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Tag: Sanremo 2023

Vendemmia, Consorzio Lugana Doc: previsto un calo medio del 30%

Vendemmia, Consorzio Lugana Doc: previsto un calo medio del 30%Milano, 28 set. (askanews) – “Grazie alla proficua collaborazione con Regione Lombardia e Regione Veneto, in cui la Denominazione ricade e a cui il Consorzio di tutela Lugana Doc ha richiesto il monitoraggio in campo del potenziale produttivo per l’annata 2023, è possibile comunicare al mercato i dati previsionali della vendemmia in corso e stimare una riduzione media delle rese che si assesta intorno al 30%”. L’annuncio dell’ente consortile arriva a seguito delle grandinate che hanno colpito parte dei vigneti del Lugana Doc.

“In una fase di complessità vendemmiale che coinvolge diverse regioni vitivinicole italiane, che hanno dovuto fronteggiare sia avversità atmosferiche che fitopatologiche, diventa sempre più importante comunicare al mercato le previsioni vendemmiali nella maniera più trasparente possibile, a tutela della Denominazione e della qualità del prodotto” ha spiegato il presidente del Consorzio, Fabio Zenato, sottolineando che “siamo sempre più convinti che un comparto maturo, serio, debba necessariamente accettare la sfida della trasparenza, perché solo in questo modo si è in grado di far comprendere ai consumatori le difficoltà della produzione vitivinicola, resa oggi ancor più problematica a causa di fenomeni intensi, talvolta molto estesi, alla luce delle gravi mutazioni climatiche”. “Ritengo sia arrivato il momento di fare delle scelte coraggiose nei confronti del mercato, azioni possibili grazie ad un costante lavoro di squadra e condivisione degli obiettivi da parte di tutta la filiera” ha aggiunto il direttore del Consorzio, Edoardo Peduto, evidenziado che “questo tipo di iniziative rientrano in una precisa visione di lungimiranza nell’ambito delle attività di tutela e vigilanza messe in atto per preservare ed aumentare la credibilità della filiera nel tempo”.

Il Consorzio del Lugana Doc propone dunque un nuovo approccio all’analisi degli andamenti produttivi e una comunicazione più trasparente. “In queste settimane abbiamo lavorato fianco a fianco con il Consorzio per mappare con precisione l’impatto del maltempo sul versante lombardo della Doc e quindi produrre una documentazione utile a consentire le azioni di verifica delle dichiarazioni di resa in questa vendemmia 2023” ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, parlando di “una collaborazione fondamentale per tutelare con trasparenza e concretezza, anche in un’annata particolarmente complessa, uno dei tesori del nostro patrimonio vitivinicolo, i produttori e i consumatori che lo apprezzano sempre di più”. Sempre in merito alla vendemmia, il Consorzio precisa che dopo un periodo estivo molto caldo e soleggiato, le piogge della fine del mese di agosto ed inizio settembre “hanno garantito una buona alternanza termica fra giorno e notte, con temperature diurne miti e notti fresche, che hanno permesso alla pianta di proseguire nella maturazione delle uve, migliorando sensibilmente il potenziale qualitativo nella parte finale della stagione vegetativa”. Per la raccolta dunque “si conferma un ritardo di circa 12 giorni rispetto alla scorsa annata, con i primi dati analitici che fanno vedere un interessante potenziale in termini di freschezza e acidità ed un potenziale alcolico leggermente inferiore rispetto al 2022”.

Adozioni, la Consulta: sì a relazioni con la famiglia d’origine

Adozioni, la Consulta: sì a relazioni con la famiglia d’origineRoma, 28 set. (askanews) – L’attuale disciplina dell’adozione piena non impedisce al giudice di prevedere, nel preminente interesse del minore, che vengano mantenute talune relazioni socio-affettive con componenti della famiglia d’origine. È quanto si legge nella sentenza n. 183 depositata oggi (redattrice la giudice Emanuela Navarretta), con cui la Corte costituzionale ha ritenuto infondate – riferisce una nota – le questioni di legittimità costituzionale che erano state sollevate sull’articolo 27, terzo comma, della legge n. 184 del 1983, e ha precisato i termini della sua interpretazione conforme a Costituzione.

