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Tag: Sanremo 2023

Tennis, anche Coboli alle Atp Finals di Torino

Tennis, anche Coboli alle Atp Finals di TorinoRoma, 7 nov. (askanews) – C’è anche Flavio Cobolli al Fan Village delle Nitto ATP Finals di Torino. Ventiduenne romano e tennista emergente del 2024, scalando oltre 70 posizioni del ranking mondiale fino all’attuale numero 32 della classifica ATP, Cobolli incontrerà il pubblico del torneo dei maestri lunedì 11 novembre al Fan Village delle Nitto ATP Finals di fronte all’Inalpi Arena, ospite dello stand di DOVE Men+Care.


Flavio è infatti ambassador per i brand della categoria Unilever Personal Care: Rexona, Dove Men+Care e Mentadent. Una partnership nata con Cobolli nel 2021 e parte integrante delle attività di Unilever nel tennis per merito di DAO: società di Sport Management leader in Italia nel marketing, nell’advisory e nella comunicazione degli atleti italiani e dei migliori eventi sportivi. Unilever e DAO Sport hanno accompagnato Cobolli nel suo percorso di crescita da numero 264 del ranking ATP fino ai primi successi di quest’anno in tutte le prove del Grand Slam: terzo turno all’Australian Open e allo US Open, secondo turno al Roland Garros e a Wimbledon. Finalista quest’anno del Washington Open (ATP 500), a settembre Flavio ha risposto alla prima convocazione in Nazionale per i match di Coppa Davis.

Rai, Tajani: no a ridurre canone, non voteremo proposta Lega

Rai, Tajani: no a ridurre canone, non voteremo proposta LegaPechino, 7 nov. (askanews) – Il taglio del canone Rai “non fa parte del programma di governo del centrodestra e quindi è una proposta che noi non condividiamo perché si rischia di fare un danno alla televisione pubblica, che altrimenti dovrebbe essere finanziata diversamente”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antoni Tajani risponde ai giornalisti che gli chiedono della proposta della Lega.


“Tagliare fondi alla Rai significa anche tagliare tanti posti di lavoro – insiste Tajani a margine della visita di Stato a Pechino con il presidente della Repubblica -. La nostra posizione è assolutamente contraria a questa proposta e non la voteremo perché non fa parte del programma di governo”.

Vino, Villa Sandi al fianco della collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Vino, Villa Sandi al fianco della collezione Peggy Guggenheim di VeneziaMilano, 7 nov. (askanews) – Villa Sandi rafforza il proprio impegno in ambito culturale e il legame con Venezia annunciando l’importante unione con la Collezione Peggy Guggenheim, tra le più prestigiose istituzioni d’arte moderna a livello internazionale. L’azienda vitivinicola, leader nella produzione di vini e di Prosecco Docg e Doc in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, aderisce al progetto Guggenheim Intrapresae ed entra a far parte di un gruppo di realtà aziendali di fama internazionale che sostiene programmazione e iniziative della Collezione Peggy Guggenheim.


La collaborazione è occasione per celebrare i primi quarant’anni dall’apertura al pubblico di Villa Sandi, storico edificio di scuola palladiana situato tra le verdi colline della Marca Trevigiana che dà il nome all’azienda. Dopo un accurato restauro durato diversi anni, è stata tra le prime realtà italiane ad accogliere visitatori esterni, promuovendo così l’arte e la bellezza come parte della propria identità. E con il 2024 la Cantina si appresta a tagliare lo storico traguardo di 500mila visite, confermando il proprio ruolo di ambasciatrice di cultura, arte e sapori. Il legame con la Collezione Peggy Guggenheim nasce dalla volontà dell’azienda “di sostenere la cultura con un gesto concreto, promuovendo il dialogo tra arte e impresa, e valorizzando il patrimonio artistico di Venezia a beneficio delle nuove generazioni e dei visitatori di tutto il mondo”. “Il vino, come l’arte, è veicolo d’eccellenza capace di condividere un patrimonio di emozioni: per questo, abbracciare un progetto così prestigioso come Guggenheim Intrapresae non solo ci riempie di orgoglio, ma conferma il nostro profondo legame con Venezia e il suo ricco patrimonio culturale” ha dichiarato Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi, spiegando che “attraverso questa collaborazione, ci impegniamo a valorizzare e preservare tesori artistici, diventando custodi di un’eredità che va oltre il nostro tempo. Siamo legati alla storia delle nostre terre e siamo stati fra le prime Cantine ad aprire le porte ai visitatori, accompagnandoli alla scoperta e alla conoscenza del mondo del vino e non solo” – ha aggiunto, sottolineando che “per questo oggi guardiamo con ancora più slancio a nuovi orizzonti per continuare a consentire alla cultura e alle sue meraviglie di ispirare e arricchire il mondo”.


