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Tag: Sanremo 2023

Mai così caldo a settembre: torna Caronte e ci riporta in estate

Mai così caldo a settembre: torna Caronte e ci riporta in estateMilano, 9 set. (askanews) – Arriva il Caronte di settembre, l’anticiclone africano fuori stagione. L’alta pressione di origine subtropicale si espanderà, come ha fatto Caronte a luglio, fino alla Scandinavia: sono previste anomalie termiche, cioè scarti di temperatura rispetto alle medie climatologiche del periodo, fino a +12°C nella Lapponia svedese, +10°C tra Finlandia, Repubbliche Baltiche, Germania, Francia ed Inghilterra. In Italia, specie al Nord, avremo 7-8 gradi oltre la media del periodo con il Caronte di settembre.

Mattia Gussoni, meteorologo del sito iLMeteo.it, ci tiene però subito a precisare che ovviamente non toccheremo i 40-45 gradi come con Caronte a luglio. Le ore di sole a luglio sono più di 15 mentre tra la prima e la seconda decade di settembre il sole sorge poco prima delle 7 e tramonta verso le 19.30, con circa 12 ore e 30 minuti di riscaldamento solare e 11 ore e 30 minuti di raffreddamento notturno. Tutto ciò è determinante nella previsione di temperature massime di 35-36 gradi contro i 42-44 gradi medi dei picchi di luglio, seppur in presenza di un anticiclone africano del tutto simile al Caronte pienamente estivo: ritroveremo la stessa potenza e più o meno la stessa estensione a livello europeo. Ma come detto ci stiamo avvicinando all’equinozio d’autunno e dal 23 settembre la notte vincerà sul giorno, le ore di buio saranno superiori alle ore di luce. Già adesso le temperature scendono di diversi gradi durante la notte, permettendo un riposo migliore rispetto alle afosissime notti tropicali di luglio e agosto.

Intanto, nelle prossime ore anche la minaccia sullo Ionio del Medicane (mediterranean hurricane o uragano mediterraneo) svanirà verso la Libia: il passaggio rasente le coste meridionali italiane ha portato piogge a tratti intense, un rinforzo dei venti e locali mareggiate, ma tutto sommato il pericolo sembra scampato. In queste ore il ciclone simil-tropicale sta assumendo ancora più forza, ma si dirige verso Sud-Est, effettuerà il landfall, cioè colpirà la terraferma, vicino a Bengasi in Libia, in Cirenaica. Con lo spostamento del ciclone simil-tropicale (Medicane quando i venti soffieranno oltre 118 km/h) avremo la rimonta dell’alta pressione anche al meridione. Nel weekend e per almeno una settimana tornerà dunque il sole ed il caldo su tutta l’Italia: unica insidia qualche refolo di aria fresca atlantica al Nord che potrebbe portare dei temporali su Alpi e Prealpi, specie tra il 12 ed il 13 settembre.

Torino Airport: successo iniziativa Aeroporto a porte aperte 2023

Torino Airport: successo iniziativa Aeroporto a porte aperte 2023Roma, 9 set. (askanews) – Sono andati esauriti in poche ore i posti disponibili per l’edizione autunnale dell’evento ‘Aeroporto a porte aperte 2023’, organizzato da Torino Airport con il supporto di ENAC. L’iniziativa si è aperta oggi, sabato 9 settembre, e continuerà ancora domani, domenica 10 settembre.

Le visite guidate alla scoperta del ‘dietro le quinte’ dell’Aeroporto di Torino rivolte ai bambini e ai ragazzi da 5 ai 18 anni e ai loro accompagnatori hanno riscosso un grande successo, registrando nel complesso richieste da parte di 700 visitatori. Il tour, della durata di circa due ore, permette di conoscere attraverso un percorso dedicato alcuni degli aspetti meno noti dell’aeroporto e le varie realtà che lo compongono: il programma prevede una presentazione dei mezzi dei Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, con una dimostrazione delle attività degli elicotteristi, delle unità cinofile e degli artificieri. Durante la visita, grazie alla presenza di personale dell’ENAC-Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, sarà possibile anche approfondire il ruolo che l’Ente svolge per la tutela dei diritti dei passeggeri, nonché le attività istituzionali di regolazione, vigilanza e controllo nel settore aeroportuale.

