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Tag: Sanremo 2023

Musicista ucciso a Napoli, Manfredi: dobbiamo fare tutti di più

Musicista ucciso a Napoli, Manfredi: dobbiamo fare tutti di piùNapoli, 6 set. (askanews) – “Noi dobbiamo tutti fare di più, chiunque rappresenti un’istituzione politica, amministrativa, spirituale deve dare sempre qualcosa in più. Dall’impegno quotidiano poi si misura l’efficacia dell’azione delle persone. Dall’omelia prendo la spinta a fare sempre di più e a fare sempre meglio”. Queste le parole del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, commentando le parole dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia a conclusione dei funerali di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso lo scorso 31 agosto per futili motivi da un ragazzo di 17 anni.

“C’è stata una grande partecipazione popolare, tantissimi giovani, una grande emozione. Sicuramente – ha sottolineato il primo cittadino – è un dolore enorme perché è una morte assurda, una morte senza motivo e questo chiaramente colpisce tutti nel profondo del proprio cuore, ma deve essere anche un’occasione per avere una partecipazione civica sempre più presente in città”. Per Manfredi “Napoli, se vuole liberarsi di questi suoi fantasmi, lo deve fare con un grande impegno delle istituzioni, ma anche dei cittadini. Se riusciamo a reagire, se diamo una prospettiva positiva alla nostra città, significa che questi morti non sono stati inutili”.

Ritrovati in Israele reperti di periodo romano

Ritrovati in Israele reperti di periodo romanoRoma, 6 set. (askanews) – Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Gerusalemme, è stata presentata ufficialmente la straordinaria scoperta di quattro spade romane e della una testa di un giavellotto, rinvenuti in perfetto stato di conservazione a Seliq, all’interno di una grotta nella riserva naturale di Ein Gedi, e risalenti a circa 1.900 anni fa. Il ritrovamento è ancora più sorprendente poiché fortuito e frutto di un giro di routine effettuato da un gruppo di ricercatori che si erano recati sul luogo per alcune rilevazioni.

Il contesto del ritrovamento sembra suggerire che si tratti di un bottino di guerra sottratto all’esercito romano da parte di un gruppo di ribelli ebrei che erano soliti utilizzare le grotte della zona per nascondersi. Nella stessa grotta, circa 50 anni fa, furono scoperti i resti di un’iscrizione ebraica su una stalattite, realizzata con dell’inchiostro utilizzando l’antica forma di scrittura del periodo del Primo Tempio. È situata a nord di Ein Gedi, all’interno della riserva, in un’area rocciosa isolata e di difficile accesso e l’eccezionale scoperta delle spade ha dell’incredibile anche perché è legata proprio al ritrovamento di queste iscrizione: il dottor Assaf Gayer del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Ariel, il geologo Boaz Langford dell’Istituto di Scienze della Terra e del Centro per la ricerca sulle caverne dell’Università Ebraica di Gerusalemme e Shai Halevi, un fotografo della IAA, il dipartimento delle antichità, si erano infatti recati nella grotta con l’obiettivo di fotografarla, impiegando la fotografia multispettrale per decifrare alcune parti non visibili a occhio nudo.

Nel corso di questa operazione, mentre si trovava nella parte superiore della grotta, il dottor Geyer ha rinvenuto in un’area stretta e profonda la testa del giavellotto in uno stato di conservazione straordinario e in una fessura poco lontana ha trovato anche alcuni pezzi di legno lavorato che si sono rivelati parte dei foderi delle spade. In seguito al ritrovamento, i ricercatori hanno comunicato la scoperta al gruppo di ricerca della IAA preposto su questo specifico soggetto che si è recato nella grotta insieme al dottor Geyer e a Langford per un’attenta analisi di tutti gli anfratti.

Nel corso di questa seconda esplorazione, in una fessura stretta e profonda situata tra due stalattiti, i ricercatori hanno scoperto ben quattro spade di periodo romano, occultate anticamente e ottimamente conservate: tre di esse sono state ritrovate addirittura all’interno dei rispettivi foderi, realizzati in legno e cuoio e con alcune parti in metallo. Alla base dell’incredibile stato di conservazione, le condizioni di temperatura e di ridotta umidità garantite dalla grotta che hanno bloccato il deterioramento delle parti non in metallo, permettendo di trovare molto ben conservate anche le parti lignee delle impugnature delle spade.

