Salute, micro organi ricostruiti in laboratorio a PadovaRoma, 15 feb. (askanews) – L’ingegneria biomedica e la biologia cellulare e molecolare hanno portato un contributo fondamentale nella lotta contro il Covid 19, inoltre la tematica sui micro organi sviluppati in laboratorio sarà da qui ai prossimi anni di cruciale importanza. Prevenire e studiare la malattia attraverso la ricostruzione di un organo in laboratorio. Con un semplice prelievo di un tessuto del paziente. Non è fantascienza ma è realtà. La ricerca sui micro organi è uno dei progetti prioritari del Vimm, Istituto Veneto di Medicina Molecolare – Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata Onlus di Padova.
E’ quanto ribadisce la vice presidente Giustina Destro, imprenditrice, già parlamentare nel centrodestra e sindaco della città del Santo. Presieduto dal professor Francesco Pagano, il Vimm sta inanellando una serie di successi nei principali ambiti in cui opera: Neurologia-Neuroscienze, Micro organi, malattie cardiovascolari, muscolari e ricerca oncologica.
“Lo è assolutamente – assicura Destro, responsabile anche della delegazione veneta della Fondazione Marisa Bellisario -. È l’ambito seguito dal professor Nicola Elvassore, direttore scientifico del Vimm. I micro organi vengono originati e fatti crescere in laboratorio attraverso un piccolo prelievo di tessuto da un paziente e vengono svolti su di esso numerosissimi studi che hanno come fine quello di agire preventivamente sul manifestarsi di una determinata patologia. In questo modo, il clinico stesso può attuare la cosiddetta medicina personalizzata”.
L’eccellenza nella ricerca e nella medicina sono un elemento imprescindibile dell’attività del Vimm, come ricorda la vice presidente. “Proprio così, recentemente il professor Maurizio Corbetta ha ottenuto un prestigioso finanziamento Erc (European Reasearch Council) di 10 milioni di euro con il progetto “Nemesis”, che ha l’obiettivo di migliorare i deficit neurologici dei pazienti colpiti da ictus. Il professor Corbetta, docente di Neurologia dell’Università di Padova, è direttore della Clinica neurologica dell’Azienda Ospedale Università di Padova, direttore del Centro di ateneo Padova Neuroscience Center e Principal Investigator del Vimm (Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata)”.
Dal 2017 Giustina Destro è vice presidente del Vimm, chiamata espressamente dal professor Francesco Pagano e dall’allora presidente di Fondazione Cariparo, Antonio Finotti, per dare una forma organizzativa più performante al Vimm soprattutto dal punto di vista organizzativo, gestionale e comunicativo, tasselli fondamentali per un istituto di ricerca in continua crescita. L’avamposto della ricerca medica molecolare necessitava di un faro costantemente acceso sui suoi progetti di ricerca di levatura internazionale allo scopo di accrescere la sua fama e, perché no, di attrarre ricercatori da tutto il mondo.
“La comunicazione dei progetti di ricerca straordinaria che si realizzano presso la fondazione esigeva un impegno costante. Da quando svolgo questo incarico devo dire che ho molto più entusiasmo rispetto a quando stavo in Parlamento, anche se l’esperienza più bella l’ho fatta da sindaco della mia città, che è Padova. Devo ammettere che ho avuto carta bianca dal presidente, il professor Pagano, e mi sono gettata anima e corpo nell’impegno di far conoscere il più possibile i progetti del Vimm”.
E, in effetti, il Vimm rappresenta la punta di diamante della ricerca medica su scala nazionale e internazionale. “Il Vimm – continua Destro – oggi rappresenta un’ eccellenza per il nostro Paese. All’interno della nostra Fondazione nel corso del 2023 saranno presenti e attivi 4 progetti Erc (European Reasearch Council) vinti dai nostri Principal Investigator e ricercatori, in sinergia con l’Università di Padova, quali il prof. Corbetta, il prof. Elvassore, la dott.ssa Laterza e la prof.ssa Bellin. Stiamo parlando di un finanziamento complessivo, per tutti i 4 ricercatori, di circa 16 milioni di euro dove una quota parte sarà appoggiata nella nostra Fondazione. È fondamentale, poi, ricordare l’importanza della preziosa collaborazione con l’Università di Padova, utilissima per l’attrazione di finanziamenti di eccellenza a livello europeo”.
Oltre alle neuroscienze, ai micro organi, al Vimm la ricerca si effettua sul cuore, i muscoli e, ovviamente l’oncologia, sottolinea ancora Destro. “Dalla nascita del Vimm, la Fondazione Airc per la Ricerca sul cancro, sostiene i progetti dei nostri ricercatori. Per portare alcuni dati recenti, dal 2018 Airc ha finanziato 8 progetti dei nostri principal investigator, per un totale di oltre 5 milioni di euro. Il Vimm, collocato in un contesto internazionale, grazie anche all’Università di Padova e all’Azienda Ospedaliera, è una delle poche realtà in Italia in grado di creare nuove opportunità per il rientro dei nostri ricercatori dall’estero, favorendo quindi il “ritorno dei cervelli in fuga”
L’esempio di come fare ricerca al Vimm rappresenti un’autentica eccellenza italiana è la presenza del professor Corbetta nel tema di ricerca. “Corbetta è rientrato dagli Stati Uniti dopo trent’anni perché, a sua detta, al Vimm può fare ricerca esattamente come negli Stati Uniti perché gli spazi a disposizione sono ampi e sono comuni, c’è possibilità di confronto e dialogo tra ricercatori e il lavoro di squadra viene prima di tutto. Da qui il lancio dello slogan che mi sono inventata ‘adotta un ricercatore’. E ormai i giovani ricercatori al Vimm sanno che possono davvero essere parte della ricerca medica più avanzata”.