I partecipanti possono scoprire i segreti dell’attività del falconiere e dei rapaci presenti in Aeroporto: un incontro che avvicina gli ospiti ad una tecnica dal fascino antico, che contribuisce con efficacia alla sicurezza dei voli. La visita si conclude con la possibilità di osservare da vicino i mezzi aeroportuali utilizzati dal Servizio Agibilità dell’Aeroporto di Torino per mantenere sempre in piena operatività lo scalo. Nel corso dell’evento sono coinvolti anche i dipendenti di SAGAT, società di gestione dello scalo torinese, e di SAGAT Handling, società dedicata ai servizi di assistenza a terra di vettori e passeggeri, impegnati nel tour nella veste di accompagnatori dei gruppi.

Adoc-Eures: Per acquisto libri scolastici spesa famiglie a 1,45 mld

Adoc-Eures: Per acquisto libri scolastici spesa famiglie a 1,45 mldRoma, 9 set. (askanews) – A pochi giorni dall’inizio delle scuole, le famiglie italiane spenderanno 1,45 miliardi di euro per l’acquisto dei libri scolastici per i 4.313.300 studenti iscritti alle scuole secondarie superiori di primo e secondo grado. La spesa per i libri scolastici rappresenta un carico che grava in misura rilevante sulle famiglie italiane che, nel mese di settembre, arriva ad assorbire circa un terzo della retribuzione di un lavoratore medio. In particolare, per l’acquisto dei libri del primo anno, la spesa per un figlio è di 322 euro per le scuole medie e a 501 euro per le scuole superiori di secondo grado. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Adoc ed Eures in tre grandi aree metropolitane del Nord, del Centro e del Sud: Milano, Roma e Napoli.

Le stime non mostrano scarti significativi a livello territoriale: i libri di testo delle scuole superiori di primogrado sono mediamente di 330 euro a Napoli, di 321 a Milano e di 315 a Roma. Per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, la spesa media è di 511 euro a Milano, 498 euro a Napoli e 494 a Roma. Il costo dei libri di testo varia tra i diversi indirizzi delle scuole superiori: liceo classico, liceo scientifico e istituto tecnico. L’indirizzo di studi più costoso risulta il liceo scientifico, con una spesa media di 530 euro, seguito dagli istituti tecnici con 488 euro e dai licei classici dove si spende mediamente 485 euro.

Alle spese dei libri di testo, occorre sommare il costo dei dizionari di latino e greco, che si aggira complessivamente intorno ai 150 euro, quello del materiale scolastico, che varia significativamente in funzione dell’indirizzo di studie si attesta intorno ai 200 euro e altre spese, come l’acquisto di zaini, astucci, quaderni e cancelleria, con costi che mediamente si attestano intorno ai 120 euro, ma che raggiungono cifre ben più alte acquistando marchi più “alla moda”. Considerando una “famiglia media” con due figli (che frequentano i due differenti cicli scolastici di secondo grado), la spesa che dovrebbe sostenere per l’acquisto dei libri di testo e del materiale scolastico si attesterebbe acirca 800 euro, mentre sarebbe pari a 442 euro per un figlio che frequenti la prima media e a 621 euro per un figlio iscritto al primo anno di una scuola superiore di secondo grado: in quest’ultimo caso la spesa per i libri e per il materiale corredo scolastico di due figli a inizio ciclo andrebbe ad attestarsi a 1.060 euro, senza considerare i costi aggiuntivi.

Il costo per l’acquisto dei soli libri scende tuttavia nel corso degli anni successivi (anche per la presenza di volumi acquistati nel primo anno ma utilizzati per due o tre annualità), portando la spesa media annua per l’acquisto dei libri a 200 euro per le scuole superiori di primo grado ed a 340 euro per le scuole secondarie di secondo grado. Complessivamente, quindi, le famiglie devono sostenere in media una spesa pari a circa 2.300 euro per l’intero ciclo scolastico, spendendo 601 euro per i libri di testo nei 3 anni delle scuole medie e circa 1700 euro nei 5 anni delle scuole secondarie superiori.