La Corte ha chiarito che il riferimento nella disposizione alla cessazione dei rapporti con i componenti della famiglia d’origine riguarda sempre i legami giuridico-formali di parentela. Diversamente, per le relazioni di natura socio-affettiva non si può ritenere, in termini assoluti, che la loro cessazione realizzi in ogni caso l’interesse del minore. Non è, pertanto, precluso al giudice verificare in concreto che, “sulla scorta degli indici normativi desumibili dalla stessa legge n. 184 del 1983, letti nella prospettiva costituzionale della tutela del minore e della sua identità”, risulti nel suo preminente interesse mantenere “significative, positive e consolidate relazioni socio-affettive con componenti della famiglia d’origine”, che non possono “sopperire allo stato di abbandono” del minore stesso. Emblematico è il caso della relazione tra fratelli e sorelle non adottati dalla stessa coppia.

Ai fini dell’accertamento in concreto del preminente interesse del minore, la Corte ha sottolineato l’importanza che riveste nella disciplina in materia di adozione l’ascolto dell’adottando. Inoltre, ha rilevato come tale disciplina consenta già ora al giudice di tenere adeguatamente conto di tutti gli interessi coinvolti.

Vino, il 9 e 10 ottobre Partesa torna a Milano con “Wine Cube”

Vino, il 9 e 10 ottobre Partesa torna a Milano con “Wine Cube”Milano, 28 set. (askanews) – Partesa festeggia i 25 anni del progetto “Partesa per il vino” con la terza edizione di “Wine Cube-A Great Experience”, l’evento riservato agli operatori di settore che si terrà lunedì 9 e martedì 10 ottobre nelle sale di Studio Novanta a Milano. Due giorni di degustazioni, incontri e business tra gli operatori del fuoricasa e 71 produttori vinicoli partner di Partesa, provenienti da Italia, Francia, Spagna, Austria, Germania, Slovenia e, per la prima volta, anche dagli Stati Uniti.

A “Wine Cube” sarà possibile assaggiare 486 vini, tra rossi, bianchi e spumanti e partecipare a sei masterclass con alcuni noti wine expert. Si inizia il 9 ottobre alle 12 con Andrea Gori che guiderà i partecipanti alla scoperta de “I Metodi Classici italiani”, a cui seguirà alle 14.30 Marco Sabellico con “Aglianico a confronto: Campania e Basilicata”, e alle 17 “Viaggio nel mondo Riesling” tra Italia, Austria e Germania condotta da Eros Teboni. Il 10 ottobre si aprirà alle 12 con una masteclass dedicata allo Champagne, “Aube, Cote de Blanc e Vallèe della Marne a confronto”, guidata da Vania Valentini, proseguirà alle 14.30 con la degustazione di sette diverse etichette in “Declinazione del Sangiovese” condotta da Eros Teboni, e si concluderà con “Elizabeth Spencer: alla scoperta dei vini americani”, un viaggio negli Stati Uniti accompagnati da Charlie Arturaola. “Wine Cube è un’occasione imperdibile per conoscere centinaia di affascinanti etichette e i loro produttori, di farsi guidare dalla grande competenza dei nostri wine specialist, nonché di incontrare i grandi esperti nazionali e internazionali che si uniranno a noi per questa terza edizione” ha spiegato Alessandro Rossi, National category manager wine di Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale horeca del Gruppo Heineken Italia. Attiva da 34 anni, Partesa opera in 15 regioni con 40 depositi, impiega un migliaio di persone e conta oltre 37mila clienti, a cui offre più di settemila referenze nell’ambito della birra, del vino, degli spirits, delle bevande analcoliche e del food.