“In un contesto globale sempre più sensibile al valore culturale e alla responsabilità sociale, il mecenatismo è per Villa Sandi una scelta strategica volta a rafforzare la propria identità e costruire un legame profondo con i propri consumatori” spiega il Gruppo vitivinicolo, aggiungendo che “attraverso questo progetto, contribuisce a valorizzare uno dei musei più iconici del mondo e sostiene la diffusione del sapere artistico per le generazioni presenti e future. Inoltre, dà ai propri dipendenti l’opportunità di accedere gratuitamente al museo e a iniziative dedicate, come visite guidate, laboratori per bambini e giornate di approfondimento”. Villa Sandi è un edificio di scuola palladiana risalente al 1622 ai piedi delle colline trevigiane. Sotto della villa, si estendono per circa un chilometro e mezzo secolari e suggestive cantine sotterranee ideali per la maturazione e l’invecchiamento dei vini. L’ingresso è indicato da un elegante viale, accompagnato da statue del celebre scultore veneto Orazio Marinali, le cui opere decorano anche il timpano e il giardino retrostante. Un imponente pronao, sostenuto da quattro colonne ioniche, orna il corpo principale dell’edificio, ai cui lati si estendono due barchesse porticate e una piccola chiesa. Nel delicato accostamento di colori pastello, di stucchi e bassorilievi delle stanze dove hanno soggiornato, tra gli altri, Napoleone Bonaparte e Antonio Canova, splendono originali lampadari di Murano. Villa Sandi è nella “Top 100” della World’s Best Vineyards.

Cinema, finite riprese di “10 giorni con i suoi” di Genovesi

Cinema, finite riprese di “10 giorni con i suoi” di GenovesiRoma, 7 nov. (askanews) – Dopo il successo dei primi due film “Dieci giorni senza mamma” e “Dieci giorni con Babbo Natale” tornano le avventure della famiglia Rovelli, stavolta in partenza per la Puglia, dove la figlia maggiore Camilla (Angelica Elli) si trasferirà per frequentare l’università col suo fidanzato Antonio (Gabriele Pizzurro).


Sono terminate le riprese della commedia “10 giorni con i suoi” di Alessandro Genovesi con Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Angelica Elli, Bianca Usai, Matteo Castellucci per la famiglia Ravelli, mentre per la famiglia Paradiso, Dino Abbrescia, Giulia Bevilacqua, Gabriele Pizzurro e Leone Cardaci. Le riprese si sono svolte per sei settimane tra Roma e la Puglia, il film uscirà al cinema dal 23 gennaio distribuito da Medusa Film. Nella nuova commedia Carlo (Fabio De Luigi) non è ancora pronto a lasciar andare la sua primogenita, soprattutto per affidarla alle mani di quel ragazzo di cui non si fida per niente… Così, arrivati alla masseria della famiglia Paradiso, non perde occasione per rendersi un ospite poco gradito. Tra furti, bugie, fughe d’amore ed equivoci divertenti, i Rovelli e i Paradiso capiranno che, nonostante differenze e incomprensioni, sono ormai un’unica grande famiglia.