Anche le scuole potrebbero contribuire al contenimento dei costi dei libri per le famiglie – ha affermato il Presidente di Eures, Fabio Piacenti – incentivando azioni di riuso, condivisione e passaggio dei testi tra le classi successive, adottando, laddove possibile, testi comuni per le diverse sezioni e creando al proprio interno biblioteche solidali che mettano a disposizione gratuitamente i libri ed il corredo scolastico per le famiglie in difficoltà. Qualsiasi arretramento nell’accesso alla cultura e nel diritto allo studio è un arretramento nella civiltà di un Paese: occorre quindi adottare tutte le misure necessarie a scongiurarlo. I costi per l’acquisto dei libri di testo sono troppo elevati – ha commentato la Presidente dell’Adoc Nazionale, Anna Rea. Le famiglie, già vessate dal caro prezzi e dagli aumenti dei carburanti e delle bollette di energia e gas, si trovano soprattutto quest’anno con una spesa difficile da coprire. Esistono misure e agevolazioni messe in campo da Stato, Regioni e Comuni per garantire la fruizione dei libri di testo per gli alunni meno abbienti – ha continuato Rea – tuttavia queste risorse interessano soltanto una parte delle famiglie con ISEE fino a 13/15 mila euro, coprono il 40/50% delle spese e, spesso, registrano gravi ritardi nella loro erogazione rispetto al calendario scolastico in corso, rischiando di aggravare le diseguaglianze sociali e generare ulteriori discriminazioni. Il diritto allo studio per tutti è un principio costituzionalmente garantito – ha detto la Presidente dell’Adoc – pertanto chiediamo di rendere detraibili nella misura del 19% anche le spese per l’acquisto dei libri scolastici, così come avviene per le spese sanitarie. Ciò comporterebbe per lo Stato un costo pari a 277 milioni di euro annui, la cui copertura non dovrebbe risultare particolarmente complessa. Vista l’emergenza per le famiglie, chiediamo inoltre agli enti locali e alle scuole di trovare tutte le soluzioni possibili per venire incontro alle necessità delle famiglie abbassando i costi, incentivando il digitale – come già sperimentato dagli insegnanti durante il covid – favorendol’usato e i gruppi di acquisto. Infine, facciamo un appello anche alle case editrici affinché siano meno rigide, evitando di ritoccare al rialzo, ogni anno, i listini.

Sisma in Marocco, Tajani: circa 200 italiani nella zona di Marrakech, per ora non risultano vittime tra di loro

Sisma in Marocco, Tajani: circa 200 italiani nella zona di Marrakech, per ora non risultano vittime tra di loroRoma, 9 set. (askanews) – “Al momento non abbiamo notizie di italiani feriti”, “né vittime”, “quindi le cose per i nostri connazionali potrebbero essere andate in modo migliore rispetto ai tanti marocchini purtroppo deceduti”. Lo ha detto oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a La7.

Il ministro ha spiegato che “circa 200 italiani erano al momento delle scosse in quella parte del Marocco” colpita dal sisma, l’area di Marrakech. “Ambasciata e consolati si sono subito mobilitati, dall’Unità di crisi sono stati inviati messaggi a tutti gli italiani” nel Paese. Gli aeroporti nel Paese sono stati chiusi e potrebbero esserci difficoltà per il rientro in Italia dei nostri connazionali. “Vediamo se ci sarà una chiusura temporanea”, ha commentato il ministro. “In questo momento era importante contattare tutti gli italiani, cosa che è stata fatta. Seguiamo minuto per minuto l’evolversi della situazione”, ha aggiunto Tajani, ribadendo che “l’Italia è pronta a fare tutto ciò che serve per aiutare questo paese amico, così importante per la stabilità dell’area”.

