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Autore: Redazione StudioNews

Al Castello di Santa Severa torna “Verde in scena”

Al Castello di Santa Severa torna “Verde in scena”Roma, 10 apr. (askanews) – Dopo il successo delle precedenti edizioni, il 13 e il 14 aprile prossimi, dalle ore 10.00 alle ore 19.00 torna, al Castello di Santa Severa, spazio della Regione Lazio gestito dalla società regionale LAZIOcrea d’intesa con il Comune di Santa Marinella, la mostra mercato nazionale di piante insolite e rare “Verde In Scena”. Anche stavolta, numerose le novità per quanto riguarda gli espositori, oltre cinquanta, provenienti da tutte le regioni d’Italia e dal Costarica, con piante insolite e rare dei cinque continenti che soddisferanno i collezionisti ed i neofiti delle varie tipologie botaniche: piante tropicali, mediterranee, cactacee e succulente, palme, agrumi, arbusti e rampicanti, erbacee perenni da foglia e da fiore, aromatiche, orchidee, piante carnivore, terrari, kokedama e, in generale, piante da esterno e da appartamento, oltre ad un assortimento delle ultime varietà del pesciolino Medaka. A questi si aggiungeranno prodotti artigianali, miele, prodotti per il benessere e il tempo libero, substrati per la coltivazione, editoria di settore e molto altro, all’interno del borgo medievale tra la Spianata dei Signori, cortile delle Barrozze, e piazza della Guardia. Nell’edificio della Manica Lunga sarà ospitata un’esposizione di bonsai di grande pregio e si potranno seguire tutorial a tema botanico. Lo staff di Verde in Scena assisterà i visitatori in caso di necessità, anche con un servizio di carriole per accompagnare gli acquirenti fino alla macchina e depositare le piante acquistate agli stand. Nel piazzale del Fontanile, prospiciente l’ingresso al Castello, saranno presenti alcuni stand di street food di qualità con prodotti del territorio a km zero, anche con menù dedicati ai bambini e birra artigianale. Ingresso intero 7€, gratuito per portatori di handicap certificati e loro accompagnatori e per bambini fino a 12 anni. In biglietteria si potrà acquistare il biglietto per accedere ai Musei del Castello con la riduzione speciale se abbinato a quello di Verde in scena al costo di 5€ anziché 8€ . Con il biglietto di ingresso ai musei, si ha diritto a tre ore gratuite di sosta. L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia. I cagnolini saranno graditi, accompagnati al guinzaglio negli spazi all’aperto. Disponibile un ampio parcheggio all’ingresso del castello. Tutte le informazioni sul sito www.castellodisantasevera.it

Sonego agli ottavi a Montecarlo, battuto Auger-Aliassime

Sonego agli ottavi a Montecarlo, battuto Auger-AliassimeRoma, 10 apr. (askanews) – Da lucky loser a deserved winner. Lorenzo Sonego, ripescato a Montecarlo al posto di Carlos Alcaraz per scendere in campo nel secondo turno contro il canadese Felix Auger-Aliassime, ha ottenuto il pass per gli ottavi grazie a una vittoria arrivata in due set col punteggio di 64 75 e ora attende il vincitore del match tra il cinese Zhang e il francese n.14 del seeding Ugo Humbert. Sei match point. Tanti ne sono serviti per aggiudicarsi un match che avrebbe potuto concludersi alla quinta occasione utile per il piemontese, il cui urlo di gioia è stato invece soffocato da una chiamata arbitrale per un doppio fallo che si pensava potesse alterare l’inerzia di un match il cui esito invece è stato differito solo di pochi minuti.