Inoltre, Partesa ha rinnovato per il quarto anno consecutivo la partnership con “Milano Wine Week” (MWW), in programma dal 7 al 15 ottobre nel capoluogo lombardo, manifestazione durante la quale proporrà interessanti momenti di approfondimento. Sabato 7 ottobre, a Palazzo Bovara, Eros Teboni guiderà due “verticali”: la prima racconterà la storia del Soave attraverso le annate 2007, 2013, 2017, 2022 di Monte Fiorentine e le annate 2005, 2012, 2015, 2018 di Amarone Punta 470 firmate da Ca’ Rugate, mentre la seconda proporrà la degustazione di sei annate di Orbel Riesling (2016, 2017, 2018, 2020, 2021 e 2022) di Lisa Bunn Winery, Cantina della Mosella (Germania). Sempre con la guida di Teboni, mercoledì 11 ottobre, la Signature Kitchen Suite ospiterà la masterclass “Le Denominazioni a bacca bianca che hanno fatto la storia”, e poi quella dedicata alle Denominazioni a bacca rossa. Infine, a salire sul palco della kermesse milanese per l’ultimo brindisi sarà proprio Alessandro Rossi che, venerdì 13 ottobre alla Signature Kitchen Suite, condurrà due masterclass dedicate alle eccellenze nostrane: alle 15 su “I Metodi Classici italiani” e alle 17 su “I grandi passiti italiani”.

7 e 8 ottobre Caseifici Aperti: alla scoperta del Parmigiano Dop

7 e 8 ottobre Caseifici Aperti: alla scoperta del Parmigiano DopRoma, 28 set. (askanews) – I caseifici del Parmigiano Reggiano riaprono le porte al pubblico: sabato 7 e domenica 8 ottobre torna Caseifici Aperti, l’iniziativa che permette al pubblico di partecipare e immergersi nella produzione del Parmigiano Reggiano Dop. L’iniziativa coinvolge 49 caseifici in tutte le province della zona di origine, ovvero Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna alla sinistra del fiume Reno e Mantova alla destra del Po.

Non si tratta infatti di semplici visite guidate ai caseifici, alle stalle e ai magazzini di stagionatura, ma di un tour nella zona d’origine del Parmigiano, ricca di storia, arte e cultura. Per partecipare basta consultare on line l’elenco dei caseifici aderenti, “Dopo il successo dell’edizione precedente, in cui oltre 13.000 visitatori hanno partecipato alla due giorni, siamo orgogliosi di lanciare l’edizione autunnale di Caseifici Aperti – spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – Quella degli appassionati che desiderano scoprire i luoghi di produzione della Dop è una domanda in costante aumento: basti pensare che nell’arco del 2022 sono stati ben 150.000 i turisti che hanno visitato i caseifici del Parmigiano Reggiano. Se consideriamo inoltre che nel 2021 un turista straniero su due ha visitato il nostro Paese in funzione dell’enogastronomia, è evidente quale peso abbiano le eccellenze dell’agroalimentare nella promozione dell’Italia nel mondo”.

Panariagroup: firmato accordo per acquisto asset Steuler Fliesen

Panariagroup: firmato accordo per acquisto asset Steuler FliesenBologna, 28 set. (askanews) – Panariagroup ha siglato l’accordo per l’acquisto degli asset più importanti del gruppo Steuler Fliesengruppe Gmbh. Con l’operazione, il gruppo modenese rileva lo stabilimento di Leisnig, tutti i brand di superfici ceramiche dello storico gruppo tedesco, inclusa la rete vendite e i relativi stock di prodotto finito. L’accordo comprende il trasferimento a Panariagroup dello staff amministrativo e del personale addetto ai vari servizi. Steuler Fliesengruppe ha sviluppato vendite nel 2022 per un valore di 136 milioni di euro in Germania, Austria, Olanda e Svizzera.

“L’acquisizione degli asset di Steuler Fliesengruppe, con cui abbiamo avuto il privilegio di collaborare per lungo tempo, è una scelta strategica che rafforza la nostra penetrazione sul mercato tedesco – ha commentato il presidente di Panariagroup, Emilio Mussini -. Perfettamente in linea con i nostri obiettivi di crescita e internazionalizzazione, questa operazione si basa su un solido piano economico e industriale finalizzato al potenziamento del nostro business che intendiamo attuare attraverso lo sviluppo dello stabilimento di Leisnig, la valorizzazione delle risorse acquisite e un coinvolgimento diretto dei fornitori e dei partner locali”. “Grazie ad una posizione vicina ai produttori di materie prime e una rete commerciale già attiva sul territorio – ha aggiunto Mussini – riteniamo di poter rendere il sito di Leisnig e gli altri asset acquisiti un hub strategico per lo sviluppo del nostro business in Europa. Con l’operazione odierna e la diversificazione dei canali distributivi del gruppo acquisito, nonchè le sinergie produttive delle altre nostre Business Unit europee, Panariagroup diviene uno dei primi player nel mercato di lingua tedesca”.