First Cisl: Credito al consumo, in sette anni crescita del 44%

First Cisl: Credito al consumo, in sette anni crescita del 44%Roma, 9 set. (askanews) – L’aumento dei tassi d’interesse non frena il ricorso degli italiani al credito al consumo. I finanziamenti concessi continuano infatti a crescere trimestre dopo trimestre. Nel 2016 il loro ammontare era di poco inferiore ai 107 miliardi di euro, nel 2023 siamo arrivati quasi a 154 miliardi: un aumento del 44% in soli sette anni. Sono solo alcuni dei dati dell’analisi sul credito al consumo condotta dalla Fondazione Fiba di First Cisl su dati di Bankitalia.

Dalle statistiche della Banca d’Italia emerge che il credito al consumo ha raggiunto a marzo di quest’anno 153,86 miliardi di euro, di cui 113 erogati da banche e 40,86 da società finanziarie (al 30 giugno 2016 gli importi erano rispettivamente di 78,36 e 28,46 miliardi, per un totale di 106,82 miliardi). Considerando le sole banche, nel 2002, anno da cui partono le serie storiche, l’ammontare era di 27,5 miliardi circa. La crescita del credito al consumo, inoltre, è decisamente più sostenuta rispetto a quella registrata dal totale dei prestiti alle famiglie: 44% contro 14% nel periodo considerato. Sempre la Banca d’Italia evidenzia come i prestiti per finalità di consumo rappresentino ormai “un quarto del totale dei finanziamenti alle famiglie e in rapporto al reddito disponibile hanno raggiunto il 12,8%, un valore superiore alla media dell’area euro (9,6%)”.

Non si tratta però di una crescita omogenea: Nord – Ovest e Nord – Est (+ 49,8% e + 55,4%) sopravanzano Centro, Sud e Isole (+ 42,9%, + 36,5% e + 33%). Tra le regioni spicca il Trentino Alto Adige (68,1%), con un tasso di crescita che è 2,7 volte superiore a quello della Sardegna (25%). I tassi applicati al credito al consumo sono rimasti sostanzialmente stabili da giugno 2016 a giugno 2022. Hanno cominciato a muoversi al rialzo con l’avvio della stretta varata dalla Bce, ma gli aumenti decisi da quest’ultima da luglio 2022 sono stati incorporati solo in misura parziale. La Bce ha infatti alzato i tassi da 0% al 3,5% del marzo 2023, mentre il Taeg sul credito al consumo è passato da 8,34% di metà 2022 al 10,12% del marzo 2023. Ciò si spiega probabilmente con un livello iniziale già molto alto dei tassi sul credito al consumo. Emerge inoltre una forte penalizzazione per gli importi più piccoli e quindi per le fasce più deboli della popolazione.

“La crescita molto significativa del credito al consumo è da valutare con molta attenzione. Il più alto rapporto col reddito disponibile rispetto alla media europea induce ad ipotizzare che molte famiglie finanzino in questo modo la spesa corrente per mantenere il proprio stile di vita o per far fronte a situazioni di difficoltà – sottolinea il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – Nonostante i tassi alti, infatti, la corsa a indebitarsi non rallenta: è probabile che la rapidità nella concessione dei finanziamenti finisca per prevalere su qualsiasi altra considerazione, anche sull’effettiva convenienza del finanziamento”. “Le nuove formule di credito al consumo, anche quelle caratterizzate da poche rate e zero interessi come il ‘buy now, pay later’, invogliano le persone a consumare, ma rischiano di determinare situazioni di sovraindebitamento – aggiunge Colombani – Per questi motivi è opportuno che si rafforzino i presìdi di trasparenza, dando maggiore pubblicità a dati ed informazioni e che si facciano investimenti in strutturati processi educativi per aumentare la consapevolezza individuale e collettiva”.

Riciclaggio, Cgia Mestre: Nel 2022 record storico di segnalazioni.