Cuore: micro pompa lo salva quando si “spegne” dopo un infarto

Cuore: micro pompa lo salva quando si “spegne” dopo un infartoRoma, 10 apr. (askanews) – È la pompa cardiaca artificiale più piccola al mondo la migliore opzione di trattamento per i pazienti con infarto miocardico acuto complicato da shock cardiogeno, che si verifica quando il cuore, di colpo, smette di pompare il sangue. Così si trova senza “carburante”, con la pressione che crolla e reni e cervello che smettono di funzionare. Una situazione che mette a rischio la vita e va affrontata rapidamente sfruttando farmaci, ma anche la tecnologia. A consacrare l’efficacia della pompa a flusso microassiale (Impella CP) è lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75esimo congresso dell’American College of Cardiology, che si è chiuso ieri ad Atlanta (Usa).


“Lo shock cardiogeno, dopo un infarto miocardico acuto, è una condizione di inadeguata perfusione del cuore dovuta a necrosi delle cellule muscolari coinvolte nella contrazione dell’organo – afferma Pasquale Perrone Filardi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Cardiologia dell’Università Federico II di Napoli -. Colpisce dal 5 al 10% dei pazienti con infarto miocardico acuto e più della metà di questi pazienti muore durante il ricovero”. Fino ad oggi, le precedenti ricerche non avevano messo in evidenza un beneficio, in termini di sopravvivenza, dell’impiego di un dispositivo di supporto meccanico con una particolare pompa che prende il sangue ossigenato dal ventricolo e lo spinge nell’aorta, e su cui di recente, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti aveva emesso un warning in merito alla sua sicurezza.


Lo studio danese randomizzato ha coinvolto un totale di 355 pazienti: su 179 è stata utilizzata la pompa a flusso microassiale e su 176 la terapia standard. La morte per qualsiasi causa si è verificata in 82 pazienti su 179 (45,8%) nel gruppo con pompa a flusso microassiale e in 103 pazienti su 176 (58,5%) nel gruppo con terapia standard. “Dopo 25 anni, questo è il primo studio – afferma Ciro Indolfi, past-president della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e Professore Ordinario di Cardiologia – che dimostra che è possibile ridurre la mortalità del 26% nei pazienti con shock cardiogeno, una condizione estremamente grave che conduce a morte nel 50% dei casi. La selezione dei pazienti è stato l’elemento chiave dei risultati di questo studio che ha documentato un reale beneficio sulla sopravvivenza in una patologia dove la terapia medica è solitamente inefficace. Tuttavia, l’utilizzo di questo catetere, che è grande, può dare delle complicanze alle arterie, che in futuro potranno essere ridotte grazie a un più attento controllo dell’accesso vascolare”. Lo studio ha dimostrato, inoltre, che le curve di sopravvivenza si separano precocemente con una mortalità nei controlli in aumento nel corso dei 180 giorni mentre la mortalità rimane stabile dopo 30 giorni nei soggetti trattati con la micropompa.


“Questi ulteriori strategie terapeutiche associate ad un trattamento tempestivo dell’infarto con lo stent coronarico, contribuiranno ad un aumento della sopravvivenza nei soggetti colpiti da questa patologia – concludono Indolfi e Perrone Filardi – che, purtroppo, rappresenta ancora la causa numero uno di morte nell’uomo e nella donna”.

Vertice tra Biden e Kishida, verranno firmati 70 accordi

Vertice tra Biden e Kishida, verranno firmati 70 accordiRoma, 10 apr. (askanews) – Una settantina di accordi di natura commerciale e politica saranno firmati in occasione del vertice tra alla Casa bianca tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. Lo riferisce oggi il Nikkei.


Tra i temi sul piatto, ci sono accordi in tema di difesa e di economia sui quali tra Tokyo e Washington c’è la massima intesa, ma non ci sarà una questione su cui i due alleati hanno una differenza: l’ipotesi di acquisizione da parte della Nippon Steel delle storiche acciaierie americane US Steel, operazione che s’intreccia pericolosamente con le elezioni presidenziali e sulla quale sia Biden sia il suo sfidante, l’ex presidente Donald Trump, hanno espresso la loro contrarietà. La quantità di documenti che verranno firmati rappresentano un vero record per i due paesi. Solitamente in questi summit i leader Usa e giapponesi firmavano tra i 12 e i 20 accordi. Ma in questo caso la visita viene dopo anni di lavoro e rappresenta la “convalida fondamentale della strategia indo-pacifica del presidente Biden”, ha spiegato un funzionario giapponese al Nikkei. Una strategia che crea blocco tra gli alleati degli Usa nel Pacifico, come cintura di contenimento rispetto all’assertività cinese.


