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Tag: Sanremo 2023

Ue, prima decidere cosa fare o prima trovare le risorse? E’ il dilemma che divide Draghi e Meloni

Ue, prima decidere cosa fare o prima trovare le risorse? E’ il dilemma che divide Draghi e MeloniBudapest, 8 nov. (askanews) – La priorità è trovare prima le risorse o decidere prima cosa farne? E’ su quale delle due strade prendere per rafforzare l’Unione europea che sembrano dividersi l’ex presidente della Bce ed ex premier Mario Draghi e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


Stamane, arrivando al vertice europeo informale di Budapest, l’ex premier, incaricato di redigere un rapporto sulle ricette per rafforzare la competitività Ue, tema del summit ungherese, sembra avere pochi dubbi. Parlando ad esempio della possibilità per l’Italia di riuscire a coniugare l’aumento della spesa per la difesa al 2% del Pil con il rispetto del Patto di stabilità, Draghi ha detto che “è possibile, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni” ma in un certo senso “è inutile dire se è possibile sì o no, oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione, i soldi poi si trovano”. Quindi, parafrasando l’ex numero uno Bce, prima bisogna decidere cosa fare, poi si troveranno le risorse. Concetto ribadito poi da Draghi rispondendo a una domanda sulla necessità di fare debito comune europeo. “Non è indispensabile investire in fondi comuni” di debito. “O meglio: sì, è indispensabile ma non è la prima cosa, quello che il rapporto sulla competitività da me redatto dice è che ci sono moltissime altre decisioni che si possono prendere senza affrontare immediatamente il problema del finanziamento pubblico comune”.


In ogni caso, ha concluso l’ex governatore di Bankitalia, con l’avvento della presidenza Trump “ci sono grandi cambiamenti in vista” nelle relazioni tra Ue ed Usa “e credo che una cosa che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso, ma poi il consenso non è venuto e abbiamo avuto solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, e oggi una stagnazione. Quindi a questo punto – ha sottolineato Draghi -, mi auguro che ritroveremo uno spirito unitario con cui riusciremo a trovare il meglio da questi grandi cambiamenti. Andando in ordine sparso non si va da nessuna parte” perché, ha concluso, “siamo troppo piccoli”. Per la presidente del Consiglio Meloni, invece, bisogna prima individuare le risorse perché si sa già cosa bisognerebbe fare. “Sono convinta – ha detto Meloni arrivando al vertice – che l’Europa e l’Italia debbano investire di più nella propria indipendenza, nella propria autonomia e quindi investire di più ad esempio nel settore della difesa. Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare, questo è un grande dibattito che riguarda il Patto di stabilità che l’Italia ha posto. Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle aperture – ha ammesso Meloni – ma secondo me va fatto molto di più e quindi penso che questo sia un altro di quei dibattiti che bisognerà prima o poi riaprire perché al di là della volontà c’è poi quello che si può fare e le risorse vanno pur individuate in qualche modo”.


“L’unica cosa che non sono disposta a fare – ha continuato la premier – è prendermela con i cittadini e i lavoratori italiani. Noi spendiamo le risorse” che abbiamo “su priorità reali, non gettiamo i soldi dalla finestra e quindi vanno trovate nuove risorse per scelte che sono strategiche, che io condivido, ma bisogna anche dire come si fa ad aiutare gli Stati membri a trovare quelle risorse”. Oggi per l’Europa, ha continuato Meloni, “ci sono molte sfide” ma “più o meno sappiamo cosa dobbiamo fare. La domanda è se vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri” per poterle affrontare “e la questione delle risorse è la questione che va affrontata. Questo è il vero dibattito, non so se stamani si arriverà a soluzioni concrete, ma è l’elemento centrale su cui intendo concentrarmi”.