Riciclaggio, Cgia Mestre: Nel 2022 record storico di segnalazioni.Roma, 9 set. (askanews) – Nel 2022 il numero di operazioni sospette (SOS) pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia ha toccato il record storico di 155.426 segnalazioni (vedi Graf. 1). Una su quattro, inoltre, è stata considerata ad alto rischio, il 99,8 per cento del flusso totale è riconducibile all’ ipotesi di riciclaggio e nel 90 per cento circa dei casi le comunicazioni sono giunte dalle banche, dalle Poste e dagli intermediari finanziari (IMEL, SIM, assicurazioni, fiduciarie, etc.). A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che lancia l’allarme: il pericolo che la criminalità economica stia incuneandosi nel nostro mondo produttivo è sempre più elevato. Non solo. Se la combinazione tra l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti bancari alle Pmi verificatosi in questo ultimo anno dovesse continuare, non è da escludere che il numero delle imprese a rischio infiltrazione mafiosa sia destinato a crescere ulteriormente.

Va altresì segnalato che tra le principali forme tecniche delle operazioni segnalate alla UIF spiccano le transazioni con bonifici nazionali (31,3 per cento del totale), con carte di pagamento e moneta elettronica (28,5 per cento) e con i money transfer (21,3 per cento). Le operazioni segnalate a seguito di una transazione sospetta eseguita con denaro contante sono state solo il 5 per cento del totale. Oltre a banche e Poste e intermediari finanziari, per legge anche i liberi professionisti (notai, commercialisti, avvocati, revisori dei conti, etc.), gli operatori non finanziari, i prestatori di servizi di gioco (case da gioco, operatori gioco on line e su sede fissa, etc.) e la Pubblica Amministrazione hanno l’obbligo di segnalare alla UIF ipotesi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo sospetti. Una volta valutati gli alert acquisiti, gli stessi vengono trasmessi al Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) per i successivi accertamenti investigativi. Queste segnalazioni sono inoltre inviate anche all’Autorità Giudiziaria (AG), nel caso emergano notizie di reato ovvero su richiesta della stessa AG.

Secondo una stima prudenziale redatta della Banca d’Italia, il giro d’affari della criminalità organizzata in Italia ammonterebbe a circa 40 miliardi di euro l’anno (praticamente 2 punti di Pil). Va tenuto conto, in base alle definizioni stabilite a livello internazionale, che questo importo non include i proventi economici ascrivibili ai reati violenti – come furti, rapine, usura, ed estorsioni – ma solo quelli originati dalle transazioni illecite caratterizzate dall’accordo tra un venditore e un acquirente. Come, ad esempio, il contrabbando, il traffico di armi, le scommesse clandestine, lo smaltimento illegale dei rifiuti, il gioco d’azzardo, la ricettazione, la prostituzione e la vendita di sostanze stupefacenti. Negli ultimi 10 anni, le segnalazioni alla UIF sono aumentate di oltre il 130 per cento. Se nel 2012 erano poco più di 67 mila, nel 2022, come abbiamo riportato più sopra, hanno raggiunto la quota record di 155.426. Insomma, questa esplosione delle comunicazioni ci indicano che i gruppi criminali sentono sempre più la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E a seguito della crisi pandemica, le mafie hanno modificato il modo di approcciarsi al mondo delle imprese. Sono meno propense a usare metodi violenti, come le intimidazioni o le estorsioni, per contro privilegiano un approccio più “commerciale”, attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle aziende, sfruttandone la vulnerabilità economico finanziaria di queste ultime. In altre parole, le mafie si offrono sempre più spesso come vere e proprie agenzie di servizi alle imprese (forniture materiali, consulenze amministrative/fiscali, manodopera, etc.); così facendo cominciano a infiltrarsi nell’economia legale e non da ultimo hanno la possibilità di reinvestire i proventi delle ricchezze illecitamente accumulate.