Molti degli accordi saranno sul lato della difesa. “Per la prima volta, cambieremo la struttura delle forze che abbiamo in Giappone,” ha detto un altro funzionario, spiegando che il complesso militare statunitense in Giappone si riorganizzerà in un comando operativo congiunto che sovrintenderà le forze della Marina, del Corpo dei Marines, dell’Aeronautica e dell’Esercito degli Stati uniti in Giappone. Attualmente sono presenti per le diverse armi linee di comando separate. Questa nuova struttura Usa dovrà coordinarsi con la parte giapponese nell’ambito di un Comando operativo congiunto del Giappone (J-JOC), che verrà costituito entro il prossimo marzo. Verrà inoltre istituito un “consiglio industrial-militare” che valuterà siti in Giappone dove le due parti possono co-sviluppare e co-produrre armi.


Sul fronte economico, verranno annunciati due percorsi di ricerca sull’intelligenza artificiale, hanno detto i funzionari al Nikkei. Un progetto sarà condotto dall’Università Carnegie Mellon e dall’Università Keio e sarà finanziato da Microsoft e alcune aziende giapponesi. L’altro sarà condotto dall’Università di Washington e dall’Università di Tsukuba, finanziato da Amazon e Nvidia. Kishida porterà in dfono alberi di “sakura”, il ciliegio giapponese, visto 158 alberi frutto di un dono storico da parte giapponese verranno rimossi per dei lavori che devono essere realizzati nel luogo dove ora crescono rigogliosi.


Biden e Kishida hanno avuto una cena privata ieri sera con le loro consorti. Hanno visitato BlackSalt, un ristorante di pesce alla periferia di Washington. I Biden hanno donato un tavolo a tre gambe fatto a mano da un’azienda di proprietà giapponese-americana in Pennsylvania usando noce nero, uno dei legni più pregiati nativo del Nord America. Inoltre Kishida ha ricevuto in regalo dei dischi autografati dalla rockstar Billy Joel.

Vino, A.Fontana: in Lombardia bene crescita produzione e export

Vino, A.Fontana: in Lombardia bene crescita produzione e exportMilano, 10 apr. (askanews) – “Crediamo profondamente e fondatamente nello sviluppo di questo settore e devo dire che, se a livello nazionale i dati sono un po’ negativi, a livello regionale lo scorso anno abbiamo invece qualche segnale positivo: aumentano la produzione e le esportazioni, anche in Paesi come la Francia” che è un segnale di attenzione alla qualità. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante un evento organizzato da Confcooperative.


“Il punto è positivo per il comparto lombardo, un pochino meno per il comparto nazionale, ma sono numeri molto buoni. Per il comparto lombardo c’è un aumento sia della produzione sia delle esportazioni, credo che si debba sostenere in tutti modi questo comparto sempre più importante nell’ambito agricolo e che sta dimostrando di poter competere con i migliori prodotti al mondo, anzi ormai è fra le eccellenze mondiali che vengono guardate e apprezzate ovunque quindi avanti così, sosteniamoli, e combattiamo al fianco dei nostri agricoltori” ha ribadito.