L’acquisizione si perfezionerà appena ottenuto l’assenso dell’autorità antitrust tedesca, atteso entro 4 settimane.

A Palermo si gira “Here now”, il nuovo film di Gabriele Muccino

A Palermo si gira “Here now”, il nuovo film di Gabriele MuccinoRoma, 28 set. (askanews) – Arrivano nuovi dettagli sul prossimo film di Gabriele Muccino. Sono in corso a Palermo le riprese di “Here now” che sarà prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema. Nel cast ci sono Elena Kampouris, Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli, Ruby Kammer. Il film è scritto da Gabriele Muccino e Paolo Costella

“Here now”, qui e ora, è la storia di Sophie, una bionda ventenne americana in viaggio in Italia con la sorella. Pronta per tornare in California, durante il suo ultimo giorno di vacanza in Sicilia, incontrerà un ragazzo, Giulio e la sua comitiva con cui trascorrerà la notte più imprevedibile, folle, sconvolgente, entusiasmante romantica e terrificante della sua vita; 24 ore dopo il suo arrivo a Palermo, nulla sarà mai più come prima. Il film uscirà nelle sale cinematografiche prossimamente distribuito da 01 Distribution.

Ispra, rifiuti nei fiumi italiani: primeggia la plastica (85%)

Ispra, rifiuti nei fiumi italiani: primeggia la plastica (85%)Roma, 28 set. (askanews) – I rifiuti non risparmiano i fiumi italiani in cui galleggiano soprattutto oggetti in plastica che costituiscono l’85% dei rifiuti rilevati, per il 35% si tratta di plastica monouso.

É quanto emerge dai risultati di un’attività di monitoraggio – durata 12 mesi e svolta da Ispra in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile e Nauta srl – dei macro rifiuti galleggianti di grandezza maggiore di 2,5 cm su 12 fiumi in Italia: Adige, Agri, Magra, Misa, Neto, Ombrone, Pescara, Po, Reno, Sarno, Simeto e Tevere. I risultati preliminari, presentati oggi presso l’Ispra, evidenziano che i fattori che più influenzano la presenza dei rifiuti dispersi negli ambienti fluviali derivano da insediamenti urbani. L’attività è inserita all’interno dell’Accordo Operativo tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Ispra nell’ambito dei monitoraggi per la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina, e ha l’obiettivo di aumentare le conoscenze sull’origine e le modalità di arrivo dei rifiuti in mare, arricchendo l’esperienza già maturata da Ispra in 8 anni di monitoraggio dei rifiuti fluviali alla foce del Tevere.

Per un anno, seguendo un protocollo di ricerca sistematico, sono stati raccolti dati relativi al trasporto di macro litter da parte dei fiumi da postazioni fisse su ponti, localizzati in prossimità della foce. Sono state inoltre studiate le dinamiche di spostamento degli oggetti nei fiumi prima del loro arrivo al mare, rilevando il percorso e la velocità media, grazie all’utilizzo di tracciatori GPS inseriti in contenitori che simulano il comportamento di plastiche galleggianti trasportate dall’acqua. La larga maggioranza (circa l’85%) degli oggetti avvistati sono costituiti da materiali di plastica, seguiti dagli oggetti di carta (circa 5%) e di metallo (3%). Inverno e primavera le stagioni con il maggior numero di oggetti avvistati. La maggior parte dei rifiuti deriva da attività legate alla produzione e consumo di alimenti, anche se per molti oggetti non è stato possibile identificarne l’uso originale a causa della dimensione estremamente ridotta dei frammenti rilevati.

I tracciatori rilasciati nei fiumi hanno invece evidenziato come lo spostamento sia quasi sempre intermittente, con un forte effetto di intrappolamento lungo il corso del fiume. I rifiuti vengono nuovamente mobilizzati da significative variazioni di portata, ma generalmente compiono percorsi brevi, fermandosi in numerose aree di accumulo differenti prima di giungere a mare. I monitoraggi proseguiranno, anche con il coinvolgimento del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente e permetteranno di avere i trend dei quantitativi di rifiuti dispersi nei fiumi, per modulare le misure per la loro riduzione.

