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Tag: Sanremo 2023

La brutta vignetta criticata da (quasi) tutti

La brutta vignetta criticata da (quasi) tuttiRoma, 20 apr. (askanews) – Il primo a intervenire, prima che si scateni il tam tam di commenti e attestazioni di solidarietà, che inonda le redazioni, è il presidente del Senato Ignazio La Russa. La vignetta pubblicata oggi sulla prima pagina del Fatto quotidiano, firmata da Natangelo e intitolata “Obiettivo incentivare la natalità”, che fa riferimento al ministro Francesco Lollobrigida, dopo le sue parole sulla “sostituzione etnica”, e alla moglie – e sorella della premier – Arianna Meloni è, per l’esponente di primo piano di Fratelli d’Italia e seconda carica dello Stato, “spazzatura”.

“C’è un limite a tutto, anche all’indecenza. Quella pubblicata dal Fatto Quotidiano non è una vignetta divertente, non è satira, è solo spazzatura dalla quale tutti dovrebbero prendere le distanze. Solidarietà sincera ad Arianna e Francesco Lollobrigida”, scrive la Russa a cui seguono le dichiarazioni indignate dei presidenti dei gruppi parlamentari di Fdi che chiedono una “condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, Pd, Cinquestelle e altri, dei benpensanti e del mondo femminista”. Il ministro della Cultura, Gennario Sangiuliano, chiede le scuse del direttore Marco Travaglio e una presa di posizione netta da sinistra. A metà mattinata sui suoi canali social la premier Giorgia Meloni interviene con parole molto dure: “Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico”, scrive Meloni chiamando in causa l’opposizione (“il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati”). Poi la promessa: “Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi ‘buoni’”.

Il caso approda anche nell’aula della Camera con un accorato discorso a braccio della deputata Fdi Augusta Montaruli: “E’ vomitevole che l’odio politico si mischi alla misoginia, utilizzando il letto di una donna per una campagna del fango che vuole gettare discreto sulla vita delle persone sono per un attacco politico”, osserva. Dalle fila delle opposizioni i primi ad esprimere solidarietà sono gli esponenti dell’area del Terzo Polo, per Azione Carlo Calenda (“la vignetta fa schifo”) e per Italia Viva Maria Elena Boschi (“Non condivido una parola di ciò che ha detto Lollobrigida ma questa vignetta del Fatto Quotidiano è disgustosa”), a cui si uniscono vari esponenti del Pd, in primis la responsabile giustizia Debora Serracchiani che parla di vignetta “sessista e offensiva”. Silenzio, al momento, dal Movimento Cinquestelle, dalla Lega e da Alleanza Verdi e sinistra. Intanto la componente del sindacato dei giornalisti Fnsi “Pluralismo e Libertà” ha chiesto all’Ordine dei giornalisti di intervenire e prendere provvedimenti rispetto a una vignetta che “lede tutti i principi deontologici e ha come unico obiettivo quello di screditare persone che nulla hanno a che vedere con la vicenda oggetto della satira”.

Leishmaniosi, a Roma maxi-screening su 450 animali Canile Valle Grande

Leishmaniosi, a Roma maxi-screening su 450 animali Canile Valle GrandeRoma, 20 apr. (askanews) – Prende il via oggi il più grande screening di prevenzione e cura della leishmaniosi canina in Italia: oltre 450 animali ospitati dal Canile Valle Grande di Roma saranno sottoposti alle analisi specifiche grazie alla sinergia tra Fondazione Cave Canem, non profit con sede a Roma e attiva su tutto il territorio nazionale, il C.Re.Na.L. Centro di Referenza Nazionale per la Leishmaniosi di Palermo, eccellenza nazionale nel settore e lo staff del canile rifugio che solo nel 2022 ha facilitato l’adozione di 315 cani.