Istat: i centenari sono 22.552, per l’81% donne

Istat: i centenari sono 22.552, per l’81% donneRoma, 7 nov. (askanews) – Al primo gennaio 2024 i centenari residenti in Italia sono 22.552, l’81% dei quali di sesso femminile. Considerando che al primo gennaio 2014 i centenari erano 17.252, la crescita in un solo decennio è stata di oltre il 30%. Lo rende noto l’Istat nel rapporto “I centenari in Italia al 1° gennaio 2024”.


Alla stessa data, i residenti con almeno 105 anni di età (semi-supercentenari) sono 677. Questi ultimi registrano una netta diminuzione rispetto ai 1.047 individui rilevati nel 2020 (picco raggiunto dall’inizio della rilevazione) per una ragione di carattere strutturale: negli ultimi quattro anni sono entrati progressivamente nella classe di età degli over 105enni i superstiti delle generazioni nate negli anni della Prima Guerra Mondiale, contraddistinti da una natalità contingentemente più bassa. Tale effetto strutturale aveva interessato tra il 2016 e il 2019 le generazioni precedenti, portando a un calo della popolazione di 100 anni e più, che a partire dal 2020 ha ripreso a crescere in misura consistente registrando un incremento di quasi il 60% tra il 2019 e il 2024. Il rapporto di genere tra i semi-supercentenari è fortemente sbilanciato a favore delle donne: sono infatti 600, pari all’89% del totale, contro 77 uomini (11%). Al 1° gennaio 2024 i residenti che hanno raggiunto e superato la soglia dei 110 anni (supercentenari) sono 21. A conferma di una maggiore longevità femminile soltanto uno di essi è di sesso maschile. Nei 15 anni di rilevazione della popolazione semi-super e supercentenaria, ovvero nel periodo 2009-2024, spiega ancora l’Istat, nel complesso sono 8.521 gli individui che hanno superato la soglia dei 105 anni di età, di cui 7.536 donne (88%) e 985 uomini (12%). I nomi di battesimo più diffusi sono Giuseppe per gli uomini e Maria per le donne, seguiti da Antonio e Rosa al secondo posto e Giovanni e Anna al terzo. Tanto le donne quanto gli uomini che hanno raggiunto i 105 anni di età sono quasi tutti nello stato civile di vedovanza (86% e 81% rispettivamente).


Le differenze maggiori si riscontrano tra i celibi e le nubili, i maschi sono il 6% e le femmine il 12%, ma soprattutto tra i coniugati e le coniugate dove le donne rappresentano solo l’1%, mentre gli uomini il 13%, per effetto della maggiore longevità femminile che porta più frequentemente le persone di sesso maschile a trascorrere gli ultimi anni della propria vita ancora con il partner. Complessivamente sono stati 200 gli individui che tra il 2009 e il 2024 hanno oltrepassato i 110 anni di età, il 92% dei quali di genere femminile. Al 1° gennaio 2009, di questi solo 10 erano in vita, mentre al 1° gennaio 2024 ben 21 lo sono ancora, per una crescita più che raddoppiata in 15 anni.


All’inizio del 2024 la persona più anziana è una donna residente in Emilia-Romagna, a ottobre di quest’anno ha potuto tagliare il traguardo dei 114 anni di età. Tra gli uomini, il più anziano vivente al 1°gennaio 2024 era un individuo residente in Molise di 110 anni di età, successivamente scomparso nel corso dei primi mesi dell’anno. A fine ottobre il ‘nuovo’ decano risiede in Basilicata e ha anch’egli superato i 110 anni. Rimangono, pertanto, ancora imbattuti i record assoluti di longevità maschili e femminili italiani, rispettivamente detenuti da Antonio Todde (residente in Sardegna) deceduto nel 2002 poche settimane prima di compiere 113 anni e soprattutto da Emma Morano (residente in Piemonte) deceduta nel 2017 all’età di 117 anni che, finché in vita, aveva ottenuto il primato di donna contemporanea più longeva al mondo. Oggi tale record è detenuto a livello mondiale da John Alfred Tinniswood, cittadino inglese, tra gli uomini (112 anni di età) e da Tomiko Itooka, cittadina giapponese, tra le donne (116 anni). In assoluto, da quando esiste una documentazione ufficialmente riconosciuta a livello internazionale, la donna più longeva della storia è stata Jeanne Calment, cittadina francese deceduta nel 1997 all’età di 122 anni. L’uomo più longevo, invece, è stato Jir?emon Kimura, cittadino giapponese deceduto nel 2013 all’età di 116 anni.


Gli oltre 22mila centenari viventi all’1 gennaio 2024, rileva l’Istat, sono distribuiti sul territorio in maniera eterogenea. La Lombardia è la regione con la presenza più alta in valore assoluto, con oltre 3mila residenti, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna che ne contano oltre 2mila. Discorso analogo per i semi-supercentenari che si concentrano in Lombardia con più di 100 residenti, quindi in Emilia-Romagna e Veneto con oltre 60 individui. In termini relativi la rappresentazione territoriale della popolazione centenaria cambia. La Liguria, infatti, è la regione con la concentrazione più elevata di centenari, 61 ogni 100mila residenti, seguita dal Molise (58) e dal Friuli Venezia-Giulia (54). La Lombardia con un valore del 34 per 100mila si posiziona nelle ultime posizioni, anche al di sotto del valore nazionale (38 per 100mila). Limitando l’analisi alla sola popolazione semi-supercentenaria è invece il Molise a presentarne la maggiore concentrazione, 3,1 ogni 100mila residenti, seguita dalla Liguria (2,4) e dalla Basilicata (2,1).

Arte, a Roma la XIII European Registrars Conference

Arte, a Roma la XIII European Registrars ConferenceRoma, 7 nov. (askanews) – La XIII Conferenza Internazionale dei Registrar di Opere d’arte (ERC 2024) si tiene a Roma fino all’8 novembre all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Con il patrocinio del Ministero della Cultura (MiC) e grazie al lavoro di Registrarte, Associazione Italiana Registrar di Opere d’arte, la Conferenza, che si svolge ogni due anni in un paese membro dell’Unione Europea, ritorna nella Capitale dopo ventidue anni dalla prima edizione e conta oltre mille adesioni da parte di Registrar e figure professionali del settore provenienti da tutto il mondo.


Il programma pone l’accento su passato, presente e futuro della professione del Registrar, figura indispensabile per la corretta gestione dei beni artistici, fondamentale in un Paese come l’Italia che possiede il 70% del patrimonio culturale mondiale ed è a livello internazionale uno dei più importanti prestatori che esportano temporaneamente opere per mostre in tutto il mondo. In occasione di ERC 2024, l’8 novembre dalle ore 15 alle 17 al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Registrarte organizza una conferenza unica, gratuita e accessibile a tutti (previa registrazione e fino a esaurimento posti), durante la quale la figura museale del Registrar sarà presentata dalle figure professionali che operano nel settore: direttore di museo, curatore, ufficio mostre, architetto, broker assicurativo, trasportatore, restauratore e ufficio stampa. Intervengono, tra gli altri, da remoto e in presenza, Francesca Cappelletti direttrice Galleria Borghese, Luigia Lonardelli curatrice, Rebecca Romere presidente Registrarte, Daniela Sogliani vice-presidente Registrarte, Teresa Emanuele ufficio mostre. Figura professionale riconosciuta dal Ministero della Cultura con il decreto 1112 del 02/07/2024 della Direzione Generale Organizzazione, all’interno dell’Area funzionari della Famiglia professionale tecnico-specialistica per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, oggi il Registrar opera in gran parte delle istituzioni museali, fondazioni, società che organizzano mostre, gallerie e collezioni private.


Il nome deriva da “to register” e dunque identica “la persona che registra”: nelle prime grandi collezioni americane, erano coloro che inventariavano i manufatti e mantenevano il registro delle opere in entrata e in uscita. Nei musei e nelle collezioni oggi, i Registrar gestiscono le procedure di prestito, e tutta la relativa contrattualistica, di opere in entrata e in uscita per mostre temporanee, allestimenti permanenti e comodati; redigono le relative pratiche ministeriali e i documenti assicurativi, coordinando la movimentazione in e out, tenendo traccia e garantendo la corretta finalizzazione di tutti i passaggi, talvolta anche accompagnando le opere oggetto di prestito durante le fasi di trasporto; collaborano con i conservatori nella conservazione preventiva delle opere in deposito e con i referenti della sicurezza per garantire la salvaguardia dei beni nelle proprie disponibilità. per questo hanno competenze necessarie competenze legali, di logistica, museologia, archivistica e restauro al fine di ottemperare correttamente alle procedure inerenti la circolazione delle opere a livello nazionale e internazionale. ERC 2024, strutturata in sessioni plenarie e workshops, con spazi e eventi dedicati all’interazione fra i professionisti, vanta un team organizzativo a livello europeo che ha definito i contenuti scientifici che verranno approfonditi dagli interventi dei relatori, gran parte selezionati con una call for papers. Gli interventi affrontano anche importanti temi attuali, quali la sostenibilità e la cooperazione tra istituzioni internazionali, le nuove frontiere della gestione dei prestiti e delle collezioni anche a livello logistico, il Made in Italy, ovvero cosa significa fare il Registrar in Italia oggi, quali sono le specificità delle pratiche operative di tutti quei professionisti del settore, impegnati nell’organizzazione di eventi espositivi e operanti nella logistica dielle opere d’arte.

Niccolò Fontana assume incarico di ambasciatore d’Italia in Iraq

Niccolò Fontana assume incarico di ambasciatore d’Italia in IraqRoma, 7 nov. (askanews) – Niccolò Fontana ha assunto oggi l’incarico di ambasciatore d’Italia a Baghdad. Lo rende noto la Farnesina.


Nato a Firenze il 6 luglio 1975, dopo aver conseguito la Maturità linguistica, Fontana si laurea in Scienze Politiche presso la facoltà “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze nel 1999. In seguito ad esame di concorso, il 29 dicembre 2000 è nominato Segretario di Legazione in prova nella carriera diplomatica. Dopo il primo incarico al Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, nel 2004 assume come Secondo Segretario commerciale presso l’Ambasciata d’Italia a Santiago del Cile, ove svolge le funzioni di responsabile dell’Ufficio economico-commerciale in anni di forte sviluppo dei rapporti bilaterali e di costante crescita dell’interscambio e degli investimenti italiani nel Paese.


Nel 2008 è incaricato delle funzioni di Primo Segretario all’ambasciata a Washington, dove si occupa di politica interna statunitense, di rapporti con il Congresso e di temi di diplomazia pubblica. Nel 2012 Fontana rientra a Roma per prendere servizio presso il Servizio per la Stampa e la Comunicazione istituzionale della Farnesina, quale Capo dell’Ufficio Stampa italiana ed estera. Nel 2014 assume come Capo dell’Ufficio economico-commerciale all’Ambasciata a Mosca.


Nel 2019 è assegnato, come Primo Consigliere, alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York, ove si occupa di riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, di procurement a beneficio delle aziende italiane e dei rapporti con il personale italiano nel sistema onusiano. Dal 2022 presta servizio come Vice Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale, e Direttore Centrale per la Comunicazione, della Farnesina. In tale veste, ricopre l’incarico di Portavoce del Ministero, occupandosi della comunicazione istituzionale della Farnesina e della sua rete diplomatico-consolare, e curando in prima persona la comunicazione del Ministro degli Esteri nel corso delle missioni all’estero e in occasione di incontri ed eventi internazionali in Italia.


Nel 2024 è nominato Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica d’Iraq. Nel 2013 è insignito del Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ha servito, quale volontario, nel 7° Reggimento Alpini di Feltre, partecipando anche alla missione NATO SFOR in Bosnia. Sposato dal 2003 con Tania Morrocchi, è padre di Pietro, Ginevra e Cosimo.

Carceri, Defence For Children: sistema minorile torna indietro

Carceri, Defence For Children: sistema minorile torna indietroRoma, 7 nov. (askanews) – “Il sistema di giustizia minorile italiano sta regredendo gravemente e il governo non se ne occupa”. E’ l’allarme lanciato da Defence For Children Italia. Un anno fa, al termine di un seminario internazionale organizzato a Genova dall’Associazione, che si occupa di diritti per i minori, e sostenuto dalla Commissione europea con il Child Friendly Justice EuropeanNetwork, i partecipanti, in rappresentanza di 20 Paesi europei, inviavano una lettera alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi con la quale si invitava il governo “a riallineare il decreto immigrazione e sicurezza ai criteri e alle norme europee e internazionali che regolano la protezione di qualsiasi persona minorenne”.


“La normativa adottata, in particolare il Decreto Caivano, centrata sulla punizione invece che su orientamenti educativi, la distanza dai principi della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la divergenza da quanto prevede la normativa che regola la situazione dei minorenni stranieri non accompagnati, la carenza di investimenti sui servizi e sul personale educativo degli Istituti Penali Minorili – si legge in una nota – sono le traiettorie negative che ci portano indietro nel tempo. Il Decreto Caivano, inoltre, ha reso più frequente il ricorso alla custodia cautelare in carcere per i minorenni, incrementando il tasso di detenzione. Nel 2023, quasi l’80% dei nuovi ingressi negli IPM è avvenuto per custodia cautelare, aumentando così il numero complessivo di giovani reclusi con un tasso di sovraffollamento medio del 110%. Ad oggi, a distanza di un anno, il governo non ha fatto nulla per migliorare la situazione degli IPM. Recentemente, inoltre, è stato ripristinato per gli agenti in ogni IPM l’uso della divisa d’ordinanza. Da sottolineare anche che dal 2021 al 2022, la spesa per psicofarmaci negli IPM italiani è aumentata del 30%, un incremento significativo rispetto agli istituti per adulti, dove nello stesso periodo l’aumento è stato molto più contenuto (circa l’1%). Misure che dimostrano che le istituzioni preferiscono giocare la carta dell”onore e della disciplina’ per affrontare le emergenze. È da evidenziare, infine, il legame tra le carenze del sistema di accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati e l’aumento proporzionale dei numeri degli stessi nel sistema penale minorile. Se dal punto di vista formale l’Italia ha appena incorporato nella normativa quanto richiesto dalla Direttiva Europea 800/2016 che prevede tutta una serie di garanzie per i minorenni coinvolti nei procedimenti penali e promuove una giustizia ‘child-friendly’. Dall’altra il governo procede in senso opposto, con decreti che scardinano un sistema proposto in Europa come un modello efficace e avanzato”. “I ragazzi e le ragazze non hanno bisogno di vuota retorica e di autoritarismo ma di adulti capaci di comprendere e di proporre solide opportunità di cambiamento così come fino ad ora indicato dalla nostra cultura giuridica”, spiega Gabriella Gallizia coordinatrice dei programmi di Defence for Children Italia.

Consorzio Vini Romagna: ci sono i presupposti per una buona annata

Consorzio Vini Romagna: ci sono i presupposti per una buona annataMilano, 7 nov. (askanews) – “Nonostante le difficoltà, la vendemmia 2024 in Romagna è stata ottima per tutte le uve bianche, ancor più per le uve bianche precoci, e molto buona anche per il Sangiovese. La vinificazione è alle fasi finali e ci sono tutti i presupposti per una buona annata”. A parlare è il presidente del Consorzio Vini di Romagna, Roberto Monti, tirando le somme dopo una raccolta iniziata il 6 agosto e conclusa il 16 ottobre al termine di un anno climaticamente complicato, che ha preso il via in un inverno 2023 particolarmente caldo.


“Dal punto di vista sanitario, le avversità sono state tenute bene sotto controllo. Le prime vendemmie dei vitigni precoci, come Pinot Grigio e Chardonnay, hanno avuto inizio nei primi giorni di agosto, con uve in ottime condizioni sanitarie. Si è proseguito poi con le altre varietà precoci Pinot Bianco, Sauvignon Blanc e poi Albana, e nelle aree collinari più calde è partita presto anche la vendemmia del Sangiovese, così come per il Trebbiano destinato a base spumante, la cui raccolta in pianura è iniziata gli ultimi giorni di agosto” racconta il presidente, spiegando che “tutto sommato questo anticipo di maturazione è risultato positivo, poiché quando sono arrivate le piogge di metà settembre, già oltre il 60% della produzione era stata raccolta. Le difficoltà determinate dalle intense precipitazioni – chiosa – hanno poi allungato la vendemmia, ma per gran parte del prodotto si è riusciti a portare a termine le operazioni entro il mese di settembre, salvaguardando così anche l’aspetto qualitativo”. “Gli eventi alluvionali di quest’anno si sono verificati durante la vendemmia e hanno determinato qualche disagio ma senza compromettere la quantità e la qualità della produzione, fatta eccezione per pochi vigneti” chiarisce Monti, rimarcando che “come già si era visto nel 2023, i danni maggiori hanno interessato paesi e città alluvionate, mentre i danni diretti ai vigneti sono stati abbastanza contenuti».


“La Romagna del vino negli ultimi anni ha dimostrato la sua vitalità e ambizione attraverso la creazione di nuove sottozone, la sperimentazione di tecniche di affinamento e stili alternativi, la reintroduzione di vitigni autoctoni e le iniziative avviate in questi ultimi anni stanno procedendo e iniziano a dare buoni riscontri” commenta Monti, sottolineando che “è chiara la necessità di proseguire su questa strada e al contempo portare attenzione alle nuove tendenze dei consumatori: oggi i consumi si vanno spostando verso i vini bianchi e fanno bene i nostri produttori a lavorare sull’Albana per sfruttarne la versatilità nel dare vini eccellenti, seppur molto diversi in funzione degli stili di produzione, capaci di soddisfare in versione secco dalla sezione aperitivo all’accompagnamento a tutto pasto”. “Analogamente, si sta procedendo bene sulla Rebola e anche sul Famoso, e altrettanto può dirsi per il Trebbiano e anche per gli spumanti bianchi e rosè contraddistinti dal marchio collettivo Novebolle” prosegue il presidente, aggiungendo che “per quanto riguarda il Sangiovese, la produzione sta evolvendo verso vini con maggiore frutto, più leggeri, meno impegnativi: il gradimento per l’intensità del frutto sta accrescendo anche l’interesse e i consumi dei Sangiovese in appassimento. Continua a crescere la schiera di produttori che si cimentano in Sangiovese che esaltino i caratteri dei territori puntuali – evidenzia – anche in ragione della possibilità di diffondere la conoscenza di tali progetti enologici attraverso la rivendica in etichetta della Sottozona, cui fa da volano il marchio collettivo consortile Rocche di Romagna. In sostanza, tutta la produzione è in evoluzione per regalare nuove perle al consumatore, e l’annata 2024 non sarà da meno”.

Verso il taglio degli aerei antincendio Canadair, denuncia di piloti e sindacati

Verso il taglio degli aerei antincendio Canadair, denuncia di piloti e sindacatiRoma, 7 nov. (askanews) – Il servizio antincendio dei Canadair italiani è a rischio. Per il calo del numero di aeromobili schierati e la progressiva obsolescenza della flotta; il taglio delle ore operative già dalla prossima estate. A completare il quadro che potrebbe ritardare gli interventi e la stessa efficacia dell’antincendio aereo nel sud della penisola, lo spostamento della base calabrese da Lamezia Terme a Crotone.