Binance annuncia l’abbandono della Russia

Binance annuncia l’abbandono della RussiaRoma, 28 set. (askanews) – L’exchange di criptovalute Binance ha dichiarato di aver abbandonato la sua attività in Russia vendendola a CommEX, un exchange di criptovalute appena lanciato. Lo ha riferito la stessa Binance.

“Guardando al futuro, riconosciamo che operare in Russia non è compatibile con la strategia di conformità di Binance”, ha affermato Noah Perlman, Chief Compliance Officer di Binance. “Rimaniamo fiduciosi nella crescita a lungo termine del settore Web3 in tutto il mondo e concentreremo le nostre energie sugli oltre 100 paesi in cui operiamo”. Binance è nel mirino del Dipartimento alla Giustizia Usa per determinare se sia stato utilizzato illegalmente per consentire ai russi di aggirare le sanzioni e spostare denaro.

CommEX è stato lanciato giovedì, secondo il suo sito web, che afferma che la sua società madre CommEX Holding ha sede alle Seychelles. Sia Binance che CommEX utilizzano la legge di Hong Kong per regolamentare le loro piattaforme, secondo i rispettivi termini di servizio. A CommEX è vietato offrire servizi negli Stati Uniti, nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea e in altre nazioni e territori tra cui Singapore, Iran, Cuba, Siria, Corea del Nord e Crimea, secondo i suoi termini di servizio. Anche se i dettagli finanziari dell’accordo non saranno divulgati, “è importante notare che con questa vendita Binance uscirà completamente dalla Russia”, ha precisato Binance. “A differenza di accordi simili da parte di società internazionali in Russia, Binance – ha scritto ancora la compagnia – non avrà alcuna ripartizione dei ricavi derivanti dalla vendita, né manterrà alcuna opzione per riacquistare azioni dell’azienda”.

Copagri Lombardia: prezzo del latte, non abbassare la guardia

Copagri Lombardia: prezzo del latte, non abbassare la guardiaRoma, 28 set. (askanews) – “A fronte di un quadro generale che possiamo definire non negativo, caratterizzato da una sostanziale tenuta al rialzo del prezzo del latte, è importante non abbassare la guardia per scongiurare ingiustificati e deleteri cali, che farebbero ripiombare nell’incertezza migliaia di allevamenti lombardi”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Lombardia Roberto Cavaliere intervenendo ieri al Tavolo latte in Regione Lombardia presieduto dall’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi.

“Nonostante il lieve incremento del prezzo del latte, infatti, va registrato un analogo aumento dei costi di produzione e delle materie prime, a partire dall’energia, schizzati alle stelle già a seguito della fase pandemica e del drammatico conflitto in atto sul versante comunitario orientale”, ha proseguito Cavaliere, evidenziando che “sulla base di nostre elaborazioni, il costo di produzione del latte è aumentato di circa 10 centesimi al litro nel 2022 e di altri 2,5 centesimi al litro nel 2023, superando i 53 centesimi al litro circa”. Tra i costi a carico degli allevamenti, a farla da padrone restano i mangimi e gli alimenti, aumentati di 4 centesimi al litro nel 2022 e di quasi 1 centesimo al litro nel 2023, con incrementi significativi anche per le spese agricole, l’acquisto di carburanti e il prezzo dell’energia.

“Nell’esprimere cauta soddisfazione per l’attuale contingenza, nella quale le aziende riescono a coprire i costi di produzione, fatto questo senza precedenti negli ultimi quindici anni, ribadiamo la necessità – ha aggiunto il presidente – di continuare a lavorare per addivenire a una individuazione strutturale e una certificazione del costo di produzione del latte, in modo da orientare il settore e soprattutto le conseguenti dinamiche di prezzo e di intervento, a totale beneficio della trasparenza del filiera e del mercato”. “Tale intento, oltre che in sede regionale, andrà declinata anche a livello nazionale, tenendo sempre presente che dalla Lombardia, dove operano quasi seimila allevamenti, dipende circa la metà della produzione lattiero-casearia del Paese”, ha rimarcato Cavaliere.