A effettuare le analisi, lo staff del canile Valle Grande di Roma, composto da medici veterinari, tecnici veterinari, coadiuvati dal team di campo di educatori cinofili della Fondazione Cave Canem coordinati dal dog trainer manager Mirko Zuccari, i quali contribuiranno a gestire e tranquillizzare i pazienti a quattro zampe durante i prelievi in box e nella nuova sala visite di recente allestimento. I campioni verranno spediti a Palermo e saranno analizzati dai professionisti del C.Re.Na.L. coordinati dal dottor Fabrizio Vitale; entro 30 giorni verranno inviati i risultati che andranno ad arricchire le schede anagrafiche di ogni cane. Per coloro i quali risulteranno positivi alla leishmaniosi verrà avviata immediatamente la terapia, per tutti gli altri verranno intensificati i protocolli di prevenzione. La Fondazione, il C.Re.Na.L. e il canile Valle Grande collaboreranno a un piano di controllo della leishmaniosi e per favorire l’adozione dei cani. Una ricerca scientifica verrà realizzata a conclusione di questa iniziativa. “Portare a termine questo piano di monitoraggio in collaborazione con il C.Re.Na.L. – afferma l’avv. Federica Faiella, Vicepresidente della Fondazione Cave Canem – e ripeterlo ciclicamente e con costanza permetterà di avere una fotografia delle condizioni di tutti i cani presenti in canile e di fornire tutte le informazioni utili a un’adozione consapevole e responsabile per ogni cane. Tante, troppe volte nel corso della mia carriera mi sono imbattuta nella leishmaniosi canina e ho potuto appurare quanto male possa fare ai cani che purtroppo la contraggono. La leishmaniosi è una condanna a vita, una vita di segregazione in un box di canile. Non sono solo i sintomi della malattia a nuocere ma le ferite dell’anima, il dolore e la delusione per le adozioni mancate a causa di una malattia che fa ancora tanta, troppa paura. La leishmaniosi, infatti, è una zoonosi: questo intervento è utile per la salute degli animali quanto per quella delle persone”.

“Il Centro di Referenza Nazionale per la Leishmaniosi nasce per garantire supporto diagnostico per l’intero territorio nazionale al fine di sviluppare la conoscenza epidemiologica dell’andamento dell’infezione nel serbatoio animale – dichiara Fabrizio Vitale a capo del progetto di ricerca del Cre.Na.L. -. Il Canile, sia sanitario che rifugio, è per sua natura l’osservatorio epidemiologico privilegiato come presidio territoriale e, in prospettiva alla capacità di attrazione nelle adozioni, baluardo nella protezione della salute pubblica. L’attività prevista in termini di screening della popolazione, oltre ad implementare le mappe di distribuzione dell’ infezione, finalizza la corretta ed auspicata visione in termini di “One Health”, come la Leishmaniosi strettamente legata alla Triade della Salute (uomo, animali, ambiente), sa garantire”.

Nanoparticelle luminescenti di silicio per riciclo della plastica

Nanoparticelle luminescenti di silicio per riciclo della plasticaRoma, 20 apr. (askanews) – Nanoparticelle luminescenti di silicio per la selezione e il riciclo efficiente della plastica. L’idea, presentata dallo spin-off dell’Università di Bologna SINBIOSYS, è stata premiata da WomenTechEU, finanziamento europeo destinato a donne imprenditrici che sviluppano progetti di innovazione tecnologica. Il progetto presentato da SINBIOSYS è uno dei 134 finanziati su 467 idee presentate.

SINBIOSYS – spiega Unibo – è uno spin-off partecipato dall’Alma Mater che progetta e sintetizza materiali luminescenti a partire da elementi abbondanti come il silicio. Paola Ceroni, professoressa ordinaria al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” è la co-fondatrice, insieme all’amministratore delegato Francesco Romano e al ricercatore Marco Villa. Il progetto premiato si chiama PRESTO: sarà un marcatore invisibile per prodotti in plastica, pensato per favorire il riciclo e aumentare il valore della plastica dopo il suo primo utilizzo, diminuendo così l’inquinamento. Grazie a WomenTechEU, l’idea riceverà una sovvenzione di 75.000 euro per sostenere le fasi iniziali del percorso di sviluppo e la crescita dello spin-off. Inoltre, sarà offerto un servizio di tutoraggio e coaching nell’ambito del programma Women Leadership del Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC) e opportunità di networking in tutta l’Unione Europea.