Assunzioni a Leolandia, al via campagna recruiting di aprile e maggio

Assunzioni a Leolandia, al via campagna recruiting di aprile e maggioRoma, 10 apr. (askanews) – Leolandia, il primo parco a tema della Lombardia, specializzato nell’accoglienza delle famiglie con bambini, è alla ricerca di nuovo personale da impiegare già da aprile, in vista del lungo ponte di fine mese e dell’imminente stagione estiva. La ricerca coinvolge tra 50 e 100 operatrici e operatori: tra le posizioni più richieste, assistenza alle attrazioni, addetti alla ristorazione e alla caffetteria, accoglienza dei visitatori e personale per i punti vendita.


I colloqui sono già aperti e per candidarsi è sufficiente consultare le offerte disponibili cliccando il link “lavora con noi” del sito del parco: per alcune mansioni, in particolare per le attività di ristorazione, costituisce titolo preferenziale il diploma alberghiero o esperienza pregressa nel settore. La maggior parte delle posizioni, tuttavia, è aperta anche a chi non ha esperienza, quindi ai giovani alla loro prima occupazione ma, più in generale, anche a tutti coloro che hanno attitudine a lavorare con il sorriso e a contatto con il pubblico e che desiderano mettersi alla prova in un ambiente decisamente inusuale e stimolante, come un parco divertimenti. Per tutte le posizioni aperte e per candidarsi online: https://leolandia.altamiraweb.com/

Esplosione Suviana, Pichetto: possibile inchiesta su manutenzione. Enel: piena collaborazione per accertare fatti

Esplosione Suviana, Pichetto: possibile inchiesta su manutenzione. Enel: piena collaborazione per accertare fattiRoma, 10 apr. (askanews) – L’inchiesta “potrà essere anche su quello. Diciamo che era a fine manutenzione, a fine efficientamento. Si tratta di capire qual è il motivo di questa esplosione”. Questa la risposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ad Agorà Rai Tre, alla domanda se l’inchiesta sull’esplosione alla centrale idroelettrica del bacino di Suviana sarà sulla manutenzione.


In relazione al grave incidente avvenuto nella centrale a Bargi, Enel Green Power “esprime ancora profondo cordoglio e vicinanza a tutte le vittime e alle loro famiglie. L’azienda continuerà a dare ogni forma di collaborazione alle autorità preposte per accertare i fatti”. L’amministratore delegato di Enel GP, Salvatore Bernabei, si è recato immediatamente sul luogo per coordinare di persona le attività aziendali in raccordo con le autorità competenti. Nella centrale erano in corso lavori di efficientamento che Enel Green Power aveva contrattualizzato con tre aziende primarie, Siemens, ABB e Voith. Da quanto ricostruito, il collaudo del primo gruppo di generazione era già terminato nei giorni scorsi e, al momento in cui è avvenuto l’incidente, era in corso il collaudo del secondo gruppo.


Enel Green Power – conclude – “sarà vicina in ogni modo ai feriti e alle famiglie delle vittime. L’azienda ringrazia le Autorità competenti che stanno lavorando incessantemente alle operazioni di soccorso e a cui sta prestando il massimo supporto”.

Addio Paola Gassman, sui social il cordoglio del teatro italiano. Alessandro: addio sorella mia