Un dilemma, quello della priorità sulle scelte o sulle risorse, emerso anche ieri dall’audizione al Parlamento europeo di conferma, come prossimo commissario Ue designato agli Affari economici e alla Produttività, dell’attuale vicepresidente esecutivo della Commissione Ue uscente, Valdis Dombrovskis. “Penso – aveva osservato Dombrovskis – che la questione principale non sia tanto il ‘come’ finanziare gli investimenti” per le nostre priorità. “Prima di tutto bisogna determinare le priorità, concordare quali sono le esigenze di finanziamento, per che cosa e di quanto abbiamo bisogno, e successivamente decidere sulle modalità di finanziamento. Con nuove ‘risorse proprie’? Con contributi degli Stati membri? Con un prestito comune? Ma il primo punto importante – aveva insistito – è decidere cosa vogliamo finanziare, e se ci mettiamo d’accordo su questo, per quali importi. A quel punto possiamo discutere su come esattamente finanziarli. E penso che nessuna opzione sia esclusa”, aveva concluso Dombrovskis contraddicendo – tra l’altro – la netta chiusura sul debito comune europeo espressa la settimana scorsa dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Da domani è Magic Christmas al MagicLand di Valmontone

Da domani è Magic Christmas al MagicLand di ValmontoneRoma, 8 nov. (askanews) – Da domani, 9 novembre, al 6 gennaio 2025, MagicLand accoglie i visitatori con una nuova, straordinaria esperienza natalizia: Magic Christmas, un evento che trasforma il parco divertimenti più amato del Centro-Sud Italia in un vero e proprio mondo incantato. Questo progetto nasce dalla collaborazione con Il Regno di Babbo Natale di Vetralla, il mondo natalizio creato da Giorgio Onorato Aquilani con il quale Magicland ha recentemente ricevuto un prestigioso riconoscimento ai Parksmania Awards. “Portare la magia del Natale contemporaneo in ogni cuore è la nostra missione. Magic Christmas è molto più di un evento: è un viaggio emozionale che invita adulti e bambini a ritrovare il Natale come esperienza viva e autentica”, afferma Aquilani.


MagicLand, che ospita ogni anno migliaia di famiglie, ha scelto di puntare su questa collaborazione per offrire ai suoi visitatori contenuti che non siano solo intrattenimento, ma portino con sé valori profondi. Guido Zucchi, CEO di MagicLand, racconta: “Per noi, il Natale è un’occasione per fare la differenza, regalando emozioni autentiche e durature. Con i contenuti del Regno di Babbo Natale abbiamo voluto offrire qualcosa di più profondo, un’esperienza che il pubblico possa portare a casa nel cuore, arricchita di valori e significati che vanno oltre il periodo festivo”. A partire dall’ingresso, decorato con uno scintillante albero di Natale e una spettacolare nevicata, il parco si trasforma in un luogo da fiaba, con scenografie immersive, addobbi che richiamano il Natale delle tradizioni, e percorsi che conducono i visitatori in due mondi fiabeschi e luminosi. Ma la vera meraviglia si trova nel cuore di MagicLand, dove sorge il Castello di Babbo Natale: un percorso incantato in cui Babbo Natale accoglie grandi e piccoli per scattare foto e donare piccoli ricordi che porteranno un pizzico di magia natalizia nelle case di tutti.


Tra le principali novità di questa edizione, spicca il musical Lucy e il Segreto di Natalloween, tratto dall’omonimo libro illustrato edito da Gribaudo (Gruppo Feltrinelli), già alla seconda ristampa dopo pochi giorni dall’uscita. Lo spettacolo, che va in scena presso il Gran Teatro Alberto Sordi, racconta una storia unica e coinvolgente che è già un Classico di Natale. “È un’avventura straordinaria, in cui Lucy, la stellina del Regno, insieme agli elfetti Buddy e Pretty, si ritrova coinvolta in un gioco segreto che trasforma il Regno di Babbo Natale nel Regno di Natalloween, dando vita a un’avventura tra sogno e incanto. Questo spettacolo è il cuore pulsante del nostro Magic Christmas e riflette tutto lo spirito del Regno di Babbo Natale: magia, emozione e un pizzico di follia”, racconta Aquilani. Ma le sorprese non finiscono qui. Magic Christmas offrirà anche Regno AdvenTour, un percorso emozionale che si snoda in 24 tappe, ognuna con una sorpresa per i più piccoli e un messaggio di riflessione e gioia per i più grandi, fino a culminare in un momento speciale alla venticinquesima tappa. “Questo viaggio è un invito a riscoprire il Natale come un dono prezioso, capace di trasformare ogni cuore. Il Regno AdvenTour rappresenta ciò che desideriamo: creare momenti che lascino il segno,” aggiunge Zucchi.