La lunghezza della lama di tre spade è di circa 60-65 cm, dato che permette di classificarle come “Spatha Romana”. La quarta lama misura, invece, 45 centimetri, lunghezza che la rende ascrivibile alla tipologia delle spade con pomello ad anello. Complessivamente, l’analisi accurata dei reperti dopo il loro assemblaggio ha permesso di comprendere che le armi ritrovate sono spade standard utilizzate dai soldati dell’esercito di stanza nella Terra d’Israele durante il periodo romano. “L’occultamento delle spade e della testa del giavellotto all’interno di profonde fessure di una grotta isolata a nord di Ein Gedi suggerisce che le armi furono sottratte come bottino ai soldati romani o portate via dal campo di battaglia e che furono deliberatamente nascoste dai ribelli ebrei per poter essere riutilizzate. È probabile che i ribelli non volessero essere sorpresi con le armi addosso nell’evenienza di uno scontro con le autorità romane. Siamo solo all’inizio del percorso di ricerca relativo a questa grotta e al set di armi rinvenute al suo interno, e il nostro obiettivo è cercare di scoprire a chi appartenessero le spade, dove vennero realizzate, quando e da chi. Cercheremo di capire quale sia l’evento storico che portò alla rimozione delle armi dalla grotta, e se possa essere connesso alla ribellione di Bar Kochba, avvenuta tra il 132-135 d.C. Questa scoperta che tocca un momento storico è agghiacciante ed emozionante. Non tutti sanno che a causa delle condizioni climatiche secche, nel deserto si conservano reperti che non sono sopravvissuti in altre parti del Paese. Si tratta di una capsula del tempo davvero unica”, ha commentato il dottor Eitan Klein, direttore del Judean Desert Survey Project.

Lavoro, Schlein: destra frena su salario minimo, per Pd priorità

Lavoro, Schlein: destra frena su salario minimo, per Pd prioritàRavenna, 6 set. (askanews) – “In Italia ancora non c’è il salario minimo e la destra sta frenando. Il Pd, insieme alle altre forze dell’opposizione, è impegnato su questa battaglia”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante il confronto ‘Il lavoro prima di tutto’ alla Festa nazionale dell’Unità a Ravenna.

“Stiamo per discutere di una manovra importante – ha detto Schlein -. Per il Pd la priorità è sicuramente quella di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, motivo per cui stiamo facendo anche una battaglia per aumentare i salari, per stabilire un salario minimo nel Paese. Siamo qui alla Festa di Ravenna dove ospitiamo la ministra Diaz”, secondo vicepresidente del governo spagnolo, “che ha dimostrato come si può mettere al tavolo le imprese, i sindacati e negoziare una riforma che riduca i contratti a termine e contrasti la precarietà. La Spagna è un Paese dove hanno aumentato nel corso del governo Sanchez il salario minimo, lo hanno rafforzato fino a 1.080 euro”. In Italia invece “ancora non c’è – ha aggiunto la segretaria dem – e la destra sta frenando. Il Pd, insieme alle altre forze dell’opposizione, è impegnato su questa battaglia a raccogliere firme in tutto il Paese per dire che sotto i 9 euro all’ora non è lavoro ma è sfruttamento, per dire che dobbiamo sostenere con forza la contrattazione collettiva e farne valere gli effetti verso tutte le lavoratrici e i lavoratori”.

Galella: “Inviniveritas” progetto per futuro del vino in Basilicata

Galella: “Inviniveritas” progetto per futuro del vino in BasilicataMilano, 6 set. (askanews) – “Un progetto all’avanguardia, una pietra miliare su cui costruire il futuro della vitivinicoltura in Basilicata. Per ora la ricerca ha interessato l’Aglianico del Vulture e il Primitivo, i vitigni più importanti per la Basilicata e il Sud Italia, per essere in futuro estesa all’intero comparto lucano”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche agricole della Regione Basilicata, Alessandro Galella, nel corso della presentazione dei risultati del progetto “Inviniveritas, innovare la vitivinicoltura lucana: verso la rigenerazione varietale, la selezione dei vitigni locali e le proprietà ossidanti dei vini”.