“Oggi la porzione di materiale plastico riciclato è, nella maggioranza dei casi, utilizzato per realizzare prodotti di più basso valore rispetto all’oggetto originale: questo è dovuto al fatto che la plastica non è costituita da un unico materiale, bensì da una miscela di diversi polimeri a composizione chimica diversa, che vengono spesso accoppiati tra loro o ad altri materiali”, spiega la professoressa Ceroni. “Per poter riciclare la plastica in modo tale da poter rifare la stessa tipologia di oggetto, ad esempio contenitori alimentari, è necessario quindi selezionare e dividere le varie tipologie di plastica”. L’idea presentata da SINBIOSYS prevede quindi un codice basato su nanoparticelle di silicio, simile al QR code, ma non visibile ad occhio nudo. Le particelle emettono colori di luce diversa a seconda delle dimensioni della nanoparticella stessa, che possono essere letti da particolari apparecchiature ottiche. In questo modo, plastiche di tipo diverso possono essere marcate con un diverso codice colore e venire così riconosciute, separate e riutilizzate facilmente.

Questa tecnologia è l’esito di un percorso di ricerca partito nel 2012 con un progetto ERC Starting Grant (PhotoSi), a cui è seguito un altro finanziamento ERC Proof of Concept, chiamato SiNBioSys, da cui è poi nato lo spin-off partecipato dall’Università di Bologna. La stessa tecnologia è stata anche utilizzata per realizzare concentratori solari luminescenti, oggetto di ricerca di un progetto Proof of Concept finanziato dall’Università di Bologna.

Italia s’avvicina a Taiwan, bivio nei rapporti con la Cina

Italia s’avvicina a Taiwan, bivio nei rapporti con la CinaRoma, 20 apr. (askanews) – L’Italia appare sempre più orientata a rafforzare i legami informali con Taiwan, rovesciando una politica che aveva visto in passato Roma piuttosto sbilanciata a favore di Pechino, tanto da diventare l’unico paese del G7 ad aderire formalmente all’Iniziativa Belt and Road voluta dal presidente cinese Xi Jinping. A mostrarlo sono segnali che si stanno moltiplicando, in un momento in cui la questione Taiwan rischia di essere dirimente per intrattenere relazioni solide con la seconda potenza economica del mondo, la Cina appunto.

Taiwan nei giorni scorsi ha annunciato che aprirà presto un nuovo ufficio di rappresentanza – una sede diplomatica informale, visto che l’Italia non riconosce ufficialmente Taipei – a Milano. “In vista dell’approfondimento della cooperazione e degli scambi tra Taiwan e l’Italia nei settori dell’economia, del commercio, della cultura, dell’istruzione, della scienza e della tecnologia e del turismo, il nostro Paese istituirà un ‘Ufficio di Taipei a Milano’”, ha spiegato il ministero degli Esteri taiwanese. Questa evoluzione appare essere in linea con la simpatia dimostrata dall’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in campagna elettorale, ha incontrato il rappresentante diplomatico taiwanese a Roma di quel momento. In un’intervista all’agenzia di stampa taiwanese, Meloni inoltre ha espresso l’esigenza di un impegno europeo per evitare che la Cina usi la forza nei confronti di Taiwan, oltre ad aggiungere: “Ci piace pensare a una nuova e più intensa stagione di cooperazione: scambi culturali, turismo, prevenzione e gestione delle crisi sanitarie, ricerca scientifica e progetti nel settore chiave dei microchip, in cui Taiwan è leader mondiale”.

In effetti l’isola ospita alcuni dei più grandi produttori di chip avanzati del mondo, a partire dal titano del settore, la TSMC. Secondo quanto ha scritto ieri l’agenzia di stampa Bloomberg, “esponenti ufficiali” italiani avrebbero suggerito a Taipei che l’Italia sarebbe pronta a non rinnovare il patto sull’Iniziativa Belt and Road, in cambio di un’espansione della cooperazione sulla produzione ed esportazione dei semiconduttori, un bene improvvisamente diventato scarso a partire dalla pandemia Covid-19. Il protocollo d’intesa sulle Nuove Vie della Seta è stato sottoscritto nel 2019 dall’allora premier Giuseppe Conte in occasione della visita a Roma di Xi Jinping, provocando un certo disappunto a Washington. Per Pechino quell’accordo, l’unico del genere siglato con un paese del G7, ha avuto un alto valore simbolico. Tuttavia l’intesa scade nel 2024 ed è previsto un rinnovo automatico, a meno che l’Italia non decida di uscirne.