Non mancheranno inoltre spettacoli di luci, come l’aurora boreale proiettata nel Cosmo Academy, uno dei più grandi planetari d’Europa, che grazie alla tecnologia fulldome permetterà di immergersi in uno spettacolo mai visto prima. E per i più avventurosi, torna anche la pista di pattinaggio sul ghiaccio per chi desidera divertirsi e vivere la magia del Natale fino all’ultimo dettaglio. MagicLand e il Regno di Babbo Natale invitano tutti a scoprire un evento unico, dove ogni tappa è pensata per accendere la meraviglia e portare nel cuore dei visitatori il vero spirito del Natale. Una collaborazione che non solo celebra la festa più amata dell’anno, ma trasforma ogni momento in un’esperienza indimenticabile. Magic Christmas vi aspetta per un Natale da sogno a MagicLand fino al 6 gennaio 2025.

Ragazza morta Enna, appello sorella: chi sa parli

Ragazza morta Enna, appello sorella: chi sa parliRoma, 8 nov. (askanews) – “Chi sa parli. Mia sorella non si è tolta la vita, troppe incongruenze, troppe incoerenze”. E’ l’appello della sorella – fatto ai microfoni della trasmissione Ore 14 in onda su Rai 2 – della quindicenne morta qualche giorno a Piazza Armerina (Enna). Oggi c’è stato il sequestro della salma e sono stati disposti nuovi accertamenti, col rinvio del funerale.


“L’ha trovata mia madre – racconta la sorella – c’era la porta aperta, la stanza a soqquadro, l’ha vista in ginocchio, toccava terra. Siamo confusi, non pensiamo a niente, chi sa deve parlare, se qualcuno c’entra sarà vivo ma non riposerà mai più col senso di colpa addosso. Il suicidio mi lascia più domande di tutto il resto”.

Fondazione UniVerde: 88% italiani preoccupati da cambiamento clima

Fondazione UniVerde: 88% italiani preoccupati da cambiamento climaMilano, 8 nov. (askanews) – Gli italiani sono preoccupati per gli effetti del cambiamento climatico (88%) e ritengono che il percorso di indipendenza energetica dell’Italia passi dalle rinnovabili (80%). É quanto emerge dal 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy”, presentato al convegno “Amministrazioni locali, transizione energetica ed ecodigital: best practice e opportunità”, promosso da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi, con la main partnership del player internazionale Renexia, event partner New Energy e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale dallo stand di Almaviva nell’ambito della fiera Ecomondo in corso a Rimini.


Resta alto il favore per l’energia solare (79%) e si dichiarano contrari al nucleare da fissione (74%); favorevoli alla fusione nucleare, per ottenere energia pulita in modo sicuro (73%), ritenendo utili maggiori investimenti in ricerca e sviluppo. Alto il gradimento per l’eolico offshore che dovrebbe essere incentivato (72%) perché ritenuto asset strategico per la transizione energetica del Paese (65%). La stragrande maggioranza degli italiani (74%) è contraria a investire sul nucleare da fissione poiché produce scorie pericolose, che restano tali per secoli, ed è giudicato troppo rischioso. In particolare, il timore è che si crei dipendenza da Paesi instabili per l’approvvigionamento dell’uranio da impiegare come combustibile nei reattori. Al contrario, sono favorevoli alla fusione nucleare, indicata come più sicura (73%), con minore impatto ambientale (55%) e non produce scorie che restano radioattive a lungo termine (54%). A questa tecnologia viene inoltre riconosciuto il vantaggio che non si rischiano gravi incidenti, non si emettono gas serra e si utilizzano combustibili più abbondanti e sicuri, dato che si basa sulla fusione di isotopi di idrogeno ricavabili dall’acqua.


Più in generale, per portare ad effetto il percorso di decarbonizzazione dell’Italia, l’80% è sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili e, in qualità di asset strategico per la decarbonizzazione nazionale e la transizione energetica, ampio consenso (65%) riceve l’eolico a mare (offshore), che non consuma suolo, rispetta il paesaggio, la biodiversità e le comunità locali. Una tecnologia da incentivare per il 72% degli italiani.

Israele ai tifosi: non seguite la partita di basket del Maccabi a Bologna

Israele ai tifosi: non seguite la partita di basket del Maccabi a BolognaRoma, 8 nov. (askanews) – In seguito all’attacco ai tifosi israeliani avvenuto al termine della partita di Europa League ad Amsterdam contro l’Ajax, il Consiglio di Sicurezza Nazionale dello stato israeliano ha invitato gli israeliani a evitare di assistere alla partita di pallacanestro che vede impegnato il Maccabi Tel Aviv in Italia, a Bologna. Lo riporta Haaretz.


