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Autore: Redazione StudioNews

I Papà italiani sono i più vecchi d’Europa

I Papà italiani sono i più vecchi d’EuropaRoma, 18 mar. (askanews) – Diventare papà per la prima volta è un’esperienza che gli uomini italiani continuano a spostare sempre più avanti nel tempo, più di quanto si faccia negli altri Paesi europei. I più recenti dati Istat indicano, infatti, che in Italia si diventa papà mediamente a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9 anni, in Germania a 33,2, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni. Un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani: ciò significa che 1 uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d’età. Una tendenza a ritardare la paternità che non è priva di conseguenze: numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, cioè motilità, morfologia e anche i danni al DNA, peggiorano con l’età. A tutto questo si aggiunge al fatto che con l’avanzare dell’età aumenta il tempo di esposizione agli inquinanti ambientati esterni, come le microplastiche che negli ultimi anni hanno dimostrato essere un problema rilevante per la fertilità maschile. In più i cambiamenti climatici con l’aumento della temperatura globale hanno anch’essi un impatto negativo sulla fertilità maschile, dimostrato dalla riduzione volumetrica dei testicoli nella popolazione generale. Per questo, in vista della Festa del Papà, gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA) puntano i riflettori sull’importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, principalmente attraverso un sano stile di vita, ma anche con il contributo di sostanze di estrazione naturali in grado di offrire protezione contro i danni del tempo e degli inquinanti ambientali esterni. “In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni ’90 ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento in Europa. Un fenomeno che riguarda quasi il 70% dei nuovi papà italiani. Ne consegue che 1 uomo su 3, superata questa soglia, è ancora senza figli. Questo significa che nel giro di pochi decenni si è passati da una situazione nella quale solo una ridotta minoranza arrivava senza figli all’età di 35 anni, a una nella quale la maggioranza della popolazione maschile rinvia oltre questa soglia anagrafica la prima esperienza di paternità – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. Un accentuato ritardo maschile che può essere imputato a vari motivi di ordine culturale, economico e biologico, ma anche dall’allungamento della vita che nella donna non influenza, invece, la possibilità riproduttiva rimasta ferma intorno ai 50 anni. Tutto questo concorre nel rendere gli uomini più propensi a un rinvio della paternità, toccando anche estremi che arrivano a superare addirittura i 45-50 anni, per cui saranno padri-nonni prima che il figlio diventi maggiorenne – sottolinea -. La nostra società sta assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino – precisa Palmieri -. Oggi con le difficoltà economiche, tutti si trovano costretti a ritardare e aspettare di sistemarsi prima di fare figli. Con l’avanzare dell’età però la fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi ‘invecchiano’ e bisogna insegnare alle giovani generazioni l’importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani”.


 

Papà italiani i più vecchi d’Europa, Andrologi: si riduce qualità seme

Papà italiani i più vecchi d’Europa, Andrologi: si riduce qualità semeRoma, 18 mar. (askanews) – Diventare papà per la prima volta è un’esperienza che gli uomini italiani continuano a spostare sempre più avanti nel tempo, più di quanto si faccia negli altri Paesi europei. I più recenti dati Istat indicano, infatti, che in Italia si diventa papà mediamente a 35,8 anni, mentre in Francia a 33,9 anni, in Germania a 33,2, in Inghilterra e Galles a 33,7 anni. Un fenomeno sempre più frequente rispetto al passato che riguarderebbe circa il 70% dei nuovi papà italiani: ciò significa che 1 uomo su 3 è ancora senza figli oltre i 36 anni d’età. Una tendenza a ritardare la paternità che non è priva di conseguenze: numerose evidenze scientifiche dimostrano che le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, cioè motilità, morfologia e anche i danni al DNA, peggiorano con l’età. A tutto questo si aggiunge al fatto che con l’avanzare dell’età aumenta il tempo di esposizione agli inquinanti ambientati esterni, come le microplastiche che negli ultimi anni hanno dimostrato essere un problema rilevante per la fertilità maschile. In più i cambiamenti climatici con l’aumento della temperatura globale hanno anch’essi un impatto negativo sulla fertilità maschile, dimostrato dalla riduzione volumetrica dei testicoli nella popolazione generale. Per questo, in vista della Festa del Papà, gli esperti della Società Italiana di Andrologia (SIA) puntano i riflettori sull’importanza di anticipare la paternità e, dove non possibile, di preservare la fertilità fin da giovani, principalmente attraverso un sano stile di vita, ma anche con il contributo di sostanze di estrazione naturali in grado di offrire protezione contro i danni del tempo e degli inquinanti ambientali esterni.


