano senza genitori nel nostro Paese la possibilità di trovare in tempi rapidi tutela e protezione” ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, evidenziando che “per raggiungere questo obiettivo è necessario, a nostro avviso, attivare almeno un centro per la prima accoglienza in ogni regione, una rete coordinata al livello nazionale con standard qualitativi e gestionali comuni ed una copertura di 2000 posti”. “Ciascun centro dovrebbe agire in coordinamento con i Tribunali dei minori, le aziende sanitarie e le questure per realizzare speditamente le procedure di identificazione, di accertamento della minore età e per avviare, se necessario, le procedure di ricongiungimento familiare” prosegue l’organizzazione non-profit, ricordando che “entro i 30 giorni dall’arrivo, così come previsto dalla Legge 47, ogni minore dovrebbe essere collocato nella seconda accoglienza della rete SAI dove è necessario raddoppiare i posti, nella seconda accoglienza gestita dai Comuni o nel circuito di affido familiare”.

Dal 18 al 21 maggio c’è “Monferrato Wine Festival-Monferrato Identity”

Dal 18 al 21 maggio c’è “Monferrato Wine Festival-Monferrato Identity”Milano, 22 feb. (askanews) – Si terrà dal 18 al 21 maggio 2023 la prima edizione di “Monferrato Wine Festival – Monferrato Identity”, una quattro giorni di visite e degustazioni dedicate alle eccellenze vitivinicole delle colline piemontesi Patrimonio dell’Umanità. Ideato e promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato volto a celebrare le tredici Denominazioni piemontesi del Monferrato, la manifestazione è realizzata in partnership con SOPEXA Italia e The Wine Hunter.
“Siamo felici e orgogliosi di poter finalmente presentare al pubblico questo evento che, come Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, abbiamo fortemente voluto” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, spiegando che questo evento “sarà un momento significativo per noi e per le aziende che rappresentiamo volto a celebrare e presentare al mondo ciò che ci distingue: i nostri panorami disegnati proprio da quelle viti che ci hanno permesso di diventare nel 2014 Patrimonio dell’Unesco”.

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato capofila di AGEBA

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato capofila di AGEBAMilano, 22 feb. (askanews) – Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato è da tempo impegnato per salvaguardare e tutelare il patrimonio vitivinicolo del territorio. Un cammino intrapreso per rispondere ai cambiamenti climatici, e proseguito insieme a Crea-Ve (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia Agraria – Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia di Asti), all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, all’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore G. Penna e a dieci aziende agricole del territorio per dare vita al progetto AGEBA, del quale il Consorzio è capofila. Si tratta di un’iniziativa volta al recupero e alla valorizzazione del germoplasma antico del vitigno Barbera per il suo adattamento ai cambiamenti climatici in corso che stanno investendo anche il mondo del vino.
“Nella zona dell’astigiano, assenza di precipitazioni temperature medie sempre più elevate, sono un problema reale e tangibile: la vendemmia di quest’anno è stata una delle più asciutte degli ultimi secoli” ha affermato il presidente del Consorzio, Filippo Mobrici, aggiungendo che “per queste ragioni il Consorzio ha voluto prendere in mano il tema della viticoltura del futuro e, insieme agli istituti di ricerca, cercare le risposte nel genoma delle viti antiche più resistenti”. “È probabile infatti – ha proseguito – che queste viti, sopravvissute con resilienza e adattamento alle sfide del passato, saranno più facilmente in grado di affrontare le sfide future”.
Il progetto AGEBA, dunque, ha un approccio genetico volto a individuare dei genotipi con caratteristiche di maggior adattabilità al cambio climatico. Tali caratteristiche vanno ricercate nei singoli ceppi di Barbera, messi a dimora nel periodo di preselezione clonale (fino agli anni ’70 del secolo scorso) in quanto questi ceppi hanno dimostrato di essere incredibilmente adattivi e resistenti agli agenti biotici ed abiotici. Essendo sopravvissuti per diversi decenni, infatti, queste piante risultano essere anche esenti dalle principali virosi e dalla Flavescenza Dorata, un flagello che ancora oggi colpisce la Barbera.
“Questo progetto è sicuramente un progetto molto ambizioso: ci troviamo ancora in fase preliminare e come sempre, quando si parla di ricerca sperimentale, non si può avere certezza di esito positivo” ha precisato Mobrici, concludendo “i presupposti però fanno ben sperare e il Consorzio continuerà a impegnarsi e a dare il suo contribuito, affrontando con ottimismo le sfide presenti e future”.
Fondato nel 1946, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato conta oggi più di 400 aziende associate e 13 denominazione tutelate.