Questa sera all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno è in programma Virtus Bologna-Maccabi Tel Aviv, match valido per l’ottava giornata di Eurolega. Intanto, il sindaco della città di Amsterdam, Femke Halsema, ha vietato le manifestazioni questo fine settimana a causa dell’assalto ai tifosi israeliani al termine della partita di calcio tra Maccabi Tel Aviv e Ajax, giocata ieri sera nella città olandese.


“Da oggi (venerdì), il decreto di emergenza si applica ad Amsterdam e (nel comune di) Amstelveen (…) Questo fine settimana è vietato manifestare, indossare indumenti che coprano il viso e portare oggetti che potrebbero disturbare l’ordine pubblico”, ha dichiarato Halsema in una conferenza stampa trasmessa sul canale AT5. Secondo il sindaco, l’intera città di Amsterdam diventa una “zona a rischio per la sicurezza” e questo autorizza la polizia a intensificare le misure di sicurezza e a effettuare perquisizioni preventive.

Cinema, al 42TFF “AmicheMai”, Maurizio Nichetti torna alla regia

Cinema, al 42TFF “AmicheMai”, Maurizio Nichetti torna alla regiaRoma, 8 nov. (askanews) – Sarà presentato nella sezione Zibaldone del 42esimo Torino Film Festival, “AmicheMai”, film che segna il ritorno dietro la macchina da presa – dopo oltre vent’anni di assenza – di Maurizio Nichetti (Ratataplan, Volere Volare, Ladri di saponette), che ne firma anche la sceneggiatura. Protagoniste di questa divertente commedia on the road sono Angela Finocchiaro e Serra Yilmaz, alle prese con il trasporto di un’ingombrante eredità. A completare il cast, le giovani interpreti Gelsomina Pascucci (Giorni felici, Gli immortali), Pia Paoletti (Anna Frank, diario di una ragazza innamorata della vita) e Astrid Casali (L’uomo sulla strada, America Latina).


Due content creators documentano le turbolente riprese di un film on the road. La protagonista, Anna, è una veterinaria appassionata la cui vita si divide tra la gestione della fattoria e i molteplici suoi ruoli familiari che la portano ad essere, di volta in volta: una moglie innamorata, una figlia affettuosa, una madre ansiosa, una nonna paziente. La morte improvvisa di Gino, il padre infermo, offre ad Anna la possibilità di liberarsi finalmente della sua premurosa badante Aysè, con cui non era mai riuscita ad andare d’accordo. Aysè tornerà quindi in Turchia con il vecchio letto di Gino, lasciatole in eredità. Anna e Aysè affronteranno così, con un letto a bordo, un lungo viaggio attraverso i Balcani destinato a cambiare per sempre la loro vita e il loro rapporto.

Su Rai 1 torna “XXI Secolo”, Corsini: ‘Una scommessa vinta’

Su Rai 1 torna “XXI Secolo”, Corsini: ‘Una scommessa vinta’Roma, 8 nov. (askanews) – Lunedì 11 novembre, in seconda serata su Rai 1, parte la seconda edizione di “XXI Secolo, quando il presente diventa futuro”, il programma della Direzione Approfondimento ideato, condotto e coordinato da Francesco Giorgino, che ogni settimana racconterà quei temi di attualità che sono, più di altri, in grado di restituire l’idea di un Paese impegnato non solo a vivere il presente, ma anche a progettare il proprio futuro. Un racconto che avverrà attraverso interviste faccia a faccia con i protagonisti della politica, dell’economia, della cronaca, degli esteri, dello sport e della cultura, con i reportage sul campo, con la presentazione e l’analisi dei dati per una narrazione della realtà che parta sempre dalle evidenze empiriche.


“Una scommessa vinta”, come ha detto oggi in conferenza stampa il direttore dell’Approfondimento, Paolo Corsini. Un programma che intende “offrire al pubblico una interpretazione diversa di quella che è il talk politico classico. Abbiamo dato vita a un nuovo format, più in sintonia con quella che è l’evoluzione del panorama mediatico. Nel tempo ‘XXI Secolo’ ha consolidato gli ascolti e ha rafforzato la seconda serata di Rai 1”. “Punto di forza del programma”, ha sottolineato Corsini, “è il garbo e la professionalità che contraddistinguono da sempre il lavoro di Francesco, profondo conoscitore del linguaggio televisivo. Le prossime sfide che abbiamo davanti sono rappresentate dalla multicanalità. A partire da questa nuova edizione ‘XXI Secolo’, infatti, svilupperà i suoi filoni narrativi attraverso più dimensioni: una presenza più marcata all’interno del catalogo di Rai Play, con contenuti originali, e un nuovo podcast”.