Il comportamento di Roma sarà sotto stretta osservazione da parte di Washington, ma anche di Bruxelles, che cerca di mantenere una posizione equilibrata tra Pechino, Taipei e Washington, come dimostra la recente visita della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Pechino al seguito del presidente francese Emmanuel Macron: i due, sulla questione di Taiwan, si sono limitati sostanzialmente a ribadire l’adesione alla politica dell’”Unica Cina”, auspicando un’evoluzione pacifica della situazione. E, tornato in Europa, Macron in un’intervista ha provocato polemiche per aver dichiarato che l’Europa non dovrebbe farsi trascinare nella disputa su Taiwan, comportandosi da “vassalla” degli Stati uniti. Meloni, se prima di assumere la guida del governo ha espresso sostegno per Taiwan contro una possibile azione di forza cinese per riassorbire l’isola che considera parte integrante del suo territorio, una volta entrata a Palazzo Chigi ha evitato esternazioni sul tema. Anche una prevista visita di una delegazione di parlamentari appartenenti al Gruppo interparlamentare Italia-Taiwan (nato a novembre 2022), annunciata dal senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan, è stata cancellata all’ultimo momento.

Nel contempo, però, in maniera non eclatante ci sono stati passi concreti, come il fatto che dal 27 marzo è di nuovo attivo un volo diretto tra Roma e Taipei. Naturalmente un rafforzamento delle relazioni informali con Taiwan rappresenta un problema nei rapporti con Pechino. Per esempio, 2021 la Cina ha declassato le relazioni diplomatiche con la Lituania per l’apertura di un ufficio di rappresentanza nella sua capitale, Vilnius.

Che tra Roma e Pechino il vento non sia dei migliori, d’altronde, è confermato anche dal fatto che, nonostante un invito di Xi Jinping, la premier Meloni non si sia recata ancora in Cina, come invece hanno fatto tra la fine del 2022 e il primo quadrimestre del 2023 il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e anche il capo del governo spagnolo Pedro Sanchez.

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”Helsinki, 20 apr. (askanews) – Il Mar Baltico in epoca sovietica era detto lago “russo”, oggi è “un lago della Nato, per essere onesti: dopo che la Svezia si unirà alla Nato, sarà un’area Nato unita e non divisa. È un grosso cambiamento”. Lo dice ad askanews senza incertezze Terhi Suominen, segretario generale del Consiglio Atlantico di Finlandia. Suominen è appena rientrata a Helsinki, reduce dalle cerimonie di ingresso della Finlandia nell’alleanza militare, avvenuto il 4 aprile.

L’ingresso è stato un evento storico e un cambiamento molto importante per il Paese, considerato un esempio di neutralità sino al cambio di passo deciso dopo lo shock provocato dall’invasione russa dell’Ucraina. E anche se non si è concretizzato quello che la Finlandia aveva auspicato, ovvero un ingresso “mano nella mano” di Helsinki e Stoccolma nell’alleanza militare, Suominen resta ancora “ottimista”: possibile che la Svezia entri nella Nato prima del vertice dell’alleanza di luglio a Vilnius “ma probabilmente subito dopo” le elezioni presidenziali in Turchia, previste il 14 maggio. In queste ore il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, durante una visita ufficiale in Svezia, ha sollecitato Budapest e Ankara a ratificare la richiesta di adesione alla Nato di Stoccolma, prima del vertice di luglio a Vilnius (11-12 luglio). “Non vedo l’ora di chiamare la Svezia ‘alleato della NATO’”, ha twittato Austin ieri pomeriggio.