“In Italia l’età in cui si fa il primo figlio è aumentata di 10 anni, passando dai 25 anni della fine degli anni ’90 ai circa 36 attuali, che pongono il nostro Paese in cima alla classifica dell’età media del concepimento in Europa. Un fenomeno che riguarda quasi il 70% dei nuovi papà italiani. Ne consegue che 1 uomo su 3, superata questa soglia, è ancora senza figli. Questo significa che nel giro di pochi decenni si è passati da una situazione nella quale solo una ridotta minoranza arrivava senza figli all’età di 35 anni, a una nella quale la maggioranza della popolazione maschile rinvia oltre questa soglia anagrafica la prima esperienza di paternità – dichiara Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli -. Un accentuato ritardo maschile che può essere imputato a vari motivi di ordine culturale, economico e biologico, ma anche dall’allungamento della vita che nella donna non influenza, invece, la possibilità riproduttiva rimasta ferma intorno ai 50 anni. Tutto questo concorre nel rendere gli uomini più propensi a un rinvio della paternità, toccando anche estremi che arrivano a superare addirittura i 45-50 anni, per cui saranno padri-nonni prima che il figlio diventi maggiorenne – sottolinea -. La nostra società sta assegnando alla riproduzione un ruolo tardivo dimenticando che la fertilità, sia maschile che femminile, ha il suo picco massimo tra i 20 e i 30 anni e che la potenzialità fecondante del maschio è in netto declino – precisa Palmieri -. Oggi con le difficoltà economiche, tutti si trovano costretti a ritardare e aspettare di sistemarsi prima di fare figli. Con l’avanzare dell’età però la fertilità diminuisce perché anche gli spermatozoi ‘invecchiano’ e bisogna insegnare alle giovani generazioni l’importanza di una fertilità sana al momento giusto che va preservata fin da giovani”.

Giovanni Allevi ospite di Happiness on Tour. Vite-Storie di felicità

Giovanni Allevi ospite di Happiness on Tour. Vite-Storie di felicitàMilano, 18 mar. (askanews) – “Happiness on Tour. Vite – Storie di felicità”, il più grande spettacolo gratuito dedicato alla Felicità, annuncia la partecipazione straordinaria del compositore e filosofo, M° Giovanni Allevi, mercoledì 20 marzo, Giornata Mondiale della Felicità 2024, sul palco del Forum di Assago a Milano.


Il M° Allevi regalerà a una platea di migliaia di studenti delle scuole superiori nello spettacolo del mattino, una preziosa ed emozionante testimonianza attraverso la quale gli spettatori potranno trarre importanti spunti di riflessione e vivere una forte esperienza formativa per la ricerca della propria felicità. Sarà una partecipazione straordinaria e molto attesa, che vedrà eccezionalmente il Maestro Allevi in un ambito diverso rispetto a quello concertistico. Un’occasione rara in questo momento in cui l’artista, che continua il suo percorso terapeutico dovuto a un mieloma multiplo, è totalmente immerso nel suo ritorno alla Musica, con un esaltante tour internazionale di concerti già tutti sold out.