Giorgino, nella sua duplice veste di conduttore e direttore dell’Ufficio studi Rai, ha spiegato a sua volta come il racconto della politica in tv cambi “in ragione della necessità, assolutamente urgente e cogente, di adeguare le chiavi interpretative rispetto alla complessità del nostro tempo. Le elezioni americane ci hanno dimostrato quanto siano inadeguate certe chiavi interpretative che il giornalismo ha a disposizione. Perché un po’ per convinzione, un po’ per pregiudizio e preconcetto, in pochi avevano compreso che quello sarebbe stato l’esito elettorale (la vittoria di Trump, ndr.), soprattutto in pochi avrebbero scommesso su quel tipo di risultato dal punto di vista quantitativo oltre che qualitativo. Quindi il messaggio che ci arriva da quest’ultimo episodio, ma ne potremmo citare tantissimi altri è che bisogna essere molto equilibrati, bisogna assumere una postura istituzionale, e noi vogliamo fare un programma che abbia grande rispetto delle istituzioni del nostro Paese, nell’interesse anche della garanzia di una narrazione che sia la più equilibrata possibile, ma soprattutto la più completa e la più in linea con la complessità dell’era post-moderna”. “Il programma – ha proseguito Giorgino – segue sostanzialmente la stessa struttura narrativa dell’anno scorso ma con alcuni cambiamenti. La scommessa, dal punto di vista del formato e dei linguaggi, è quella di riuscire a contaminare elementi – nella semiotica diremmo ‘significanti’ – capaci di attivare percorsi di significazione della realtà e sulla realtà peculiari, perché si uniscono, si contaminano, si ibridano continuamente tre linguaggi: il primo è il linguaggio della parola, che sarà visibile già attraverso il monologo introduttivo, se volete lo chiamiamo anche editoriale, ma è più semplicemente l’esigenza di dare una suggestione molto forte rispetto a un tema di attualità; il linguaggio del talk, perché recupereremo naturalmente gli spazi del talk, ma con una intonazione molto pacata e finalizzata a far comprendere al massimo la complessità dei temi, a rappresentare bene gli elementi che costituiscono la polarizzazione e la dicotomizzazione dal punto di vista tematico; il linguaggio delle immagini, perché abbiamo una bella squadra di inviati, e poi il linguaggio dei dati, che è stata la scommessa dell’anno scorso e che continueremo, anzi potenzieremo sempre di più perché riteniamo che un approfondimento che voglia fare quello che ho illustrato poco fa deve partire inevitabilmente dalla fattualità, dalla dimensione pragmatica. È quella la bussola che ci deve orientare nella costruzione delle diverse chiavi interpretative, e naturalmente in modo legittimo, e sempre in modo equilibrato e istituzionale, anche nella manifestazione delle diverse opinioni. Quindi tre linguaggi che si contaminano”.


“Quest’anno abbiamo fatto delle variazioni anche dal punto di vista scenografico, e quindi narrativo, perché per esempio l’anno scorso i rappresentanti della politica, dell’economia e delle istituzioni parlavano seduti al tavolo, insieme ad altre persone coinvolte all’esterno con i servizi o con delle interviste; quest’anno invece abbiamo scelto di dare vita a un vero faccia a faccia, con ritmi molto serrati, ma andando ugualmente in profondità. E poi ci sarà una seconda parte dedicata all’approfondimento classico con il talk in studio, ma con il contributo di tanti interventi e servizi, e con i dati che rappresentano un po’ la piattaforma per poter costruire l’interlocuzione con i diversi ospiti”. “La terza parte – ha concluso Giorgino – è una parte che ci ha dato molta soddisfazione l’anno scorso. Noi l’avevamo chiamata, ‘lo spazio della tisana’, perché è l’intervista fatta al personaggio di spicco del mondo dello spettacolo, del cinema, della cultura, ma con una intonazione molto più colloquiale, se volete persino intimista, perché cerchiamo in quello spazio finale – come se stessimo prendendo una tisana con una persona a cui vogliamo bene e verso cui portiamo rispetto, prima di andare a dormire – di usare appunto un tono intimista per mettere in evidenza più la persona che il personaggio, far conoscere l’artista anche nella dimensione del privato”.