Alla domanda “quando entrerà secondo lei la Svezia nella Nato?” Suominen afferma di pensare “che entrerà, difficile dire quando. Io credo che possa accadere prima del summit di Vilnius, l’11 e il 12 luglio. Alcune voci dicono che non avverrà entro il vertice, ma accadrà di sicuro. Prima o poi”. Poi incalzata su cosa dovrebbe accadere affinchè in particolare la Turchia dia luce verde, aggiunge: “Penso che la chiave di tutto sia nella testa del signor Recep Tayyip Erdogan. Abbiamo le elezioni in Turchia il 14 maggio. Quindi, vedremo che cosa accadrà in queste elezioni; la maggioranza si aspetta che non accada nulla prima del voto, ma probabilmente subito dopo. Vediamo come andranno le elezioni e il risultato di esse”. Intanto le esercitazioni militari attualmente in corso in Svezia sono una “preparazione” all’ingresso del Paese nell’Alleanza, che per ora ha lo status di “Paese invitato”. In questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica scorsa. “Ci sono diverse esercitazioni in corso: è la prima volta ad esempio che la Finlandia partecipa a quelle navali come Paese Nato. Quindi questo è un momento storico per la Nato, ma anche per la Finlandia. In Svezia ci sono diverse esercitazioni in corso, con migliaia di uomini: è una preparazione al fatto che la Svezia sarà un Paese Nato” dice Suominen. Per poi aggiungere sul significato di tali esercitazioni: “in primo luogo è un messaggio di solidarietà da parte della Nato alla Svezia e in secondo luogo la Svezia è già Paese invitato ad entrare nella Nato. Lo status è quindi quello di un Paese ‘quasi’ Nato. E quindi è come concretizzare che la Svezia diventerà Paese Nato”.

Al momento sono in corso esercitazioni navali nella parte meridionale del Paese e sull’isola strategicamente importante di Gotland, che non sono sicuramente sfuggite all’occhio attento della Russia. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo sono effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. Interrogata sulla possibilità di future basi dell’Alleanza in Finlandia Suominen afferma: “difficile da prevedere, ma io credo che una (base) strategica sarebbe un segnale molto forte. Dobbiamo ricordare che l’ingresso della Finlandia nella Nato ha raddoppiato i confini diretti (dell’Alleanza) con la Russia. Quindi questo è già un segnale forte abbastanza. Ora questo è un confine della Nato con la Russia. Sulla parte finlandese, ma anche sulla parte russa: vuol dire che ci sono differenti disposizioni che sono in atto. Abbiamo in corso alcune esercitazioni nell’area finlandese, che per la prima volta si tengono come membri della Nato. È una nuova era”.

(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

”Dormi”, braccialetto per monitorare a distanza disturbi del sonno

”Dormi”, braccialetto per monitorare a distanza disturbi del sonnoRoma, 20 apr. (askanews) – Si chiama “Dormi”, il primo dispositivo indossabile che consente il monitoraggio continuo dei disturbi del sonno, validato dal punto di vista scientifico e capace di fornire al medico, a distanza, dati clinici attendibili e analizzabili con algoritmi certificati. Lo ha sviluppato Ugo Faraguna, professore di fisiologia all’Università di Pisa, che spiega: “è un normale braccialetto sensorizzato, ma l’abbiamo modificato per offrire al medico uno strumento di diagnosi”.

“Monitorare i disturbi del sonno è difficile, perché richiede (o meglio, richiedeva, fino a ieri) strumenti invasivi e tempo per fare rilievi ripetuti”, prosegue Faraguna. “Però è cruciale, perché la qualità del sonno influenza la salute ed è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come demenze e malattia di Parkinson”. Così, mentre tutti imparavamo a misurarci la pressione arteriosa e a considerarla buona quanto più vicina ai valori aurei 120/80, sul nostro sonno siamo ancora all’aneddoto o poco più. Faraguna, un lungo trascorso a Madison a studiare la fisiologia del sonno con Giulio Tononi (tra i massimi esperti mondiali in materia), ha intuito il salto di qualità racchiuso nei dispositivi wearable e ha fondato la startup Sleepacta. All’inizio i finanziamenti sono arrivati da SAMBA, un piccolo incubatore locale, e in parte da un crowdfunding, poi è arrivato Red Lions, un fondo di investimento di area pisana. Oggi – informa Unipi – i braccialetti diagnostici di Sleepacta si cominciano a diffondere sul mercato e allargano di giorno in giorno la loro clientela tra centri medici, ospedali, reti di farmacie.