«È un onore per noi avere il Maestro Allevi a “Happiness on tour” – dichiara Walter Rolfo, Presidente della Fondazione della Felicità – La sua testimonianza unica, simbolo di forza e tenacia, può offrire agli studenti, e a tutti noi, grande ispirazione per non dimenticarci che possiamo imparare ad essere felici. Tengo a ringraziarlo vivamente per il suo speciale e prezioso contributo». “Happiness on Tour” è uno show organizzato dalla Fondazione della Felicità con il Patrocinio della Regione Lombarda e del Comune di Milano.


Un evento gratuito, che prenderà il via già dalle 9.30 della mattina al Forum di Assago a Milano, con uno sguardo rivolto soprattutto alle scuole superiori, e proseguirà la sera dalle 21.00, aperto a tutti previa prenotazione su Fondazione della Felicità . Il programma dello spettacolo “Happiness on Tour” del 20 marzo è consultabile sul sito ufficiale della Fondazione della Felicità.

Alzheimer, nei supermercati tornano le azalee per la ricerca Airalzh

Alzheimer, nei supermercati tornano le azalee per la ricerca AiralzhRoma, 18 mar. (askanews) – Da Giovedì 21 a Domenica 31 Marzo, in tutti i Supermercati e Ipermercati Coop aderenti sul territorio italiano, torna la campagna “Non ti scordar di Te” grazie alla quale si può sostenere Airalzh Onlus dando un contributo alla Ricerca contro la malattia di Alzheimer. In occasione della Pasqua, infatti, sarà possibile acquistare una o più piante di azalea. Per ogni pianta venduta, 1 Euro sarà devoluto ad Airalzh Onlus (Associazione Italiana Ricerca Alzheimer), Associazione toscana con sede a Barberino di Mugello, unica a promuovere la Ricerca medico-scientifica, a livello nazionale, sulla malattia di Alzheimer e altre forme di demenza.


Le azalee, assieme alle rose in vaso (per la festa della Mamma) e dei ciclamini (per Natale) rientrano nella campagna “Non ti scordar di Te” con cui Coop – dal 2016 – promuove diverse iniziative sul territorio con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di Airalzh Onlus e della Ricerca scientifica. Dal 2016 oltre 3 milioni di Euro sono stati impiegati da Airalzh Onlus per finanziare 82 Assegni di Ricerca, 26 progetti di Ricerca relativi al Bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers) e 2 progetti, frutto della collaborazione fra Airalzh e la Fondazione Armenise Harvard, rivolto a Ricercatori “mid-career”. Altri 300mila Euro sono a budget per il Bando AGYR 2024 di cui, da poco, si sono aperte le fasi per presentare la propria candidatura.


Grazie a “Non ti scordar di Te”, Coop Italia rinnova il proprio impegno nel sostenere, assieme ad Airalzh, la Ricerca contro l’Alzheimer. Una pianta di azalea che può contribuire nella Ricerca e nel dare speranza ad oltre 3 milioni di persone tra pazienti, famigliari e caregiver.

”Il silenzio fa Boom” il nuovo progetto del geniale Renzo Rubino

”Il silenzio fa Boom” il nuovo progetto del geniale Renzo RubinoMilano, 18 mar. (askanews) – Dal mondo musicale perennemente in fermento di Renzo Rubino arriva una grande novità: ieri 17 marzo, in occasione del suo compleanno, il cantautore pugliese ha annunciato il titolo e la data d’uscita del suo nuovo progetto discografico, Il silenzio fa Boom, che vedrà la luce il 19 aprile per DDP Dischi Del Porto/ADA Music Italy. Disponibile già da ora in preorder nel formato vinile nelle due versioni a tiratura limitata nera e gialla autografata, Il silenzio fa Boom arriva a distanza di sei anni dall’ultimo lavoro in studio Il gelato dopo il mare: sei anni in cui Renzo non ha distolto nemmeno per un attimo lo sguardo dalla musica in tutte le sue declinazioni, dedicandosi anima e corpo anche al suo festival Porto Rubino, nato da un’idea visionaria e diventato – alla sua quinta edizione- un gioiello tra i festival estivi italiani, capace di attirare grandi nomi della musica nazionale e internazionale e di creare un’atmosfera unica e coinvolgente. Proprio la musica sarà la protagonista della grande festa serale con cui l’artista presenterà Il silenzio fa Boom il 19 aprile presso l’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini di Roma: un evento imperdibile nel corso del quale Renzo e la Sbanda suoneranno in anteprima le canzoni del disco