Il progetto nasce dalla collaborazione del Consorzio di Tutela Aglianico del Vulture, Consorzio Qui Vulture e Consorzio Matera Dop, in partenariato con l’Università della Basilicata, l’Alsia-Agrobios e il Cnr, e punta alla selezione di cloni tolleranti-resistenti alle principali fitopatie della vite attraverso l’impiego di strategie innovative di miglioramento genetico, con la classificazione di sette nuove varietà autoctone ed altrettante varietà resistenti a Oidio e Peronospora. Per quanto riguarda la vinificazione, nel progetto sono incluse attività indirizzate alla selezione di ceppi di lieviti in grado di migliorare il carattere ed il valore del vino ottenuto”. “La crisi del comparto generata dalla Perenospera con i danni incalcolabili procurati ai nostri vigneti ci impone di impiegare strategie innovative di difesa dall’agente patogeno riducendo i trattamenti fitosanitari come ci richiede la stessa Unione europea” ha spiegato Galella, sottolineando che “gli esiti raggiunti ci permettono di difendere i vitigni ed esaltare nello stesso tempo la biodiversità e le caratteristiche uniche dei nostri vini. E’ certamente un progetto da continuare – ha concluso l’assessore – che ha fatto registrare risultati importanti in soli tre anni e che cercheremo di rifinanziare con la nuova programmazione per ampliare la rete sul territorio dei gruppi operativi e coinvolgere nel trasferimento delle conoscenze sempre più aziende per far si che le innovazioni siano sempre più alla portata di tutti”.

La Regione Basilicata ha precisato che “Inviniveritas” è uno dei 24 finanziati dalla Misura 16 del Psr 2014-2020, che sostiene le buone pratiche nel campo dell’innovazione e della cooperazione in agricoltura.

Mps: in Borsa -5,6%, Unipol stringe su Sondrio e allontana ipotesi Bper

Mps: in Borsa -5,6%, Unipol stringe su Sondrio e allontana ipotesi BperMilano, 6 set. (askanews) – Mps scivola a Piazza Affari dopo la mossa del gruppo Unipol che stringe sulla Popolare di Sondrio. Mossa che potrebbe portare a un asse con Bper, allontanando così la possibilità di un un’operazione di M&A con il Monte. Il titolo dell’istituto senese ha perso il 5,64% scendendo a 2,325 euro.

Ma le vendite non hanno risparmiato gli altri istituti bancari, su cui pesano i timori di una recessione globale: Unicredit ha ceduto il 4,99%, Bper il 3,6%. Si è salvata solo la popolare valtellinese (+1,5%) dopo essere balzata anche del 10% in apertura sulla notizia che Unipol, già primo azionista con il 9,5%, ha chiesto alla Bce l’autorizzazione a salire fino al 19,99%. L’eventuale incremento della partecipazione – sottolinea Unipol – “consentirebbe al gruppo di consolidare la partnership industriale e societaria con la Popolare di Sondrio nel comparto della bancassicurazione Vita e Danni, recentemente rinnovata per un periodo di cinque anni, rafforzandone l’impostazione in chiave strategica, aumentare la stabilità dell’assetto azionario della Popolare di Sondrio per il positivo perseguimento dei propri obbiettivi di piano industriale e stimolare l’evoluzione della Banca secondo le migliori practice di mercato”.

L’incremento della quota darebbe maggior forza all’ipotesi di un’aggregazione della Sondrio con Bper, di cui il gruppo Unipol già detiene il 19,9%, per dar vita a un polo forte in grado di insidiare Banco Bpm come terzo polo bancario nazionale. In tal senso, la mossa di Unipol potrebbe far uscire definitivamente Bper dalla rosa dei pretendenti del Monte. Tra l’altro, a giugno, sia Carlo Cimbri sia Piero Luigi Montani avevano già smentito un interesse di Bper per la banca senese. Interesse smentito solo pochi giorni fa anche dal Banco Bpm, che ha ribadito la sua strategia stand alone, presupposto del piano industriale di fine anno.

Calcio, è morto Alberto Ginulfi, parò un rigore a Pelé

Calcio, è morto Alberto Ginulfi, parò un rigore a PeléRoma, 6 set. (askanews) – E’ morto all’età di 81 anni, Alberto Ginulfi. Nato a Roma nel 1941, a San Lorenzo, cresciuto con la Roma nel cuore ha vinto con le giovanili giallorosse il campionato Juniores nella stagione 1959/60 e in seguito la Coppa Italia Primavera. Poi l’esordio in prima squadra nel 1962, ma trova più spazio sotto la guida di Helenio Herrera. Con i colori giallorossi vince 2 coppe italia (1963/64 e 1968/69) e una coppa Anglo-Italiana nel 1972.