Aspettando “Il Gladiatore II”, un videomapping al mercato di Traiano

Aspettando “Il Gladiatore II”, un videomapping al mercato di TraianoRoma, 8 nov. (askanews) – Mentre si attende l’uscita nelle sale italiane de “Il Gladiatore II” (14 novembre 2024), distribuito da Eagle Pictures, il cuore di Roma si prepara a vivere un evento straordinario: domenica 10 novembre (dalle 19 alle 21), nello storico Mercato di Traiano sarà realizzato un videomapping con alcune delle immagini più spettacolari ed emozionanti tratte dall’epico film diretto da Ridley Scott.


Le monumentali rovine del Mercato di Traiano, un simbolo della Roma imperiale, diventeranno per una sera il palcoscenico perfetto per accogliere il pubblico in un’atmosfera suggestiva, dove storia e cinema si incontrano. Grazie a un allestimento tecnologico d’avanguardia, verrà realizzato un videomapping con le sequenze esclusive del film che si animeranno e prenderanno vita su uno sfondo che richiama direttamente le ambientazioni della pellicola.


“Il Gladiatore II” segna il ritorno sul grande schermo di una delle saghe cinematografiche più amate, con una narrazione epica e una fotografia mozzafiato che promettono di affascinare e coinvolgere lo spettatore, riportandolo nell’universo dei giochi gladiatori e degli intrighi imperiali. La proiezione sarà visibile da via dei Fori Imperiali ed è aperta al pubblico, con ingresso libero fino a esaurimento posti.


In occasione della proiezione Speciale del film il 14 novembre in Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, ci sarà un red carpet arricchito da video proiezioni sulle cupole. La proiezione è realizzata in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma ed Alice nella città che metteranno a disposizione attraverso i loro canali alcuni ingressi omaggio per il pubblico e i giovani delle scuole di cinema e musica.


I due eventi rientrano nel progetto Roma si accende con il Gladiatore II, promosso da Roma Capitale, Fondazione Musica per Roma e Alice nella città per promuovere l’immagine della Capitale ed il suo patrimonio artistico e culturale attraverso il cinema e l’audiovisivo in Italia e all’estero

Vino, presentato l’11esimo Appius, il gioiello di San Michele Appiano

Vino, presentato l’11esimo Appius, il gioiello di San Michele AppianoMilano, 8 nov. (askanews) – Arriva al suo undicesimo capitolo “Appius”, il progetto più ambizioso e il vino più prezioso della Cantina di San Michele Appiano (Bolzano). Per l’annata 2020, prodotta in ottomila bottiglie, cresce la percentuale di Chardonnay che arriva al 60%, seguita da un 20% di Pinot Grigio e da un altro 20% diviso equamente tra Sauvignon Blanc e Pinot Bianco. Presentato ufficialmente ieri sera nel nuovo raffinatissimo spazio a lui dedicato, concepito dall’architetto Walter Angonese all’interno di quella che è la più nota tra le cooperative dell’Alto Adige, di questo vino nato nel 2010 con “il meglio delle nostre uve, delle nostre viti e dei nostri terroir”, parla ad askanews il suo creatore, il celebre enologo Hans Terzer.