Ass. viticoltori Castellina in Chianti festeggia 20 anni con un libro

Ass. viticoltori Castellina in Chianti festeggia 20 anni con un libroMilano, 22 feb. (askanews) – L’Associazione viticoltori di Castellina in Chianti (Siena) compie 20 anni e si racconta in un libro di Armando Castagno che ha raccolto le interviste di 37 produttori. Il volume si intitola “Castellina in Chianti – territorio, vino, persone” ed è stato presentato per la prima volta oggi al Beef Baazar di Roma.
“I produttori di Castellina in Chianti da tempo sentivano la necessità di iniziare un percorso comune nel tentativo di promuovere il territorio e valorizzare i vini straordinari e l’immagine di Castellina” ha affermato il presidente dell’Associazione, Enrico Pozzesi, sottolineando che “da qui è nata l’idea di affidare ad Armando Castagno il compito di raccontarci”.
Castagno ha intervistato dai titolari delle aziende più antiche e blasonate a quelle più piccole e meno conosciute, disegnando fuori un ritratto molto personale di ciascuno di loro, fatto di aneddoti, retroscena, passioni e curiosità, che rivela il lato più umano e autentico di chi con il proprio lavoro è riuscito a rendere grandi i vini di questa zona del Chianti Classico. Al di là di una parte descrittiva e didattica sul territorio di Castellina in Chianti, nel libro non troverete numer, ettari o presentazioni dettagliate delle singole aziende, se non quanto riferito dagli stessi intervistati sulle loro attività” ha spiegato Castagno, aggiungendo che “quello che mi interessava, infatti, era cogliere l’umanità dei produttori, raccontare il loro vissuto che poi si ritrova nel calice”.
Ad accompagnare le parole di Castagno, i ritratti di Caroline Aspas che con le sue foto ha saputo catturare la parte più intima dei produttori. Ad immortalare, invece, i paesaggi di Catellina, il fotografo Andrea Federici.
Castellina in Chianti occupa una superficie di poco meno di 10mila ettari, a cavallo tra la Val d’Elsa, la Val di Pesa e la Valle del fiume Arbia. Grazie ai suoi 1.682 ettari coltivati a vigneto, è il Comune con più superficie vitata di tutto il Chianti Classico. Circa il 70% dei vigneti è a conduzione biologica o in conversione, una percentuale in progressiva crescita: delle 39 aziende che fanno parte dell’Associazione, infatti, ben 36 sono già certificate bio o in regime di conversione. L’Associazione Viticoltori di Castellina in Chianti è nata nel 2003 per valorizzare e tutelare i produttori locali.

Fed, verbali direttorio: “Inflazione resta inaccettabilmente alta”

Fed, verbali direttorio: “Inflazione resta inaccettabilmente alta”Roma, 22 feb. (askanews) – Alla riunione di fine gennaio del direttorio della Federal Reserve, i banchieri centrali Usa “hanno concordato che l’inflazione resta inaccettabilmente alta”, oltre che ben superiore all’obiettivo del 2%. La maggior parte dei componenti del Fomc si è espressa a favore di proseguire la manovra di rialzi dei tassi, attenuando però il ritmo degli aumenti a 25 punti base, come poi effettivamente deciso, in modo da “valutare meglio i progressi dell’economia verso gli obiettivi di stabilità dei prezzi con massima occupazione”.
Lo riportano i verbali (minute) della riunione del Fomc, pubblicati oggi dalla Fed, aggiungendo tuttavia che alcuni (pochi) partecipanti “hanno sostenuto che avrebbero preferito alzare i tassi di 50 punti base e che un aumento più consistente avrebbe portato più rapidamente il tasso di riferimento a livelli ritenuti sufficientemente restrittivi”.
Ad ogni modo “tutti hanno concordato che è appropriato continuare i rialzi e continuare il processo di riduzione del bilancio”, aggiunge il documento. Inoltre, i banchieri centrali Usa “hanno concordato che il mercato del lavoro resta molto tirato e hanno valutato che la domanda di lavoro eccede in maniera consistente l’offerta di lavoratori disponibili”.
I componenti del Fomc hanno anche rilevato “che il tasso disoccupazione è tornato ai minimi storici, mentre i posti vacanti restano elevati e la crescita delle retribuzioni resta elevata”. E secondo i banchieri centrali Usa la recente ondata di tagli occupazionali dei giganti tecnologici “non sembra riflettere debolezze diffuse nella domanda di lavoro”.
Va rilevato che queste considerazioni si riferiscono a un periodo antecedente agli ultimi dati sul mercato del lavoro Usa, che con altri 500mila posti creati a gennaio ha mostrato una dinamica di solidità perfino più forte del previsto. Con ogni probabilità queste valutazioni riportate dalle “minute” risulterebbero quindi oggi ulteriormente rafforzate alla luce dei nuovi dati, ed è questo che ha alimentato nelle ultime settimane il riaccendersi delle aspettative su una linea più restrittiva della Fed sui tassi.

Giubileo 2025, Gualtieri: cantieri al via in anticipo, primi a giugno

Giubileo 2025, Gualtieri: cantieri al via in anticipo, primi a giugno

Grazie a decreto Pnrr ter governo accelerazione procedure di gara più importanti

Roma, 22 feb. (askanews) – “E’ stata una riunione davvero positiva, grazie anche agli interventi legislativi introdotti nel decreto Pnrr ter che consentono l’accelerazione e la semplificazione delle procedure di gara sugli interventi più importanti. Oggi abbiamo potuto verificare che nel caso degli interventi più importanti saremo in grado di aprire i cantieri prima del previsto”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al termine della terza riunione della cabina di regia sul giubileo del 2025 che si è tenuta a palazzo Chigi.
“L’obiettivo – ha spiegato – è di partire per il sottopasso di piazza Pia già a giugno e anche gli altri interventi per cui c’è stato questo intervento legislativo per cui ringrazio il governo, cioè piazza San Giovanni, piazza Risorgimento e stazione Termini, sono tutti interventi che potranno partire in tempi più rapidi del previsto”.
“Abbiamo fatto – ha proseguito il sindaco – una ricognizione molto ampia dello stato di questi e di tutti gli interventi e stiamo procedendo secondo la tabella di marcia o, come in questi casi, in anticipo”.
Gualtieri ha poi riferito che “il prefetto Frattasi ha illustrato il protocollo per la legalità che stiamo per emanare e sottoscrivere, che consentirà meccanismi di controlli molto severi dal punto di vista del rischio di infiltrazione mafiosa e criminale ma al tempo stesso con procedure che non determineranno un ritardo nei tempi delle opere”.
“Abbiamo anche approvato – ha spiegato – una rimodulazione di alcuni interventi di ‘Caput mundi’ che consente di portare a 150 i siti su cui faremo gli interventi e di avere il 50% di questi interventi onclusi entro dicembre del 2024, quindi in tempo per il giubileo. Quindi complessivamente è stata una riunione molto positiva, si lavora con grande concretezza, con spirito unitario e grande collaborazione con tutte le istituzioni. Poi erano presenti una serie di soggetti appaltanti, soggetti attuatori, c’erano Anas, Ferrovie, Società giubileo, Invitalia e tanti altri attori che stanno collaborando in modo attivo perché questa corsa contro il tempo abbia un esito positivo e la città di Roma sia pronta ad accogliere al meglio decine di milioni di pellegrini”.

Innovazione, nuove tecnologie tra opportunità e sfide geopolitiche

Innovazione, nuove tecnologie tra opportunità e sfide geopoliticheRoma, 22 feb. (askanews) – Lo sviluppo delle nuove tecnologie sta trasformando il mondo di tutti i giorni, con forti implicazioni anche geopolitiche che vanno comprese per essere governate. Se ne è parlato a un evento organizzato dal Centro Studi Americani e Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. L’iniziativa è stata l’occasione per un’analisi sull’applicazione e gli sviluppi delle tecnologie disruptive e quantistiche nell’ambito delle relazioni internazionali con un focus particolare sulla geopolitica dell’intelligenza artificiale e sulla relativa regolamentazione internazionale.
L’evento, dopo una breve introduzione del presiedente del centro studi amercani, Gianni De Gennaro, è stato aperto dal presidente, Fondazione Leonardo-Civilità delle Macchine, Luciano Violante che ha posto l’accento sulla necessità di un’unità europea per affrontare il tema delle nuove tecnologie.
“Stiamo vivendo un processo di deglobalizzazione – ha detto Violante – è questo pone un problema di indipendenza su risorse e tecnologie. Il convento di autonomia strategica è tornato all’attualità a causa della pandemia prima e poi della guerra che ci ha posto di fronte alla questione energetica e a quella alimentare”.
“La corsa alle nuove tecnologie – ha concluso – è causata dalla scomposizione della globalizzazione. Occorre valutare bene quali sono i costi e i benefici di queste nuove tecnologie e per questo l’unità europea di e tra sempre più centrale perché nessun paese da solo ce la può fare, ma uniti sì”.
Per Courtney Nemroff, minister for Economic Affairs dell’Ambasciata degli Stati uniti in Italia “le nuove tecnologie hanno avuto e continuano ad avere un impatto profondo sulla sicurezza nazionale, sulla resilienza, sull’economia e sulla salute delle società democratiche”, come la “tecnologia post Guerra Fredda è stata fondamentale per gli Stati uniti e gli alleati, perché ha sostenuto una prosperità condivisa. La rivoluzione tecnologica ci offre opportunità e sfide e gli Stati uniti puntano a uno sviluppo dell’Intelligenza artificiale focalizzata su un uso affidabule, come strumento per la creazione di nuovi settori dell’economia, per rivitalizzare le industrie e guidare lo sviupp economico, migliorando anche la qualità della vita ovunque”.
Sul fronte della ricerca, Enrico Prati, professore associato presso il Dipartimento di Fisica, dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato come “il bipolarismo mondiale tipico della Guerra fredda, che è rimasto invariato sul piano strategico militare, si è trasformato in un bipolarismo modificato nell’ambito tecnologico, dove si gioca una sfida tra mondo occidentale, Stati uniti in primis, e Cina, che mettono in campo. Si tratta di una competizione in cui è difficile avere la meglio, perché gli investimenti sono confrontabili”.
“Stiamo attaversando dei cambiamenti epocali che riguardano in particolare quattro rivoluzioni tecnologiche – ha aggiunto Cosimo Accoto, Research affiliate & Fellow del Massachusetts Institute of Technology Boston -: l’intelligenza artificiale, la blockchain, la rivoluzione quantistica e la biologia sintetica. Si tratta di cambi e di trasformazioni profonde. La sfida vera che dobbiamo mettere in campo è quella di riuscire a leggere culturalmente e anche strategicamente in profondità queste rivoluzioni che non sono semplicemente rivoluzioni tecnologiche ma cambi di paradigma all’interno della civiltà umana”.
Sul fronte geopoltico, Clementine Starling, direttore del Forward Defense Program, dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council, ha posto l’accento su come, nel settore delle innovazioni e delle rivoluzioni tecnologiche “la competizione è quella con la Cina, che nella Strategia per la sicurezza nazionale degli Stati uniti è stata definita come una minaccia”. La Difesa americana, ha aggiunto, “ha elencato 14 aree tecnologiche in cui avvengono le attuali rivoluzioni”, che pongono “sfide operative” tra cui spicca la necessità di “valutare le tendenze e capire in tempo reale” i trend per evitare di essere superati da competitor, di “creare una cultura della sperimentazione”, “eliminare le barriere alla condivisione tra settore pubblico e privato per usare le innovazioni che arrivano dal privato in modo efficace” salvaguardando “standard e questioni etiche”, ha spiegato Starling .
Sul fronte delle imprese, Dario Pagani, Head of Digital and Information Technology di Eni ha invece evidenziato la necessità di formare e sviluppare competenze per le nuove tecnologie anche nell’ottica della transizione energetica. Il tema delle competenze è stato toccato anche da Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, secondo il quale il Pnrr può essere l’occasione di ricostruire le filiere di produzione nelle telecomunicazioni ma occorre “sviluppare le necessarie competenze”.
Infine, Francesco Di Sandro, Senior Vice President Strategic Planning – Strategy and Market Intelligence Office, di Leonardo, ha posto l’accento sulla necessità per l’Europa di dotarsi di una strategia comune sulle nuove tecnologie, divenute oggetto di confronto tra le superpotenze.
“USA e Cina – ha detto Di Sandro – sono due soggetti geopolitici che hanno una dimensione strategica. Oggi le nuove tecnologie sono oggetto di confronto tra le superpotenze. L’Europa non è un soggetto geopolitico e quindi ha bisogno di una visione strategica comune, per poi metterla a terra con la creazione di ecosistemi”.
“L’innovazione – ha aggiunto – è il pilastro del nostro piano strategico tanto che in piena pandemia abbiamo creato i Leonardo Labs che hanno l’idea di sviluppare le competenze tecnologiche con una visione strategica di medio lungo periodo”.

I 12 azzurri per Italia-Ucraina, esordio per Visconti

I 12 azzurri per Italia-Ucraina, esordio per ViscontiRoma, 22 feb. (askanews) – Il ct della nazionale di basket, Gianmarco Pozzecco, ha scelto i giocatori per la partita di domani a Livorno contro l’Ucraina, penultimo match delle qualificazioni ai Mondiali 2023. Gli Azzurri, già sicuri di un posto al Mondiale, giocheranno domani al Modigliani Forum contro l’Ucraina alle ore 21.00 il penultimo match dei FIBA World Cup 2023 Qualifiers. L’ultimo impegno in trasferta a Caceres contro la Spagna domenica 26 alle ore 18.00. Questi i 12 Azzurri scelti da coach Pozzecco per la partita di domani, esordio assoluto con la Maglia della Senior per Riccardo Visconti.
Marco Spissu (1995, 184, P, Umana Reyer Venezia), Niccolò Mannion (2001, 190, P, Segafredo Virtus Bologna), Paul Biligha (1990, 200, C, EA7 Emporio Armani Milano), Diego Flaccadori (1996, 193, P, Dolomiti Energia Trentino), Amedeo Tessitori (1994, 208, C, Umana Reyer Venezia), Giampaolo Ricci (1991, 202, A, EA7 Emporio Armani Milano), Giordano Bortolani (2000, 193, G, Tezenis Verona), Riccardo Moraschini (1991, 194, G/A, Umana Reyer Venezia), Guglielmo Caruso (1999, 208, A/C, Openjobmetis Varese), Riccardo Visconti (1998, 198, G, Carpegna Prosciutto Pesaro), Luca Severini (1996, 204, A, Bertram Yachts Derthona Tortona); Tomas Woldetensae (1998, 196, G/A, Openjobmetis Varese)
“Livorno non ha mai tradito il basket, siamo voluti tornare qui anche se le regole imposte dalla Federazione internazionali sono stringenti e quindi abbiamo dovuto attendere che il Modigliani Forum si adeguasse a quanto richiestoci” le parole del presidente della federbasket Gianni Petrucci. “Il tutto esaurito è la conferma che abbiamo scelto bene”. “Nel 1993 ho giocato qui – racconta coach Pozzecco – ero un ragazzo e cercavo di affermarmi. Giocai un’eccellente stagione, merito dell’accoglienza che mi fu riservata e per questo motivo Livorno resterà sempre nel mio cuore: sono trascorsi 30 anni ma quello fu il momento più importante della mia carriera. Ho un ricordo bellissimo di questo posto, furono tre le figure che in particolare mi aiutarono: Dado Lombardi, Stefano Attruia e Michael Ray Richardson. Livorno è una città che emoziona, i miei ragazzi sanno fare altrettanto: ecco perché sono certo che ci attende una serata speciale. Noi siamo già certi di un posto al Mondiale mentre l’Ucraina si gioca gran parte delle sue chance ma noi faremo di tutto per onorare i principi dello sport dal momento che in ballo per un posto al Mondiale c’è anche la Georgia. Colgo l’occasione per fare i complimenti, anche a nome del mio staff, alla Germani Brescia per la vittoria della Coppa Italia ottenuta a Torino lo scorso weekend”.