“Il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dell’importanza di un buon sonno per la salute mentale, e per la salute in generale”, spiega la CEO di Sleepacta, Hannah Teichmann Prisco. Cioè, chiosa Faraguna, “Sleepacta vuole fare quello che lo sfigmomanometro ha fatto con l’ipertensione”. Ovviamente tutto questo dà anche garanzie in termini di privacy: “i dati fisiologici e sanitari appartengono alla persona, non a chi vende i braccialetti. E la persona può autorizzare il medico a leggerli, come per ogni visita. Noi poi possiamo anonimizzarli”. In pratica, Dormi si mette al polso e si leva una settimana dopo (non si toglie nemmeno per fare la doccia). In questo lasso di tempo il dispositivo raccoglie una serie di dati come frequenza cardiaca, saturazione arteriosa, posizione, movimento. “Tutti questi parametri alimentano una rete neurale che si avvale degli stessi strumenti di artificial intelligence che stanno invadendo la rete (ChatGPT e analoghi). Queste reti imparano ad analizzare i nostri dati sanitari e generano un referto medicale sull’architettura del nostro sonno, e stimano il rischio di avere patologie del sonno come le apnee notturne. Si tratta di una specie di holter del sonno, non invasivo, che ti agganci al polso”, spiega ancora Faraguna.

Ugo Faraguna sarà tra gli speaker dell’evento “Converging Skills”: una cinque giorni di confronto pubblico su trasferimento tecnologico e open innovation organizzato dall’Università di Pisa che si terrà a giugno nella storica Aula magna nel palazzo della Sapienza dell’ateneo pisano. Cinquanta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.

Così le microplastiche contaminano il cibo che mangiamo

Così le microplastiche contaminano il cibo che mangiamoRoma, 20 apr. (askanews) – Uno studio ENEA-Cnr pubblicato sulla rivista internazionale Water ha descritto una parte del percorso delle microplastiche “dall’acqua al piatto”, dimostrando come questo contaminante si trasferisca dall’acqua dolce alle radici delle piante acquatiche e, quindi, ai crostacei che se ne cibano, con danni al patrimonio genetico di questi ultimi e, a lungo termine, per l’intero ecosistema.

Il team ENEA, insieme ai ricercatori dell’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Cnr coordinati da Massimo Zacchini, ha valutato in laboratorio gli effetti di microparticelle di polietilene (PE), tra le più comuni materie plastiche disperse nell’ambiente, su organismi d’acqua dolce, vegetali e animali. In particolare, le specie utilizzate sono state la Spirodela polyrhiza, la cosiddetta lenticchia d’acqua, una piccola pianta acquatica galleggiante, e l’Echinogammarus veneris, un crostaceo d’acqua dolce simile a un gamberetto, che è poi l’alimento base di pesci come le trote. Le piantine sono state immerse in acqua contaminata da microplastiche di circa 50 micrometri – più piccole del diametro di un capello – e dopo 24 ore trasferite nella vasca dei gamberetti. I risultati – si legge nella notizia pubblicata sull’edizione odierna del settimanale ENEAinform@ – hanno dimostrato che le piante, durante l’esposizione, oltre a una lieve riduzione del contenuto di clorofilla, hanno accumulato un elevato quantitativo di microplastiche sulle radici di cui i crostacei si cibano, ingerendone in media circa 8 particelle per esemplare. Inoltre, è stato possibile anche dimostrare come le microplastiche, una volta ingerite dai crostacei, vengano sminuzzate e “restituite” all’ambiente sotto forma di escrementi, che possono rientrare nella catena alimentare, cosiddetta “del detrito”, in maniera potenzialmente più pericolosa di quella di partenza.