A mitigare l’attesa, dopo i singoli Bisogna Festeggiare e La Madonna della ninna nanna, arriva San Donaci, l’opening track strumentale già disponibile sulle piattaforme digitali e chiave d’accesso all’universo musicale di Il silenzio fa Boom. Volevo che il disco avesse una sua composizione da corteo, una vera e propria marcia. Avevo pensato inizialmente di visitare Scorrano, cittadina famosa per le luminarie pugliesi per farmi ispirare – spiega Renzo Rubino – poi un giorno, per una serie di motivi, mi sono perso a San Donaci in provincia di Brindisi. Il silenzio di quella notte batteva forte nelle mie orecchie. Ed ho immaginato la festa, le luci colorate. La passione di quel momento era già una canzone.


Protagonista indiscussa del brano e del nuovo album è la Sbanda, una formazione che unisce i componenti della banda musicale di Martina Franca ad alcuni musicisti professionisti e che conferisce al brano e all’album il suo carattere inconfondibile. Le note vibranti, arrangiate e dirette dal jazzista Mauro “Otto” Ottolini e registrate dal produttore Taketo Gohara (Vinicio Capossela, Brunori Sas, Negramaro), evocano da subito l’incedere di una banda che cammina a passo di marcia: un suono distintivo che cattura l’essenza delle sue radici e la traduce in musica. Un omaggio alla terra d’origine di Renzo Rubino, un microcosmo pulsante di vita, proprio come l’album che lo celebra.

Bce, Buch: banche siano pronte a più insolvenze e crediti deteriorati

Bce, Buch: banche siano pronte a più insolvenze e crediti deterioratiRoma, 18 mar. (askanews) – “Nell’area euro stiamo già vedendo aumenti di fallimenti, crediti deteriorati e ritardi dei pagamenti. Stiamo seguendo attenzione questo aspetto e la ragione per cui dobbiamo stare molto attenti è assicurare che il sistema (bancario) sia sufficientemente resiliente”. Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce in una intervista al Financial Times, secondo cui al momento gli istituti di credito dispongono di “buone posizioni in termini patrimoniali”.


Stamattina la stessa Buch partecipa a un evento online del quotidiano tedesco Handelsblatt. Nell’intervista affronta una molteplicità di aspetti e rischi che riguardano il sistema bancario. Tra cui quelli legati a eventuali attacchi hacker, su cui la vigilanza ha avviato una sorta di simulazione/stress test.


“Abbiamo inviato questionari in cui chiediamo sulla preparazione per un cyber evento avverso – spiega -. Stiamo lavorando a stretto contatto con le banche per vedere come siano preparate. Sappiamo che i Cyber attacchi sono aumentati. La maggior parte di loro non sono pericolosi (critical), ma se uno dovesse superare (le difese) allora potrebbe diventare molto negativo per la banca, in termini di resilienza operativa e effetti reputazionali”. Sui rischi climatici la Buch ricorda che le banche che non risulteranno allineate con i requisiti imposti dalla Bce richieranno delle ammende, posto che i termini per allinearsi non sono ancora scaduti. Esamina poi rischi e opportunità di Information technology e intelligenza artificiale.


Ma a conclusione dell’intervento torna sul tema di apertura: la preparazione delle banche a un peggioramento del quadro macroeconomico. Sui crediti deteriorati “è difficile fare previsioni ma penso che sia probabile che ne vedremo di più. Stiamo vedendo un aumento dei crediti deteriorati in parte perché abbiamo alti tassi di interesse. E abbiamo questa pressione per cambiamenti strutturali: è semplicemente molto improbabile che avremo un periodo di cambiamenti strutturali in cui non ci siano aumenti delle insolvenze”. “Questo – conclude la presidente della Vigilanza bancaria – è il motivo per cui le banche devono essere resilienti e sufficientemente capitalizzate per assorbire le perdite potenziali”.

Nestlé: 95% packaging Ue riciclabili, ma serve potenziare gestione rifiuti

Nestlé: 95% packaging Ue riciclabili, ma serve potenziare gestione rifiutiMilano, 18 mar. (askanews) – Il 95% del packaging dei prodotti Nestlé in Europa è progettato per il riciclo. Nello specifico, per quanto riguarda gli imballaggi in plastica, sempre a livello europeo, quasi l’83% di quelli utilizzati da Nestlé lo è già e negli ultimi cinque anni il gruppo è riuscito a ridurre del 33% l’uso della plastica vergine.


Il gruppo, che ha diffuso questi i dati in occasione della Giornata mondiale del riciclo, si sta focalizzando su tre diversi fattori-chiave: riprogettare i propri imballaggi, ridurre al minimo i rifiuti e ottimizzare l’utilizzo di materiali riciclabili e riutilizzabili. In particolare, in primis, sta cercando soluzioni che utilizzino meno materia prima, alleggerendo ed eliminando coperchi, accessori, strati e pellicole di plastica non necessari, continuando sempre a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti. Parimenti, continua a testare alternative di imballaggio, sperimentando l’uso di sistemi di riutilizzo e di ricarica che prevedano la distribuzione di prodotti sfusi e di imballaggi riutilizzabili. Inoltre, sta eliminando gradualmente il packaging che non è ampiamente riciclato e sta studiando soluzioni che prevedono materiali alternativi come quelle in carta. Questi percorsi rientrano in un piano complessivo che nel 2020, ha visto lo stanziamento di 1,5 miliardi di franchi svizzeri fino al 2025 per pagare un sovrapprezzo per la plastica riciclata ad uso alimentare al fine di contribuire allo sviluppo di un mercato per questa tipologia di materiali. Tuttavia, affinché i materiali di imballaggio riciclabili vengano poi affettivamente riciclati, è necessario un potenziamento delle infrastrutture di gestione dei rifiuti. Per questo Nestlé collabora con diversi partner – governi locali e nazionali, associazioni di categoria, società e consumatori – per sviluppare e ottimizzare le infrastrutture di riciclo nei Paesi in cui opera e promuovere modelli di responsabilità estesa del produttore (EPR).


“Il design e i materiali utilizzati nelle nostre confezioni sono fattori su cui possiamo incidere direttamente. Ma vogliamo fare un ulteriore passo – ha dichiarato Antonia Wanner, Nestlé head of Esg strategy e deployment – fornendo il nostro contributo per la costruzione di infrastrutture per la gestione dei rifiuti, sostenendo l’armonizzazione delle normative e l’impegno per il rispetto dei diritti umani per i lavoratori del settore”. Nello specifico, in Europa tutti gli imballaggi di KitKat sono progettati per essere riciclabili. Nel Regno Unito e in Irlanda Nestlé ha convertito le caramelle Quality street e Smarties in confezioni di carta. Sempre nel Regno Unito, ha annunciato un investimento di 7 milioni di sterline in un nuovo impianto di riciclo per la lavorazione della plastica flessibile. L’apertura è prevista per la fine dell’anno a Durham.

Vino, vendemmia 2023 mai così bassa dal 1947: 38,3 mln di ettolitri

Vino, vendemmia 2023 mai così bassa dal 1947: 38,3 mln di ettolitriMilano, 18 mar. (askanews) – La vendemmia 2023 è stata la più leggera dal Dopoguerra: lo hanno certificato i dati ufficiali inviati dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste alla DG Agri che vedono la produzione vitivinicola italiana dello scorso anno ferma a 38,3 milioni di ettolitri, con un calo del 23,2% sui volumi 2022. Dato, questo, in linea con quanto previsto a fine novembre dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv), che spiegano che questa contrazione senza precedenti dal 1947, è stata determinata in particolare dagli attacchi della peronospora, malattia fungina provocata dalle frequenti piogge che ha colpito molti vigneti soprattutto del Centro-Sud.


L’estate settembrina, se da una parte ha ulteriormente alleggerito il prodotto, dall’altra ha influito positivamente sulla qualità delle uve. Nel panorama produttivo made in Italy – osserva l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv -, i vini Dop pesano per il quasi il 52%, mentre gli Igp rappresentano il 25% del prodotto.

Expo, anche designer Ken Okuyama tra “ambassador” Padiglione Italia

Expo, anche designer Ken Okuyama tra “ambassador” Padiglione ItaliaRoma, 18 mar. (askanews) – Ken Okuyama, designer giapponese di fama internazionale, sarà anche lui un “Ambassador” del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka. Okuyama si aggiunge alla lista degli “Ambassadors” del Padiglione Italia, insieme alla stilista e designer Junko Koshino, al designer Toshiyuki Kita, alla direttrice d’orchestra Tomomi Nishimoto, allo scultore Susumu Shingu e all’imprenditore e mecenate Yuzo Yagi, a cui dobbiamo il restauro della Piramide di Caio Cestio a Roma.


“Essere scelto come ‘Ambassador’ del padiglione Italia a Expo 2025 Osaka è un onore, e il tema di questo padiglione ‘L’Arte rigenera la vita’, rispecchia perfettamente la mia filosofia. Il mio obiettivo è quello di essere un progettista di sistemi sociali, dando importanza non solo alla funzionalità o al prezzo, ma al background e alla storia. Questa è la filosofia di KEN OKUYAMA DESIGN, che è stata sviluppata in Italia. Spero che il padiglione Italia possa diventare uno spazio di successo dove i visitatori possano immergersi profondamente nell’arte e nelle possibilità da esso scaturite” ha dichiarato il designer d’industria Ken Okuyama. “La filosofia progettuale di Ken Okuyama, unita alle sue eccezionali capacità e ai suoi profondi legami con l’Italia, lo rendono un interprete perfetto non solo del tema di Expo 2025 “Designing Future Society for our Lives” ma anche per il tema del nostro Padiglione Italia, “L’Arte rigenera la Vita”. In Ken Okuyama, riconosciamo un “Ambassador” capace di incarnare l’anima del design giapponese e italiano: bellezza, innovazione e quel saper fare che da sempre contraddistingue la nostra nazione nel panorama mondiale” ha commentato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani.


Dal 23 marzo al 9 giugno, presso l’ADI Design Museum, la “Orizuru Chair” di Ken Okuyama sarà esposta alla mostra “Origin of Simplicity – 20 Visions of Japanese Design”, curata da Rossella Menegazzo, Responsabile Cultura per il Padiglione Italia a Expo 2025 e che raccoglie 150 opere di artigiani e designer giapponesi. Ken Okuyama ha lavorato per Pininfarina Spa per circa 12 anni ed è il primo straniero ad aver disegnato una Ferrari: la Ferrari Enzo (2002).

Vino, Nomisma Wine Monitor: l’Italia perde peso in Estremo Oriente

Vino, Nomisma Wine Monitor: l’Italia perde peso in Estremo OrienteMilano, 18 mar. (askanews) – Prosegue anche nel 2023 la diminuzione dell’import di vino in Cina a causa del rallentamento generale dell’economia. Nello specifico, il mercato cinese, è scivolato al nono posto per valore dell’import di vino a livello mondiale dal quarto occupato nel 2018, evidenziando un calo superiore al 20% rispetto al 2022. Una tendenza negativa, questa, che ha investito anche Paesi come la Corea del Sud e il Giappone, importanti mercati di destinazione in Estremo Oriente per il vino made in Italy. E’ quanto emerge dal report che Nomisma Wine Monitor ha dedicato al Far East.