Il suo momento di gloria lo visse il 3 marzo 1972 quando, durante un’amichevole della Roma con il Santos allo stadio Olimpico, riuscì a parare un rigore a una leggenda come Pelè, unico portiere italiano a potersi vantare di questa impresa. L’attaccante brasiliano fu il primo a congratularsi con lui: “Mi lasciò la maglia e a fine partita mi invitò all’ambasciata brasiliana di piazza Navona, per il giorno dopo”, aveva rievocato Ginulfi. La maglia di Pelè la custodiva gelosamente: “Maniche lunghe, scudetto ricamato e numeri attaccati con il filo. La tengo nascosta, insieme a quella di Maradona. Me l’hanno chiesta in tanti, ma è incedibile”.

Ginulfi ha giocato anche nel Verona e nella Fiorentina.

Eredi di Lucio Battisti vincono causa in appello contro la Sony

Eredi di Lucio Battisti vincono causa in appello contro la SonyMilano, 6 set. (askanews) – Gli eredi di Lucio Battisti hanno vinto la causa in appello contro la Sony Music.

La Corte d’appello di Milano ha confermato infatti la sentenza di primo grado, che aveva già respinto la richiesta di risarcimento di Sony Music per 8,5 milioni di euro, condannandola al pagamento delle spese processuali. “L’accusa mossa dalla Sony Music contro gli eredi di Lucio Battisti (Grazia Letizia Veronese e Luca Battisti) è la stessa che Mogol aveva mosso contro di loro anni prima: aver opposto un diritto di veto a qualsiasi forma di sfruttamento economico delle opere musicali di Lucio Battisti”, si legge in una nota degli eredi del cantautore. “In particolare sono stati accusati dalla Sony Music di aver revocato il mandato alla SIAE per l’utilizzazione on line delle opere musicali di Lucio Battisti (in tal modo impedendo alla Sony Music di commercializzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti sulle principali piattaforme digitali, Spotify su tutte) e di aver ostacolato l’utilizzazione delle opere musicali di Lucio Battisti per sincronizzazioni (in tal modo, impedendo alla Sony Music di utilizzare le registrazioni fonografiche delle canzoni interpretate da Lucio Battisti in spot commerciali di noti marchi, Fiat e Barilla su tutti)”.

Secondo l’avvocato Simone Veneziano, legale degli eredi di Lucio Battisti “in caso di accoglimento della tesi di Sony Music, avremmo assistito all’affermazione del principio eversivo secondo il quale l’utilizzazione economica di un’opera musicale, anziché dall’autore (o dall’editore musicale), sarebbe governata dal produttore fonografico”, “insomma, a ‘comandare’ sulle opere musicali non sarebbero più gli autori (o gli editori musicali), ma le case discografiche. Chiunque invece sa perfettamente che chi voglia utilizzare, ad esempio in uno spot pubblicitario, una qualsiasi canzone deve farne richiesta, separatamente, sia al titolare della registrazione fonografica, sia all’autore (o all’editore musicale); e sa, ancor meglio, che ciascuno di tali soggetti è assolutamente libero di decidere se, a chi e per quale corrispettivo concedere la licenza”. “La Sony Music ha preannunciato che proporrà ricorso in Cassazione. Gli eredi di Lucio Battisti fanno sapere che attenderanno con serenità anche questa decisione”, si conclude nella la nota.

”I giorni dell’abbandono” di Ferrante sarà un film con Penelope Cruz

”I giorni dell’abbandono” di Ferrante sarà un film con Penelope CruzRoma, 6 set. (askanews) – Raffaella e Andrea Leone, insieme al premio Oscar Penélope Cruz, stanno sviluppando l’adattamento cinematografico in lingua inglese del romanzo best-seller di Elena Ferrante “I giorni dell’abbandono”.

Il film sarà prodotto dalla Lotus Production, una società Leone Film Group, da Penélope Cruz con la sua casa di produzione Moonlyon, e da Edu Cruz e Marco Perego con la Nimoa Entertainment. Penélope Cruz sarà la protagonista e il film sarà diretto da Isabel Coixet, una delle più acclamate registe spagnole (The Bookshop, Elegy, My Life Without Me). È stata premiata con dieci Goya, più di qualsiasi altra regista donna nella storia della Spagna. La sceneggiatura è affidata a Laurence Coriat, sceneggiatrice francese, nota soprattutto per il suo lavoro con Michael Winterbottom.

L’accordo per la realizzazione del film, che è ora in fase di sviluppo, è stato firmato prima dello sciopero della Sag-Aftra.