A livello regionale il Lazio (336,9 segnalazioni ogni 100mia abitanti), la Campania (325,5) e la Lombardia (278,1) sono le realtà che nel 2022 hanno fatto pervenire il più alto numero di segnalazioni. Su base provinciale, invece, le situazioni più a rischio si sono verificate a Milano (472,9 segnalazioni ogni 100mila abitanti), Roma (404,8), Prato (388,2), Napoli (386,9), Crotone (371,7), Siena (366), Imperia (335,5), Trieste (328,6), Caserta (303,4) e Bolzano (298,7). In linea di massima possiamo affermare che le realtà più a rischio a livello nazionale sono le grandi aree metropolitane (Milano, Roma, Napoli e Firenze) a cui si affiancano le province di confine (Imperia, Trieste, Bolzano, Aosta) e i territori con livelli di criminalità organizzata molto preoccupanti (Crotone, Caserta e Reggio Calabria). A queste tendenze spiccano poi le specificità di Prato (forte presenza della comunità cinese), Rimini (cuore del turismo balneare) e Venezia (città portuale, alta vocazione turistica e in cui è presente il Casinò municipale). Al 25 giugno scorso, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), segnalava che, in Italia, come previsto dall’Art. 48 comma 8 del Codice antimafia, le aziende confiscate definitivamente alle associazioni criminali hanno sfiorato le 3 mila unità. Oltre due su tre avevano la sede legale nel Mezzogiorno. Le regioni più colpite da questo provvedimento sono state la Sicilia (888 casi), la Campania (521), il Lazio (439), la Calabria (359) e la Lombardia (248) (vedi Graf. 2). Il 40,4 per cento delle aziende confiscate era attivo, il 26,3 per cento cessato, il 23,2 per cento con procedure concorsuali in corso e il 9,9 per cento era inattivo. I settori più interessati hanno riguardato le costruzioni (22,6 per cento del totale), il commercio (20,7 per cento), gli alloggi e ristorazione (9,7 per cento) e le attività immobiliari (7,9 per cento).

Covid, Inmi Spallanzani: importante vaccinare fragili e anziani

Covid, Inmi Spallanzani: importante vaccinare fragili e anzianiMilano, 9 set. (askanews) – “Abbiamo nuove varianti di Covid che stiamo monitorando ma nessuna sembra più preoccupante del solito. Il virus ha preso la direzione dell’adattamento verso il suo ospite, cioè noi. E questo, anche grazie alla copertura vaccinale e all’immunità ibrida, non può che tradursi in una malattia più blanda nelle persone giovani e sane. Vaccinare anziani e fragili, invece, continua a essere importante mentre vediamo un po’ di rilassamento su questo fronte”. Così sui social dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” Fabrizio Maggi, direttore dell’UOC Virologia e laboratori di Biosicurezza.

Covid, Rezza: possibile aumento casi, proteggere fragili e anziani

Covid, Rezza: possibile aumento casi, proteggere fragili e anzianiMilano, 9 set. (askanews) – “Il fatto che sia stata dichiarata la fine della pandemia non vuol dire che il Covid non c’è più. Lo stato attuale si definisce di transizione o vera e propria endemia, ma questo non significa che non ci si possa trovare di fronte a un aumento dei casi. È difficile fare previsioni ma un crescita del contagio anche se con impatto clinico limitato a questo punto è possibile e dobbiamo lavorare per proteggere le persone fragili anche nelle strutture sanitarie”. Lo afferma Giovanni Rezza, l’infettivologo che fino a pochissimo tempo fa guidava la Prevenzione del ministero della Salute, in un’intervista a Repubblica.

Il problema, secondo Rezza, è che gli italiani hanno rimosso il Covid “e non solo loro. C’è una tendenza generale a farlo. Mi turba il fatto che certe cose non si siano imparate in tutti questi anni. Ad esempio, proteggere fragili e anziani è un dovere morale. In fondo c’è un diritto di queste persone a non ammalarsi. Abbandonare del tutto qualsiasi misura volontaria di prevenzione non è una cosa giusta. Non è una questione di allarmismo, perché la situazione è normalizzata e non siamo di fronte a sottovarianti pericolose, ma l’infezione a qualcuno può far male o comunque non essere una passeggiata”. Quanto alla necessità di nuove misure di prevenzione, “non c’è bisogno di metterne di obbligatorie ma in certi casi proteggersi è importante. Il vaccino aggiornato sarà disponibile a breve ed è protettivo anche contro le nuove sottovarianti. Serve ad anziani e fragili”, aggiunge Rezza che sulle mascherine chiarisce: “Chi le mette non deve essere stigmatizzato”. E rivela: “In aereo o su un altro mezzo di trasporto affollato, ad esempio, la metto. Se gli altri non vogliono farlo sono affari loro, ma io se posso proteggermi mi proteggo. Spero che seguano la stessa strada anche anziani e fragili”.