Addio Paola Gassman, sui social il cordoglio del teatro italiano. Alessandro: addio sorella miaRoma, 10 apr. (askanews) – Il mondo del Teatro piange Paola Gassman scomparsa all’età di 78 anni. Figlia di Nora Ricci e Vittorio Gassman, che ha avuto quattro figli da quattro madri diverse (Oltre a Paola, ci sono Vittoria, Alessandro e Jacopo). Paola era Nata a Milano il 29 giugno 1945, è morta a Roma dopo una lunga malattia. Ad annunciare la scomparsa è stato il marito, l’attore Ugo Pagliai, con cui ha condiviso per ben 55 anni la passione per il teatro, insieme ai figli Simona e Tommaso. E proprio Alessandro, figlio di Juliette Mayniel, grande amore di Vittorio Gassman ha postato sui social il suo ricordo ed il suo omaggio: “Ciao sorella mia. Sei sempre stata la più saggia di tutti noi, la più rassicurante, la più equilibrata e simpatica. Ti vorrò per sempre bene – ha scritto – come tutti quelli che ti hanno conosciuta”. Nora Ricci fu la prima moglie del grande Vittorio, dalla quale ebbe la primogenita Paola: il matrimonio con la Ricci venne in seguito annullato dalla Sacra Rota. Poi ci fu Shelley Winters, seconda moglie, che gli diede la seconda figlia di nome Vittoria, medico geriatra sempre vissuta in America. Arrivò Juliette Mayniel, importante compagna mai sposata e con la quale mise al mondo Alessandro Gassmann, il più famoso dei figli. Diletta D’Andrea, terza moglie, con la quale rimase sposato fino alla morte gli diede l’ultimo figlio di nome Jacopo, regista. Paola Gassman aveva iniziato a calcare le scene fin da giovanissima. Dopo aver frequentato l’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” di Roma era entrata a far parte della compagnia Teatro Libero di Luca Ronconi e aveva girato l’Europa e gli Stati Uniti con lo spettacolo Orlando Furioso. Prese parte a spettacoli importanti come La tragedia del vendicatore per la regia di Ronconi e Cucina per la regia di Lina Wertmuller, prima di entrare nella compagnia Brignone-Pagliai, dove conobbe quello che sarebbe diventato l’amore della sua vita e un fidato partner anche sulle scene, l’attore e doppiatore Ugo Pagliai. E’ stata diretta sul palco da alcuni dei più talentosi registi degli ultimi 50 anni, dal padre Vittorio Gassman in Cesare o nessuno, Fa male il teatro e Bugie sincere, a Massimo Castri, passando per Marco Sciaccaluga, Piero Maccarinelli e Luigi Squarzina.


Nel 2007 aveva deciso di parlare di sé e della sua famiglia nell’autobiografia Una grande famiglia dietro le spalle. “La nostra – raccontava – era una famiglia piuttosto complessa anche con l’uso delle ‘enne’ nel cognome”. solo i fratelli Alessandro e Jacopo, infatti, ne hanno due. “Quando sono nata io, la primogenita, era giovanissimo e all’anagrafe sbagliò persino il mio giorno di nascita, disse all’impiegato che ero nata il 28 giugno, invece sono nata il 29 giugno, e infatti mi chiamo Paola proprio perché è la festa di San Pietro e Paolo”. Per ricordare l’attrice appena scomparsa, #RaiCultura proporrà il “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare riscritto dalla compagnia BabiloniaTeatri e da lei interpretato con Ugo Pagliai, oggi #10aprile alle 16.05 e domani alle 21.15 su Raicinque. Tante le reazioni social. Caterina Balivo che l’aveva intervistata sulla Rai di recente fa scrive “Cara Paola buon viaggio è stato bello chiacchierare insieme pochi mesi fa, mai avrei pensato di non rivederti più”. Lo scrittore Eugenio Cardi aggiunge: “Mi dispiace molto. Conoscevo #PaolaGassman, presentò in libreria e presso il #Burcardo i miei primi due romanzi, un vero onore per me. Una persona semplice, seppur portava un cognome importante. Una vera signora”. Anche l’Agis saluta l’attrice #PaolaGassman, protagonista della scena teatrale italiana: “Paola Gassman ha dedicato la sua vita al teatro: dai primi passi nella compagnia di Luca Ronconi, alla compagnia Gassman-Pagliai, fondata insieme al marito, l’attore Ugo Pagliai”.

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalato

Gli immigrati in agricoltura sono il 32% della manodopera. Ma c’è l’ombra del caporalatoRoma, 10 apr. (askanews) – Gli immigrati che lavorano regolarmente in Italia sono stimati dall’Istat in 2,4 milioni circa, più del 10% degli occupati. In agricoltura, però, il loro contributo è certamente più rilevante di questo valore medio: gli stranieri occupati nel settore sono quasi 362.000 alla fine del 2022 e coprono il 31,7% delle giornate di lavoro registrate. E’ quanto rileva il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agricoltura (“Made in Immigritaly. Terre, colture, culture”), commissionato dalla Fai-Cisl, realizzato dal centro studi Confronti e presentato al Cnel.