Calcio, Jenni Hermoso denuncia Luis Rubiales per il bacio

Calcio, Jenni Hermoso denuncia Luis Rubiales per il bacioRoma, 6 set. (askanews) – Jenni Hermoso ha denunciato l’ex presidente della federcalcio spagnola, Luis Rubiales, per il bacio durante la cerimonia di premiazione del mondiale di calcio femminile. La calciatrice, secondo eldiario.es, che cita fonti giudiziarie, si sarebbe recata nella giornata di martedì a testimoniare nella sede della Procura generale dello Stato, a Madrid, davanti al procuratore aggiunto del tribunale nazionale Marta Durantez. La stessa procura aveva aperto un’indagine a carico di Rubiales il 28 agosto, dopo il bacio non consensuale sulla bocca da parte del presidente della Federazione calcistica spagnola, attualmente sospeso dalla Fifa. Jenni Hermoso poteva denunciare il reato di violenza sessuale entro 15 giorni. Adesso, con la formalizzazione della denuncia -requisito necessario per agire contro Rubiales, essendo i fatti avvenuti all’estero- la Procura può portare avanti il procedimento. La federcalcio spagnola ha anche annunciato ufficializzato l’esonero del ct della nazionale femminile Jorge Vilda, nonostante il titolo mondiale vinto e un altro anno di contratto. Vilda, in carica dal 2015, aveva espresso sostegno a Rubiales ed era in contrasto con gran parte delle giocatrici della nazionale spagnola. A succedere a Vilda, come ufficializzato dalla Federcalcio spagnola, sarà Montse Tomé: è la prima donna a ricoprire un incarico fino a oggi sempre affidato a uomini.

Astronomi rilevano campo magnetico galassia più lontana di sempre

Astronomi rilevano campo magnetico galassia più lontana di sempreRoma, 6 set. (askanews) – Utilizzando ALMA (l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), alcuni astronomi hanno rilevato il campo magnetico di una galassia così lontana che la sua luce ha impiegato più di 11 miliardi di anni per raggiungerci: la vediamo com’era quando l’Universo aveva appena 2,5 anni miliardi di anni. Il risultato fornisce agli astronomi indizi vitali su come si sono formati i campi magnetici delle galassie come la Via Lattea.

I campi magnetici sono comuni a molti corpi astronomici nell’Universo, siano essi pianeti, stelle o galassie. “Molti potrebbero non sapere che la nostra intera galassia e altre galassie sono permeate da campi magnetici, che si estendono per decine di migliaia di anni luce”, afferma James Geach, professore di astrofisica presso l’Università dell’Hertfordshire, nel Regno Unito, e autore principale dello studio pubblicato oggi da Nature. “In realtà sappiamo molto poco su come si formano questi campi, nonostante siano fondamentali per l’evoluzione delle galassie”, aggiunge Enrique Lopez Rodriguez, ricercatore presso l’Università di Stanford, negli Stati Uniti, che ha partecipato allo studio. Non è chiaro quanto presto nella vita dell’Universo e quanto velocemente si formino i campi magnetici nelle galassie, perché finora gli astronomi hanno mappato i campi magnetici solo nelle galassie vicine a noi.

Ora, utilizzando ALMA, di cui l’ESO (Osservatorio Europeo Australe) è partner, Geach e il suo gruppo hanno scoperto un campo magnetico già completamente formato in una galassia distante, simile nella struttura a quello osservato nelle galassie vicine a noi. Il campo è circa 1000 volte più debole del campo magnetico terrestre, ma si estende per oltre 16.000 anni luce. “Questa scoperta ci fornisce nuovi indizi su come si formano i campi magnetici su scala galattica”, spiega Geach. L’osservazione di un campo magnetico completamente sviluppato in questa fase iniziale della storia dell’Universo indica che i campi magnetici che abbracciano intere galassie possono formarsi rapidamente mentre le giovani galassie crescono.

L’equipe ritiene che l’intensa formazione stellare nell’Universo primordiale potrebbe aver avuto un ruolo nell’accelerare lo sviluppo dei campi. Inoltre, questi campi possono a loro volta influenzare il modo in cui si formeranno le generazioni successive di stelle. Il coautore e astronomo dell’ESO Rob Ivison afferma che la scoperta apre “una nuova finestra sui meccanismi interni delle galassie, perché i campi magnetici sono collegati al materiale che sta formando nuove stelle”. Per effettuare questa rilevazione, l’equipe ha cercato la luce emessa dai grani di polvere in una galassia distante, 9io9