Malattie neurologiche disimmuni: con marcatori passi avanti su diagnosi

Malattie neurologiche disimmuni: con marcatori passi avanti su diagnosiRoma, 28 set. (askanews) – Colpiscono il sistema nervoso centrale e periferico e possono provocare disabilità anche gravi. Non è semplice diagnosticarle e possono essere confuse con depressione, sofferenza psichica, sindrome da somatizzazione o ipocondria. Le malattie neurologiche disimmuni sono un gruppo di patologie rare che possono colpire sia il sistema nervoso centrale che il sistema nervoso periferico. Spesso queste malattie influiscono sulla capacità di camminare o di afferrare gli oggetti e provocano perdita di sensibilità, formicolio o dolore a mani e piedi, oppure dare crisi epilettiche e demenza. In merito alle terapie molto è stato fatto negli ultimi anni, ma sul fronte delle cure innovative sperimentali c’è ancora molto da fare. A parlarne è stato il professor Bruno Giometto, dell’Università degli Studi di Trento (UNITN) e direttore Neurologia presso l’ospedale Santa Chiara di Trento, intervenuto oggi al 62esimo Congresso Nazionale della SNO – Scienze Neurologiche Ospedaliere, in corso a Firenze. Titolo della sessione: ‘Le malattie disimmuni: le patologie emergenti’.

“Tra le malattie neurologiche disimmuni la più nota e diffusa è la sclerosi multipla, per cui non sono stati ancora identificati marcatori accurati e facilmente misurabili – ha detto Giometto – In generale, però, le malattie disimmuni (o autoimmuni) hanno anticorpi che si possono ricercare nel sangue e che permettono una diagnosi corretta della malattia. Negli ultimi 10 anni, in particolare, c’è stato un importante avanzamento: se un tempo le encefalopatie disimmuni venivano scambiate per encefaliti, oggi invece si è visto che molte di queste patologie sono autoimmuni e non infettive, grazie agli anticorpi che ci danno informazioni. Se le trattiamo in modo corretto, quindi, il paziente guarisce e questo è un aspetto non trascurabile”. Tali patologie, nonostante i progressi, restano non facili da diagnosticare e richiedono “molta esperienza da parte del clinico”; ma dalla loro parte hanno oggi a disposizione test di laboratorio innovativi, con “marcatori sierologici specifici, che rivestono un ruolo sempre più importante”. Quanto alle terapie, secondo Giometto, sono stati fatti grandi passi in avanti: “Esistono terapie cortisoniche di primo livello efficaci (come anche immunoglobuline o plasmaferesi) ma anche terapie di secondo livello. Queste ultime sono importanti quando abbiamo una diagnosi certa di malattia, perché si iniettano anticorpi monoclonali che bloccano i linfociti che producono gli anticorpi”.

Secondo analisi recenti, intanto, le terapie per le encefaliti disimmuni “funzionano” per quasi 9 pazienti su 10, ma è altrettanto importante sottolineare che i pazienti ad oggi ancora non rispondono alle nuove terapie sperimentali. “Ci stiamo ancora lavorando”, ha sottolineato a tal proposito l’esperto. Ma a che età possono manifestarsi le encefaliti disimmuni e quali sono i primi segnali? “Queste patologie colpiscono tutte le fasce d’età, a partire da quella pediatrica – ha chiarito Giometto – nei bambini e nei giovani riscontriamo prevalentemente quelle malattie che sembrano psichiatriche ma sono invece autoimmuni, mentre negli adulti e negli anziani quelle che si presentano con crisi epilettiche e demenza”. Ad intervenire, durante la sessione, anche la dottoressa Silvia Casagrande, dirigente medico presso l’Unità operativa di Neurologia dell’ospedale di Trento e Rovereto: “Alcune forme di malattie autoimmuni neurologiche possono inoltre essere spia di una forma tumorale spesso non ancora rilevata. Queste patologie, denominate sindromi neurologiche paraneoplastiche – ha spiegato -spesso hanno una peggior risposta alla terapia rispetto alle altre malattie autoimmuni e la loro gestione richiede un approccio multidisciplinare. Un loro corretto inquadramento può, tuttavia, condurre ad una diagnosi precoce di una malattia oncologica – ha concluso Casagrande – con conseguente miglioramento della prognosi del tumore”.