“Questo Appius è frutto di una raccolta non facile: l’annata 2020 era partita con la pioggia, seguita poi dal caldo di un bellissimo agosto e infine ancora dalla pioggia tra la metà e la fine di settembre, tanto che abbiamo dovuto aspettare qualche giorno per poter raccogliere le uve. Però i nostri bravissimi viticoltori sono stati in grado di fare una super selezione anche in vigna, cosa che ci ha garantito una materia prima eccellente che però rispecchia naturalmente l’annata, che poi è lo scopo di questo vino che abbiamo sempre prodotto, sia nelle annate eccellenti che in quelle difficili” racconta, ricordando che “Appius non nasce da un’unica partita di Chardonnay o di Sauvignon ma viene prodotto con diversi, piccoli, lotti di al massimo 10 quintali che vengono in gran parte vendemmiati separatamente e dopo 11-12 mesi facciamo l’assemblaggio”. “E’ come realizzare un mosaico: scegliamo i lotti che ci convincono di più e che si lasciano mettere insieme, perché io posso anche avere un vino eccellente ma se non riesce ad assemblarsi con gli altri lo mettiamo da parte e lo usiamo per la linea ‘Sanct Valentin’. Dopo di che il vino rimane per circa tre anni in botte, sempre sui lieviti, ad una temperatura attorno ai dodici gradi: ogni tanto si fa il ‘batonnage’, si assaggia e alla fine viene filtrato leggermente e va a finire in bottiglia. Questo 2020 ci è finito un po’ più tardi del solito, un mese fa, perché abbiamo avuto qualche problema con la fornitura delle bottiglie di grandi formati” continua l’enologo, spiegando che “Appius è sostanzialmente rimasto fedele a se stesso, abbiamo sempre questi quattro vitigni (solo nel 2011 ce ne erano tre perché la grandine aveva distrutto il Pinot Bianco) ma naturalmente le piante diventano sempre più vecchie: quindi sono le uve delle stesse vigne che però oggi hanno undici anni in più. Certo, rispetto al passato sfogliamo di meno per proteggere l’uva e facciamo anche altri piccoli interventi in vigna ma non un granché di diverso, così come in cantina dove adesso abbiamo la cella frigo per raffreddare le uve ma non sono state tecniche che hanno fatto di Appius un altro vino”.


Radice romana del nome Appiano, Appius vanta un design e un’etichetta che vengono reinterpretati ogni anno in modo da costruire una vera e propria collezione. In questa edizione 2020 appare con un corpo e dei sentori più eleganti, bilanciati e freschi che spingono la sua beva, anche se per godere del suo splendore bisogna attendere, secondo il suo papà, 3-4 anni. Merito forse anche del fatto che “quest’anno – dice Terzer – non abbiamo fatto la malolattica ad una piccola parte di Chardonnay per aggiungere un po’ di più di acidità e un po’ di più di mineralità, come facciamo da tempo per una percentuale di Sauvignon che, a seconda dell’annata varia tra l’8 e il 15%”. Negli ultimi anni – precisa – siamo passati da un’acidità attorno 5,5 a circa 6 grammi, per cui abbiamo circa un 0,2-0,3 di acido malico”. La prima Cantina altoatesina a produrre un “fine wine” di fascia premium o super premium è stata quella di Terlano, con il “Primo” 2011. “Come data di uscita i primi sono stati loro – afferma Terzer – ma il nostro primo Appius è stato il 2010, quindi si può discutere quale sia stato veramente il primo”. Al di là di chi sia stato, di certo ha fatto scuola perché oggi quasi tutte le grandi realtà della provincia di Bolzano hanno un proprio vino di rappresentanza. “Tutti guardano a chi lavora bene, a chi ha successo e ci sono due o tre aziende che forse hanno più successo delle altre e vengono un po’ copiate: c’è chi lo fa molto bene e chi in un modo che non funziona” evidenzia l’enologo, sottolineando che “ci sono pochi ‘supersudtirol’ che funzionano molto bene e Appius è sicuramente uno di questi”.


Dopo 47 anni passati alla Cantina di San Michele Appiano preceduti da quattro in altre due aziende vinicole locali, il 68enne Hans Terzer è due mesi ufficialmente in pensione. “Mi sento abbastanza libero, collaboro ancora con la Cantina di San Michele Appiano ma il mio impegno è un 20% di quello che facevo prima” racconta ad askanews, sottolineando che “finalmente ho il tempo di andare a farmi un giro in bicicletta senza guardare l’orologio, posso andare in montagna con qualche amico e ho più tempo per la mia famiglia, a cui ne ho dedicato purtroppo troppo poco per diversi anni. Quindi direi che al momento sto molto bene”. Con cinquanta vendemmie sulle spalle, Terzer ha vissuto l’evoluzione enologica di questa regione. “E’ cambiato tutto, cinque decenni fa, quando l’Alto Adige era rosso o rosato con troppa Schiava anche in zone assolutamente non vocate, c’erano grandissimi problemi. Mano a mano, siamo riusciti a convincere i nostri viticoltori a cambiare, soprattutto nelle Cantine cooperative e i primi tempi non è stato per nulla facile, mi ricordo i discorsi… Poi con gli anni hanno capito – continua – hanno collaborato e oggi credo che quello del viticoltore sia un lavoro riconosciuto, apprezzato e con il quale si guadagna abbastanza bene, lo conferma il fatto che negli ultimi quindici anni siamo passati da quattromila e rotti a oltre cinquemila ettari: i meleti che negli anni Settanta venivano impiantati nelle vigne oggi sono di nuovo sono spariti o stanno sparendo”. E in futuro Appius cambierà? “Non credo, o meglio, leggermente sì: il mio successore gli darà forse un’altra direzione ma credo che non cambierà troppo”. Il “prescelto” alla regia di Appius è l’attuale “kellermeister” della Cantina San Michele Appiano, il preparatissimo Jakob Gasser, 30 anni e già sette passati al fianco di Terzer. “E’ bravo – dice il “maestro” – me lo sono scelto io per cui sono convinto di aver trovato la persona giusta: toccherà a lui fare Appius dalla difficile annata 2024, che è simile alla 2014 e alla 2017. Spero che fino ad allora sia un buon custode”. In sella dall’anno scorso, Gasser non rappresenta solo il futuro ma già un ottimo presente.