“Questo studio mostra chiaramente, all’interno di un sistema controllato di laboratorio, i meccanismi attraverso i quali le microplastiche entrano e si trasferiscono all’interno della catena alimentare”, sottolinea Valentina Iannilli, ricercatrice ENEA del Laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici. “Le piantine, infatti, hanno avuto il ruolo di ‘raccogliere’ e ‘trasferire’ queste particelle ai crostacei, fonte di cibo per i pesci che a loro volta accumulano microplastiche anche nei muscoli, che sono poi le parti che noi mangiamo”. Infine, sono stati valutati gli effetti diretti delle microplastiche sul DNA dei crostacei, per comprendere se queste particelle potessero indurre anche genotossicità, ovvero danni a livello del materiale genetico. Dopo solo 24 ore, è stato possibile osservare come gli individui “trattati” con le microplastiche presentino un livello di frammentazione del DNA significativamente superiore rispetto a quelli non trattati, dimostrando come queste particelle siano effettivamente in grado di indurre un danno al DNA nelle cellule degli organismi studiati.

“Questo significa che le microplastiche non sono, come spesso è riportato, materiale inerte che non interagisce con le funzioni degli organismi, ma che, invece, si ‘muovono’ lungo la catena alimentare con effetti diretti anche sull’integrità del patrimonio genetico e di conseguenza potenziali a lungo termine su popolazioni, comunità e interi ecosistemi”, aggiunge Valentina Iannilli. “Un risultato – conclude – che deve far riflettere sulla pericolosità del rilascio nell’ambiente di queste particelle microscopiche derivate dalle attività antropiche, anche in considerazione della loro diffusione in tutte le matrici ambientali quali acqua, suolo, aria, ghiacci dell’Artico fino ai sistemi agricoli”.

Turismo: i parchi naturali mete sempre più ambite

Turismo: i parchi naturali mete sempre più ambiteMilano, 20 apr. (askanews) – “I parchi naturali sono mete turistiche sempre più ambite soprattutto per i tanti che cercano il contatto con la natura e i viaggi all’insegna della sostenibilità. Il sistema italiano dei parchi, che raggruppa parchi nazionali, regionali, riserve, aree marine protette ed altri siti tutelati, vede crescere costantemente le presenze di visitatori”. Lo afferma il presidente di Federparchi, Luca Santini, commentando i risultati del report “Viaggi e vacanze 2022” dell’Istat che fa riferimento al ritorno a livelli prepandemici delle visite “alle bellezze naturali” (54.9% dei viaggi estivi) nel cui ambito rientrano ampiamente le aree naturali protette.

“Il turismo nei parchi -prosegue Santini – necessita, tuttavia, di adeguate regole che ne garantiscano l’equilibrio con gli habitat naturali. Per questo Federparchi è da tempo impegnata nella diffusione nelle aree protette della Carte Europea del Turismo Sostenibile” Nel 2022 l’Italia è stato il Paese europeo con il maggior numero di aree protette che hanno ricevuto la Carta Europea del Turismo Sostenibile, con 45 parchi certificati. Al secondo posto c’è la Spagna con 32. In Europa sono 120 in tutto le aree protette che hanno ottenuto la CETS, una garanzia per chi vuole conoscere la natura nel pieno rispetto della biodiversità.

Salute: 9 donne su 10 soddisfatte dal percorso nascita

Salute: 9 donne su 10 soddisfatte dal percorso nascitaMilano, 20 apr. (askanews) – Le donne promuovono il percorso nascita: il 90%riferisce un’esperienza complessivamente buona o ottima dell’assistenza ricevuta durante la gravidanza, il travaglio/parto, dopo la nascita e il ritorno a casa. Aver avuto fiducia nei professionisti sanitari ed essersi sentite trattate con rispetto e dignità sono gli aspetti in cui le esperienze delle donne sono più positive, l’ambito considerato più critico è quello sulle informazioni ricevute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale. È quanto emerge dai risultati di un questionario diffuso a 3.642 donne, tra maggio e ottobre 2022, che hanno partorito in 16 punti nascita coinvolti nel progetto coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (Cnapps) dell’Iss “Rilevazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alla donna, alla coppia e ai genitori per promuovere i primi 1000 giorni di vita, anche al fine di individuare le buone pratiche, i modelli organizzativi e gli interventi adeguati”, promosso e finanziato dal Ministero della Salute.