I dati istituzionali sono distorti per l’impatto concomitante del lavoro non registrato e delle registrazioni fittizie finalizzate ad accedere ad alcuni benefici sociali, spiega la ricerca. Ma offrono un’indicazione orientativa per cogliere la portata del contributo dei lavoratori immigrati all’agroindustria italiana e dei problemi di tutela che devono fronteggiare. Le principali provenienze nazionali registrate nei dati istituzionali sono nell’ordine: Romania, Marocco, India, Albania e Senegal. Le nazionalità dei rifugiati non compaiono nelle prime posizioni e in generale l’Africa subsahariana è sottorappresentata. I lavoratori rumeni diminuiscono: da quasi 120.000 nel 2016 a 78.000 nel 2022; marocchini, indiani e albanesi crescono di qualche migliaio di unità: rispettivamente +7.009, +7.421 e +5.902. Sostanzialmente stabili i tunisini, passati da 12.671 a 14.071; mentre in termini relativi risulta più marcata la crescita dei senegalesi, che sono quasi raddoppiati, passando da 9.526 a 16.229 (+6.703), e molto sostenuta quella dei nigeriani, passati da 2.786 a 11.894 (+9.108). Aumentano anche i maliani, da 3.654 a 8.123, e i gambiani, da 1.493 a 7.107. Le fonti statistiche, dunque, certificano sì una crescita dell’occupazione degli immigrati subsahariani nel settore, non tale, tuttavia, da avvalorare la tesi di una sostituzione delle componenti da più tempo insediate.


Nella filiera agroalimentare, nel 2022, si registrano 1,4 milioni di occupati, 485,2 mila nell’industria alimentare e delle bevande, 895 mila nel comparto primario. La crescita della performance economica nel periodo 2015-2022 è stata accompagnata da un incremento dell’occupazione del +1,2%. Nonostante la contrazione progressiva dell’input di lavoro nel corso degli anni, l’agroalimentare italiano è ancora un settore strategico anche dal punto di vista occupazionale, con 1,6 milioni di occupati nel 2022, pari al 7% del numero complessivo in Italia. Secondo il censimento dell’agricoltura, a ottobre 2020 risultano attive in Italia 1.133.023 aziende agricole. Di queste, 1.059.204 sono aziende individuali o familiari; le altre hanno forme societarie diverse, dalla Spa alla cooperativa. La gran parte delle prime non ha alcun lavoratore a libro paga. Infatti, la tipologia più diffusa di manodopera non familiare è quella saltuaria (presente in 127.820 aziende agricole), che concorre per il 66,4% al totale. Si tratta di poco meno di 1,3 milioni di lavoratori che svolgono lavori stagionali o limitati a singole fasi produttive e pertanto forniscono un contributo esiguo in termini di giornate di lavoro standard pro capite, pari a 41 a livello nazionale.