Torna ad Amantea il festical Guarimba, e la città diventa un set

Torna ad Amantea il festical Guarimba, e la città diventa un setRoma, 9 set. (askanews) – Torna ad Amantea il Kino Guarimba, il programma di formazione cinematografica internazionale che raggiunge quest’anno l’ottava edizione e si realizza in collaborazione con la Commissione Europea – Rappresentanza in Italia.

Dal 10 al 21 settembre, 50 artisti, tra attori, registi, tecnici e professionisti del mondo del cinema provenienti da 23 paesi diversi, si riuniscono in Calabria per partecipare ad un laboratorio cinematografico con l’obiettivo di realizzare cortometraggi in collaborazione con la comunità di Amantea, un paesino senza cinema sul tirreno cosentino. I paesi rappresentati sono: Belgio, Canada, Cina, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Irlanda, Israele, Italia, Lituania, Lussemburgo, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Scozia, Spagna, Svezia, Stati Uniti, Ucraina, Ungheria.

Per il secondo anno consecutivo sarà garantita la partecipazione con una borsa di studio a cinque partecipanti ucraini, grazie al sostegno della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia. Durante 12 giorni, il progetto creerà una comunità multiculturale, composta dai partecipanti, la squadra e le persone che vivono ad Amantea, esplorando la cultura del posto e promuovendone le tradizioni e le bellezze.

Nella prima parte del programma, gli artisti verranno accolti ad Amantea e avranno occasioni di conoscersi e presentarsi con attività ed esercizi, di partecipare a laboratori formativi e di esplorare Amantea e la cultura calabrese. Verranno offerti pranzi e cene con prodotti tipici e visite guidate per il centro storico di Amantea, per rafforzare il legame del progetto con il territorio. La parte di formazione prevede una serie di masterclass su produzione, camera, luci, suono, montaggio e distribuzione da parte dei tutor della residenza, professionisti provenienti da Spagna, Venezuela e Calabria.

La comunità amanteana è direttamente coinvolta nel progetto: il 12 settembre, al Lido Azzurro di Amantea, si terrà un casting popolare aperto a tutti coloro che vogliono mettersi in gioco e recitare nei cortometraggi che saranno prodotti. Nella seconda parte, i partecipanti daranno forma alle loro idee, scrivendo, producendo, girando e montando le loro opere, che verranno poi proiettate durante la serata conclusiva, in un momento di condivisione aperto a tutta la comunità. “Il KinoGuarimba allunga il nostro programma estivo fino il 21 settembre, portando turismo ed economia in un periodo che molti considerano morto. Ma non solo: per 12 giorni, questi artisti realizzeranno film insieme alla popolazione locale”, commenta Giulio Vita, direttore artistico dell’iniziativa. “Si tratta di un potente strumento di promozione territoriale e creazione di capitale sociale.”

Meloni al G20: Italia vuol essere ponte tra Europa e Africa

Meloni al G20: Italia vuol essere ponte tra Europa e AfricaNuova Delhi, 9 set. (askanews) – “L’Italia aspira a diventare un ponte tra Europa e Africa per promuovere partenariati reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle Nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo nella prima sessione del G20 a Nuova Delhi.

“L’Africa – ha sottolineato la premier – è un continente estremamente ricco di risorse. Ciononostante risulta un continente povero, anche perché, nel corso della storia, gli interventi delle nazioni straniere nel continente non sono sempre rispettosi dei bisogni delle realtà locali. Vogliamo cambiare approccio. Il Governo italiano sta lavorando per dare vita ad un ampio Piano di cooperazione e sviluppo che porta il nome di un grande italiano, Enrico Mattei, fondatore di ENI. La sua ‘formula’ ebbe successo perché seppe coniugare l’esigenza di una nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Oggi la storia ci pone davanti le stesse esigenze”.