L’Osservatorio dedicato al mercato del vino evidenzia inoltre che la Francia si conferma il primo partner commerciale della Cina, con quasi il 50% della quota di mercato, seguita dal Cile e dall’Italia con il 10%. L’Australia, leader nel 2020, continua invece a rimanere esclusa dalla classifica in seguito ai pesanti dazi imposti dalla Cina negli ultimi anni, per quanto un accordo raggiunto tra i due governi dovrebbe mettere fine a tale gabella già da quest’anno. Nel complesso tutti i primi cinque Paesi partner commerciali della Cina cedono sul versante del valore delle esportazioni ad esclusione degli Usa. Per quanto riguarda la Corea del Sud, dopo cinque anni di crescita continua, nel 2023 il mercato ha registrato una battuta d’arresto nelle importazioni di vino, con una diminuzione sia a valore sia a volume rispetto all’anno precedente. Nonostante un calo significativo, anche in questo caso la Francia si conferma primo partner commerciale del Paese, seguita nell’ordine da Stati Uniti, Italia (con una quota del 13%), Cile e Spagna. L’anno scorso anche il Giappone ha manifestato una flessione nelle importazioni sia a valore che a volume, con la Francia al comando con una quota di mercato che sfiora il 60%, seguita dall’Italia con il 12%. “La Cina continua a perdere posizioni, denotando cali sia nelle importazioni che nella produzione interna, mentre Giappone e Corea del Sud, pur a fronte di questa battuta d’arresto che trova tratti comuni a livello globale, dovrebbero mantenere significative potenzialità di crescita e di interesse verso i vini italiani” ha spiegato Denis Pantini, Responsabile di Nomisma Wine Monitor.


Entrando nel dettaglio, nel 2023 le importazioni in Cina di vini fermi e frizzanti imbottigliati diminuiscono sia a valore sia a volume. La Francia si conferma leader di mercato, seguita da Cile e dall’Italia. In Corea del Sud, dove i vini imbottigliati rappresentano circa i tre quarti dei vini importati, si registra un calo superiore al 20% sia a valore sia a volume, con l’Italia che si conferma al terzo posto alle spalle di Francia e Usa. In questo specifico segmento la Francia è leader anche in Giappone, precedendo nell’ordine l’Italia, gli Stati Uniti, il Cile e la Spagna. Relativamente alla categoria sparkling in Cina si registrano marcate contrazioni sia a volume sia a valore. La Francia mantiene saldamente la leadership di mercato, precedendo l’Italia. In Corea del Sud, si registra un aumento a valore (+3,6%), cui si contrappone un calo dell’import a volume superiore al 20%. In questo mercato, l’Italia si conferma in seconda posizione malgrado vistosi cali sia a valore che a volume. In questo settore, il Giappone registra una lieve diminuzione a valore rispetto al 2022 a fronte di una riduzione a doppia cifra nelle quantità importate.


In merito all’import di vino sfuso, in Cina le contrazioni sono state più consistenti rispetto all’anno precedente, con l’Italia che esce dalla classifica dei top cinque esportatori. Per la Corea del Sud, invece, quello del vino sfuso è il segmento che ha registrato sensibili aumenti nelle importazioni sia a valore sia, soprattutto, a volume. In Giappone, al contrario, le importazioni di questa tipologia di vino hanno subito cali vicini al 20%. In ultimo, la generale negatività registrata nel 2023 ha influenzato anche le esportazioni di vini Dop italiani: in Cina, tra le principali Denominazioni importate hanno sofferto maggiormente i rossi Dop piemontesi e veneti, mentre sono cresciuti gli acquisti di rossi toscani, così come in Corea del Sud e Giappone.