Il rapporto descrive anche l’evoluzione dello sfruttamento di manodopera, al di là del caporalato tradizionale o travestito da sistema di trasporto dei lavoratori verso i campi. Emergono forme di appalto e subappalto illecito, orchestrate dai colletti bianchi mediante girandole di imprese fittizie, società di copertura intestate a prestanome o false cooperative. Lo sfruttamento si espande in diversi settori, ma l’agricoltura rimane quello più a rischio. Nel quinquennio 2017-2021, su un totale di 438 casi di procedimenti giudiziari e inchieste per sfruttamento lavorativo ben 212 (oltre il 48%) hanno riguardato il solo settore agricolo. Le regioni del Mezzogiorno sono le più colpite, ma lo sfruttamento è cresciuto anche al Centro- Nord. Nel 2017, su 14 procedimenti ben 12 riguardavano le regioni meridionali; nel 2018 erano 23 su 43; nel 2019 si è passati a 31 su 55, e nel 2021 a 28 su 49. Su questi dati incide la reattività dei contesti o, viceversa, la loro assuefazione allo sfruttamento, quindi la disponibilità a denunciare e a contrastare il fenomeno. I procedimenti giudiziari riflettono la componente venuta alla luce di questa piaga sociale, ma non la esauriscono. La loro distribuzione territoriale incrocia la diffusione effettiva del problema con l’azione repressiva. Si può comunque assumere un dato di massima: lo sfruttamento è più diffuso al Sud, ma lo si riscontra anche al Centro-Nord.

Fdi sposa ‘modello Metsola’ per Ue:noi da sempre europei e atlantisti

Fdi sposa ‘modello Metsola’ per Ue:noi da sempre europei e atlantistiMilano, 10 apr. (askanews) – Superare il modello Ursula, arrivare al modello Metsola con una maggioranza composta da liberali, popolari e conservatori, e realizzare così “l’intuizione” di Pinuccio Tatarella che “già nel 1998” evocava la possiblità di un’alleanza con il centro per governare l’Europa. Il punto di arrivo di un percorso “sempre coerente con i nostri valori”, perchè la destra italiana “è sempre stata europea e filo-atlantica”. È la tesi su cui è costruito il volume “La destra italiana in Europa”, presentato oggi aal Camera dal’autore Fabrizio Tatarella insieme al capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. Volume che vede gli interventi anche dei vertici di FdI in Europa, Carlo Fidanza e Nicola Procaccini.


Sottolinea Tatarella: “La destra italiana è sempre stata europea e filoatlantista, un percorso di sganciamento da certe posizioni è iniziato anche prima di Alleanza Nazionale, con la rottura con Le Pen padre” e col congresso di Fiuggi in cui “sono stati chiusi i conti col passato”. E Pinuccio Tatarella “già nel ’98 diceva che per governare l’Europa c’è bisogno di un centro collegato a una destra modernizzartice. Quello che potrebbe realizzare Giorgia Meloni: un’alleanza strutturale tra conservatori e popolari, passando dal modello Ursula al modello Metsola. Con popolari conservatori e liberali. Un percorso di legittimazione internazionale che potrebbe trovare compimento con le imminenti elezioni europee”. Tesi rilanciata dal presidente dei deputati Foti, che rivendica “un percorso all’insegna della coerenza, delle battaglie per le quali ci siamo battuti. Qualcuno dice che la destra non può parlare di Europa. Sono i fatti che dimostrano che a Casablanca, a cambiare le idee, sono andati altri. Sulle scelte strategiche e geopolitiche, la destra è sempre stata dalla parte dell’Occidente; qualcuno s’è iscritto recentemente, e ogni allusione alla sinistra italiana è voluta”. E invee, lamenta ancora Foti, “c’è una manipolazione delle posizioni che assumiamo in Europa. Criticare la burocrazia non significa essere anti-europei; mettere al centro la persona e non il diametro dei piselli, significa voler vene all’Europa. Se l’Europa torna ad occuparsi dei grandi temi politici e sociali, torna ad essere protagonista”.


Inoltre “la destra ha sempre cercato in Europa dei collegamenti.Quello del’Europa nazione è stato non solo un mito ma una prospettiva politica. E anche la scelta dei Conservatori è un ritorno al passato recente”, dice ricordando “i rapporti coi gaullisti” e la stagione in cui a destra c’erano “Sarkozy e Aznar”. Poi il passaggio nel Ppe, col Popolo delle Libertà, la nascita di Fratelli d’Italia e l’ingresso in Ecr: “Buoni ultimi, ma con le prossime elezioni dovremmo essere il partito più numeroso nel gruppo”.