Il progetto, che si concluderà a maggio 2023 e che ha coinvolto nove Regioni e una Provincia autonoma (Pa) per un totale di oltre 500 professionisti, ha previsto la raccolta di dati in tre ambiti: la qualità percepitadurante il percorso nascita da parte delle donne che partoriscono, la promozione della salute mentale materna dalla gravidanza al periodo postnatale e il supporto alla genitorialità offerto dai servizi e dai professionisti sociosanitari. “Con un gruppo multidisciplinare di esperti e grazie alla rete dei referenti delle Unità operative partecipanti, è stato possibile raccogliere e analizzare molteplici informazioni relative ad attività e interventi di respiro locale e nazionale, implementati in contesti diversi con l’obiettivo comune di promuovere la salute nei primi 1000 giorni di vita – afferma Serena Donati, Direttrice del Reparto Salute della Donna e dell’Età Evolutiva del Cnapps dell’Iss -. La diffusione di questo materiale potrà facilitare lo scambio di esperienze fra professionisti e decisori di diverse aree del Paeseponendo le basi per investire negli interventi di sviluppo infantile precoce raccomandati da Oms, Banca mondiale e Unicef”.

In 15 Aziende sanitarie il consultorio familiare è emerso come il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto: il 90% dei consultori garantisce la valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale, cui si affianca un’ampia offerta di interventi di supporto. Tuttavia, un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale è disponibile nel 55% dei consultori familiari, ma non in quelli del Sud. Inoltre, l’indagine in 119 Dipartimenti di salute mentale (Dsm)nazionali evidenzia che l’80% non dispone di un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale dedicato. Ancora: oltre il 90% dei pediatri di libera scelta (Pls)ha mostrato una buona conoscenza dei temi della prevenzione e promozione della salute nei primi due anni di vita. Con alcune criticità: il 31% ritiene sicura l’assunzione di una piccola quantità di alcol – un bicchiere di vino – in gravidanza, più del 40% dei pediatri non informa sempre i genitori sui rischi legati all’assunzione di alcol durante l’allattamento e l’11% ritiene che la depressione materna scompaia senza necessità di trattamento.

Agroalimentare, riforma IG approvata all’unanimità in ComAgri

Agroalimentare, riforma IG approvata all’unanimità in ComAgriMilano, 20 apr. (askanews) – Questa mattina a Strasburgo la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento (ComAgri) ha approvato all’unanimità la relazione sulla riforma delle Indicazioni geografiche (IG).

Grande soddisfazione per l’esito del voto è stata espressa da Unione italiana vini (Uiv), che ha sottolineato che “i 46 emendamenti approvati sono infatti ampiamente condivisi con la posizione dell’associazione che rappresenta l’85% dell’export italiano di vino”. Tra i punti cardine contenuti nella storica riforma portata avanti dal relatore Paolo de Castro e appoggiata anche dagli altri eurodeputati italiani, la Uiv evidenzia “la presenza del vino all’interno della riforma, la definizione di vini Igp, la protezione dei nomi geografici contro possibili evocazioni (come, per esempio, la questione del Prosek) e le nuove disposizioni volontarie sulla sostenibilità del vino”.

“Tutti gli emendamenti, fortemente richiesti e condivisi da Uiv, hanno riscontrato oggi in ComAgri esito positivo, e questo è motivo di plauso nei confronti di un’istituzione europea che ha ben recepito l’importanza del nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp. Il pericolo di tenere disancorato il vino dal sistema di protezione dei prodotti di qualità è stato scongiurato – ha aggiunto Uiv -, e questa è la vittoria più importante ma non l’unica: la Riforma permetterà di fare passi avanti notevoli in materia di protezione delle denominazioni in ambito internazionale, di chiarimento delle regole produttive sui vini a Igt e di semplificazione delle procedure relative ai disciplinari”. Ora l’iter prevede, prima dell’estate, la discussione in sede plenaria del Parlamento europeo e infine, entro l’anno, gli incontri del trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) per approvare definitivamente il nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità.