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Autore: Redazione StudioNews

Per la morte di Claudio Graziano il pm indaga per istigazione al suicidio

Per la morte di Claudio Graziano il pm indaga per istigazione al suicidioRoma, 17 giu. (askanews) – Si indaga per istigazione al suicidio in relazione alla morte di Claudio Graziano, il presidente di Fincantieri trovato senza vita, questa mattina, nella sua abitazione a Roma, nel Rione Celio.


L’ipotesi di reato – si spiega a piazzale Clodio – è un atto dovuto allo scopo di svolgere tutti gli accertamenti del caso. A cominciare da quelli medico legali. Le verifiche sono coordinate dagli inquirenti della Procura di Roma ed affidate ai carabinieri.

MartinoRossi e Africa Mission per sviluppo agricolo in Uganda

MartinoRossi e Africa Mission per sviluppo agricolo in UgandaRoma, 17 giu. (askanews) – MartinoRossi è a fianco di Africa Mission in un importante progetto che mira a promuovere lo sviluppo agricolo in Uganda. L’azienda di Malagnino, leader nella produzione di farine, semilavorati, ingredienti funzionali e prodotti plant-based senza glutine, allergeni e OGM da cereali e legumi coltivati in filiera controllata, sostiene la scuola locale di Agribusiness, gestita dalla ong Africa Mission, situata nella località di Alito, nel centro dell’Uganda, per aiutare le comunità locali a raggiungere uno sviluppo rurale sostenibile, con l’obiettivo di contrastare povertà e disoccupazione.


“I nostri agronomi Tommaso Sozzi e Simone Cocina si sono recati in Uganda nel mese di gennaio per visitare la scuola di AgriBusiness gestita da Africa Mission. Accompagnati da Pier Giorgio Lappo, responsabile di Africa Mission in Uganda, che da molti anni dedica il suo tempo ad assistere e sostenere le comunità locali, abbiamo identificato la modalità migliore per supportare questa comunità, cercando di mettere al loro servizio il nostro tempo e le nostre conoscenze”, spiega Giorgio Rossi, presidente di MartinoRossi. MartinoRossi si impegna così a supportare la scuola fornendo competenze tecniche e know-how ed affiancando i docenti nella formazione dei futuri agricoltori. L’obiettivo è migliorare la produzione agricola sia in termini qualitativi che quantitativi.

Torna Zucchero and Co, laboratorio Eridania per educazione al cibo

Torna Zucchero and Co, laboratorio Eridania per educazione al ciboRoma, 17 giu. (askanews) – Perseguire la sostenibilità non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche attraverso progetti ed iniziative di sensibilizzazione, come l’importanza di un’alimentazione sana e bilanciata. Eridania rilancia anche per il 2024 il laboratorio “Zucchero & co – L’impronta della dolcezza”, un’attività ludico-educativa di divulgazione scientifica dedicata a bambini, studenti e appassionati di ogni età sul mondo della dolcificazione, alla scoperta dello zucchero in tutte le sue forme e aspetti.


Dopo il successo alla ventunesima edizione del Festival della Scienza di Genova, dove il laboratorio ha debuttato coinvolgendo oltre 1.700 partecipanti, Eridania ha deciso di riproporre l’iniziativa anche per quest’anno. L’attività verrà presentata, in una veste rinnovata, all’interno di due importanti manifestazioni di diffusione della cultura scientifica: le Settimane della Scienza curate e realizzate dall’Associazione CentroScienza Onlus di Torino, già in corso nel capoluogo piemontese da inizio maggio e in programma lungo tutta l’estate e BergamoScienza, che si terrà a Bergamo dal 27 settembre al 13 ottobre 2024. Il laboratorio è strutturato come un interessante viaggio attraverso gli elementi nutritivi, con particolare attenzione allo zucchero in tutte le sue forme, per comprenderne le origini e peculiarità e sfatarne i falsi miti.


“Dopo la bellissima esperienza dello scorso autunno al Festival della Scienza di Genova, siamo felici di riproporre l’iniziativa anche quest’anno, in due manifestazioni importanti e prestigiose come le Settimane della Scienza di Torino e BergamoScienza – ha dichiarato Alessio Bruschetta, AD di Eridania Italia – L’impegno che, come azienda, ci assumiamo nel campo dell’alimentazione responsabile parte anche dalla vicinanza ai consumatori: questo genere di attività a carattere ludico-educativo ci consentono di sensibilizzare un pubblico vario e di ogni età attraverso un’azione di divulgazione scientifica in grado di dare basi strutturate alle scelte di consumo”.

Chip, la giapponese Kioxia torna alla piena produzione

Chip, la giapponese Kioxia torna alla piena produzioneRoma, 17 giu. (askanews) – Il produttore giapponese di chip di memoria Kioxia Holdings torna alla produzione piena dopo 20 mesi di produzione ridotta, alla luce di un mercato in ripresa e grazie a una nuova linea di credito accesa da finanziatori. Lo scrive oggi Nikkei.


A giugno, Kioxia ha riportato i tassi di operatività delle linee di produzione al 100% presso il suo impianto di Yokkaichi e presso il suo impianto di Kitakami. Entrambi producono memoria flash NAND. Con il miglioramento delle attività, le banche creditrici hanno accettato di rifinanziare 540 miliardi di yen (3,2miliardi di euro) in prestiti in scadenza a giugno. Inoltre, creeranno una nuova linea di credito totale di 210 miliardi di yen (1,25 miliardi di euro).


La società, precedentemente conosciuta come Toshiba Memory, ha ridotto la produzione nell’ottobre 2022 per la domanda debole relativa ai suoi principali prodotti per smartphone, con una riduzione che ha superato il 30% in un certo momento. L’avvio della produzione presso una nuova fabbrica nel sito di Kitakami è stato posticipato dall’inizialmente previsto 2023 ad almeno il 2025.


Ora le condizioni di mercato stanno migliorando. Kioxia ha riportato un utile netto di 10,3 miliardi di yen (61 milioni di euro) per il trimestre gennaio-marzo, il primo risultato positivo in sei trimestri. Secondo la società di ricerca taiwanese TrendForce, i prezzi delle NAND nel trimestre aprile-giugno sono previsti in aumento dal 13% al 18% rispetto al trimestre precedente.

M5s: se Von der Leyen ha rinviato report su diritti e media in Italia è finita

M5s: se Von der Leyen ha rinviato report su diritti e media in Italia è finitaRoma, 17 giu. (askanews) – “Se fosse vero sarebbe gravissimo: la presidente della Commissione Ue Von der Leyen è pronta a barattare uno dei valori fondamentali dell’Unione europea – la libertà di stampa, pilastro dello Stato di diritto – con la permanenza al potere. Aver insabbiato o rimandato la condanna all’Italia per il peggioramento della libertà di stampa sotto il governo Meloni in cambio dei suoi voti per la rielezione alla presidenza, rappresenta uno scandalo politico di proporzioni tali da porre fine alla carriera politica della signore Von der Leyen”. Lo denuncia il Movimento Cinque Stelle con una dichiarazione congiunta dei capigruppo nelle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato: la deputata Elisa Scutellà e il senatore Pietro Lorefice.


Il riferimento è all’articolo pubblicato da Politico.Eu nel quale si riferisce del rinvio della pubblicazione del report Ue su restrizione della libertà di stampa e dei diritti di libertà individuale nel nostro Paese che la presidente in carica della Commissione Ue ricandidata dal Ppe avrebbe determinato, per allargare il suo consenso ad un mandato bis. “La sola ipotesi di un insabbiamento del report europeo critico nei confronti di Giorgia Meloni sul fronte della libertà di stampa sarebbe di per sé gravissima ed intollerabile. Ancor di più se davvero il tutto avvenisse ad uso e consumo di un appoggio italiano alla rielezione di Ursula Von Der Leyen”. Lo dichiara la presidente M5s della commissione di Vigilanza sulla Rai Barbara Floridia.


“Vedremo – afferma.- se ci saranno smentite o risposte da parte dei soggetti citati dall’inchiesta giornalistica che ha rilanciato questo caso, ma una cosa è certa: ci aspettiamo il rigoroso rispetto della timeline di pubblicazione del rapporto. Il momento che sta vivendo l’Italia sul fronte della libertà di stampa, dal rinnovo della governance Rai fino al caso della vendita di Agi e alle leggi in discussione su questo tema, è particolarmente delicato e il contributo dell’Unione Europea e degli osservatori esterni è prezioso e non può essere inficiato da alcun tipo di ombra”.

Sudcorea, continua saga divorzio d’oro SK: andrà in Corte suprema

Sudcorea, continua saga divorzio d’oro SK: andrà in Corte supremaRoma, 17 giu. (askanews) – Il presidente del conglomerato sudcoreano industriale SK, Chey Tae-won, ha dichiarato di aver deciso di presentare appello alla Corte Suprema contro la sentenza di divorzio da record, che rischia di far evaporare il suo controllo sul gigante delle telecomunicazioni e dell’energia, a causa di un “errore critico” nel calcolo del contributo della sua ex moglie alla crescita del gruppo. Lo sostiene oggi l’agenzia di stampa Yonhap.


Il divorzio di Chey con Ro So-young potrebbe essere quello del secolo per la Corea del Sud. Il mese scorso, un tribunale d’appello ha ordinato a Chey di pagare 1.380 miliardi di won (quasi un miliardo di euro) come divisione dei beni alla sua ex moglie, che è anche l’unica figlia dell’ex presidente Roh Tae-woo. La coppia si era sposata nel 1988 e ha tre figli. Il tribunale ha determinato che il patrimonio complessivo di Chey e Roh è di 4mila miliardi di won, con una percentuale di divisione del 65% per Chey e del 35% per Roh. Il tribunale ha ordinato a Chey di pagare la somma in contanti.


“Riconosco che dobbiamo rispettare la decisione giudiziaria, ma ho deciso di fare appello perché ci sono alcune ragioni,” ha detto Chey in una conferenza stampa. “C’è un errore oggettivo e chiaro nel calcolo della divisione dei beni.” Ha detto che l’errore è “critico” poiché riguarda la possibilità che anche le azioni siano soggette alla divisione dei beni e sul loro valore.


“La sentenza ha minato la reputazione e l’orgoglio di tutti i membri del gruppo SK, oltre che il mio,” ha inoltre sostenuto Chey. Il gruppo SK ha affermato che il calcolo del tribunale delle azioni di Korea Telecom, il predecessore di SK C&C, ora rinominato SK Inc., la holding del gruppo, è errato, perché gonfierebbe i valori patrimoniali della società prima e dopo che Chey l’avesse ereditata.


Chey ha usato il denaro di suo padre per acquistare 700.000 azioni di Korea Telecom nel 1994 come parte del piano di transizione del potere del gruppo. Il tribunale ha stabilito il valore delle azioni di Korea Telecom a 8 won nel 1994 e 100 won nel 1998, quando suo padre è morto; 35.650 won nel 2009, quando SK C&C è stata quotata in borsa, attribuendo un aumento di 355 volte del valore di mercato ai contributi di Chey, ma anche di Roh. Tuttavia, il gruppo SK ha sostenuto che il valore nel 1998 dovrebbe essere di 1.000 won, considerando due frazionamenti azionari rispettivamente nel 2007 e nel 2009, e che il valore delle azioni di SK C&C è aumentato solo di 35,5 volte nel periodo di nove anni. Ha inoltre sostenuto che il tribunale d’appello ha sottostimato la parte dell’eredità di Chey e ha sovrastimato il suo ruolo successivo basato sui risultati errati, che hanno anche influenzato il rapporto di divisione. Accettando il punto di vista di Chey, l’Alta Corte di Seoul ha deciso più tardi nella giornata di rivedere la sua sentenza scritta sul caso per correggere il prezzo in questione da 100 won a 1.000 won, ma ha dichiarato che l’importo per la divisione dei beni rimarrà invariato, hanno detto fonti. “Mi scuso per il disagio che la mia questione personale ha causato al popolo coreano,” ha detto inoltre Chey, in quello che è il suo primo intervento in relazione alla vicenda del divorzio. “Ho pensato – ha contunuato – che fosse giusto scusarmi di persona.” Se l’importo ordinato fosse diviso nei termini fissati dal tribunale d’appello, potrebbe scuotere la governance del gruppo SK, il secondo più grande conglomerato della Corea, che controlla SK Telecom Co., SK Innovation Co. e SK Square Co. e diverse altre compagnie, Chey è il maggiore azionista di SK, detenendo il 17,73%, per un valore di 2.200 miliardi di won (1,5 miliardi di euro), attraverso il quale controlla altre affiliate del gruppo SK. Dal canto suo, l’avvocato di Roh ha detto che la sentenza del tribunale d’appello era basata sull’enorme aumento del valore delle azioni di SK C&C e ha aggiunto che la rivendicazione del gruppo SK sembra aver disturbato le future decisioni giudiziarie. “Nonostante le affermazioni del querelante, il fatto che il valore delle azioni di SK C&C sia aumentato enormemente non può essere negato, e la conclusione non sarà disturbata,” ha detto Lee Sang-won dello studio legale Pyeong An in una dichiarazione. “È molto deplorevole – ha continuato – che stiano cercando di interferire con il giudizio della giustizia esagerando questioni triviali”.

Medicina, Zaia: bene la selezione con lo sbarramento

Medicina, Zaia: bene la selezione con lo sbarramentoTreviso, 17 giu. (askanews) – Numero chiuso per medicina? “Il problema è già stato risolto perché il prossimo anno non ci sarà più, ci sarà una selezione con lo sbarramento, esattamente quello che accadeva in passato con l’università”. Così Luca Zaia, presidente del Veneto, oggi a Treviso. “Quando io mi sono iscritto all’università, se tu non facevi gli esami eri fuori. Penso che questa sia una modalità che permette di premiare in maniera meritocratica i più bravi, quelli che si dedicano di più evitando di fare una selezione a priori , magari scartando un futuro grande chirurgo che in sala operatoria con il test non ci va. Questa modifica vedremo come verrà applicata. Però è pur vero – ha aggiunto Zaia – che io sono dalla parte di chi dice che bisogna garantire la qualità della formazione, ma garantire a tutti di poter provare. Anche perché qualcuno potrebbe rendersi conto che non fa per lui”.

Tortora, Scopelliti: ancora senza risposta quel crimine giudiziario

Tortora, Scopelliti: ancora senza risposta quel crimine giudiziarioRoma, 17 giu. (askanews) – “Oggi ricordiamo i 41 anni dell’arresto di Enzo Tortora, 41 anni sono tanti perché sono metà di una vita normale e sono tanti, troppi, ma sono anche tutti inutili perché quando un Paese, in tanti anni, non riesce a dare una risposta a quel crimine giudiziario che ha colpito Enzo, quando non fa tesoro di un errore, cercando le cause per trovare i rimedi, beh allora devo dire che le questioni di democrazia, di cultura del diritto sono messe in discussione”. Così Francesca Scopelliti, compagna di Enzo Tortora, davanti alla stele che ricorda il giorno dell’arresto del giornalista e personaggio Tv, avvenuto il 17 giugno del 1983 all’Hotel Plaza di via del Corso a Roma.


“Enzo fu arrestato alle 4.15 del mattino qui all’hotel Plaza e fu portato via con la camionetta dei Carabinieri a sirene spiegata come se avessero catturato Al Capone”, ha ricordato. “Queste spettacolarizzazioni erano necessarie alla Procura di Napoli perché non avevano nulla in mano: Tortora fu arrestato senza una prova, senza un’indagine patrimoniale, una verifica fiscale, senza neanche un’intercettazione, nulla, solo sulla base di una dichiarazione bugiarda e falsa di due pentiti ai quali poi se ne unirono altri che i due procuratori di Napoli Di Persia e Di Pietro si inventarono e in mancanza di prova non poterono fare altro che cercare altri pentiti e ne trovarono diciotto”, ha aggiunto Scopelliti che davanti all’hotel ha organizzato una maratona oratoria assieme all’Unione Camere Penali Italiane. Quei due magistrati “costruirono un plotone di esecuzione e diedero il comando a Luigi Sansone, presidente del tribunale. Tortora in primo grado doveva essere condannato, non poteva essere assolto, e infatti gli diedero 10 anni di reclusione. Abbiamo dovuto aspettare ancora un anno per avere il nostro giudice a Berlino che è stato Michele Morelli, un grande magistrato, un fior di magistrato per il quale vale la pena di battersi e di difendere l’onorabilità della magistratura italiana”, ha proseguito Scopelliti.


“Dalla morte di Enzo (19 maggio 1988, ndr) cerco di ricordare la sua storia proprio per far crescere nella società una coscienza civica perché se noi cittadini fossimo tutti concordi nella necessità di una giustizia giusta, delle riforme per sistemare e appianare le distorsioni del nostro sistema, andrebbe senz’altro meglio perché costringerebbe la classe politica a intervenire”, ha detto ancora Scopelliti. La compagna di Tortora ha poi voluto ringraziare “il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e tutta l’amministrazione comunale che su suggerimento di Francesco Rutelli – al quale va naturalmente l’apprezzamento più grande – ha voluto dedicare questa stele a Enzo Tortora, perché, come diceva Primo Levi ‘chi dimentica il passato è condannato a riviverlo’. E io sono convinta che nessun cittadino, nessun uomo, nessuna donna vorrebbe che si ripetesse il caso Tortora: oggi colpendo magari noi e domani magari colpendo i propri figli”.

Anga (Confagri): si rafforza impegno giovani Ue per innovare agricoltura

Anga (Confagri): si rafforza impegno giovani Ue per innovare agricolturaRoma, 17 giu. (askanews) – Si è concluso con successo il “Young Farmers Symposium”, evento organizzato dai giovani di Confagricoltura a Firenze, che ha riunito gli under 35 europei del Ceja per discutere le sfide e le opportunità del settore agricolo. Dall’evento è emersa la determinazione e l’impegno di tutti i partecipanti a lavorare insieme, in UE, per dare un futuro sostenibile e innovativo all’agricoltura europea.


“Il numero dei giovani agricoltori sta diminuendo, mentre il contesto agricolo diventa sempre più complesso. Sono necessari ingresso, permanenza e partecipazione attiva delle nuove generazioni nel settore. Per affrontare e risolvere questa situazione – ha affermato il presidente ANGA, Giovanni Gioia – dobbiamo impegnarci per facilitare l’accesso al credito, favorire l’innovazione, compresa quella genetica, coniugando produttività e sostenibilità”. Durante l’evento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di approfondire l’impatto positivo delle Tea sull’agricoltura moderna e sostenibile. I relatori hanno offerto una panoramica tecnico-scientifica approfondita, condividendo esperienze e casi di studio in cui le NGT (Nuove Tecnologie Genomiche) sono diventate realtà. La tre giorni fiorentina si è rivelata così un’occasione unica per fare rete, costruire alleanze strategiche e rafforzare la voce dei giovani agricoltori a livello europeo.


Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa, ha evidenziato il complicato scenario attuale, segnato da inflazione, conflitti, accordi commerciali come il Mercosur e cambiamenti climatici con conseguenze difficili da gestire. “Dobbiamo produrre di più e meglio – ha detto -, le sfide sono numerose e richiedono una politica agricola rafforzata. In questo contesto in cui un’agricoltura forte è fondamentale per tutti, paesi e cittadini, è impensabile passare da incentivi a sussidi”. Il simposio ha offerto ai partecipanti l’occasione di visitare il Castello di Pomino, accolti da Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini e componente della Giunta confederale nazionale. La visita ha permesso di approfondire la filosofia vincente di una famiglia con tradizione vinicola da settecento anni. L’evento si è concluso alla Fattoria Petroio, di Diana Lenzi, già presidente Ceja, che ha contribuito a fornire uno sguardo d’insieme sulle politiche europee per i giovani agricoltori.

Consiglio Ue approva il regolamento sul ripristino della natura

Consiglio Ue approva il regolamento sul ripristino della naturaBruxelles, 17 giu. (askanews) – Il Consiglio Ambiente dell’Ue ha approvato a maggioranza qualificata, oggi a Lussemburgo, il nuovo regolamento europeo sul ripristino della natura, che era stato uno dei dossier legislativi più controversi durante la marcia indietro sul Green Deal orchestrata nell’ultimo anno dal Ppe e dalla destra al Parlamento europeo.


Sconfitti alcuni dei governi di destra, con le posizioni più caratterizzate in senso anti ambientalista, che hanno votato contro: Italia, Ungheria, Svezia, Finlandia. Hanno votato contro anche l’Olanda, paese in cui la destra si prepara a governare, e la Polonia. Astenuto il Belgio, che esercita la presidenza di turno del Consiglio Ue. Importante il cambiamento di posizione dell’Austria, precedentemente contraria, che oggi ha votato a favore. Favorevole anche la Slovacchia, la cui posizione era in dubbio fino alla vigilia del voto. La doppia soglia della maggioranza qualificata in Consiglio Ue è il 55% dei paesi (almeno 15) che rappresentino almeno il 65% della popolazione. In questo caso la seconda soglia è stata raggiunta di un soffio, arrivando al 66%. Anche al Parlamento europeo, durante il voto della plenaria il 27 febbraio scorso, l’alleanza anti ambientalista del Ppe e della Destra (gruppi Ecr e Id), con una parte dei Liberali di Renew, era stata sconfitta, con 329 eurodeputati favorevoli all’accordo sul regolamento, 275 contrari e 24 astenuti. Il testo era passato grazie a una spaccatura tra i Popolari (25 favorevoli) e tra i Liberali (30 favorevoli).


Obiettivo del regolamento è garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’Ue (oggi oltre l’80% degli habitat è in cattivo stato). Inoltre, le nuovo norme mirano a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’Ue entro il 2030.


Gli Stati membri dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat ritenuti in cattive condizioni, così come definiti in un elenco del regolamento, entro il 2030, e poi arrivare almeno al 60% entro il 2040 e almeno al 90% entro il 2050. Gli Stati membri, inoltre, dovranno impegnarsi per prevenire un deterioramento significativo delle aree che, grazie al ripristino, hanno raggiunto buone condizioni, e delle altre aree che ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento.


Sono richieste anche delle misure volte a invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori entro il 2030 al più tardi, per invertire la tendenza registrata negli ultimi decenni, che hanno visto una drastica riduzione dell’abbondanza e della diversità di questi insetti. Il regolamento stabilisce poi altri requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, compresi terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani. Gli Stati membri dovranno mettere in atto misure volte a migliorare almeno due dei tre indicatori riguardanti: 1) la popolazione di farfalle delle praterie; 2) lo stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate; e 3) la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità. Altre misure chiave del nuovo regolamento prevedono l’aumento della popolazione di uccelli forestali e la garanzia che fino alla fine del 2030 non vi sia alcuna perdita netta di spazi verdi urbani rispetto al 2021. Gli Stati membri dovranno mettere in atto anche delle misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi nell’Ue entro il 2030. E’ rimasto l’obbligo per gli Stati membri, previsto nella proposta originaria della Commissione europea, di individuare e rimuovere le barriere artificiali al collegamento delle acque superficiali, al fine di trasformare almeno 25.000 km di corsi d’acqua in fiumi a flusso libero entro il 2030, e mantenere poi la connettività fluviale naturale ripristinata. Il regolamento obbliga gli Stati membri a pianificare in anticipo dei piani nazionali di ripristino, presentare alla Commissione, mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Gli Stati membri dovranno inoltre monitorare e rendicontare i propri progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’Ue. Nonostante la vittoria del fronte ambientalista contro il tentativo del centro destra di affossare del tutto il regolamento, dopo i durissimi attacchi del mondo agricolo il testo era stato sensibilmente indebolito nel Parlamento europeo, rispetto alla proposta originaria della Commissione, con una lunga serie di emendamenti approvati nel luglio scorso e poi confermati nell’accordo provvisorio con il Consiglio Ue. Le modifiche approvate comportano spesso deroghe o possibilità di proroghe, e soprattutto hanno sostituito diversi obiettivi obbligatori con obiettivi indicativi (con formule come gli Stati membri “dovranno mirare a”, invece che “dovranno”). Le maggiori Ong ambientaliste hanno comunque salutato molto favorevolmente il risultato del voto di oggi, definendolo “un raggio di speranza per la natura europea, le generazioni future e i mezzi di sussistenza delle comunità rurali” (Greenpeace) e “una grande vittoria per la natura, l’azione per il clima, i cittadini e il futuro dell’Europa (WWF). Non appena sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue, il regolamento entrerà in vigore e diventerà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Entro il 2033, la Commissione ne esaminerà lo stato di applicazione e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi più ampi effetti socioeconomici.