Difficile trovare in Italia, una terra che abbia saputo fare squadra, crescere e raggiungere una qualità media così alta come l’Alto Adige. “Abbiamo un grandissimo territorio e dalla gente che lo rispetta ed è consapevole che va mantenuto e protetto, perché abbiamo poca terra e quella va salvaguardata e lavorata in un determinato modo” spiega Terzer, che non appare più di tanto preoccupato per il cambiamento climatico: “Darà dei problemi certo ma non credo qui: abbiamo un territorio straordinario, abbiamo acqua e gente preparata che sa cambiare e adattarsi al nuovo clima anche salendo un po’ in altitudine, anche se non si può salire fino a chissà quanti metri”. “Mi preoccupano più le mode, come quella del vino naturale – prosegue – perché a me va bene che uno faccia il vino senza interventi, con la fermentazione spontanea, con pochi o senza trattamenti, però deve essere bevile, non mi piace che possa diventare una scusa per fare un vino con dei difetti”.(Alessandro Pestalozza)

Lombardia, online dati consultazione sulle politiche regionali

Lombardia, online dati consultazione sulle politiche regionaliMilano, 8 nov. (askanews) – È online sul sito del Consiglio regionale della Lombardia il report sull’esito della consultazione pubblica telematica promossa dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione presieduto da Claudio Mangiarotti (Fdi). Dal 21 giugno al 31 luglio 2024 cittadini, enti locali, associazioni e organizzazioni rappresentative degli interessi sociali ed economici della Lombardia hanno potuto segnalare, attraverso la compilazione di un questionario on-line, il buon funzionamento o le criticità di politiche regionali e indicare le priorità per la valutazione.


Con questo sondaggio il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione ha voluto dotarsi di uno strumento utile e funzionale alla programmazione del piano triennale delle attività con l’obiettivo di rispondere così nel miglior modo possibile alle esigenze e alle richieste della comunità lombarda. Tra i soggetti che hanno partecipato alla consultazione come privati cittadini sono presenti soprattutto esponenti delle professioni del settore sanitario, dirigenti, funzionari e impiegati del settore pubblico e privato, pensionati, assistenti sociali. Più della metà dei partecipanti è donna, il 72% ha più di 45 anni. Tra i soggetti pubblici si registra una prevalenza di pubbliche amministrazioni, ma hanno aderito anche forme associative ed enti del terzo settore.


Gli interventi regionali che hanno conseguito risultati positivi riguardano in particolare la formazione, l’occupazione e l’inserimento lavorativo, il sostegno alle famiglie e alla disabilità. Molto sentiti anche i temi ambientali, in particolare quello sulla riduzione dell’inquinamento. Le politiche in ambito sanitario (Case di Comunità, accesso alle prestazioni, liste d’attesa) e quelle su infrastrutture, mobilità e protezione civile rientrano, invece, tra gli interventi regionali che hanno incontrato maggiori difficoltà a raggiungere i risultati attesi. Tra le domande poste, una ha sollecitato l’indicazione delle politiche regionali ritenute prioritarie da valutare. Tra le priorità emerse dal sondaggio si rilevano il servizio di soccorso sanitario, l’incremento delle aree verdi per contrastare la produzione di CO2 e il riscaldamento climatico, le politiche per il miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo delle fonti di energia rinnovabili e l’attuazione di programmi per favorire l’autonomia delle persone con disabilità. I partecipanti hanno potuto scegliere le priorità di intervento e le politiche indicate saranno ora oggetto di particolare attenzione da parte del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione per la programmazione delle prossime missioni valutative.