La denuncia, che arriva dai piloti impegnati nelle attività antincendio e dalle rappresentanze sindacali, è rimbalzata dalle chat ai social network per poi arrivare ad alcuni magazine di settore, ed ora – si annuncia – potrebbe sfociare anche in una manifestazione di livello nazionale, da fare a Roma. Il 29 ottobre scorso la questione dei Canadair è stata presentata in commissione ambiente della Camera dai sindacati Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto Aereo e dell’Anpac-associazione nazionale professionale aviazione civile. Il portavoce delle organizzazioni, che rappresentano i lavoratori, ha affrontato i temi che preoccupano il settore: dalle limitazioni operative imposte dal bando alle incongruenze rispetto alla crisi climatica, fino alla riduzione del personale qualificato.


Sono a rischio, per il momento, nove equipaggi – si sottolinea- “18 piloti di grande esperienza da lasciare a casa, con riflessi anche sull’impossibilità per l’operatore a schierare la macchina aggiuntiva, sovente richiesta da circostanze straordinarie nei periodi estivi”. La “minore operatività” prevista dal nuovo capitolato sul servizio aereo antincendio ad ala fissa (con 18 aeromobili, la maggiore al mondo) porterà via risorse – si denuncia – e si lascerà che “professionalità altamente specializzate ammirate da tutte le forze aeree straniere” vengano di fatto perdute. Perché i piloti italiani potrebbero essere indotti a lasciare lo Stivale “per essere ingaggiati dai paesi che oggi invece, con adeguata lungimiranza, investono su questi mezzi aerei così efficaci”. La consegna delle buste con le offerte per l’affidamento della flotta dovrebbe avvenire entro il 16 novembre. A prescindere da chi, tra gli operatori in lizza, si aggiudicherà la gara, il calo dei finanziamenti comporterà – si precisa – “meno Canadair schierati e meno ore volabili da ogni aeromobile nel periodo più critico, quello estivo. In pratica i mezzi non potranno avere la piena capacità operativa e saranno costretti a lasciare i boschi in fiamme – anche quando i roghi comporteranno minacce a strutture abitative e allevamenti – soprattutto quando, a fine giornata, sarà maggiormente necessario il loro supporto”.


Il Dipartimento della Protezione Civile negli anni – si aggiunge – aveva approntato uno strumento efficace ed efficiente, facendo diventare i Canadair tricolore un fiore all’occhiello dell’intero sistema antincendio. “Ed adesso che in tutta Europa e nei paesi già classificati come ‘Non-Fire’, a causa del crescente flagello degli incendi boschivi, aumenta la sensibilità verso questi mezzi, l’Italia, in netta controtendenza, relega i nostri Canadair a un ruolo sempre meno centrale”. Chi è impegnato nel servizio antincendio dei Canadair conferma il prossimo trasferimento del cosiddetto “Avamposto Sud”, dall’aeroporto di Lamezia Terme a quello di Crotone. In questo modo – si denuncia – si allontanano, di fatto, i Canadair dalle zone statisticamente più colpite dagli incendi. “Ne faranno le spese soprattutto la Sicilia, la Calabria stessa e tutta la costa tirrenica deIl’Italia meridionale, con ritardi negli interventi fino a 20 minuti, se non di più, nel caso di ostacoli meteorologici sui rilievi calabresi”. L’Europa, con tutti i paesi maggiormente colpiti dagli incendi boschivi – viene spiegato – si sta dotando di flotte più moderne per fronteggiare il fenomeno, in uno scenario previsto da tutti i sistemi di monitoraggio e previsione ambientale. “L’Italia è stata il sesto e cronologicamente ultimo paese a siglare l’opzione di acquisto di due nuovi Canadair 515 diventando così il fanalino di coda di un sistema europeo”.


I Canadair italiani hanno anche 30 anni di servizio e milioni di lanci di acqua sul fuoco. Alcuni sistemi di navigazione sono obsoleti e non più allineati agli standard previsti dalla normativa attuale. Rispetto alla gestione la soluzione potrebbe essere quella di una agenzia nazionale dell’antincendio boschivo, capace di coordinare i piloti e la sala operativa.