Siccità, Paparella (RemTech Expo): grave pericolo per l’Italia

Siccità, Paparella (RemTech Expo): grave pericolo per l’ItaliaMilano, 22 feb. (askanews) – “L’estrema stabilità e l’aumento delle temperature stanno amplificando in maniera considerevole un grave pericolo per l’Italia: il rischio siccità su molte regioni. Il 2023 si è aperto con temperature record non solo in Italia ma su diversi Paesi europei. A livello italiano, il Nord in particolare torna sotto la morsa di una siccità ma non va meglio al Centro-Sud dove le precipitazioni dell’ultimo periodo non sono ancora riuscite a colmare il gap stagionale. Quasi metà del territorio del Piemonte risulta affetto da deficit di pioggia severo-estremo di lunghissimo periodo. Le altre regioni settentrionali si attestano mediamente intorno al 30%”. E’ l’allarme lanciato da Silvia Paparella, general manager di RemTech Expo, l’Hub Tecnologico Ambientale specializzato sui temi del risanamento, della rigenerazione e dello sviluppo sostenibile dei territori.
“La stagione nevosa – prosegue Paparella – si sta mantenendo ben al di sotto della media. Le nevicate importanti sono state poche e spesso seguite da temperature ben oltre la media che ne hanno accelarato il processo di fusione. Le precipitazioni nevose, come sappiamo, sono fondamentali per garantire il necessario serbatorio di approvigionamento in vista della stagione primaverile-estiva. La situazione dei fiumi e dei laghi è decisamente grave, in larga parte in sofferenza e sotto i livelli idrometrici medi. Il lago di Garda è riempito del 36% e risulta 50cm più basso rispetto alla media storica”.
“I livelli di molti fiumi – evidenzia ancora la general manager di RemTech Expo – sono quelli da piena estate, nonostante siamo a fine febbraio, è in diversi casi la situazione è molto critica: tra tutti colpisce particolarmente il Po che è diffusamente sotto lo zero idrometro, con un picco di ben -7.45 metri a Cremona. Un primo sblocco a livello meteo potrebbe avvenire solo verso la fine di Febbraio quando la formazione di un ciclone Mediterraneo, alimentato correnti fredde, instabili in discesa dal Nord Europa, potrebbe innescare una fase di maltempo. Se anche in primavera non dovesse piovere in modo adeguato, si affronterebbe l’estate 2023 con forti criticità. Saremmo a forte rischio approvvigionamento su vari livelli, agricolo (coltivazioni), energetico (centrali idroelettriche) e privato (uso d’acqua domestico), oltre ad avere un maggiore rischio idrogeologico indotto da un terreno sostanzialmente più secco. A tutto quanto detto sopra va aggiunto che la rete idrica nazionale non è in buone condizioni, con elevati sprechi d’acqua. Secondo i dati Istat, nel 2020 è stato perso ben il 36% di acqua immessa in rete. Di fatto il 60% degli acquedotti italiani ha più di 30 anni e il 25% persino più di 50 anni”.
“L’anno scorso l’agricoltura, che dà lavoro a 3,5 milioni di persone, ha subito 6 miliardi di euro di danni per mancata produzione, secondo Coldiretti, e quest’anno rischia 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio nella food valley della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale.La crisi idrica ha ridotto anche la produzione di energia idroelettrica rinnovabile. Nel 2022 c’è stato un calo del 37,7% rispetto al 2021 mentre a dicembre scorso è stato registrato -18,6% rispetto a dicembre 2021, secondo il Rapporto mensile sul Sistema Elettrico di Terna. E’ necessario adottare ed applicare un piano nazionale e soluzioni per aumentare la resilienza dei territori”, conclude Paparella.

Cambio al vertice di STN: Felice Monaco eletto presidente

Cambio al vertice di STN: Felice Monaco eletto presidenteMilano, 22 feb. (askanews) – E’ l’ingegnere Felice Monaco il neo presidente della “Struttura Tecnica Nazionale degli Ordini e dei Collegi Professionali di supporto alle Attività di Protezione Civile”. L’elezione di Monaco, che resterà alla guida della Struttura per il triennio 2023/2026, è avvenuta nel corso della riunione dei delegati della STN.
La STN è un organismo nato su iniziativa del Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, del Consiglio Nazionale Geologi, del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e del Consiglio Nazionale Ingegneri, con l’obiettivo di svolgere attività di supporto al Dipartimento della protezione civile, per la gestione delle emergenze sismiche e di altro tipo, nell’ambito del quadro normativo europeo e nazionale.
“Ringrazio il Presidente Armando Zambrano per l’immenso lavoro che in questi anni complessi ha portato avanti con professionalità, dedizione e coraggio. Abbiamo, tutti insieme, affrontato numerose emergenze, con spirito di collaborazione e con l’obiettivo primario di mettere in sicurezza i cittadini e il territorio. Un augurio e un buon lavoro al neo eletto Presidente STN, Felice Monaco”, commenta il Presidente Consiglio Nazionale Geologi Arcangelo Francesco Violo.
Con il neo eletto Presidente, la STN continuerà ad occuparsi anche della formazione degli iscritti agli Albi professionali, nonché una cospicua attività organizzativa su base territoriale delle sezioni locali della STN.